martedì 11 novembre 2014

!Il suo ultimo respiro" - "La bambola che imparò ad amare": in wishlist!



Altri libri che finiscono nella lista dei "libri da comperare e leggere"!!

Dall’autrice bestseller del New York Times, Linda Castillo, arriva Il suo ultimo respiro. Il quinto volume della serie dedicata a Kate Burkholder è finalista agli International Thriller Writers Awards 2014.

IL SUO ULTIMO RESPIRO
di Linda Castillo



TimeCrime (Fanucci)
12.90 euro
354 pp
Ottobre 2014

Trama

Il sole sta tramontando su Painters Mill, e dalle nubi che gravano sul cielo iniziano a cadere le prime gocce di pioggia. Un padre amish sta tornando a casa con i suoi tre figli, guida il calesse, e tutti insieme intonano una vecchia filastrocca. 
La strada è deserta, si può sentire solo il frusciare del vento tra i rami e il rumore degli zoccoli del cavallo sull’asfalto.
Poi, all’improvviso, il rombo violento di un motore. 
Un’auto che sembra sbucata dal nulla sfreccia a tutta velocità verso di loro. Infine il silenzio cala il suo pietoso sudario.
Quando il commissario Kate Burkholder giunge sul luogo per i primi accertamenti, appare subito chiaro che non si tratta di un incidente stradale come altri, l’impatto non è stato colposo. Alla guida dell’auto non c’era un pirata della strada ubriaco, ma un killer a sangue freddo, e forse va stanato proprio tra gli abitanti di Painters Mill.
Ma chi ha voluto uccidere un diacono amish e due dei suoi figli? E per quale motivo? 
A piangerli sono rimasti una vedova e un ragazzo che si aggrappa alla vita nel reparto di terapia intensiva di un ospedale, incapace di comunicare. È l’unico testimone di quanto accaduto quella maledetta sera. L’unico che potrebbe indicare una direzione per le indagini.
Kate Burkholder barcolla nel buio, e per trovare risposta alle sue domande dovrà intraprendere un viaggio agghiacciante nei più oscuri meandri del cuore umano, che metterà in discussione tutto ciò in cui ha sempre creduto.

L'autrice.
Linda Castillo è una delle più note autrici statunitensi di thriller. Tradotti in quattordici Paesi, i suoi romanzi sono stati insigniti di numerosi premi, tra i quali il Daphne du Maurier Award of Excellence e l’Holt Medallion; è stata inoltre finalista al prestigioso Rita Award per il miglior esordio. Costretta al silenzio è il primo volume della serie dedicata a Kate Burkholder, a cui hanno fatto seguito La lunga notte (Timecrime, 2012) e Breaking silence (In un vicolo cieco, di prossima pubblicazione). Vive con il marito in Texas
.

LA BAMBOLA CHE IMPARO' AD AMARE
di Rafik Schami


Ed. Garzanti
Trad. P.Scopacasa
178 pp
16.60 euro
Novembre 2014

«Una storia poetica e universale sull'amicizia e l'amore. Rafik Schami con il suo stile delicato e suggestivo descrive quel prezioso momento in cui il bambino che è in ognuno di noi torna a far sentire la sua voce
«Frankfurter Rundschau»


Tutti hanno un cuore.
Pochi sanno ascoltarlo davvero.
Ma a volte basta perdersi a guardare le stelle.


Trama

Piove, e la piccola Nina immagina già una grigia giornata senza poter uscire a giocare. 
Ma suo padre sa come salvarla dalla noia: una passeggiata al mercato delle pulci. Nina adora girare per le bancarelle, perché possono nascondere oggetti inaspettatamente preziosi. 
Ed è proprio lì che rimane incantata da due occhi verdi che la scrutano da sotto una massa di riccioli rossi. 
Sono quelli di una bambola. Si chiama Minimè ed è molto speciale: sa parlare. 
Solo con i bambini ovviamente, perché i grandi non la stanno più a sentire. 
Purtroppo, come tutte le bambole, non ha un cuore. Eppure ha un grande dono, quello di aiutare i bambini che si prendono cura di lei. Perché Minimè riesce a scacciare la paura. 
Basta stringerla tra le braccia e ogni timore svanisce: né i mostri sotto il letto né il buio riescono più a spaventare Nina. 
Giorno dopo giorno diventano inseparabili, e Minimè per la prima volta sente che si sta affezionando alla bambina come non ha mai fatto con nessun'altra. 
E quando Nina viene ricoverata in ospedale, la bambola si preoccupa così tanto per lei da desiderare di avere un cuore per farle capire quanto le vuole bene. 
Perché sa che solo con il cuore di un bambino si possono apprezzare le cose davvero importanti, si può guardare al mondo ogni giorno con meraviglia, si possono provare emozioni profonde, ingenue, vere. Si può imparare ad amare.

Rafik Schami, pubblicato in ventuno paesi e vincitore di numerosi premi, regala ai suoi lettori una favola per adulti e bambini. La bambola che imparò ad amare è una storia dolce che insegna come diventando grandi non si riesca più a cogliere la bellezza che ci circonda ogni giorno. Ma non bisogna perdere la speranza, ci ricorda Minimè, perché se lo si desidera davvero si può ritrovare lo spirito dell'infanzia. Si può cogliere di nuovo la magia della luna che splende e di una farfalla che vola leggera trascinata dal vento. Si può provare di nuovo ad ascoltare il proprio cuore.

L'autore.
Rafik Schami è nato nel 1946 nel quartiere cristiano aramaico di Damasco. Figlio di un fornaio, nel 1971 è stato costretto all'esilio, si è rifugiato in Germania e ha studiato chimica a Heidelberg. Oggi è tra i più noti scrittori di lingua tedesca. I suoi romanzi sono stati tradotti in ventun lingue e hanno vinto numerosi premi. Il lato oscuro dell'amore, pubblicato in Germania nel 2004, è stato per mesi ai vertici della classifica dei best seller
.

lunedì 10 novembre 2014

Recensione: 'LA BAMBINA DAI CAPELLI DI LUCE E VENTO' di Laura Bonalumi



Ultimo libro terminato e che ben si addice al periodo invernale e all'atmosfera natalizia che già nelle prossime settimane ci avvolgerà!!
Magari potrebbe essere un'idea-regalo per qualche lettore giovanissimo!!

LA BAMBINA DAI CAPELLI DI LUCE E VENTO
di Laura Bonalumi


Ed. Fanucci Tweens - 
240 pp 
13 euro
USCITA 10 GENNAIO 2013
Viola è la protagonista di questo romanzo.
E' una ragazzina di undici anni e ha una grande passione: la neve, con tutto ciò che la riguarda: dalla forma dei fiocchi di neve alla loro composizione (aspetti scientifici sui quali è informatissima!! Una vera e propria enciclopedia) alle parole specifiche - appartenenti al linguaggio degli eschimesi  - per poterla nominare.

Vive in una grande città dove nevica spesso con la sua famiglia "a metà”: Maria Giulia, la sorella sedicenne, e la mamma, sempre di fretta e spesso stressata.
La mamma s'è separata dal papà dentista, che però è presente nella vita delle figlie, in quella di Viola soprattutto, visto che Maria Giulia è così arrabbiata con i genitori da non riuscire a relazionarsi serenamente con loro, così che i litigi con la mamma sono all'ordine del giorno, in casa, mentre con il povero padre ostenta un atteggiamento di indifferenza.

Viola è una bimba davvero speciale.
Ma questo suo essere speciale è qualcosa che deve venir fuori pian piano e, a quanto pare, nessuno finora se n'è accorto (o forse solo la nonna?), visto che la ragazzina è solitaria, ha pochissimi amici e a scuola si sente inadeguata, tanto da risultare ed essere additata come strana, anzi addirittura le affibbiano la parola più brutta: "pazza".

Viola è sensibile, intelligente, dolce... e soffre questa sua "condizione di invisibilità", tanto a scuola quanto in famiglia; soffre inoltre la separazione dei genitori e trova davvero inutile andare dalla psicologa a dire i fatti propri.
A lei interessa solo la sua neve ed aspetta con ansia che nevichi per poter catturare un leggero e magico fiocco di neve!!!

Persa tra i suoi cristalli di ghiaccio, Viola vivrà un'avventura meravigliosa e magica: pochi giorni prima di Natale, trova sull’autobus un oggetto luminoso, cioè un fermaglio per capelli a forma di fiocco di neve
Viola lo prende, lo porta con sé e lo studia; la cosa strana è che solo lei può vederlo.
Perché?
La risposta arriva con la comparsa di Emily, la ragazzina con i capelli di vento, che appare, svanisce e riappare lasciando dietro di sé, polvere dorata.
Emily è anche lei speciale e spiega ad una stupefatta Viola di essere una "passante", che vive a metà, tra la vita e il sonno, tra la realtà e il riposo eterno: Emily in realtà è in coma, in seguito ad un incidente e "qualcuno dall'Alto" ha stabilito che per svegliarla c'è bisogno dell'intervento di un'anima pura, innocente, sensibile..., speciale.
Come solo Viola può esserlo.

Viola dovrà aiutarla a svegliarsi. 

Ma come?

Con il supporto di un padre comprensivo, di una nonna e di una bisnonna dalle tradizioni e dal passato familiare davvero particolari, Viola assolve il suo compito, la sua missione e a beneficiarne non sarà soltanto Emily, ma lei stessa... e forse anche chi le è attorno!

La bambina dai capelli di luce e vento è un romanzo dolce, autentico e coinvolgente, una storia che commuove perchè davvero ricca di sentimento e spontaneità: una lettura che rimarrà impressa nel cuore e nella mente, un po' come quei libri dell'infanzia che abbiamo tanto amato (vedi Il piccolo principe) .

Mi ha commossa e intenerita la protagonista perchè l'ho sentita così vicina alla me undicenne: solitaria, con poca fiducia in se stessa, accompagnata dall'eterna sensazione di essere inadeguata, poco apprezzata e col timore di non saper fare nulla di bello.

Viola è una ragazzina che sta crescendo ed ha bisogno di conferme e rassicurazioni, di affetto, dimostrato non frettolosamente, tra un rimprovero e l'altro, ma con una carezza, un abbraccio, un momento condiviso parlando di sè.

A volte vorremmo davvero (e forse ne abbiamo bisogno!) che un incontro speciale, con personaggi magici, da favola, misteriosi, che compaiono all'improvviso nella nostra vita senza che li abbiamo chiamati.., ci aiutasse a "raddrizzare un po' il tiro", ad apprezzare di più noi stessi e chi ci è vicino, per farci sentire che la vita è davvero breve ed evanescente, come un fiocco di neve, e non ci conviene perdere tempo in litigi e baruffe, ma sarebbe opportuno trascorrere del tempo con chi amiamo e coltivando ciò che ci fa star bene.

Cosa saremmo senza amore?
E senza una passione da custodire e coltivare?

Il libro della Bonalumi racconta una storia a metà strada tra la realtà e la fantasia, è un po' una favola che solletica la tenerezza del lettore, la sua sensibilità, lasciandogli scorgere quanta gioia può essere nascosta in un'amicizia particolare, in un gesto d'affetto sincero, in un atteggiamento di comprensione... e nelle piccole cose - ritenute spesso insignificanti - come un leggero fiocco di neve.

Quanto amore e quanto bene si racchiudono in poche parole, "Nagligivagit", cioè Ti voglio bene!! Impariamo a dirle più spesso e a non darle per scontato!

Recensione film 'LA RAGAZZA DELLA PORTA ACCANTO' di Gregory Wilson



La settimana scorsa ho visto un film che mi ha molto turbata per le scene e per la storia in sè.


LA RAGAZZA DELLA PORTA ACCANTO

clicca per TRAILER

Questo film è tratto dall'omonimo romanzo di Jack Ketchum, che a sua volta prende spunto da un fatto di cronaca nera americana molto crudo: le torture e il feroce, barbaro assassinio della povera adolescente Sylvia Likens, ad opera della cosiddetta "madre tortura", tale Gertrude Baniszewski.

Del libro avevamo già parlato QUI.

Di questo film il "maestro dell'horror" ha detto: Il primo film americano realmente scioccante da quando vidi Henry: Pioggia di Sangue (1986) oltre 20 anni fa. Se siete facilmente impressionabili, non dovreste guardare questo film. Se, d'altro canto, siete pronti a dare uno sguardo verso l'inferno in stile suburbano, The Girl Next Door non vi deluderà. Questo è il lato oscuro della luna di Stand By Me

Regia: Gregory Wilson

Cast:

Blythe Auffarth: Meg Loughlin
Blanche Baker: Ruth Chandler
Daniel Manche: David Moran
Madeline Taylor: Susan Loughlin
William Atherton: David Moran adulto
Kevin Chamberlin: poliziotto


Siamo negli anni Cinquanta, in America, nel New Jersey, e un ormai adulto David assiste ad un incidente stradale e con la memoria torna all'estate di molti e molti anni prima, a quando aveva solo 12 anni.
Il David 12enne è un ragazzino "normale", tranquillo, con la sua combriccola di amici e un principio di interesse verso l'altro sesso.
Conosce la giovane Meg Loughlin, rimasta orfana in seguito ad un incidente (i genitori sono deceduti) e che si trasferisce con la sorellina Susan (che ha riportato un handicap fisico, alle gambe), nella casa accanto a quella di David, dove vive la strana zia Ruth...
Ruth, in apparenza ottima madre di famiglia, nasconde una vena di sadismo e alienazione, che sfoga dapprima sottoponendo le ragazze a percosse sempre più violente e dolorose, poi dando vita a una serie di torture fisiche e psicologiche di cui David e gli altri ragazzi del vicinato divengono testimoni e, in qualche modo, complici inconsapevoli.

Ruth è davvero un personaggio diabolico: con la sua calma imperturbabile e sospetta, la sigaretta sempre in bocca, i suoi occhi di ghiaccio e quell'espressione fredda e priva di sentimenti, pensa ogni giorno a come infierire sulle nipoti, sulla povera ed inabile Susan - che dice di voler "semplicemente" educare - e soprattutto su Meg, che è un'adolescente dolce, silenziosa e carina.
Così carina da destare evidentemente le ire della sola e magrissima Ruth, fissata in particolare sull'idea che la nipote se ne vada in giro a donare generosamente "le proprie grazie" ai giovanotti, David compreso, che lei conosce bene in quanto non solo vicino di casa, ma anche amico dei figli.

Questi ultimi sono completamente in balia delle follie sadiche e malvagie della mamma, che a un certo punto in poi non metterà alcun freno al comportamento dei ragazzi, che cominceranno molto orgogliosamente ad imitare le cattiverie materne e ad esercitarle verso la povera Meg.

Meg si ritroverà ad essere legata e messa in cantina, luogo che diverrà il suo personalissimo inferno, in cui subirà violenze fisiche e psicologiche inaudite.

La cosa drammatica del film, che lascia basiti ma anche indignati, è che Meg viene rinchiusa in una cantina dove è quotidianamente visitata non soltanto dalla pazza famiglia di Ruth, ma anche dai ragazzini che abitano nei dintorni, che divengono spettatori passivi (non tutti, alcuni vengono coinvolti da Ruth, affinchè si "divertano" anch'essi a infierire sulla povera vittima) di una atrocità che sembra uscire fuori dallo schermo e prendere lo spettatore... per la gola, lo stomaco... mozzandogli il respiro e lasciandolo inchiodato davanti al video.

Cosa spinge una persona a riversare su un proprio simile una dose inconcepibile di crudeltà?
Quanta cattiveria può risiedere nel cuore di un essere umano, che pure riesce a fingere una vita normale agli occhi della società, per poi trasformarsi (tra le mura di casa propria) in una sorta di ... "diavolo"?

Cosa scatta nella mente di un gruppo di ragazzini che, messi di fronte allo spettacolo della violenza gratuita, non riescono a ribellarsi ad essa, ma anzi ne restano atterriti, paralizzati, silenziosi, come se ciò che vedono non li toccasse, non richiedesse il loro intervento, come se il loro silenzio non li rendesse colpevoli?

Perchè David - forse l'unico del "gruppo di spettatori" a soffrire per le schifezze cui assiste - non denuncia Ruth e i figli? Perchè non si confida da subito con i genitori?
E quando si deciderà ad andare alla polizia, riuscirà a liberare la povera Meg - ormai ombra di se stessa - dalle grinfie di una matta senza scrupoli e senza moralità?

Il film inizia in un modo "soft": Ruth è acida, scostante, maligna, algida..., non risparmia insulti e minacce alle nipoti ma le due sono ancora in una condizione "vivibile", dalla quale potrebbero addirittura ancora fuggire!
E' da un certo momento in poi che lo spettatore viene scaraventato nella cantina con Meg, legata con le braccia in alto, nuda, imbavagliata (occhi e bocca), lasciata a se stessa, denutrita, picchiata, abusata... e l'incubo di Meg diventa quello di chi guarda.
Ne viene fuori qualcosa di devastante e crudo (per usare un eufemismo), ma in una maniera... esagerata.

Ho avuto spesse volte, durante la visione del film, la tentazione di spegnere il pc, perchè mi chiedevo: che senso ha questa "pornografia della violenza"? Che messaggio lascia allo spettatore questo film?

L'ho visto tutto, però; forse perchè sapevo che le torture inaudite subite da Meg nella finzione, qualcuno (Sylvia) le ha subite davvero, e qualcosa mi ha spinto ad arrivare alla fine...

Chissà, sarà quella parte (piccola, mi auguro) un po' oscura che c'è in ogni essere umano e che ci spinge a guardare da lontano la malvagità, la violenza, soddisfacendo quella inquietante, strana e morbosa curiosità che proviamo verso il Male..., per capire e vedere fino a che livello infimo può giungere la mente umana, quando perde ogni contatto con la realtà e col senso comune del bene e del giusto.

Non mi sento di consigliarne la visione..., soprattutto ai più sensibili; è un film che rischia di lasciare ben poco a chi lo guarda, se non un magone all'altezza dello stomaco e un sospiro di egoistico sollievo nello staccare gli occhi dallo schermo, guardarsi attorno e pensare: "Ok, sono al sicuro a casa mia, tra persone che mi vogliono bene e che non hanno alcuna intenzione di tenermi legato in cantina...".

Consigliato SOLO a chi ama il genere horror/splatter e ritiene di non essere un tipo impressionabile.


Per leggere le recensione di altri film clicca sull'etichetta "Cinema"

domenica 9 novembre 2014

Recensione film: "La ragazza del dipinto" di Amma Asante



2014
Regia: Amma Asante

Il film britannico Belle, con Gugu Mbatha-Raw, Tom Wilkinson e Tom Felton, racconta la storia vera di Dido Elizabeth Belle, figlia di un ufficiale della marina inglese e di una donna africana.

Tratto da una storia vera, Belle racconta la vita di una ragazza dal sangue misto, Dido. 
Portata in Inghilterra dal padre, ufficiale della marina britannica, viene cresciuta ed educata come un’aristocratica, sopportando però le discriminazioni dovute alla sua diversa etnia. 
Insieme alla cugina Elizabeth, Dido impara sulla sua pelle le regole e le convenzioni sociali del tempo. L’incontro con un giovane avvocato, John Davinier, cambia tuttavia la sua percezione di se stessa: l’amore che nasce tra i due porta la famiglia di Dido a rivedere la concezione tradizionale sul concetto di razza vigente al tempo.


Ho visto il film in streaming pochi giorni fa e l'ho trovato molto bello.
A me piacciono le storie ambientate nel passato e nella società londinese tra Settecento e Ottocento, con i suoi abiti raffinati e le sue abitudini e convenzioni eleganti ma anche molto rigide.
Dido è un bel personaggio: una donna giovane forte, determinata, fiera di sè e delle proprie origini, nonostante proprio queste ultime la costringono a stare sempre un po' ai margini della società come della famiglia.

Sì perchè, nonostante sia amata dai Mansfield, che l'hanno cresciuta praticamente come una figlia, essi non la lasciano pranzare con loro e tanto meno le permettono di presentarsi alle cene con eventuali ospiti, per non urtare la sensibilità di questi ultimi.
E' un periodo in cui si parla ancora di schiavismo dei neri e della conseguente discriminazione nei loro confronti, considerati inferiori.
La stessa Dido, che pure è figlia di una persona di alto rango - che le ha lasciato una cospicua eredità (tale da renderla, potenzialmente, un "buon partito") - ed ha ricevuto un'invidiabile educazione ed istruzione, dovrà subire il disprezzo e le umiliazioni da parte di famiglie alla ricerca di una moglie ricca (per i propri rampolli) e di certo non mulatta... (particolare, questo, visto come una cosa di cui vergognarsi).

Ma Dido ha un bel caratterino, è intelligente, istruita e sente di non dover assolutamente provare vergogna per il colore della propria pelle perchè non è questo a rendere una persona migliore o peggiore di un'altra.

dido e davinier
A rafforzare le sue convinzioni ci penserà l'incontro con un giovane avvocato, Mr. Davinier, che si batterà con ardore perchè certe discriminazioni verso i neri siano abolite e le sue opinioni progressiste in merito al Massacro della Zong (tale caso riguardava la richiesta all'assicurazione, da parte dell'armatore della nave Zong, di pagare il premio per la morte degli schiavi di colore assicurati, morti durante il tragitto in mare. Il capitano della nave sostiene che gli schiavi sono stati gettati in mare per salvare l'equipaggio della nave, in quanto non vi era sufficiente acqua potabile per tutti. Ma non fu quella la vera motivazione, bensì  il desiderio di.... frodare la compagnia assicurativa!!) potrebbero creare uno spiraglio di modernità in un contesto che ancora si dimostra gretto e chiuso.

In certi momenti del film - soprattutto quando s trattava di andare in giro per salotti e ricevimenti alla ricerca di un fidanzato per lady Elizabeth - sembrava di essere in un romanzo della Austen e questo ha dato un po' di "brio" e leggerezza ad un film che di per sè è abbastanza serio.

Non l'ho trovato mai noioso e mi sono piaciuti sia i personaggi che l'ambientazione e le tematiche affrontate.

Consigliato agli amanti del genere drammatico e di ambientazione storica,  con abiti e usanze del tempo di riferimento.




Per leggere le recensione di altri film clicca sull'etichetta "Cinema"

sabato 8 novembre 2014

Poesie da leggere: 'GRAFFITI DI SILENZIO' di Antonio Aschiarolo



Fino ad oggi, 8 novembre, avete la possibilità di leggere e scaricare gratis la bellissima raccolta di poesia di Antonio Aschiarolo.

GRAFFITI DI SILENZIO
di Antonio Aschiarolo


LINK AMAZON
"Graffiti di silenzio" è una raccolta di poesie in cui emerge in superficie il suggestivo romanticismo dell'autore che, con fertile estro creativo e inesauribile sfogo sentimentale, tinge ogni pagina di emozione.
L'ombra cede il passo al sogno che veglia costantemente su ogni verso in un clima misterioso e magicamente simbolico. L'orma della passione e l'eco del dolore, il senso della spiritualità e dell'amore trovano riparo nella libera visione del mondo.

"L'immaginazione è l'eco vagante che solo un poeta può imprigionare nella rete di un verso" (cit.)


Io le ho lette e vi assicuro che sono dei versi molto belli, ben scritti e che rivelano una grande sensibilità e delicatezza.
Caratteristiche che ho già incontrato in questo Autore, del quale ho letto tre belle favole, magiche, semplici e in grado di risvegliare emozioni e riflessioni profonde nel lettore.

Vi lascio solo una delle sue poesie, invitandovi a leggere le altre!!

SORGENTE DI LACRIME

La poesia che nasce da una sorgente di lacrime,
arricchisce di raro splendore il mare che la raccoglie.
E' l'ultimo baluardo della bellezza,
e sorge al di là di porte invisibili.

Dietro le pagine di "Mr Mercedes" (S. King)



L'ultimo romanzo del maestro dell'horror, pubblicato in Italia, è stato "Mr Mercedes".

.
Sinossi

In una cittadina del Midwest, all’alba, centinaia di persone disoccupate sono in fila in attesa di trovare un posto a una job fair. Improvvisamente una Mercedes impazzita solca la folla, facendo una strage. Che non si tratti di un incidente è provato dal fatto che il conducente, dopo la prima falciata, fa inversione per caricare di nuovo e fuggire quindi a tutta velocità.
Mesi dopo Bill Hodges, ormai in pensione ma ancora ossessionato da quel crimine senza risposta, riceve una lettera da Bradly Hartfield, che si auto identifica come colpevole, minacciando di attaccare di nuovo.
Inizia quindi un’incalzante lotta contro il tempo, una partita a scacchi tra bene e male che, secondo le prime voci di chi ha avuto modo di vedere il libro a lavori in corso, è stata costruita con maestria da uno Stephen King in grande forma. Queste, per esempio, sono le parole di Philippa Pride, editor della casa editrice britannica Hodder & Stoughton: “Ancora una volta il re mostra la gamma e la versatilità della sua scrittura, così come la potenza pura della sua narrazione”.




Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?".



Cosa ha ispirato il maestro King nella stesura di questo romanzo?

King ha dichiarato che Mr. Mercedes si ispira a un vero e proprio evento, quello di una donna alla guida di un'auto e che originariamente era stato pensato per essere un racconto lungo poche pagine.

Lo scorso anno lo scrittore si trovava in South Carolina di ritorno nel Maine.
Stanco della guida, decise di fermarsi per una notte in un motel sulla strada. Sistematosi per la sera, accese la tv e il telegiornale locale riportava la notizia di una nuova apertura di un Mc Donald's che avrebbe assunto del nuovo personale.
,
Quasi mille persone sono accorse al colloquio.
Nel caos che si stava creando fuori il locale però, era inevitabile che succedesse qualche battibecco tra le persone presenti: scoppia una rissa tra due donne, una delle quali sale dentro una macchina e si scaglia contro la folla di disoccupati. Poi, in retromarcia, ferisce altre persone dietro di lei.
Il macabro bilancio finale è di 12 morti.
Da qui Stephen King ha preso ispirazione per scrivere Mr. Mercedes.

fonte

Chi era la "ragazza del dipinto"? Storie vere al cinema



La storia di oggi, che ha ispirato non un romanzo bensì un film - da non molto portato al cinema e del quale parleremo domani - è quella relativa a Dido Elizabeth Belle.

Il dipinto è questo..

Dipinto di due giovani donne
(Johann Zoffany)
Ritratto di Dido Elizabeth Belle Lindsay
con la cugina Lady Elizabeth Murray
 Dido Elizabeth Belle è nata (schiava) nel 1761 nelle Indie Occidentali, da una donna africana conosciuta come Maria Belle. Suo padre era Sir John Lindsay, ufficiale di marina e poi capitano della nave da guerra britannica.
L'uomo prese come amante Maria Belle, che era su una nave spagnola da lui catturata, ed ebbe con lei una figlia, che dopo il 1765 affidò alle cure dello zio, William Murray, 1° conte di Mansfield, e di sua moglie Elisabeth. Fu battezzata come Dido Elizabeth Belle nel 1766.
padre di Belle
Il conte e la contessa di Mansfield vivevano a Kenwood House ad Hampstead, alle porte di Londra. Senza figli, stavano già allevando la nipote orfana, Lady Elizabeth Murray, nata nel 1760. E' possibile che i Mansfield abbiano preso Belle perchè fosse una compagna di giochi per Lady Elizabeth e, più tardi nella vita, la sua cameriera personale. 
Il suo ruolo all'interno della famiglia più vicino a quello di una dama di compagnia che di una cameriera.
Belle visse in casa Kenwood per 30 anni. La sua posizione era insolita, perché pur essendo in condizioni di schiavitù, Lord e Lady Mansfield la trattavano come un membro della famiglia Murray.
Le due bambine crebbero insieme, ma ben presto fu chiaro che Belle non poteva occupare in società la stessa posizione della cugina, nonostante la morte del padre ne avesse fatto un'ereditiera e il prozio ne avesse formalizzato legalmente la condizione di "nata libera". 

mansfield
Nel 1783 Lord Mansfield dovette occuparsi di uno dei casi giuridici più scottanti dell'epoca: il massacro della Zong, una nave negriera di Liverpool che, nel 1781, gettò nelle acque al largo della Giamaica 142 schiavi incatenati. La scusa ufficiale fu la carenza di acqua potabile, il vero motivo la volontà di intascare l'assicurazione sulla vita di ciascuno schiavo, per ripagare le perdite economiche di un viaggio disastroso.
belle
In virtù delle leggi dell'epoca nessun membro dell'equipaggio poteva essere accusato di omicidio, quindi il processo riguardava solo l'eventuale risarcimento economico. Come segretaria del prozio, Belle seguì i fatti da vicino ed è probabile che la sua presenza abbia influenzato Lord Mansfield nel pronunciare una sentenza rivoluzionaria: l'uccisione di innocenti era illegittima a priori e nessuna richiesta di risarcimento poteva essere accolta se nata da un atto illegale. Il primo passo verso il futuro movimento abolizionista era stato compiuto.
Belle trovò anche l'amore nel giovane avvocato John Davinier, che sposò il 5 dicembre 1793. La coppia ebbe tre bambini (i gemelli Charles e John, e William Thomas) e visse serenamente fino alla morte di lei, avvenuta nel 1804, a 43 anni.


'CACAO AMARO' di Martina Dei Cas



Carissimi, a volte presentare certi libri è anche un modo per puntare l'attenzione su delle belle iniziative, che andrebbero sostenute come meritano.
Ed eccomi qui a parlarvi di un libro, nato da un'esperienza fatta dall'Autrice, come volontaria in Nicaragua, che non solo vuol raccontare questo meraviglioso e travagliato Paese centroamericano, ma anche impegnarsi a realizzare una piccola fornitura di materiale didattico per i bambini di Waslala, per dare loro l'opportunità, attraverso l'istruzione, di lottare per realizzare i loro sogni.


CACAO AMARO
di Martina Dei Cas


Ed. Miele
Pagine: 144
Prezzo di copertina: 10,50 €
2012
Sinossi

In un Nicaragua poverissimo, dove la malavita detta regole e detiene il potere, Viana, giovane donna costretta a subire l'abbandono da parte della madre, cerca di affermarsi in un mondo in cui domina la legge del più forte. 
Grazie all'aiuto di Ena, ragazza ripudiata dal patrigno con il sogno di mettere in piedi un laboratorio di sartoria, Svetlana, donna russa occupata presso un'organizzazione che si occupa di agricoltura, e Carlos amico con cui ha condiviso la gioventù nella comunità di San Martin, Viana riesce a dimostrarsi più forte del mondo violento che vuole schiacciarla, spinta dal più grande dono che la vita avesse mai potuto farle: la figlia Raquel.

L'autrice.
Martina Dei Cas è nata a Rovereto nel 1991. Vive ad Ala (TN). Studia Giurisprudenza ad indirizzo transnazionale presso l’Università degli Studi di Trento.
Ha vinto alcuni concorsi letterari: “Racconta il Teatro- Sipario d’Oro” (Rovereto -TN), per tre edizioni, “L’immagine parla” 2008, (Palazzolo sull’Oglio- BS), 4° Premio Capannese“Renato Fucini” 2008, (Montopoli Valdarno – PI), “Scrivere per Sport 2008” (Latina), “Orme Oltremare 2009”(Genova), “Il privilegio di esistere-Mai più violenza sulle donne 2010” (Macerata), “I racconti della CSR 2011” (Milano), “Da estraneo a straniero2011” (Tufara, CB).
Si è classificata al terzo posto nel “5° Concorso Letterario Frontiere Grenzen 2009” (Fiera di Primiero, TN) e nel “Premio Omodei Zorini 2010”(Arona).
Altri suoi racconti sono editi in diverse antologie
.

Occhio al libro: 'A UN PASSO DALLA VITA' di Thomas Melis



Buon sabato, amici e lettori!!
Iniziamo questa giornata col presentare un romanzo,appartenente al genere noir/hard boiled, che ha l’ambizione di raccontare la storia di un gruppo di giovani, nati negli anni ’80, mettendo in luce i drammi e le contraddizioni di quella che un uomo come Mario Monti non ha esitato a definire “generazione perduta.

A UN PASSO DALLA VITA
di Thomas Melis


Ed. Lettere Animate
Ottobre 2014
Trama
È una Firenze fredda, notturna e mai nominata quella che fa da palcoscenico alla storia di Calisto e dei suoi sodali, il Secco e Tamagotchi.
La città è segnata dalla crisi globale, dietro l'opulenza pattinata del glorioso centro storico si nasconde la miseria dei quartieri periferici. 
Calisto è intelligente, ambizioso, arriva dal Meridione con un piano in mente e non ha intenzione di trasformarsi in una  statistica sul mondo del precariato. 
Vuole tutto: tutto quello che la vita può offrire. 
Vuole lasciarsi alle spalle lo squallore della periferia – gli spacciatori albanesi, la prostituzione, il degrado, i rave illegali –, per conquistare lo scintillio delle bottiglie di champagne che innaffiano i privè del Nabucco e del Platinum, i due locali fashion più in voga della città. 
Calisto vuole tutto e sa come vincere la partita: diventando un pezzo da novanta del narcotraffico. 
Cupamente, nella rappresentazione di un dramma collettivo della “generazione perduta”, schiava di un sistema socioeconomico degenere e illusa dalle favole di una televisione grottesca, si snoda questa storia di ingiustizie e tradimenti, ma anche di amicizie e amori forti tragicamente condannati. 
Perché il male non arriva mai per caso e la vita non dimentica mai nulla, non perdona mai nessuno.

L'autore.
Thomas Melis è nato a Tortolì, in Sardegna, nel 1980. Ha studiato presso le Università di 
Firenze e Bologna concludendo il suo percorso accademico nell’anno 2008. Nella vita si occupa 
di progettazione su fondi comunitari e consulenza aziendale per lo sviluppo. Ha collaborato con diverse riviste on line, dedicandosi alle analisi degli scenari internazionali e della politica interna. “A un passo dalla vita” è il romanzo con il quale esordisce per Lettere Animate Editore.

venerdì 7 novembre 2014

Storie dall'Oriente; "Il sogno della camera rossa"



"Non c'è un grande nome della nostra letteratura romanzesca a cui Il sogno della camera rossa non faccia pensare."
Paul Demiéville

IL SOGNO DELLA CAMERA ROSSA
di Tsao Hsueh-ch'in


Il Sogno della camera rossa
BUR Edizioni
1120 pp
15.50 euro
2009
Trama

Una grande comunità matriarcale in cui si muovono, con l'eleganza di miniature, fanciulle fortunate o sfortunate, serve o padrone, mogli o concubine.
Un'atmosfera rarefatta in cui, allegre o dolenti, fluttuano figure eteree, tra spettacoli e indovinelli, visite all'imperatore ed elaborati culti religiosi. 
Attraverso l'aura fiabesca il lettore occidentale però scopre attonito la realtà di una società complessa, imbrigliata dalla burocrazia, sottoposta a un rigido codice d'onore e vincolata a convenienze e usi immutabili, destinati a far soffrire. 
Fra i tanti personaggi a metà tra figurine e individui, compare Paoyü, il protagonista, il "diverso", che tira a sé le fila della narrazione e regge, come il principe Myskin nell'Idiota di Dostoevskij, gli equilibri precari dell'esistenza che, suo malgrado, si trova a vivere.

NOTE BIOGRAFICHE
Ts'ao Hsüeh-ch'in (1719-1763) passò la gioventù nell'agiatezza, ma, per la confisca dei beni di famiglia da parte dell'imperatore Ch'ien Lung, cadde in miseria e si ritirò a scrivere questo romanzo, di cui con certezza gli vengono attribuiti i primi 80 capitoli. Edoarda Masi (Roma 1927), docente di Letteratura cinese all'Istituto universitario orientale di Napoli, ha vissuto a Pechino e a Shanghai, dove ha insegnato Lingua italiana all'Istituto universitario di Lingue straniere
.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...