martedì 27 novembre 2018

Anteprima Fazi Editore || NEL CUORE DELLA NOTTE di Rebecca West - dal 28 gennaio in libreria



A gennaio torna in libreria Rebecca West con il seguito de La famiglia Aubrey:



NEL CUORE DELLA NOTTE
di Rebecca West




FAZI ED.
USCITA
28 GENNAIO 2019
È trascorso qualche anno da quando abbiamo salutato la famiglia Aubrey.
Le bambine non sono più tali, sono giovani donne, e ognuna ha preso la propria strada: le gemelle Mary e Rose sono due pianiste affermate e vivono le difficoltà che comporta avere un talento straordinario.
La sorella maggiore, Cordelia, ha abbandonato le velleità artistiche per sposarsi.
La cugina Rosamund lavora come infermiera.
E poi c’è lui, il piccolo Richard Quin, che si è trasformato in un giovane seduttore brillante e, sempre più, adorato da tutti…
La guerra verrà a bussare anche alla sua porta, purtroppo. E sconvolgerà ogni cosa.
E mentre il padre è sparito definitivamente, anche la madre comincia lentamente a spegnersi.
Diventare grandi, per le ragazze Aubrey, vuol dire abbandonare per sempre la spensieratezza e immergersi in una lunga notte costellata di eventi drammatici…

L'autrice.
Nata Cicely Isabel Fairfield a Londra, prese il suo pseudonimo dall’omonimo personaggio di Ibsen, un’eroina ribelle. Nel corso della sua lunga vita travagliata e romanzesca è stata scrittrice, giornalista, critica letteraria, instancabile viaggiatrice, femminista ante litteram e politicamente impegnata. Amica di Virginia Woolf e amante di H.G. Wells, Rebecca West viene considerata una delle più raffinate prosatrici del ventesimo secolo e la sua "Trilogia degli Aubrey" è ispirata alla propria storia familiare.

lunedì 26 novembre 2018

Recensione: MOMENTI DI TRASCURABILE FELICITA' di Francesco Piccolo



La vita, come pure ogni singola giornata, è fatta di momenti; e di questi momenti, tanti li ricorderemo negli anni e altri li dimenticheremo pochi minuti dopo averli vissuti.
Ma ciò che conta è che spesso, tanti di essi, nella loro apparente inutilità e banalità, ci regaleranno momenti inaspettati di felicità; piccole gioie necessarie per guardare il mondo con quel pizzico di ottimismo e leggerezza che non guasta mai. Tutt'altro.



MOMENTI DI TRASCURABILE FELICITA'
di Francesco Piccolo

Einaudi Ed.
133 pp
12.50 euro
Pensieri sparsi, alcuni brevissimi altri sono dei mini racconti di situazioni vissute o immaginate dal protagonista: tutti hanno in comune le sensazioni di ebbrezza e breve euforia provate.

Sono i momenti di felicità trascurabili, cioè quell'insieme di sensazioni piacevoli, intense ma anche estemporanee ed effimere (dureranno poco) e che ci prendono d'assalto e all'improvviso durante la giornata, illuminandola proprio quando essa pareva scorrere fin troppo piatta e grigia.

Non sono "niente di che", ma il piacere che ne deriva è affine, appunto, alla felicità.

Possono essere i primi momenti della giornata...

"quando mi sveglio in un posto che non è casa mia, quell'attimo in cui non capisco ancora dove sono"

oppure azioni quotidiane alle quali non si dà peso e che pure a volte scatenano piccole baruffe in casa:

"Bere direttamente dalla bottiglia perché l'acqua sta finendo e, se qualcuno mi guarda schifato, dire: Ma stava finendo!".

"Alcuni gesti insensati.Soffiare su un pezzo di pane caduto a terra e poi mangiarlo come se fosse stato ripulito".
"Chiudermi a chiave nei bagni delle case dove non sono mai stato e mettermi a curiosare su tutti i prodotti che usano".

Ecco, sono solo alcuni esempi di quello che è il senso e il contenuto del libro, piccolo, scorrevole, una lettura simpatica, intrisa di ironia, che sa far sorridere perchè inevitabilmente ci si ritrova nei ritratti buffi che il protagonista narratore ci dà di se stesso e delle persone da lui osservate con attenzione.

Le svariate situazioni descritte con leggerezza, con uno stile semplice che riprende il parlato di tutti i giorni, possono sembrare in sè banali, insignificanti e, da un certo punto di vista, lo sono nei contenuti, nel senso che non si narrano vicende di fondamentale importanza nè per il protagonista nè per chi legge; non essendoci una trama con degli sviluppi e dei personaggi ben definiti con un nome e un cognome, il lettore non assiste a colpi di scena, a dinamiche narrative che lo tengano col fiato sospeso... semplicemente perchè non è l'intento di questo libro...!

L'Autore ci presenta degli "schizzi", delle scene (a volte, sono proprio delle "scenette") con pennellate veloci, colorate, bizzarre, divertenti... e ci invita a trovare in esse questi momenti di trascurabile felicità, che si trovano quindi ovunque, pronti a caderti in testa e farti vedere le cose e le persone e i gesti di tutti i giorni sotto una luce differente, che fino a un attimo prima non avevi considerato.
E così, dando spazio e attenzione al quotidiano, all'ordinario, diamo a noi stessi l'opportunità di cogliere quegli aspetti del vivere e della realtà circostante che non notiamo ma che, se ci fermassimo un attimo, ci accorgeremmo che celano in sè il senso profondo della vita stessa.
In queste poche pagine ritroviamo, a mio avviso, i tanti vizietti, i pensieri inconfessabili, le debolezze, le speranze, le piccole e innocenti manie, con i quali tutti noi dobbiamo fare i conti, e che danno pepe e colore ai giorni che viviamo, e l'Autore ce ne parla con un piglio intelligente e acuto, che ci stupisce piacevolmente.

domenica 25 novembre 2018

Segnalazione | L'esordio letterario di Mr Ink: MALANOTTE. Lettera aperta a una cara catastrofe di Mchele Del Vecchio


Buongiorno e buona domenica, carissimi lettori!!
Oggi ho il piacere di presentare qui sul blog (ma son certa, anzi mi auguro davvero, che abbiate avuto modo di vederlo già in giro per il web... ^_- ) il romanzo d'esordio di un bookblogger che tanti di noi conoscono e stimano: sto parlando di Mr Ink, fondatore del blog Diario di una dipendenza, e del suo libro; ho letto l'anteprima e vi ho ritrovato la bravura e la sensibilità di Michele e del suo modo di scrivere che cattura e rapisce, e che grazie alle sue splendide recensioni ho imparato ad apprezzare.
Ci si affeziona a Milo da subito e si ha voglia di saperne di più, di come la sua vita stia per subire una svolta dopo un incontro con una ragazza, un "astro in collisione" bello come "un film di Tim Burton"!



MALANOTTE. Lettera aperta a una cara catastrofe
di Mchele Del Vecchio



,


Ebook: 5.99 euro
Cartaceo: 16 euro

Il romanzo è a metà prezzo
 fino a domenica 25
quindi oggi è possibile ancora acquistare 
a 3 euro l'ebook e a 8 euro il cartaceo!



Cronometro alla mano per lavarsi i denti, i lacci delle Converse a fare pendant con gli stati d’animo e corde del bucato su cui sventolano i capolavori di Beethoven.
Milo Jenkins, 16 anni, è un virtuoso del pianoforte, ha mille nevrosi e il fantasma di un pesce farfalla per migliore amico. I lunghi silenzi e un candore senza età hanno reso sicura la diagnosi: è autistico. Un ragazzo speciale, lo definirebbe qualcuno.
Se vivi nella cupa Eureka, però, non ci sono parole gentili per un orfano di madre con gli occhiali a fondo di bottiglia e gli incisivi a zappa.
La svolta sperata ha le occhiaie viola di Iris, bella come un film di Tim Burton.
Sulla tela della loro adolescenza, uno schizzo rosso sangue. Sotto una coltre di foglie secche, cadaveri innocenti. Corre, Milo. Ma verso Iris o lontano da lei?

Truce e dolce, Malanotte. Lettera aperta a una cara catastrofe è una fiaba splatter dove i baci hanno un retrogusto segreto e tra sogno e delirio, amore e morte, non c’è grado di separazione.


Perché ho scritto questo libro?
Il romanzo è un debito verso i miei 17 anni. Tra eroi senza macchia e uomini che da regola non devono chiedere mai, non riuscivo a trovare un protagonista che somigliasse a me: miope, imbranato, sincero. Chi dice che non abbiamo diritto a un colpo di testa o di cuore? Perché altrove siamo ridotti a figuranti senza un giallo da sbrogliare, una forestiera con cui dividere le cuffie dell’iPod, il potere di fare la differenza? Milo è nato per spirito di autoconservazione: l’adolescenza è sacra.

L'autore.
Michele Del Vecchio (Palermo,1994) nasce su un'isola, passa le estati della sua infanzia all'ombra del Vesuvio e a otto anni si trasferisce nella regione che, stando a torto alla pagina Facebook, non esiste. Vive tra Termoli e Pescara con quel che resta della sua famiglia e l'irresistibile Ciro, un tigrato europeo che odia tutti e in cui spera fermamente di reincarnarsi in un’altra vita. Fondatore nel 2012 del blog Diario di una dipendenza e plurifinalista ai Macchianera Internet Awards nella categoria Miglior sito letterario, sta lavorando a una tesi magistrale in Letteratura teatrale italiana.



sabato 24 novembre 2018

Segnalazione romanzi noir



Buongiorno lettori, oggi vi presento un paio di noir.


MORTE A MILANO. Ernest
di Antonio G. D'Errico


Macchione Ed.
Dino Lenza, traduttore di romanzi gialli, è alle prese con l’ultimo lavoro dello scrittore francese Jean Baptiste Monnais, dal titolo “La morte di uno sconosciuto”. 
Il protagonista è il giovane Ernest, che è stato vittima da bambino di ripetute violenze sessuali da parte dello zio. Lenza resta scosso da quelle descrizioni, rivivendo le angosce del personaggio, immedesimandosi nei suoi stati d’animo. Trova anche nei tratti somatici del protagonista una certa somiglianza coi suoi. Viene colto da un moto intimo di rabbia, come non si era mai manifestato prima.
Elimina completamente dalla traduzione le pagine scritte dell’autore francese e inizia la scrittura del suo giallo. I toni si fanno aspri e cruenti, il cinismo e la follia omicida non lasciano più uno spiraglio per il perdono. Il commissario incaricato delle indagini, pur nutrendo forti sospetti su tutti quegli omicidi, non riesce a trovare una spiegazione efficace per evitarli.
Una figura di rilievo della narrazione è la zia del giovane traduttore, pittrice famosa e donna di grande bellezza. Il rapporto tra i due lascia intravvedere un’ossessione seduttiva reciproca.

Dalla prefazione di Michela Zanarella:
"Antonio G. D’Errico è uno scrittore di talento che sa muoversi bene in più generi letterari. ‘Ernest. Morte a Milano’ è un noir di qualità, scritto con un linguaggio moderno, avvincente, dallo stile originale e interessante. (...) Pagina dopo pagina ci si accorgerà (...) dei disagi psicologici esistenziali, tra cui realtà o fantasie erotiche subite per troppo tempo taciute, sdoppiamenti, riflessi. (...) Su tutto dominano i bagliori di ombre oscure di Henry James in ‘Ritratto di signora”. Sembra quasi che le esistenze dei personaggi confluiscano in un unicum narrativo dove D’Errico ha la chiave della soluzione. L’autore è abile nel proporre il mistero, suscitando curiosità. Crimini, avvicendamenti, omissioni, omicidi, da chi sono compiuti? (...) L’autore è riuscito a costruire un noir che ha tutte le caratteristiche tipiche del genere: esiste un assassino, c’è un’indagine, gli indizi e le ipotesi sembrano casuali, ma non è così, nasce una sfida per scoprire il perché, si va alla ricerca di una verità tra vendette e rancori. Si susseguono emozioni e sentimenti contrastanti. Si racconta di violenza, abusi, amore, abbandoni, possessione, nostalgia, gelosia, disagi psicologici e follia: le molteplici fragilità umane. Con un’analisi quanto mai lucida e attenta della società, D’Errico ci proietta in una dimensione in cui finzione e realtà si intersecano e si sovrappongono in un interscambio emotivo (...). Sulla scia di Raymond Chandler, altro maestro moderno del noir, ci troviamo in questo romanzo a scandagliare la psiche, ad affrontarne i limiti, a conoscere la paura, accettandone le contraddizioni."

L'autore.
Antonio G. D’Errico, poeta, scrittore e sceneggiatore. Premio Grinzane Pavese, nel 1998 e nel 2000. Ha scritto numerosi testi di argomento musicale. Nel 2011 pubblica per Rizzoli la biografia di Eugenio Finardi, Spostare l’orizzonte, scritta insieme al cantautore milanese e, nel 2015, esce presso Mondadori con la biografia di Pino Daniele, Je sto vicino a te, scritta insieme a Nello Daniele, fratello di Pino. Il suo esordio nella letteratura di genere noir gli vede assegnare il terzo posto dalla giuria dei lettori al “Premio Scerbanenco, Courmayeur noir in festival”, con l’opera per ragazzi Il Discepolo, ispirato ai fatti di cronaca legati alla sette sataniche. Successivamente dà alle stampe l’originale thriller sul mondo della scuola, La governante Tilde. Con Morte a Milanoritorna al noir tematico di genere, dopo aver pubblicato da poco per Controluna edizioni la delicatissima silloge poetica dal titolo Amori trovati per strada (Luglio 2018)
.


La seconda uscita è il 19° episodio delle indagini del commissario Antonio Mariani di Genova.Un omicidio tra le mura di casa della vittima, un rubinetto lasciato aperto, un suicidio a cui il nostro commissario sarà testimone e l'amico, ispettore Iachino, che ha urgenza di volergli parlare. Questi saranno i principali ingredienti di questo nuovo avvincente romanzo.



MARIANI E LE PAROLE TACIUTE
di Maria Masella



Frilli Ed.
250 pp
14.90 euro
Da mesi il commissario Mariani aspetta inutilmente l’arrivo dell’ispettore Iachino che gli aveva detto di aver bisogno di parlargli in confidenza. 
Perché il discorso, anche se riservato, non può essere affrontato per telefono? E perché l’ispettore non arriva? 
Carrara non è lontana da Genova. Ma la vita privata deve essere accantonata, perché c’è un caso. 
L’omicidio di Viola Caffarena non fa notizia, perché la vittima non era una persona importante e, pur avendo una quarantina d’anni, viveva come se fosse stata molto più anziana. È questo a incuriosire il commissario e a spingerlo a ricostruirne la vita tassello dopo tassello. Mentre è impegnato con il caso Caffarena, Mariani è testimone di un suicidio. 
La vittima era persona ben imparentata e il commissario viene incaricato di fare chiarezza prima che i media azzardino ipotesi dannose per il buon nome della famiglia.

L'autrice.

Maria Masella è nata a Genova. Ha partecipato varie volte al Mystfest di Cattolica ed è stata premiata in due edizioni (1987 e 1988). Ha pubblicato una raccolta di racconti – Non son chi fui – con Solfanelli e un’altra – Trappole – con la Clessidra. Sempre con la Clessidra è uscito nel 1999 il romanzo poliziesco Per sapere la verità. La Giuria del XXVIII Premio “Gran Giallo Città di Cattolica” (edizione 2001) ha segnalato un suo racconto La parabola dei ciechi, inserito successivamente nell’antologia Liguria in giallo e nero (Fratelli Frilli Editori, 2006). Ha scritto articoli e racconti sulla rivista “Marea”. Per Fratelli Frilli Editori ha pubblicato Morte a domicilio (2002), Il dubbio (2004), La segreta causa (2005), Il cartomante di via Venti (2005), Giorni contati (2006), Mariani. Il caso cuorenero (2006), Io so. L’enigma di Mariani (2007), Primo (2008), Ultima chiamata per Mariani (2009), Mariani e il caso irrisolto (2010), Recita per Mariani (2011), Per sapere la verità (2012), Celtique (2012, terzo classificato al Premio Azzeccagarbugli 2013), Mariani allo specchio (2013), Mariani e le mezze verità (2014), Mariani e le porte chiuse (2015), Testimone. Sette indagini per Antonio Mariani (2016), Mariani e il peso della colpa (2016), Mariani e la cagna (2017), Nessun ricordo muore (2017) quest’ultimo con protagonista la coppia Teresa Maritano e Marco Ardini. Per Corbaccio ha pubblicato Belle sceme! (2009). Per Rizzoli, nella collana youfeel, sono usciti Il cliente (2014), La preda (2014) e Il tesoro del melograno (2016). Morte a domicilio e Il dubbio sono stati pubblicati in Germania dalla Goldmann. Nel 2015 le è stato conferito il premio “La Vie en Rose”.

venerdì 23 novembre 2018

Recensione: IMPERFETTI di Cecy Robson



Evelyn e Mateo appartengono a due mondi decisamente diversi: lei è una bianca cresciuta in una famiglia benestante; lui è un bel giovanotto latino con precedenti penali...
Ma la vita con entrambi è stata davvero poco generosa e i loro cuori nascondono ferite profonde.
Sapranno guarire l'una le sofferenze dell'altro?



IMPERFETTI
di Cecy Robson




Quixote Translations
TRAD. Claire Albion
COVER ARTIST: Rocchia Design
SERIE: Shattered Past #1
GENERE: Sport Romance
FORMATO: E-book (Mobi, Epub, Pdf) e cartaceo
PAGINE: 369
PREZZO: 3,99 € (e-book) 
Evelyn Preston è una bella ragazza di vent'anni ma già la vita le ha insegnato ad essere forte, a rimboccarsi le maniche e a non contare su nessuno, perchè di nessuno ti puoi fidare.
Neanche di chi diceva di amarti e con cui avevi sognato, negli anni dell'adolescenza e oltre, di metter su famiglia.
C'è stato un tempo - che non è poi così lontano ma ad Evie sembra risalire ad un'altra vita, o meglio, alla vita di qualcun altro - in cui il suo futuro era sembrato perfetto: nata e cresciuta in una ricca famiglia, diventata orfana troppo presto, a prendersi cura di lei c'è sempre stato suo padre; a lui poi si è aggiunto Donovan, il ragazzo ideale: bello, sportivo, figlio di papà, sexy, ammirato da tutte.
Finchè un brutto giorno il mondo dorato di Evie non è crollato: il suo ricco padre è stato coinvolto in uno scandalo finanziario e poi... si è tolto la vita.
Donovan la lascia, non potendo e volendo continuare ad essere il fidanzato di una ragazza che lui definisce, con meschinità e disprezzo, "merce difettosa"; la famiglia di lui e, soprattutto, di lei, le voltano le spalle e le uniche persone a offrirle aiuto incondizionato sono l'ex-domestica dei Preston e la nipote, Lourdes.
Rimasta sola, nel tentativo disperato di pagare la retta del college e le bollette, ad Evelyn non resta che arrangiarsi come meglio può, così trova lavoro come cameriera all’Excess, un nightclub super esclusivo di proprietà di in certo Sam, dove un tempo lei stessa aveva fatto parte della clientela di studenti privilegiati delle scuole private.

All'interno dello staff, Evie è nota per essere considerata da tutti un po' snob e riservata fino a sembrare antipatica e scontrosa; nessuno immagina che questo suo atteggiamento distaccato sia soltanto un modo per difendersi da brutte esperienze e cercare di tener lontane persone negative che potrebbero deluderla e farle del male.

A dispetto di tutto però, qualcosa l’attira verso il seducente e imponente buttafuori, Mateo Tres Santos, lottatore clandestino di origine latina.

Mateo è un ex-militare, finito in prigione per aver aggredito un uomo; di lui Evie ha un po' paura, benchè fisicamente non possa che apprezzarne le "doti" e la bellezza.
Ma non è solo il suo corpo statuario e il suo viso stupendo ad affascinarla: un episodio spiacevole, in particolare, le fa capire che il ragazzo ha nei suoi confronti un senso di protezione che la lusinga e la rassicura.
Infatti, è lui a soccorrere Evelyn durante un attacco di panico nel club, e quando Mateo viene ferito per averle fatto da scudo in una rissa, lei ricambia il favore correndo in suo aiuto.

Entrambi si sentono irresistibilmente attratti ma qualcosa li frena; Evelyn ha paura ad affezionarsi ad un altro uomo e la sola idea di dover scendere in intimità con qualcuno, la paralizza, risvegliando in lei sensazioni e immagini nella mente terribili, di sofferenza. Come mai?
Vero è che Donovan, per quanto non le abbia mai fatto fisicamente del male, non è mai stato un fidanzato sensibile, tenero, non ha mai tenuto conto delle esigenze della sua ragazza, neanche nei momenti intimi...
Mateo sembra così forte, sicuro di sè, macho, le donne se lo mangiano con gli occhi...: potrebbe mai piacergli, lei che è sempre così schiva, noiosa, dedita solo allo studio e al lavoro nei week-end nel locale di Sam?

Dal canto suo, Mateo non ha meno insicurezze di Evie ed è convinto di non essere alla sua altezza; del resto, sa di destare pregiudizi per via dell'esperienza in carcere; inoltre, è consapevole di avere delle vicende burrascose in famiglia e mai si sognerebbe di coinvolgere una brava ragazza come la bella cameriera dai riccioli biondi nella propria vita incasinata.

Ma la loro attrazione aumenta e Mateo è sempre più dolce e protettivo vero la sua piccola Evie, le dimostra che desidera proteggerla, si preoccupa della sua incolumità, le parla con una dolcezza che lei non credeva gli appartenesse.
Il giovane si ripromette di scoprire quali incubi infestino il passato di Evelyn, anche se ciò significa affrontare i propri demoni per salvarla.

Evelyn, infatti, deve fare i conti con ricordi nebulosi e angoscianti che le si stanno affacciando nella mente direttamente dal suo inconscio... e ai quali lei non sa dare nome, volto..., perchè la sua mente sta cercando di proteggerla da verità molto difficili da accettare.
E poi c'è un'altra questione da affrontare: il suo ex, Donovan, si rifà vivo, con la faccia di bronzo che lo distingue da sempre.

Evie e Mateo incominciano a frequentarsi e scoprono di star bene insieme.
La dolcezza di lui riuscirà ad abbattere le barriere e le paure di lei? Evie e Mateo si lasceranno travolgere dalla passione e non permettere alle loro insicurezze di impedirgli di vivere una storia d'amore che potrebbe rivelarsi la cosa più bella loro vita?

Evie e Mateo sono due anime fragili, che sembrano forti (Mateo sicuramente lo è, quanto meno fisicamente) ma sanno di avere troppo scheletri nell'armadio e questo li convince di non essere degni di ricevere l'amore di cui hanno terribilmente bisogno.

Soprattutto Mateo sente che non sia giusto lasciar entrare Evie - che ha già i suoi problemi - nella propria esistenza fatta di litigi pesanti, di violenza domestica, di storie di alcol e percosse...
Ma avere avuto una famiglia disastrata alle spalle vuol forse dire che a entrambi sia preclusa la felicità?

"Imperfetti" è un romance contemporaneo ambientato a Philadelphia, tra night club e appartamenti modesti, in cui si svolgono i turbolenti eventi che coinvolgono i due protagonisti.

Evelyn e Mateo sono personaggi complessi e molto ben delineati, ne conosciamo i lati oscuri e i punti di forza, l'autrice ci porta a provare empatia per loro, per quelle ferite che ne hanno segnato il cuore, ma dà loro l'opportunità di non abbattersi, di andare oltre il dolore e le meschinità subite.

Scorrevole, dall'ambientazione accattivante, "Imperfetti" è una storia d'amore passionale (le scene d'amore descritte non sono mai volgari, benchè molto focose) e romantica insieme, arricchita da vissuti personali difficili, contesti famigliari complessi.

Consigliato alle lettrici alla ricerca di tante belle emozioni!!

Voto 4.5/5

giovedì 22 novembre 2018

Recensione: OGNI RICORDO UN FIORE di Luigi Lo Cascio



In viaggio con il protagonista e narratore, Paride Bruno, aspirante scrittore affetto da una strana "sindrome" che gli impedisce di portare a termine alcunché, il lettore viene letteralmente travolto da un fiume di parole che spiazzano, forse a volte confondono, ma sicuramente affascinano perché l'incompiuto e l'imperfetto trovano spazio e senso nella penna elegante e intensa di Luigi Lo Cascio.



OGNI RICORDO UN FIORE
di Luigi Lo Cascio



Ed. Feltrinelli
334 pp
18 euro
"La vita è lo scavo all’aperto di un nostro pensiero. E mentre racconta una storia, seppure a frammenti, accerchia e costringe la morte al di fuori del mondo. Forse che queste pagine d’incipit sparsi sono in fondo il mio vero paesaggio? Lo specchio scomposto in cui la vita disunita si rifrange?"

E' un libro particolare, questo di Lo Cascio, attore e regista di talento, che tra queste pagine ci stupisce e ci incanta con la sua raffinatezza, la ricercatezza nell'uso di frasi, metafore e giochi di parole frutto di grande sensibilità e accuratezza, di una personalità brillante e colta, di un artista originale, geniale.

Solitamente questo genere di considerazioni le scrivo sempre a fine recensione, ma ammetto i miei limiti e vi dirò: non so se riesco a recensire questo libro come vorrei...

Di solito inizio sempre collocando la storia, i personaggi...., quindi passo alla trama e da lì analizzo i fatti salienti, gli intrecci, gli eventuali colpi di scena, cosa mi ha colpito di Tizio o Caio..., tutto sempre avendo in mente un filo conduttore, una logicità e una linearità necessarie per risultare chiara a chi mi legge e lasciar comprendere il mio parere in merito all'opera letta.
Ma evidentemente Lo Cascio e il suo Paride mi hanno "attaccato" l'incompiutezza cronica multifattoriale (ICM) per cui se iniziassi a blaterare qualcosa su di loro pretendendo di mantenermi razionale ed ordinata, non so quanto sarei efficace e forse finirei per bloccarmi e perdermi nei meandri dei miei stessi confusi pensieri.

Però ormai ho incominciato e qualcosa ve la devo dire, no? ^_-

Anzitutto, sappiate che per leggere queste pagine è necessario che stiate tranquilli e concentrati perchè è facile perdere la bussola e smarrirsi nel torrente di parole che vi passeranno sotto gli occhi; dopotutto, se deciderete di imbarcarvi in questa lettura, ricordatevi che sarete su un treno e, si sa, quando si viaggia non è che si possa fare chissà cosa o andar dove si vuole: ci si può solo accontentare di alzarsi ogni tanto dal proprio posto, fare un giro in corridoio (quando si può), provare ad iniziare una conversazione con qualche viaggiatore chiacchierone..., ma soprattutto, si ha tanto, tanto tempo per pensare. O per scrivere. O per leggere, fate voi.

Paride Bruno è colui che ci accompagna in questo viaggio su un Intercity non ad alta velocità, da Palermo a Roma, in cui egli cerca di "fare la pace" con se stesso, o meglio con un suo "difetto" che lo tormenta e lo innervosisce: tutte le volte che dà inizio a qualcosa, non riesce mai a portarla a termine perchè c'è sempre qualcos'altro che lo distrae... Il punto è che lui vuol fare lo scrittore e questa sua bislacca patologia fa sì che si ritrovi nella testa e tra le mani incipit su incipit, ne ha collezionati più di 200, scritti su fogli svolazzanti, tutti conservati gelosamente e riletti in questo percorso con la speranza di mettere ordine tra quello "svolazzo di pagine sparse" (e quindi in se stesso?) e di capire se sia possibile risolvere il problema dell'incompiutezza cronica, riuscendo finalmente a scrivere un romanzo come si deve, dall'inizio alla fine.

Tra un incipit e l'altro ci viene narrata la storia del viaggio, e così  ci sono i momenti in cui assistiamo insieme a Paride al treno che si ferma di stazione in stazione, al saliscendi dei passeggeri, alle chiacchierate, le litigate: buffi sono i bisticci con una coppia siciliana pronta a far baruffa  per un nonnulla; c'è poi la ragazza spaventata e sola che cerca compagnia o il ragazzino prodigio che ama leggere, ha una cultura ed un acume assolutamente fuori dal comune, e i suoi quesiti esistenziali sgomentano anche un tipo cervellotico come Paride, che pure butta giù parole su parole che sanno come essere contorte e complicate da seguire e comprendere.

Essere sul treno "costringe" l'uomo a fermarsi, a godersi ogni attimo in cui, dice Paride

"mi sarei soprattutto intromesso, contestualmente, sfacciatamente, nelle storie e nei destini di altri passeggeri – capita sempre d’imbattersi in qualcuno di davvero interessante nei treni più lenti – e in ogni caso poi, se il viaggio di per sé non fosse andato troppo bene – quanto a sorprese e ad avventure da annotare – allora pazienza, avrei comunque fatto finta e simulato ogni cosa, avrei magari sognato, immaginato, elucubrato,tanto il sud è inesauribile non solo d’incontri, ma ancor di più di spasmi onirici, miraggi, visioni, miracoli fantasticati, chimere, convulsioni..."

Dopotutto, cosa c'è di meglio per uno scrittore che osservare con attenzione i bizzarri soggetti che gli gravitano attorno, rubarne espressioni e gesti, parole, stranezze... e farne magari del materiale per la propria scrittura?

Ma siamo sempre al punto di partenza: di tentativi di iniziare un romanzo - il romanzo? - ne ha fatti a bizzeffe, ma ogni volta che sentiva di aver buttato giù un inizio buono e convincente, ecco che la vena narrativa gli si bloccava al primo punto fermo.

E allora, se il problema è questo, tanto vale rimandare questo benedetto punto, e allungare così la frase iniziale, riempirla di tanta roba, di tutto (o quasi tutto...) quello che vorrebbe poter mettere in un vero romanzo, così che noi lettori di Paride ci troviamo sommersi tanto da inizi composti da frasi brevi, lapidarie, ad effetto, quanto da altri davvero molto lunghi, verbosi, confusi, che inevitabilmente (e volutamente?) ci disorientano, facendoci dimenticare il soggetto e il filo che unisce pensieri, associazioni, dubbi e riflessioni.

Di cosa trattino queste centinaia di incipit lasciati incompiuti non è semplice dirlo; nel senso che essendo appunto delle "battute iniziali", in esse c'è il germe di qualcosa che non conosceremo mai a fondo, però alcuni temi emergono più frequentemente: il rapporto padre/figlio, la famiglia in generale, la nascita, la vita e la morte, l'amore, il dolore, il mare...

Ci sono incipit costituiti, come dicevo, anche da una frase sola, breve, e che hanno una forza struggente, evocativa, che tocca il lettore:

"Le nostre lacrime non sono pronte: è ancora troppo giovane il dolore; ma la certezza che lo scempio arriverà costringe gli occhi, in quest’ultima notte, a stare all’erta sul ciglio del pianto."


Altri mi hanno sorpresa per l'estro e l'ingegnosità:

"Quell’amo dell’ago di cromo, che punge in mezzo al corpo, tra quarantene non osservate nei giorni, lutto a mostri e a storpi, a seconda del mordere e molestare di quelli, va quasi a squarcio, tra un ospedale a destra e un ampio obitorio a sinistra; e in fronte, se il livido raggiunge le derive, l’arca prende l’ancora più estensibile al malocchio in questa biforcazione e impregna d’unto dove l’ago stressa, e l’asta carolingia si trasforma in ago longobardo d’anima privo, chiusa parentesi di un uovo, ragli all’ansia di sciogliersi di stenti e di rimorsi in cuori gonfi, in fiori quadri di ripicche e scambi ai compromessi estrosi del mistero d’ali e scandagli al buio palissandro dei calzoni".


Ma proprio questi tanti "cominciamenti" non sono forse tante piccole e sfaccettate schegge che ci svelano il protagonista stesso, con le sue ossessioni, le sue paure, i suoi desideri?


"A un certo punto sono inciampato sulla vita che nel frattempo mi era a sua volta caduta di senso. In me invece insiste un trambusto, un fracasso, un subbuglio di voglie, come un campo ormai invaso, travolto, soffocato da mille presenze, affollato e purtroppo mai solo. Chi scrive, seppure divaga, disegna in fondo sempre autoritratti. E questo è un alter ego all’incontrario."

Mi fermo..., credo che se continuassi finirei per infilarmi in un ingorgo, in un "impasto di parole" - come dice Paride - dal quale poi non saprei più uscire.
Ma poi..., chi l'ha detto che bisogna uscirne per forza? Chi l'ha detto che per ogni inizio ci dev'essere una fine? Finchè in noi scorre la vita, una vera fine non c'è mai. E chissà, forse neanche dopo.

Il significato del titolo di questo libro diviene chiaro verso la fine, e spero che ci arriviate come ci sono arrivata io, perchè secondo me quest'opera narrativa di Lo Cascio merita.
Se siete alla ricerca di una storia ben definita, con intrecci e sorprese, con personaggi delineati in modo chiaro, con dialoghi vivaci, con ambientazioni particolari ecc..., allora per adesso non leggetelo.
Non farò la splendida omettendovi che ci sono stati un paio di momenti in cui stavo per abbandonare la lettura perchè mi pareva di annegare nel mare di confusione di Paride Bruno, ma la fascinazione, prodotta dal sapiente uso della parola da parte dell'autore, esercitata su di me ha avuto la meglio, e ho proseguito fino alla fine, e ho fatto bene perchè ho potuto apprezzare la validità di questo attore, che stimo moltissimo artisticamente, anche come narratore, e mentre leggevo mi sono immaginata che lui fosse davanti a me e recitasse, con l'intensità e la bravura e la sensibilità che gli appartengono, le proprie parole dando corpo e vibrazioni ai pensieri di Paride.

Consigliato a... chi non ha fretta, a chi è pronto a libri non certo leggeri e semplici, ma che nel loro apparire complicati riflettono qualche frammento di ciascuno, perchè in ognuno di noi ci sono incertezze, azioni incompiute, pensieri lasciati a metà, emozioni inespresse, cassetti mai aperti.., e chissà, anche romanzi iniziati e mai portati a termine.
Quanto di Paride ho ritrovato in me...!



"Quell’uomo d’Appennino considerato matto – forse perché poeta in ogni verso della vita –, una volta si trovò a scoprire il mare, se lo racchiuse tutto dentro il petto e lo fece diventare il suo cuore."

"La vita è sempre più giovane e perciò più forte del dolore perché è il dolore che l’ha messa al mondo".



mercoledì 21 novembre 2018

LeggendOrientale - novità e anteprime (letteratura giapponese-cinese)



Cari amici lettori, se i vostri gusti letterari si orientano in particolare verso la narrativa orientale, ecco qualche titolo in uscita che spero possa fare al caso vostro.
Buona "spulciata"!



UNO SETTE
di Hideo Yokoyama



Ed. Mondadori
380 pp
20 euro
USCITA
20 NOVEMBRE 2018
1985. Kuzumasa Yuki, esperto reporter presso il "Kita Kanto Shinbun", affronta quotidianamente le complesse dinamiche della sua redazione, tra ambizioni e lotte di potere. 
Ma quando la notizia di un disastro aereo senza precedenti raggiunge il giornale, i colleghi rimangono sconvolti da quell'immane tragedia e finalmente fanno gioco di squadra per tentare di realizzare lo scoop della vita. 
Diciassette anni dopo, l'adrenalina e le emozioni provate durante la settimana che cambiò per sempre la sua vita sono ancora vivissime nella memoria di Yuki, che ripensa anche a una promessa fatta in quel giorno fatidico e che ora ha deciso di rispettare. 
Ma ciò che ancora non sa è che mantenere la parola data lo costringerà a fare i conti con il proprio passato e ad affrontare la più grande delle sue paure. 

Hideo Yokoyama torna con un romanzo ai confini del thriller, mostrando il dietro le quinte di una redazione giornalistica: i precari equilibri interni, le rivalità, la rigorosa etica del lavoro giapponese. 
Dopo aver lavorato per anni come giornalista d'inchiesta, Yokoyama sceglie di raccontarci con la sua voce il lato più oscuro del "quarto potere", un mondo dove la moralità viene spesso sacrificata in nome dell'interesse personale, offrendoci al contempo uno spietato ritratto del Giappone, con le sue profonde contraddizioni e le sue rigide strutture sociali.

L'autore.
Hideo Yokoyama è nato nel 1957. Ha lavorato per dodici anni come giornalista d'inchiesta a Tokyo, prima di diventare uno dei più noti scrittori giapponesi. La sua rigorosa etica del lavoro ha fortemente condizionato i comportamenti ossessivi dei personaggi nei suoi romanzi. Nel gennaio del 2003 è stato ricoverato per un attacco cardiaco in seguito a una sessione di lavoro durata settantadue ore.

L'EMPORIO DEI PICCOLI MIRACOLI
di Keigo Higashino




Ed. Sperling&Kupfer
340 pp
18.50 euro
USCITA
20 NOVEMBRE 2018
Dopo aver compiuto una rapina, tre ragazzi si nascondono in un emporio abbandonato. 
Nel cuore della notte, ricevono una lettera. 
E’ una richiesta di aiuto, indirizzata all’anziano proprietario dell’emporio, ormai defunto, che era solito dispensare massime di saggezza ai suoi clienti. 
I tre decidono di fare le sue veci e depositano una risposta scritta fuori dalla porta. 
Di lì a poco arriva la replica, e la corrispondenza continua, fitta, coinvolgendo anche altri mittenti – ognuno con un problema, ognuno bisognoso di conforto e di consigli, tutti accomunati da una bizzarra peculiarità: vivono nel 1980. 
I tre ragazzi, che sono trent’anni anni più avanti nel tempo, capiranno allora di poter sfruttare quel vantaggio per cambiare il passato, scegliendo il migliore destino possibile per quei perfetti sconosciuti.

L'autore.
Keigo Higashino è uno scrittore e saggista giapponese. È noto soprattutto per i suoi romanzi gialli e i libri di stampo thriller-poliziesco.



LA GRANDE TRAVERSATA
di Miura Shion



Ed. Einaudi
336 pp
USCITA
27 NOVEMBRE 2018
Araki Kohei ha lavorato alla redazione dei dizionari per trentasette anni e nutre ancora grande rispetto per il mistero delle parole. Ora, però, è arrivato il momento di ritirarsi e cercare un successore. 
Giovane, trasandato, con la testa sempre tra le nuvole, Mitsuya Majime pare il candidato giusto: un ragazzo la cui timidezza è ampiamente compensata dalla caparbietà e la totale devozione alla lingua giapponese. 
Il lavoro che attende Mitsuya è assai ambizioso: portare a conclusione il miglior dizionario giapponese mai realizzato. Come una grande nave, capace di attraversare l’oceano delle parole. 
Nel corso dell’opera, Mitsuya scoprirà il valore dell’amicizia, l’amore e il proprio indomabile talento.

L'autore.
Miura Shion è uno scrittore giapponese, vincitore di diversi premi letterari; i suoi libri, tradotti in molte lingue, sono stati spesso adattati per il cinema e la tv.




L'ultimo libro che vi presento è di un autore cinese ^_-


LA STORIA DI QIU JU
di Chen Yuanbin


Ed. Atmosphere Libri
140 pp
USCITA
16 GENNAIO 2019

E' la storia di Qiu Ju, una donna alla ricerca della giustizia.
Nel corso degli anni Chen Yuanbin, nato in Cina nel 1955, riceve numerosi riconoscimenti da parte della critica, ma è nel 1992 che il suo nome viene conosciuto anche a livello internazionale, allorché il suo Wanjia susong (La famiglia Wan va in tribunale) vince il premio come miglior romanzo dell’anno. L’opera, infatti, attira l’attenzione del regista Zhang Yimou, che la adatterà per il grande schermo scrivendone la sceneggiatura con l’aiuto dello scrittore Liu Heng e la presenterà alla 49a Mostra del Cinema di Venezia con il titolo La storia di Qiu Ju – protagonista l’allora celeberrima Gong Li – vincendo il Leone d’Oro.

Qiu Ju, moglie di un contadino che ha ricevuto un calcio nei testicoli dal capo villaggio, è decisa a tutti i costi a ottenere giustizia: nonostante sia incinta sopporta ripetuti viaggi anche fino a Pechino e affronta i labirinti della burocrazia per correggere una sentenza (sostanzialmente assolutoria) che non ritiene equa.  La donna prende coscienza della propria forza e trascina in tribunale il potente e arrogante di turno, appellandosi al rispetto dell'individuo che non si piega alla volontà del potere. L'autore non risparmia una feroce critica all'apparato dello Stato che non tiene conto del singolo individuo ma con cui alla fine è costretto ad un serrato confronto.



martedì 20 novembre 2018

Libri consigliati da un'amica



Cari lettori, avete amici o parenti o colleghi che amano consigliarvi libri da loro letti e apprezzati e che accolgono con entusiasmo i vostri consigli?

Io non molti, ma con le poche amiche o parenti lettrici che ho, gli scambi di opinioni e di copie non mancano.

Ecco due romanzi suggeritimi da una carissima amica, attenta lettrice.

Ad essere precisi, il primo mi ero ripromessa di leggerlo da quando andai alla interessante presentazione del romanzo da parte dell'autore, ma finora avevo sempre rimandato. La mia amica l'ha letto e adesso me l'ha prestato.



LO STUPORE DELLA NOTTE
di Piergiorgio Pulixi



Ed. Rizzoli
360 pp
18 €
2018
Se la incontri non la dimentichi, perché il commissario Rosa Lopez è pronta a sacrificare un ostaggio per riportare la situazione in parità.
La ricordano ancora in Calabria, dove si è fatta le ossa nella guerra alle cosche.
Non la dimenticano oggi, a Milano. Lettere minatorie e proiettili nella cassetta della posta sono il premio per una carriera che l'ha condotta ai vertici dell'Antiterrorismo.
Ma dietro la scorza da superpoliziotta, Rosa cova il tormento: il suo compagno è in coma, vittima di un attentato.
E non c'è solo il senso di colpa, ci sono anche le frequentazioni con quelli del Lovers Hotel, il luogo che non esiste, in cui niente è proibito e quando qualcuno deve cantare si attacca la musica della tortura.
La sbirra, però, non può cedere alla donna. Una minaccia gravissima incombe sulla città: la più perfida delle menti criminali ha ordito un piano di morte.
Lo chiamano il Maestro e insegna l'arte della guerra. Per fermarlo, la Lopez scivolerà in una spirale di ricatti, tradimenti e vendette.


LACCI
di Domenico Starnone


Ed. Einaudi
134 pp
12 €
«Se tu te ne sei scordato, egregio signore, te lo ricordo io: sono tua moglie».

Si apre cosí la lettera che Vanda scrive al marito che se n’è andato di casa, lasciandola in preda a una tempesta di rabbia impotente e domande che non trovano risposta.
Si sono sposati giovani all’inizio degli anni Sessanta, per desiderio di indipendenza, ma poi attorno a loro il mondo è cambiato, e ritrovarsi a trent’anni con una famiglia a carico è diventato un segno di arretratezza piú che di autonomia.
Perciò adesso lui se ne sta a Roma, innamorato della grazia lieve di una sconosciuta con cui i giorni sono sempre gioiosi, e lei a Napoli con i fi gli, a misurare l’estensione del silenzio e il crescere dell’estraneità. Che cosa siamo disposti a sacrificare, pur di non sentirci in trappola? E che cosa perdiamo, quando scegliamo di tornare sui nostri passi?
Perché niente è piú radicale dell’abbandono, ma niente è piú tenace di quei lacci invisibili che legano le persone le une alle altre.
E a volte basta un gesto minimo per far riaffiorare quello che abbiamo provato a mettere da parte.


LI CONOSCETE?
LI AVETE LETTI?






lunedì 19 novembre 2018

Frammenti di... IL LIBRAIO DI SELINUNTE




Frammenti tratti da IL LIBRAIO DI SELINUNTE di Roberto Vecchioni.


"Le parole come cose. Le parole sono cose: noi ne abbiamo deturpato il senso nel tempo o illanguidito la forza, le abbiamo lentamente ridotte ad altro da sé. O noi piuttosto siamo passati oltre e le osserviamo immobili come delle stelle inutili piantate nel cielo. Che bisogno abbiamo mai oggi delle stelle, se ci basta un neon per vedere ciò che dobbiamo vedere?"


"Individuai allora due silenzi. Quello totale, inguaribile, della solitudine senza rimedio: e capii che questo silenzio lo riempiamo in modo ridicolo di cose che non hanno parole alle spalle; e l'altro, che le parole non abbandonano mai e te lo concedono per amarle ancora di più. Si parla per sentirsi vivi: è come se la morte, la fine, avessero paura, si tenessero lontane quando un uomo racconta ed emoziona."

Viaggiare leggendo.... Il miniaturista



Chi ha letto il romanzo di Jessie Burton, IL MINIATURISTA, o si è imbattuto nella mia recensione, ha appreso che la storia narrata è ambientata ad Amsterdam.

Ecco alcuni dei luoghi menzionati nel libro; le vicende si svolgono tutte ad Amsterdam, ma nel corso della narrazione è menzionata anche la città natia della giovane protagonista, Petronella Oortman.

Assendelft è una città olandese facente parte della provincia dell'Olanda Settentrionale e situata nella regione della Zaan. Fa parte del comune di Zaanstad e si trova circa 13 km a nord-est di Haarlem. 


TRVL


Chiesa di St. Odulphuskerk in Assendelft. (Foto: Dirk Jongejans)


Per quanto riguarda la casa dei Brandt, essa è situata presso il canale Herengracht, il secondo dei quattro canali di Amsterdam.


 Herengracht 1671-1672, olio su pannello


Piazza Dam, Amsterdam 1653-1698. olio su pannello .




Archivio Fotografico - Notte vista sulla città di Amsterdam canale Herengracht,




Una delle strade più famose e citate dall'Autrice è Kalverstraat, nota ancora oggi perchè funge da richiamo agli amanti dello shopping; anche nel 1686 era uno dei posti che ospitavano mercati e botteghe, ed è infatti lì che si reca Nella, in compagnia di Cornelia, per mettersi in contatto con il miniaturista.



Amsterdam Sights
kalverstraat

Il romanzo si apre al'interno della Chiesa Vecchia (in cui Nella rientrerà anche durante il corso degli avvenimenti).
La Chiesa Vecchia, in olandese "Oude Kerk", è la chiesa più antica e prima parrocchiale di Amsterdam, risalente al 1250; si trova sulla Oudekerksplein, nel cuore del celebre De Wallen, il quartiere a luci rosse, e forse è proprio per questo motivo che l'iscrizione all'ingresso della Camera Nuziale recita così: "Sposatevi in fretta, avrete tempo per pentirvene".


chiesa vecchia
flickr.com


chiesa vecchia - interno
fonte



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