Ci sono molte leggende e racconti mitologici legati alla primavera.
Uno di questi è certamente quello del ratto di Proserpina (versione romana della dea greca Persefone o Kore).
Racconta la leggenda che nelle vicinanze di Enna, venne Cerere a fecondare le terre, a portare la vita con i suoi lieti doni.
Cerere, sorella di Giove, era venerata come la dea che aveva insegnato agli uomini a coltivare i campi e a renderli rigogliosi. Aveva una figlia incantevole di nome Proserpina, una fanciulla spensierata ed allegra, che soleva giocare con le compagne nei verdi prati alle falde dell’Etna.
In quel tempo, tutti gli Dei scendevano dall’Olimpo per assistere alla festa della natura creata da Cerere.
Un giorno Proserpina, in compagnia delle Oceanine e sotto lo sguardo materno, era intenta a cogliere i fiori del prato. Inavvertitamente si allontanò dal gruppo, per prendere un bel narciso, quando all’improvviso davanti la terra si aprì e sbucò dal profondo Plutone sulla sua carrozza trainata da cavalli maestosi.
Racconta la leggenda che nelle vicinanze di Enna, venne Cerere a fecondare le terre, a portare la vita con i suoi lieti doni.
Cerere, sorella di Giove, era venerata come la dea che aveva insegnato agli uomini a coltivare i campi e a renderli rigogliosi. Aveva una figlia incantevole di nome Proserpina, una fanciulla spensierata ed allegra, che soleva giocare con le compagne nei verdi prati alle falde dell’Etna.
In quel tempo, tutti gli Dei scendevano dall’Olimpo per assistere alla festa della natura creata da Cerere.
Un giorno Proserpina, in compagnia delle Oceanine e sotto lo sguardo materno, era intenta a cogliere i fiori del prato. Inavvertitamente si allontanò dal gruppo, per prendere un bel narciso, quando all’improvviso davanti la terra si aprì e sbucò dal profondo Plutone sulla sua carrozza trainata da cavalli maestosi.
Plutone, re degli inferi, deciso a visitare la terra, emerse nei pressi di Enna, sui Monti Erei nel centro della Sicilia, e scorse Proserpina tra le tante fanciulle intente a cogliere fiori sulle rive del lago di Pergusa.
Cerere fu disperata alla notizia della scomparsa della figlia,avvenuta tra l'altro col consenso di Giove.
Distrutta dal dolore e dal tradimento del fratello, decise di ritirarsi, appartandosi dall’Olimpo, immersa nel tormento e risentita contro tutti gli Dei: senza le cure della Madre terra, cessò dunque la fertilità dei campi e vennero i tempi della carestia e della morte.
Cerere fu disperata alla notizia della scomparsa della figlia,avvenuta tra l'altro col consenso di Giove.
Distrutta dal dolore e dal tradimento del fratello, decise di ritirarsi, appartandosi dall’Olimpo, immersa nel tormento e risentita contro tutti gli Dei: senza le cure della Madre terra, cessò dunque la fertilità dei campi e vennero i tempi della carestia e della morte.
Giove vedendo la fame sterminare intere popolazioni, mandò in più riprese messi ad ammansire Cerere, la quale rispondeva che sarebbe tornata alle cure della terra, solo dopo avere riottenuto in vita Proserpina.
Così Giove inviò Mercurio da Plutone per chiedere che Proserpina fosse liberata. Il re degli inferi accettò solo a condizione che la fanciulla non avesse mai toccato cibo in tutto il periodo della sua permanenza.
Non appena Cerere riabbracciò la figlia, il mondo rinacque: l’inverno scomparve e lasciò posto alla primavera. Ma Proserpina aveva ormai perso la sua verginità, gustando sei chicchi di melograno, simbolo d’amore, che Plutone le aveva donato.
Era dunque a tutti gli effetti sua sposa, e, pertanto, Plutone ne pretese il ritorno. Avendo Cerere minacciato che, se la figlia le fosse stata di nuovo tolta, avrebbe reso la terra sterile, Giove giunse ad un compromesso: Proserpina per sei mesi sarebbe stata con la madre e per gli altri sei al fianco del suo sposo.
Era dunque a tutti gli effetti sua sposa, e, pertanto, Plutone ne pretese il ritorno. Avendo Cerere minacciato che, se la figlia le fosse stata di nuovo tolta, avrebbe reso la terra sterile, Giove giunse ad un compromesso: Proserpina per sei mesi sarebbe stata con la madre e per gli altri sei al fianco del suo sposo.
Cerere non si arrese del tutto: quando la figlia scendeva agli inferi, gli alberi si spogliavano e tutta la terra diveniva brulla e fredda; al suo ritorno sulla terra era di nuovo tutto un germogliare e un tripudio di colori .
(Fonte)
PRIMAVERA IN VERSI
Io credo non spunterebbe una foglia in primavera,
non fosse per le labbra degli amanti che baciano,
non fosse per le labbra dei poeti che cantano.
(OSCAR WILDE)
ELEVAZIONE
Al di sopra degli stagni, al di sopra delle valli,
delle montagne, dei boschi, delle nubi, dei mari,
oltre il sole e l'etere, al di là dei confini delle sfere stellate,
anima mia ti muovi con agilità,
e, come un bravo nuotatore
che fende l'onda,
che fende l'onda,
tu solchi gaiamente,
l'immensità profonda
l'immensità profonda
con indicibile e maschia voluttà.
Via da questi miasmi putridi,
va' a purificarti nell'aria superiore,
e bevi come un puro e divin liquore
il fuoco chiaro
che riempie i limpidi spazi.
che riempie i limpidi spazi.
Alle spalle le noie e i molti dispiaceri
che gravano col loro peso
Sulla grigia esistenza
Sulla grigia esistenza
felice chi può con un colpo d'ala vigoroso
slanciarsi verso campi luminosi e sereni;
colui i cui pensieri, come allodole,
verso i cieli al mattino spiccano un volo
- che plana sulla vita
e comprende senza sforzo
e comprende senza sforzo
il linguaggio dei fiori e
delle cose mute.
delle cose mute.
MUSICA
Sicuramente ci sono tante canzoni - italiane e non - che prendono spunto da questa meravigliosa stagione, io ne cito giusto un paio, tra quelle che mi piacciono maggiormente.
PRIMAVERA (R. Cocciante)
E solcherò il tuo corpo
Come se fosse terra
Cancellerò quei segni
Dell'ultima tua guerra
E brucerò col fuoco
Quest'erba tua cattiva
E ti farò con l'acqua
Più fertile e più viva
E pregherò che il sole
Asciughi questo pianto
E pregherò che il tempo
Guarisca le ferite
Poi costruirò una serra
Intorno al tuo sorriso
Farò della tua vita
Un altro paradiso
Sarò il tuo contadino
E tu la terra mia