martedì 15 dicembre 2015

Citazione poetica (epigrafe da IL VICOLO SEGRETO DELLA SERPE)



Buongiorno cari amici e lettori!
Quali letture stanno deliziando le vostre giornate?
Io mi barcameno tra il thriller "La casa buia" e i "Ragazzi di vita" di Pasolini, ma ho già le prossime letture pronte!
Siamo incredibili e un po' matti, noi lettori! Non abbiamo ancora terminato ciò che stiamo leggendo che già pensiamo a ciò che leggeremo!! :-D


Ebbene, una delle mie sicure e prossime letture sarà IL VICOLO SEGRETO DELLA SERPE di Luisa Mazzocchi.


Vi ricordo che questo blog partecipa al blogtour dedicato al romanzo e che ci sono in palio ben tre copie per tre fortunati vincitori!

Cliccate sul banner in alto - sul post -  per leggere le regole 
e quali sono i blog coinvolti! ^_^

PARTECIPATE NUMEROSI!!!

Ma torniamo a noi e alla rubrica "Citazioni d'Autore" (epigrafe).

A introdurre la storia narrata da Luisa nel suo romanzo c'è una bellissima citazione, tratta da un'intensa poesia di Montale.


“…è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.”

(da “Ho sceso, dandoti il braccio, almeno
un milione di scale” di E.Montale)



ANCHE IL LIBRO CHE STATE LEGGENDO VOI 
HA UNA CITAZIONE INTRODUTTIVA O UNA BELLA DEDICA?


"Iscrizione in fronte a un libro o scritto qualsiasi, per dedica o ricordo; più particolarm.,
citazione di un passo d’autore o di opera illustre che si pone in testa
a uno scritto per confermare con parole autorevoli quanto si sta per dire


lunedì 14 dicembre 2015

In lettura: LA CASA BUIA (Gone, Baby, gone) di Dennis Lehane



Thriller in lettura, dal quale è stato tratto un noto film con Ben Affleck:

LA CASA BUIA
(Gone, Baby, gone)
di Dennis Lehane


Ed. Piemme
11 euro
448 pp
2008
Trama

Dorchester è uno dei quartieri più difficili di tutta Boston, un luogo dove non c'è posto per i deboli e per gli innocenti. Territori divisi tra bande ostili le cui strade sono insudiciate da rifiuti, relitti umani, famiglie spezzate e sogni infranti.
Da quelle strade è scomparsa Amanda McCready, 4 anni, rapita dalla sua cameretta un sabato sera d'autunno. I notiziari diffondono ininterrottamente gli appelli disperati della madre e tutta la città segue le ricerche della piccola. Quando, dietro richiesta degli zii, gli investigatori Pat Kenzie e Angie Gennaro iniziano a indagare, si rendono conto che le cose sono molto più complicate di quanto potessero apparire. Grazie all'aiuto di Bubba, trafficante d'armi e amico da sempre di Pat e Angie, scoprono che la madre di Amanda, tossicodipendente e corriere della droga a tempo perso, è una che i guai se li va a cercare. E che per molti dei suoi amici, la vita di un bambino vale meno di una lattina di birra.
E mentre Amanda rischia di essere risucchiata in un nulla senza ritorno, i due detective si trovano invischiati nel marcio di un'indagine dai contorni incerti in cui rischieranno veramente tutto, la loro relazione sentimentale, la loro incolumità e persino la loro stessa vita. E saranno costretti ad affrontare il lato più oscuro dell'umanità.

L'autore.
Prima di diventare uno scrittore a tempo pieno, ha lavorato come educatore per bambini affetti da handicap e vittime di abuso, come cameriere, parcheggiatore, autista di limousine, libraio, scaricatore di camion. Il suo unico rimpianto è di non aver mai fatto il barista.
Ha scritto dieci romanzi, tutti bestseller, tradotti in oltre trenta lingue. Tre di questi hanno ispirato alcuni dei maggiori registi contemporanei: Clint Eastwood (Mystic River. La morte non dimentica), Ben Affleck (Gone Baby Gone. La casa buia), Martin Scorsese (Shutter Island. L’isola della paura). Anche La legge della notte – che ha dominato per settimane le classifiche americane e si è aggiudicato i prestigiosi Edgar© Awards come Miglior romanzo dell’anno – è destinato a diventare un film, con Ben Affleck alla regia e Leonardo DiCaprio nei panni del protagonista.
Dennis Lehane è anche sceneggiatore di serie tv (The Wire, Boardwalk Empire). È considerato uno dei più grandi autori contemporanei di noir. Lui e la moglie Angie vivono in California con i loro figli.


LO CONOSCETE? LO AVETE LETTO?

venerdì 11 dicembre 2015

Recensione: LA POESIA DI VASCO ROSSI. Una interpretazione di Antonio Malerba



Vi piace Vasco Rossi?
Tranquilli, non ve lo chiedo per impicciarmi dei fatti vostri ma per consigliarvi un libro, nel caso la risposta sia affermativa. ^_^

LA POESIA DI VASCO ROSSI. Una interpretazione
di Antonio Malerba



ZONA 2012
pp. 88 - EURO 10
ISBN 978 88 6438 315 6 


Ascoltando le canzoni di Vasco, ma anche leggendone le interviste e gli scritti, si ha la sensazione di una grande coerenza e profondità di significati. Tra i temi più sentiti: il sentimento del finito, la crisi delle verità, la vita come caos, il male di vivere, il valore consolatorio della musica.

Sinossi

L’incessante opera di produzione e distruzione del divenire include per l’uomo la minaccia che ciò che lo circonda o lui stesso vada perduto. Un avvenire che può realizzare in ogni istante l’eventualità del non essere più che accompagna ogni altra possibilità.
La fine è la condizione inevitabile e la possibilità sempre presente che determina l’intera nostra esistenza. Viviamo inscritti in un orizzonte di temporalità dove i caratteri dominanti sono precarietà e insufficienza. […]
Facendo esperienza del limite, in tutte le sue dolorose manifestazioni, apprendiamo il destino di nullità del nostro stare al mondo. 
La finitudine è la circostanza dell’essere esposti al vuoto di una cancellazione. Il già stato dischiude l’abisso di un tempo bruciato, relegato nella dimensione della mera assenza, di ciò che non è e non sarà più.
Vivere è un assistere impotenti allo scivolare dell’esistente nel nulla del passato.

L'autore.
Antonio Malerba è nato a Terlizzi (Bari) nel 1982, vive e lavora a Milano.


E' un libro che si legge molto velocemente per la sua struttura e brevità; il testo è pregno di riflessioni di natura filosofica che prendono spunto dalle canzoni dell'Artista in questione, che nel corso degli anni ha rivelato una propria concezione della vita, un proprio approccio a temi fondamentali dell'esistenza: dalla non esistenza di un Dio Creatore e Signore (e di conseguenza di un'unica verità o religione alla quale sottomettersi) alla consapevolezza di essere creature finite, che vivono in un tempo che si caratterizza per la sua precarietà e che va vissuto giorno per giorno, senza pensare al domani o al passato; dall'importanza di essere ironici nel prendere la vita come viene, senza prendersi troppo sul serio, al lasciarsi consolare da ogni forma di arte, in cui ciascuno di noi riesce a entrare in comunione con gli altri.

L'Autore divide il suo libro in brevi capitoli in cui analizza stralci di canzoni o interviste/dichiarazioni di Vasco traendone pensieri e riflessioni profondi, dai quali emerge l'originalità, la sensibilità, la voglia e il bisogno di essere onesto nell'espressione di sè da parte di questo cantautore, che da generazioni fa cantare a squarciagola brani che son diventati le colonne sonore di momenti importanti nella vita di tanti di noi.

Un Vasco tutt'altro che "senza parole" ma che ha dei messaggi ben precisi nei suoi testi pur non pretendendo di fare da profeta o insegnante a nessuno.

Molto interessante, per l'argomento in sè e per il coraggioso ma pertinente accostamento di quest'Artista al filosofo e pensatore Nietzsche, del quale vengono riprese molte citazioni, proprio mettendole a confronto col "pensiero" di Vasco.

Consigliato in particolare agli amanti della musica, e di questo cantante soprattutto.

giovedì 10 dicembre 2015

I libri nei libri (#3)



Quali libri vengono menzionati nel romanzo di  Juliet Grey, "Le confessioni segrete di Maria Antonietta", che proprio stamattina ho recensito?

Maria Antonietta, da ragazza, non amò molto la lettura (e, in generale, tutto ciò che aveva a che fare con lo studio), che invece cominciò ad apprezzare in età più matura e in periodi più difficili della propria giovane esistenza.

Ecco un paio di esempi di titoli:


  •  I VIAGGI DEL CAPITANO COOK.


James Cook (1728– 1779) è stato un esploratore, navigatore e cartografo britannico. Cook fu il primo a cartografare l'isola di Terranova, prima di imbarcarsi per tre viaggi nell'Oceano Pacifico nel corso dei quali realizzò il primo contatto europeo con le coste dell'Australia e le Hawaii oltre alla prima circumnavigazione ufficiale della Nuova Zelanda.

Giornali di bordo nei viaggi d'esplorazione. 
Vol. 1: Il viaggio dell'«Endeavour» 1768-1771.


Ed. Tea
459 pp
13 euro
2009
"Cook fece tre viaggi di enorme portata scientifica, circumnavigò la terra risolvendo gli ultimi grandi problemi della geografia terrestre, navigando magistralmente in acque ancor oggi temute, rilevando coste micidiali; stette in mare ogni volta per circa tre anni, lottando vittoriosamente contro le malattie che decimavano gli equipaggi di viaggi consimili; si guadagnò la stima dei marinai e la venerazione degli indigeni, anche se perdette la vita per mano di questi ultimi in un fatale incidente; lasciò migliaia di pagine di diari e giornali di bordo, e innumerevoli carte perfettamente eseguite. Il teatro delle sue imprese fu l'Oceano Pacifico, fino ai suoi giorni il mare meno esplorato e quindi più misterioso e favoloso che ancora esistesse. Seppe affrontare e padroneggiare anche le coste più insidiose, e rivoluzionare di conseguenza, nello spazio di dieci anni, la visione europea di quel mare." (Franco Marengo)






Giornali di bordo nei viaggi d'esplorazione. 
Vol. 2: Il viaggio della «Resolution» e dell'«Adventure» 1772-1775.


Ed. Tea
539 pp
15 euro
2009
"A parte gli interrogativi cui fornì una risposta, il merito precipuo di Cook resta quello di aver concepito il viaggio come un problema unitario e globale, nei suoi aspetti nautici, scientifici e umani. Portò al suo mestiere una dedizione assoluta, propria dell'uomo moderno che trova in questo accanimento, in questa regola di vita, la sua porzione di libertà, o di illusione di libertà. Ma la sapeva lunga, e sapeva distinguere la sostanza delle cose dalle vane pretese che la capovolgono. Tale costante lucidità critica emerge spesso nelle sue pagine, e le colora di una equilibratissima ironia. Il suo capolavoro fu certamente il secondo viaggio, che durò tre anni (1772-1775), attraverso gli immensi tratti di mare lasciati inesplorati da navigatori precedenti, e si spinse per ben tre volte oltre il circolo polare antartico, fino a 71° Sud." (Franco Marenco)






  • LE RELAZIONI PERICOLOSE di P.-A.-F. Choderlos de Laclos

Ed. Feltrinelli
384 pp
9 euro
2013
Considerato il più grande romanzo epistolare della letteratura francese, Le relazioni pericolose (1782) è ambientato nella Parigi del Settecento, dove la Marchesa de Merteuil, falsa e devota, abbandonata dall'amante, Gercourt, decide di vendicarsi disonorandolo. A questo scopo conquista la complicità del Visconte di Valmont, suo ex amante e noto seduttore senza scrupoli. Valmont accetta la sfida e decide di sedurre la giovane Cécile, promessa sposa di Gercourt. Inizia così lo scambio epistolare (175 lettere) che mette in scena la rete diabolica elaborata da Valmont e dalla Marchesa di Merteuil, tessuta in cinque mesi di progetti, manovre, sotterfugi, confessioni, elaborate ipocrisie, colpi di scena e complicatissimi intrighi. Nella rappresentazione dei due protagonisti principali, tutti presi dalla loro volontà di autoaffermazione, Laclos ritrae in modo del tutto originale il quadro realistico di una società moralmente dissoluta e crudele, ormai in discesa libera verso l'autodistruzione nel momento in cui elabora l'idea del massimo potere e del completo piacere, del dominio incontrastato e ottenuto con ogni mezzo, e a ogni prezzo.

Le relazioni pericolose è stato oggetto di fortunati adattamenti cinematografici da parte di Roger Vadim, con Jeanne Moreau e Gérard Philippe (1959), Stephen Frears, con Glenn Close e John Malkovich (1988) e Milos Forman, con Annette Bening e Colin Firth (1989).

L'autore.
Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos (1741-1803) è stato scrittore, inventore e militare. Durante la Rivoluzione francese entrò a far parte del gruppo legato al duca Filippo d’Orleans, e in seguito fu alle dirette dipendenze di Napoleone. Dal suo romanzo più famoso, Le relazioni pericolose (Feltrinelli, 2013) è stato tratto il famoso film del 1989 diretto da Stephen Frears, con Glenn Close, John Malkovich, Michelle Pfeiffer, Uma Thurman e Keanu Reeves.

Cito e canto: 'A thousand years'



E siamo in pieno romanticismo con questo stralcio tratto da "La Stella dell'Eire" di Valentina Marcone (vi ricordo che sul blog ci sono le recensioni di ambedue i suoi romanzi), con annessa canzone:



Le sue mani mi scivolarono lungo le braccia, sulle spalle e poi scendere lungo i fianchi fino a fermarsi intorno alla vita, ma rimase immobile.
Quando riconobbi 'A thousand years' di Christina Perri mi si fermò il respiro, adoravo quella canzone e ne conoscevo ogni singola parola.
Dio mio, non avrebbe potuto scegliere una canzone migliore per quel momento, lui mi strinse forte avvicinandomi a sé e iniziammo a ballare lentamente, semplicemente dondolandoci ascoltando quella stupenda dichiarazione.
Ero assolutamente pietrificata dall'emozione, riuscivo solo a seguire i suoi movimenti, ma quando arrivò il ritornello le parole si impressero a fuoco nella mia mente e nel mio cuore.

'Non lascerò che nulla ti porti via…
…Sono morta ogni giorno aspettando te
Tesoro non aver paura
ti ho amato per mille anni
Ti amerò per altri mille…
…E per tutto il tempo ho creduto che ti avrei trovato
Il tempo ha portato il tuo cuore da me
Ti ho amato per mille anni
Ti amerò per altri mille’



Non avevo mai provato una felicità simile.

Lui mi amava.



Recensione: LE CONFESSIONI SEGRETE DI MARIA ANTONIETTA di Juliet Grey



E son giunta così all'ultimo volume della bellissima e accurata trilogia storica dedicata alla regina più affascinante e chiacchierata della Storia contemporanea: Maria Antonietta, regina di Francia.


Nei volumi precedenti ("Il diario proibito di Maria Antonietta"; "Maria Antonietta. I segreti di una Regina") abbiamo seguito questa donna da quando era una bimba e poi un'adolescente inesperta e ingenua, che ha lasciato la tranquillità della propria Austria per essere scaraventata nel lussuoso e pericoloso mondo di Versailles, alla corte di Luigi XV.

Sono trascorsi ormai 20 anni da quel 1770, che la vide arrivare in Francia per sposare il delfino Luigi Augusto e diventare, insieme a lui, i sovrani della nazione francese.
Abbiamo letto come sono stati gli anni sfarzosi a corte, pieni di privilegi e ricchezza, di balli e divertimenti, come anche di preoccupazioni e chiacchiere per un erede che tardava ad arrivare; abbiamo letto delle false amicizie di cui la Regina nel tempo si è attorniata e che non hanno fatto che peggiorare la sua reputazione agli occhi di un popolo sempre più ignorato ed affamato, prostrato da tasse e quant'altro, che andavano ad impinguare le casse dello stato a scapito di una nazione che, a un certo punto, non ce l'ha fatta più.

Ed arriviamo dunque a...:

LE CONFESSIONI SEGRETE DI MARIA ANTONIETTA
di Juliet Grey 


Ed. Newton Compton
trad. L. Rodinò
384 pp
9.90 euro
il libreria:
7 MAGGIO 2015
La Rivoluzione è iniziata già da un po'.
Il 14 luglio c'è stata la presa della Bastiglia e successivamente un'orda di francesi (donne in particolare), che chiedevano pane per i propri figli e per sé, assale la corte di Versailles: le cose si mettono male per i sovrani e leggiamo tutto il terrore di una donna, moglie e madre apprensiva e preoccupata, che comprende di essere principalmente lei l'oggetto dell'odio popolare e di come questo metta in serio pericolo la vita della famiglia reale.
Quest'ultima è quindi costretta a lasciare la corte e a trasferirsi al Palazzo delle Tuileries, a Parigi (siamo nel 1789), ma tempo dopo, ancora una folla inferocita prende d'assalto anche questa dimora reale, ammazzando chiunque capiti a tiro.
I sovrani, con i loro figli - la 13enne Maria Teresa e il settenne Luigi Carlo -, fuggono in tempo, evitando un vero e proprio regicidio barbaro, e trovano temporaneamente rifugio presso l'Assemblea Nazionale, per essere poi confinati nella Tour du Temple, un antico monastero dei Templari, allora adibito a carcere.

In tutte queste traversie, balza agli occhi tutta la paura di questa donna poco più che trentenne che è costretta a realizzare, meglio e prima del suo buon marito, che la monarchia è davvero crollata.
Non solo, ma ha imparato a riconoscere chi potrebbe essere ancora dalla loro parte:

"Le difficoltà mi insegneranno la prudenza: è in momenti come questi che si impara a conoscere le persone e a discernere infine la differenza tra coloro che sono o non sono davvero devoti".

La Francia è in mano a gente che pare impazzita, ingloriosa, assetata di sangue e vendetta, che ha in testa solo il pallino di farla pagare a tutta l'aristocrazia e, in primis, alla famiglia reale, che ha succhiato il sangue per anni e anni al popolo, non considerando le esigenze del Terzo Stato, le richieste e il malcontento, e ciò che per decenni è stato negato con le buone, ora viene preso e preteso con la forza.
Una forza spaventosa, sanguinaria, che non tiene conto nè delle donne nè dei bambini, di nulla e nessuno, ma che vuole soltanto spazzare via tutto ciò che ha a che fare con il tiranno, con l'oppressione costituita dalla monarchia e per farlo è disposto a diventare... una bestia.

"L'albero della libertà deve essere annaffiato con il sangue dei tiranni".

Leggere dei momenti che hanno visto i sovrani terrorizzati alla presenza di una folla di parigini infuriati oltre ogni dire, pronti a sgozzare tutti, con la bocca piena di insulti osceni, mi ha fatto rabbrividire.
Non ho potuto fare a meno di riflettere su una cosa, che forse potrà essere scontata e banale: spesso, quando oggigiorno ci guardiamo attorno e prendiamo tristemente atto delle cattive condizioni socio-politico-economiche in cui versa da anni la nostra Italia (mi soffermo volutamente solo sul nostro Paese), sentiamo dire: "Ci vorrebbe una bella rivoluzione, così forse toglieremmo di mezzo questi politici che pensano solo a riempire le loro tasche dissanguando la povera gente!".
A voi è mai capitato di sentire frasi del genere? A me sì, e succede di pensare: "Eh effettivamente, dovremmo darci una svegliata!".

Ma leggendo delle brutture che hanno caratterizzato  la rivoluzione francese, di come un popolo guidato dalla rabbia incontrollata e incontrollabile sia preda della stessa e non riesca a condursi in modo razionale, mi ha fatto esclamare: "E questa sarebbe una rivoluzione che potremmo mai invocare per noi e il nostro Paese? Questo genere di barbarie è ciò che mi auspicherei per un eventuale cambiamento in meglio per noi italiani?".

La Rivoluzione Francese è un evento incredibile, che ha portato sconvolgimenti notevoli e radicali all'assetto socio-politico della Nazione, ma... a quale prezzo?
Come dimenticare il Regime del Terrore e tutto ciò che esso ha significato per la Francia stessa?
Il prezzo della libertà, dell'uguaglianza... è stato salatissimo e ha visto le strade parigine imbrattarsi di tanto sangue, anche innocente.
Mi rendo conto che è un argomento complesso e che le mie riflessioni possono sembrare demagogiche o semplicistiche, visto che quando accadono insurrezioni e moti di tale entità c'è poco da fare i sentimentali e, forse - ma lo dico sussurrando - la crudeltà e la ferocia diventano le vie necessarie per raggiungere determinati scopi.
Può darsi..., ma è tremendo ugualmente e ho provato molta pietà per quanti hanno subìto un triste e macabro destino a motivo del loro ceto sociale o perchè realisti.

Tornando a Maria Antonietta: viviamo con lei il tormento di una madre e moglie che va incontro al suo tragico destino, e che - strada facendo - ha cercato di sfuggirgli, aggrappandosi alle promesse di quanti sarebbero stati in grado di aiutare la famiglia reale a fuggire dal suolo francese.
Penso all'amante e amico fedele, Axel von Fersen, in particolare, e a come egli sia stato - fino a quando ha potuto - un punto di riferimento per la Regina; un uomo col quale lei ha cercato di ritagliarsi attimi di felicità, anche se...:

"il concetto di felicità appartiene ormai al passato... qualunque cosa ci riservi il futuro. Siamo stati testimoni di troppo orrore e spargimento di sangue per poter essere nuovamente felici".

La Storia dice che, nei mesi che fu imprigionata nella Tempio, la Regina fu una moglie affettuosa e una madre esemplare, e dalle righe di questo romanzo viene fuori, tra le altre cose, questo aspetto.

Ci sembra di non riuscire neanche più a ricordare la giovane austriaca dagli abiti sfarzosi, il sorriso incantevole, le acconciature incipriate e appariscenti..., ma ciò che vediamo è una donna di 36 anni con i capelli bianchi - e non per la cipria! Non sono più quei giorni. -, gli occhi colmi di lacrime, il sorriso spento, tragicamente consapevole di quanto la sofferenza di tanti francesi - marito e figli compresi - sia imputabile soprattutto al disprezzo di tutti per lei.

Al racconto in prima persona di Maria Antonietta si alterna la voce esterna di una donna, la scultrice Louise Chabron, che pur partecipando alle iniziative rivoluzionarie, non ne condivide totalmente princìpi ed in particolare l'odio e il furore irrazionale che guidano i suoi concittadini.
La crudeltà, lo spettacolo osceno di essa, fa rabbrividire anche lei e un sentimento di pietà per il re e la regina si fa strada nel suo cuore.

Accurato da punto di vista storico, scritto con molta fluidità e scorrevolezza, mai pesante, capace di mettere a fuoco questo celebre e discusso personaggio femminile, che è stata Donna, Madre e Moglie prima ancora che Regina frivola e altera,  i suoi sentimenti, la consapevolezza dei propri errori... e quella ancor più triste di come ad essi non ci fosse più modo di porre rimedio, giunti a un certo punto.

Consiglio tutta al trilogia e chiaramente soprattutto a quanti, come me, amano il romanzo storico; ritengo che questi tre libri siano scritti benissimo e che diano un quadro articolato e fedele degli avvenimenti che hanno portato alla Rivoluzione, cosa l'ha caratterizzata, dandoci il punto di vista della Regina - principale artefice o vittima di tutto questo? - senza però santificarla, ma rendendola per ciò che era: un essere umano, con difetti e virtù.

mercoledì 9 dicembre 2015

Christmas Books Cover (2015)



Ci deliziamo un po' la vista con qualche cover natalizia? ^_-

quale di esse vi fa sentire di più l'atmosfera di questi giorni?


link
link



link
link

Citazioni apocalittiche (La Stella dell'Eire")



Un'epigrafe biblica e apocalittica ha scelto Valentina Marcone per introdurre il secondo libro della saga "La croce della vita", "La stella dell'Eire":



«Le genti ne fremettero,
ma è giunta l'ora della tua ira,
il tempo di giudicare i morti,
di dare la ricompensa ai tuoi servi,
ai profeti e ai santi
e a quanti temono il tuo nome, piccoli e grandi,
e di annientare coloro che distruggono la terra».

Apocalisse 11:18




"Iscrizione in fronte a un libro o scritto qualsiasi, per dedica o ricordo; più particolarm.,
citazione di un passo d’autore o di opera illustre che si pone in testa
a uno scritto per confermare con parole autorevoli quanto si sta per dire


martedì 8 dicembre 2015

Recensione: LA STELLA DELL'EIRE di Valentina Marcone



E dopo aver recensito qui sul blog "La croce della vita", primo volume della saga urban fantasy/romance di Valentina Marcone, edito da Nativi Digitali Edizioni, eccomi al secondo libro.

Per acquisto e altre info su La croce della vita: QUI
Per acquisto e altre info su La stella dell'Eire: QUI


LA STELLA DELL'EIRE
di Valentina Marcone


Nativi Digitali Edizioni
Ebook (Epub, Pdf, Mobi)
270 pp
3,99 euro


N.B.: INEVITABILE SPOILER SUL PRIMO LIBRO!!!!

Trascorrere la tua infanzia e parte della tua giovane vita, fino ai 18 anni, con delle persone meravigliose che ti hanno allevata, coccolata, insegnato tante cose, di cui ti sei fidata ciecamente per anni... per poi scoprire che queste stesse persone a te tanto care ti hanno nascosto qualcosa di fondamentale per la tua vita.
Tutti vivremmo questa scoperta come dolorosa, e se sei una Furia che deve ancora imparare a gestirsi, beh... non può che essere peggio!

Ed è così che abbiamo lasciato Deva: furiosa, delusa, arrabbiata con loro tre, i suoi "quasi papà", i vampiri Michele, Gabriele e Raffaele Sincore.
Loro tre dicevano di volerle bene ma non hanno fatto nulla per evitarle la cocente delusione che Deva ha provato nello scoprire che sin da quando era stata loro affidata, essi sapevano chi sarebbe stato il suo consorte, e che quel consorte l'avrebbe cresciuta come un genitore.
Lo sapevano ma hanno taciuto: ha taciuto il saggio Micha, il dolce e accomodante Raffa.
E soprattutto ha taciuto lui, l'imperturbabile e taciturno Gab, il consorte deciso dalle Furie.
Lui che negli ultimi tempi la trattava con più distacco; lui che la faceva fremere e arrossire con un solo sguardo.
Quando Deva aveva di essere innamorata perdutamente di quegli occhi di ghiaccio, avrebbe voluto immediatamente vivere questo sentimento, ma a frenarla c'era sempre il pensiero che lui la considerasse una mocciosa, essendo un vampiro ultracentenario con un'esperienza "amorosa" alle spalle di una certa... entità!

Eppure c'era un'attrazione fortissima che la legava a lui,  fisica ma non solo, e a volte anche Gab sembrava non essere indifferente.
Ma allora cosa è intervenuto a separarli?

Il giorno del 18esimo compleanno - e quindi del suo debutto nella società vampiresca - era giunto, e con esso il momento di conoscere il consorte che le Furie le hanno destinato: colui al quale sarà unita da un legame eterno e da un amore indissolubile, col quale avrà il privilegio di procreare.

Deva, agitata e curiosa al pensiero di conoscere questo fantomatico consorte, non sapeva che esso era già noto a tutti dentro casa. A tutti meno che a lei.
Una situazione inaspettata, unita a una serie di fronte a dei malintesi e situazioni ambigue, fa scoppiare il pandemonio: l'amore e il senso di possesso verso l'uomo che il destino le ha assegnato - insieme alla consapevolezza di essere stata tradita da tutti e tre e soprattutto da Gab, dal quale si sente umiliata e presa in giro - è qualcosa che Deva non sa gestire e contenere, e così la sua natura sovrannaturale, mostruosa, prende il sopravvento.

La rabbia brucia dentro di lei e la trasformazione avviene quando Deva non è ancora pronta per affrontarla: la Furia che è dentro di lei, tutta artigli, ali e pelle grigia viene fuori, spaventosa e terribile.

Ritroviamo quindi una Deva sola, che deve comprendere in solitudine chi è, cosa è capace di fare, realizzando di essere una creatura speciale, potente, che non deve aver paura perchè sa difendersi da sola.

Eppure il pensiero spesso va ai giorni felici con i tre vampiri, alla cagnetta Sissi, alla dolce Clara (fidanzata di Raffa), alla premurosa governante Adele, e fitte di nostalgia si insinuano nel suo cuore, cozzando con il pensiero che loro stiano benissimo anche senza di lei, che probabilmente neanche l'hanno mai cercata.

Ma capirà che non è così, che l'affetto che i fratelli Sincore hanno per lei è onesto e che se il fato furioso ha deciso di assegnarle quel consorte e non un altro, e beh, c'è poco da fare!

Deva rivivrà un'altra fase della propria vita e, ormai più matura e consapevole della seconda natura che le appartiene, andrà incontro al proprio futuro.
Il suo carattere sospettoso e diffidente la porta a farsi spesso paranoie incredibili su chi la circonda, in particolare su Gab; l'amore che prova per lui, che il tempo e la lontananza non hanno assopito, avrà la meglio?
E Gab, saprà essere per lei il degno consorte che tutti si aspettano che sia?

Una cosa Deva deve sapere assolutamente: fuori c'è il feroce nemico di sempre che ha dato il via ad una serrata caccia che vede proprio lei come oggetto di odio e distruzione...

Questo secondo appuntamento inizia presentandoci l'evoluzione di Deva, la sua presa di coscienza della propria identità, per poi tingersi abbondantemente di molte sfumature romance: del resto, Deva è cresciuta, il suo corpo e il suo cuore hanno delle esigenze che solo la sua "anima gemella" può soddisfare, quindi saranno tanti i momenti in cui Deva e Gab "interagiscono" tra loro, tra effusioni e bisticci, che fanno sorridere tra un "lui la fulminò con lo sguardo" e un "lei gli lanciò un'occhiataccia".
Belle le citazioni musicali, azzeccate per i momenti cui si riferiscono.

Vengono ancora meglio fuori i loro caratteri, i difetti e i pregi, le cose che li accomunano e i momenti a loro dedicati sono non solo romantici e sensuali ma spesso anche umoristici, visto che non fanno che beccarsi.
La vena umoristica e briosa era presente già nel primo libro e la ritroviamo anche qui; le tinte più dark e paranormal ci sono un po' all'inizio e poi dalla seconda metà del romanzo, che si legge sempre con molta scorrevolezza.
Non posso che consigliarvi la lettura di entrambi i romanzi di Valentina Marcone.

Epigrafe dantesca (da "La croce della vita")



Citazione dantesca per introdurre "La croce della vita" di Valentina Marcone.


«…dove in un punto furon dritte ratto
tre furïe infernal di sangue tinte,
che membra femminine avìeno e atto,
e con idre verdissime eran cinte;
serpentelli e ceraste avean per crine,
onde le fiere tempie erano avvinte.
E quei, che ben conobbe le meschine
della regina dell'etterno pianto.
«Guarda - mi disse - le feroci Erine.
Quest'è Megera dal sinistro canto;
quella che piange dal destro è Aletto;
Tesifone è nel mezzo»; e tacque a tanto.»

(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, Canto
IX, 37 - 48)



"Iscrizione in fronte a un libro o scritto qualsiasi, per dedica o ricordo; più particolarm.,
citazione di un passo d’autore o di opera illustre che si pone in testa
a uno scritto per confermare con parole autorevoli quanto si sta per dire


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...