Vacanze terminate ed eccomi qui a riscrivere attorno a ciò che non mi ha mai abbandonato, nè in viaggio nè nei posti in cui sono stata: i libri!!
Son riuscita a dedicarmi e a terminare tre libri ed in questi giorni non mi resterà che scrivere le recensioni!
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Allora iniziamo dal primo che ho terminato:
FIORE DI SCOZIA, di Stefania Auci (
QUI per la scheda).
Era da un po’ di tempo che non leggevo un romanzo storico della Harlequin Mondadori e sono contenta di aver “ripreso i rapporti” attraverso questo romance di Stefania Auci, Fiore di Scozia.
C’è da dire, come premessa, che mi piacciono le storie d’amore; non posso negare di essere un tipo fondamentalmente romantico, che spesso e volentieri sogna “ad occhi aperti”; non nascondo neanche che ricerco, il più delle volte, nelle storie che leggo, non solo personaggi e storie nelle quali possa immedesimarmi e a cui appassionarmi, ma anche l’happy ending.
Eh sì, ho questo viziaccio, questo difettuccio: non riesco ad amare totalmente le storie che non terminano con “note positive”; non dico il classico lieto fine da favoletta (il tanto amato dai bambini “… e vissero felici e contenti”), ma un raggio di speranza lo voglio….!!
E lo so che nella vita reale “i buoni non vincono sempre” e la “giustizia non trionfa sempre” ma onestamente quando leggo non è che desidero che qualcuno mi ricordi la “cruda realtà” (la conosco già…), quanto piuttosto spostarmi un una “dimensione” in cui, a forza di insistere, di combattere, di stringere i denti, di fare sacrifici…, qualche soddisfazione e qualche aspettativa di felicità siano quanto meno possibili..!
Se a tutti gli elementi menzionati sopra, aggiungiamo il contesto storico-sociale, per me assolutamente fondamentale, e beh, allora vado a nozze…; tendo sempre a scegliere romanzi ambientati nei secoli passati, possibilmente antecedenti al ‘900.
Fiore di Scozia è un romanzo che contiene tutti quegli elementi che attraggono la mia attenzione: personaggi ben delineati a livello fisico e caratteriale, amore e passione, intrighi, ingiustizie, soprusi… inseriti nella Scozia del 1745-1747, durante la rivolta giacobita, capeggiata dal pretendente al trono Carlo Stuart, per liberare la Scozia dalla Corona inglese.
Come la stessa Autrice spiega brevemente a fine romanzo, non ci sono purtroppo molte informazioni in italiano su questo episodio storico, il che rende la scelta da parte della stessa ancora più apprezzabile, per quel che mi riguarda, visto che adesso in me si è accesa una certa curiosità verso questa parte di storia europea non molto nota ai più.
La trama di per sé non è complessa, anzi è semplice e “lineare”: i due scozzesi, la bella Deirdre e il suo amato fidanzato Alexander, sono promessi sposi; a dividerli, la guerra, il desiderio di combattere per la libertà del proprio Paese; ad unirli, il loro amore forte, la promessa di essere fedeli l’uno all’altro, la speranza di poter vivere in un Paese libero!
Ma i sogni non coincidono sempre con la realtà e il destino ha in serbo qualcosa di diverso per i due e per le loro famiglie.
Alex andrà a combattere ma, ahilui, l’esercito di Carlo non è adatto a fronteggiare quello armato ed organizzato degli inglesi; le cose non vanno come gli scozzesi speravano e molte saranno le perdite umane, materiali…: le guerre, si sa, non lasciano mai indenni coloro che ne sono coinvolti e recano solo dolore, morte, rovina, desolazione.
In situazioni drammatiche come queste, l’amore di Deirdre e Alex si trova a dove affrontare la propria “piccola guerra personale”, a causa di persone che invaderanno il campo dei due sposi, per poter con la forza e la cattiveria imporre il proprio volere, il proprio egoismo.
Ad insidiare l’amore dei due, un uomo, un traditore della Patria, che preferisce voltare le spalle al proprio Paese pur di salvare la pelle, “vendendosi” al nemico e offrendogli i propri servigi; quest’uomo porta il nome di Sean Mourdant.