venerdì 24 agosto 2012

Recensione: LE TREDICI di Susie Moloney



Come ho già detto nella presentazione (QUI), questo libro l'ho letto praticamente in auto, scendendo dalla Svizzera....

Le tredici

Ed. Giunti
Trad. di A. Guerrera
384 pp
16 euro
ottobre 2011
Le Tredici è un romanzo horror che, personalmente, è riuscito a coinvolgermi sin dalle prime pagine.
Il libro si apre col suicidio di una delle donne appartenenti al "circolo di amiche" che fa un po' da filo conduttore a tutta la storia; questo circolo è composto da donne felici, raffinate, con una bella famiglia, un'invidiabile posizione sociale.
Dal suicidio di Chick - così soprannominata la donna - verranno fuori una serie di conseguenze che renderanno la vita di troppe persone un vero e proprio inferno.

Protagoniste di questo romanzo sono le donne: anzitutto, abbiamo Paula, una giovane donna sotto i 30 anni, costretta a vivere in uno squallido appartamento e a svolgere un ancor più squallido lavoro per mantenere se stessa e la figlioletta 12enne, Rowan, frutto di un amore adolescenziale, tragicamente interrotto dalla morte violenta del fidanzato, David.

Dopo anni di assenza dal paese che l'ha vista crescere - Haven Woods -, Paula, accompagnata dalla figlia ribelle e recalcitrante, torna a casa dalla madre Audra, in seguito ad una telefonata da parte di un'amica della madre: Audra è malata e vuol rivedere figlia e nipotina.
Ma non è così: sì, Audra è in ospedale (e che ospedale....! Non ci sono medici, non ci sono pazienti...) ma mai avrebbe voluto che Paula e Rowan tornassero!

Perché?
Leggendo, attraverso tanti piccoli e graduali particolari inquietanti, che mettono in all'erta il lettore da subito, veniamo man mano inseriti in un contesto misterioso, solo in apparenza paradisiaco ma in realtà intriso di terribili segreti, di vizi malcelati da apparenti virtù, di macerie morali coperti da manti dorati di ricchezza ed eleganza.

Una serie di circostanze faranno sì che la bambina, prima ancora della madre, si accorga di essere finita ad "Orroropoli", circondata da vecchie megere ed isteriche, dalle quali converrebbe scappare a gambe levate!

Tula, Sharie, Izzy, Aggie..: chi sono veramente? Sono davvero soltanto un gruppetto di amiche vivaci e ricche, che si aiutano a vicenda come sorelle?
E come mai tutte loro hanno subito a vari livelli qualche disgrazia?

Mamma e figlia si troveranno, loro malgrado, al centro dell'interesse "malato" delle donne-sorelle: cosa vogliono da loro? Perché vogliono che Paula entri a far parte del loro circolo? Cosa hanno da offrirle e a che prezzo?

Le donne hanno fretta che Paula sia una di loro perché sanno il valore del numero 13 e quanto sia importante che l'equilibrio, che si è rotto a causa di alcune di loro, venga ripristinato al più presto, prima che l'ira funesta di lui (questa presenza malefica costante e che incombe su Haven Woods) scoppi e accada l'irreparabile, mettendo in serio pericolo non solo la vita (apparentemente) felice delle 12 donne, ma anche quella dei loro familiari.

Non dico altro che possa far intendere oltre la trama, toglierei il gusto della lettura; aggiungo solo alcune considerazioni.
Trovo che il romanzo sia ben costruito: i personaggi sono delineati abbastanza chiaramente, il livello di suspense sale soprattutto a partire dalla seconda metà del libro e il lettore è inevitabilmente coinvolto, quasi "in pena" per le protagoniste.
Il romanzo racchiude una serie di luoghi comuni, propri dell'immaginario collettivo di sempre: il gatto nero quale simbolo del male; il cane come miglior amico dell'uomo; le streghe con il loro aspetto di vecchie pazze, pronte ad incantarti con le loro formule magiche; riferimenti alle fatture e ai malocchi con spilli e capelli...
Emerge inoltre una sorta di "denuncia" da parte dell'Autrice nei confronti di coloro che, ossessionati dalla frenesia di voler apparire perfetti e ricercando quindi a tutti i costi bellezza, giovinezza, successo, ricchezza, figli senza difetti, carriera..., finiscono per vivere una vita fatta solo di apparenza, superficialità, che li porta addirittura ad accettare di pagare prezzi alti, troppo alti... pur di ottenere ciò che hanno sempre desiderato.
E poi l'eterna lotta tra il Bene e il Male, con una chiara contrapposizione tra Dio e il maligno, che la Moloney non chiama mai diavolo o satana, ma che comunque lascia intendere come si riferisca proprio a lui, ad esempio associandolo alla capra.
E come in ogni horror che si rispetti in cui c'è di mezzo il maligno, non può mancare la necessità di "ravvedimento" e di pregare per scacciare gli spiriti.
Termino ricordando la sensazione di leggera  (neanche tanto, a dire il vero, per una fifona come me) inquietudine provata leggendo le ultime righe: tutto è "risolto", siamo alla fine ormai, eppure l'Autrice ci lascia ancora quel sapore di mistero indefinibile in bocca...

L'ho letto molto volentieri, è stata davvero una lettura coinvolgente.


4 commenti:

  1. Bellissima questa recensione! E' un pezzo che guardo questo libro e lo prendo tra le mani ogni volta che entro in libreria... poi do sempre la precedenza ad altro: mi sa che è ora che mi decido a portarlo alla cassa :)

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    Risposte
    1. Ciao Lorenza!! Grazie!
      Se lo leggi fammi sapere che ne pensi!! ;)

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  2. Che bella recensione!!!devo dire che questo libro mi interessa sempre di più!!!
    dovrò procurarmelo!!!!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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