martedì 20 ottobre 2015

Recensione: .OTTO. Luce e ombra di J. C. Casalini



Buon martedì, cari lettori!
Inizio tardi questa giornata sul blog con la recensione di un romanzo particolare, appartenente al genere horror/thriller psicologico.

.OTTO. Luce e ombra
di J. C. Casalini


Ed. Vertigo
233 pp
14.90 euro
2015
Sinossi

Otto. Luce e ombra è un romanzo di Jean-Cristophe Casalini, uscito a maggio per i tipi di Vertigo.
Il libro prende il nome dal protagonista, Otto, un aspirante mago che vive in un piccolo appartamento a Mestre con Anna, la sua fidanzata. La situazione per i due comincia a farsi difficile quando Otto non riesce più a gestire il comportamento del suo riflesso, dotato di una vitalità autonoma.
Quando le cose sembrano precipitare è proprio un accordo tra Otto e il suo riflesso a portare il giovane al successo tanto desiderato. Peccato che poi la situazione prenda una piega al limite dell’allucinante, trascinando Anna e Otto in un vortice di tensione e violenza, tra omicidi ed eventi demoniaci.

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Otto è un giovane come tanti, innamorato della propria donna, la dolce e ingenua Anna, e con un grande sogno da realizzare: diventare un mago famoso e ammirato, un illusionista di prim'ordine.
Ma Otto è anche un ragazzo inquieto e tormentato: quando la sua immagine si riflette allo specchio (o su qualunque superficie riflettente) ciò che  vede è sì se stesso, ma un se stesso "diverso", con un comportamento anomalo; è come se l'altro che gli sta di fronte quando si specchia avesse una propria vita e volontà autonome e si divertisse a prendersi gioco di lui.
Otto ne è inevitabilmente turbato, soprattutto perchè sa che Anna non gli crede.

Il suo desiderio  di voler essere mago - e di esercitare questa professione con la sua amata - si scontra inizialmente con le reticenze dei genitori di lei; ma l'ostacolo più grande, che porterà alla rottura della sua relazione sentimentale e al naufragio di un sogno, è un fallimentare spettacolo di magia condotto proprio da Otto, che però si renderà ridicolo; ormai sconfitto davanti alla propria incapacità, frutto in particolare della distrazione costituita dal suo preoccupante riflesso, in preda ad una umiliazione cocente, un solo pensiero occupa la mente: farla finita.
Ma proprio quando è lì lì per porre fine alla propria esistenza,  il suo riflesso, che si staglia sulle scure acque del canale, lo ferma, parlandogli e proponendogli un patto, che si rivelerà diabolico e dalla conseguenze davvero nefaste.

"...io voglio espandermi come te, più di te. Il piano dimensionale sul quale io mi muovo è il limite del mio mondo. Come te, io voglio sentirmi libero di sconfinare nello spazio infinito. Io voglio 'uscire' come te, più di te" (...) io sono te e tu sei me, opposti e uguali nel contempo. Io non credo che tu vorrai porre fine alla tua vita quando comprenderai l'offerta che ti posso fare. (...) Facciamo un patto. Se accetti di rompere il legame che ci unisce, io ti prometto fama, ricchezza...".

Otto accetta e il Riflesso scompare per poi prendere vita in lui; da questo momento è come se Otto (anzi, .OTTO.)  si sdoppiasse, come se in lui ci fosse un'altra natura che, prendendo forza dai desideri più nascosti ed egoistici e dalla voglia di fama e successo dello stesso Otto, diventa la parte dominante che guiderà la vita e ogni sua azione.
.OTTO. è davvero un'altra persona, che da un momento all'altro si ritrova ad essere un grande mago, in grado di fare una lunga e apprezzata tournèe  nelle più famose città del mondo, venendo acclamato da gente impazzita, devota come in presenza di un dio, al quale rivolgere preghiere, da applaudire con folle entusiasmo.

E Anna?
Dopo un periodo di separazione, i due si ritrovano, innamorati e finalmente felici di poter vivere appieno il loro magico sogno. Ma non è tutto oro quello che luccica, e ben presto Anna dovrà fare i conti con qualcosa al quale non era pronta.
Otto non è cambiato solo perchè è diventato un mago eccezionale, i cui spettacoli hanno dell'incredibile, del sovrannaturale; o perchè è un uomo ricco, rispettato e acclamato da una folla di fanatici adoranti..., ma soprattutto è il suo carattere a essere cambiato radicalmente. Sì, anche prima Otto aveva scoppi d'ira, ma adesso c'è nei suoi occhi un luccichio inquietante, minaccioso, misterioso.
Malefico.
Come mai odia tanto il buio e agisce solo se c'è piena luce? 
E poi c'è la strana questione legata alla sua ombra e al suo riflesso, che è proprio l'aspetto che fa di lui il grande illusionista che è, in grado di metter su spettacoli durante i quali sono severamente vietati filmati e fotografie.
Come mai?
Cosa nasconde Otto? Quali terribili segreti si celano dietro alla sua strana persona e alle sue capacità sovrumane?
L'uomo con cui Anna aveva immaginato di vivere è lo stesso che adesso la tratta con disprezzo, mancanza di rispetto, cinismo? 
Chi è davvero Otto?

Istinti e desideri perversi, sesso estremo, omicidi efferati, strani fenomeni paranormali, terribili e demoniache profezie...: Anna e il lettore si scontrano con questo e altro nel corso della lettura, incentrata su un protagonista davvero particolare che, nonostante la sua natura incredibilmente malvagia, riesce ad imporsi come un personaggio a suo modo carismatico.
Quella di Casalini è una storia senza dubbio particolare, con diversi elementi originali, scritto con un linguaggio molto ricercato, forbito, periodi costruiti in modo "complesso" e sequenze pregne di discorsi di tipo filosofico (e non solo), ma nonostante questo la lettura risulta fluida e scorrevole.

L'Autore ci lascia entrare nella mente di Otto, mostrandoci da vicino la sua adesione al Male, contrapposta al desiderio di restare ancorata alla realtà e al Bene da parte di Anna.
Il lettore è totalmente travolto dal turbinio di parole e scene allucinanti, visionarie e forti (mi riferisco in special modo quelle di sesso), arrivando alla fine con curiosità e con la speranza che in queste tenebre maligne così dilaganti possa trionfare la Luce.
Ma in questo romanzo nulla è come sembra  e certe scelte drastiche e diaboliche rischiano di avere davvero poche vie d'uscita.
Un libro che si concentra molto su quella parte della natura umana che si lascia sedurre e attrarre dalla cupidigia, dall'egoismo, dall'ambizione sfrenata, dall'atavico e perverso desiderio dell'uomo e degli angeli di "essere come Dio", e tutto questo a scapito di se stessi e della propria anima. 
Le atmosfere sono cupe, oscure; le scene sono descritte in modo molto vivido, i dialoghi sono abbondanti, concitati, il ritmo è serrato e frenetico e il tutto è, nel complesso, coinvolgente.

Consigliato, in particolare agli amanti del genere!

lunedì 19 ottobre 2015

Frammenti di "L'ultima settimana di settembre"



Un passaggio struggente, tratto da "L'ultima settimana di settembre" di Lorenzo Licalzi.


Si è orfani o vedovi, ma non c’è una parola per dire quello che sei quando ti muore un figlio. Non c’è una parola neppure per descrivere quello che provi, perché “dolore” non è abbastanza, e anche se, amplificandolo con tutti i superlativi assoluti del vocabolario, fosse sufficiente per rendere lo strazio dell’immediatezza, perde significato nella costanza. 
Perché: “Ci sono dolori che non hanno tempo, immobili, enormi, mille volte più forti della nostra capacità di soffrire, mille volte più forti della nostra capacità di sopportarli, e che il tempo modifica solo all’apparenza, allo sguardo degli altri. Sono dolori che restano, inesorabili come un pugnale nel cuore. Dolori così grandi che ti fanno sentire in colpa se per un attimo riesci a dimenticarli con le incombenze della quotidianità o peggio ancora con una possibilità di svago. Ci convivi, perché ci convivi, ma è come avere questo pugnale nel cuore che come ti muovi, perché magari ti sei distratto, si muove un pochino anche lui, e il giorno dopo si vendica e te lo fa sanguinare di nuovo, e di più. Come se il mio cuore non avesse già sanguinato fino al 
dissanguamento” (...)
È vero, se non hai il privilegio della fede, perdere la memoria è l’unica arma possibile per sconfiggere certi dolori. Magari l’avessi persa per sempre, o trovata, invece, la fede.


sabato 17 ottobre 2015

Recensione: 9 GIORNI di Gilly McMillan



Buon sabato, cari lettori e amici!
Cosa avete letto in questa settimana e quali libri vi faranno compagnia nel weekend?
Io ho in lettura il thriller/horror "Otto.Luce e ombra" di J.C. Casalini e il romanzo "L'ultima settimana di settembre" di Licalzi; ieri sera ho terminato il thriller "9 giorni" ed ora mi accingo a parlarvene.


9 GIORNI
di Gilly McMillan


Ed. Newton Compton
trad. A. Leoncino,
S.ì. Ristori
416 pp
12 euro
in libreria
8 OTTOBRE 2015
Trama

Rachel Jenner è sconvolta e in preda al panico: suo figlio Ben, di soli otto anni, è scomparso, e lei non sa come affrontare questa tragedia.
Inoltre, a peggiorare la situazione, ci sono gli obiettivi della stampa e le telecamere delle TV che seguono lo sviluppo del caso e le stanno con il fiato sul collo.
È vero, ha commesso una leggerezza: ha perso per un attimo di vista Ben e lui è sparito e ora tutto il Paese pensa che lei sia una madre sprovveduta e vada condannata.
Ma cosa è successo veramente in quel tragico pomeriggio? Stretta fra il dramma di aver perso il figlio, le sempre più serrate indagini della polizia e la pubblica gogna dei media,
Rachel deve affrontare un’altra agghiacciante realtà: tutto quello che sa di sé e dei suoi cari si rivela una gigantesca bugia.
E non c’è più nessuno, nemmeno nella sua famiglia, di cui la donna possa fidarsi.
Il tempo stringe e forse il piccolo Ben potrebbe essere ancora salvato, ma l’opinione pubblica ha già deciso.
E tu, da che parte starai?




E' il 21 ottobre 2012 quando Ben Finch, un ragazzino di 8 anni, carino e vivace, scompare.
Era con sua madre a fare una passeggiata nel bosco, insieme al loro cane Skittle, quando, nel momento di tornare a casa, il ragazzino chiede alla mamma il permesso di avviarsi da solo insieme al fedele compagno di giochi a quattro zampe.
Seppur con reticenza, Rachel Jenner accorda il permesso.
Mai errore, mai tale leggerezza fu più grave e tragica, per il piccolo e per tutti coloro che gli vogliono bene.
Desiderosa solo di non schiacciare il figlio con la propria apprensione materna ma di aiutarlo a crescere indipendente, la donna mai avrebbe pensato che lasciare Ben solo col cane per qualche minuto avrebbe potuto avere conseguenze tanto drammatiche: giorni di terrore, pianti, disperazione profonda, solitudine, senso di colpa, pericolo.

Doveva andare tutto bene: lei sarebbe tornata a casa e vi avrebbe già trovato il suo splendido bambino, o lui sarebbe giunto subito dopo.
Ma così non è stato.
Di Ben nessuna traccia, e quando le ricerche affannose, intrise di paura e desolazione inizieranno, ad essere ritrovato sarà soltanto il cane e qualche oggetto di Ben.
Ma lui dov'è?

Rachel non si dà pace, travolta dal senso di colpa, dai rimorsi, e diventa inevitabilmente il primo bersaglio di tutti: ex-marito, polizia, stampa e opinione pubblica.
Tutti la additano, più o meno velatamente, di essere una madre instabile, isterica, troppo distratta e superficiale, anaffettiva. 
Una pessima madre.
.
Che terribile espressione per una donna che oltre al dolore di un figlio scomparso (rapito, molto probabilmente. Ucciso? Il solo pensiero le trafigge il cuore), deve sentirsi anche giudicare e accusare di una colpa tra le più atroci che si possano commettere: quella di aver fatto volutamente, o di aver procurato per distrazione e superficialità, del male al proprio unico figlio!

Cosa ne sa la gente di come sta Rachel? Di come vivevano lei e Ben?
Cosa ne sanno loro del vuoto e della depressione che l'hanno colta e sovrastata dopo il divorzio dall'ex-marito, l'apprezzato medico pediatrico John Finch?
Cosa ne sanno loro di come ci si sente umiliate e sole quando tuo marito ti lascia per un'altra più giovane e si rifà una vita con lei, mentre tu continui a restare impantanata nella tua solitudine giorno dopo giorno?
Sì, ok, forse il pensiero del matrimonio fallito negli ultimi mesi l'aveva oppressa e tolto un po' di lucidità e molta serenità, e di certo il piccolo ne aveva risentito.
Ma da qui a fargli del male o a meritarsi le accuse di non averne avuto cura, beh è davvero troppo!

Ma l'Autrice non ci dona soltanto la prospettiva di una madre affranta, bensì anche quella di un detective del Dipartimento Investigativo, Jim Clemo, e grazie a lui riusciamo ad avere una sguardo esterno della situazione e degli aspetti contraddittori che la caratterizzano.

Ma anche Jim è un essere umano come Rachel, ed anche egli ha il suo passato, i suoi "piccoli" traumi, la sua sensibilità, una suscettibilità a commettere errori di valutazione lì dove avrebbe dovuto agire con assoluta razionalità, senza riuscirci totalmente.
Jim è un ottimo investigatore, soprattutto nel condurre interrogatori pressanti ben architettati che non hanno mai fallito un colpo; è entrato in polizia sotto l'onda dell'emulazione di un padre severo e rispettato poliziotto anche lui, le cui aspettative Jim ha cercato di adempiere.
E Jim, col suo occhio allenato, parla con Rachel e la osserva, convincendosi che qualcosa in lei non va...
Ma cosa?
Il suo isterismo, la sua tendenza a perdere la testa e far scenate vogliono forse dire qualcosa di grave?
Che sia stata davvero lei a far del male a Ben, come del resto l'opinione pubblica e la stampa sono convinti?

.
Le indagini prendono il via e pian piano si diramano seguendo delle piste, alcune delle quali aventi apparentemente tutte le caratteristiche per portare all'identikit del rapitore perfetto, e ce ne sono delle altre che si insinuano nella famiglia stessa di Rachel, scardinando ogni certezza della donna e minando ogni fiducia.

Ma non mineranno la ferma convinzione che suo figlio sia vivo e che sia disperato senza i suoi genitori, come è disperata lei all'idea di non averlo protetto e al pensiero che lo stesso Ben possa pensare che non stia facendo il possibile per ritrovarlo.

Tra un capitolo e l'altro, e seguendo le due diverse prospettive narrative, veniamo immersi nei pensieri e nelle paure di una madre disperata, e nel cuore delle ricerche, che conosciamo attraverso un provato Jim, che si lascia prendere dal caso e che desidera con tutto se stesso poterlo risolvere.
E in nove giorni il caso si risolverà. In che modo e con quale soluzione, lo scoprirete leggendo il romanzo.

"9 giorni" è un thriller, a mio avviso, non attraversato da una grandissima tensione e suspense, se non in certi specifici momenti e in particolare verso il finale; ma per la maggior parte della narrazione, il ritmo è piuttosto pacato, soffermandosi sì sul progresso delle indagini, ma in particolare sull'aspetto emotivo, psicologico della tragedia.
E' come se la risoluzione del caso - per quanto fondamentale e pur restando il nocciolo della questione - venisse postposta all'indagine dei sentimenti e degli stati d'animo delle persone coinvolte, che sia la famiglia (nella persona di Rachel) o la polizia (Jim Clemo).

L'Autrice infatti lascia che il lettore viva la frustrazione di chi aspetta di sapere cosa sia successo alla vittima; un dolore, un'attesa, un avvilimento così forti e snervanti che si trascinano per soli nove giorni ma che, venendo descritti minuziosamente e giorno per giorno, ora dopo ora, dialogo dopo dialogo, si amplificano, mostrandoci quanto può essere lacerante vivere una situazione come questa: tuo figlio è stato rapito e tu non sai dov'è, come sta, non puoi consolarlo, dirgli che tu lo stai aspettando notte e giorno e che, se potessi, capovolgeresti il mondo per salvarlo da quel mostro crudele che lo strappato alla sua vita di bambino.
Un mostro che spesso non ha le sembianze di un assassino malvagio e pedofilo, ma quelle più rassicuranti di una persona cui non penseresti mai (il che rende tutto più inquietante)

Il modo di narrare non travolge il lettore in un vortice di tensione emotiva, bensì lo avvolge come una rete sottile, intessuta di dubbi, supposizioni, paure, che lo costringono a mettersi nei panni di chi vive la tragedia "a casa".
A differenza della stragrande maggioranza dei thriller con al centro i rapimenti, che si focalizzano sulla vittima principale e sull'aggressore, in questo romanzo, come dicevo, i riflettori sono puntati su coloro che aspettano che il mistero si risolva, o che al contrario lavorano per questo.

Sapremo mai cosa ha vissuto Ben?
Ma non sarà questa la domanda principale che accompagnerà il lettore nella lettura, e neanche soltanto il desiderio (pur legittimo) di scoprire  "chi l'ha rapito e perchè", ma ciò che desidererà sarà sapere è: "Tornerà a casa da sua mamma?", perchè è su quello che McMillan vuol spostare la nostra attenzione.

Sicuramente un romanzo ben scritto, che dà spazio all'aspetto emotivo e mentale della tragedia delle sparizioni/rapimenti; non fa sussultare, non ti lascia con troppo fiato sospeso, eppure ti prende, ti obbliga a terminarlo velocemente, per trovare le risposte a tutte le domande e i dubbi.

Consigliato!!

Le cover di "Il potere del fuoco" (Firewalker) di Josephine Angelini



Le cover del seguito di "Attraverso il fuoco" di Josephine Angelini, "Il potere del fuoco" - di cui abbiamo parlato QUI -.

Devo dire che sono tutte e quattro carine, e soprattutto la seconda la trovo molto accattivante con tutti quei colori!  ^_^

Voi che ne pensate?

BUON SABATO!!


inglese (UK)
originale (US)



Ed. Giunti
tedesca

venerdì 16 ottobre 2015

Anteprima Marsilio: dal 29 ottobre TEMPESTA DI NEVE E PROFUMO DI MANDORLE AMARE di Camilla Läckberg



In libreria dal 29 ottobre l'ultimo libro di Camilla Läckberg.
Conoscete e vi piace questa scrittrice? Avete letto qualche suo libro?
Io soltanto La principessa di ghiaccio, un po' di tempo fa, e mi piacque. Mi ripeto sempre di recuperare gli altri libri della serie... ma ho capito che è bene smettere di farmi promesse da marinaio. -_-'

TEMPESTA DI NEVE E PROFUMO DI MANDORLE AMARE
di Camilla Läckberg 



Ed. Marsilio
trad. A. AlbertariK. De MarcoA. Scali
162 pp
16 euro
in libreria:
29 OTTOBRE 2015

«Deliziose storie al veleno, che sembrano il frutto di un’indagine a quattro mani 
tra Agatha Christie e Mary Higgins Clark» MARIE FRANCE

Sinossi

Manca poco meno di una settimana a Natale. 
Adagiata contro le rocce grigie, con le sue casette di legno ammantate di neve Fjällbacka regala uno spettacolo particolarmente suggestivo, un paesino fiabesco affacciato sul mare di ghiaccio. 
Martin Molin, collega di Patrik Hedström alla stazione di polizia di Tanumshede, ha raggiunto la fidanzata Lisette sulla vicina isola di Valö per una festa di famiglia. 
Mentre il vento infuria, durante la cena il vecchio patriarca dall’immensa fortuna muore improvvisamente. Nell’aria si avverte un vago aroma di mandorle amare, e a Martin Molin non resta che cercare di far luce su quella morte misteriosa.
Intanto, la violenta tempesta che agita le acque gelide dell’arcipelago non accenna a placarsi, e ogni contatto con la terraferma è interrotto. 

Mord og mandelduft
,
Sulle orme di Agatha Christie, in occasione dei suoi primi dieci anni di carriera Camilla Läckberg ha dato vita a una serie di racconti che, tema a lei caro, indagano le complesse dinamiche familiari, combinando adorabili scene d’intimità domestica all’inquietudine di oscuri segreti del passato.

L'autrice.
Camilla Läckberg (1974) vive a Stoccolma, autrice della fortunata serie poliziesca, aventi come protagonisti Erica Falck e Patrik Hedström, che ha venduto milioni di copie nel mondo, diventando anche serie televisiva di successo; in Italia va in onda su laEffe.

LeggendOrientale: Una canna da pesca per mio nonno di Gao Xingjian



Il libro propone una raccolta di racconti del premio Nobel della letteratura 2000.
Racconti freschi, affascinanti, in cui la materia narrativa è un’evocazione dalla quale nascono sogni, riflessioni, ricordi e in cui prende vita una prosa controllata e vibrante.

Una canna da pesca per mio nonno
di Gao Xingjian

Ed. Rizzoli
144 pp
7 euro
2005

Sinossi
La visita al tempio in rovina da parte di due sposi in viaggio di nozze; un incidente stradale; il crampo che assale un nuotatore; la conversazione in un parco tra un ragazzo e una ragazza che si ritrovano dopo molti anni; l'acquisto di una canna da pesca che fa rinascere il mondo dell'infanzia; le istantanee che attraversano la mente di un uomo che si assopisce sulla spiaggia: ogni racconto prende l'avvio da un'evocazione che fa nascere il sogno, la riflessione, il ricordo, espressi in una lingua duttile, musicale, precisa, insieme letteraria e colloquiale.
I personaggi sono enigmatici, lievi e i fatti narrati rapide tracce di esistenze balenanti. 
In una lingua limpida e cristallina, duttile e musicale Gao riesce a farci comprendere un mondo lontano e per molti versi misterioso, parlando direttamente alla nostra sensibilità e alle nostre inquietudini.

La prefazione di Federico Rampini ci ricorda che “Gao Xingjian è l’unico autore cinese ad aver vinto il Premio Nobel per la Letteratura, eppure per la stragrande maggioranza dei suoi connazionali è uno sconosciuto. 
Il regime di Pechino ha stabilito che lui non esiste”.
Prima del suo esilio parigino e del massacro di piazza Tienanmen, Gao ebbe un ruolo fondamentale nel suo paese, come autore e come traduttore. Poi più nulla. 
Su di lui si abbatté la censura di Stato, che non tollerò la sua straordinaria modernità e universalità. 
Perché l’idea che esista un linguaggio universale tocca le fondamenta di ogni regime autoritario, di chiunque difenda una presunta diversità di valori per respingere ogni critica sulla violazione dei diritti umani e della libertà.

L'autore.
Gao Xingjian (1940) è uno scrittore, drammaturgo, poeta, saggista, pittore, traduttore e cineasta cinese naturalizzato francese, il primo scrittore di origini cinesi ad essere stato insignito del Premio Nobel per la letteratura.

giovedì 15 ottobre 2015

Giunti Y Anteprima IL POTERE DEL FUOCO di Josephine Angelini (Worldwalker Trilogy)



Sexy e mozzafiato, Il potere del fuoco - seguito di Attraverso il fuoco (RECENSIONE), - di Josephine Angelini, vi terrà incatenati al suo magico universo.

Worldwalker Trilogy

1. Trial by fire (Attraverso il fuoco)
1.5 Rowan
2. Firewalker (Il potere del fuoco)
3. Traitor's Pyre

IL POTERE DEL FUOCO
di Josephine Angelini


Ed. Giunti Y
trad. C. Verrienti
384 pp
16.50 euro
in libreria:
28 OTTOBRE 2015
Le emozioni che provava erano talmente forti che volle condividerle con lui. Le sue tre pietre della volontà erano scivolate dietro al collo sul cuscino. Lily guidò la mano di Rowan sulla nuca finché lui non le strinse in pugno.
E vide i suoi occhi sgranati, mentre condividevano l'essenza della loro unione.”


Trama

Universi parelleli, magia, amore e scontri mortali per il secondo volume di una trilogia firmata da un'autrice bestseller internazionale.
Lily è tornata nel suo mondo, nella sua Salem, dopo essersi sottoposta alla prova della pira per sostenere l'esercito dei Senzaterra nella battaglia contro la perfida Lillian. 
Ha rischiato di morire, ma ora è salva ed è insieme al suo Rowan. Potrebbero finalmente vivere il loro amore, sognare persino un futuro insieme, ma Rowan non riesce a dimenticare di aver abbandonato il suo popolo in un momento difficile, e la voce di Lillian continua a insinuarsi nei pensieri di Lily, chiedendole con insistenza di tornare. Lily non potrà rimanere nel suo mondo se prima non chiude i conti aperti nell'altro. 
Ma questa volta non è sola. Accanto a lei ci sono gli amici di sempre, Tristan, Breakfast e Una, ai quali rivela la verità sulla sua scomparsa e i suoi nuovi poteri. Tristan si scoprirà perdutamente innamorato della ragazza, proprio adesso che l'ha persa per sempre, ma non per questo si tirerà indietro: è sempre stato al suo fianco e lo sarà anche stavolta.

Josephine Angelini riuscirà di nuovo a conquistare i suoi lettori con un romanzo intessuto di colpi di scena, azione, romanticismo e una lotta senza quartiere tra scienza e magia.

L'autrice.
Josephine Angelini è la più giovane di otto fratelli, vive a Los Angeles col marito ed è un’autrice bestseller internazionale. Per Giunti sono usciti i tre volumi della fortunata "Awakening Series": Starcrossed (2011) è stato un caso editoriale con pochi precedenti nel panorama Young Adult;Dreamless (2012), secondo capitolo della serie, è balzato subito ai primi posti delle classifiche, così come Goddess, la conclusione della trilogia, uscito nel 2013.
Il potere del fuoco è il secondo episodio dell'appassionante Worldwalker Trilogy, sequel di Attraverso il fuoco (Giunti 2014).

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GODDESS - recensione

Il libri che hanno ispirato il film "Everest", con Jake Gyllenhall e Josh Brolin



Buongiorno, cari lettori e amici!

Vi piace andare al cinema?
Io non ci vado molto spesso (non quanto vorrei!), ma quando vado è perchè ho le idee abbastanza chiare su cosa voglio guardare (tipo, settimana prossima non si scappa con Io che amo solo te).
E uno dei "criteri" che mi guidano nella scelta del film, è sicuramente il fatto che siano tratti o ispirati a dei libri.

Se vi piacciono, non solo i libri, ma anche i film avventurosi, approfittatene, perché al cinema credo sia ancora in programmazione (DOVE) un film basato su fatti realmente accaduti:

EVEREST

TRAILER


Film d'apertura del Festival di Venezia 2015, presentato Fuori Concorso.

REGIA: Baltasar Kormákur
SCENEGGIATURA: Mark Medoff, Simon Beaufoy
ATTORI: Jake Gyllenhaal, Josh Brolin, John Hawkes, Jason Clarke, Robin Wright, Michael Kelly, Sam Worthington, Keira Knightley, Emily Watson

Ispirato da una serie di incredibili eventi accaduti durante una pericolosa spedizione volta a raggiungere la vetta della montagna più alta del mondo, EVEREST documenta le avversità del viaggio di due diverse spedizioni sfidate oltre i loro limiti da una delle più feroci tempeste di neve mai affrontate dall'uomo. Il loro coraggio sarà messo a dura prova dal più crudele dei quattro elementi, gli scalatori dovranno fronteggiare ostacoli al limite dell'impossibile come l'ossessione di una vita intera che si trasforma in una lotta mozzafiato per la sopravvivenza.

La pellicola narra la disastrosa spedizione sull'Everest avvenuta nel 1996, raccontata nel saggio Aria sottile (Into Thin Air), scritto nel 1997 da Jon Krakauer; si ispira anche a "A un soffio dalla fine" di Beck Weather.



A UN SOFFIO DALLA FINE
di Beck Weather, 
S.G. Michaud


Ed. Corbaccio
252 pp
18 euro

Nel maggio 1996 Beck Weathers si trova con altri alpinisti sotto la vetta dell’Everest, quando sulla montagna si scatena una terribile tormenta di neve. 
Nove sono le vittime di questa immane tragedia raccontata da Jon Krakauer in Aria sottile, ma a una di esse, Beck Weathers, viene data una seconda chance. 
Arrivato in condizioni disperate al campo base, cieco, ricoperto interamente di ghiaccio, viene abbandonato dai suoi compagni che a loro volta tentano di mettersi in salvo. 
Solo la moglie non si arrende a quello che appare un destino segnato, e organizza una rischiosissima missione di salvataggio… 
A un soffio dalla fine, ripubblicato con una nuova prefazione dell’autore a quindici anni dalla prima edizione, non è solo la storia incredibile di una spedizione drammatica, in cui morirono otto uomini, ma è anche la testimonianza emozionante e commovente di un sopravvissuto che ha saputo vedere la realtà che lo circonda, la famiglia, gli amici, la vita di tutti i giorni, con occhi nuovi.




ARIA SOTTILE
di Jon Krauser


Ed. Corbaccio
tra. L. Perria
352 pp
19.90 euro
Dall'autore di «Nelle terre estreme» un bestseller che è un classico indiscusso della letteratura di montagna.

Quando nel maggio del 1996 Krakauer fu inviato dalla prestigiosa rivista Outside a partecipare a una spedizione sull’Everest per scrivere un articolo sulla proliferazione delle scalate a pagamento condotte da guide professioniste, sembrò il logico coronamento di una carriera che era riuscita a combinare le sue due passioni: l’alpinismo e la scrittura. 
Il 10 maggio, però, una tempesta colse di sorpresa le quattro spedizioni che si trovavano sulla cima. 
Alla fine della giornata nove alpinisti erano morti, incluse due delle migliori guide. 
Krakauer è tra i fortunati che sono riusciti a ridiscendere «la Montagna». 
Aria sottile è molto più che la cronaca di quella tragedia; oltre ad offrire un punto di vista privilegiato – quello della prima persona – su una vicenda che a distanza di quasi vent’anni fa ancora discutere, offre soprattutto un esame provocatorio delle motivazioni che stanno dietro alle ascensioni ad alta quota e una drammatica testimonianza del perché quella tragedia si poteva evitare.
Krakauer descrive in modo indimenticabile la fatica di esistere e ancor più di muoversi a 8000 metri. 
È un acuto esaminatore dell’ascetismo masochistico che spinge gli alpinisti; sa che per voler salire sull’Everest bisogna avere una buona dose di follia. 
La sua storia contiene quella che deve essere l’essenza dell’inferno: l’infinita capacità delle cose di divenire peggiori di quello che temi. Grazie alla sua straordinaria capacità narrativa che rende vivido il racconto di ogni passo sulla montagna e alla feroce critica delle decisioni prese lassù quel 10 maggio, Krakauer ha scritto un bestseller che è diventato ormai il classico indiscusso della letteratura di montagna.

L'autore.
Jon Krakauer è nato nel 1954 ed è cresciuto nell’Oregon, dove suo padre e i suoi amici, tutti famosi alpinisti, fecero sorgere in lui la passione per la montagna. Poco più che ventenne ha compiuto imprese degne di nota nell’ambito dell’alpinismo nordamericano e ha scalato la parete est del Cerro Torre sulle Ande della Patagonia. Dal 1983 si dedica alla scrittura a tempo pieno. Oltre ad «Aria sottile», bestseller internazionale tradotto in moltissime lingue, Corbaccio ha pubblicato «Il silenzio del vento», «In nome del cielo», «Dove gli uomini diventano eroi» (anche in edizione TEA) e «Nelle terre estreme» da cui è stato tratto il film Into the Wild scritto e diretto da Sean Penn.

mercoledì 14 ottobre 2015

Frammenti di "Sette diavoli"



Brevi passaggi di "Sette diavoli" di Marco Archetti - RECENSIONE.

"Adesso, finalmente, so la verità.
E la verità è che la fortuna... non dura per sempre. 
Dura un attimo, dura un niente. 
Poi torna a prevalere il destino, il gran farabutto.
Si può fare e disfare ma non cambiare quel che la sorte ha deciso per te.
Si combatte, si lotta, si crede. 
Ma alla fine la batteria si scarica e l'uomo si arrende.
Soprattutto ci si illude. Si grida la propria rabbia, si balbetta la propria versione."



"Con lui sto bene.
E quando dico bene, intendo bene. E se sto bene, io dimentico ogni cosa.
E' così che si risorge, no? Ti svegli una mattina e comincia la vita che non immaginavi."

Anteprima libri - 20-22 ottobre



E proseguono le uscite di ottobre!
In questi momenti daremo un'occhiata a quelle "made in Italy"!

LA BANDA DELLA CULLA
di Francesca Fornario


Ed. Einaudi
336 pp
19 euro
in libreria
20 OTTOBRE 2015
Trama

La banda della culla è una satira tenera e spietata sulle difficoltà che in Italia incontrano i 20-30-40enni nel diventare genitori.
I lavori «a progetto» che impediscono di fare progetti, le leggi che negano i diritti invece di assicurarli, l'indice di fertilità che cala con gli anni: «Colpa dei difetti di progettazione dell'apparato riproduttivo femminile. 
Per le donne è normale provare dolore e perdere sangue per giorni senza morire e far crescere i figli dentro. 
Con tutto lo spazio che c'era fuori!
 Continenti inesplorati, pianeti sconosciuti, un universo in espansione... che bisogno c'era di infilare il seme all'interno del corpo? 
Perché non fuori, nel nido, come fanno le galline? No, dentro! 
E naturalmente, indovina dentro a chi?» 
Nella sala d'aspetto di una ginecologa romana si incrociano i destini di Claudia e Francesco, Veronica e Camilla, Giulia e Miguel. 
Sei vite che vogliono generare nuove vite. Ma non possono. 
Non in Italia, dove se hai un contratto precario, o un ovaio policistico, o origini straniere rimani impigliato nella peggiore giungla di divieti e norme arcaiche immaginate da un Paese che dichiara di amare la famiglia ma forse, segretamente, non la sopporta. 
Cosí parte l'avventura comica e disperata della «banda della culla», che sfida la legge per avere giustizia in un Paese dove gli inviati dei talk-show non vengono inviati da nessuna parte, i giornalisti scrivono sotto pseudonimi che scrivono sotto altri pseudonimi, gli argentini fanno i camerieri nei ristoranti messicani («A brasilià, qui a Roma mica stamo a guardà er capello»).

L'autrice.
Francesca Fornario è giornalista e autrice satirica in radio e in Tv. Scrive per «il manifesto», «Micromega», «Il Fatto Quotidiano». Ha cominciato a fare satira sulle pagine dell'«Unità» e da lí è approdata in Tv. La banda della culla è il suo primo romanzo.


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