sabato 30 luglio 2016

BLOGTOUR+GIVEAWAY: "IL LIBRO DELLE OMBRE" di Stefano Lanciotti



Cari lettori che fino a questo momento avete seguito con entusiasmo il blogtour relativo al romanzo Il Libro delle Ombre di Stefano Lanciotti...., siamo giunti all'ultima tappa di questo "viaggio" che ci ha permesso di conoscere meglio, attraverso approfondimenti, estratti ed interviste, il romanzo e il suo Autore.




In quest'ultimo appuntamento, ci avvicineremo ad un altro aspetto interessantissimo del libro: com'è nato "Il Libro delle Ombre"?
A rispondere a questa domanda è lo stesso scrittore, Stefano Lanciotti!

Non siete curiosi anche voi come me di scoprire... La nascita de “Il Libro delle Ombre”?


Quando iniziai a buttare giù le prime idee per “Ex Tenebris” (il primo romanzo di quella che sarebbe divenuta la Saga di Nocturnia), non avevo affatto in mente un libro fantasy. Lo ritenevo un genere affascinante ma troppo difficile: creare un mondo da zero, che fosse allo stesso tempo auto-coerente e originale mi pareva un’opera al di là delle mie possibilità. L’intenzione era di scrivere un romanzo con venature esoteriche, ambientato nel nostro mondo. L’ispirazione l’avevo avuta da “Il club Dumas”, un libro di Arturo Pérez-Reverte, un autore che al tempo mi piaceva molto. Non è un caso che “Ex Tenebris” inizi come un giallo e che sia ambientato sulla Terra ai giorni nostri per le prime cento pagine, almeno nella prima versione. Ma quando introdussi nella trama un mondo diverso dal nostro, nel quale il protagonista all’inizio sognava soltanto di trovarsi, iniziai a sentire la sua fascinazione e, più scrivevo, più ne ero attratto. Alla fine accantonai l’’idea del romanzo esoterico e abbracciai l’idea del fantasy. Il resto è storia, la prima parte di “Ex Tenebris” si è via via accorciata e la vicenda scorre per tutti i sei romanzi interamente su Nocturnia.
Quando, esaurita la lunga vicenda su Nocturnia e scritto il capitolo finale (“Il Risveglio del Drago”), mi trovai a domandarmi a quale progetto dedicarmi, avevo più di una possibilità. Potevo tornare ai tecno-thriller con protagonista la spia Sara Kohn, di cui i primi tre erano stati pubblicati da Newton Compton; potevo fare come Terry Brooks con Shannara e dunque continuare le storie ambientate su Nocturnia, magari approfondendo le vicende di antenati o discendenti dei protagonisti delle due trilogie; oppure potevo dedicarmi a un progetto diverso. Alla fine ha prevalso una linea di compromesso tra le ultime due ipotesi: da una parte i romanzi di Sara Kohn erano troppo legati al rapporto con la casa editrice, che a mio parere non aveva spinto a sufficienza sul personaggio, scoraggiandomi (con molto dispiacere) dall’insistere su di lei. Dall’altra non volevo né abbandonare del tutto Nocturnia, che trovo essere un universo fantasy talmente ricco e variegato da non essere stato esplorato del tutto, né legarmi a doppio filo con essa, tanto da essere visto come un autore che cerca di cavare il sangue dalle rape.Da un po’ di tempo avevo in mente di dedicarmi all’urban fantasy, cioè a un tipo di fantasy ambientato nel nostro mondo e nel nostro tempo, ma ero scoraggiato da quanto va di moda: vampiri e licantropi di bell’aspetto, più occupati ad amoreggiare che a terrorizzare. Io volevo un fantasy più “classico”, ma comprendevo anche come - per giustificare mostri, spade, incantesimi in un mondo non fantastico, non altro - ci volesse una solida base, che alimentasse la “sospensione dell’incredulità”, fondamento ineludibile per una storia fantastica. Ebbene, mi chiesi a un certo punto, quando ancora ero nel bel mezzo della scrittura della seconda trilogia della Saga, perché non utilizzare proprio Nocturnia come base e dunque cominciare a gettare le fondamenta di un “ponte” tra quest’ultima e la Terra? Perché non approfondire ed espandere quel poco che avevo scritto sulla presenza dei protagonisti nel nostro mondo? E così feci come Pollicino, lasciando negli ultimi romanzi una sottile scia di “briciole” di informazione, tali da costituire la giustificazione per uno “spin-off”.
Lo sforzo che ho fatto, e che emergerà sempre più mano a mano che pubblicherò i libri de “La Profezia del Ritorno”, è stato quello di partire, sì, da Nocturnia, ma poi di distaccarmene mano a mano, in modo da rendere fresca e non “già vista” la narrazione. Spero che i vecchi lettori si affezionino anche a questa nuova avventura e, magari, i nuovi si incuriosiscano sulle radici della storia.

Termina qui il blogtour-giveaway, che darà l'opportunità a ben tre lettori di vincere una copia omaggio autografata!

In ogni tappa del blogtour, avete potuto leggere un contenuto originale a cura dell'autore, avendo così l'opportunità di partecipare al giveaway tramite Rafflecopter per vincere una delle tre copie cartacee autografate in premio!

I vincitori saranno selezionati casualmente dall'app Rafflecopter (in base a chi ha partecipato al giveaway e ottenuto punti con le condivisioni sui social), saranno estratti domani 31 luglio e annunciati sulla pagina facebook di Stefano Lanciotti, oltre a essere contattati personalmente.Non mi resta che fare a ciascuno di voi che avete partecipato un grande in bocca al lupo!



Il calendario del Blogtour:


21/07/2016                      Universi incantati                             ESTRATTO
22/07/2016                      Il mondo di sopra                             APPROFONDIMENTO
23/07/2016                      La Fenice Book                                ESTRATTO
24/07/2016                      Atelier di una lettrice compulsiva   APPROFONDIMENTO
25/07/2016                      Il bosco dei sogni fantastici             ESTRATTO
26/07/2016                      Chiacchiere letterarie                      INTERVISTA
27/07/2016                      L'antico calamaio                            APPROFONDIMENTO
28/07/2016                      Il flauto di Pan                                  ESTRATTO
29/07/2016                      Ramingo blog                                   INTERVISTA
30/07/2016                    Chicchi di pensieri                           APPROFONDIMENTO


Partecipa al giveaway 
N.B.: segui le istruzioni per accumulare più punti e aumentare le tue probabilità di vincere il libro autografato!!



venerdì 29 luglio 2016

Garzanti - In anteprima in e-book a puntate dal 6 agosto IL RITUALE DEL MALE, il nuovo thriller di Jean-Christophe Grangé



Cari amici, vi segnalo un interessantissimo appuntamento libroso!

APPUNTAMENTO CON IL BRIVIDO
DAL 6 AGOSTO AL 20 OTTOBRE
ogni sabato
Il rituale del male
di Jean-Christophe Grangé
ti aspetta in anteprima in e-book a puntate 
su tutti i principali Store e
sarà possibile scaricare un nuovo episodio a 0,99 €. 

I primi due, gratuiti, sono scaricabili subito,.

Vi lascio i link a IBS.itprimo e secondo episodio

Amazonprimo e secondo episodio.


Definito dalla stampa francese come il ritorno di “un Grangé al suo meglio”, Il rituale del malesarà in libreria per Garzanti a partire dal 20 ottobre 2016 ma per tutti gli estimatori il nuovo e atteso thriller di Jean-Cristophe Grangé sarà già disponibile in anteprima in e-book a puntate ogni sabato a partire dal 6 agosto su tutti i principali Store.

Con Il rituale del male Jean-Cristophe Grangé ha venduto in Francia oltre 200 mila copie in un mese e ha conquistato immediatamente le classifiche dei bestseller.
Il nuovo thriller intreccia passato e presente, moderne tecniche investigative, superstizioni e credenze religiose. Una storia all’altezza dei suoi principali successi, da I fiumi di porpora a Il giuramento fino al più recente Amnesia.

IL RITUALE DEL MALE




Ed. Garzanti
18.60 euro
490 pp
IN LIBRERIA:
20 OTTOBRE 2016







L’aria è malvagia sull’isola di Sirling, al largo della costa bretone, dove il comandante Erwan Morvan si trova a indagare sull’orribile delitto di un cadetto militare. Suo padre è un uomo potente, che ha fatto fortuna in Africa e ora manovra tra le quinte le leve della polizia francese: è quel Grégoire Morvan famoso per aver fermato il killer chiamato l’Uomo Chiodo. E adesso, mentre le vittime si moltiplicano e gli indizi si fanno via via più evanescenti, dopo trent’anni il fantasma dell’Uomo Chiodo torna a braccare i Morvan, minacciando il buon nome di una famiglia in apparenza inattaccabile. L’indagine costringe Erwan sulle tracce delle più oscure gesta di suo padre, in una corsa sfrenata per salvare chi ama, lontano dalla Francia, fin nel cuore del Congo oscuro e sanguinoso che ha tenuto a battesimo la sua esistenza.

L'autore.
Jean-Christophe Grangé è autore di romanzi di grandissimo successo che hanno ampliato i confini del poliziesco tradizionale. Dopo l’esordio negli anni Novanta, giunge alla notorietà grazie al film di Mathieu Kassovitz tratto da I fiumi di porpora (2000), il primo di numerosi adattamenti delle sue opere per il cinema e la televisione. I suoi libri, tradotti in tutto il mondo e venduti in milioni di copie, sono pubblicati in Italia da Garzanti: Il volo delle cicogne, I fiumi di porpora, Il concilio di pietra, L’impero dei lupi, La linea nera, Il giuramento, Miserere, Amnesia, L’istinto del sangue, Il respiro della cenere.

Recensione: LENITA di Julio Ribeiro



Buongiorno cari lettori!
Il weekend si avvicina e con esso, per me una prossima settimana in cui sarò indaffarata e lontana da casa e dal pc.
Ma di questo parleremo in un altro momento. 

Per adesso, mi concentro su una recensione: si tratta di un romanzo con al centro una protagonista femminile tanto giovane e bella quanto desiderosa di libertà e di... sensualità, cui non importava nulla delle etichette e delle convenzioni sociali del suo tempo.
Questo romanzo (titolo originario "A carne"), che vide la luce nel 1888 in Brasile, fu a quel tempo molto criticato per i temi affrontati, quali il divorzio, il ruolo della donna e l’amore libero.


LENITA
di Julio Ribeiro


LINK AMAZON
trad. A. Speranza
0.99 euro
Giugno 2016
Conosciamo la protagonista, Lenita, quando è ancora una ragazzina e vive col padre, Lopes Matoso; orfana di madre, Lenita cresce con un genitore amorevole e colto, che si occuperà personalmente dell'educazione della figlia, la quale verrà sollecitata ad amare la cultura e lo studio sin dalla più tenera età.

A quattordici anni Helena, o Lenita come la chiamavano, era una ragazza con un carattere disinvolto, forte e con un’istruzione al di sopra dell’ordinario.

Non c'è nulla che Lenita non riesca ad imparare: ha fame di conoscenza e questo interesse per tutto lo scibile con cui viene in contatto, giorno dopo giorno, non soltanto le dona una cultura al di fuori del comune (quanto meno rispetto alle sue coetanee e alle donne in generale, del suo tempo), ma soprattutto forma il suo carattere.

Così, a ventidue anni ella è estremamente colta e assolutamente convinta che la propria libertà e dignità di donna istruita e per nulla sempliciotta, la renda anche libera di dire "no al matrimonio": che bisogno ha, infatti, una donna intelligente e acculturata di andarsi a rinchiudere dietro le sbarre di un matrimonio soffocante e gretto, probabilmente con un uomo inferiore che mal sopporterà di accettare che la propria consorte gli sia intellettualmente superiore? Nessuno! Ed è per questo che da subito comincerà a rifiutare, con un atteggiamento di disprezzo e divertimento insieme, le varie proposte di matrimonio che per lei arriveranno al padre.

La situazione per la bella fanciulla precipita quando il caro padre muore all'improvviso, lasciandola sola; a prendersi cura di lei, fortunatamente, c'è un vecchio amico di famiglia, il colonnello Barbosa.
Passano settimane piene di dolore e solitudine per la bella Lenita, e riprendersi dalla perdita dell'unico uomo mai amato finora non è affatto semplice.
Ma lei ha una tempra di ferro, è determinata, non si lascia abbattere facilmente e ben presto si riprende e ricomincia a provare la voglia di vivere, intervallata da momenti di malinconia.
Vivendo in casa con l'anziano militare la sua altrettanto anziana moglie, la ragazza passa i giorni praticamente sola, unicamente in compagnia dei libri, degli schiavi e della natura.

Ma intanto il suo corpo inizia a far sentire le proprie esigenze fisiche...; Lenita, quasi di punto in bianco e con suo grande stupore, si rende conto di avere pulsioni e desideri, pensieri impuri e bramosie che attraversano il suo corpo e occupano la sua mente di giorno e di notte; certo, a furia di leggere testi di varia natura (compresi quelli scientifici) ha acquisito le conoscenze basilari circa la propria femminilità, dal punto di vista teorico è fin troppo ben informata, ma realizzarlo di persona è un'altra questione!

Il bisogno di avere un uomo accanto, non tanto da amare dal punto di vista sentimentale, quanto da quello carnale, fisico, la sconvolge e la eccita al tempo stesso: è come se una nuova Lenita pian piano si stesse facendo spazio tra le pieghe di quella ragazza educata e solitaria che finora ha avuto il sopravvento.

La voglia di contatto fisico a tutti i costi - non soddisfatta a causa della mancanza di materia prima, anche perchè lei si ostina comunque a rifiutare le proposte di matrimonio - sembra diventare una vera e propria ossessione, tanto da renderla insensibile e crudele verso i corpi altrui, in particolari verso quelli giudicati meschini ed inutili degli schiavi, per i cui destini sfortunati proprio non sente pietà.
Emblematico e, in un certo senso, sconvolgente è il momento in cui uno schiavo bugiardo viene crudelmente punito dal colonnello per aver cercato di scappare e Lenita prova eccitazione ed euforia alla vista del sangue e delle sofferenze indicibili di lui.

La libidine insoddisfatta inevitabilmente guida le sue fantasie più nascoste, e così la ragazza comincia a fantasticare sul figlio del colonnello: Manuel Barbosa, un ultra 40enne sposato ma in odor di divorzio, che Lenita non ha ancora conosciuto.

Quando avviene il primo incontro, esso ha davvero poco di fatale: Manuel le appare come un uomo fin troppo maturo, bruttino, dal colorito giallo e malaticcio, il cui corpo non emana forza, virilità e sensualità, bensì cattivo odore... Una tragedia, insomma!
Lenita è talmente delusa da non riuscire neanche a rivolgergli la parola: ogni sua fantasia erotica su quest'uomo sconosciuto, che lei s'era immaginata come un gladiatore forte e "macho", crolla miseramente davanti ad un uomo secco e oppresso da un'emicrania che lo sta rendendo quasi repellente agli occhi della giovane donna.

Ma il disprezzo durerà poco: ripresosi da quei suoi mal di testa che lo riducono ad uno straccio, Manuel diventa un uomo affascinante, gentile che, con la sua galanteria, la sua cultura apprezzabile, la sua conoscenza del mondo (frutto degli innumerevoli viaggi) e la sua voce calda e rassicurante, conquista la vogliosa Lenita, che pian piano inizia a vederlo come l'uomo dei suoi desideri.

Tra i due nasce inizialmente una grande amicizia che  però si trasforma poco a poco in ardente passione, creando un forte conflitto tra i desideri carnali e i comportamenti morali.

I due sanno che a dividerli è la società dei benpensanti, le convenzioni etiche e morali che la governano: lui potrebbe esserle padre, per la differenza d'età, e ancor di più è stato sposato ed ora è un separato; lei è una inesperta fanciulla che vive in casa del padre di lui, col colonnello che le fa da tutore e la sorveglia come fosse sua figlia o sua nipote.

Tutto è contro di loro, contro questo amore...
Ma è davvero amore? O è solo passione carnale, voglia di fondere i sensi, i corpi bramosi e avidi di sensazioni forte e lascive?

Lenita non è una di quelle protagoniste romantiche che leggono romanzetti d'amore e sognano ad occhi aperti il principe azzurro; lei è indipendente, decisa, ostinata, sensuale e ha tutto il desiderio di abbandonarsi ai sensi e ai propri appetiti. 

Cos'è davvero Manuel per lei? L'uomo amato e desiderato o colui che, rendendola donna, le farà scoprire ancor di più la propria forte e procace femminilità, capace di sedurre gli uomini e di rendere questi ultimi soggetti a lei, e non viceversa?

La storia, ambientata in Brasile (poco prima dell’abolizione della schiavitù) in un’immensa fattoria circondata da piantagioni di caffè e di canne da zucchero, sul cui sfondo vivono e lavorano gli schiavi - personaggi secondari delle cui tristi esistenze ci vien dato un assaggio - mostra un personaggio femminile contrario a tutte le convenzioni sociali dell’epoca, vale a dire una donna fin troppo istruita per i canoni del tempo, consapevole della propria bellezza e della propria capacità seduttiva, che non si vergogna degli intensi desideri sessuali provati, i quali fanno che si dichiari a un uomo non per amore ma per puro desiderio carnale. 

Al lettore di oggi un romanzo come questo, di per sè non particolarmente complesso, che ruota attorno a questa ragazza quasi ossessionata dall'idea di soddisfare le proprie voglie, potrà non sembrare particolarmente originale o avvincente, per trama, stile e anche per la caratterizzazione dei personaggi.
E' vero che di Lenita non ci viene nascosto nulla, anzi, ci vengono palesati i suoi istinti più inconfessabili, ma nel complesso è una personaggio lineare e anzi questo carattere quasi "osceno" che la caratterizza la rende più vicina ad una femmina in calore che ad una donna con dei sentimenti e dei sogni.

Ma dobbiamo valutare e considerare il libro per l'epoca in cui è stato scritto e pubblicato: alla fine dell'Ottocento, una storia, e soprattutto una protagonista donna di questo tipo, non erano una cosa comune nei romanzi brasiliane, e accettarle non fu semplice e automatico per il pubblico di quel tempo.

Lenita a modo suo riscatta quel prototipo di donna che, nei romanzi di allora, appare sempre come la femminuccia debole, sognatrice, che aspetta il matrimonio quale unica ed ultima soluzione di felicità, che desidera essere guidata e protetta dal proprio uomo, il quale le è, per certi versi, superiore, ed  è lui a sedurla, a farle tremare il cuore, a farla piangere al pensiero di essere lasciata...
Lenita non è tutto questo, anzi è esattamente il contrario!

Di questo libro ho apprezzato lo stile e il ritmo molto scorrevoli, le descrizioni naturali e paesaggistiche piacevolmente realistiche e vivide, il linguaggio semplice e legato ai sensi, che accompagna tutto il libro e che ci rende con efficacia il modo frenetico e molto fisico  (quasi primitivo, sicuramente molto istintuale) di percepire il mondo attorno a sè da parte della singolare protagonista.

Un romanzo che ci apre uno squarcio sulla vita di piantagione in un Paese e in un'epoca lontani da noi.

mercoledì 27 luglio 2016

Recensione: "UMBERTO II. Il dramma segreto dell'ultimo Re" di Gigi Speroni



Cari amici e readers, il libro di cui desidero parlarvi oggi non è un romanzo, anche se a volte la vita fa dell'esistenza di certe persone qualcosa di ben più complesso di un romanzo; si tratta della biografia sull'ultimo re d'Italia, Umberto II di Savoia.


UMBERTO II. Il dramma segreto dell'ultimo Re
di Gigi Speroni

Ed. Rusconi
369 pp
1992
Bello, ricco, gentile, amato dalle donne: è l'idealizzata immagine che nel tempo si è creata attorno a Umberto di Savoia, il 'principino', l'ultimo re d'Italia".

La biografia riportata da Speroni si apre con la morte, già avvenuta, di Umberto II di Savoia.
Siamo quindi nel marzo 1983, il Re è nella bara, che sta per essere chiusa e sigillata, e ai suoi piedi, oltre ad esserci la terra delle regioni italiane - di quel Paese natio e amatissimo, al quale ha dovuto dire addio - c'è il sigillo che sancisce l'autorità regale esercitata da un sovrano.
Il re l'ha voluto portare con sè perchè nessun altro dopo di lui potesse servirsene.

La storia dell'ultimo sovrano d'Italia si arresta lì, nell'Abbazia di Altacomba (non lontano da Ginevra); la storia di un "gentiluomo molto sfortunato" (per citare Giulio Andreotti), che trascorse 37 anni della sua vita (poco meno della metà, visto che è morto a 78 anni) in esilio.

Umberto nasce a Racconigi il 15 settembre 1904, terzogenito del re Vittorio Emanuele III e di Elena del Montenegro.
Leggendo le dettagliate pagine di questo libro, ci viene dato modo non soltanto di fare un ripasso di Storia Contemporanea italiana dagli inizi del '900 all'immediato periodo successivo al secondo conflitto mondiale (fino ad allungarci, negli ultimi capitoli, al 1983, anno della morte del sovrano), ma soprattutto apprendiamo quella che è stata la vita di quest'uomo che, 

"passando attraverso due conflitti mondiali, una dittatura e la guerra civile assieme a tutti i personaggi che hanno fatto questo nostro secolo (...) ha recitato la sua parte".

il re Umberto II
e la regina Maria Josè
Leggiamo della sua nascita, di come essa sia stata accolta con un sospiro di sollievo dai genitori e dalla Nazione intera, visto che l'attesa di un erede al trono - dopo le due femminucce Jolanda e Mafalda - stava mettendo tutti un po' in ansia; leggiamo della sua adolescenza, i cui anni sono stati "segnati" da un'educazione molto rigida, militaresca, affidata ad un ammiraglio dalla mentalità prussiana.

Sin da giovanissimo, Umberto manifesta una personalità complessa, piena di contraddizioni: è introverso, apparentemente impassibile ma in realtà molto sensibile, afflitto da tormenti interiori e preda di stati d'animo altalenanti.

Il primo incontro con la ragazzina che diventerà sua moglie anni dopo - Maria Josè, figlia del re del Belgio - avviene nel febbraio 1918: lui ha 13 anni, lei 11; più diversi caratterialmente non potrebbero essere.
Tanto è riservato e serioso lui (almeno nelle "sedi ufficiali", perchè in realtà, in compagnia degli amici, è goliardico, ironico, divertente, forse anche troppo, visto che dopo le nottate all'insegna dei divertimenti, pare facesse penitenza...), quanto è ribelle e "selvaggia" lei; tanto lui ha ricevuto un'educazione rigidissima, da principino impettito e distaccato, quanto lei ne ha ricevuta una permissiva e molto più "libera".

Umberto e Maria Josè: due vite parallele ma diametralmente opposte, e in particolare dopo la caduta della Monarchia, questo desiderio/bisogno di vivere separati verrà fuori in modo netto e chiaro, quando cioè ormai l'etichetta, il formalismo, le apparenze, la necessità di mostrare al mondo la coppia/famiglia felice non ci sarà più, tant'è che lui si rifugerà in Portogallo e lei in Svizzera, dopo aver lasciato l'Italia..

Ciò che emerge circa il rapporto tra Umberto e la vita politica del Regno d'Italia, è che il principe non potè mai occuparsene fintanto che a governare c'era il Re suo padre; "I Savoia regnano uno alla volta" era il motto di Casa Savoia, per cui, se anche Umberto, nel corso del tempo e in momenti particolarmente critici, avesse mai avuto un'opinione nettamente diversa da quella paterna, una posizione politica o una proposta da fare che contraddicevano il padre, mai si sarebbe permesso di parlarne ad alta voce, di osare disubbidire a Sua Maestà.

Verso il padre, infatti, Umberto mantenne sempre un atteggiamento di assoluta sottomissione, di obbedienza non solo a Vittorio Emanuele in quanto genitore, ma anche in quanto Re.

Vero è che da questo ritratto non vediamo un uomo dal carattere particolarmente forte, volitivo, capace di tenere testa a personaggi come, uno su tutti, Benito Mussolini.

A dirla tutta, anche il padre, chiamato il "Re soldato", non mostrò grande carattere da guerriero quando avrebbe dovuto: nei difficili anni in cui il fascismo cominciava ad insinuarsi velenosamente nelle pieghe del nostro Paese e del Governo, infatti, ci stupisce e ci fa anche indignare un po' l'ostinatezza di questo Re che non ha voluto aprire gli occhi sul pericolo costituito da quell'uomo che per 21 anni governerà l'Italia insieme a lui, in una diarchia che non porterà che lacrime e sangue alla popolazione italiana.

Un re cieco e sordo, insomma, che - nascondendosi dietro la motivazione (o la scusa?) di non poter parteggiare per un'ideologia politica piuttosto che per un'altra, convinto che spettasse a Camera e Senato agire eventualmente contro Mussolini, perchè lui doveva mantenersi super partes - alla fine non trovò mai il coraggio di opporsi al fascismo in modo aperto e inequivocabile...

Che la Monarchia non simpatizzasse troppo con e per Mussolini e la sua ideologia, pare ormai un dato di fatto (o forse no? Immagino che su questo ci siano opinioni discordanti...), e l'antipatia era decisamente ricambiata dal duce che, se avesse potuto, si sarebbe volentieri liberato di quel re piccolo e debole che mal sopportava; per non parlare di quel principe che lui reputava insignificante e senza personalità.

Anche nei drammatici anni della seconda guerra mondiale, il re tardò ad intervenire contro Mussolini, convinto che qualora lo avesse fatto, il rischio sarebbe stata una guerra civile fratricida, che lui desiderava evitare al suo Paese.

E Umberto, cosa ne pensava? 
"Per me, l'Italia e basta!".

Umberto continuò a stare tra le fila dell'esercito e combattere per la Patria come un comune soldato, pur non essendolo: avrebbe dovuto, infatti, ragionare come erede al trono, preoccupandosi del futuro del proprio Paese e della Monarchia stessa, ma così non fu...

Quando le cose precipitarono, partendo dal 25 luglio e passando per l'8 settembre 1943, la decisione del sovrano di lasciare Roma (nel caos più totale) per poter continuare a governare il Paese senza rischiare di finire in mano ai tedeschi, segnò la fine del regno dei Savoia.

Forse se Vittorio Emanuele avesse abdicato prima o se Umberto avesse insistito per restare nella capitale (disobbedendo agli ordini paterni, cosa che mai si sognò di fare in vita sua), la storia sarebbe andata diversamente? Il futuro della Monarchia sarebbe comunque passato per il referendum del 2 giugno 1946, che vide gli italiani decidere tra essa e la Repubblica?


"Ripercorrere quei giorni vuol dire rileggere centinaia di memorie spesso viziate da tesi precostituite o dal tentativo di difendere i propri atti, ascoltare testimonianze a volte annebbiate da ricordi troppo lontani. Ma il tempo ci può anche aiutare perchè, come diceva Voltaire, "è un galantuomo e mette ogni cosa al suo posto". E se è vero che la Storia la fanno gli uomini e i fatti da loro determinati, possiamo tentare di avvicinarci alla verità semplicemente raccontando di quegli uomini e di quei fatti dopo aver cercato di sfrondare il vero dal falso con la maggiore ragionevolezza possibile". 

Ed è quello che ha provato a fare il giornalista Gigi Speroni (morto nel 2010) raccontandoci la vita dell'ultimo Re, ricordato come il "Re di Maggio" (regnò dal 9 maggio al 13 giugno 1946, anche se in pratica lo fece dal giugno 1944, quando cioè fu nominato Luogotenente, esercitando di fatto le prerogative del sovrano senza tuttavia possedere la dignità e il titolo di re, che restò al padre fino all'abdicazione), che ebbe... la sfortuna (?) di portare su di sè colpe non sue e ne pagò le conseguenze in modo drammatico e irreversibile.

Il ritratto che ne vien fuori è quello di un uomo che Re lo era per quel senso di dignità che non lo abbandonò mai, un uomo che Re lo era nel sangue, prima ancora che per educazione e per tradizione famigliare; fu molto amato ed ammirato dai più (dal popolo, quanto meno, poi i nemici ci sono sempre...) per il suo aspetto attraente ed elegante, il suo sorriso sereno, i suoi modi sempre galanti ed educati, tutte virtù morali che mantenne in ogni circostanza, anche quando la sorte cominciò ad essergli crudelmente avversa.
Lo fu anche in esilio, e dal Portogallo non smise mai di pensare alla sua amata Italia, con la speranza di tornarci (da vivo possibilmente, cosa che non si avverò).

"Gli italiani sono dei sentimentali. Io, qui, continuo e debbo continuare ad essere re."


"Non sono un sentimentale. Lo fossi non avrei sopportato 27 anni di esilio. Nessuno conosce l'Italia, angolo per angolo, quanto me. Nessuno immagina quanto io la rimpianga. C'è nella lingua portoghese una parola, saudade, che è qualcosa di più che rimpianto, qualche cosa di più che nostalgia.. E' intrisa di dolore."
Leggendo queste pagine, la figura dell'ultimo Re d'Italia mi ha fatto una certa tenerezza e il pensiero di lui morto in terra straniera, come un profugo senza patria, anzi cacciato da essa e costretto a non mettervi più piede, ha messo un po' di malinconia.
Ma sentimentalismi a parte... Potrei dirvi ancora altro, perchè ce n'è di materiale, ma concludo dicendo che la lettura di libri come questi - che in certi momenti sanno inevitabilmente un po' di lezione di Storia a motivo delle tante date e delle fonti citate e riportate - ci fa riflettere sulla nostra storia passata, neanche tanto lontana da noi, su cui è giusto che maturiamo conoscenze e pareri personali, fondati e sensati, e non semplicemente frutto di pregiudizi.

Ammetto di essermi accostata a questo libro con il "presentimento" che fosse "filomonarchico" e quindi poco obiettivo, ma mi son ricreduta strada facendo; dell'operato dei Sovrani non vengono affatto nascosti gli errori e  le responsabilità, senza con questo "sparare a zero" sugli stessi. Del resto, una delle considerazioni finali che ne ho tratte è che, se di errori (e di portata rilevante) sono stati fatti sicuramente dagli ultimi Savoia regnanti, è pur vero che sono stati tutti pagati, e a caro prezzo. 
E non solo dai protagonisti, ma anche dai discendenti, per decenni.

E' una lettura che consiglio chiaramente a chi ama la Storia e, in particolare, a chi nutre qualche curiosità su una delle dinastie reali più antiche d'Europa, che sicuramente riguarda molto da vicino il nostro Paese e quello che è oggi, nel bene e nel male. 

Segnalazione: "1986" di Giuseppe Ottomano



Cari lettori, in attesa del pranzo, torno tra voi con una segnalazione: si tratta di un romanzo sospeso tra la fantascienza e il grottesco, una ridicola coppia di aspiranti seduttori, che rimanda a “Il sorpasso” di Dino Risi, vive una serie di avventure sul filo del mistero dello scorrere del tempo.

Dopo il successo de “Il volo di Volodja – Vladimir Jascenko, campione fragile” un romanzo dai toni umoristici incentrato sull’amicizia.


1986
di Giuseppe Ottomano


Ed. Leucotea
232 pagine
16,90 €
Maggio 2016
Una cospicua eredità permette a Tommy e Andrea, due giovani e simpatici cialtroni, di intraprendere un viaggio lungo l’Europa per coronare la propria passione: la caccia alle ragazze. 
Malgrado i ripetuti insuccessi, dovuti in parte all’inettitudine e in parte alla malasorte, non desisteranno mai dal loro proposito originario. 
Affronteranno così un viaggio trentennale senza meta, che si trasformerà in una sorte di “ricerca del Santo Graal” in chiave moderna e dissacrante. 
L’intera azione si svolge in un 1986 immutabile, in cui il contesto storico di ogni anno si ripete sistematicamente. 

L'autore.
Giuseppe Ottomano è nato a Bari nel 1965 e vive a Milano dove lavora come contabile in una multinazionale. Tra il 2008 e il 2011 ha collaborato al sito di storia sportiva SportVintage e alla rivista telematica Pianeta Sport.

Quanti libri hai letto tra questi cento?



Ogni tanto in web trovo articoli del tipo "I Cento Libri che tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita", oppure "I libri che tutti dicono di aver letto ma non è vero", ecc...

Ecco una di queste "liste" ^_-

La BBC afferma che la maggior parte delle persone ha letto solo 6 dei 100 libri presenti nella seguente lista. 
Spunta i libri che hai letto interamente e con due barre // quelli che hai iniziato ma non hai finito.

PROVIAMO A VEDERE QUANTI NE ABBIAMO LETTI? :-D


Scriverò in grassetto i libri da me letti e porrò le due barre affianco a quelli iniziati ma non terminati.


1 Orgoglio e Pregiudizio – Jane Austen  
2 Il Signore degli Anelli – JRR Tolkien //
3 Jane Eyre . Charlotte Bronte
4 Harry Potter – JK Rowling
Il buio oltre la siepe - Harper Lee 
6 La Bibbia 

7 Cime Tempestose– Emily Bronte
8 1984 – George Orwell
9 Queste oscure materie - Pullman

10 Grandi speranze - Charles Dickens
11 Piccole Donne – Louisa M Alcott
12 Tess dei D'Urberville - Thomas Hardy

13 Comma 22 – Joseph Heller
14 L'opera completa di Shakespeare 
//
15 Rebecca – Daphne Du Maurier
16 Lo Hobbit – JRR Tolkien
17 
Birdsong – Sebastian Faulks
18
 
Il Giovane Holden – Salinger 
19 
La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo– Audrey Niffenegger
20 
Middlemarch – George Eliot
21 Via col Vento – Margaret Mitchell
22 Il Grande Gatsby – F Scott Fitzgerald 

23 Casa Desolata – Charles Dickens
24 Guerra e Pace – Lev Tolstoj
25 Guida Galattica per Autostoppisti - Douglas Adams
26 Ritorno a Brideshead –
Evelyn Waughl 
27 Delitto e Castigo – Fëdor Dostoevskij 
28 Furore – John Steinbeck
29 Alice nel Paese delle Meraviglie – Lewis Carroll 
//
30 Il vento tra i salici
 – Kenneth Grahame
31 Anna Karenina – Leo Tolstoj
32 David Copperfield – Charles Dickens

33 Le Cronache di Narnia – CS Lewis //
34 Emma – Jane Austen 

35 Persuasione - Jane Austen
36  Il leone, la strega e l'armadio
CS Lewis 
37 Il Cacciatore di Aquiloni – Khaled Hosseini
38 Il Mandolino del Capitano Corelli – Louis De Berniere
39 Memorie di una Geisha – Arthur Golden
40 Winnie the Pooh – AA Milne 
//
41 La Fattoria degli Animali – George Orwell
42 Il Codice da Vinci – Dan Brown 
43 Cent'anni di Solitudine – Gabriel Garcia Marquez 

44 Preghiera per un amico - John Irving
45 La donna in bianco - Wilkie Collins
46 Anna dai capelli rossi -  
Maud Montgomery
47 Via dalla pazza folla - T. Hardy
48 Il racconto dell'ancella - Margaret Atwood
49 Il Signore delle Mosche – William Golding
50 Espiazione - Ian McEwan
51 Vita di Pi – Yann Martel
52 Dune - Frank Herbert
53 La fattoria delle magre consolazioni - Stella Gibbons
54 Ragione e Sentimento - Jane Austen 
55 Il ragazzo giusto – Vikram Seth
56 L'ombra del vento – Carlos Ruiz Zafon
57 Siddharta - Hermann Hesse 

58 Il mondo nuovo – Aldous Huxley
59 Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte – Mark Haddon
60 L'Amore ai Tempi del Colera – Gabriel Garcia Marquez
61 Uomini e topi - John Steinbeck
62 Lolita – Vladimir Nabokov
63 Dio di illusioni - Donna Startt
64 Amabili resti – Alice Sebold
65 Il Conte di Montecristo – Alexandre Dumas
66 Sulla Strada – Jack Kerouac
67 Jude l'oscuro - T. Hardy
68 Il Diario di Bridget Jones – Helen Fielding
69 I figli della mezzanote – Salman Rushdie
70 Moby Dick – Herman Melville
71 Oliver Twist – Charles Dickens
72 Dracula – Bram Stoker 
73 Il giardino segreto - Frances Hodgson
74 Notizie da un'isoletta – Bill Bryson
75 Ulisse – James Joyce
76 La campana di vetro – Sylvia Plath
77 
Swallows and Amazons - Arthur Ransome
78 Gérminal – Emile Zola
79 La fiera delle vanità – William Makepeace Thackeray

80 Possessione. Una storia romantica – AS Byatt
81 Canto di Natale – Charles Dickens
82 Cloud Atlas - David Mitchell

83 Il Colore Viola – Alice Walker
84 Quel che resta del giorno – Kazuo Ishiguro
85 Madame Bovary – Gustave Flaubert 

86 Un perfetto equilibrio – Rohinton Mistry
87 La tela di Carlotta – EB White
88 Le cinque persone che incontri in cielo - Mitch Albom

89 Le Avventure di Sherlock Holmes – Sir Arthur Conan Doyle //
90 The Faraway Tree Collection – Enid Blyton
91 Cuore di tenebra – Joseph Conrad
92 Il Piccolo Principe – Antoine De Saint-Exupery 
93 La fabbrica degli orrori – Iain Banks
94 La collina dei conigli - Richard Adams
95 Una banda di idioti - John Kennedy Toole
96 Una città come Alice - 
Nevil Shute 
97 I Tre Moschettieri – Alexandre Dumas
98 Amleto – William Shakespeare 

99 Charlie e la fabbrica di cioccolato – Roald Dahl
100 I Miserabili – Victor Hugo

Fermo restando che devo ancora capire con che criterio scelgano queste fantomatiche liste (che spesso sono sempre le stesse...) di libri/classici "da leggere assolutamente", che ne pensate di questa lista?
Ci sono dei titoli che non dovrebbero esserci ed altri che aggiungereste?
Io certi libri e certi autori neanche li conoscevo, tipo Notizie da un'isoletta di Bill Bryson o Il mondo nuovo di Aldous Huxley, quindi qualche vantaggio da questi elenchi l'ho trovato. ;-)

martedì 26 luglio 2016

Anteprima: “Trame tra le Mura” , i migliori racconti sul tema degli "appartamenti condivisi"



Lettori, stamattina vi presento "Trame tra le mura", la selezione dei migliori racconti dell'omonimo concorso letterario sul tema degli "appartamenti condivisi". 
Cinque storie, tra l'umoristico, il romantico e il thriller, per tutti i gusti letterari e dedicati a chi ha vissuto l'esperienza di una casa in condivisione con sconosciuti, oppure vuole viverla.

Il libro sarà pubblicato giovedì 28 luglio giugno al prezzo di lancio di 2.99€ per l'ebook, e nella versione cartacea su Amazon a 10€.



“Trame tra le Mura”
di AA.VV.


Raccolta di racconti (generi vari)
Collana: “Storie”
100 pp ca.
Ebook (epub, mobi, pdf) 2.99€
cartaceo 10€
Data di uscita: 28 luglio 2016


Sinossi

Condividere un appartamento con altre persone è sempre un azzardo: le storie che nasceranno potranno essere comiche, romantiche, surreali, drammatiche... oppure (si spera di no) horror!
Non è quindi un caso se oltre sessanta autori hanno deciso di mettersi in gioco e partecipare a “Trame tra le Mura”, contest letterario con una sola regola: la storia deve essere ambientata interamente in un appartamento condiviso.
In questa raccolta troverete i cinque racconti vincitori del contest, “trame” per tutti i gusti che abbiamo selezionato pensando proprio a chi ha vissuto l'esperienza di un appartamento condiviso... anche solo con la fantasia!

“La volta che vissi con l'Anarchico” - Marco Zangari

“La Lettera” - Rossana Bergamini

“La Stanza Segreta” - Germano Chiaverini

“Tutta colpa di S.” - Rosanna Ferro

“Onora il padre” - Antonio Michele Paladino

lunedì 25 luglio 2016

Anteprima Sonzogno: LA SPOSA SCOMPARSA di Rosa Teruzzi - dall'8 settembre




Lo so, deve ancora finire luglio e arrivare agosto, ma come ignorare le anteprime più allettanti?
Eccone una, di settembre, by Sonzogno ^_-

Si tratta di una brillante commedia gialla ambientata in una Milano fascinosa e segreta.

«Per risolvere un giallo, non bastano impronte digitali e dna. Occorrono intuito, sensibilità e passione: le armi di Libera, di sua madre e sua figlia, un trio di scatenate detective per le vie di Milano»  - Massimo Picozzi

LA SPOSA SCOMPARSA
di Rosa Teruzzi

Ed. Sonzogno
176 pp
14 euro
9.99 euro (ebook)
IN LIBRERIA:
8 SETTEMBRE 2016
Dentro Milano esistono tante città, e quasi inavvertitamente si passa dall’una all’altra.
C’è poi chi sceglie le zone di confine, come i Navigli, a cavallo tra i locali della movida e il quartiere popolare del Giambellino.
Proprio da quelle parti Libera – quarantasei anni portati magnificamente – ha trasformato un vecchio casello ferroviario in una casa-bottega, dove si mantiene creando bouquet di nozze. 
È lì che vive con la figlia Vittoria, giovane agente di polizia, un po’ bacchettona, e la settantenne madre Iole, hippie esuberante, seguace dell’amore libero.

In una piovosa giornata di luglio, alla loro porta bussa una donna vestita di nero: indossa un lutto antico per la figlia misteriosamente scomparsa e cerca giustizia.

Il caso risale a tanti anni prima e, poiché è rimasto a lungo senza risposta, è stato archiviato.
Eppure la vecchia signora non si dà per vinta: all’epoca alcune piste, dice, sono state trascurate, e se si è spinta fino a quel casello è perché spera che la signorina poliziotta possa fare riaprire l’inchiesta.
Vittoria, irrigidita nella sua divisa, è piuttosto riluttante, ma sia Libera che Iole hanno molte buone ragioni per gettarsi a capofitto nell’impresa.
E così, nel generale scetticismo delle autorità, una singolare équipe di improvvisate investigatrici – a dispetto delle stridenti diversità generazionali e dei molti bisticci che ne seguono – riuscirà a trovare, in modo originale, il bandolo della matassa, approdando a una verità tanto crudele quanto inaspettata.

L'autrice.
Rosa Teruzzi è autrice di programmi televisivi.
Esperta di cronaca nera, è caporedattore della trasmissione televisiva Quarto grado (Retequattro). Scrive i suoi romanzi tra Milano, dove lavora e vive, e il Lago di Como. Ha pubblicato il suo primo racconto nell’antologia Crimine Milano giallo-nera (Stampa Alternativa, 1995). Altri racconti sono usciti nelle antologie Cuori di Pietra, Facce di Bronzo e Corpi, pubblicate da Oscar Mondadori nel 2007, 2008, 2009.

Un suo racconto, Requiescat, è stato segnalato dalla giuria del Premio Scerbanenco nel 1996.
Il primo romanzo con Irene protagonista è stato Nulla per Caso (Sperling&Kupfer 2008), cui sono seguiti Il segreto del giardiniere (Rusconi 2012) e Il prezzo della bellezza (Rusconi 2013).

Per scrivere si ritira sul lago di Como, in un vecchio casello ferroviario dove colleziona libri gialli.

Presentazione del blogtour-giveaway "Il libro delle ombre" di Stefano Lanciotti



Lettori carissimi, ho una piacevolissima notizia da condividere con voi: sto partecipando al blogtour relativo all'uscita del romanzo "Il libro delle ombre" di Stefano Lanciotti, autore già pubblicato da Newton Compton e noto per la serie fantasy "Nocturnia", con oltre 25.000 ebook venduti.


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In ogni tappa del blogtour, potete leggere un contenuto originale a cura dell'autore e partecipare al giveaway tramite Rafflecopter per vincere una delle tre copie cartacee autografate in premio!

I vincitori saranno selezionati casualmente dall'app Rafflecopter (in base a chi ha partecipato al giveaway e ottenuto punti con le condivisioni sui social), saranno estratti il 31 luglio e annunciati sulla pagina facebook di Stefano Lanciotti, oltre a essere contattati personalmente.

Di seguito il calendario del blogtour:

21/07/2016                      Universi incantati                             ESTRATTO
22/07/2016                      Il mondo di sopra                             APPROFONDIMENTO
23/07/2016                      La Fenice Book                                ESTRATTO
24/07/2016                      Atelier di una lettrice compulsiva   APPROFONDIMENTO
25/07/2016                      Il bosco dei sogni fantastici             ESTRATTO
26/07/2016                      Chiacchiere letterarie                      INTERVISTA
27/07/2016                      L'antico calamaio                            APPROFONDIMENTO
28/07/2016                      Il flauto di Pan                                  ESTRATTO
29/07/2016                      Ramingo blog                                   INTERVISTA
30/07/2016                    Chicchi di pensieri                           APPROFONDIMENTO



Partecipa al giveaway 
N.B.: segui le istruzioni per accumulare più punti e aumentare le tue probabilità di vincere il libro autografato!!


Spero che visualizziate il codice script del Rafflecopter , in caso contrario scrivetemelo pure nei commenti e vedo di capire che problema c'è ^_^.




                                                                
Intanto spero di stuzzicare la vostra curiosità lasciandovi qualche informazione sulla trama e sul'Autore, ma vi rimando alle tappe già presenti sui blog che sono coinvolti in questa bella iniziativa librosa!
Il mio chiuderà questo bel "viaggio" e poi ci sarà l'estrazione per decretare i vincitori! ^_-

IL LIBRO DELLE OMBRE
di Stefano Lanciotti



Self-publishing
Data di uscita: 9 giugno 2016
Genere: Fantasy
Prezzo: 2.99€
gratis in versione parziale
308 pagine




Chi è veramente Beryl Anderson? 
Lei è convinta di essere una ragazza come tante altre ma, quando la sua vita comincia ad andare in pezzi e le accadono cose inspiegabili, l'idea che esista un mondo del tutto diverso da quello che conosce, nel quale lei è una persona molto speciale, comincerà ad apparirle meno incredibile. 
E assieme a nuovi compagni d'avventure, dovrà imparare a combattere per conoscere a fondo se stessa, salvare la sua vita e, forse, il mondo intero.

L'autore.
Stefano Lanciotti è nato nel 1967 e già a dieci anni ha scritto la sua prima opera, un libro di fantascienza "edito" su un quaderno delle medie, di quelli a righe strette e larghe alternate.
Pur coltivando la scrittura come passione, dopo il liceo scientifico ha scelto la facoltà di Ingegneria Elettronica.
Nel 2012 scopre il self-publishing e diventa uno dei casi letterari dell’anno, vendendo migliaia di copie dei suoi romanzi, tra thriller e fantasy. Contattato da Newton Compton, ripubblica nel 2013 il suo primo thriller con il titolo “Israel - Operazione Tel Aviv” e nel 2014 la trilogia completa dell’agente Sara Kohn, composta da “Israel”, “Nemesis” e “Hydra”.
La sua saga fantasy ambientata nel crepuscolare mondo di Nocturnia è giunta al sesto e conclusivo romanzo nel 2015. Si tratta senz’altro di una delle produzioni di maggior successo in Italia, con oltre 100.000 download gratuiti del primo romanzo, “Ex Tenebris”, e oltre 25.000 copie vendute degli altri cinque.
Nel 2016 pubblica “Il Libro delle Ombre”, un crossover tra il fantasy classico di Nocturnia e l’urban fantasy, ottenendo immediatamente un grande successo in termini di critiche e di vendite.

domenica 24 luglio 2016

Recensione: “Riflessi in solitudine” di Federica Voi



Buona domenica sera, cari lettori e amici!
Dopo qualche giorno senza connessione Wi-Fi, rieccomi sul blog; in questo momenti desidero proporvi una raccolta di componimenti poetici.


RIFLESSI IN SOLITUDINE
di Federica Voi


1.99 euro
"Riflessi in solitudine". E' proprio con questo titolo che Federica Voi racchiude il significato dell'intera raccolta e con la quale si propone, per la prima volta, al pubblico.
Un viaggio dentro se stessi che ha inizio con la tristezza, tema dominante ma non l'unico, e termina con la solitudine, quella solitudine dove "Tutto è sbiadito", come si può leggere in "In solitudine".
All'interno di questo cammino non manca certamente la riflessione, essenziale per comprendere ma anche colpevole.



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“Riflessi di solitudine” ha come filo conduttore uno stato d’animo in particolare: la tristezza.

Verso dopo verso, poesia dopo poesia, seguiamo l’Autrice in questo viaggio verso i sentimenti, un viaggio nelle emozioni più profonde; un viaggio che, credo, ciascuno di noi fa nella vita prima o poi, in cui si ritrova faccia a faccia con se stesso e con ciò che di reale e intimo c’è dentro di sé.

È un viaggio che necessariamente si fa in solitudine, e proprio la solitudine è la condizione predominante che caratterizza questi versi ed è in virtù di essa che è possibile la “Riflessione”, come momento fondamentale per guardare a ciò che ci circonda – che spesso illude e delude – e soprattutto a se stessi.

“Rifletto. … Annegare tra i miei pensieri. …. Soffoco, ho bisogno di riflettere. Confusa e impaurita, ascolto me stessa.”

E riflettere su se stessi, ascoltarsi, non è sempre semplice perché costringe a scavare nel proprio intimo, riconoscendo le proprie debolezze, il dolore, le speranze disattese; ci mette davanti alla nostra anima sofferente, sola, spesso arrabbiata e inferocita, e scoprire che il dolore l’ha resa indifferente non è una piacevole scoperta.

“Rifletto e non provo emozioni”.

Questo tanto più quando ci si accorge dell’indifferenza degli altri, che sembrano non comprenderci.

“Voci, confuse, smarrite come il mio animo, sento.”

Cosa ci resta in questi momenti di profonda Tristezza, che travolge, stordisce…, se non il pianto, simile alle lacrime della pioggia che dal cielo scuro scendono insistenti?

“Soffoco”, “annego”…: sono le sensazioni più frequenti provate in solitudine; cosa potrà salvarci, quando ci sentiamo così, quando tutto si rivela un’eterna Illusione e Delusione? 




“Per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte” scriveva Gibran, ed è così anche per la poetessa (e per chiunque si senta o si sia mai sentito così): in un angolino della nostra anima smarrita non smette di pulsare il bisogno impellente di vivere, di sperare e di ricominciare

Nonostante tutto.

“Riflessi di solitudine” è una raccolta di brevi componimenti in cui emerge la sensibilità di chi scrive, la sua capacità introspettiva, di guardarsi dentro, di scandagliare nelle pieghe nascoste del proprio cuore e lasciare che ne venga fuori ciò che lo fa star male; ed è a ciò che tormenta l’anima e il cuore che l’autrice non manca di rivolgersi, come a dar loro un’identità: alla Tristezza che la imprigiona, al Silenzio assordante che devasta, alla Lacrima che scende.

Ringrazio l’Autrice per avermi donato una copia di questo suo scritto, che ho apprezzato moltissimo perché vi ho ritrovato molto di me e dei miei frequenti stati d’animo e pensieri, e ne consiglio la lettura, in special modo a quanti amano le poesie.
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