lunedì 16 dicembre 2019

Libri in wishlist (dicembre 2019)



Due libri che ho notato sbirciando le gallerie di un paio di lettori che seguo  su Instagram; entrambe le pubblicazioni appartengono alla medesima casa editrice: non sarà un segno del destino che mi sta suggerendo di leggerli assolutamente??

Il primo è La volontà del male di Dan Chaon,  maestro americano del thriller psicologico: un terribile delitto compiuto nel passato, un'indagine che si trasforma in ossessione. 
L'altro, Io sono la bestia, attraverso una narrazione a più voci, animata da una lingua che impasta prosa, poesia e musica, racconta storie d'amore anomale, brutali, interrotte.



LA VOLONTÀ DEL MALE
di Dan Chaon

NN editore
trad. S. Castoldi
478 pp
17 euro
Giugno 2019
Dustin Tillman ha nel suo passato una terribile tragedia: trent’anni prima i suoi genitori e gli zii sono stati uccisi da Rusty, il fratello adottivo. 
In un processo che aveva fatto scalpore per gli inquietanti legami con i culti satanici, Rusty era stato condannato all’ergastolo grazie alle testimonianze di Dustin e della cugina Kate. 
Ora Dustin è psicologo, vive con la moglie e i due figli una vita apparentemente serena. 
Finché non riceve la notizia che Rusty è stato rilasciato: tutte le accuse sono cadute. 
Nel frattempo un suo paziente, Aqil Ozorowski, ex poliziotto in congedo, indaga sulle morti di alcuni ragazzi annegati, convinto che siano opera di un serial killer. 
Inizialmente scettico, Dustin si lascia coinvolgere nell’indagine, mettendo in pericolo la sua vita e quella della sua famiglia.

La volontà del male è un thriller mozzafiato, intimo e sconvolgente, che inchioda alla pagina e sovverte le regole del racconto. 
Con una scrittura agile e affilata, Dan Chaon ci consegna un romanzo sui fallimenti della memoria e i pericoli dell’autoinganno, dove il passato allunga le sue ombre sul presente, e il futuro non può che trasformarsi in una casa popolata di fantasmi.

Questo libro è per chi si è appena svegliato da un incubo e torna a dormire per cancellarlo, per chi non ha paura dei labirinti della mente, per chi lascia fluttuare lo sguardo nell’immensità di acque profonde, e per chi cerca la verità nel suo passato, ma scopre che i ricordi non sono più affidabili dei sogni.


IO SONO LA BESTIA
di  Andrea Donaera


NN Editore
226 pp
16 euro
Settembre 2019
Un destino di violenza scolpito nella pietra del linguaggio, che esplode travolgendo l’innocenza di personaggi e luoghi.

Mimì è folle di dolore: il figlio Michele, quindici anni, si è tolto la vita. 
Si dice che sia colpa di Nicole, la compagna di scuola, che ha rifiutato ridendo il suo regalo, un quaderno di poesie. 
Mimì non è un padre come gli altri. È un boss della Sacra, e per quel gesto vuole vendetta: così prende Nicole e la rinchiude in una casa sperduta nella campagna salentina.
 Il guardiano della casa, Veli, rivede in Nicole la ragazza che ama: Arianna, la figlia maggiore di Mimì. 
Anche Arianna ama Veli.
 O forse lo amava, prima che la morte del fratello bruciasse tutto e tutti come un incendio. 
Tra Veli e Nicole fiorisce un legame fatto di racconti e silenzi, ma anche di sfida e ferocia. 

Questo libro è per chi vorrebbe entrare in un libro, così da fermarsi in quelle pagine di mondo, per chi adora fare colazione con giornali, caffè e pasticciotti, per chi ha fatto di una scopa una chitarra cantando Come as your are dei Nirvana, e per chi ricorda la prima volta che ha provato paura per qualcun altro, la scossa profondissima che gli ha tolto le parole e squarciato il cuore.

domenica 15 dicembre 2019

Recensione: I MIRACOLI DEL SANGUE di Maurizio Roccato



La storia narrata in questo thriller molto avventuroso è ambientata in Italia, più precisamente a Torino e si basa su fatti storici realmente accaduti; fatti che, nell'immaginazione dell'Autore, collegano periodi storici distanti tra loro e ci portano indietro agli anni del nazismo.


I MIRACOLI DEL SANGUE
di Maurizio Roccato


Ed. Intrecci
224 pp
È il 10 ottobre 2013 quando le principali agenzie di stampa italiane danno la notizia di uno strano e sinistro ritrovamento avvenuto a Torino: su una panchina antistante il cimitero monumentale è stata lasciata la scatola di una vecchia pasticceria del centro chiusa da anni; al suo interno sono contenute diverse ossa umane avvolte in una pagina della "Stampa Sera" del 9 maggio 1963, che riporta un articolo  con la ricostruzione dettagliata su un delitto attualmente insoluto: il delitto Fenaroli (il geometra Giovanni Fenaroli fu condannato per aver fatto uccidere la moglie).

Ad aggiungere mistero al fatto ci pensano particolari relativi ai resti: i crani sono incisi con strani simboli e ricoperti da cera fusa, il che fa pensare che possano essere stati utilizzati in un rituale satanico.
A parte questo, non vi sono altri indizi...

Si occupa del caso, per la redazione del giornale per cui lavora, il reporter Giordano Bruno, che asseconda (non che abbia alternative, effettivamente) il capo-redattrice e comincia, non proprio entusiasticamente, a cercare di capire cosa ci sia dietro quelle ossa, che appartengono a cinque persone differenti, tra cui un bambino e molto probabilmente un'adolescente.

Chi e perché ha fatto sì che i crani di queste povere persone venissero alla luce? Sono morti accidentalmente (!!) E successivamente le loro ossa sono state trafugate da satanisti o forse dietro la loro morte si nascondono fatti delittuosi?

Giordano Bruno - lo capiamo sin dalle prime pagine - è un uomo davvero particolare: testardo, sarcastico all'ennesima potenza, sa come farsi detestare da colleghi e superiori, orgoglioso, ma anche molto tenace e determinato, ed infatti in questo caso si butterà anima e corpo pur di arrivare alla sua soluzione.

Ciò che però mai si sarebbe aspettato è che questa scatola con resti umani potesse essere in qualche modo collegata con un altro grande mistero, che affonda le proprie radici negli anni '40 e che riconduce fuori dall'Italia: in Polonia, tra i "Monti del Gufo", li dove ancora oggi si trova il più complesso sito segreto sotterraneo della Germania Nazista.
Il luogo dove sarebbe ancora nascosto il più prezioso tesoro del Terzo Reich.

Inizialmente Bruno segue la pista dei riti satanici ma poi, in virtù di una serie di coincidenze, intuisce che per arrivare a sbrogliare la matassa deve indirizzare la propria attenzione verso altre "strade".
A venire in suo aiuto, in modo del tutto provvidenziale (lui, a dire il vero, alla Provvidenza non crede granché...), è il geologo Gilberto Rinaldi, che, appassionato di oggetti antichi e di valore, è recentemente entrato in possesso di una macchina fotografica risalente all'epoca pre-bellica; grazie ad alcune foto scattate e ad una scritta in lingua ebraica (il nome di un uomo, posto sulla macchina fotografica), Giordano si ritrova a collegare insieme fatti e personaggi a partire da questi pochi elementi.
Acuto osservatore e brillante nel fare ragionamenti e trovare connessioni, Bruno, capisce  dare un'identità a quelle ossa è fondamentale per arrivare al mistero che c'è dietro, e cosa e come questo abbia a che fare con i campi di concentramento e i folli progetti nazisti.

E così, in compagnia del curioso ed impavido (tanto quanto lui) geologo Rinaldi, Giordano parte alla volta della Polonia, più precisamente di Walbrzych, una cittadina appartenuta fino al 1945 alla Germania.
Intorno a questa zona girava una leggenda: si diceva fosse nascosto un treno pieno di tesori rubati dai nazisti ai popoli da loro conquistati.

Sappiamo come il regime hitleriano, per finanziare la guerra, abbia saccheggiato i beni delle proprie vittime, che venivano poi depositati presso i conti e le camere blindate della Reichsbank. 

Che ne è stato di questi "beni" dopo la sconfitta della Germania?
Pare siano stati caricati su convogli ferroviari e portati in un posto segreto, introvabile.

Ovviamente, dopo la caduta della Germania, in tanti si sono messi alla ricerca del tesoro nazista, parte del quale è stato effettivamente recuperato: ma il restante?

Si vocifera che questa parte di tesoro mai ritrovata sia stata trasferita su uno dei treni partiti la notte del 12 febbraio 1945 da Breslavia, convoglio misteriosamente sparito nel nulla con un carico che non comprendeva solo un grosso quantitativo di oro e preziosi: anche qualcos'altro verso cui il Fuhrer nutriva una vera e propria ossessione...

E, scopriremo leggendo, anche in tempi recenti c'è qualcuno fedele all'ideologia hitleriana che conserva ancora la medesima bizzarra ossessione...

Rinaldi e Bruno si armano di tutto punto e partono alla volta dei mitici "monti del gufo" e del Castello di Książ, che fino al 1945 fece parte del Projekt Riese, un progetto volto alla realizzazione di complessi militari sotterranei.

Il viaggio dei due uomini non sarà proprio una passeggiata turistica, tutt'altro, si rivelerà una avventura dai possibili risvolti pericolosi e fatali, perché c'è qualcuno disposto a tutto pur di non lasciare emergere certe verità e per accaparrarsi una parte di quel tesoro leggendario...

"I miracoli del sangue" è un thriller appassionante, che parte da due episodi oscuri e irrisolti, da un fatto di cronaca nera recente che viene messo in collegamento con eventi storici del passato, su cui aleggia piu di qualche alone di mistero, il che rende la trama coinvolgente, interessante, lasciando il lettore col desiderio, ad ogni capitolo, di scoprire quale verità ci sia dietro.
Il ritmo è molto dinamico, "da film", e questo crea aspettative durante la lettura; il protagonista è un personaggio che suscita simpatia per la sua onestà e coerenza, nonostante non sia sempre amabile.

Consigliato, una lettura intrigante che si lascia apprezzare per il linguaggio dettagliato (nelle descrizioni in particolare, degli ambienti come delle scene più dinamiche) ma comunque molto scorrevole, la narrazione avvincente, tanto nei dialoghi quanto nello sviluppo degli eventi.

Ringrazio la C. E. Intrecci Edizioni per la copia omaggio.

giovedì 12 dicembre 2019

Recensione: LE NOTTI DI KOS di Elena D'Ambrogio Navone



Nata nella bellissima Kardamena, situata nella costa meridionale di Kos, isola del Dodecaneso, Igea, dopo essere cresciuta in una famiglia agiata, è costretta, dalla guerra e dal fascismo, a vivere anni di esilio, umiliazioni e miseria. Ma il destino è imprevedibile e chissà, forse anche per lei ha in serbo qualcosa di buono.


LE NOTTI DI KOS
di Elena D'Ambrogio Navone



Cairo Editore
252 pp
15 euro
Novembre 2019
"Le ferite della sua vita, quelle che non si vedono ma ti segnano per sempre, si sarebbero un giorno definitivamente sanate? Buffo che facesse questo paragone. Se c’era qualcosa di simile a lei in ciò che la circondava, erano piuttosto i vitigni, ancora con le foglie appena sfiorate dalla perdita dell’azzurro estivo, ma con il tronco contorto, così vicino alla terra per riceverne gli umori e il calore. Ma con le radici ben avvinghiate sotto la superficie. Dov’erano le sue, di radici? Perse nella distanza e nel tempo: nell’isola di Kos, dov’era nata e cresciuta. Il ricordo non era un concetto astratto, ma sempre un susseguirsi di immagini sparse e senza alcun ordine."

Igea è una donna avanti negli anni che vive in Puglia, a Nardò, dove sta trascorrendo questa fase della propria vita in tutta serenità.
Il presente placido e appagante non le impedisce di ripensare al passato, alla sua infanzia a Kardamena, all'adolescenza, ai terribili anni della guerra e a ciò che ne è seguito.

La mente vaga e torna a quand'era bambina: fragile, delicata, bisognosa di amore, rassicurazioni, di cui la madre Irene - una donna determinata, pratica e poco incline a manifestazioni d'affetto - era molto avara; non solo, ma di lei Igea ha ben vivo il ricordo dei continui rimproveri materni, che hanno contribuito a renderla insicura e un po' impacciata.
Ad addolcire la sua esistenza ci pensava, fortunatamente, la nonna materna, Miliò, un'anziana donna comprensiva, affettuosa, e soprattutto saggia, col dono di "guardare oltre", di leggere segni e premonizioni nelle carte, nei fondi di caffè e nelle pietre "magiche" che portava sempre con sè.
E questo dono speciale Miliò sa che è posseduto anche dalla sua dolce nipotina, perché lei stessa le ha tramandato tutto il fascino misterioso della sua cultura isolana, molto legata alla natura.
Col tempo, Igea avrà modo e tempo per rendersi conto che quell'inspiegabile ma evidente alone di magia che avvolgeva Miliò, circonda anche lei e la rende particolarmente sensibile nell'aiutare il prossimo: questo è il suo dono e arriverà un momento in cui la donna saprà accettarlo e metterlo a servizio degli altri.

"Non si può cambiare la realtà, pensò Igea, non la vita né la morte, ma si può dare consolazione a chi deve sopportare grandi dolori."

Come tutte le ragazzine, Igea adolescente sogna l'amore, quello che fa sentire le farfalle nello stomaco, impersonato dal principe azzurro, col quale essere felici per sempre.
Ma a quattordici anni scopre che la sua pragmatica genitrice ha deciso per lei il suo futuro, il suo sposo, e la sua scelta non tiene in alcun conto dei sentimenti della povera ragazza.

A complicare l'esistenza non solo sua ma di tutti gli isolani, ci pensa il fascismo e, ancor peggio, lo scoppio del secondo conflitto mondiale.

Igea non ha ancora diciotto anni quando nel 1945, fra gli sconvolgimenti che accompagnano la fine della guerra, gli eventi della Storia la trascinano lontano da casa sua, dalla sua terra, portandola in un campo di concentramento in Italia.

E se è vero che son tempi duri per tutti in Grecia (e in Europa, in generale), lo sono ancor di più per coloro che appartengono a famiglie "miste", come nel caso della protagonista, figlia di un italiano e di una greca, e oltretutto sposata a un italiano; a guerra finita, molti in questa situazione vengono denunciati come fascisti e quindi scacciati da Kos e inviati in Italia, in campi profughi, dove sono considerati e trattati alla stregua di prigionieri di guerra e di conseguenza lasciati vivere in condizioni di totale miseria.

Quei primi anni nella nostra penisola sono stati davvero durissimi per Igea, che non può neanche godere della consolazione della cara nonna nè dell'amore del proprio consorte, un uomo più grande di lei, mai amato in quanto imposto, una sorta di figurante anonimo nella sua esistenza.
Quando, nell'ultima tappa di questo drammatico esodo, che vede lei, il marito ed Irene sopportare umiliazioni e povertà, giunge a Torino, Igea conosce il vero Amore, in un modo inaspettato, improvviso e travolgente: un amore di nome Giorgio, che lei amerà con tutta se stessa, per il quale sarà pronta a rivoluzionare la propria vita..., ma lui - un uomo ricco, colto, affascinante - cosa prova per la povera e sfortunata Igea? Ricambia il suo stesso amore o per lui gli incontri fugaci che si concede con la bella greca sono solo un'avventuretta?

I ricordi di Igea non comprendono soltanto la propria vita, il tempo più bello e sereno vissuto a Kos,  con nonna Miliò, nata su una barca in una notte di tempesta, venuta fuori tra le onde come la Venere di Botticelli, ma anche la storia d'amore, contrastata, forte e irruente, tra i suoi genitori, la tenace Irene e Renzo Galbini, giunto a Kos come maresciallo della finanza del Regno d’Italia.

L'ambientazione greca è ricca di fascino e storia, e interessante e accurata è la ricostruzione storica della situazione sociale e politica di quegli anni complessi; in particolare, l'Autrice,  attraverso una scrittura molto sensibile e attenta, ha soffermato la propria attenzione sulle vicende umane che hanno coinvolto la protagonista e i personaggi che le ruotano attorno, e questo permette al lettore di conoscere in maniera approfondita  caratteri, personalità e motivazioni.

Igea è una donna piena di insicurezze, la cui vita felice viene sconvolta da eventi più grandi di lei, che più di una volta paiono davvero sovrastarla, schiacciarla, renderla inerme e in balìa di un destino avverso.
Eppure, in questa piccola grande donna si nasconde un tratto fondamentale, che sarà ciò che le darà modo di andare avanti sempre, nonostante le privazioni materiali, le mancanze a livello umano, le tante responsabilità di prendersi cura dei propri cari e di farlo praticamente da sola, il rapporto instabile e terribilmente incerto con Giorgio...: in tutte queste vicissitudini, Igea dimostra di essere resiliente, di sentire sì i colpi inferti da una vita non sempre generosa, ma al contempo di trovare in se stessa la forza fisica e morale per non soccombere, anzi, per rinascere ogni volta, sapendo cogliere le opportunità e i piccoli miracoli che ogni tanto il destino le ha offerto e che si sono rivelati provvidenziali.

"Le notti di Kos" è un romanzo che ci racconta storie di donne messe alla prova dai percorsi bizzarri che spesso la vita prende, e che esse hanno affrontato con le proprie capacità, terrene, umane... e non solo; è la storia di una vicenda umana, famigliare, che si staglia su un contesto storico e sociale complicato, difficile, che ci viene presentato in modo essenziale, chiaro e funzionale ai fatti narrati e ai personaggi coinvolti.
Una lettura coinvolgente, molto scorrevole, appassionante per trama e quadro storico.


mercoledì 11 dicembre 2019

Un libro in dono: LA VILLA. IL MURATO VIVO di Maurizio Castellani



Qualche mattina fa ho ricevuto, a sorpresa!, in dono un libro da uno scrittore che, molto carinamente, mi ha inviato il suo ultimo romanzo; di Maurizio Castellani ho già avuto il piacere di leggere i precedenti piacevoli gialli: DAKAR, VENDEMMIA ROSSO SANGUE, GATTA CI COVA. Mistero di Natale all'ombra delle Terme, LA VENTIQUATTRORE (Delitto in albergo).



LA VILLA. IL MURATO VIVO


167 pp
15 euro
Novembre 2019
Sei mesi prima Marco, insieme ai suoi amici Piero e Andrea, aveva risolto il caso dell’uomo impiccato a una trave di un albergo nell’incantevole città di Pienza. 
Da quel giorno non erano successi fatti degni di interesse, quando...
Questa indagine, tra il sacro e il profano ci porta indietro nel tempo. Siamo a Casciana Terme nel 1958 quando avviene un furto in una villa e la scomparsa misteriosa di un nobile e di un capomastro. 
Il ritrovamento fortuito di un cadavere porterà Marco a indagare sul fatto. 
Il nuovo comandante della stazione dei carabinieri, una bellissima donna veneta, lo aiuterà a risolvere l’enigma. 
Nonostante il triste e difficile caso da risolvere, i tre amici continueranno a comportarsi come se il potere della gioventù e della spensieratezza non li avesse mai abbandonati.

martedì 10 dicembre 2019

Novità Noir Frilli Editore: L'ANTIQUARIO DEL GAREGNANO di Paola Varalli || LA RAGAZZA CHE SORRIDEVA SEMPRE di Alessandro Reali



Due nuovissime uscite Frilli Editore: nel primo noir Anita Valli e Mirella Bonetti si si ritrovano invischiate per una pura e semplice casualità in un caso di omicidio; a seguire la pista che le due "squinzie" riuscono a scovare è il bel commissario Giorgio Santini.


L'ANTIQUARIO DEL GAREGNANO
di Paola Varalli 



Fratelli Frilli Editore
240 pp
14.90 euro
Milano, ottobre 2006, un uomo lascia un’agendina nera su una panchina della stazione Certosa. Anita Valli, che attende il treno al binario opposto, lo nota: è calvo e ben vestito, sembra guardare verso di lei, come se la conoscesse, quasi a inviarle una muta richiesta di aiuto. 
Anita si decide, scende nel sottopassaggio e recupera l’agenda. Da qui parte tutta una serie di misteri ed enigmi che porteranno Anita Valli e Mirella Bonetti, le due “squinzie” milanesi che abitano in via Gallarate, a indagare su un omicidio e su una faccenda di quadri poco chiara, con l’aiuto dell’amico Marchino, circondate, al solito, da personaggi piuttosto singolari. 
Tra una cenetta e un aperitivo, tra i numerosi “bianchini” e le pietanze che Anita ama cucinare (e che Mirella degusta volentieri) si spingeranno fuori città, sul vecchio furgone con cui Anita Valli trasporta i mobili per il suo laboratorio di restauro, alla ricerca di indizi… ma soprattutto di guai! 
E il bel commissario Giorgio Santini? Beh, al solito gli faranno vedere i sorci verdi, per fortuna che il suo aplomb è duro da scalfire.

L'autrice.
Paola Varalli, laureata in Architettura, ha lavorato come grafica e poi come progettista di allestimenti per fiere e mostre, cosa di cui si occupa tuttora. Ama il suo lavoro, adora leggere, e poi… la vela, le passeggiate nei boschi, i cavalli, l’orto, il cioccolato e gli amici sinceri: per fortuna può vantarne una vasta schiera! Ovviamente adora scrivere, lo ha sempre fatto solo per sé, fino a quando, nel 2005, ha deciso di affrontare la stesura di un romanzo e di prendere parte a un concorso letterario, vincendolo. Ha partecipato, vincendo, a concorsi letterari, come “Corpi” lanciato dal mensile “Marea” di Genova e “Milano Noir e Giald” indetto dal Centro Culturale Cox 18. È stata finalista con due racconti in altrettante sessioni di “Giallo Milanese” e le sue storie sono pubblicate su diverse antologie, tra cui 44 gatti in noir e Tutti i sapori del Noir (Fratelli Frilli Editori). Tra gli autori preferiti: Simenon, Carofiglio, Amado, Izzo, Camilleri, Márquez, Baricco, Bartezzaghi, Markarīs, Agatha Christie, Vargas, Grossi. Il suo romanzo noir Incroci Obbligati, primo premio al concorso “Delitto d’Autore” 2005 patrocinato da ACSI di Lucca, è stato pubblicato presso la Fratelli Frilli Editori nel novembre del 2017. Con questo noir si è aggiudicata un posto in finale al premio letterario “Garfagnana in giallo 2018” e una menzione a “Giallo Garda 2019” nelle sezioni giallo classico e romanzi editi. Con Oakmond Publishing ha pubblicato Trilogia milanese
.


L'ottava indagine dell’Agenzia Investigativa Sambuco & Dell’Oro di Pavia. Un nuovo caso per la oramai nota coppia di investigatori privati pavesi. Un serial killer colpisce seminando vittime e una crescente paura.


LA RAGAZZA CHE SORRIDEVA SEMPRE
di Alessandro Reali 


Fratelli Frilli Editore
150 pp
12.90 euro
Con la globalizzazione anche la provincia italiana è cambiata, negli usi, nei costumi e nei linguaggi, ma sotto la patina superficiale dettata dalle nuove abitudini e dai nuovi abitanti, si diramano, intrise nella loro storia, le radici di sempre: famiglie più o meno note, generazioni vecchie e nuove, con i loro progetti e i loro segreti, le loro qualità e le loro infezioni. 
La nuova avventura di Sambuco e Dell’Oro, impegnati a indagare sulla morte apparentemente senza movente di Federica, “la ragazza che sorrideva sempre”, si svolge su questo palcoscenico. Come attori di un dramma, vediamo sfilare una serie di personaggi protagonisti sulla stessa tela, una città della provincia italiana del nord; subdoli, angosciati, falliti, grotteschi e torbidi, tra gelosie e ripicche, odi antichi e nuove rabbie, rivalse e invidie mascherate.
 Una storia che affonda le radici nel passato: un omicidio avvenuto molti anni prima, un mistero solo in parte risolto. 
Anche i nostri due detective sono protagonisti inevitabili della medesima tela. Forse, per questo, è palese il loro smarrimento tra esseri umani che si conoscono da sempre. 
Perché la provincia italiana è ancora così, nonostante tutto: un luogo a parte, in cui le relazioni, i rapporti, sembrano più intimi e pregnanti, dove odio e amore hanno confini labili, dettati, di volta in volta, da opportunismo, ipocrisia e, soprattutto, conti da saldare col passato.

L'autore.
Alessandro Reali è nato a Pavia il 4 febbraio 1966. Per Fratelli Frilli Editori ha già pubblicato Fitte nebbie. La prima indagine di Sambuco & Dell’Oro (2012 III ed.), La morte scherza sul Ticino. La seconda indagine di Sambuco & Dell’Oro (2013 II ed.), Risaia crudele. Quei giorni dell’inverno del ’45 (2014), Sambuco e il segreto di viale Loreto. La nuova indagine di Sambuco & Dell’Oro (2014), Ritorno a Pavia. Un altro Natale per Sambuco & Dell’Oro (2015), La Bestia di Sannazzaro. Lomellina, inverno di guerra 1917 (2016), Ultima notte in Oltrepò (2016), Il fantasma di San Michele (2017) e Pavia sporca estate (2018). Per Ticinum Editore ha pubblicato la raccolta di racconti Il diavolo del Ticino (2017).

domenica 8 dicembre 2019

"UNTI E BISUNTI.Viaggio nell'Italia dello street food" di Chef Rubio



 Condito con le ricette delle sfide che lo hanno visto protagonista, insaporito da aneddoti da backstage e simpatiche curiosità, servito con uno stile frizzante, romanesco e sincero, il diario di viaggio di Chef Rubio ci svela un grande segreto: in cucina non importa che tu sia un cuoco stellato o un semplice appassionato, occorrono curiosità, amore per il cibo e la sua condivisione.


UNTI E BISUNTI. Viaggio nell'Italia dello street food
di Chef Rubio


Ed. Sperling&Kupfer
214 pp
Ho cominciato a seguire Chef Rubio abbastanza... "tardi".
Mi capitava, le prime volte, di dare un occhio ai suoi programmi su DMAX e sul Nove (Unti e Bisunti, Camionisti in trattoria ecc...) ma senza soffermarmici più di tanto, anzi pensando si trattasse dell'ennesimo "programma di cucina", di quelli che nascono, si moltiplicano e abbondano su tutti i canali, a tutte le ore, a partire da celebri pasticcieri, passando per cucine e hotel da incubo e terminando con le sfide tra dilettanti appassionati di cucina, giudicati da professionisti del settore...
Insomma, ad essere sincera non sentivo il bisogno di conoscere un altro cuoco e un altro programma che nulla aggiungessero a ciò che già c'è in tv.

Finché un giorno non m'è scattata la curiosità; ho iniziato a seguire Rubio più che altro sui social, ho guardato e apprezzato moltissimo l'ultima trasmissione che l'ha visto protagonista sul Nove (Alla ricerca del gusto perduto) e... e boh, m'è salita la smania di recuperare quello che di lui mi ero persa in tv fino a quel momento.
E ho capito che a me Chef Rubio piace.
Mi piace il suo modo di raccontare il cibo, i luoghi visitati, le persone, le tradizioni culinarie di un posto - quelle antiche, che ancora resistono in alcuni angoli di mondo, nonostante il tempo passi e certe abitudini e modi di cucinare inevitabilmente cambino, diventando più... "raffinati" e adeguandosi a nuove esigenze e tecniche di cucina.

Il modo che ha Chef Rubio di presentarsi al pubblico - diretto, anticonvenzionale, ironico, autentico, rustico - è ciò che lo rende diverso dai suoi colleghi e, se piace, piace principalmente proprio per questo, almeno per come la vedo io.

Se c'è una cosa che emerge dall'approccio di Rubio all'universo cibo è il suo voler trasmettere una certa idea di cucina, che poi è quella che lui condivide: immersa nei luoghi e influenzata dalle persone che col cibo c'hanno a che fare tutti i giorni e da una vita.

E solo uno chef che di schizzinoso non ha nulla, che non storce il naso davanti a piatti e specialità dai sapori... non forti, di più, può andarsene in giro con i suoi fornelli per tutta l'Italia assaggiando di tutto e sfidando le leggende dello street food all'insegna del piacere estremo.

"...non è un caso che abbia scelto lo street food (...). Perché il cibo di strada (...) rispetta il passato e fa parte del folklore locale. Usa ingredienti tipici e li prepara in maniera artigianale. Informale, pronto, poco costoso. Questo, per me, è il cibo più vero".

Questo libro è una sorta di diario in cui Gabriele Rubini ci racconta a modo suo l'avventura professionale e umana che ha accompagnato i suoi viaggi da Nord a Sud lungo il nostro stivale girando le puntate della prima stagione di Unti e bisunti, e infatti qui ritroviamo le persone incontrate, le usanze e la storia dei cibi più tipici e più gustosi da mangiare per strada, e ogni tappa prende il via con la perlustrazione dei luoghi da parte di Rubio, il suo giro per vie, piazze e mercati lasciandosi guidare dall'olfatto, alla ricerca di piatti-sfida indimenticabili, per i quali è indispensabile rifornirsi di materia prima di qualità per realizzare le pietanze nel modo più fedele possibile.

Alla fine di ogni capitolo ci sono le ricette originali dei personaggi sfidati, che ci ricordano come in ogni piatto, in ogni sapore, in ogni ingrediente locale usato, c'è tutto un mondo dentro, c'è la storia di una città, di un paese, ci sono i racconti delle persone che hanno arricchito quest'esperienza... e, per me che ho imparato ad amare le trasmissioni di Rubio, è un modo per ripercorrere il viaggio gastronomico apprezzato già in tv.

L'unico problema è che mentre leggevo - che fossero le sette di mattina mentre mi recavo a lavoro, o all'una di pomeriggio mentre tornavo a casa da lavoro, non cambiava nulla - mi veniva fame, unita ad una gran voglia di visitare gli stessi posti e assaggiare le stesse cosette divorate da Rubio. Invidia pura.

Chef Rubio valorizza il cibo di strada, il modo di cucinarlo e tutto quello che c'è dietro, e questo mi piace e ci ricorda che attorno all'arte del mangiare convergono il nostro passato e il nostro presente, che il cibo è condivisione e cucinare per gli altri è una forma di amore; così tra queste pagine, corredate da istantanee prese dalle puntate, mi son ritrovata davanti al panino con il lampredotto, quello con la milza, il cuoppo di alici, la cicerchiata... roba fritta, unta, gustosa,  decisa nei sapori, sfiziosa (sbizzarritevi pure con gli aggettivi) e che poco poco ti fa venire voglia di percorrere le orme di fra' Rubio  lungo il cammino dei "santuari gastronomici italiani" per riscoprire la fede nel buon cibo - quello di strada, nel nostro caso.


mercoledì 4 dicembre 2019

Recensione: LASCIA CHE LE COSE ACCADANO di Ksenija Stojic



Quali parole e quali giusti consigli potremmo rivolgere ad una persona che ha da poco perso un proprio caro e che soffre per questa perdita?
Il presente libro nasce dall'esigenza dell'autrice - psicologa e psicoterapeuta - di andare incontro alla richiesta di una paziente che, avendo perso la madre, le chiese di consigliarle qualche testo che potesse aiutarla ad affrontare il profondo dolore.




Lascia che le cose accadano 
di Ksenija Stojic

Europa Ed.
177 pp
14.90 euro


"...gradatamente, in lei si rinforzava la sensazione di essersi rigenerata, la consapevolezza di essere cambiata nel profondo. Un tempo non accettava i cambiamenti; li frenava, perché si sentiva impotente di fronte a loro, si sentiva sconfitta. Assunse la consapevolezza di aver finalmente imparato a lasciare che le cose accadano."

L'amicizia, quella vera, è un rapporto in grado di cambiarti la vita, di darle un senso quando sembra si sia perso, di sollevarti quando ti senti abbattuto, di aiutarti a vedere le cose dalla giusta prospettiva, evitando di chiuderti in te stesso ma, al contrario, aprendoti al mondo che ti circonda.
Nonostante il dolore che ti trafigge e che ti annienta.
Nonostante la solitudine che ti fa paura ma alla quale, giorno per giorno, ti abitui (e non sempre è un bene...).

Mare è una giovane donna che ha perso tragicamente prima entrambi i genitori e poi la cara nonna, che aveva cominciato a prendersi cura di lei quando la nipote era rimasta orfana.

Perdere tutte e tre le persone più importanti della propria vita è un colpo davvero duro da sopportare e la ragazza tenta un gesto estremo, spinta dalla disperazione, dal senso di profonda solitudine, convinta che non ci possa essere per lei alcuna felicità futura.
Ma grazie al tempestivo intervento di un ragazzo - che, con pazienza, aspetta di far breccia nel suo cuore, convinto di conquistarla, presto o tardi - riesce a salvarsi e di lei si prende cura una lontana parente, suor Giulia.
La donna è anziana e Mare sa che i rapporti con lei non sono mai stati stretti, eppure la zia l'accoglie in casa con un amore smisurato, dandole tutto il tempo per riprendersi fisicamente ed emotivamente.

Certo, non è semplice: Mare è sfiduciata, triste, arrabbiata con la vita che le ha tolto le persone amate...; è laureata in archeologia (come i genitori) ma per ora non sembra avere sogni e ambizioni relativi alla carriera.
Che fare? Pur essendo così giovane, Mare è spenta, demotivata, s'è chiusa in un bozzolo di dolore e pare non avere la forza né la voglia di uscirne.

E il pericolo più grande, per lei, che è ancora tanto giovane, è quello di arenarsi e rinchiudersi in se stessa, allontanando il mondo da sé, non trovando in esso alcuno stimolo.

Così, la saggia zia suora contatta un amico di vecchia data, religioso come lei: don Pietro, un sacerdote buono, comprensivo, amorevole, sempre pronto a offrire il proprio aiuto a chi è in difficoltà.
L'uomo prende Mare sotto la propria ala protettiva e comprende che la ragazza, dopo i lutti subiti e il suicidio mancato, ha bisogno di ritrovare se stessa, di vivere un periodo di assoluta tranquillità e rilassatezza, senza sentirsi addosso pesi, domande, aspettative di alcun tipo.

All'inizio Mare va a stare per qualche tempo dalla sorella di don Pietro, la buona e simpatica Agata; fratello e sorella rispettano i silenzi della loro giovane ospite, la lasciano libera di trascorrere serenamente e come meglio preferisce le proprie giornate, e pian piano per la ragazza cominciano ad aprirsi spiragli positivi di "rinascita".

La vicinanza a Pietro e ad Agata, due persone che - seppur per ragioni e scopi differenti - hanno fatto rinunce e sacrifici per qualcuno/qualcosa più importante di se stessi, colpisce Mare, che è sempre stato un tipo colto, molto sveglio, dall'intelligenza acuta, dalla sensibilità spiccata, e di fronte ai due anziani non può esimersi dal porsi domande importanti.

"Che cosa trovavano di buono, se mai qualche cosa di buono c’era, nel rinunciare ai propri sogni per il bene altrui?"

Quale e quanto amore è in grado di contenere il cuore di una persona per indurla a sacrificare se stessa per il prossimo?
Mare si rende conto di non averci mai pensato e di aver dato sempre per scontato l'amore e le premure ricevute in passato dai propri cari.

Ma don Pietro non ha finito con lei: avendo notato che la ragazza ha iniziato a mostrare una maggiore serenità ed apertura alla vita, le presenta una signora, anch'ella avanti con gli anni, Giovanna.

La storia di Mare si incrocia con quella di Giovanna, una donna con un vissuto particolare, doloroso, costellato da addii, rinunce, delusioni, amarezze, eppure tutto questo non ha tolto a Giovanna la capacità di guardare il mondo con curiosità, la voglia di scoprire ancora il bello che l'attende, la necessità di vivere ogni giorno in modo ricco, intenso, perchè la vita è una ed è preziosa, non va sprecata, anzi, dobbiamo sforzarci di continuare a ricercare ciò che la rende meravigliosa e degna di essere vissuta appieno.
E nel suo passato c'è stata una persona per lei importantissima che, più di tutti, le ha insegnato questa verità.

Giovanna non è credente, non nel senso comune del termine; non è cattolica, pur essendo molto amica di don Pietro e trascorrendo con lui ore a dialogare su questioni e interrogativi di natura religiosa, esistenziale, etica..., e i due, pur trovandosi spesso in disaccordo, traggono giovamento dai loro vivacissimi e stimolanti scambi dialettici, che avvengono sempre nel più assoluto rispetto e all'interno di una relazione amicale sostenuta da un sincero affetto.

L'Autrice intervalla il racconto del presente - in cui vediamo Mare interagire con le tre persone che le stanno amorevolmente vicino e che, benché siano di un'altra generazione, si stanno rivelando un'ottima compagnia, che tanto sta insegnando alla ragazza - con il passato, in cui la protagonista principale è Giovanna, che da ragazzina era molto amica di Agata, e con Pietro stava nascendo un sentimento che sarebbe potuto sbocciare in qualcosa di diverso e di bello se... le cose non fossero andate come sono andate.
Nel bene e nel male.

Ci si appassiona alle vicende di Giovanna, perché vediamo in lei un carattere forte, che ha fatto delle sofferenze vissute dei punti di partenza per crescere, maturando empatia, sensibilità, amore, accettazione di tutto quello che, di brutto e di bello, il vivere quotidiano porta con sè, e che non sempre possiamo cambiare.

Mare è come l'elemento della natura di cui porta il nome: vive momenti (periodi) di tempesta, scossa da onde troppo alte e pericolose, ma le acque non possono restare agitate per sempre: a un certo punto arriva la quiete, la proverbiale e tanto agognata "calma dopo la tempesta", cui segue la pace dei pensieri, dei tumulti interiori, dei tormenti dell'anima.
E a supportarla in questo cammino per superare la sua personale crisi esistenziale ci pensano tre persone anziane: la dialettica tra la vecchiaia e la gioventù, tra chi la vita l’ha vissuta e chi ha paura di viverla, tra chi deve ancora imparare cosa sia l'amore, il sacrificio e chi invece l'ha sperimentato sulla propria pelle, tra chi non ha paura della morte e chi la teme da sempre, comporta uno scambio di riflessioni e di pensieri che incidono profondamente sulle personalità dei protagonisti.

Tutti e quattro, infatti, per quanto in misure e per motivi diversi, hanno da comprendere qualcosa di sè e degli altri, affinando le proprie risorse emotive e psicologiche, utili per sviluppare un approccio alla vita che sia ricco, stimolante, positivo, che veda ciascuno quale attore protagonista della propria esistenza, fino all'ultimo giorno su questa terra.

"per raggiungere il senso della propria esistenza, ciascuno di noi dovrebbe sviluppare in pieno le proprie risorse, cioè le doti e qualità possedute."

Ascoltare le esperienze di chi è più grande, ragionare con ciascuno a mente lucida, sgombra da preconcetti e timori, aiuterà Mare a sviluppare la consapevolezza che la sofferenza, come la felicità e il piacere, fa parte della vita; non potrà mai evitare che il dolore bussi alla sua porta, ma potrà imparare a reagire ad esso in modo da non crogiolarsi più nelle ferite, ma guardando avanti nonostante la sofferenza, coltivando sogni, progetti, relazioni, dando spazio a tutto quello che può regalarle emozioni e una rinnovata energia.

"Vedere la bellezza richiede una grande concentrazione e un cuore libero dagli schemi della quotidianità."

È una sfida notevole, per Mara, forse la più importante della sua vita, per vincere la quale dovrà lavorare molto sulla propria interiorità, aprendosi gradualmente agli altri, alle tante esperienze che l'aspettano e dietro le quali può celarsi la vera felicità.

Un romanzo molto introspettivo, che scava mirabilmente nel cuore e nella psiche dei personaggi, le cui connessioni e conversazioni sono ricche di domande, spunti di riflessione, valori spirituali fondamentali, che colpiscono il lettore e lo coinvolgono, come se fosse anch'egli in compagnia di Mare e Giovanna, a disputare su questioni che hanno a che fare con la vita e con ciò che la rende il miracolo e il dono meraviglioso che è.
Una scrittura che va in profondità, e lo fa con fermezza e delicatezza insieme, e, pur avendo un carattere "meditativo", non assume mai toni didascalici perchè ogni riflessione e considerazione spirituale ed esistenziale giunge a noi attraverso dialoghi vivaci e piacevoli da leggere e attraverso la narrazione di storie di persone "normali", comuni, ma proprio per questo straordinarie e degne di interesse.

Molto bello, lo consiglio a quanti desiderano e ricercano una lettura che non sia mero intrattenimento ma offra input importanti su cui riflettere e posizioni/opinioni con cui confrontarsi.



martedì 3 dicembre 2019

Segnalazioni editoriali - noir, fantasy e sci-fi distopico



Cari lettori, oggi vi presento alcune recenti pubblicazioni appartenenti a vari generi letterari (noir, fantasy e sci-fi distopico).


Le Gocce di Lazhull, romanzo d’esordio di Mirko Hilbrat, è il primo volume della saga
Fantasy “La Rosa dei Venti”: l’uscita del secondo è prevista per il 2020.



550 pp
22 euro
Rion è un valoroso e giovane soldato dal cuore gentile e coraggioso. Scampato a morte certa, non ha alcun ricordo del suo passato, se non sogni sporadici che lo lasciano smarrito.
Si scopre però molto abile nel combattimento e, giunto nelle terre di Alexandria, viene nominato cavaliere e designato a misurarsi in un torneo celebrativo della pacifica alleanza tra i  tre regni delle terre del Grimorio.
Ma la pace è destinata a durare poco. Il malefico Signore dell’Ovest anela al dominio su tutte le terre e mira a  impossessarsi delle Gocce di Lazhull, piccole pietre forgiate con le acque incantate di un lago, che celano un grande potere.
Così muove il suo esercito, che semina distruzione e morte.
Rion non si sottrae alla difesa delle terre che lo hanno accolto e si ritrova nel mezzo di una guerra sanguinosa, tra battaglie e missioni segrete che si susseguono a ritmo serrato.
Al suo fianco però ha persone di cui può fidarsi, che ora sono la sua famiglia. E soprattutto, accanto a lui c’è la principessa
Syria, magnifica e indomabile, che gli ha rapito il cuore e  l’anima…

La fantasia caleidoscopica dell’autore dà vita a una storia ricca di azione e popolata di personaggi originali per l’universo Fantasy: non solo draghi e cavalieri, ma anche vampiri, mannari e antiche creature alate. Né mancano ispirazioni provenienti dal mondo dei fumetti, dei videogiochi e degli anime. Nell’attesa del secondo volume della saga, “Le Gocce di Lazhull” è un coinvolgente romanzo di grande impatto e dal finale spiazzante, nel quale il classico e l’innovazione si tengono a braccetto in una riuscitissima coreografia.

L’autore
Mirko Hilbrat è nato a Roma, dove vive tuttora, nel 1981. Ha frequentato l’Istituto d’Arte e si è
diplomato in Grafica Pubblicitaria. Avido lettore fin da bambino, ha sempre amato disegnare, giocare ai videogiochi e soprattutto ideare storie. I fumetti, gli anime, i videogiochi, i film e le serie hanno un elemento comune che per lui è molto importante: raccontano storie. Inizia quindi a concepire una vicenda avventurosa che, nelle sue intenzioni, doveva accompagnarlo in un mondo fantastico, insieme ai suoi amici, per un gioco di ruolo. Decide in seguito di provare a raccontarla usando le parole, facendone quindi un romanzo. Da questo è nata la saga Fantasy “La Rosa dei Venti”, che raccoglie mondi e suggestioni che hanno sempre affascinato questo promettente autore.



Il 29 novembre è uscito Mirika, il secondo volume della trilogia La Principessa dei Mondi, un romance distopico sci/fi edito Genesis Publishing e scritto da Monica Brizzi.

Genesis Pub.
266 pp
3.99 euro (ebook)
10.60 euro (cart)
«Allora, mi spieghi chi sei?»
Aspettai qualche istante, lasciai che i miei pensieri si arrampicassero su uno specchio immaginario alla ricerca di una soluzione, ma non la trovai. Non avrei potuto nascondere a lungo come mi chiamavo davvero, né cosa rappresentavo.
«In poche parole? Il nemico» risposi. «Per entrambi i pianeti che conosci» proseguii.
Diressi il mio sguardo su di lui e confessai. «Il mio nome è Niristilia.»


Lei è una principessa. Lui il capo dei ribelli.
E stanno tornando.

Il mondo è in pieno caos. La Terra cerca di non soccombere alle perdite che conflitti, sfruttamento delle risorse e cambiamenti climatici hanno causato. Mirika, intanto, si fa umiliare dal sovrano che spadroneggia su entrambi i pianeti.
Ciò nonostante, le cose stanno per cambiare. Perché Niris sa cosa la aspetta e non può in alcun modo sottrarsi ai suoi doveri. Mentre cerca di capire come gestire ciò che è diventata con ciò che prova per Max, il suo nome diventa leggenda, a fianco di quello del capo dei ribelli e dell’intera sezione che gestisce, H.
Da una città all’altra, tra numeri, perdite e nuove conoscenze, Max e Niris sono pronti per la loro nuova missione.

Mirika è il secondo avventuroso volume della saga romance-distopica La Principessa dei Mondi. Siete pronti a ritrovare i tanto amati personaggi de La Terra?


La serie è composta da:
La Terra - La Principessa dei Mondi #1
Mirika - La Principessa dei Mondi #2
Inedito



L'autrice.
Moglie. Mamma. Lettrice. Docente. Adora inventare storie e scriverle. Ha sempre sonno e lo dice con frequenza. Per sopperire alla mancanza di argomenti riguardo a se stessa finisce spesso per parlare di cibo. O del tempo. Oltre che della trilogia La Principessa dei Mondi, è autrice di Ogni singola cosa, Amore, libri e piccole follie, È qui che volevo stare e Innamorarsi ai tempi della crisi
.



Arianna Zeta - The Angels of Assassination di Flavia Zanirato è un noir a tinte forti, con una protagonista spietata, a tratti sopra le righe, talvolta esagerata nelle sue azioni, ma anche affascinante nella sua coerenza omicida. Una donna che si fa amare o detestare, senza mezze misure.

L’autrice, che si nasconde sotto lo pseudonimo di Flavia Zanirato, è un’assistente di volo, che per
Cartabianca publishing
136 pp
13 euro (cart)
ragioni professionali preferisce non apparire con il suo vero nome. 
Ha creato la protagonista immaginandola come una collega esasperata dai piccoli e grandi soprusi di cui è testimone, in volo e nella vita di tutti i giorni, che la spingono a trovare una professione parallela: la killer professionista.
Nasce così questa raccolta di dodici racconti sulle imprese di Anna Vailati, alias Arianna Zeta, inappuntabile hostess e spregiudicata giustiziera, che uccide canaglie di vario genere spostandosi con naturalezza dalla cabina di un Boeing 737 ai viali dell’EUR a Roma, da una splendida isola sarda semidisabitata alla provincia veneta, da una cena aziendale in una villa fuori Mantova alla campagna intorno al Circeo.
Il libro si chiude con una tredicesima storia, meno sanguinaria e molto più misteriosa. Un racconto di presagi che sembra vero. E magari, chissà, lo è veramente…

L'AUTRICE
Flavia Zanirato è lo pseudonimo di un’assistente di volo di una linea aerea italiana. Nata a Rovigo, vive da tempo a Roma nel quartiere dell’EUR e divide l’appartamento con una gatta nonché una collega che non vede praticamente mai. Scrive per passione spy stories, storie noir e ha pubblicato diversi racconti in varie antologie
.

lunedì 2 dicembre 2019

Bilancio di letture di novembre 2019



Accipicchia, ma sbaglio o il 2019 sta per terminare?!?!
No perché questo è il recap del penultimo mese dell'anno...! o.O

E mentre io mi riprendo dallo shock circa lo scorrere del tempo che, detto tra noi, va davvero troppo veloce, eccomi qui con il riepilogo delle mie letture novembrine.




  • NATALE ROSSO SANGUE (Autori Vari). I racconti che compongono l'antologia, tutti ad altissima tensione e carichi di suspense, hanno incomune l'ambientazione natalizia e tengono incollati i lettori su ogni singola pagina.
  • ARRIVÒ I PRIMI DI GENNAIO di Livin Derevel. L'adolescenza è così: complicata, movimentata, piena di turbamenti, paure, insicurezze, ma anche ricca di emozioni travolgenti, deliziose infatuazioni, baci rubati e vere amicizie che sfidano il tempo e le distanze.
  • POLOM PROJECT di Stephenie Queen: i due giovani ed impavidi protagonisti, unici eredi di un progetto scientifico dalla portata notevole e che fa gola ad un gruppo di gente senza scrupoli, vivranno un'avventura pericolosa e all'ultimo respiro, dalla quale non dipenderà soltanto la loro singola esistenza ma forse anche quella di molte persone.
  • SVEGLIARSI CON TRUMP UNA MATTINA  di Peppe Lanzetta. Una nuova indagine complicata attende il commissario Peppenella che, destreggiandosi tra vecchi casi non risolti, juventini ammazzati, pene d'amore e subalterni un tantino strambi, fa sentire il suo grido dalle periferie dimenticate per cercare di scuotere le coscienze di tutti.
  • PURCHÈ SIA AMORE di Barbara Nalin: un romance contemporaneo che ruota attorno a passioni ed amori intensi, una protagonista romantica alla ricerca del vero amore, quello che ti fa sentire viva e... "a casa".
  • ORIZZONTI di Francesco Canfora: raccolta poetica divisa in due parti: la prima, composta da poesie a verso libero, ha al centro domande sul senso della vita e sulle istanze spirituali dell’uomo; la seconda comprende solo poesie haiku, nelle quali, secondo la tradizione giapponese, il poeta esprime prevalentemente le sensazioni che prova davanti alle manifestazioni della natura
  • SUOR GIOVANNA DELLA CROCE. L'anima semplice di Matilde Serao: la sessantenne suor Giovanna della Croce, al secolo Luisa Benincasa, dopo più di trent'anni trascorsi in un convento di clausura, è costretta a tornare "nel mondo", scontrandosi così con una realtà ormai a lei estranea e davanti alla quale si ritroverà sola ed impreparata.
  • LA SCOPERTA DELL'INTELLIGENZA di Elisabetta Cicciola. Un saggio molto interessante che si concentra sulle ricerche di Alfred Binet nell'ambito della psicologia sperimentale e sul percorso scientifico che l'hanno portato ad elaborare il suo fortunato test.
  • TUTTO È SCRITTO  di Simone Ruggerini: la vita, le paure e gli amori di un gruppo di ragazzi di Parma si incrociano con una serie di delitti, si intrecciano insieme a nuovi personaggi alla ricerca di risposte su quanto accaduto durante il periodo degli omicidi, in un crescendo di avvenimenti drammatici e paranormali, fino ad arrivare a un movimentato e inaspettato epilogo.
  • GLI SPIRITI NON DIMENTICANO di V. Zucconi, che narra, come se fosse un romanzo, la vita del leggendario guerriero Sioux "Cavallo Pazzo", le continue lotte con l'Uomo Bianco, fino ad arrivare al tragico epilogo per gli indiani.


Tra queste letture, menziono Arrivò i primi di gennaio, che mi ha conquistata e convinta per la fluidità della narrazione, i personaggi ben caratterizzati e le tematiche adolescenziali affrontate con delicatezza ma anche spigliatezza; Suor Giovanna della croce per il racconto verista che l'autrice ci dà della povertà e della miseria; Gli spiriti non dimenticano per avermi immersa nella vita e nelle usanze dei Lakota Sioux, attraverso il mitico Tashunka Uitko (Cavallo Pazzo).



Attualmente sto leggendo:

- LASCIA CHE LE COSE ACCADANO di Ksenija Stojic, che ha al centro la bellissima amicizia tra due donne, diverse per età e vissuto, che hanno tanto da donarsi reciprocamente;
- MAX di Sarah Cohen-Scali, che ci racconta dell'assurdo Progetto Lebensbornideato  dal nazismo per favorire la nascita di bambini ariani ed elevare così il grado di «purezza» del popolo tedesco.


sabato 30 novembre 2019

Recensione: GLI SPIRITI NON DIMENTICANO di Vittorio Zucconi



Tashunka Uitko, "Cavallo Pazzo", è stato uno dei guerrieri Sioux più leggendari di sempre e la sua vita avventurosa, seppur breve, è stata votata alla difesa del diritto della sua gente a vivere come e dove aveva sempre vissuto, sulla propria terra.


GLI SPIRITI NON DIMENTICANO
di Vittorio Zucconi

Mondadori
371 pp

"Catturare Cavallo Pazzo, ucciderlo o costringerlo alla resa divenne la priorità, l'ossessione del governo."

Vittorio Zucconi, giornalista e scrittore italiano naturalizzato statunitense (morto a maggio di quest'anno), ha ricostruito in questa biografia la vita di Cavallo Pazzo, il figlio del tuono e della grandine, che nel 1876 sconfisse il Settimo Cavalleggeri di Custer a Little Bighorn.

È un racconto preciso, scorrevole e piacevole da leggere come se fosse un romanzo o un film, ed è inevitabile che si respiri un'aria leggendaria, quasi magica e sicuramente "mistica", come se queste pagine emanassero una sorta di alone di rispetto per un guerriero coraggioso e indomito, con la sua caratteristica penna di falco rosso tra i capelli, i capelli sciolti al vento, che, prima di essere un combattente, un eroe per la sua gente, è stato principalmente un uomo.
Con le sue passioni, i suoi dubbi, i suoi tormenti interiori, le sue risorse fisiche e spirituali, che voleva semplicemente vivere nella terra dei suoi padri, con il suo popolo, e che si è battuto per questo con tutte le sue forze.

Zucconi ha scavato nella vita di questo "messia guerriero", inquadrandolo nel suo contesto e periodo storico, entrando nella vita quotidiana dei Pellerossa, parlandoci delle donne, dei bambini, degli amori, dei riti e delle disperazioni di quello che fu un magnifico popolo di liberi cacciatori: i Lakota Sioux delle Grandi Praterie.

Il cinema e la tv americani ci hanno abituati a una certa concezione dei pellerossa: selvaggi col volto pitturato, agghindati con piume, mezzi nudi, pronti a urlare come indemoniati in groppa ai loro cavalli e, soprattutto, assetati di sangue e con la fissa di fare lo scalpo ai poveri "visi pallidi".
Da questa visione "negativa" e spaventosa, che dipinge gli Indiani d'America come i cattivoni di turno, si è passati nel tempo a pensare ad essi quali vittime innocenti e mansuete della crudeltà imperialista dei bianchi.
In entrambi i casi, gli indiani restano intrappolati in questi opposti stereotipi costruiti dalla cultura dei vincitori.

La verità è che le tribù native americane - Sioux, Cheyenne, Corvi,  Aràpaho, Apache e tutte le 500 nazioni indigene che popolavano il Nordamerica prima dell'arrivo di Colombo - non possono essere racchiuse in una o nell'altra visione, perché sarebbe riduttivo e fuorviante: esse erano composte da uomini, che come tali erano capaci tanto di violenza quanto di tenerezza, di ingordigia come di generosità, di odio e di amore. 
Sono stati padri e madri, mogli e mariti, artigiani e cacciatori, guerrieri forti e spietati ma anche adolescenti intimiditi, e la vita ne ha fatti ora dei vittoriosi conquistatori ora degli sconfitti.

Personalmente ho sempre avvertito un certo interesse verso gli Indiani d'America ma non ho mai approfondito più di tanto tutto ciò che concerne la loro cultura, storia, usanze, riti ecc..., e non ho mai davvero considerato cosa essi hanno dovuto subire e affrontare a causa delle mire espansionistiche del governo statunitense.

"La guerra fra gli Stati Uniti d'America e gli indiani delle Grandi Praterie - che sarebbe durata più di vent'anni e sarebbe finita con lo sterminio dei Sioux - era cominciata formalmente, in quel 1854", a causa... di una mucca rubata a un mormone e mangiata dai pellerossa...!

Da quel momento si sono susseguite una serie di conflitti sanguinosi tra i "soldati blu" e gli indiani, e diversi di questi sono narrati come dei veri e propri massacri, delle carneficine in cui ci sono andati di mezzo non solo guerrieri e militari, ma soprattutto tanti civili innocenti.

Harney, Fetterman, Chivington, Carrington, Custer...: molti capitani e colonnelli si sono succeduti a comando dei propri uomini in giacca blu, per provare ora a contrattare con gli "ostili", ora a sterminarli per poter avere finalmente libero accesso alle loro terre, tanto più quando ci fu la corsa all'oro nelle Colline Nere (che si estendono dal South Dakota al Wyoming).

Tra le battaglie più importanti che hanno segnato le ostilità tra l'Uas'ichu (l'Uomo Bianco) e i nativi, ricordiamo il massacro di Sand Creek (di cui vi ho brevemente parlato ieri, in occasione del 155° anniversario, in cui l'esercito americano si macchiò di un atto davvero infame, compiendo una strage e sterminando un intero villaggio, donne e bambini compresi) e la battaglia di Little Big Horn, avvenuta il 25 giugno 1876, in cui furono i nativi americani a riportare un’importantissima vittoria contro il Settimo reggimento di cavalleria dell'esercito U.S., riuscendo anche a uccidere il loro comandante, il generale George Armstrong Custer.

Ma questo libro non è semplicemente un resoconto storico, fatto di battaglie, date, luoghi, nomi di capitani o di guerrieri  alcuni dei quali molto famosi (Pentola nera, Nuvola Rossa, Toro Seduto...), ma è ancor prima il racconto struggente e meraviglioso di un popolo antico e orgoglioso, rappresentato in queste pagine in particolare da lui, Cavallo Pazzo, e noi lettori immancabilmente veniamo rapiti da una sorta di incantesimo davanti a questo personaggio straordinario, e ne percepiamo l'umanità, la sua grandezza che risiede non tanto nell'essere stato un combattente, quanto nella sua personalità complessa e che merita di essere conosciuta.

Tashunka Uitko, chiamato "Riccetto" da ragazzo (per i suoi capelli ricci), che prese la decisione di combattere  per sempre i "bianchi" dopo aver visto il proprio villaggio distrutto dai soldati federali, era un uomo solitario, di poche parole ma autorevole, stimato, incline alla preghiera, alla meditazione, alla ricerca di visioni da parte del Grande Spirito, affinchè gli indicasse la via e gli desse forza e saggezza nella sua "missione" di guerriero.

Non ha avuto una vita lunga, Cavallo Pazzo; non si sa con certezza l'anno della sua nascita (tra il 1840 e il 1845) mentre si conosce il giorno della sua morte, avvenuta il 5 settembre 1877, eppure essa è stata piena di eventi straordinari, e la bravura dello scrittore sta nell'aver avvicinato al lettore la figura di quest'uomo su cui aleggia un fascino immortale, di averci trasmesso i suoi tanti stati d'animo, le sue intuizioni e le sue mirabili tattiche per attaccare i nemici, i rapporti con la sua gente, l'amore per le poche donne della sua vita, la preoccupazione e la cura per il suo popolo, il rispetto per la terra ereditata dai padri e il desiderio di vivere e morire lì dove essi erano nati:

"Per noi indiani, la Terra è il paradiso, il luogo che lo Spirito ha creato e scelto appositamente per noi, e che non abbiamo dunque né il diritto, né la voglia di cambiare".

Mi ha provocato molta rabbia leggere di come l'Uomo Bianco non abbia avuto alcun rispetto per queste tribù, che avevano tutto il diritto di vivere nei loro territori, e di come spesso i tanti trattati stabiliti tra le due parti fossero solo un po' di fumo gettato negli occhi dei "pellerossa" e non di rado questi patti venivano calpestati con molta facilità dai conquistatori o nascondevano insidie e tranelli che gli indiani non riuscivano a vedere. 

«Uas'ichu, voi usate le parole e i pezzi di carta come bastoni. Qualunque cosa noi indiani facciamo, non è mai abbastanza per voi bianchi. Prendete tutto, prendetevi anche il nostro cuore.»

"In soli venticinque anni, si era passati dall'impegno di lasciare agli indigeni le loro terre «sino a quando l'erba crescerà e l'acqua scorrerà», scritto nel primo trattato di Fort Laramie del 1851, al «cedete tutto e basta» dell'agosto 1876."

E Cavallo Pazzo non ha mai ceduto di un millimetro di fronte ai tentativi dei vari colonnelli di ammansirlo, di indurlo a porre la propria firma sulle loro carte, perché egli non si è mai fidato... e faceva bene, tanto più quando leggiamo la triste fine cui è andato incontro...

"L'Uomo Bianco è venuto per portarci via la terra sulla quale noi camminiamo. Non possiamo fare altro che batterci, per le nostre donne, per il nostro popolo, per noi, e non possiamo che batterci insieme."

"Gli spiriti non dimenticano" è una storia incredibile, che racconta di un uomo e del suo popolo, con la loro cultura,  identità, dignità, la loro terra..., e della loro legittima intenzione di conservare tutto questo, a costo della vita.
È stata una lettura interessante, appassionante, in grado di rendere emotivamente partecipe me lettrice circa le vicende narrate, lasciandomi conoscere una parte della storia - americana - che è ben diversa da quella romantica dei cowboy e del vecchio West narrataci dalla cinematografia hollywoodiana.
Mi è piaciuto molto e a me ha fatto nascere una gran voglia di informarmi di più e meglio circa i nativi d'America.


"Nel tempo le tradizioni si spengono, i miti si sbriciolano, e gli uomini, inesorabilmente, dimenticano. Ma gli spiriti non dimenticano."

Curiosità: la voglia di leggere questo libro è nata in seguito ad un "consiglio letterario" di Chef Rubio ^_~
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