martedì 3 marzo 2015

On my wishlist: "L'amore molesto" di Elena Ferrante



Dal primo romanzo di Elena Ferrante, L'amore molesto, edito nel 1992, vincitore del premio Procida Isola di Arturo-Elsa Morante, del premio Oplonti d'argento e selezionato al Premio Strega e al premio Artemisia, è stato tratto l’omonimo film di Mario Martone, in concorso al 48º Festival di Cannes.

L'AMORE MOLESTO
di Elena Ferrante


Ed. E/O
9.50 euro
2011
Sinossi

Sullo sfondo di una Napoli dalle atmosfere grevi e soffocanti il viaggio di Delia all'interno di se stessa e del suo passato, nel tentativo di capire i motivi che hanno portato la madre a una morte misteriosa. 
I ricordi si aprono in un confronto con la figura della madre mai capita fino in fondo, amata e odiata a un tempo. 
Passato e presente si intrecciano e si confondono mentre Delia si sorprende a scoprire nuovi aspetti della sua personalità e di quella di sua madre. 
E finalmente i vuoti si riempiono, lasciando un senso di pacificazione. 
Un libro che scava nel rapporto madre-figlia senza nessuna indulgenza, con un linguaggio lucido e scarno che proprio per questo è ancora più incisivo e intenso. 
Un thriller "domestico" amaro e pieno di umanità.

L'autore.
Elena Ferrante è autrice dell'Amore molesto, da cui Mario Martone ha tratto il film omonimo. Dal romanzo successivo, I giorni dell'abbandono, è stata realizzata la pellicola di Roberto Faenza. Nel volume La frantumaglia racconta la sua esperienza di scrittrice. Nel 2006 le Edizioni E/O hanno pubblicato il ro­man­zo La figlia oscura, nel 2007 il racconto per bambini La spiaggia di notte e nel 2011 il primo volume dell'Amica geniale, seguito nel 2012 dal secondo volume, Storia del nuovo cognome
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Anteprime Neri Pozza (marzo 2015)



Prossimi arrivi Neri Pozza.

Ritratto di un matrimonio
di Robin Black

Ed. Neri Pozza
trad. C. Brovelli
256 pp
17 euro

Trama

Augusta e Owen sono sposati da così tanto tempo da essere ormai «un’unica creatura» solitaria e separata dal resto del mondo. 
Da poco vivono in campagna, in una fattoria dove la terra è un luccichio di foglie dal suolo fino al cielo, e i laghi sono così perfettamente rotondi che sembrano usciti da un libro di fiabe. Augusta è una pittrice, ha gli occhi azzurri sotto le sopracciglia nere e un’avvenenza che suggerisce forza e potenza. 
Owen è uno scrittore, ha quarantotto anni ma pare ancora un ragazzo, con i capelli lunghi che gli cadono sul viso e i maglioni che sembrano presi in prestito dal padre.
Augusta e Owen vivono in una vera e propria «enclave creativa» da quando Alison, una pittrice, ha preso in affitto la casa di fronte alla loro. Minuta, il viso sorridente, le guance tonde, gli occhi grigio chiaro che sembrano d’argento come i capelli, Alison si è rifugiata in campagna attratta dall’idea di avere degli artisti come vicini.
Abitare un’antica fattoria, dipingere ogni singolo scorcio di un luogo incantato, scrivere in un granaio su un’amena collina, essere «un’unica creatura»: la felicità sembrerebbe la condizione naturale di Augusta e Owen se… se i due osassero soltanto portare alla luce i folletti maligni che li sbeffeggiano dall’ombra e li sfidano a farli uscire.
La ragione vera del trasferimento della coppia in campagna non ha, infatti, nulla a che vedere con il coronamento del loro idillio, ma con la sua sfiorata fine, precisamente con il tradimento di Augusta, o meglio di Gus, come la chiama Owen. Un tradimento consumato anni prima con il padre di un’allieva, e rimasto una presenza costante nella loro vita. Gus ha commesso l’errore di confessarlo a Owen, con l’incauta passione di chi è convinta di purificarsi e dimentica che forse sta corrompendo chi ascolta. Da allora Owen è l’uomo che sa troppo, lo scrittore che ha in testa un opprimente pensiero fisso. Per questo trascorre giornate intere nel granaio e ne esce con l’aria afflitta. 
Per questo la sua scrittura si è raggomitolata su se stessa per poi morire.
Per fortuna, però, ora è giunta nell’enclave Nora, la figlia di Alison, il corpo longilineo, i capelli biondi legati, una versione Modigliani della madre che tuttavia, diversamente dalla lei, non dipinge ma ama la letteratura e, in modo particolare, la scrittura di Owen: un genio, per lei, una fonte di ispirazione, un autore sottovalutato, destinato a elogi postumi.

Magnifico ritratto di un matrimonio d’amore con tradimento, il romanzo di Robin Black ha ricevuto al suo apparire un’entusiastica accoglienza da parte di critica e pubblico negli Stati Uniti.

«Robin Black è una scrittrice di grande sapienza, illumina, senza inutile enfasi, la fragile complessità delle storie personali… Questo romanzo è pervaso di inquietudine, esattamente come la vita».
The Guardian
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«La potenza di questa storia sta nel come mostra, nel più piccolo dettaglio, il complicato vis-à-vis di una coppia nel tentativo di salvare il proprio matrimonio dopo un tradimento».
O: The Oprah Magazine

L'autrice.
Robin Black ha scritto una raccolta di racconti If I loved you, I would tell you this finalista al Frank O’Connor Short Story Award. Ritratto di un matrimonio è il suo primo romanzo. I suoi articoli, racconti e saggi sono apparsi in numerose riviste, tra cui O: The Oprah Magazine, The New York Times Magazine e The Southern Review. Vive a Filadelfia, con la famiglia.



Le immutabili macchie del leopardo
di Kristopher Jansma


Ed. Neri Pozza
trad. M. Togliani
272 pp
16 euro

Trama

Immaginare di avercela fatta: non vi è soluzione migliore di questa, se si è concluso poco o niente nella vita. 
Ed è quello che fa il narratore anonimo di questo sorprendente romanzo, sin da quando, tra le aule di un college, durante le lezioni di Narrativa e Poesia impartite dall’altezzoso professor Morissey all’insegna del motto «Tutta la verità dilla, ma dilla obliqua…», incontra Julian McGann, talentuoso ma tormentato scrittore, e decide di imitarlo. 
A differenza di Julian, però, il nostro non soltanto non riesce a combinare niente di buono, ma perde persino ogni testo che scrive. 
A soli otto anni, nel terminal di un aeroporto, mentre aspetta che la madre hostess finisca di distribuire arachidi tostate al miele a diciottomila piedi di altitudine e torni a prenderlo, conclude il suo primo capolavoro, ma un poliziotto sbadatamente lo getta nella spazzatura. 
Scrive altre tre storie, ma anche quelle vanno perdute: la prima sul fondo di un lago nero, la seconda nelle mani di una donna che non ricambia il suo amore, la terza in una polverosa discarica africana, avvolta nei resti strappati e insanguinati di una giacca di tweed.
Braccato dal successo di Julian, suo grande amico e rivale, e ispirato dall’amore che prova per la bellissima Evelyn Lynn Madison Demont, attrice esclusivamente di teatro con gli zigomi alti e lo sguardo annoiato, il nostro narratore decide di avventurarsi, sotto mentite spoglie, da un capo all’altro del pianeta: dai jazz club di Manhattan ai villaggi dello Sri Lanka, dal Gran Canyon alle hall degli hotel più eleganti di Dubai, dai mercati di Kumasi ai picchi ghiacciati dell’Islanda. 
Alla fine, quando per colpa delle sue stesse oblique verità rischierà di perdere l’amicizia di Julian e il legame con Evelyn, capirà che le sue «macchie»,come quelle di un leopardo, non se ne andranno mai e dovrà accettarsi così com’è.
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Grazie alla perfezione dell’intreccio e all’abilità fuori dal comune nell’unire storie e aneddoti in un’unica solida trama, il romanzo di Kristopher Jansma è il cilindro da cui l’autore, come un mago, estrae Fitzgerald, Salinger, Borges e altri grandi della letteratura, regalando al lettore un’opera rara sul potere dell’immaginazione.

L'autore.
Kristopher Jansma è nato e cresciuto nel New Jersey. Si è laureato alla Johns Hopkins University e ha ottenuto un Master in Scrittura alla Columbia University. Nel 2011 alcuni suoi racconti sono stati pubblicati sullo Shaking Literary Magazine, ottenendo numerosi premi e riconoscimenti. Le immutabili macchie del leopardo è il suo primo romanzo
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lunedì 2 marzo 2015

Anteprima. Dal 12 marzo in libreria "Reykjavík Café" di Sólveig Jónsdóttir.



E dopo una recensione, un'anteprima!!

Vi segnalo l'uscita - 12 marzo - per Sonzogno di Reykjavík Café, il romanzo della giovane esordiente islandese Sólveig Jónsdóttir.


Una commedia brillante che mescola sapientemente l’esotismo del grande nord con gli amori scombinati di quattro giovani simpatiche donne

Reykjavík Café
di Sólveig Jónsdóttir

Ed. Sonzogno
trad. di Silvia Cosimini
320 pp
17.50 euro
in libreria:
12 MARZO 2015

Trama

Per una donna i trent’anni sono un’età meravigliosa, si comincia a fare sul serio e ad assaporare il bello della vita. Peccato che non sia quasi mai veramente così. 
Hervör, Karen, Silja e Mía, ad esempio, sono tutte alle prese con situazioni sentimentali caotiche e insoddisfacenti
C’è quella che si accontenta di saltuarie notti di sesso con l’ex professore di università, chi vive dai nonni, trascorrendo i weekend in discoteca e svegliandosi ogni volta in un letto diverso. 
Oppure quella che, essendo medico, è spesso costretta a turni fuori casa e, guarda un po’, la volta che rientra senza avvisare sorprende il neo marito con una biondina. 
E poi c’è la più scombinata di tutte: è stata lasciata dal fidanzato, un avvocato benestante, e ora vive in una mansarda in mezzo agli scatoloni del trasloco, faticando a trovare un lavoro e una direzione nella vita.

Le quattro giovani donne non si conoscono né sembrano avere molti punti in comune. 
A unirle è la pausa obbligata al Reykjavík Café dove, nel buio gennaio islandese, vanno a cercare un po’ di calore e dove le loro storie finiranno per intrecciarsi. 
Finché, fra un latte macchiato e un cocktail di troppo, rovesci del destino e risate condite da improbabili consigli, ognuna troverà per sé il modo di raggiungere la propria felicità, o qualcosa di molto vicino.

«Il bestseller che ha scalato le classifiche islandesi. Non c’è da stupirsi: una lettura spiritosa, arguta, intelligente. Da buttare giù come un ottimo caffè» Buchmarkt

«Divertimento assicurato e una trama che ti avvolge dall’inizio alla fine» Fréttatíminn Weekly

«I lettori si scalderanno il cuore con questa storia di amori e passioni nel freddo Nord»  Nordis

L'autrice.
Sólveig Jónsdóttir ha studiato scienze politiche e vive a Reykjavík, dove lavora come giornalista alla redazione di «Lifestyle Magazine». Reykjavík Café è il suo primo romanzo
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Recensione: "Shikasta" di Doris Lessing



Buon lunedi, lettori!
Eccomi a parlarvi di un romanzo che proprio non mi ha "rapita", anzi..., avrei voluto mollarlo più volte nel corso della lettura, ma alla fine ho deciso comunque di terminato.

Sto parlando di Shikasta, il primo libro (dei cinque) del ciclo "Canopus in Argos", in cui Doris Lessing ha creato un nuovo cosmo, dove la Terra è il campo di battaglia di tre imperi galattici rivali.

La Lessing ha avuto il Nobel per la Letteratura nel 2007, il che contribuisce a far sentire la sottoscritta - che non ha apprezzato appieno il capolavoro letterario in questione - un'emerita ignorante (e qui scatta Sgarbi che mi urla "Capra!" a ripetizione).


SHIKASTA
di Doris Lessing


Shikasta
Ed. Fanucci
Trad. O.Palusci
496 pp
20 euro
2014
Questo librone di quasi 500 pp narra gli ultimi giorni della Terra, che è chiamata appunto Shikasta (termine che significa "distrutta, indebolita, che si può rompere"); tale cronaca è raccontata attraverso i resoconti personali e la documentazione raccolta da un certo Johor, un emissario inviato da Canopus per mettere un freno al declino. 

Se prima del Tempo della Catastrofe, il pianeta era una realtà pacifica e in armonia con fauna e flora, in seguito è divenuto teatro di guerre, carestie, epidemie e disastri ambientali, per non parlare degli abitanti, che sono stati contaminati dal "Morbo Degenerativo", che oltre a causare un decadimento ecologico, sociale, politico, etico-morale (che porta  a disobbedienza, orgoglio...), conduce anche a problemi di natura fisica e psicologica.

Canopo, attraverso i suoi inviati, desidera frenare il decadimento imponendo delle regole (nessuna violenza, nessuna crudeltà, niente spreco di risorse...) e grazie al Sigillo cerca di ricordare agli abitanti la Legge di Canopo e la loro origine.

La Lessing, pur creando una realtà a noi aliena, non può non fare riferimento ad avvenimenti a noi noti, quali le guerre mondiali, sottolineando come esse non abbiano affatto arrestato l'imbarbarimento delle popolazioni, anzi...:

"Dopo una guerra, la rinnovata discesa nelle barbarie era molto visibile - ma di fatto, la mente degli abitanti di Shikasta non collegava causa ed effetto".

Inquinamento ambientale, uso smodato di tecnologia (quale unica chiave di benessere), consumismo, contrapposizione tra bianchi e neri, tra ricchi e poveri, gli effetti devastanti del colonialismo, guerre e stermini condotti nel nome di una presunta democrazia, dell'uguaglianza e del progresso...: sono le tematiche principali che l'Autrice affronta, e lo fa attraverso uno sguardo lucido ma non spietato, e servendosi del genere fantascientifico intriso di sufismo (una dottrina islamica di perfezionamento spirituale, che è ricerca di analisi interiore, la via del cuore, la purezza di una vita senza il Male).

Nel libro non mancano riferimenti culturali importanti, come alla Divina Commedia o all'Antico Testamento, ma per lo più la religione non fa una bella figura, in quanto, pur riconoscendo che essa potrebbe essere uno strumento potenzialmente positivo (frena la brutalità nell'uomo), la stessa ha però creato la casta sacerdotale; inoltre, non è stata realmente in grado di trasformare l'interiorità della persona, ma solo di favorire l'ipocrisia e un falso senso di religiosità.

Se la prima parte del libro è costituita dalle relazioni degli Archivisti di Canopo, soprattutto di Johor, la seconda si concentra su documenti più personali; infatti, oltre a conoscere la situazione di una certa Lynda Coleridge, chiusa in un ospedale psichiatrico, leggiamo le pagine del diario di Rachel Sherban, sorella terrestre di Johor (che si chiama George).

Verso la fine del romanzo si rende noto che c'è stato un processo, che vede coinvolto sempre George/Johor, il quale accusa pubblicamente le razze bianche di aver usato arroganza e stupidità verso i "diversi", in particolare verso le razze "di colore"; c'è il riferimento alla Gran Bretagna, che ha colonizzato l'India, non rispettandone cultura e identità.
Ma gli stessi Indiani hanno sbagliato contro il proprio popolo, attraverso la creazione delle caste (Intoccabili).

La "Terra", così come ce la presenta Doris, non ci piace perché va verso lo sfacelo; l'uomo per sopravvivere ha bisogno di una trasformazione, di una sorta di rinascita che lo allontani dalle brutture di cui si è macchiato. 
Purtroppo, la Terra vera - quella in cui viviamo - non è migliore dello scenario previsto dall'Autrice e non possiamo che concordare con la spiegazione di base che ella dà dei crimini commessi da parte degli esseri umani verso i propri simili: il disprezzo verso gli altri, l'arroganza che impedisce di conoscere le altre culture, la mancanza di umiltà e umanità.

Non sono forse questi gli atteggiamenti che conducono ai conflitti, agli stermini, alla distruzione...?

Cosa posso aggiungere su questo romanzo?
Non posso dire che mi sia piaciuto e che leggerlo sia stato un piacere; assolutamente no!
Lo stile e il linguaggio (mi tolgo il cappello davanti alla traduttrice Oriana Palusci, che secondo me ha fatto un lavoro di tutto rispetto) sono ricercati, ampollosi (frasi lunghissime!!!!!!), e per questo capaci di distrarre l'attenzione del lettore (l'emozione più forte che ho provato è stata la noia); leggendo, mi sono persa un sacco di volte e ogni volta che mi sembrava di riprendere "il filo del discorso" era solo un'illusione lessinghiana (cara..., carissima Doris, mia visionaria prestigiatrice!!!).

I personaggi principali sono pochi (benché il mondo di Doris sia affollatissimo - Giganti, Nativi e emissari...), e bisogna arrivare al diario di Rachel Sherban per sentire un minimo di curiosità accendersi, grazie alla presenza di persone normali e a fatti di vita quotidiana, in cui si abbandonano un po' il linguaggio "burocratese" e le frasi troppo lunghe (leggi leggi leggi e a un certo punto ti chiedi: aspè, qual era il soggetto?).

Zero emozioni, zero coinvolgimento; i fatti narrati non seguono un ordine cronologico e per la stragrande parte del libro le parole e le proposizioni si sono susseguite davanti ai miei occhi senza che io ci capissi un granché (ripeto: questo per la prima parte del libro, la seconda è un pochino meglio).

Insomma, sopracciglia inarcate per tutto il tempo.

Doris, scusami, ma proprio non sono riuscita ad amare né te né la tua Shikasta....
E non ci penso proprio a leggere gli altri 4 libri del ciclo su Canopo.
Lo so, è un libro con il suo peso nell'ambito della letteratura internazionale contemporanea, ma io davvero non sono riuscita ad apprezzarla.

Non mi chiedete se ve lo consiglio, tanto la risposta mi sa che si intuisca da quello che ho scritto sopra.
Chiaramente, se vi piace il genere e siete più arditi di me, leggetelo. Stiamo comunque parlando di un Premio Nobel, mica pizza e fichi  ^_^

sabato 28 febbraio 2015

Prossimi arrivi Piemme (marzo 2015)



Prossimi arrivi marzolini by Piemme!


IL CLUB DELLE LETTRICI
di Jennifer L. Scott


Ed. Piemme
trad. G. Pastorino
293 pp
16.50 euro
in libreria:
3 MARZO 2015


Trama

Ci sono libri che fanno innamorare. Libri che ti aiutano a dimenticare. Libri che significano un nuovo inizio. 
Perché entrare in un libro è come vivere un'altra vita, ogni volta diversa. 
Per Jean i libri sono tutto questo, e altro ancora. 
Erano la cosa che lei e il marito amavano di più, prima che lui la lasciasse, stroncato da una malattia impietosa. 
Così, a due anni dalla sua morte, quasi per caso, i libri sono tornati a essere al centro della sua vita: ogni secondo martedì del mese, infatti, Jean prepara una deliziosa cenetta, apre una buona bottiglia di vino, e invita le sue quattro amiche per parlare dei libri letti durante il mese. 
Un book club nato quasi per caso, un po' scalcagnato e innaffiato da molto vino rosso, in cui le storie più belle della letteratura tornano a rivivere... e continuano a insegnare qualcosa anche a Jean e alle sue amiche. 
Rendendo più intense le loro vite. 
Grazie ai libri qualcuna si innamorerà, qualcun'altra troverà il coraggio di lasciare la vecchia vita, e tutte impareranno il valore della cosa più importante che c'è: l'amicizia.

Personaggi femminili che lasciano il segno, un intreccio di storie perfettamente orchestrate, citazioni letterarie da portare con sé: un romanzo per tutte le donne che amano leggere. E sognare.

L'autrice.
Jennifer L. Scott è scrittrice e redattrice di The Daily Connoisseur, blog di successo sull’arte del bel vivere. Abita a Santa Monica, in California, con un marito affascinante, le figlie adorabili e un chihuahua molto distinto.

venerdì 27 febbraio 2015

LeggiamOrientale: "La donna che veniva dalla pioggia" di Tan Twan Eng



Un romanzo che entra nella nostra "sezione orientale".

narrandOrientale


LA DONNA CHE VENIVA DALLA PIOGGIA
di Tan Twan Eng

Ed. Newton Compton
trad. C. Vatteroni
444 pp
2008

Trama

Malesia, 1939. 
Philip Hutton è un ragazzo di sedici anni. 
Per metà cinese e per metà inglese, si sente estraneo a entrambe le culture e anche alla città di Penang, dove vive come uno straniero tra la sua gente. 
Se le ragioni della lingua e del sangue non arrivano a colmare il vuoto esistenziale di Philip, l'amicizia lo porterà a guardare a mondo con occhi diversi, grazie all'incontro con Hayato Endo. Endo, maestro di aikido, introduce il ragazzo ai segreti di questa disciplina, insegnandogli anche i rudimenti della cultura e della lingua giapponese. 
Una nuova conoscenza che, nel cuore di Philip, è destinata a fare più male di una spada. 
Succede quando i giapponesi invadono la Malesia e il suo sensei dimostra di non essere un uomo buono e disinteressato ma una spia al soldo del nemico. 
Per Philip è la catastrofe. 
Costretto a collaborare con i giapponesi per difendere la propria famiglia, il ragazzo non ha nessun'altra possibilità che quella di cercare nella resistenza clandestina il suo riscatto. 
Un lavoro sotterraneo e pericoloso grazie al quale il giovane Hutton riesce a salvare moltissime vite dalla furia degli invasori e, finalmente, a trovare se stesso.

Dal 4 marzo in libreria: "La signora dei gelsomini" di Corina Bomann




E dalle atmosfere natalizie ed invernali di "Un sogno tra i fiocchi di neve", Corina a marzo ci regalerà un'altra storia, ma più ... primaverile!


LA SIGNORA DEI GELSOMINI
di Corina Bomann


Ed. Giunti
544 pp
11.90 euro
in libreria:
4 MARZO 2015


Due donne coraggiose
Una grande passione spezzata dal destino
Il mistero di una sorella perduta

Trama

Il sogno d'amore di Melanie sta finalmente per realizzarsi: presto sposerà Robert, l'uomo che ama da sempre. 
Ma il destino sembra aver deciso diversamente: Robert rimane vittima di un terribile incidente e cade in coma. 
Devastata dal dolore, Melanie mette da parte la sua carriera di fotografa per rifugiarsi nella villa di campagna della bisnonna Hannah. 
A 96 anni, Hannah sa bene quali terribili prove può riservare l'esistenza, e decide di raccontare alla nipote la sua storia, accompagnando Melanie in un viaggio avventuroso e affascinante: dall'infanzia nell'esotica Saigon, dove Hannah fu separata dall'amata sorella adottiva, alla giovinezza nella Berlino degli anni Venti, dove vivrà un amore grande e impossibile, per poi cercare un nuovo inizio a Parigi come disegnatrice di cappelli. 
Una vita piena e drammatica, costellata di perdite ma anche di doni inaspettati: perché il segreto di Hannah è aver avuto la forza di non arrendersi mai. 
Riuscirà Melanie a trovare il coraggio di seguire le orme della nonna? 
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È possibile ricominciare a lottare, quando la vita sembra averti strappato tutto quello che ami?


L'autrice,
Corina Bomann vive con la sua famiglia in una piccola cittadina tedesca. Il suo romanzo L’isola delle farfalle (Giunti 2012) si è rivelato uno straordinario longseller: ristampato in otto edizioni, è tuttora nella classifica dei libri più venduti in formato tascabile. Con altrettanto entusiasmo è stata accolta l’uscita del Giardino al chiaro di luna (Giunti 2014), ristampato più volte in pochi mesi e tradotto in 6 Paesi. Dopo "Un sogno tra i fiocchi di neve, l'Autrice torna nel 2015 Giunti con il suo nuovo, emozionante romanzo: La signora dei gelsomini
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giovedì 26 febbraio 2015

Novità in libreria (Elliot Edizioni)



Qualche novità in libreria!

IL CASO LEAVENWORTH
di Anna Katherine Green


Il caso Leavenworth
Elliot Ed.
336 pp
18.50 euro
Febbraio 2015
Trama

Voce narrante ne Il caso Leavenworth è un giovane, impetuoso avvocato di New York di nome Everett Raymond. 
Lo studio Raymond rappresenta il ricco magnate Horatio Leavenworth, che all’inizio del libro viene trovato morto per una ferita da arma da fuoco nella sua biblioteca personale sulla 5th Avenue. 
L’angolazione del proiettile esclude il suicidio e tutti i sospetti ricadono su chi frequenta abitualmente la mansion. 
Il palazzo dorato viene presentato come se fosse la versione newyorkese di una casa di campagna inglese, zeppa di maggiordomi invadenti, cameriere irlandesi, nipoti bellocce, milionari eccentrici e solitari. 
Chi deve andare a fondo nella faccenda è il detective Ebenezer Gryce, lugubre ma infaticabile, tormentato dalla gotta ma sardonico, a cui nessuno – secondo l’avvocato Raymond – affiderebbe mai un caso da risolvere. 

La Green descrive lucidamente il puzzle del caso Leavenworth finché l’ultimo pezzo non è al suo posto, aprendo la narrativa del tempo all’ingresso in campo delle donne nel segno del giallo.



THEO
di Paul Torday


Elliot Ed.
192 pp
16.50 euro
Febbraio 2015

Trama

John Elliott è stato appena nominato nuovo vicario di St. Joseph, una chiesa fatiscente con le mura crepate, un tetto che fa acqua da tutte le parti e una congregazione di appena sedici membri. 
La sua nomina è avvenuta più per scarsità di candidati che per raggiunti meriti spirituali, e tanto meno per l’arrivo di prestigiose chiamate dall’alto. 
Padre Elliot è un prete disilluso, che negli ultimi anni ha tolto sempre più puntelli alla salda fede di un tempo. 
Ma il nuovo incarico sembra dargli nuovi stimoli. 
Spinto da un rinnovato e vigoroso senso di responsabilità, decide di dare un po’ di vita alla grigia quotidianità della parrocchia. Comincia con l’organizzare lunghe, interminabili colazioni per i congregati, poi mette in piedi una vendita di torte… 
Fino al giorno in cui Theo, alunno di una scuola elementare, rivela alla comunità gli strani segni sulle mani e sui piedi che da qualche tempo appaiono per scomparire misteriosamente subito dopo. Cosa sono questi segni? 
Qualcuno commette violenze sul ragazzo o si tratta di un miracolo? 
E perché il precedente vicario è finito in un ospedale psichiatrico?

mercoledì 25 febbraio 2015

Recensione: UOMINI CHE ODIANO LE DONNE di Stieg Larsson



Un thriller svedese che mi è piaciuto molto e conto di vederne anche la trasposizione cinematografica.


UOMINI CHE ODIANO LE DONNE
di Stieg Larsson


Ed. Marsilio
667 pp
trad. C. Giorgetti Cima
2007
Il romanzo inizia con un prologo che da solo è bastato a solleticare la mia curiosità: un uomo anziano riceve da tanti anni (via posta), ogni anno e nel giorno del proprio compleanno, un regalo tanto singolare quanto inquietante: un fiore speciale e raro, inviato da un donatore anonimo.

La scena si sposta e conosciamo Mikael Blomkvist, un giornalista alla guida della nota ed apprezzata rivista Millenium.
Mikael è un ultraquarantenne intelligente e moralmente onesto, che cerca di scovare gli imprenditori disonesti e "denunciarli" attraverso la stampa; ma  un giorno - in seguito ad una soffiata di un amico, che però desidera restare anonimo - Mikael denuncia Wennestrom, un pezzo grosso dell'economia svedese, viene condannato per diffamazione ed è costretto non solo a lasciare il giornale (per salvare il salvabile) ma anche a pagare un'esosa multa e a farsi qualche mesetto di carcere.

Ma le imprese di Mikael non passano inosservate e c'è qualcuno che lo sta osservando, spiando con molta attenzione raccogliendo dettagliate informazioni su di lui, pronto a farsi vivo alla prima occasione.

Mikael è divorziato, ha una figlia adolescente che non vede spessissimo, e una vita "amorosa" abbastanza attiva, pur non essendo fidanzato con una donna in particolare; o meglio, nel corso degli anni, ha avuto (e ha) un'unica relazione fissa, quella con la collega Erika Berger, che pur essendo sposata continua ad avere una relazione extraconiugale con Mikael.

Non avendo, dunque, grossi impegni (tranne il carcere che l'aspetta), quando un potente uomo d'affari, appartenente ad una grande e nota famiglia di industriali, Henrik Vanger, lo contatta tramite  il proprio fedele avvocato Frode per affidargli un compito, seppur stupito, Mikael non si tira indietro e ascolta con curiosità la richiesta di Henrik.

L'uomo, anziano ma lucido e determinato, ha un favore da chiedere a Mikael, di cui apprezza la professionalità e l'onestà: gli propone di trascorrere del tempo in un chalet di sua proprietà a "studiare" la storia della famiglia Vanger in modo obiettivo, da esterno, e scriverne una biografia.
Ma il reale intento di Henrik è che, attraverso la consultazione di foto e documenti, Mikael possa riuscire a risolvere un misterioso caso di scomparsa e che risale a 35 anni prima.

Sono passati tutti questi anni da quando Harriet, nipote prediletta di Henrik Vanger, è scomparsa senza lasciare traccia
Il pensiero dell'uomo è che la ragazza sia stata assassinata per aver visto o scoperto qualcosa di scomodo all'interno della famiglia Vanger e che il suo assassino si diverta a mandargli il regalo (il fiore) ogni anno per ricordargli, cinicamente, la scomparsa di Harriet.

Ma chi aveva interesse a far tacere la ragazza? E perchè? 

Il mistero di Harriet è un'ossessione per Henrik, e ne ha segnato l'esistenza.
L'incarico di cercare la verità è affidato proprio a Mikael Blomkvist, che si butta nella strana missione con molto scetticismo, ma poichè non ha di meglio da fare e il compenso è allettante, accetta.

Scavare nel passato e nei segreti di una famiglia numerosa e potente, composta da membri che non si sopportano e che si "farebbero le scarpe" molto volentieri, farà emergere verità molto scomode, ma tante di esse non potrebbero venire fuori se Mikael non avesse l'aiuto giusto al momento giusto.

A fornirglielo è il personaggio più inquietante e strambo di questo romanzo; la 25enne Lisbeth Salander, abilissima hacker, tanto acuta, intelligente e geniale quanto scontrosa, ribelle e decisamente poco propensa a fidarsi del prossimo, in particolare degli uomini,
E ne ha i suoi ottimi motivi, visto che spesso e volentieri alcuni uomini incontrati sul proprio cammino - e che avrebbero dovuto "pendersi cura di lei" - l'hanno invece trattata come un oggetto, senza rispetto per la sua dignità di persona.

E se Lisbeth non sembra amare molto gli uomini, a far da filo conduttore a tutta la storia narrata è (come ci dice il titolo stesso del libro) è l'odio che certi uomini hanno per le donne.

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Sì perchè quella narrata da Larsson è una storia di dolore e perversione che certi uomini hanno perpetrato nei confronti di alcune donne, tra cui la giovanissima Harriet.

Scoprire cosa le è successo 35 anni prima, in un pomeriggio caotico e affollato, che l'ha vista sparire senza che nessuno abbia visto e sentito nulla, porterà inevitabilmente Lisbeth e Mikael a scontrarsi col Male, con la perversione che abita nell'animo e nella mente di uomini apparentemente insospettabili.

Di uomini che odiano le donne e ne sono ossessionati, tanto da nascondere una doppia personalità: quella perbene, gentile e cortese - che conoscono i più - e quella malvagia, lucida e folle allo stesso tempo, che diviene protagonista e testimone di atti inqualificabili a danno di povere donne innocenti.

Mikael giungerà alla verità passo dopo passo, facendo caso a dettagli e particolari presenti nelle vecchie foto di famiglia, o nel diario della vittima, facendo collegamenti impensabili tra loro, che sfociano nel religioso, in particolare nell'Antico Testamento e in quei passi che descrivono sanguinosi sacrifici animali.

Il ritmo del romanzo è lento nella prima parte del libro, per poi farsi più serrato via via, in particolare quando Lisbeth e Mikael si introdurranno nel cuore delle ricerche e cominceranno a dar fastidio a qualcuno, cui proprio non conviene che si faccia luce sul mistero di Harriet.

Ci sono passaggi e momenti che di per sè possono sembrare inutili ai fini della storia (tipo le relazioni sessuali del protagonista...), ma io non lI ho trovate fastidiose, e credo che certe "parentesi" allunghino sì il brodo, ma creino anche delle aspettative in vista del finale, in particolare man mano che ci si avvia alla soluzione della scomparsa di Harriet, che poi è il motore della storia.

E se Mikael - benchè protagonista - non mi ha attratto più di tanto, anzi mi è parso un po' noiosetto e troppo banale, "comune", a risaltare è forse la co-protagonista Lisbeth, per la quale ho nutrito sentimenti contrastanti: irritazione per questo suo modo di essere dura, cinica, "a sangue freddo", eccessivamente controllata e anche violenta, ma anche comprensione, perchè in fondo la sua personalità complessa è un po' frutto della società e del contesto (familiare e sociale) in cui è nata e cresciuta, e la sua stessa incapacità di fidarsi e amare è una conseguenza dell'amore mai ricevuto.

Un thriller davvero interessante, con una trama e un intreccio avvincenti soprattutto perchè il lettore segue con interesse le indagini di Mikael e si chiede chi sia il colpevole e cosa sia successo alla vittima; il finale (quantomeno quello relativo al caso Harriet)  rientra in una sorta di "happy ending" e può soddisfare le "esigenze di giustizia" del lettore.

So che questo è il primo di una trilogia e, siccome il primo libro mi ha convinta, cercherò anzitutto il film e poi anche gli altri libri! 

Voi avete letto UOMINI CHE ODIANO LE DONNE?


Recensioni correlate:

"Nemesi" di Jo Nesbo

"Il messaggio nella bottiglia" di Jussi Adler-Olsen

PREMIO LETTERARIO DON VINCENZO BARONE (2015)



Aspiranti scrittori, c'è un concorso per voi!


PREMIO LETTERARIO DON VINCENZO BARONE
Concorso di Saggistica, Narrativa, Teatro e poesia dedicato alla Calabria ai suoi usi, costumi e tradizioni...



Con sezione speciale per le opere edite!!!

Aperto alle isole linguistiche presenti in Calabria...arbreshe,occitanica e grecanica

Bando e regolamento su:
www.carnemlevare.blogspot.it - www.premioletterariobarone.onweb.it

Inviare elaborati a:
Concorso Letterario "Premio Don Vincenzo Barone' C.so Mediterraneo n. 545 - 87029 Scalea (CS)

Termine per consegna elaborati prorogato al 30 aprile 2015

Serata finale data da destinarsi nel mese di luglio 2015

Infoline: cell. 3331355663 - 3662804293
Mail: carnemlevare@libero.it

a cura di: Associazione culturale "Carnem Levare"
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