La storia narrata in "Moshi Moshi" è ambientata in Giappone, più precisamente a Tokyo, la capitale, che ha circa 13 milioni abitanti ed è la metropoli più popolata dell' intero Paese, oltre che una delle principali città del mondo.
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La zona in cu la protagonista, Yocchan, ha vissuto con la famiglia prima della tragedia accaduta al padre, si chiama Meguro, uno dei 23 quartieri speciali che formano la città di Tokyo.
Si tratta di una zona residenziale ben sviluppata nei pressi del centro della metropoli con numerose aree dove è possibile fare shopping, come Jiyugaoka e Nakameguro.
Desiderosa di indipendenza - anche economica - Yocchan prende un appartamentino a Shimokitazawa.
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Meguro river |
Desiderosa di indipendenza - anche economica - Yocchan prende un appartamentino a Shimokitazawa.
Shimokitazawa - chiamata affettuosamente Shimokita - è una zona molto amata dai giovani, il luogo ideale per passeggiare tra negozi di abbigliamento, caffè e pub, osterie (le izakaya) e trattorie.
L'area è famosa anche come "quartiere del teatro e della musica" per i suoi numerosi locali tra cui piccoli teatri - l'Honda gekijo e l'Ekimae gekijo - e cinema.
Nel libro è citata la famosa Carrot Tower, un edificio commerciale risalente al 1996; il grattacielo dispone di 26 piani, più 5 piani interrati.
I livelli superiori hanno spazi per uffici, mentre i piani inferiori contengono negozi, una galleria e un teatro pubblico. L'ultimo piano ha una piattaforma di osservazione con un area banchetti e ristorante. Ospita anche uno studio di trasmissione della stazione radio locale.
Vediamo qualche piatto, citato sempre dall'Autrice.
Senbei: cracker di riso
www.japancentre.com |
Omuraisu: omelette di riso fritto.
onigiri |
Tsukudani: cibo che può contenere pesce, carne o verdure, di solito condito con salsa di soia.
traveldreamscapes.wordpress.com |
Isobe-maki: riso mochi avvolto in un'alga.
Immagini prese in web.
http://www.gotokyo.org
http://www.realestate-tokyo.com
http://www.worldfortravel.com/
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz