domenica 8 settembre 2024

BLACK BLUES di Attica Locke [ RECENSIONE ]



In questo romanzo (preceduto da "Texas blues") di Attica Locke, il lettore continua a seguire la storia del Texas Ranger Darren Mathews, impegnato ad affrontare problemi relazionali, sfide personali e professionali, il tutto mentre indaga sulla sparizione di un ragazzino e su dinamiche razziali.


BLACK BLUES
di Attica Locke


Bompiani
trad. A. Padoan
336 pp
Levi King è un bambino di nove anni che conosce le regole di casa: sa di dover obbedire a sua madre, che gli ha ordinato di tornare a casa presto e invece lui ha preso una barca ed è andato a fare un giro nel lago Caddo. 
E sa anche che trovarsi solo, al buio, nella vastità di quelle acque che sembrano, di minuto in minuto, sempre più minacciose, non può portare a nulla di buono.
E infatti..., immerso nel silenzio, ode un rumore improvviso e... tutto diventa buio.

Di Levi si perdono le tracce e per provare a cercarlo - vivo o, Dio non voglia, morto - lo sceriffo chiama il ranger Darren Mathews.

Darren è un uomo complicato, con una vita piena di difficoltà: è in crisi con la moglie (Lisa), sta cercando di non toccare più l'alcool e ha un rapporto con la propria madre alquanto in bilico.
La donna (Bell) non è proprio la genitrice amorevole e rassicurante che ogni figlio vorrebbe, tutt'altro: è un'opportunista, egoista, inaffidabile, ha sbalzi d'umore repentini e, soprattutto, pare si diverta a creare problemi al figlio.
E Darren è bravo a cercarsene di grossi già da solo!

L'ultimo caso cui ha lavorato gli ha lasciato non poche preoccupazioni, in quanto ha dovuto mentire alla polizia per proteggere un amico (Mack) e ha fatto l'errore di consegnare un oggetto importante per quel vecchio caso (che se venisse fuori, sarebbero guai per la sua carriera e la sua reputazione di ranger) a quella squinternata di Bell, che osa pure ricattare il figlio, minacciandolo di spiattellare all'FBI il ruolo ambiguo di Darren.

Insomma, non c'è pace per quest'uomo che vorrebbe solo fare il suo lavoro con tranquillità e provare a ricucire il legame con la moglie, da cui si è non poco allontanato.

Quando arriva a Jefferson (Marion County), una piccola città sul lago Caddo, nel Texas orientale, si ritrova a indagare sulla scomparsa misteriosa di un ragazzino proveniente da una realtà famigliare che definire "disfunzionale" è un eufemismo.

Lui, Darren, un ranger dalla pelle nera, deve cercare di capire che fine ha fatto questo bambino, Levi, che è il figlio di un pregiudicato, Bill King, in carcere per omicidio e noto per la sua appartenenza all'ABT - l'Aryan Broterhood of Texas - che, si intuisce dal nome, altro non è che un'associazione di razzisti (detta anche Fratellanza ariana) convinti della superiorità della "razza bianca" sulle persone "colorate".

L'odio razziale - e la violenza che ne consegue - è profondamente radicato in questa cittadina, in cui la comunità nera affonda le sue antiche radici e in cui ha convissuto pacificamente accanto ad alcune tribù di nativi americani per tanto tempo, prima che i bianchi venissero a dar loro fastidio.

Darren comincia a far domande, ad entrare nelle case delle persone coinvolte e a far loro domande: conosce Marnie, la giovane mamma di Levi, che purtroppo ha un nuovo compagno - Gil - che è peggio dell'ex-marito e padre dei suoi due figli (Levi, appunto, e la figlia maggiore Dana), vale a dire un ubriacone e un violento.
Conosce la cinica e astuta Rosemary King, madre di Bill King, nonna di Levi: una donna ricca, sicura di sé e molto pericolosa, più preoccupata di far uscire di prigione il figlio delinquente che di ritrovare il nipotino.
E poi c'è Leroy Page, un anziano di colore che dichiara di aver visto il piccolo Levi tornare con la barca e rimetterla a posto; l'uomo è in pratica l'ultima persona ad aver visto lo scomparso e, stando alla sua testimonianza, era vivo e vegeto e non se l'è inghiottito il lago Caddo, per quanto sia insidioso da navigare.

Ma Leroy, ben presto, viene prima sospettato della sparizione di Levi e poi  incriminato del suo possibile omicidio; in effetti, Darren - che pure vuol credere a tutti i costi all'innocenza di Leroy - scopre che questi gli ha mentito.

E se dietro la scomparsa di Levi King ci fosse un sequestro e, forse, addirittura un omicidio per scopi razziali?
Potrebbe essere la pista giusta: Levi è il figlio di uno dei capi della Fratellanza ariana, che sta letteralmente perseguitando la comunità nera, rendendo a questa gente la vita impossibile, Leroy compreso.

Potrebbe essere che il vecchio non ce l'ha fatta più a sopportare le angherie dei bianchi e abbia riversato la propria rabbia facendo del male al bambino?
Dopotutto, niente esclude che possa trattarsi di un caso di discriminazione e crimine d'odio "al contrario", cioè dei neri verso i bianchi.

E un'indagine di questo tipo - con questo genere di incriminazione - potrebbe giocare un ruolo notevole nel corso della campagna elettorale che vede impegnato Trump nelle elezioni presidenziali.

In un paese lacerato, dove si consumano crimini e ingiustizie e dove lo stato di diritto non sempre arriva puntuale a far giustizia, Darren deve combattere contro pregiudizi secolari e provare a salvare non solo Levi King, ma anche sé stesso.


"Black blues" è un poliziesco ambientato nel Texas orientale, con al centro i temi della razza, della giustizia, dei rapporti tra le comunità bianche, nere e dei nativi, del rispetto dell'altro, del perdono.

Ho apprezzato non solo le tematiche ma anche il modo in cui sono sviluppati i personaggi, la trama ricca e complessa, la capacità dell'autrice di immergere il lettore nel contesto e di porlo davanti sia a questioni sociali che più personali, riguardanti la sfera privata e famigliare del protagonista.

Darren mi è piaciuto molto perché è un ranger convinto della bontà e necessità del proprio ruolo, ama quella stella sul petto ma al contempo è cosciente che ci sono posti in cui essa non basta affinché la gente lo accetti e lo rispetti.
È un outsider, un uomo pieno di insicurezze, contraddizioni, ha un suo codice etico ma non è irreprensibile e, benché sia fondamentalmente una persona buona e onesta, se deve venir meno ai propri doveri di ranger per proteggere un amico, è disposto a farlo, anche rischiando di mettersi nei guai.

Una lettura densa, ricca di dettagli, dialoghi, introduzione di nuovi elementi atti a creare dinamiche e sorprese, per cui il ritmo narrativo si fa via via sempre più serrato, e quindi più coinvolgente, man mano che il protagonista scioglie ogni dubbio e risponde a ogni interrogativo, fino ad arrivare alla verità.

Mi è piaciuto, anche perché amo i libri che affrontano tematiche sociali; lo consiglio ma voi, a differenza di me, non fate l'errore di leggerlo senza aver prima letto "Texas blues": per quanto Black blues sia di per sé staccato dal precedente, ci sono comunque degli elementi narrativi che rimandano alle vicende raccontate nel primo romanzo.



Citazione 

"Non si possono fare tutti quei discorsi d'odio 
senza che in un modo o nell'altro finiscano in violenza. 
È la natura umana. 
A forza di parlarne l'odio ti entra nel cuore, 
e una volta che è lì ti autorizza a fare le cose peggiori 
senza che tu ci veda niente di sbagliato".



4 commenti:

  1. Ciao Angela, che bello tornare a leggere le tue recensioni sempre interessanti. Anche questo romanzo offre spunti di riflessione sui temi dei diritti e della giustizia. Un romanzo con le radici ben piantate nella reale società americana. Un abbraccio :)

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    1. Tematiche sempre attuali, purtroppo!
      Ciao Aquila, e grazie ⊂⁠(⁠´⁠・⁠◡⁠・⁠⊂⁠ ⁠)⁠∘⁠˚⁠˳⁠°

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  2. Come sempre un'ottima recensione ed un romanzo che sembra in effetti essere interessante.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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