venerdì 29 aprile 2016

Anteprima Newton Compton: dal 5 maggio IL PROFUMO DELLE FOGLIE DI TE' di Dinah Jefferies



Il romanzo orientaleggiante di oggi è ambientato nello Sri Lanka, nel secolo scorso.


IL PROFUMO DELLE FOGLIE DI TE'
(Tea planter's wife)
di Dinah Jefferies


Ed. Newton Compton
416 pp
9,90 euro
4.99 euro (ebook)
USCITA:
5 MAGGIO 2016
Trama

Siamo nella Londra degli anni Venti.
Gwendolyn Hooper è una giovane donna inglese, fresca sposina, che si è appena trasferita nella lontana isola di Ceylon per raggiungere il marito. 
Ma l’uomo che ritrova nella piantagione di tè non è lo stesso di cui si era innamorata in Inghilterra tempo prima. 
Distante e indaffarato, Laurence trascorre le giornate nella piantagione, lasciando la sua sposa da sola a occuparsi della casa, della servitù e delle nuove incombenze. 
La grande casa coloniale, agli occhi di Gwendolyn, appare un luogo misterioso, con porte chiuse a chiave e indizi di un torbido passato: in un baule polveroso è nascosto un vecchio velo da sposa ingiallito e le ombre del giardino celano una piccola tomba… 
Quando Gwen rimane incinta, suo marito è finalmente felice e tutto sembra andare per il verso giusto, ma c’è poco tempo per festeggiare. Al momento del parto la neomamma dovrà prendere una decisione terribile, di cui non potrà fare parola con nessuno, neanche con Laurence. 
Quando, infine, arriverà il momento della verità, Gwen sarà in grado di spiegare che cosa ha fatto e perché? 

Un’appassionante storia di tradimenti, colpe e segreti indicibili che avvince il lettore e non lo lascia più andare.

L'autrice.
Dinah Jefferies è nata a Malacca, in Malesia, e si è trasferita in Inghilterra all’età di otto anni. Ha insegnato Studi teatrali e Inglese. Ha iniziato a scrivere nei cinque anni che ha trascorso in un piccolo villaggio sulle montagne andaluse. Ha esordito con il romanzo La separazione, pubblicato da Penguin in Inghilterra e in Italia dalla Newton Compton. Il profumo delle foglie di tè alla sua uscita ha raggiunto il primo posto dei più venduti in Inghilterra e vi è rimasto per diversi mesi.

LA TRAMA VI INCURIOSISCE?

Recensione: LA MOSSA DEL CAVALLO di Andrea Camilleri



Ed eccoci ad un romanzo denso di sicilianità, il mio primo approccio al maestro Camilleri e, stando ai risultati, prevedo non sarà l'unico!


LA MOSSA DEL CAVALLO
di Andrea Camilleri


Ed. Rizzoli
250 pp
2001
"Questa vicenda prende lo spunto da una nota di Leopoldo Franchetti per la sua inchiesta controgovernativa sulle condizioni socio-economiche della Sicilia nel 1876. L'elaborazione romanzesca accentua alcuni dati che rendono appunto la storia di allora storia dei nostri giorni. 
La trama del libro è largamente definibile gialla e dal sapore paradossale, considerata l'ambientazione in una società nella quale il gioco di prestigio di una realtà di continuo manipolata rende difficile l'accertamento 
delle verità individuali e collettive". (A.C.)


Come si evince dalle parole di Camilleri stesso, questo romanzo prende spunto da un episodio raccontato da Franchetti in Politica e mafia in Sicilia (1876) e ha come protagonista un ispettore capo ai mulini di Montelusa, Giovanni Bovara, un genovese di origini siciliane, che dopo tanti anni torna nella sua sconosciuta terra natia per esercitare il proprio lavoro, ritrovandosi invischiato in vicende drammatiche che hanno un che di surreale, un po' "alla Kafka", se volete.

La nostra storia ha inizio il 1° settembre 1877 e termina un mese e mezzo dopo; da subito ci sfilano davanti agli occhi i diversi personaggi di queste vicende dal tocco quasi teatrale, e conosciamo il parroco del paese, "patre Carnazza", uomo dalla carne debole che ha diverse amanti, tra cui la bella vedova, Trisina, donna di facili costumi.

Tra pettegolezzi tra comari di quartiere, che quotidianamente passano il miglior tempo a criticare chiunque, ed ostilità dovute a beghe per l'eredità, l'ispettore genovese è uno dei pochi che cerca di fare il proprio ldovere con impegno ed onestà.

Il suo Nord gli manca e la sua frustrazione verso quella che è sì la sua terra d'origine, ma che in realtà per lui costituisce un mondo sconosciuto, emerge nella sua fiumana di pensieri che l'Autore ci rende in genovese stretto, in contrapposizione al siciliano che imperversa ad ogni pagina e che rappresenta la realtà in cui vive e che gli è ostile.

Un siciliano che l'uomo trova difficoltoso capire non solo a livello linguistico ma in special modo in riferimento alla mentalità gretta e decisamente poco irreprensibile dei cittadini, superiori e colleghi compresi.

Scopre con disappunto che l'illegalità abbonda anche nell'ambiente lavorativo; in particolare, i sottoispettori non solo non rendono conto del proprio operato, ma chiudono tutti e due gli occhi quando si tratta di controllare l'attività dei mulini, in cambio di favori; il principale favorito è Cocò Afflitto, che dà un po' l'idea del boss di paese, di cui tutti hanno timore e che nessuno osa contraddire.

Nel corso delle proprie indagini, Bovara si ritrova ad assistere ad un omicidio; è l'unico testimone e, dopo aver raccontato come sono andati i fatti, verrà accusato di essere l'assassino.

Alla parte squisitamente narrativa si alterna una "epistolare", che rende noto - attraverso carteggi - lo sviluppo della vicenda nelle parole di Bovara stesso, dell'unico collega che lo sostiene, dei superiori chiamati a valutare la posizione dell'ispettore, e di altri personaggi a modo loro coinvolti nella farsa.
 
Attorno al povero Bovara ci sono solo nemici che cercheranno a tutti i costi di screditarlo, e questi nemici - ed è questo il fatto più triste - non sono soltanto i mafiosetti di Montelusa, ma anche gente che dovrebbe avere a cuore la giustizia, e che invece sono pieni di corruzione.

Bovara sembra spacciato man mano che il tempo passa, nessuno crede alla sua versione e alla sua innocenza, e l'uomo rischia di vedersi rovinate carriera ed esistenza, mentre gli astuti nemici sghignazzano nel constatare come le proprie menzogne stiano avendo i risultati desiderati.

Ma nonostante la disperazione e lo sconcerto, Bovara continua a pensare, a meditare... e capisce che per battere il nemico deve svestire i panni del genovese e calarsi completamente in quelli del siciliano doc, assumendo il suo modo di ragionare e parlare.
Solo con un'inaspettata "mossa del cavallo" potrà darsi la possibilità di scavalcare gli altri pezzi di questa imprevedibile scacchiera e tentare di uscirne salvo.

Un giallo reso vivace dalle vicende narrate, dai pittoreschi personaggi coinvolti, dall'uso del dialetto siciliano, che inevitabilmente immerge il lettore nel contesto di questa Sicilia antica ma non così distante dai tempi di oggi, in cui le storie di sopraffazione, ingiustizie, rivalità, tradimenti, corruzione (tra il popolo e "nei piani alti") fanno da padrone. e dove la realtà sembra essere soggetta a manipolazioni da parte di chi è convinto di essere potente.
Essendo questo il mio battesimo con Camilleri, non nego che l'uso diffuso del dialetto mi ha inizialmente spiazzato e i (non tanti, in verità) passaggi in genovese mi hanno mandata quasi in crisi, ma lo sconcerto è durato davvero poco, perchè la genialità, l'ironia e la leggerezza con cui l'Autore presenta il peggio dell'uomo senza negarci un barlume di onestà, cattura inevitabilmente l'attenzione del lettore regalandogli una lettura davvero molto piacevole.


20. Un libro di un autore siciliano

giovedì 28 aprile 2016

Anteprima: LA SIRENA MECCANICA di Giada Bafanelli



Cari amici e lettori, eccomi con una segnalazione!
Si tratta del nuovo breve romanzo di una bookblogger, Aenor di Pagine Magiche, in uscita il 3 maggio, ma già disponibile per la prenotazione.


LA SIRENA MECCANICA
di Giada Bafanelli


Editore: Autopubblicato
Prezzo: 0,99 
(disponibile solo in formato ebook)
ASIN: B01EM8GZ2W
Pagine: 136
Data di pubblicazione: 
3 Maggio 2016

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Trama

Da quel che ricorda, Nym ha sempre vissuto nelle profondità del mare, metà ragazza e metà cyborg. 
Ma quando la sua memoria riaffiora, inizia a farsi delle domande.
L’oceano è una distesa calma e blu che conosce alla perfezione, ma cosa c’è oltre?
Quando salva un marinaio dopo il naufragio di un’aeronave, il desiderio di vivere in superficie si fa di giorno in giorno più forte. 
Ma il mondo al di là delle onde è cupo e spietato, e non c’è spazio per chi è diverso.

Ispirato alla favola “La sirenetta” di Hans Christian Andersen, “La sirena meccanica” unisce sentimenti e avventura.

L'autrice.
Giada Bafanelli ha ventotto anni e le sue più grandi passioni sono sempre state la musica e la narrativa, specialmente di genere fantasy. Oltre a “La sirena meccanica” ha pubblicato il racconto urban fantasy “Alone. Il solitario”, il romanzo fantasy ispirato alla mitologia norrena “La figlia della vendetta” e il romance contemporaneo “Un altro domani”
.



Epigrafe da "La mossa del cavallo" (A. Camilleri)



Domattina pubblicherò sul blog la recensione del giallo "La mossa del cavallo" di Camilleri; intanto vi lascio l'epigrafe:


"Il cavallo è l'unico pezzo del gioco che può scavalcare gli altri. 
Si muove in un modo davvero speciale, disegnando una "L":  
prima di due caselle in orizzontale o in verticale, come una torre,
e poi di una casella a destra o a sinistra.
Un particolare da non dimenticare: un cavallo che muove da una casella nera
arriva sempre in una casella bianca.
Al contrario, un cavallo che muove da una casella bianca arriva
sempre in una casella nera.
Il cavallo può scavalcare qualunque pezzo".

A. Karpov, Il manuale degli scacchi



ANCHE IL LIBRO CHE STATE LEGGENDO VOI 
HA UNA CITAZIONE INTRODUTTIVA O UNA BELLA DEDICA



"Iscrizione in fronte a un libro o scritto qualsiasi, per dedica o ricordo; più particolarm.,
citazione di un passo d’autore o di opera illustre che si pone in testa
a uno scritto per confermare con parole autorevoli quanto si sta per dire


Recensione: BUDDISMO, CRISTIANESIMO E ISLAMISMO. Le mie considerazioni di Gandhi


Lunghi giorni privi di connessione e della possibilità di approdare su blogspot 


Recuperiamo con un paio di recensione... e non solo! 


BUDDISMO, CRISTIANESIMO E ISLAMISMO. 
Le mie considerazioni
di Gandhi


Ed. Newton Compton
trad. L. Angelini
97 pp
1993
Non ricordavo di avere questo libretto nella libreria di casa, perchè tanti libri di edizioni non proprio recentissime appartengono a mio fratello e non sempre ho presente tutti i volumi di vari generi letterari che, nel tempo, ha portato a casa.

Comunque, poichè in occasione della Reading Challenge mi "serviva" un libro scritto da un autore indiano, quando casualmente mi è passato tra le mani questo "100 pagine", non mi sono tirata indietro dal leggerlo, anche perchè breve e quindi di veloce fruizione.

In esso sono riportati alcuni discorsi di Gandhi, tenuti negli anni Venti del secolo scorso in occasione di conferenze su gli altri argomenti che si evincono dal titolo, in presenza di esponenti di varie religioni, dai Buddisti agli Induisti, dai Cristiani e Musulmani.

Diverse volte il saggio chiarisce di non essere buddista ma che ad ogni modo il suo pensiero è stato molto influenzato dall'Illuminato Budda, al quale deve molto; però lo stesso Budda aveva assimilato il meglio dell'Induismo e di questo meglio Gandhi vuol farsi portavoce.

I discorsi di Gandhi non sono semplici monologhi, ma spesso sono lunghe ed articolate risposte a specifiche domande da parte dei suoi curiosi interlocutori.
L'attivista parla di preghiera (di come essa sia il desiderio dell'uomo di perdersi nella Divinità), rivede i concetti di Karma, Nirvana, si sofferma sullo spinoso diritto d togliersi la vita; sempre, con molta diplomazia e rispetto per i suoi ascoltatori, rileva i punti di forza e di debolezza della filosofia buddista, senza però mai screditarla.
In particolare, Gandhi professa l'amore per ogni creatura e dice chiaramente che trova incoerenti i buddisti perchè, lungi dal considerare sacra tutta la creazione, non si fanno scrupolo di mangiare carne, dimostrando così di non rispettare gli insegnamenti stessi del loro maestro.

Per quanto concerne il Cristianesimo, Gandhi non crede che Gesù sia l'unico Figlio di Dio, non crede facesse i miracoli intesi come atti straordinari, dalla potenza sovrannaturale, bensì Lo apprezza come semplice maestro dell'umanità e ama molto il Sermone del Monte quale sintesi perfetta della religione cristiana che però, per quanto l'apprezzi, non gli dona lo stesso conforto che gli dà l'Induismo.

Ai missionari cristiani rimprovera l'atteggiamento di non rispetto verso la "fede" e le credenze degli indiani, e il fatto quindi di voler imporre loro il proprio credo, senza scegliere in realtà di mescolarsi alla povera gente, avvicinandoli nei loro tuguri, nella loro povertà.

Per quanto concerne l'Islam, essa è una religione ispirata tanto quanto le altre e Gandhi sottolinea come Maometto predicò la non-violenza che, sappiamo, fu uno dei capisaldi del pensiero e dell'azione socio-politica del Mahatma.

Emerge il ritratto di un uomo saggio, dalla profonda spiritualità, franco e diretto nel parlare, che non esitava ad esprimere il proprio pensiero nonostante il rischio di offendere l'interlocutore.

Un opuscoletto interessante, si legge molto velocemente e offre spunti di riflessione sull'argomento "religione" e su come esso andrebbe sempre affrontato con un atteggiamento di dialogo e rispetto per l'altro.


READING CHALLENGE
8. Un libro di un autore indiano

lunedì 25 aprile 2016

New entry in my library (aprile 2016)



Ecco le ultime new entry nella mia libreria! ^_^

Il primo è un romanzo che possedevo già in digitale ma diverso tempo ne interruppi la lettura perchè..., mah..., non so perchè, magari non era semplicemente il momento giusto; parlo di "A un cerbiatto somiglia il mio amore" di Grossman, che andrà quindi a far parte della Reading Challenge (libro abbandonato).
L'altro è un classico della cara Jane Austen, che andrà a completare il mio tour austeniano: "Persuasione". ^_^

Ho approfittato a fare questi due acquisti (con gli occhi ho preso tutti i libri che c'erano..., ma il portafoglio non mi ha dato il nullaosta per realizzare i miei desideri) perchè sul primo c'era lo sconto del 15%; l'altro è una carinissima edizione Newton Compton dal prezzo accessibilissimo.

Termino con un thriller di recente pubblicazione che ho vinto partecipando a un giveaway sul blog Romance e non solo. 


A UN CERBIATTO SOMIGLIA IL MIO AMORE
di David Grossman


Ed. Mondadori
780 pp
2008
Israele, guerra dei sei giorni.
Avram, Ora e Ilan, sedicenni, sono ricoverati nel reparto di isolamento di un piccolo ospedale di Gerusalemme.
Il conflitto infuria e nelle lunghe e buie ore del coprifuoco i tre ragazzi si uniscono in un'amicizia che si trasformerà, molto tempo dopo, nell'amore e nel matrimonio tra Ora e Ilan.
Dopo trentasei anni da quel primo incontro, Ora è una donna separata, madre di due figli, Adam e Ofer.
Quest'ultimo, che sta svolgendo il servizio di leva, accetta di partecipare a un'incursione in Cisgiordania nonostante siano ormai i suoi ultimi giorni di ferma.
Ora, che aveva progettato una gita a piedi con il figlio per festeggiare la fine del servizio militare, decide di partire lo stesso.
Non riesce infatti a vincere un oscuro presentimento che si agita dentro di lei, e d'altra parte non resiste all'idea di trascorrere altre notti con l'incubo di essere svegliata nel cuore della notte, come da protocollo dell'esercito israeliano, e ricevere la notizia di una disgrazia.



PERSUASIONE
di Jane Austen


Ed. Newton Compton
224 pp
4.90 euro
2015

Anne Elliot, la protagonista del romanzo, ha sbagliato: da giovanissima, appena diciannovenne, si è lasciata convincere dall'opposizione del padre, Sir Walter, e dalla "persuasione" di Lady Russell a rompere il fidanzamento col giovanissimo ufficiale di marina Frederick Wentworth, amatissimo ma non ricco.
Adesso, a ventisette anni, Anne è sola; per di più le sorti economiche della sua famiglia hanno subito un rovescio e il padre è stato costretto a dare in affitto la propria tenuta all'ammiraglio Croft. 
Ma un giorno l'ammiraglio riceve la visita del proprio cognato, un affermato e facoltoso capitano di marina: è Frederick, e questa volta, otto anni dopo, Anne ha la sua seconda occasione. 

Ultimo e più maturo romanzo della Austen, Persuasione contiene un impareggiabile ritratto della provincia inglese d'inizio Ottocento e, attraverso la contrastata vicenda della protagonista, una intensa polemica antiaristocratica.



SEGRETO DI FAMIGLIA
di Mikaela Bley


Ed. Newton Compton
352 pp
12 euro
2016
La rete nazionale, la TV4, si lancia subito sulla notizia e manda sul campo un'inviata specializzata in cronaca nera: Ellen Tamm. 
Davanti alle prime indagini della polizia, i due genitori interrogati cominciano a darsi la colpa a vicenda. 
Il padre e la madre di Lycke sono separati ed è stata la nuova moglie del padre ad accompagnare Lycke all'ingresso dei campi di tennis, senza però scendere dalla macchina. 
Non si è così accorta che il centro fosse chiuso per ristrutturazione. La donna, madre a sua volta da poco, cerca di tutelare la propria serenità familiare, ma ci sono delle ombre nella sua testimonianza e i rapporti con il marito sembrano incrinarsi. 
Mentre la madre di Lycke non si dà pace e invoca un maggior aiuto delle forze dell'ordine, la tragedia incombe. 
Nel frattempo la reporter Ellen Tamm si impegna in una ricerca sempre più spasmodica, nonostante la corruzione della polizia, i sempre più strani comportamenti dei genitori di Lycke e le frecciate velenose dei colleghi. 
Ma ha deciso di fare di tutto per fronteggiare la situazione da vera professionista, perché questo caso le ricorda da vicino ciò che conosce troppo bene: segreti di famiglia, bugie, inganni che la obbligheranno a confrontarsi necessariamente con il suo doloroso passato, mentre le speranze di ritrovare la bambina scomparsa si assottigliano...

domenica 24 aprile 2016

Cito e canto: Uomini soli



Un passaggio tratto da "Camere separate" di Tondelli, che ha al centro la solitudine.


"La solitudine è questa situazione un po’ buffa, un po’ ridicola, un po’ aggressiva di un uomo seduto al tavolo di un ristorante turistico: l’immagine di una persona incompleta, tanto goffa da sembrare stupida o arrogante. Leo deve incominciare a difendere questa sua solitudine. Non deve permettere che gli altri lo vedano come un atomo dalle valenze aperte, come qualcuno immiserito dalla mancanza di un compagno, di un amico, di un amore. La solitudine è anche scomodità. Obbliga a rivolgersi agli altri, a fare richieste continue. (...)La solitudine impietosisce gli altri. A volte lui sente lo sguardo indiscreto della gente posato sulla sua figura come un gesto di una violenza inaudita. Come se gli altri lo pensassero cieco e gli si accostassero per fargli attraversare la strada. Certe premure lo offendono più dell’indifferenza, perché è come se gli ricordassero continuamente che a lui manca qualcosa e che non può essere felice. Si vede con un lato del corpo sanguinante, una cicatrice aperta dalla quale è stata separata l’altra metà. Vorrebbe spiegare che sì, Thomas gli manca e di questo sta soffrendo. Ma che non avverte la propria solitudine come una disperazione. Si sta concentrando su di sé, si sta racchiudendo nelle proprie fantasie e nei propri ricordi. Sta cercando di abbracciare la parte più vera di se stesso recuperandola attraverso il ricordo, la riflessione, il silenzio."

Canzone associata? Eccola ^_^


sabato 23 aprile 2016

Dietro le pagine di: "WOLF. La ragazza che sfidò il destino" di Ryan Graudin



Martedì 12 aprile 2016 è arrivato in libreria Wolf. La ragazza che sfidò il destino di Ryan Graudin, un romanzo feroce e magnifico, amato ai lettori, acclamato dalla stampa, premiato dalla critica: il primo capitolo di una nuova straordinaria serie dal ritmo adrenalinico e dall’indimenticabile protagonista femminile, Yael.


WOLF. La ragazza che sfidò il destino
di Ryan Graudin

Ed. De Agostini
14.90 euro
Aprile 2016
È il 1956 e l’alleanza tra le armate naziste del Terzo Reich e l’impero giapponese governa gran parte del mondo. 
Ogni anno, per celebrare la Grande Vittoria, le forze al potere organizzano il Tour dell’Asse, una spericolata e avvincente corsa motociclistica che attraversa i continenti collegando le due capitali, Germania e Tokyo. 
Il premio in palio? Un incontro con il supersorvegliato Führer, al Ballo del Vincitore. 
Yael, una ragazza sopravvissuta al campo di concentramento, ha visto troppa sofferenza per rimanere ancora ferma a guardare, e i cinque lupi tatuati sulla sua pelle le ricordano ogni giorno le persone che ha amato e che le sono state strappate via. 
Ora la Resistenza le ha dato un’occasione unica: vincere la gara, avvicinare Hitler… e ucciderlo davanti a milioni di spettatori. 
Una missione apparentemente impossibile che solo Yael può portare a termine. 
Perché, grazie ai crudeli esperimenti a cui è stata sottoposta, è in grado di assumere le sembianze di chiunque voglia. 
Anche quelle di Adele Wolfe, la Vincitrice dell’anno precedente. 
Le cose però si complicano quando alla gara si uniscono Felix, il sospettoso gemello di Adele, e Luka, un avversario dal fascino irresistibile…

L'autrice.
RYAN GRAUDIN è nata e cresciuta a Charleston, in Carolina del Sud, dove si è laureata in Scrittura Creativa. Vive con il marito e un cane lupo. Wolf. La ragazza che sfidò il destino è lo straordinario romanzo con cui esordisce sulla scena letteraria italiana.

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Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerche che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?
"

Ma com'è nato questo libro?
Ryan Graudin racconta che nei suoi libri cerca di esaminare tutti gli aspetti della vita partendo da una domanda breve ma importante: E se…?, da cui inevitabilmente scaturiscono altre domande, alle quali prova a rispondere nei propri libri.


Il romanzo è ambientato nel periodo postbellico, ma la seconda guerra mondiale è purtroppo ancora troppo dolorosamente vicino, e nel mondo immaginato dall'Autrice è l'Asse ad averla avuta vinta.
Purtroppo, quando pensiamo ad Hitler non possiamo non pensare al razzismo, all'odio del Fuhrer verso chiunque non fosse ariano, e quindi non appartenesse alla razza da lui definita "superiore".
Da questo distorto modo di pensare sono conseguiti non solo i tentativi di invadere altri Paesi e requisirne i territori per estendere il proprio dominio, ma ancor di più aberrazioni quali l’eugenetica, la sterilizzazione forzata, l’eutanasia per gli anziani e i disabili, e più in generale l’eliminazione di tutti coloro che, a giudizio di Hitler, non meritavano di vivere per diverse ragioni.

Al centro del romanzo c'è il concetto dell'identità, non solo nel senso di come ciascuno vede se stesso, ma anche di come ciascuno vede l'altro.
Ma cosa determina l’identità di una persona: il colore della pelle, la sua religione, la divisa che indossa? 

Ryan ha dato ala sua protagonista Yael la capacità di trasformarsi per rispondere a queste domande e poter così, soprattutto, dimostrare l’assurdità del pregiudizio razziale.
L'accostamento di un elemento surreale a fatti storici è un modo per aiutare il lettore a immedesimarsi nelle tante identità di Yael e a riflettere su ciò che è in grado di fare, nel bene e nel male, l'Uomo.

Il fatto che Hitler abbia infine perso la guerra e che il nazismo sia stato ufficialmente spazzato via, non deve far credere che quel tipo di ideologia appartenga al passato e basta.
Tutt'altro! Il razzismo e l’antisemitismo sono ancora presenti e, secondo alcune ricerche statistiche, esso è aumentato negli ultimi anni; i fanatici che sostengono queste follie pericolose non sono affatto da ignorare o da considerare come gruppi piccoli e innocui!

Il desiderio dell'Autrice è che la storia di Yael possa far riflettere i lettori sul fatto che gli uomini sono tutti uguali e che la storia va studiata e conosciuta per comprendere ancor meglio il mondo di oggi.

Non so a voi, ma a me mette i brividi pensare che un mondo dominato dall'antisemitismo e dal razzismo sarebbe stato in fondo possibile, attuabile, se Hitler avesse vinto la guerra..., e anzi per qualche anno, ahinoi, è stato fin troppo reale.
E questo non andrebbe mai dimenticato.

Le dichiarazioni dell'Autrice sul proprio romanzo le ho prese dal sito De Agostini e devo dire che è stato molto interessante leggere cosa c'è dietro il libro, il contesto storico di riferimento e il tipo di aggiunte fittizie operate dalla Graudin, perchè se prima non avevo fatto caso a questo romanzo, adesso sarei molto invogliata a leggerlo.
Voi che ne pensate? Lo leggereste?

venerdì 22 aprile 2016

Recensione: LE FATE DEL TRAVANCORE di Nicola Tenani



Le Fate del Travancore di Nicola Tenani è una raccolta di tre racconti che ci parlano dell'India, in particolare del Kerala, dei suoi colori, dei suoi odori e sapori, delle tradizioni e delle credenze, ma soprattutto della sua gente, con il suo carico di dolori, sogni, speranze, di umanità.


LE FATE DEL TRAVANCORE
di Nicola Tenani


Editore: Panesi Edizioni
Formati: epub e mobi
150 pagine
Prezzo: € 2,99
Genere: narrativa, viaggio spirituale
Data di uscita: 
09/03/2016
Il Travancore è una regione dell’India prima dell’Indipendenza del 1947, a cavallo tra gli attuali confini meridionali dello stato del Kerala (allora suddiviso in tre regioni, Travancore, Kochi, Malabar) e parte del confinante Tamil Nadu.

A prescindere dalla suddivisione del territorio, il Travancore esiste ancora in virtù della specificità della sua cultura, di cibi, usanze, aspetti naturalistici, templi, luoghi, storie di uomini e donne forgiate nei millenni al senso dell’armonia interreligiosa e alla convivenza tra caste ed etnie variegate.

La protagoniste di questo libro sono tre donne, diverse per età, che l'Autore definisce "fate".

"Chi sono “Le fate del Travancore”?Sono il lato femminile, lunare, di quell’angolo meridionale e tropicale di India che nel passato aveva il nome di Travancore: assieme a Kochi e Malabar le tre antiche aree che assieme compongono il Kerala oggi.Le mie fate sono nate tra leggende e storie quotidiane molto diverse dalle fiabe europee; la “fata” come concetto legato alla magia non esiste, non così riferito, non di certo pensato come pensiero etereo di entità piccine e incantate, o incantatrici.Eppure nei lunghi mesi vissuti in più periodi in Kerala, ho incontrato tante fate, senza ali, senza bacchetta: sono le bambine, le donne, le vecchie che ogni giorno lottano, soffrono, ridono, pregano, gioiscono, cucinano, studiano, giocano, lavorano, sopportano la loro condizione di essere donne nate in una cultura che le vuole relegate ad un gradino (a volte molti di più in qualsiasi altro stato del sub-continente indiano), posto più in basso rispetto al genere maschile."

Nel primo racconto conosciamo Subha, vedova e madre del giovane Suraj, fidanzato con la bella Bitja; su di lui la donna ripone tutte le speranze di madre e futura nonna, ma un tragico incidente spezza la vita del ragazzo, togliendo a Subha non solo l'adorato figlio, ma anche tutto ciò che di bello era legato a lui.
Cosa le resta?
Il dolore, la solitudine, i giorni sempre uguali, sono l'unica sua compagnia, e le avversità sembrano non lasciarla in pace; eppure, un filo di luce si fa spazio tra le nubi scure e giunge a portare inaspettati giorni di serenità e letizia.

E poi c'è la piccola Sajitha, danzatrice di Mohiniyattam, alle prese non soltanto con le faticose prove di ballo insieme alla sua maestra Manju, ma ancor di più con la scoperta di sé, del suo talento nella danza sacra, dei suoi sogni di danzatrice, nonchè del rapporto profondo che la lega all'insegnante, esigente e rigorosa quando si tratta di preparare le coreografie, ma anche comprensiva e materna quando c'è bisogno di consolare ed incoraggiare la sua pupilla nei momenti di sconforto. Ma quando i piccoli traguardi non sembrano raggiunti come si vorrebbe, non bisogna mai disperare perchè la vita può riservare piacevoli sorprese, e questo Sajitha avrà modo di impararlo...

E poi c'è la giovane moglie e mamma, Judy, di religione cristiana, sposata con Joosamarian, un uomo fondamentalmente buono che però negli ultimi tempi ha problemi con l'alcool, finendo per diventare troppo spesso violento con la povera moglie.
Purtroppo le "poche prospettive, lavori saltuari, un oceano depauperato dai grandi pescherecci senza scrupoli" stanno rendendo l'uomo (e non soltanto lui, ma anche altri uomini della comunità) frustrato e in preda alla disperazione; inevitabilmente la moglie è infelice e triste, e spesso le lacrime le rigano il volto mentre è seduta in riva al mare, non riuscendo a vedere delle possibilità di cambiamento.
Ma Joosamarian deve ritrovare in se stesso la voglia di riscattarsi, di prendere in mano la vita sua e della propria famiglia e provare a cambiare le cose attraverso piccoli progetti realizzabili con qualche sacrificio, certo, ma quelli si affrontano insieme:

"....dopo mesi di buio finalmente una luce in fondo agli occhi immensi di un uomo ancora ragazzo si accese. Entrambi avevano venticinque anni, entrambi avevano ventimila sogni ma piccoli come un regalo inatteso.".

Sono tre storie che ci mostrano la vasta e ricca realtà di questa zona dell'India, che danno modo al lettore di immergersi totalmente in essa, passeggiando con calma e attenzione - non con la superficialità del turista che sa di restare nel luogo di vacanza alcuni giorni per poi andar via in compagnia di foto, ricordi e souvenir (il turista è troppo impegnato a vivere la vacanza in frivolezza per soffermarsi a pensare alla realtà locale) - per le strade e i villaggi, osservando da vicino le persone, i loro abiti particolari e colorati, gli ornamenti delle donne, la loro bellezza semplice eppure affascinante, assaporando i loro cibi esotici speziati, apprezzando la capacità di far convivere diverse culture e fedi.
Un'India diversa da quella troppo spesso raccontata dai media - come ci fa notare lo stesso autore nell'introduzione al libro -, che è quella della violenza sulle donne, della povertà; non che essa non sia reale, lo è eccome, ma c'è anche un'India ricca di fascino e colori, di bellezze naturali non solo da immortalare con una digitale (o forse dovrei dire con l'Iphone) ma da "gustare da vicino", soffermandosi a godere del tepore del sole o dell'odore del mare, lasciando che la natura e le persone coinvolte ci parlino di loro stessi, e se questo non è possibile farlo fisicamente (viaggiando), allora lo si può fare leggendo libri come questo.

La scrittura chiara ed accurata, le descrizioni vivide e poetiche di persone e luoghi, fanno emergere l'amore e l'ammirazione dell'Autore per quei posti, in cui di certo ha lasciato un pezzetto del proprio cuore, e proprio questo modo di parlarci della "sua India", così appassionato e realistico, dà al lettore attento e sensibile una prospettiva "interna" (frutto della personale esperienza e dei viaggi di chi scrive, condivisi con noi in forma romanzata) che ci lascia entrare nel vivo del tessuto culturale e naturale di un Paese lontano da noi ma che, grazie alle pagine vive di questo libro, diventa famigliare, ed è impossibile non riuscire ad immaginare ambienti, gesti, abiti, persone, e a non provare simpatia o tenerezza per le dolci fate del Trevancore.

Un libro che ci trasporta nel Kerala, permettendoci di fare un viaggio che, lungi dall'essere una mera descrizione di paesaggi, usi e costumi, assume un carattere "spirituale", umano, chiedendo al lettore di togliersi i propri occhiali di turista occidentale per vedere tutto con gli occhi meravigliati e "incontaminati" del viaggiatore "che non appartiene ad alcun luogo in particolare" ma che "si sposta lentamente da un punto all’altro della Terra...".

Ringrazio l'Autore per l'opportunità di leggere il suo libro e non posso che consigliarvelo!!

Thich Nhat Hanh, l'amore per la natura e per se stessi



In questo venerdì, nell'appuntamento dedicato alla letteratura dal sapore orientale, c'è una delle figure più importanti della spiritualità mondiale: il monaco buddhista, poeta, studioso e attivista per la pace Thich Nhat Hanh, che è stato candidato al premio Nobel da Martin Luther King nel 1967.
È autore di decine di libri. Vive a Plum Village, in Francia, e guida ritiri spirituali in tutto il mondo sull'arte della meditazione.


LETTERA D'AMORE ALLA MADRE TERRA
di Thich Nhat Hanh



Ed. Garzanti
trad. Sara Caraffini 
96 pagine 
€ 12.00
Febbraio 2016

Non esiste alcuna differenza tra risanare la Terra e risanare noi stessi

Cambiamenti climatici devastanti, specie animali estinte, ecosistemi perduti: la vita sulla Terra è ogni giorno più a rischio per colpa dei terribili errori commessi da noi esseri umani, e cambiare abitudini è sempre più urgente.
In questo appello appassionato e straordinariamente attuale, Thich Nhat Hanh ci mostra, con la calma fermezza che contraddistingue il suo pensiero, i passi concreti da compiere per mettere in atto quella necessaria rivoluzione spirituale in grado di guarire il nostro pianeta.

Con Lettera d'amore alla Madre Terra scopriamo così la speranza di una rinnovata comunione con il mondo che ci circonda e ci dona la vita, l'unica strada possibile per una futuro di pace, sereno, e nuovamente felice.


Pubblicato l'anno scorso, "Il dono del silenzio" indica come, secondo l'Autore, sia possibile ristabilire, dentro di noi, quell'ordine e quella serenità in grado di farci guardare in profondo ciò che ci circonda, per comprendere chi siamo realmente e cosa davvero vogliamo dalla nostra vita.

IL DONO DEL SILENZIO


Ed. Garzanti
Sara Caraffini 
160 pagine 
€ 12.00
2015
Proteggi la tua mente dal rumore

per poter udire il magnifico suono della vita


Viviamo alla continua ricerca della felicità, e nella corsa senza sosta per raggiungerla non ci accorgiamo delle straordinarie meraviglie di cui è già ricco il mondo attorno a noi.
Ogni giorno, ogni ora, ogni istante la bellezza ci chiama, ma raramente ci poniamo in ascolto. Perché per avvertire la sua voce e poterle rispondere è necessaria una condizione divenuta rara: il silenzio. 

In questo piccolo libro prezioso, il monaco buddhista Thich Nhat Hanh ci mostra il percorso da intraprendere per superare la gabbia di rumore che ci circonda privandoci della libertà, e ci indica un sentiero di pace tra i luoghi più confusi e caotici della nostra mente. 


AVETE MAI LETTO QUALCOSA DI QUEST'AUTORE?
DI SOLITO DATE SPAZIO A QUESTI LIBRI A CARATTERE SPIRITUALE-MEDITATIVO TRA LE VOSTRE LETTURE?

Personalmente leggo non di rado libri di carattere spirituale ma raramente attingo alla filosofia orientale.

Però tra le prossime letture mi sono promessa di leggere qualcosa di Gandhi!  
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