Quante volte ci sarà capitato di udire o pronunciare frasi, tra l’altro dal significato contrastante l’una dall’altra, del tipo: “Il destino di ciascuno di noi è già scritto; dobbiamo solo vivere aspettando che si realizzi”; oppure, al contrario: “Il destino non esiste...: siamo noi a dovercelo costruire! Siamo noi a decidere della nostra vita!”.
Sono frasi che si dicono e non è raro che si pensi sia l’una che l’altra cosa in base alle circostanze, senza che questo significhi essere incoerenti o avere le idee poco chiare.
In fondo, quando si parla del senso della vita e della morte, umanamente parlando, è davvero difficile poter fare affermazioni certe ed inequivocabili. Se potessimo, non combatteremmo in tutti i modi per far valere la nostra volontà, i nostri desideri?
Diciamocelo: non decidiamo noi quando nascere e (tolti i casi di suicidio) non decidiamo noi quando morire; neanche in che modo a dire il vero.
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Ed. Il Ciliegio
collana Narrativa
336 pp
17 euro
2012
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Perchè questa premessa singolare e “pseudo-filosofica” prima di recensire il fantasy appena terminato, “
Il ragazzo del destino”?
La risposta è semplice e sta nella quarta parolina del titolo: destino.
Credi nel “Destino”, inteso come una sorta di “entità indefinibile” che decide per te cosa vivrai, con chi, quando dove come...?
E se potessi, lo sfideresti?
Se dovessi dare un mio titolo al romanzo della giovane Maria Elena Gattuso, gli darei questo: “Sfida col Destino”, proprio perchè il fulcro degli avvenimenti, o meglio, la base di essi, sta nella sfida lanciata dalla protagonista, Rebecca Laida, 16enne, a un tipo che – “indossando i panni” di uno sconosciuto, almeno inizialmente – dichiara di essere il Destino e invita molto gentilmente la fanciulla ad accettarlo una volta per tutte...!
Tutto ciò che è accaduto e accadrà è opera mia; è così..., non puoi fare nulla per cambiare la cose. ARRENDITI E BASTA!.
Rebecca si rifiuta altamente di arrendersi ad un copione che un fantomatico sconosciuto – che sembra uscito dal manicomio – dice di aver già scritto anzitempo per lei e per gli altri, e si dichiara pronta a combattere con le unghie e con i denti per avere ciò che vuole!
E cosa vuole un’adolescente che frequenta il terzo liceo?
Vorrebbe che il ragazzo dei suoi sogni – il quasi 18enne Dario – si accorgesse di lei e le volesse bene; che la sua migliore amica Francesca fosse felice, e tante altre piccole cose che si possono volere a questa meravigliosa età...!
Ma qualcosa non va come lei vorrebbe e il Destino mette i suoi bastoni tra le ruote alla dolce Rebecca.
Benchè la ragazza non sia il Coraggio incarnato, benchè non creda molto nelle proprie capacità, nel corso della sua incredibile vicenda riuscirà a tirar fuori tutto il meglio di sè per cercare di vincere la propria sfida col Destino, che le vuol togliere proprio ciò che lei desidera tanto.
Protagonisti, insieme a Rebecca, di questa avventura sono i ragazzi; in certi momenti mi sembrava di essere lì con loro, a scuola, al parco, per strada...
Grazie ad un linguaggio molto semplice, colloquiale e vivace, grazie alla descrizione vivida ed immediata di fatti, persone, luoghi e situazioni, resa dinamica dall’uso della prima persona per la narrazione – vivremo le avventure di Rebecca così come lei le vive, “ascoltandole” direttamente dalla sua bocca -, dai dialoghi realistici, le scene ci scorreranno davanti come in un film.