Che fine ha fatto Kala?
È l'estate del 2003 e in una piccola cittadina irlandese la 15enne Kala Lanann scompare.
Tre lustri dopo, le vite dei suoi più cari amici vengono sconvolte in seguito al ritrovamento di alcuni resti umani.
Appartengono forse a Kala? Quale mistero avvolge la sua improvvisa e mai risolta sparizione?
KALAdi Colin Walsh
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| Einaudi trad. S. Tumolini 456 pp |
"Quell’estate ha condizionato tutta la mia vita. Ogni mia amicizia, ogni mia passione, ha dovuto sempre misurarsi con Kala. Più invecchio, più Kala diventa incandescente. Un sole nascosto, che continua a proiettare ombre quando meno me lo aspetto."
Kinlough è una cittadina irlandese che si affaccia sul mare, fin troppo tranquilla per gli adolescenti che ci vivono ma che sanno sicuramente trovare mille modi per divertirsi, sballarsi e stare insieme senza pensieri.
Kala, Aoife, Mush, Aidan, Joe ed Helen sono un gruppo di amici tanto affiatato quanto eterogeneo; nonostante le diversità caratteriali e famigliari (provengono da contesti decisamente diversi, c'è chi se la passa molto bene, come Joe, e chi un po' peggio, come Kala), stanno sempre insieme e sono in quella fase dell'esistenza - l'adolescenza - che costituisce senza dubbio uno dei momenti più straordinari della vita.
La loro estate del 2003 è quella dei primi amori, delle prime sbronze, della nascita o del consolidamento dei legami di amicizia; sono anni tanto meravigliosi quanto complessi, fatti di cambiamenti sotto tutti i punti di vista e vissuti con quella fame di vivere che li rende unici, come se dovessero durare in eterno.
Ma è anche l’estate che cambierà per sempre le loro vite.
Kala Lanann - il membro più carismatico del gruppo, colei che riesce ad attirare l'attenzione di tutti (adulti e coetanei, maschi e femmine), a travolgere con la sua personalità esuberante, la sua (apparente) sicurezza che le dà quel tocco di trasgressività e spericolatezza che intimidiscono e attraggono al contempo - un giorno scompare senza lasciare traccia.
«Era delicata. Feroce. Adorabile. Spaventata. Era una persona. Era la mia amica. E io non l’ho neanche abbracciata».
Cosa l'è successo?
Nonostante le ricerche, le indagini condotte dalla polizia, gli interrogatori, nessuna pista emerge e di Kala "semplicemente" non si sa più nulla.
La vita di tutti a Kinlough va avanti, tra alti e bassi, tra morti e sopravvissuti, tra matrimoni finiti e altri sbocciati, tra ritorni vecchi e nuovi.
Mush è sempre stato il bonaccione della comitiva, quello più sensibile che rifuggiva ogni atteggiamento da macho, da maschio alfa, tanto buono e gentile da non riuscire neppure a difendersi davanti alle spavalderie dei bulli. Mush era quello che si sentiva più a suo agio con Kala ed Helen che con Aidan e Joe (per quanto questi fosse il suo miglior amico).
Ad oggi, Mush è l'unico che da Kinlough non se n'è mai andato ma anzi è rimasto con sua madre, bisognosa di compagnia e aiuto nel bar di famiglia, dove appunto il giovane lavora.
Timido e solitario, Mush continua a starsene per i fatti propri, ad evitare compagnie anche solo lontanamente scomode o invadenti, preferendo la silenziosa compagnia di un paio di birre nel buio serale del locale ormai chiuso o quella allegra ma tenera delle gemelle Donna e Marie (sue cugine).
Mush era molto legato a Kala e porta sul proprio corpo delle cicatrici legate a un episodio del passato che ci viene chiaramente raccontato nel corso della narrazione; sono cicatrici fisiche cui ne corrispondono altrettante nell'anima e che hanno reso, nel tempo, il giovane ancora più chiuso ed insicuro di quanto già non fosse da adolescente.
Helen Laughlin, al contrario, se n'è andata da Kinlough, trasferendosi in Canada, dove lavora come giornalista investigativa freelance; torna a casa in occasione del matrimonio di suo padre (Rossie) con Pauline, zia di Mush e mamma di Aidan e delle gemelle. In questi quindici anni, dopo la scomparsa misteriosa dell'amica, Helen s'è ben guardata dal rimettere piede nella pacifica e noiosa Kinlough, restando soprattutto lontana da casa e sentendosi sempre più distante dalla sorella minore (Theresa) e dal padre; con entrambi non ha mai costruito legami solidi e stretti ed infatti, quando torna nella casa paterna, si sente quasi un'ospite, un pesce fuor d'acqua.
"È questa la grande differenza tra Helen e tutti gli altri, credo. A nessuno piace guardare in fondo al pozzo, ma lei non può farne a meno. Deve sapere. Vuole sempre capire."
Helen è sempre stata la più lucida e razionale all'interno della comitiva di un tempo, quella senza peli sulla lingua, capace di freddarti con battute taglienti, quella che difficilmente si lascia andare a manifestazioni emotive in pubblico.
Joe è il "vip" di Kinlough, colui che può "vantarsi" (ma non lo fa) di essersi costruito una carriera da musicista e di averne anche tratto una discreta popolarità.
Popolarità che però sembra un po' sbiadita nel presente, ed egli stesso la vive con un certo disagio, quasi fosse un fardello, una macchia più che un successo di cui andar fiero.
Forse perché in realtà non si sente un vincente e non è per nulla orgoglioso di ciò che è.
Suo padre non fa che ripeterglielo: Tu sei Joe Brennan e sei un campione.
Ma Joe non crede a questa bugia e affonda insicurezze e tormenti nell'alcool, anche se ultimamente sta cercando di uscire da questa dipendenza.
Quindici anni prima, in quell'indimenticabile estate del 2003, lui e Kala stavano insieme ma qualcosa si insinuò per deteriorare il loro acerbo sentimento...
Mi sono soffermata brevemente sulle personalità di questi tre amici perché sono elementi fondamentali per la comprensione degli eventi, e del resto la trama si sviluppa attraverso i loro racconti e le loro personali prospettive, con la particolarità che Helen e Mush raccontano in prima persona mentre il punto di vista di Joe è espresso nella seconda persona singolare.
Di Aidan e soprattutto di Aoife si parla un po' meno nel libro perché ambedue - con modalità e per ragioni diverse - escono fuori dalla scena.
Oltre ad avere una triplice visuale narrativa, abbiamo anche una sovrapposizione dei piani temporali: la narrazione, infatti, salta dal 2003 al presente così da offrirci di volta in volta una doppia conoscenza dei fatti, e ovviamente quelli del presente vengono spiegati e resi chiari al lettore (ma anche agli stessi protagonisti) attraverso il racconto di ciò che è accaduto in passato.
Il nucleo centrale resta Kala e ciò che l'è accaduto nel 2003.
A riunire i "superstiti" della vecchia comitiva - Helen, Joe e Mush - è una novità inquietante: vengono ritrovati dei resti umani nel bosco di Caille, lo stesso bosco dove Kala viveva con sua nonna.
È l’inizio di un nuovo incubo o, se vogliamo, il ritorno di un incubo che li ha tormentati e spezzati quindici anni prima.
Costretti a confrontarsi nuovamente con la tragedia che li lega, essi cercano di mettere fine a quella storia una volta per tutte ma questo li porterà a interfacciarsi con persone e dinamiche pericolose, con affari criminali più grandi di loro, che vedono coinvolti loschi individui, alcuni apparentemente insospettabili.
Perché in fondo si sa, la cronaca nera non fa che ripetercelo: le vicende più oscure e peggiori possono sporcare pure quei paesi sonnacchiosi in cui tutti conoscono tutti e in cui solitamente non succede mai nulla di esaltante.
La Kinlough di Walsh, località turistica sulla costa occidentale dell’Irlanda, non si discosta da questo stereotipo e si rivelerà un posto soffocato da troppi angosciosi e terribili segreti, che verranno fuori a disturbare la falsa quiete dei cittadini, proprio come sbucheranno improvvisamente (?!!?) i resti di un cadavere.E se fossero proprio di Kala?
Per quanto tragica, questa scoperta potrebbe finalmente sciogliere ogni dubbio e domanda relativa al suo misterioso destino?
Quante e quali bocche sono state cucite per anni, non rivelando amare verità per proteggere interessi personali?
L’esordio di Colin Walsh è un romanzo di formazione con incursioni thriller che, prendendo le mosse da un episodio di scomparsa, disegna un quadro complesso e sfaccettato di una realtà cittadina e di diverse famiglie, lasciandoci entrare dentro le loro case, mostrandocene i segreti, le bugie, le malefatte, le paure, le fragilità, le violenze.
Leggere questo romanzo è stato (prendendo a prestito un'affermazione presente nel testo) come avere davanti tanti pezzi di un puzzle sparsi per terra, intravederne l’immagine, ma prima che si abbia il tempo di fissarla, il puzzle va in frantumi, per poi comporsi alla fine.
Non posso dire che mi abbia catturato dalla prima pagina, ma mi spiego meglio: benché io sia da sempre attratta dai romanzi (e prima ancora dai fatti di cronaca) che vertono su sparizioni misteriose, devo dire che - complice il tipo di struttura narrativa (più narratori, l'alternanza presente/passato) - ho risentito all'inizio di una certa lentezza nel ritmo e vaghezza nella trama ma, procedendo con la lettura, la narrazione si è arricchita sempre di più, divenendo man man mano più comprensibile e più appassionante, caricandosi di una grande tensione emotiva grazie alla profonda caratterizzazione dei protagonisti (e narratori).
Lo scrittore ci lascia entrare nell'intimo della loro anima, ci fa toccare quasi con mano le loro emozioni, i loro malesseri interiori, le aree della vita in cui sono rimasti quegli adolescenti di un tempo, bloccati in quell'estate piena di sole ma altresì drammatica, che ha rubato loro la meraviglia dell'amicizia, l'incanto dell'amore e l'innocenza di un'infanzia perduta bruscamente e per sempre.
Kala è la storia di un gruppo di amici che seguiamo da adolescenti e da adulti, i quali vengono risucchiati da un buco nero fatto di violenza e brutture e che minaccia di inghiottirli.
Kala è la storia di un gruppo di amici che seguiamo da adolescenti e da adulti, i quali vengono risucchiati da un buco nero fatto di violenza e brutture e che minaccia di inghiottirli.
Un romanzo, quindi, che mi ha colpito principalmente per l'attenta e accurata dimensione psicologica ed emotiva, cui si aggiungono tematiche quali i legami famigliari (sani e tossici), gli atteggiamenti ottusi e trogloditi di certi uomini verso le donne, l'abuso di sostanze e di alcool, l'amicizia, le problematiche adolescenziali, la corruzione.
Insomma, un romanzo denso, profondo e articolato (per struttura narrativa, stile, personaggi, trama) che ho sicuramente apprezzato.
CITAZIONI
"Il dolore è come l’innamoramento: è sempre narcisistico. Quando una catastrofe attraversa la nostra vita, ridisegniamo subito il mondo per trasformare quel disastro nel battito segreto di ogni cosa, nella verità sepolta dell’universo."
"Chissà cosa si prova (...) a planare così in alto sopra la vita, a sfrecciare sulla giungla in elicottero mentre gli idioti come me restano intrappolati a terra, ad arrancare nella boscaglia senza arrivare mai da nessuna parte."
"in ognuno di noi, sotto le maschere con cui ci nascondiamo al mondo, c’è una bestiola che piange, tremante e sola."
"non si può ridurre nessuno a una semplice carta da gioco, che le versioni delle persone che ci mescoliamo in testa da un momento all’altro sono solo questo, carte da gioco, piatte e monodimensionali, mentre in ognuno di noi c’è un essere animale e in questo essere animale c’è un punto dove puoi incontrarti con chiunque altro al mondo...".
"Le cose che ci rendono la vita comoda sono sempre ingiuste, a pensarci bene. Da qualche parte c’è sempre qualcuno che soffre, per rendere felice te. Ecco perché la maggior parte della gente gira sempre la testa dall’altra parte."
"A volte penso che la vita sia questo, sai? Infiniti fiumi, l’uno dentro l’altro".
"Perché tutti ci influenziamo a vicenda, continuamente. Quindi forse la vita è solo un insieme di flussi che si influenzano tra loro, in tutte le direzioni."
"Chissà cosa si prova (...) a planare così in alto sopra la vita, a sfrecciare sulla giungla in elicottero mentre gli idioti come me restano intrappolati a terra, ad arrancare nella boscaglia senza arrivare mai da nessuna parte."
"in ognuno di noi, sotto le maschere con cui ci nascondiamo al mondo, c’è una bestiola che piange, tremante e sola."
"non si può ridurre nessuno a una semplice carta da gioco, che le versioni delle persone che ci mescoliamo in testa da un momento all’altro sono solo questo, carte da gioco, piatte e monodimensionali, mentre in ognuno di noi c’è un essere animale e in questo essere animale c’è un punto dove puoi incontrarti con chiunque altro al mondo...".
"Le cose che ci rendono la vita comoda sono sempre ingiuste, a pensarci bene. Da qualche parte c’è sempre qualcuno che soffre, per rendere felice te. Ecco perché la maggior parte della gente gira sempre la testa dall’altra parte."
"A volte penso che la vita sia questo, sai? Infiniti fiumi, l’uno dentro l’altro".
"Perché tutti ci influenziamo a vicenda, continuamente. Quindi forse la vita è solo un insieme di flussi che si influenzano tra loro, in tutte le direzioni."




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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz