Rabbia e solitudine: questi sentimenti riempiono il cuore del protagonista del presente romanzo - ambientato a Trieste tra la fine del primo conflitto al periodo immediatamente successivo al secondo - e lo accompagnano per tutta la sua esistenza, vissuta seguendo una scia di violenze e sopraffazioni dalla quale sarà difficile uscire illesi.
BAMBINO di Marco Balzano
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Einaudi 224 pp |
All'età di diciotto anni, il giovane fa una scoperta che lo lascia di sasso, lo ferisce e apre in lui, nella sua anima, una lacerazione talmente profonda da segnarlo per tutta la vita: la donna
che l'ha cresciuto e che lui ha sempre chiamato mamma non è la stessa che l'ha partorito.
Chi è mia madre?
La domanda risuonerà per tutta la vita nelle orecchie e nella testa di Mattia, guidando e condizionando le sue decisioni più importanti perché innesca in lui, sin dal primo momento, un trauma che si traduce in una rabbia violenta e in un'amara solitudine che non smetterà mai di divorarlo dentro.
Ribelle e testardo già di suo, Mattia prende delle decisioni discutibili già da ragazzo, maturando in poco tempo un atteggiamento oppositivo e diffidente verso il mondo in generale e finanche verso il padre, che il lettore imparerà a conoscere come un uomo paziente, gentile, saggio.
Mattia Gregori è sostanzialmente una persona sola e tale sarà sempre, perché la sua solitudine è qualcosa che gli sta appiccicata addosso e che è parte di lui come può esserlo un neo, una voglia sulla pelle, una tratto somatico.
Quando entra tra le file degli squadristi fascisti è come se trovasse il suo habitat naturale, il "luogo" in cui lasciar esplodere la sua personalità ferina, aggressiva, capace di atti feroci, spietati e incapace di manifestare pietà.
Bambino viene soprannominato, a motivo dei suoi tratti fanciulleschi, delicati, che gli conferiranno quell'aria giovanile, acerba, inesperta anche quando sarà un uomo maturo.
Ma di acerbo e inesperto sembra non esserci nulla in lui, che è un ragazzo intelligente e svelto, scaltro, determinato, che ben presto verrà apprezzato dagli squadristi per la sua "cattiveria", il suo agire senza battere ciglio, con quella freddezza necessaria a chi sa di dover compiere azioni brutali senza lasciar spazio alla compassione.
E Mattia è purtroppo a suo agio nell'ostentare una ferocia da boia, in particolare nei confronti degli slavi, considerati degli stranieri che non hanno alcun diritto da vantare sul suolo italiano. Trieste va ripulita dalla presenza slava e con la sua camicia nera egli batte palmo a palmo le terre contese per scacciare questi usurpatori.
Ma non è tanto l'adesione convinta all'ideologia fascista a muoverlo, quanto la speranza di ritrovare quella madre senza nome né volto, da cui molto probabilmente egli ha preso quel suo viso avvenente e tanto delicato.
Era italiana o slovena, colei che l'ha messo al mondo? Perché suo padre si rifiuta di dirgli il suo nome, di spiegargli chi sia la donna con cui l'ha concepito?
La ricerca ossessiva di una donna mai conosciuta diventa il senso e il fine di tutto, persuadendolo che chissà, aggregandosi alle camicie nere e andando nelle case degli sloveni, forse qualche notizia su di lei riuscirà ad ottenerla.
In questo modo - facendo parte di un branco, che fa della violenza bruta la sua forza e il suo modus operandi - Bambino cerca di placare la propria inquietudine, di sentirsi meno solo, meno fragile.
Eppure suo padre è agli antipodi di ogni forma di prepotenza e sopraffazione, e cerca in ogni modo di distogliere il figlio da quella follia che è il fascismo, ma inutilmente.
Pur volendogli bene, Mattia non può perdonargli l'ostinato silenzio dietro cui il vecchio orologiaio si trincera per non rivelare l'identità della madre biologia di quel figliolo che gli sta regalando solo pene e preoccupazioni.
Seguiamo, di capitolo in capitolo, in un susseguirsi veloce e fluente di avvenimenti drammatici, di rapine e assalti, l'esistenza di questo protagonista che, credo, facilmente resta impresso nella mente del lettore, anche una volta chiuso il libro, in quanto Mattia è l'antieroe, protagonista e antagonista insieme, è il "cattivo della situazione", ma l'autore è talmente bravo a catapultarci nella sua vita, a farci scivolare accanto a quest'uomo dalla personalità complessa, imprevedibile, ricca di tante sfaccettature, che si fa fatica a detestarlo nonostante compia, sotto i nostri occhi, tante, troppe azioni turpi, infami, deplorevoli.
Lo scoppio della seconda guerra mondiale, i nazisti in città, l'occupazione jugoslava di Trieste, le foibe: fatti storici che conosciamo bene e che vengono raccontati tutti d'un fiato, attraverso i quali vediamo Mattia crescere negli anni, passare dall'essere un ragazzo furioso e sciagurato ad un adulto che si ritroverà, a volte anche suo malgrado, al centro di spirali di atrocità, sangue e morte, venendone risucchiato, pagandone in prima persona amare conseguenze, anche quando egli stesso si sforzerà di destarsi da quel torpore che gli ha obnubilato la ragione, il senso della pietà, dell'amore, e proverà a cambiare rotta.
Le sue scelte inevitabilmente metteranno in pericolo la vita sua e di suo padre diverse volte, ma Mattia affronterà ogni problema con quel coraggio quasi folle e avventato che è parte di lui e che lo aiuta a tenere sotto controllo ogni paura e a rispondere con risolutezza, con la testardaggine di chi fa di tutto per non soccombere, per restare sempre in piedi.
Il quadro che emerge di Mattia, vi dicevo più su, è molto complesso e pensare di ridurre tutto a giudizi limitati circa la sua condotta e la sua "anima" ("è un uomo cattivo, un essere spregevole, un fascista senza cuore") viene sì spontaneo ma non renderebbe l'idea di chi sia davvero Mattia Gregori, e quale varietà di sentimenti e pensieri attraversino furiosamente la sua mente e il suo cuore.
Non starò qui a dirvi che, in fondo in fondo, Mattia non è un cattivo, che è solo un ragazzo vissuto in un periodo storico complicato e che si è "trovato" inconsapevolmente al fianco dei fascisti; egli sicuramente è padrone delle proprie decisioni, della direzione data alla propria vita, ed è assolutamente in grado di discernere il bene dal male, di comprendere quanto deprecabili siano i propri crimini.
«Ho ucciso e fatto uccidere. Ho sempre cercato di stare dalla parte del più forte e mi sono sempre ritrovato dalla parte sbagliata»
Però va detto: Mattia non è un individuo amorale, non è ovviamente un essere privo di sensibilità, incapace di provare sensi colpa o rimorso; tutt'altro, egli ne prova e, nel corso delle tragiche vicissitudini in cui sarà coinvolto, ci sarà sempre in lui un angolino di ragionevolezza e di cuore in cui ritroverà quell'umanità che gli appartiene (come appartiene ad ogni uomo, anche al "peggiore") e che lo spingerà a riflettere su sé stesso, sui propri sbagli, e a desiderare di riparare gli ingranaggi della propria anima e della propria vita, come suo padre ha passato la propria ad aggiustare vecchi orologi.
Arriverà mai per Mattia Gregori, "Bambino", il bisogno, il desiderio di redimersi, di cambiare vita, di smetterla con sangue, tradimenti, manganellate, caccia allo sloveno o all'ebreo, per provare a far posto al desiderio di una famiglia, di dare e ricevere amore, di vivere in pace con gli altri e, prima ancora, con sé stesso?
Mi è piaciuto moltissimo il modo in cui ho imparato a conoscere il protagonista: attraverso i suoi comportamenti, le scelte fatte consapevolmente, il suo riconoscere il male che lo divora dall'interno e attento, nonostante tutto, a non spegnere mai del tutto quel lumicino di umanità che continua a brillare in un angolino del suo cuore, anche quando verrà avvolto dalle tenebre più fitte della disperazione, della solitudine, del dolore.
Molto bello, lo consiglio!
Un uomo, "Bambino", complesso e carnefice. Come tu ben scrivi, c'è sempre un po' di umanità anche in chi sceglie il male. Leggerò sicuramente questo romanzo crudele e doloroso. Un abbraccio :)
RispondiEliminaCiao Angela, anche a me ha colpito molto la figura di questo protagonista così complesso ed è stato appassionante seguirne le vicende in un contesto, storico e ambentale, così particolare...
RispondiEliminaDopo Resto qui, devo riprovarci con Balzano!
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