giovedì 20 dicembre 2018

Recensione: RESPIRA CON ME di Gabriele Morandi



Una storia misteriosa e angosciante ambientata nella Firenze dei nostri giorni, ricca tanto di fascino quanto di oscure e antiche leggende su cui grava la sgradevole e spaventosa presenza della Morte, della nera signora con la falce che miete vittime senza pietà.



RESPIRA CON ME
di Gabriele Morandi 



Intrecci Ed.
185 pp
12 euro
Nessuno di loro, al momento in cui si ritrovò proiettato in quella storia, aveva creduto fino in fondo che quella stramba leggenda fosse vera. Tutti avevano dato per scontato che gli eventi fossero frutto del caso, avevano detto che potevano capitare, ma non a loro".
È l’11 novembre (l’anno non è indicato), siamo a Firenze e la prima scena davanti alla quale viene messo il lettore è quella di un ragazzo, di cui conosciamo solo il nome e la nazionalità (l’americano Edward), che sta cercando di fuggire a quel che sembra essere un destino scritto in modo irreversibile e che “puzza di morte”; ma, ahilui, a ricordargli di come non sempre l’uomo sia libero di decidere né come vivere e neanche come morire, ci pensano tre losche e malefiche figure, che lo accerchiano, pronte a fare del suo corpo un mucchio di brandelli irriconoscibili…

Pochi mesi dopo, siamo ancora nel capoluogo toscano e il protagonista è un giovanotto italo-americano, 
Thomas, laureato in Storia dell’Arte e in procinto di tornarsene negli States, quando qualcosa di inaspettato gli fa cambiare idea: senza che lui sappia come e perché, riceve un’allettante offerta di lavoro da parte di una bizzarra agenzia della città, la Betelgeuse, situata nell’imponente Palazzo della Medusa.

Sin dall’ingresso nella struttura - che al suo interno rivela una ricchezza artistica affascinante ma anche mai vista prima e sicuramente inquietante - e dai primi contatti con chi vi lavora (dipendenti e superiori), capisce di essere capitato in una... gabbia di matti!

Custodi strambi e strafottenti, segretari enigmatici e di poche parole, superiori che alternano atteggiamenti cortesi ad altri decisamente ruvidi e maleducati…: insomma, la prima impressione non è proprio ottima, ma Thomas decide ugualmente di darsi un’opportunità all’interno della ditta.

Di cosa si occuperà? Quella che dovrebbe essere una domanda ovvia e di facile risposta, si rivela invece un quesito inutile, che ottiene indicazioni assolutamente vaghe e, per molti versi, ridicole: Thomas intuisce a grandi linee che la Betelgeuse dichiara di valutare progetti, ipotesi, idee… alternative, creative e talvolta assurde, per capire se siano innovative e meritevoli di essere sostenute o meno. Thomas sarà un verificatore di questi possibili progetti pseudoscientifici.

Il tipo di mansione, quindi, non pare particolarmente difficile e la paga è buona: perché non provarci? Al massimo, se si stufa, può sempre andarsene, no…?

Una vocina sussurra insistentemente nelle orecchie di Thomas di scapparsene a gambe levate: quello che sembra un buon lavoro potrebbe rivelarsi un vero e proprio incubo! 

A insinuargli dubbi contribuiscono svariati fattori: non solo i comportamenti strani (al limite del bipolarismo) di tutti, a partire dai superiori (come il sussiegoso Coverdali, o l’arroganza e maleducazione della “dottoressa” Colleoli), ma lo stesso palazzo è come se avesse una vita propria, un’anima: tra le sue mura sembrano prendere vita immagini terribili, di gente che soffre e che è a un passo dalla morte, salvo poi sparire un attimo dopo e fargli credere di avere avuto un’allucinazione.

Come se non bastasse, alle sensazioni sgradevoli avute si aggiunge anche un biglietto anonimo che lo mette in guardia da un pericolo non meglio specificato e che dovrebbe avvenire in una data specifica: “Guardati dall’11 novembre!”. 

Cosa vuol dire? Chi potrebbe minacciare la sua vita? E perché poi proprio in quel giorno di novembre? 

Thomas è solo a Firenze; a dire il vero, è solo in generale, non ha famigliari stretti ma riesce a fare amicizia con una collega, la bella Elvira; inizialmente, anche lei sembra un po’ “matta” e sopra le righe come gli altri dipendenti, però poi i due cominciano a frequentarsi fuori e il ragazzo si convince di potersi fidare della ragazza, con la quale condivide dubbi, pensieri, stati d’animo e sensazioni in merito al palazzo in cui si trova questa anomala ditta per la quale entrambi lavorano.

Tanto l’azienda quanto il palazzo (apparentemente, visto da fuori, è un condominio come tanti) sembrano non esistere ufficialmente…, e cosa ancor più allarmante, cominciando a indagare sui due nomi riportati nel biglietto-avvertimento, Thomas si ritrova davanti a casi di scomparse inspiegabili, di giovani dipendenti come lui, che hanno lavorato lì e che a un certo punto… pouf!, spariti, senza che di loro si sia mai saputo alcunché.

A dire il vero, grazie ad Elvira, il ragazzo apprende la storia di una certa Fedra e, leggendo le pagine del suo diario, inizia a capire che dietro gli strani fenomeni avvenuti in quel palazzo fiorentino, si celano segreti orribili, verità agghiaccianti che affondano le radici in leggende, vecchie credenze, culti pagani antichi che gli mostreranno come la bellissima città d’arte che è Firenze, nasconda in sé, tra le sue “viscere”, un’anima cupa, violenta, e che dietro la sua splendente bellezza artistica ci sia un lato oscuro, spaventoso, che una volta scoperto potrebbe ingoiare il povero Thomas e mettere seriamente alla prova la sua lucidità e la sua stessa esistenza.

Il percorso di Thomas verso la scoperta di ciò che si nasconde dietro il Palazzo della Medusa, tra le cui mura egli rabbrividisce di paura, arrivando ad avere visioni raccapriccianti alle quali non sa dare una spiegazione razionale, lo porta in realtà a conoscere la parte tetra e funesta di Firenze, fatta di storie poco conosciute ma che pure continuano a serpeggiare tra le sue strade e le sue piazze, e che mette l’uno contro l’altro il Bene e il Male, la Vita e la Morte.
A tornare come un ritornello ossessivo e pauroso è sempre la stessa data: 11/11, l’11 novembre. È sempre in questo giorno che è accaduto o si presume che accadrà qualcosa di fatale, di tragico, e proprio la sua attesa dà allo sviluppo delle vicende un ritmo concitato: il lettore vive insieme a Thomas l’ansia di sapere cosa potrebbe succedere al protagonista in quella data, e tutto quel che accade tra marzo e novembre è una sorta di corsa contro il tempo, un susseguirsi di pericolose indagini e terrificanti scoperte che convergono tutte allo scoccare della mezzanotte che segna il passaggio dall’11 al 12 novembre. 

Forse c’è una maledizione che, come una mannaia, incalza e grava sulle teste dei giovani ed ignari dipendenti della Betelgeuse, Elvira e Thomas compresi? C’è un modo per sfuggirle e liberarsi dalle grinfie di un destino impenetrabile e fosco, tagliare i ponti col palazzo maledetto e proiettarsi verso un futuro decisamente più sereno? 


“Respira con me” è un romanzo dalle tinte cupe e dalla atmosfere intrise di mistero, che parte da una situazione che, pur sembrando indefinita, lascia intuire immediatamente la sua pericolosità, che non si basa su qualcosa di razionale e spiegabile, bensì di surreale, "paranormale", mescolando arte e storia con leggende e credenze popolari, citando anche personaggi storici che in vita hanno coltivato pratiche osteggiate dai contemporanei,   guidando il lettore per le vie e le piazze di una Firenze "nera", suggestiva sì ma anche molto cupa, terrificante, segreta; un'ambientazione che ho trovato molto intrigante perché riesce a far crescere il livello di curiosità nel corso della narrazione, in riferimento sia ad una lettura diversa della bellissima città rinascimentale sia alle vicende vissute da Thomas e gli altri personaggi.

Una lettura che mi ha piacevolmente stupita e catturata per questo essere attraversata dalla presenza di eventi ed elementi arcani e indecifrabili che sfidano la ragione umana.


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2 commenti:

  1. Anzitutto grazie per questa segnalazione e poi anche per l’opportunità che offri. Buona serata
    sinforosa

    RispondiElimina

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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