Tra queste pagine, scritte con semplicità ma anche con molto cuore, ritroviamo un principale grande filone: il bisogno di giustizia. L'essere umano deve recuperare il concetto di giustizia e applicarlo nei rapporti con i propri simili, abbattendo pregiudizi e non reputando le diversità come qualcosa che allontanano, quanto piuttosto delle ricchezze da conoscere a apprezzare.
LA BANDA DEGLI SFIGATI
di Antonio Tufano
KIMERIK Ed. 288 pp 18 euro |
Marco, Luca, Gianni, Antonello (detto Nello) e Alberto sono cinque ragazzi che, ciascuno per ragioni diverse, vivono una condizione di emarginazione e spesso sono presi di mira dai bulli della scuola, che li prendono in giro e li maltrattano.
Marco è un ragazzino educato deriso perchè risponde sempre agli adulti con "Sì, signore", "No, signore!", proprio per la rigida educazione ricevuta.
Luca è un ragazzo di colore, adottato, che viene discriminato per il colore della sua pelle e chiamato con disprezzo "il negro".
Nello ha una problema di natura fisica che lo rende zoppo, e potete immaginare perchè i ragazzacci lo scherniscano.
Gianni è intelligente e studioso ed è per tutti "il secchione".
Ma questi quattro amichetti provengono da brave famiglie, che vivono dignitosamente e hanno tirato su dei figlioli speciali, buoni, generosi, che però non riescono a farsi accettare dalla maggioranza per via di sciocchi pregiudizi.
Sentendosi esclusi, i quattro tredicenni si uniscono per formare una sorta di banda, per farsi forza e coraggio contro le angherie dei bulli.
E poi c'è Alberto: lui non ha una famiglia presente ed affettuosa alle spalle, in quanto suo padre è in carcere e sua madre è una sbandata; il ragazzo va sempre vestito in modo trasandata, con l'eterno mozzicone di sigaretta (spento) tra le labbra che gli dà un'aria "vissuta"; Alberto si unisce ai quattro perchè capisce che, come lui, essi sono degli emarginati, degli incompresi, dei buoni che non riescono a trovare un punto di incontro con la maggior parte dei coetanei, che assumono atteggiamenti prepotenti e arroganti.
Per aiutare loro ad acquisire sicurezza e per avere anch'egli un punto di riferimento per non perdersi ma, anzi, per essere una persona migliore, Alberto presto diventa il leader di questa banda, e la battezzerà con il singolare nome di "La banda degli Sfigati".
Del resto, è così che "il mondo" li vede, no? Come degli sfigati tristi e incapaci di difendersi.
Ma Alberto ha tutta l'intenzione di dimostrare che non è affatto così!
Allora, anzitutto i cinque fanno un patto di sangue, per il quale decidono di essere come fratelli presenti l'uno nella vita dell'altro, sempre, nel bene e nel male, in ogni circostanza della vita si offriranno aiuto e conforto.
E subito Alberto si mette all'opera e incoraggia gli amici a cominciare a far sentire la propria presenza in modo concreto.
Come?
L'obiettivo è portare le persone del paese - adulti e ragazzi - a maturare il concetto di giustizia, a rendersi conto che in una società giusta non possono esserci discriminazioni ed emarginazione, nè tantomeno bullismo verso i più deboli, e per dare questa "lezioncina", i cinque decidono di mandare messaggi anonimi ai cosiddetti figli di papà cui tanto piace fare i prepotenti con chi non sa difendersi, e anche a quegli adulti lavativi e boriosi, che si vantavano di vivere negli agi ignorando i bisogni di chi è meno fortunato: queste categorie di persone sono i veri bersagli della Banda degli Sfigati, che "minaccia" di osservarli e, se non avessero cambiato comportamento, prima o poi avrebbe agito contro di loro!!
I messaggi si susseguono uno dietro l'altro, incutendo timore tra la popolazione, mettendo in allerta addirittura polizia e carabinieri, ma ben presto diventa chiaro che la brava gente non ha nulla da temere, ma solo chi "è in difetto" deve sentirsi interpellato e, soprattutto, mutare atteggiamento e smetterla di fare il bullo o l'indifferente o il superficiale!
I ragazzi sono mossi dal desiderio di giustizia, di solidarietà e sono felici di constatare che, dopo un po', ciò che era "storto" comincia a raddrizzarsi!
Un gruppo di ragazzetti, oltretutto bersaglio dei più forti e bulli, riescono nel loro intento di "moralizzare" la società e migliorarla, renderla un posto più vivibile per tutti!
E questo obiettivo, nel loro piccolo, non li abbandonerà mai, anzi sarà un'eredità che lasceranno alle future generazioni.
L'Autore, infatti, ci fa conoscere cosa succede ai componenti della Banda negli anni: il loro impegno nello studio viene ripagato ed essi sapranno farsi strada nel mondo, dando soddisfazioni ai loro amati genitori; Alberto, poi, diventerà fratello adottivo di Luca perchè entrerà a far parte della sua famiglia e avrà modo anch'egli di poter studiare e trovare la propria strada.
Apprendiamo come, benchè le strade degli amici, si dividano, la loro amicizia non si interromperà mai e non smetteranno di incontrarsi nonostante i tanti impegni personali e poi famigliari; quel "patto di sangue" sarà un punto fermo nella loro vita e addirittura i loro figli finiranno per legarsi molto tra tanto loro da ripetere lo stesso tipo di legame sincero e indissolubile che aveva unito anche i genitori.
Certo, la vita non sempre va come vorremmo e le brutte sorprese, le prove, i dolori... arrivano anche per i cinque: uno di loro si metterà contro la malavita per mettersi dalla parte degli ultimi e andrà incontro a un brutto destino, e in seguito i lutti e le sofferenze non smetteranno di far capolino nelle esistenze dei cinque ex-sfigati e delle loro famiglie.
Ma l'affetto che li unisce, il loro condurre la propria esistenza, sempre avendo in mente di lasciare un'impronta positiva nella società in cui vivono, non li abbandonerà mai, ma guiderà le loro azioni, - anche quando gli ostacoli non mancheranno - tanto da riuscire a cambiare la piccola comunità in cui si muovono, le istituzioni, le persone.
Se ogni uomo decidesse di essere e comportarsi da giusto, che è colui che ama e sogna di vivere in un mondo onesto, il mondo sarebbe governato dalla giustizia, dal desiderio di pace, dalla fratellanza.
"Se manca la giustizia, il mondo è destinato a scomparire".
Nel presente volume, c'è anche un'appendice che comprende dei racconti, e anch'essi ruotano attorno al tema della giustizia, delle disuguaglianze, di come di sovente pregiudizi, superstizioni, ignoranza... possano portare ad agire in modo incosciente verso il prossimo, delle discriminazioni, della povertà, dell'indifferenza che troppo spesso caratterizza il vivere quotidiano rispetto ai piccoli o grandi problemi che affliggono il nostro prossimo.
"La banda degli Sfigati" è un lungo racconto di formazione, intriso di buoni sentimenti; lo stile è semplice e immediato, i protagonisti sono persone buone che vogliono cambiare, se non il mondo, almeno la comunità in cui si trovano a vivere e lavorare.
E' quindi un libro pregno di insegnamenti positivi, didascalico, che vuol lasciare dell'esortazioni, incoraggiare a incidere in modo costruttivo e positivo sul prossimo, un libro che si sofferma sui valori fondamentali dell'Uomo, che dovremmo imporci ogni giorno di recuperare a vivere concretamente
Ciao Angela! Grazie davvero per questa segnalazione, devo dire che questa storia mi ha colpito. Sembra proprio una storia di formazione, piena di buoni sentimenti ed ottimi messaggi!
RispondiEliminaLo è sicuramente, una lettura che incita alla speranza :))
EliminaChe bel romanzo, Angela, non lo conoscevo!
RispondiEliminaHa contenuti positivi ;)
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