martedì 7 febbraio 2017

Viaggiare leggendo.... Moshi Moshi



La storia narrata in "Moshi Moshi" è ambientata in Giappone, più precisamente a Tokyo, la capitale, che ha circa 13 milioni abitanti ed è la metropoli più popolata dell' intero Paese, oltre che una delle principali città del mondo.

tokyo


La zona in cu la protagonista, Yocchan, ha vissuto con la famiglia prima della tragedia accaduta al padre, si chiama Meguro, uno dei 23 quartieri speciali che formano la città di Tokyo.

Si tratta di una zona residenziale ben sviluppata nei pressi del centro della metropoli con numerose aree dove è possibile fare shopping, come Jiyugaoka e Nakameguro.

meguro
Meguro river


Desiderosa di indipendenza - anche economica - Yocchan prende un appartamentino a Shimokitazawa.

Shimokitazawa - chiamata affettuosamente Shimokita - è una zona molto amata dai giovani, il luogo ideale per passeggiare tra negozi di abbigliamento, caffè e pub, osterie (le izakaya) e trattorie.
L'area è famosa anche come "quartiere del teatro e della musica" per i suoi numerosi locali tra cui piccoli teatri - l'Honda gekijo e l'Ekimae gekijo - e cinema.


shimokita

Nel libro è citata la famosa Carrot Tower, un edificio commerciale risalente al 1996; il grattacielo dispone di 26 piani, più 5 piani interrati.

I livelli superiori hanno spazi per uffici, mentre i piani inferiori contengono negozi, una galleria e un teatro pubblico. L'ultimo piano ha una piattaforma di osservazione con un area banchetti e ristorante. Ospita anche uno studio di trasmissione della stazione radio locale.




Vediamo qualche piatto, citato sempre dall'Autrice.

                                                              Senbei: cracker di riso
www.japancentre.com


Omuraisu: omelette di riso fritto.




onigiri

Tsukudani: cibo che può contenere pesce, carne o verdure, di solito condito con salsa di soia.

traveldreamscapes.wordpress.com

Isobe-maki: riso mochi avvolto in un'alga.




Immagini prese in web.

http://www.gotokyo.org
http://www.realestate-tokyo.com
http://www.worldfortravel.com/

lunedì 6 febbraio 2017

Recensione film: JOHN WICK (David Leitch, Chad Stahelski) - LETTERE DA BERLINO (V. Perez)



Due film visti di recente che mi sento di condividere con voi sono JOHN WICK, il cui sequel sarà presto sul grande schermo, e LETTERE DA BERLINO, ambientato negli anni del nazismo in Germania e tratto da fatti realmente accaduti.


JOHN WICK



2014
GENERE: Thriller, Azione
REGIA: David Leitch, Chad Stahelski
ATTORI: Keanu Reeves, Willem Dafoe,Adrianne Palicki, Alfie Allen, Bridget Moynahan, Jason Isaacs, Dean Winters.


John ha appena perduto l'amata moglie e riceve da lei, dopo la sua morte, un delizioso e vivacissimo cucciolo di beagle accompagnato da un biglietto che lo esorta a non dimenticare mai come si fa ad amare. 

Per il vedovo è difficile riprendere la vita normale, ma quando a complicartela ci si mette un gruppo di delinquentelli, e beh..., le cose non possono che precipitare.

A dar noia al solitario Wick ci pensa Iosef Tarasof e i suoi idiotissimi amici, che fanno il grandissimo errore di "desiderare la roba d'altri": vedono la bella Boss Mustang del 1969 e vogliono comprarla, ma quando John si rifiuta di venderla, Iosef e i suoi tirapiedi irrompono di notte in casa sua, rubano l’auto, picchiano ferocemente John fino a fargli perdere i sensi e... uccidono il cucciolo.

E questo non si fa.
Non puoi uccidere il cagnolino di John Wick e pensare di passarla liscia e continuare a vivere tranquillamente.
Eh no...

Perchè John Wick non è un uomo qualunque; lui è uno dei più crudeli assassini che la malavita abbia mai conosciuto! 
In passato egli ha lavorato come sicario per organizzazioni criminali che portano avanti i propri sordidi affari a New York, ed era così bravo ed efficiente come killer da divenire quasi una leggenda nell'ambiente.

E a quel tipo di vita John aveva detto basta.
Ma dopo aver subito l'aggressione e aver perso il cucciolo regalatogli dalla defunta moglie, in lui si risveglia l'animo da serial killer spietato.

Appreso che il suo aggressore è l'unico figlio del boss Viggo Tasarov, un tempo suo principale datore di lavoro, John medita vendetta. 

Pur avendo sempre stimato Wick per il suoi "ottimi servigi", e pur sapendo che Iosef è una grandissima nullità, Viggo sa che si sta parlando sempre e comunque di suo figlio, così farà di tutto per proteggerlo da Wick; consapevole che il "nemico" non è un assassino qualsiasi, ma che trova chi sta cercando e gli fa fare una brutta fine, Viggo decide di mettere una taglia su John e di offrire una generosa ricompensa a chiunque riesca a fermarlo.

Inizia una vera e propria doppia caccia all'uomo: Wick cerca Iosef ed è pronto a tutto pur di realizzare la sua vendetta; Viggo ingaggia i migliori mercenari  e sguinzaglia tutti gli uomini disponibili sulle tracce dell'ex collaboratore.

Per uscirne vivo, John dovrà tornare ad essere la spietata macchina di morte che il mondo della criminalità una volta temeva.

Che dire...?
Non è propriamente il mio genere; non stravedo e non ricerco frequentemente i film d'azione, soprattutto quelli un po' "incredibili", quelle "americanate" dove l'eroe di turno, con una sola pistola o un coltellino, o peggio ancora a mani nude, riesce a sbaragliare e ad ammazzare cinque, sei..., che dico?, dieci uomini in 5 minuti!

Quei film in cui, a un certo punto, c'è un vero e proprio sterminio di gente che muore e cade giù come birilli, come se niente fosse, e tu li guardi e, in mezzo agli zampilli di sangue, quasi quasi hai dimenticato da cosa e come ha avuto origine sta carneficina.
Poi, verso la fine, ti ricordi tutto: ah sì, a John è partito l'embolo perchè gli hanno assassinato il cucciolo.
Non voglio neppure immaginare cosa avrebbe architettato se gli avessero fatto fuori moglie, figli o genitori.

Meglio non saperlo.

Appagata la sua sete di giustizia molto personale, si ritirerà o no da questa vita leggermente movimentata, il nostro Wick?

Hum.., ho seri dubbi, visto che il 23 marzo al cinema ci sarà JOHN  WICK 2 (nel cast anche due attori "di casa nostra", Scamarcio e Claudia Gerini) e dubito abbia nel frattempo deciso di fare volontariato presso case di riposo. Ma per carità, non si sa mai.

Ironia a parte..., di per sè è un film che si lascia guardare dall'inizio alla fine; che non ci siano tempi morti, è sicuro, però di morti ce ne sono parecchi. Mi ha ricordato (non ho molto materiale cinematografico su cui ragionare, ho già detto che di solito preferisco altri tipi di pellicole) un po' il caro Brian (Liam Neeson, nella trilogia Taken), il papà che tutti vorremmo, che ti difende da intere bande di criminali, che lui va a cercare e scovare ovunque siano, uscendone miracolosamente illeso nonché "vincitore".

Keanu è sempre strepitoso, non invecchia mai e comunque è un grande gnocco e punto: sguardo intenso e un po' malinconico, l'aria imperturbabile dell'assassino professionista, l'agilità felina..., insomma, guardarlo è un piacere e nelle vesti del suo John Wick sta proprio bene.

Il finale è forse un po' scontato, ma comunque, nel suo genere, è un film con una bella tensione, adrenalina, e inevitabilmente si fa il tifo per lui, per il caro e arrabbiatissimo John, sperando che ammazzi tutti i cattivi. Tanto a lui basta una matita (dai John, dimmi almeno che l'hai temperata!!!) per farne fuori già tre; pensa te quello con una stilografica che ti combina!!!
Ovviamente consigliato agli amanti del genere.


Secondo film.
La storia vera di una coppia che, negli anni Quaranta, decise di non aderire al nazismo ma di opporvi resistenza.

LETTERE DA BERLINO


2016
GENERE: Drammatico
REGIA: Vincent Perez
ATTORI: Emma Thompson, Daniel Bruehl, Brendan Gleeson, Mikael Persbrandt, Louis Hofmann

Tratto dal romanzo di Hans Fallada "Ognuno muore da solo".



Siamo a Berlino, a guerra iniziata. 
La città è paralizzata dalla paura e sul fronte ormai cadono tanti giovani soldati.
Otto e Anna Quangel sono una coppia appartenente alla classe operaia, umile, che vive in un appartamento malmesso e che, come tutti, cerca di stare alla larga dai guai durante la dominazione nazista; Otto sostiene il Fuhrer (ma non ha la tessera del partito) e anche sua moglie fa parte di un'associazione di donne impegnate a sostenere l'ideologia nazista.

Ma quando il loro unico figlio, Hans, viene ucciso al fronte, il dolore della perdita logora Otto e Anna facendo maturare in loro la convinzione che il loro ragazzo è morto a causa di Hitler, e quindi questo maledetto dittatore non va osannato, bensì contrastato, perchè sta portando solo dolore e morte alla nazione (e non solo ad essa).

Otto, supportato dalla fedele consorte, è spinto così a compiere uno straordinario atto di resistenza e rivolta, che essi portano avanti con la forza delle parole.
Iniziano infatti a diffondere per tutta la città cartoline anonime contro il regime di Hitler, in cui "criticano" la sua politica violenta e incoraggiano le persone a desiderare la libertà da tutto questo.

Ovviamente il rischio di essere scoperti e giustiziati è concreto, e i due devono stare molto attenti sia quando mettono i biglietti, sia quando, spinti dalla curiosità (soprattutto Otto), si soffermano a guardare le reazioni della gente nell'atto di leggere il messaggio antinazista.

Chiaramente, questo tipo di propaganda richiama l'attenzione dell'ispettore della Gestapo, Escherich,  che inizia una serrata caccia all'uomo, del cosiddetto "uomo ombra".

Non possiamo non ammirare l'atteggiamento determinato e dignitoso con cui Anna e Otto - due persone semplici, che in fondo avrebbero voluto soltanto vivere tranquillamente - danno il via a una ribellione silenziosa ma decisa, sfidando il regime spietato e dispotico di Hitler con la sola forza delle parole.

Avrebbero potuto piangere la morte del proprio figliolo in silenzio, accettandolo come una tragica fatalità, e invece questo lutto è per loro come uno schiaffo che ha il potere di risvegliarli dal torpore; i due genitori si rendono conto che continuare a fingere di condividere Hitler è sempre più difficile per loro, e se dichiararsi apertamente contrari al regime è impensabile perchè l'arresto sarebbe immediato, allora essi proveranno a farlo diffondendo il loro pensiero con la parola scritta.

Nel corso delle indagini, un furioso e tenace Escherich - messo sotto pressione dai superiori - tenterà in tutti i modi di scovare il traditore: ci saranno errori che porteranno alla morte degli innocenti, e i due coniugi dovranno stare davvero molto attenti, perchè se la polizia tedesca dovesse giungere a loro,li attenderebbe un triste destino...

Ma Otto ed Anna sanno cosa stanno facendo e perchè, e sono pronti ad affrontare le conseguenze del loro eroico gesto, convinti che, a prescindere da ciò che potrebbe loro accadere, il seme del messaggio di libertà intanto è stato gettato.

La storia dei Quangel mi ha ricordato un altro bel film che ho visto qualche anno fa, "La rosa bianca - Sophie Scholl", che narra la storia di una studentessa universitaria che, insieme al fratello e a un amico, hanno fatto parte dell'associazione Rosa Bianca un gruppo di studenti cristiani che si oppose in modo non violento al regime della Germania nazista; negli anni '42-'43 diffusero degli opuscoli nei quali esortavano i tedeschi a ingaggiare la resistenza passiva contro il regime nazista e a perseguire valori come tolleranza, giustizia e libertà. Proprio come Otto ed Anna, anche questi studenti intrapresero la loro nobile campagna senza lasciarsi intimorire dalle conseguenze che ne sarebbero derivate.

"Lettere da Berlino" è un bel film, che racconta un periodo difficile, mostrandoci lo spaccato di una società attraversata da un fanatismo che elettrizzava le masse e terrorizzava chi non vi aderiva; a me fa sempre un certo effetto vedere le scene in cui le SS agivano nei confronti dei civili con una tale barbarie da far rabbrividire, e posso solo immaginare con quale angoscia tanta gente abbia vissuto quel periodo.

Sì, perchè questo film ci ricorda che anche tra gli stessi tedeschi, ce ne furono tanti che non aderirono passivamente alla politica hitleriana, e anzi provarono ad opporvisi con i mezzi loro disponibili; sono stati uomini e donne delusi, amareggiati, arrabbiati contro le bugie raccontate dal nazismo, che non ha dato loro nulla, anzi ha tolto.

Significativa la scena in cui, a un certo punto, un nazista chiede ad Otto se lui abbia mai dato e fatto qualcosa per la causa del Fuhrer, e l'uomo risponde a sua volta con una domanda: Cosa c'è di più grande che donare il proprio unico figlio al Fuhrer?.

Bello, un film significativo, fatto bene; da vedere.


fonte

i Quangel

LontanAnteprima: LA RAGAZZA DELLE PERLE (THE PEARL SISTER) - il 4° vol. di "Le Sette Sorelle" di Lucinda Riley (gennaio 2018)



Quanti di voi si stanno appassionando, come me, alla bellissima saga di Lucinda Riley LE SETTE SORELLE?

Bene, ho scoperto che il quarto libro è praticamente pronto, anche se noi dovremo aspettare Gennaio 2018 novembre 2017 (stando alle ultime news che ho letto direttamente dal profilo IG di librerie Giunti) per averlo tra le mani.

Intanto vi ricordo i precedenti tre, accattivanti volumi, e poi la sinossi del quarto (tradotta da me).


prossima lettura
recensione
recensione


recensione


LA RAGAZZA DELLE PERLE


IN ARRIVO A....
 GENNAIO 2018


cover originale

Dopo la morte del padre, il miliardario e sfuggente Pa' Salt - così chiamato dalle sei figlie da lui adottate da tutto il mondo - CeCe D'Aplièse si ritrova ad un punto di rottura.
Abbandonata la scuola d'arte, CeCe guarda Star, la sua amata sorella, prendere le distanze da lei per seguire il suo nuovo amore, lasciandola quindi completamente sola.

In preda alla disperazione, decide di fuggire in Inghilterra e scoprire il suo passato; gli unici indizi che ha sono una fotografia in bianco e nero e il nome di una donna che viveva in Australia più di cento anni fa.
In viaggio per Sydney, CeCe si dirige verso l'unico posto che abbia mai sentito vicino al proprio modo di essere: le splendide spiagge di Krabi, in Thailandia.
Lì incontra il misterioso Ace, un uomo solitario come lei che, come la donna avrà modo di capire in seguito, ha un segreto da nascondere...

Un centinaio di anni prima, a Kitty McBride, figlia di un sacerdote di Edimburgo, viene data la possibilità di viaggiare in Australia in compagnia della ricca signora McCrombie.
Ad Adelaide, il suo destino si intreccia con la famiglia della signora McCrombie, compresi gli identici, ma al contempo molto diverso, fratelli gemelli:l'impetuoso Drummond, e l'ambizioso Andrea, erede di una fortuna.

Quando CeCe raggiunge finalmente il caldo bruciante e le pianure polverose del Red Centre dell'Australia, comincia la ricerca del suo passato.
Qualcosa di profondo che è dentro di lei risponde all'energia del territorio e all'antica cultura del popolo aborigeno, e la sua creatività si risveglia ancora una volta.
Con l'aiuto di coloro che incontra sul suo cammino, CeCe comincia a credere che questo selvaggio, vasto continente potrebbe offrirle qualcosa che non avrebbe mai creduto possibile: un senso di appartenenza e, finalmente, una casa.



domenica 5 febbraio 2017

BookTag - Dalla nascita alla morte



E per augurarvi una serena domenica, un secondo un BookTag per voi ^_^

Come sempre, se vi va, booktaggatevi anche voi :-)


NASCITA: un libro che ti ha fatto piangere

un amore forte contratato dalla malattia


BATTESIMO: un libro con un bel finale





INFANZIA: un libro buffo


tanti momenti buffi
e divertenti


COMUNIONE: un libro che ti ha messo ansia

direi che mi ha tenuta col fiato sospeso
tutto il tempo!!


CRESIMA: un libro che ti è stato indifferente


ok che l'ho letto più di 10 anni fa,
però purtroppo non mi è rimasto
molto impresso.
Magari lo rileggerò.
Un giorno.... 


ADOLESCENZA: un libro confuso


Il processo
letto diversi anni fa...
Ne ho un ricordo confuso
- per carità, magari è colpa mia, eh - 


18 ANNI: il classico più bello



MATRIMONIO: un romanzo rosa stupendo


tutta la trilogia
è molto bella!


ADULTO: un thriller

Scomparsa
un bel thriller
caarico di tensione
e con un alto impatto emotivo


ANZIANITA': un libro molto tranquillo

DIMMI CHE CREDI AL DESTINO


MORTE: un libro che hai odiato


Franz, il sentimento non è scattato.
Colpa mia?
Colpa tua?
Non ha più senso
chiederselo. ^_^

sabato 4 febbraio 2017

DISNEY PRINCESS BOOKTAG


Amanti dei booktag, sono qui per proporvene un paio, che ho scovato su Instagram.

Ecco il primo e, come sempre, vi invito a giocare anche voi insieme a me! E' un modo per conoscersi meglio attravero la nostra comune passione, no? ^_-


DISNEY PRINCESS BOOKTAG




ANNA E ELSA: un libro che coinvolga rapporti di parentela.

rapporto
NONNO-NIPOTE

RAPERONZOLO: un libro che ti ha fatto sentire emotiva.

per gli argomenti trattati
(guerra, violenze, maternità...)


MERIDA: un libro con una ragazza guerriera.

La Leonessa di Giza (Sfinge)
 è decisamente
 la guerriera delle guerriere

TIANA: un libro che affronti problemi reali.

condizioni di vita delle donne in India


BELLE: un libro classico.


POCAHONTAS: un libro che tratti di natura o scritto da un naturalista.

(PROSSIMA LETTURA)

JASMINE: un libro con desiderio di libertà.

una protagonista femminile
anticonformista

MULAN: un libro con guerre e battaglie.

guerra di trincea

ARIEL: un libro che parli di curiosità e apprendimento.

Un albero cresce a Brooklyn
La protagonista è una giovanissima
e accanita lettrice

CENERENTOLA: un libro che parli di lavoro manuale.

lavorazione dell'oro

AURORA: un libro che coinvolga il sonno.

Thea nei suoi sogni
riceve importanti rivelazioni

BIANCANEVE: un libro che parli dei 7 peccati capitali.

una mente perversa vuol punire
i deboli che si lasciano domincare dai
peccati capitali
e formare così un "Nuovo Mondo"
di essere esenti da vizi e dolori
(IN LETTURA)


Imparare leggendo (#8)



Sono tanti i benefici della lettura, vero? Tra questi c'è di certo l'arricchimento del nostro vocabolario!


Sul blog, nel tempo, ho aperto diverse rubriche, a cadenza settimanale e non, 
che ad oggi non sempre condivido con voi in modo costante (per quanto ci pensi e vorrei).
Dico questo perchè non ho intenzione di aprire una nuova rubrica, 
ma pensavo di dare spazio - senza impegni troppo fiscali - 
a una cosetta che mi salta in mente spesso, 
quando, leggendo, 
mi ritrovo davanti a termini di cui non conosco il significato.
E siccome "la vecchia non voleva morire, perché diceva che aveva altre cose da imparare", e siccome la lingua italiana è ricca, tra le tante cose, di un sacco di vocaboli, ho pensato di condividere con voi quelle paroline o espressione di cui ignoravo il significato o l'etimologia o altre curiosità ad esse legate.

"...magari gradisce anche dell'EGLEFINO affumicato e delle uova in camicia?"

Questa offerta culinaria l'ho letta in un romanzo ("L'estate prima della guerra") e mi è venuto da sorridere perchè ho pensato... che io non so manco che è un eglefino, quindi accettare l'offerta sarebbe stato decisamente un salto nel buio!  :-D

EGLEFINO

Pesce della famiglia gadidi (lat. scient. Melanogrammus aeglefinus), chiamato anche asinello, che vive di preferenza nelle acque con fondali sabbiosi delle coste europee, dall’Islanda al Golfo di Guascogna, e dell’America Settentr.: è simile al merluzzo, lungo al massimo un’ottantina di centimetri, di colore grigio argenteo con riflessi violacei nelle parti superiori e biancastro nelle inferiori;
 le sue carni, saporite e apprezzate anche più di quelle del merluzzo comune, 
vengono affumicate e messe in commercio col nome di haddock.


SIBARITA

Abitante dell’antica città di Sìbari, colonia achea sulle coste del golfo di Taranto (al confine settentr. dell’odierna Calabria), nota per la ricchezza, il fasto e la mollezza dei costumi. 
In senso fig., persona di gusti raffinati, che si circonda di comodità e di un lusso eccessivi.


GUAZZA

Goccioline d'acqua formatesi per condensazione di vapore acqueo
 durante la notte.


Fonte consultata: Treccani


CONOSCEVATE QUESTE PAROLE? ^_-

Recensione: LA FABBRICA DI FARFALLE di Samuele Fabbrizzi



Nove persone, che hanno vissuto tutta la loro vita come dei reietti, dei rifiuti della società, per lo più succubi di vizi e perversioni, si ritrovano - per caso? - coinvolti in un incubo terribile, catapultati in un inferno senza via di scampo dal quale ne usciranno o morti o decisamente diversi da come sono stati fino a quel momento.


LA FABBRICA DI FARFALLE
di Samuele Fabbrizzi

Lettere Animate

Charlie è uno scrittore mancato, la cui arte, secondo lui, non è ancora stata mai compresa da alcuno; la consapevolezza del fallimento ha generato una serie di problemi, tra cui il vizio di alzare un po' troppo il gomito, frustrazioni, solitudine, fino ad arrivare a un matrimonio (quello con la dolce e buona Greta) naufragato.
Un giorno Charlie viene malmenato da un nazi violento e questo costituirà la goccia che fa traboccare il vaso: ma non sarà il caso di andarsene via da tutto e tutti, magari proprio approfittando di quella vacanza pubblicizzato su un volantino decorato da una bella farfalla gialla?

Ronald è ragazzone solo e affranto; ora che la sua madre adottiva - Ester - è morta, chi si prenderà cura di lui, che oltretutto non ha ricevuto nulla in eredità?
Disperato di fronte agli insulti e alla cattiveria dei parenti acquisiti, che non mostrano alcuna pietà per la sorte del povero Ronald, questi compie un gesto folle, che mai avrebbe pensato di poter compiere - proprio lui che crede fervidamente in Dio... Eppure, l'irreparabile accade! Ma menomale che il volantino con la farfalla gialla è lì a porgergli una scialuppa di salvataggio attraverso questa allettante vacanza...

Poi c'è David, un pugile alle prese con una cocente delusione amorosa e che vede affondare pure il sogno di eccellere nel pugilato; e infine Cornelius, un pedofilo ossessionato dalla dolce Clear, la piccola figlia dei vicini, che lui desidera possedere a tutti i costi; passione malata ed insana che lo porterà a commettere un gesto atroce...

Anche questi due uomini si ritrovano tra le mani il famoso volantino con la farfalla, che dice così:

"Stanco di essere un verme?  Voglioso di trasformarti in farfalla?  Chiamaci a questo numero e la tua vita migliorerà! Per te un soggiorno gratuito presso un'isola paradisiaca in cui poter riscoprire te stesso.  Niente soldi, niente carta di credito, niente assegni. A noi basti tu!"

Beh, disperati come sono e desiderosi di staccare la spina dai problemi e dai guai della vita quotidiana, i quattro decidono di digitare il fatidico numero per approfittare di quest'offerta.

Nel corso del viaggio per giungere alla destinazione, ai 4 si uniscono altri 5 viaggiatori: il ricco imprenditore (anch'egli nei guai) Donnie, il ristoratore spavaldo e poco onesto Forrest, la tossica Kristen, la siliconata e sexy April e l'obeso Paul.

I nove non si sono mai visti prima di allora ma ad unirli ci sono le loro esistenze tutte al collasso, prive ormai di slanci, di felicità, pregne soltanto di bassezze, viziacci, desolazione; ma adesso forse c'è qualcos'altro che potrebbe unirli ed è questo viaggio che, a dire il vero, da subito si rivela un po' inquietante, a causa degli strani atteggiamenti dello sfuggente e misterioso autista che deve condurli alla meta.

Dopo un lungo viaggio pare che approdino (i mezzi su cui viaggiano hanno i vetri completamente oscurati e dall'esterno e dall'interno, per cui non è possibile capire dove ci si sta dirigendo) su una sconosciuta isola che dovrebbe essere il loro paradiso. Ad attenderli in un hotel a cinque stelle c’è un simpatico vecchietto desideroso di conoscerli da vicino.

"I nove sconosciuti seguirono il capogruppo. Nove estranei così concentrati sulle proprie tragedie da non potersi aprire agli altri. Nove reietti fatti di speranze mal riposte e ricordi da buttare, utopisticamente proiettati in avanti, ma con la mente ancorata al presente." 

Ciò che i nove aspiranti vacanzieri non sanno è che questo vecchietto nasconde torbidi piani non solo nei confronti di ciascuno di loro ma ancor di più verso l'umanità in generale...

Durante il pranzo di benvenuto accenna loro di un progetto al quale sta lavorando da una vita: il Progetto Farfalla. Di che si tratta?

Prima di capirlo, le cose precipitano senza che i nove possano in alcun modo reagire; infatti, al termine della ghiotta cena, accade l'imprevedibile; tutti i nove svengono e si risvegliano nell'incubo più brutto della loro vita: sono rinchiusi in gabbie, come animali braccati e privati della libertà.

Non solo, ma sono nudi... e questo non è decisamente un buon segno; infatti, la loro condizione li rende molto vulnerabili e il peggio deve ancora venire. Sottoposti a fame, freddo e caldo improvvisi, costretti a convivere in un angusto spazio con i propri escrementi ed urine, i nove sono ovviamente impauriti e smarriti: perchè sono li? Chi c'è dietro il loro sequestro? Cosa vogliono da loro, da un gruppo di poveracci che nessuno si preoccuperà di cercare?

Le risposte arriveranno e non saranno affatto rosee: ciò che li attende va oltre ogni immaginazione ed è degno dei migliori film dell'orrore: torture psicofisiche di ogni tipo, somministrate a ciascuno con una sadica logica (in base ai viziacci di cui sono sempre stati schiavi, a mo' di espiazione dei loro peccati), umiliazioni brutali...  e tutto questo ha un fine: la riprogrammazione psicologica di questi individui.

Il loro destino è di non essere più degli esseri umani: ora sono cavie da esperimenti.
Questo terribile Progetto Farfalla mira alla formazioni di una nuova società, di un mondo in cui non ci saranno più esseri impuri, schiavi di desideri, passioni, ossessioni, paure; essi sono dei bruchi in attesa di evolversi in splendide farfalle. 

La strada per giungere a questo folle piano è costellata da numerose e indicibili sofferenze, che toglieranno ai nove ogni dignità, libertà, volontà, speranza, ricordi.

Cosa ne sarà di queste vittime? Resterà loro un barlume di lucidità per opporsi alla follia di chi vuol strappare loro ogni individualità, ogni ricordo, per farne dei soggetti lobotomizzati, senza anima, senza personalità?

Il romanzo si legge davvero tutto d'un fiato, grazie a una scrittura pungente, caustica, sicuramente senza filtri nè peli sulla lingua; al fatto di concentrare in un'unica e particolare situazione nove personaggi in cerca di un cambiamento che effettivamente viene loro proposto... ma di che genere e con quali pazze conseguenze?
Ma soprattutto a catturare l'interesse è il fulcro della storia, che sta nel Progetto Farfalla, che non è un'invenzione dell'Autore; basta fare qualche ricerchina nel web per rendersene conto.
L'essere umano è capace di partorire davvero le cose più abiette pur di raggiungere i propri loschi obiettivi...

Credo che "La fabbrica di farfalle" possa non essere un romanzo per tutti, per il linguaggio molto crudo, esplicito e anche molto vivido, tant'è che impossibile non immaginare tutto mentre si legge, e sembra davvero di guardare un film horror, di quelli pieni di "scene" dove la violenza inaudita fa da padrone, e che quindi un po' lo stomaco, in certi passaggi, te lo fanno rivoltare.

Queste nove sfortunate cavie vengono messe a nudo in tutti i sensi e di loro conosciamo il passato, con tutto il suo carico di delusioni e di scelleratezze, e queste personali debolezze - che essi hanno cercato di nascondere, in nome di una non/esistenza - diverranno il loro peggior nemico. Emergeranno in oltre dei sordidi legami tra il Progetto e il passato di alcuni di loro.

Pur non facendo parte del tipo di letture che prediligo, questo romanzo di Samuele Fabbrizzi l'ho praticamente divorato, perchè una volta iniziato mi son ritrovata totalmente immersa nella spirale di torture inferte ai nove disgraziati, che fermarmi è stato impossibile, perchè dovevo assolutamente sapere che ne sarebbe stato di loro e in cosa consisteva il folle Progetto.

Quindi, ringrazio l'Autore per l'opportunità di leggere il suo libro che ho apprezzato e che mi sento di consigliare soprattutto a chi legge questo tipo di libri; magari i lettori più sensibili ci penseranno una volta di più prima di iniziarlo, ecco  :-D


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