domenica 17 febbraio 2019

Frammenti di lettura



Un romantico e struggente passaggio tratto dal libro in lettura EDUCAZIONE EUROPEA di Romain Gary.


"«Ti amo, sì. Ti amo. Non piangere, Zosia. Non bisogna. Abbiamo tempo per sapere. Abbiamo tempo per dimenticare. Impareremo parole belle, 
dimenticheremo quelle brutte». 

«Gli uomini non hanno una bella parola per questa cosa». 

«Io ne inventerò una. Io e te insieme ne inventeremo una. Io e te. Saremo i soli a conoscerla. Saremo i soli a capirla. Non la diremo mai a nessuno. Ce la terremo segreta, per noi soli. Non piangere, Zosia. Un giorno non ci saranno più i tedeschi. Un giorno sarà impossibile aver fame, aver freddo. Non piangere. Ti amo tanto...» 

«Dimmelo ancora».

«Quante volte vorrai. Mi piace dirtelo. Ti amo, ti amo...» 

«È una bella parola».

«Allora non piangere più». 

«Non piango più. (...)»"



venerdì 15 febbraio 2019

Prossimamente in libreria (21 febbraio - 7 marzo)




Prossimi arrivi in libreria: il ritratto del compositore Gesualdo da Venosa, una black comedy sullo sfondo della serena e spaventosa campagna inglese, un personaggio femminile sfaccettato e complesso la cui storia ci ricorda come non sempre gli uomini imparino dal passato, un romanzo che parla alle paure più profonde, della necessita di fidarsi di un estraneo e delle conseguenze che ne derivano...



MADRIGALE SENZA SUONO
di Andrea Tarabbia



Ed. Bollati Boringhieri
363 pp
16.50 euro
USCITA
21 FEBBRAIO 2019
Al centro di questo romanzo gotico e sensuale vi è la figura del celebre principe madrigalista vissuto a cavallo tra Cinque e Seicento, Gesualdo da Venosa, che uccide la propria moglie, Maria D’Avalos, per vendicare l'onore e il tradimento.

Dalla solitudine di un uomo tormentato nasce un genio artistico straordinario.
Come può il male dare vita a tale e tanta purezza sopra uno spartito?
Eppure è lì, nel sangue e nel tormento, che Andrea Tarabbia intinge il suo pennino e trascina il lettore in un labirinto.

Questa storia ci parla dritti in faccia, scollina i secoli e arriva fino al nostro oggi, si spinge fino a lambire i confini noti eppure sempre imprendibili tra delitto e genio.
Con un gioco colto e irresistibile, tra manoscritti ritrovati e chiose di Igor' Stravinskij − che nel Novecento riscoprì e rilanciò il genio di Gesualdo − Andrea Tarabbia, scrittore tra i migliori della sua generazione, costruisce un romanzo importante, destinato a restare.
L’edificio che attraverso Madrigale senza suono Tarabbia innalza è una cattedrale gotica da cui scaturisce la potenza misteriosa della musica. È impossibile, per il lettore, non spingere il portale. E, una volta entrato, non restarne intrappolato.



LE CIRCOSTANZE
di Amanda Craig



Ed.Astoria
528 pp
20 euro
USCITA
21 FEBBRAIO 2019

Quentin (giornalista) e Lottie Bredin (architetto) sono una coppia profondamente in crisi ma, a causa della crisi economica non possono permettersi nè di vivere più a Londra nè di divorziare; infatti a lui hanno chiuso il giornale, lei ha perso il lavoro.
La casa in cui vivono non si riesce a vendere per un prezzo accettabile: non resta che affittarla e con i soldi dell’affitto andare a stare in un posto molto più economico, una località remota del Devon.

E così, la coppia con i loro tre figli si trasferisce. 
La campagna, non più vista come un temporaneo luogo di vacanza ma come quello stabile in cui dimorare, si rivela in tutta la asprezza; altro che visione idilliaca da turista, bensì una campagna povera, piena di immigrati pagati una miseria, e di inglesi favorevoli alla Brexit.
L'atmosfera è cupa, la situazione economica è disastrosa...., solo il paesaggio è incantevole ma nasconde un lato oscuro fatto di povertà, vendetta, abuso e violenza.
Infatti aleggia sulla casa che hanno affittato un mistero, perché l’affitto è ridicolmente basso, e presto scoprono il motivo: il precedente abitante era stato ammazzato proprio nel posto in cui vivono.



UNA RAGAZZA RISERVATA
di Kate Atkinson



Nord Editrice
416 pp
18 euro
USCITA
7 MARZO 2019
Londra 1891. Una donna viene investita da un'auto proprio nel giorno in cui è appena tornata in Inghilterra, dopo anni trascorsi all'estero. Un tragico incidente presto dimenticato da una città resa euforica dal'evento più atteso dell'anno: le nozze tra il principe Carlo e Diana Spencer.
Ma chi era quella donna e quali segreti ha portato con sè nella tomba?

Londra 1940. uliet Armostrong ha 18 anni quando viene reclutata dai servizi segreti per sbobinare niente meno che le conversazioni di un agente infiltrato con cittadini inglesi al soldo del Reich...

Londra 1950. Il popolo inglese è stremato dalle conseguenze post-belliche. Juliet adesso lavora per la BBC e crea programmi di intrattenimento per risollevare lo spirito degli ascoltatori. Ma il passato è un fardello pesante per lei, e riemerge prepotente attraverso uno strano messaggio: la pagherai.
E dopo tutto quello che l'ha vista coinvolta in pieno conflitto mondiale, c'è poco da esserne sorpresi...




LA BABYSITTER PERFETTA
di Sheryl Browne



Ed.Garzanti
320 pp
17.90 euro
USCITA
7 MARZO 2019
A volte non è possibile stare con i propri figli tutto il tempo e subentra la necessità di affidarli a qualcuno, che possibilmente deve essere una di fiducia, dolce e rassicurante.
Un giorno incontrano Jade, che sembra la baby-sitter perfetta.
Le loro figlie la adorano, vogliono sempre stare con lei, e Jade le ama come se fossero sue.
La madre, Melissa, non potrebbe essere più felice di così e le affida la gestione della famiglia, tornando a occuparsi del lavoro. Ma all’improvviso in casa cominciano a succedere cose strane: le bambine non sembrano più così al sicuro e Melissa ha sensazioni che non riesce a spiegarsi.
Decide allora di parlarne con il marito, che però non le crede: forse è solo la stanchezza per i troppi impegni, o lo spettro della depressione.
Jade è l’unica che le sta vicino, l’unica che la ascolta e, giorno dopo giorno, Melissa si convince sempre di più che Jade sia stata una scelta fortunata.
Eppure anche questa donna così apparentemente senza macchia nasconde qualcosa...
Melissa imparerà sulla propria pelle che non sempre è possibile proteggere le persone amate...

giovedì 14 febbraio 2019

Steven Spielberg presenta: RITORNO AL FUTURO - il romanzo || dal 14 febbraio in libreria


Non so quanti di voi hanno amato (e continuano ad amare) la saga fantasy di fine anni '80 "RITORNO AL FUTURO", col bravissimo e simpaticissimo Michael J. Fox.

Io personalmente la amo e la rivedo sempre molto volentieri, ed ho appreso con gli occhi a cuore la notizia che oggi esce in libreria il romanzo del primo film della trilogia.
Sebbene conosca le battute cinematografiche a memoria, non vi nascondo che mi sta venendo la voglia di prendere il libro *_*


Ed. Salani
256 pp
14.90 €
USCITA
14 FEBBRAIO 2019
Marty McFly è un ragazzo come tanti: vive in una cittadina di provincia, frequenta svogliatamente la scuola, ama il rock degli anni Ottanta, ha ovviamente un paio di genitori, anche se non della miglior specie.
Se non ci fosse la tenerezza di Jennifer, la bella e spigliata compagna di scuola, e soprattutto la complice amicizia con "Doc" Brown, un eccentrico scienziato, per Marty la vita sarebbe qualcosa da cui sfuggire. La fuga, ma un'incredibile fuga all'indietro, avverrà comunque, grazie a un ardito esperimento dell'amico scienziato e a una ruggente DeLorean a propulsione nucleare che funge da "macchina del tempo".
Marty si ritrova così scaraventato nel 1955, addirittura prima della sua nascita, nella sua cittadina com'era una volta.
Non penserebbe che a "ritornare al futuro", se non ci fosse l'occasionale incontro con due coetanei destinati a diventare i suoi genitori.

mercoledì 13 febbraio 2019

Segnalazione: DEVORA di Franco Buso




Cari lettori, sono lieta di presentarvi un thriller storico che narra il viaggio attraverso il tempo di due donne eccezionali. Sono protette dai Cavalieri Templari e hanno il dono della chiaroveggenza; sono due donne libere, che amano chi vogliono e sono in grado di difendersi a suon di spada.


DEVORA
di Franco Buso



364 pp
10.40 €
Parigi, 1314. Presso la cattedrale di Notre-Dame è allestita una pira e la folla si accalca, bramosa di assistere allo spettacolo: l’ultimo Maestro dei Cavalieri Templari sta per essere mandato al rogo. L’uomo sale sulla legna accatastata, il boia appicca il fuoco, le fiamme si levano. 
Ma un istante prima che lo avvolgano, il Maestro lancia una fiera invettiva contro il re Filippo IV il Bello, che ha voluto la sua fine. E una cupa profezia: il destino del sovrano è segnato, così come quello del papa e della stessa Chiesa, che tra settecento anni cesserà di esistere.
La folla è sbigottita. Solo una ragazza dai magnifici occhi color oro sembra credere
per prima alle parole del Templare.
Quella ragazza, che osserva il rogo silenziosa, ha il dono della chiaroveggenza.
Tutto era iniziato molto prima della sua nascita, quando sua madre, nata in Palestina, era rimasta orfana a seguito dello sterminio della sua famiglia da parte dei Mamelucchi.
Ed era stata punta da uno scorpione del deserto, il cui veleno è in grado di compiere miracoli…

In un affascinante romanzo, i cui protagonisti sono legati da fili invisibili sempre più connessi, il viaggio di due donne eccezionali attraverso epoche remote e ammantate di mistero. Ma più vicine di quanto non si creda: il gran finale vi lascerà senza fiato.
L'autore.
Franco Buso nasce nel 1952 a Meda, allora provincia di Milano e ora Monza-Brianza. A sette anni si trasferisce con la famiglia a Treviso, dove vive tuttora. Consegue la
Maturità Classica e si iscrive alla facoltà di Ingegneria presso l’Università di Padova. Nel 1977 sposa Chiara e dal matrimonio avrà una figlia, Irene. È autore di racconti e questo è il suo primo romanzo, nato dal suo interesse per la storia nonché ispirato dalla tesi di laurea della figlia, incentrata sul processo a Jacques de Molay: l’ultimo Maestro dei Cavalieri Templari.

martedì 12 febbraio 2019

"Leggere mi aiuta"



Quanto può essere terapeutico leggere !



La lettura dà più piacere
quando ci si riconosce nelle storie
e se ne può trarre qualcosa per sé.
(...)
"I libri sono le medicine che mi somministro.
Quando viaggio con la fantasia sono libera,
non ci sono limitazioni e doveri,
posso fare e non fare
quello che voglio,
non deludo nessuno.
Mi fa bene.
Io credo che il corpo stia
bene quando l’anima è sana, e viceversa.
Leggere mi aiuta."

(Christiane F., La mia seconda vita)



lunedì 11 febbraio 2019

Recensione: LA PIETRA DI LUNA di Wilkie Collins (RC2019)



Un diamante meraviglioso su cui aleggia l'eco di una maledizione per chi ne diventa indegno possessore. Un poliziesco tinto di noir scritto con una penna magistrale, una narrazione fluente pur essendo minuziosa; il ritratto di un'Inghilterra in Età Vittoriana che si muove tra l'ironico e il melanconico.


LA PIETRA DI LUNA
di Wilkie Collins



Ed. Mondadori
trad. E. Capriolo
525 pp
Il titolo non dà spazio ad equivoci: al centro di questo lungo e piacevolissimo romanzo c'è una gemma gialla, preziosa, originaria dell’India: la pietra di luna, appunto.

Nell'antefatto l'Autore ci racconta in che modo questo diamante sia passato, dopo una serie di avventurose vicissitudini avvenute nel corso dei secoli, dalla fronte della statua di una divinità indiana alle mani di un certo John Herncastle, uomo dai discutibili costumi e poco amato anche dai propri familiari; cinquant'anni dopo (nel 1848), questo ex-colonnello fa dono del gioiello (ancora in suo possesso) a una nipote, Rachel Verinder, figlia di sua sorella (con cui non ha alcun rapporto da molti anni).
Di questo mirabile ornamento si dice che sia stato trafugato da ladri sacrileghi (per questo porta con sè maledizioni) e che ne seguano le sorti sotto mentite spoglie tre sacerdoti, pronti a uccidere per riportarlo in India.
Si tratta di mere leggende, di sciocche superstizioni... o di qualcosa da non prendere alla leggera?

Fatto sta che la signorina sta per compiere 18 anni e il giorno del compleanno riceve in eredità dall'ormai defunto zio il diamante; a recapitarglielo è un giovanotto, suo parente (e spasimante), Franklin Blake, un tipo sveglio, colto, simpatico, dal carattere esuberante.

Alla cena di compleanno sono presenti diverse persone, tutte affascinate dal monile, il cui valore è inestimabile e che facilmente irretisce chiunque vi posi lo sguardo:

"Che diamante, buon Dio! Grande, o quasi, come un uovo di piviere! La luce che ne sgorgava era come quella della luna di settembre. Quando abbassavi gli occhi sulla pietra, ti trovavi davanti un giallo abisso che li attirava a sè sino a impedirgli di vedere qualsiasi altra cosa. Sembrava insondabile; quel gioiello, che potevi tenere tra il pollice e l'indice, sembrava insondabile come i cieli".

C'è che un che di magico, una potenza ammaliatrice che scaturisce dalla pietra di luna e che pare avere il potere di soggiogare chi la possiede, che sviluppa nei suoi confronti un sentimento "possessivo" (un po' come accade a  quanti si ritrovano tra le mani l'anello al centro della trilogia tolkeniana) e per certi versi irrazionale.

Quale enorme e tragica sorpresa quando, al mattino successivo, la festeggiata dà l'allarme dicendo che il suo meraviglioso regalo, da lei riposto in un cassetto in camera propria prima di coricarsi, è... scomparso!!

Cosa è successo durante la notte? Un ladro si è introdotto furtivamente in casa e, col favore delle tenebre, ha rubato la pietra di luna?
E soprattutto... chi è stato?

Per fare chiarezza sul mistero, un famoso investigatore, il sergente Cuff, viene incaricato di fare indagini e ritrovare il gioiello. 
L’indagine, per quanto accurata, non porta ad alcun risultato e causa, anzi, sgomento e confusione sia tra i membri della famiglia Verinder che nella servitù. 

Il sergente, infatti, deve inevitabilmente sottoporre a interrogatori e perquisizioni tutti i presenti; l'unica persona che si rifiuterà caparbiamente di rispondere alle insistenti domande di Cuff e di lasciarsi perquisire bauli e cassetti è proprio la derubata, Rachel, che mostrerà sin da subito un quanto mai enigmatico (e sospetto?) atteggiamento di aperta ostilità verso chiunque si ostini a volerle parlare del monile scomparso e di cosa potrebbe essere successo quella notte.
Perchè la ragazza rifiuta di dare il proprio contributo alle ricerche? E come mai a un certo punto rivelerà la propria avversione nei confronti di Franklin, che fino a poche ore prima del fattaccio era il primo nella lista dei suoi possibili fidanzati?

Tutti i personaggi sono apparentemente innocenti ma allo stesso tempo possibili colpevoli, e in particolare ci si sofferma su alcuni di essi; oltre allo strano comportamento isterico e chiuso di Rachel, a destare qualche sospetto è una cameriera, Rosanna Spearman, tanto bruttina quanto povera e disgraziata, eppure il suo passato, unito a certi suoi modi di fare sibillini e incomprensibili, fanno sì che Cuff diriga la propria attenzione sulla ragazza. Rosanna, infatti, ha un passato difficile: quando la buona signora Verinder l'ha conosciuta, la giovane era in riformatorio per aver commesso dei furti; per misericordia cristiana, la signora l'ha tirata fuori di lì dandole un lavoro, un tetto, del cibo, insomma se n'è fatta carico e non ha dubbi che la sua cameriera sia estranea ai fatti.

Ma è davvero così?
Eppure, se sul destino del diamante si è incerti e ci si può lasciar andare soltanto a speculazioni, ad essere incontrovertibile è questo dato di fatto: la pietra di luna era in casa, in camera di Rachel... e da lì qualcuno l'ha presa e, presumibilmente, l'ha portata via.

Quindi - come in un classico giallo alla Christie (successiva al nostro Wilkie) -  il colpevole è necessariamente qualcuno che quella notte era dentro la casa.
Scoprire di chi si tratti, cosa davvero sia accaduto e come si siano sviluppate le sorti della pietra di Luna, è il cuore dell'intreccio, che si dipana in un groviglio di eventi drammatici raccontati, di volta in volta, dai diversi protagonisti.

Il romanzo di Collins, infatti, è corale, e a narrarci il succedersi degli eventi sono diverse persone, tutte chiamate a trascrivere il proprio punto di vista su invito di Franklin Blake con lo scopo di mettere i fatti, concernenti la sparizione della pietra, nero su bianco e in modo ordinato; la decisione di usare questa tecnica si rivelerà necessaria per il povero Blake, che nel corso dei mesi non si darà pace circa il destino della gemma, soprattutto quando si sentirà coinvolto, suo malgrado, in prima persona e alcuni eventi rischieranno di far naufragare la propria storia d'amore con la bella Rachel.

Il primo punto di vista - e anche il più "corposo" - è quello del maestro di casa, il capo dei domestici, lo stimato e buon Gabriel Betteredge. Il suo racconto di cosa accadde in quella fatidica notte e nei tempi successivi è dettagliato (caratteristica che appartiene a tutta la narrazione in generale) e attendibile, perchè l'uomo è sicuramente una persona onesta, molto attaccata e devota alla famiglia Verinder, affezionata a Franklin, che ha visto crescere. La sua prospettiva è narrata in modo spigliato, ironico, e anche se ci dà l'impressione del classico "pettegolo", sempre informatissimo su tutto quello che accade in casa (tanto ai padroni quanto ai domestici), risulta inevitabilmente simpatico, anche quando divaga e racconta di fatti e persone che poco hanno a che fare con lo scopo della sua trascrizione; ci fanno sorridere le sue riflessioni sulle persone a lui vicine, in particolare sul genere femminile (che non gode di molta stima da parte del domestico), e la sua fissa per Robinson Crusoe, classico da lui letto, riletto e studiato, che nei momenti difficili e cruciali si è rivelato sempre profetico ed illuminante per il suo fan n.1.

Altra narratrice interpellata è la signorina Drusilla Clack, una cugina di Rachel presente alla cena di compleanno; ammetto che, personalmente, il suo racconto l'ho trovato spassoso: la donna è nubile (zitella, se volete ^_-), squattrinata, sola al mondo se non fosse per le varie associazioni di carità di cui è fervente membro; dal suo resoconto emerge vivido il ritratto di una donna che ha fatto dell'adesione religiosa il cardine della propria vita; giudica tutti col metro della religione, finendo per mostrarcene però il lato più farisaico ed ipocrita, che cela - dietro parole in apparenza misericordiose e pie - un atteggiamento di condanna e giudizio; divertenti i suoi tentativi di far proseliti e convertire tutti attraverso opuscoli e libretti di edificazione che le vengono debitamente restituiti.

Altre voci narranti sono: il dottor Candy (che avrà una sua parte non irrilevante nella catena degli eventi, ma si scopre molto in là), l'avvocato Bruff (realista e razionale), il sergente Cuff (acuto e intuitivo), lo stesso Franklin e un certo dottor Ezra Jennings, che avrà anch'egli un ruolo determinante per la soluzione e comprensione del caso.

Sì perchè il caso si risolverà; Collins non ci lascia a bocca asciutta, ma anzi ci conduce passo passo verso la fine, intrecciando persone, fatti, ipotesi, fino a rivelarci la verità, che costituisce un colpo di scena.

"Sentiamo spesso dire (ma quasi sempre da osservatori superficiali) che la colpa ha lo stesso aspetto dell'innocenza. Io credo che sia infinitamente più veritiero affermare che l'innocenza può avere lo stesso aspetto della colpa".

Una  cosa è fuor di dubbio: il diamante sarà pure splendido e desiderabile..., ma quanti problemi e divisioni porterà in casa Verinder!! Non sarà davvero maledetto?

"Quando sono arrivato qui da Londra con quell'orribile diamante (...) non credo che esistesse in Inghilterra una casa più felice di questa. E guarda com'è adesso! Dispersa, disunita..., persino l'aria è avvelenata dal mistero e dal sospetto! (...) La pietra lunare ha attuato la vendetta del colonnello e in un modo che nemmeno lui avrebbe mai immaginato!".

Wilkie Collins ha saputo dar vita ad un poliziesco magistralmente costruito, che ha tutti gli elementi per tener vive la suspense e la curiosità del lettore, che resta inchiodato al libro dalla prima all’ultima pagina..., nonostante le pagine non siano poche! Il ritmo narrativo non è incalzante perchè si avanza con gradualità verso i nodi da sciogliere e per aver chiaro tutto ciò che ha dato vita al mistero bisogna avere la pazienza di giungere alla fine, ma lo stile è così piacevole e scorrevole che si procede senza pesantezza alcuna.
Collins ci offre uno spaccato della società del suo tempo, tanto dei "ricchi" - con i loro vezzi, le loro ipocrisie, il loro perbenismo - quanto dei "poveri" - con i loro cicalecci, le antipatie verso chi è "diverso", nei confronti del quale è sempre fin troppo facile puntare il dito.
Le azioni dei personaggi diventano, in un certo senso, più importanti delle vicissitudini che li vedono attori, e anzi sono le loro scelte a determinare le circostanze e le relative evoluzioni.

La pietra di luna (The Moonstone) rappresenta il modello che ha anticipato tutta la futura letteratura poliziesca; non ho potuto non apprezzare la complessità della trama, la raffinata descrizione degli ambienti, l'attenzione posta ai personaggi, la presenza di un interessante punto di vista su uno specifico argomento medico (l'oppio e i suoi effetti) che in quel determinato momento storico era attuale e che rimanda all'esperienza personale dell'Autore stesso.

Sono quei classici che a me piacciono da morire, quei libri da leggere avidamente con una buona tazza di the in mano; mi delizio di fronte alla bravura di certi grandi romanzieri; a buon diritto, il nome di Wilkie Collins può essere accostato a Dickens o Thackeray.

Assolutamente consigliato, tanto più a chi ama i classici, i polizieschi e si vuol godere un libro corposo ma accattivante e scritto magnificamente.

Leggerò altro di Collins, ormai è amore *_*


domenica 10 febbraio 2019

Anteprima NeroRizzoli: DI PUNTO IN BIANCO di Cristina Rava



Prossimo arrivo in libreria, ideale per gli amanti del genere detective stories... al femminile ^_-

L’atteso ritorno di due detective che fanno scintille. Una commedia nera che mischia squisito cinismo e humor impeccabile.
Niente è come sembra per il commissario Rebaudengo.



DI PUNTO IN BIANCO
di Cristina Rava

Ed. Rizzoli
368 pp
18 euro
USCITA
19 FEBBRAIO 2019
In autunno le colline piemontesi sono uno stato dell’anima: nebbia azzurrina che cinge i crinali, tenue malinconia a invadere i cuori. Lo sa bene il commissario Bartolomeo Rebaudengo che ha deciso di darci un taglio con omicidi, scene del crimine, tecniche delprofiling, e di ritirarsi in Langa. 
Per quelli come lui, però, non c’è pensione che tenga. 
E così il poliziotto si ritrova a indagare sulla morte del giovane Dario, scomparso dopo un festino a base di alcol e droghe, e ritrovato cadavere a distanza di alcuni giorni. 
Ma il delitto è anche l’occasione per rivedere Ardelia Spinola, il medico legale dall’intuito infallibile, che ha il vizio di cacciarsi nei guai e che nasconde la sua fragilità dietro una tagliente ironia. La passione di un tempo ha lasciato spazio al gioco delle schermaglie e al tarlo dei rimpianti, nonostante i due – diversi come il giorno e la notte – continuino a fare scintille. 
Intanto c’è il diavolo sulle colline, e ci mette pure la coda dettando un’impressionante sequenza di tragiche casualità e colpevoli omissioni, inestricabili equivoci e gesti rovinosi. 
La caccia sospingerà Ardelia e Bartolomeo nelle ombre di una terra ancora selvaggia e nelle tenebre di una mente ossessionata dalla vendetta. 

Cristina Rava si conferma una delle voci più acute del noir al femminile, componendo con leggerezza pensosa e impeccabile humor una commedia nerissima sulle miserie di chi arranca nella malora, insieme alla sincera confessione di quello che le donne non dicono.


L'autrice.
CRISTINA RAVA (Albenga 1958) è autrice della serie del commissario Rebaudengo e delle inchieste del medico legale Ardelia Spinola
.

sabato 9 febbraio 2019

Segnalazione del saggio musicale "CLAUDIO BAGLIONI. UN CANTAUTORE DEI GIORNI NOSTRI 1967-2018" di Paolo Jachia



Carissimi lettori, in occasione del 69° Festival di Sanremo, di cui stasera andrà in onda l'ultima puntata, ripropongo alla vostra attenzione il saggio musicale “CLAUDIO BAGLIONI. UN CANTAUTORE DEI GIORNI NOSTRI 1967-2018” dello scrittore Paolo Jachia (Fratelli Frilli Editori).
Un volume che ripercorre in maniera cronologia la carriera non solo musicale di Claudio Baglioni; si parte dalla prima canzone scritta nel 1967 sino ad arrivare alla sua designazione come direttore artistico e conduttore del Festival di Sanremo 2018. 
Non si tratta di una semplice biografia ma di una puntuale analisi di tutti i suoi dischi e di quasi tutte le sue canzoni. L'autore mette in risalto la capacità comunicativa e lo spessore artistico di Baglioni evidenziandone il grande percorso cinquantennale.




CLAUDIO BAGLIONI. UN CANTAUTORE DEI GIORNI NOSTRI 1967-2018
di Paolo Jachia



Ed. Frilli Editore
176 pp
12.90 euro
Questo libro, che presenta un ritratto cronologico di Claudio Baglioni dalla prima canzone scritta nel lontano 1967 ai giorni nostri, che lo vedono direttore artistico e presentatore del Festival di Sanremo 2018. 
Il principio è quello della comprensione di ciò che vuole dire un testo e questo non per un esercizio fine a se stesso ma per designare la poetica, la strategia comunicativa propria di Baglioni. 
Possiamo così dire che, se è vero che Baglioni ha avuto due differenti momenti creativi e artistici, va anche detto che, dopo una trentina di album, qualche migliaia di concerti e qualche milione di dischi venduti, le due strade - quella delle canzoni d’amore e quella dei racconti più impegnati e a tratti persino sperimentali - sono diventate una sola. 
Non solo, ma crediamo che un suo merito complessivo sia quello di aver ridotto la presunta distanza tra cosiddetta “canzone d’autore” e cosiddetta “canzone pop”. 
Distinzione che appare (e questo anche il senso del nostro libro) posticcia, mentre invece il punto vero è una non pregiudiziale valutazione estetica dell’intenzione artistica di una canzone. 
Alla luce di tutto questo crediamo sia lecito affermare che Claudio Baglioni è, ed è stato, un grande artista di canzone e che sarebbe bello che, per questo suo cinquantennale percorso artistico, gli venisse assegnato, spezzando vetusti steccati, il Premio Tenco alla carriera.


L'autore.
Paolo Jachia ha conseguito l’abilitazione a Professore associato in “Letteratura Italiana, Critica Letteraria e Letterature Comparate” e in “Letteratura italiana contemporanea” e dal 2000 insegna a contratto “Semiotica della letteratura” e “Semiotica delle arti” presso l’Università degli Studi di Pavia e il Collegio Nuovo di Pavia. Il suo primo libro è Non solo oggi del 1991 con Franco Fortini cui ha dedicato una monografia nel 2007 per Zona. Altri suoi libri: De Sanctis e Bachtin (entrambi presso Laterza), Pirandello e il suo Cristo. Segni e indizi dal Fu Mattia Pascal, Ancora 2007, Apocalypse Now di F. F. Coppola, Bulzoni 2010. Con Manni ha pubblicato Eco 1955-2005: arte semiotica letteratura (2006) Dal segno al testo. Breve manuale di semiotica della letteratura e delle arti contemporanee (2011) Pirandello, Dostoevskij e la polifonia (2016). In ambito musicale ha scritto La canzone d’autore italiana 1958-1997 (Feltrinelli 1998), Francesco Guccini (Ed. Riuniti 2002), Giorgio Gaber (Ed. Riuniti 2003), Ivano Fossati (Zona 2004), Franco Battiato (Ancora 2005), Nonostante Sanremo. Arte e canzone al Festival: 1958 2008 (Coniglio 2009: con F. Paracchini), Francesco De Gregori (Ancora 2009), Lucio Dalla (Ancora 2013), I Baustelle (Ancora 2014: con D. Pilla), Baglioni e Morandi Capitani coraggiosi (Azzurra 2015: con F. Paracchini), Battiato 27 canzoni commentate (D’Ambrosio 2017: con A. Pareyson).

giovedì 7 febbraio 2019

Recensione: BUIO E LUCE. Alzate gli occhi al cielo di Fabio Salvatore



La testimonianza serena, consapevole e toccante di un uomo che ha trovato nella fede la via per affrontare il cancro che da anni ha colpito il suo corpo ma non è riuscito ad abbattere il suo spirito.



BUIO E LUCE. Alzate gli occhi al cielo
di Fabio Salvatore



Ed. Paoline
176 pp
2018
"“Caro” Scarafaggio, sono vent’anni che ci conosciamo; di più: vent’anni che conviviamo."

Con queste parole inizia la testimonianza personale dell'Autore, Fabio Salvatore, che si rivolge direttamente al "suo" cancro denominandolo con l'appellativo "scarafaggio": sì perchè il cancro è una "brutta bestia", il solo pronunciare la parola basta a farci venire brividi di paura, di angoscia, perchè ad essa associamo, inevitabilmente, il dolore, la disperazione, la morte..., insomma cose negative.

E' il 2008 quando Fabio pubblica il suo primo libro, "Cancro, non mi fai paura", e da allora ha ricevuto migliaia di lettere da parte di tantissimi suoi lettori che hanno condiviso con lui le proprie esperienze, i propri dolori, i propri inferni intimi e personali.

Tra queste pagine Fabio condivide, a sua volta, con noi alcune di queste lettere, e da esse prende spunto per parlarci di sè, per rivelarci i suoi pensieri, le paure, le piccole conquiste, i momenti di sconforto e quelli in cui ha raggiunto la consapevolezza di sè, della propria esperienza dolorosa - dovuta alla malattia e poi alla improvvisa e tragica perdita del padre - e di come essa l'abbia cambiato, dandogli modo di diventare una persona nuova, un credente convinto che la propria vita, i propri giorni, siano custoditi in mani sicure: quelle divine.

"Ognuno ha il suo inferno qui sulla terra. Peccato che il paradiso scegliamo di non viverlo. Ogni giorno, ogni istante è paradiso, ma noi ci perdiamo nell’odio, nel rancore, nei giudizi, invece di apprezzare l’angolo di cielo sulla terra che ciascuno di noi potrebbe trovare."

Non c'è persona al mondo che non abbia le proprie personali battaglie quotidiane da portare avanti, piccole o grandi che siano: può essere una malattia incurabile, invalidante e dalle conseguenze drammatiche (la difficoltà ad avere un figlio, a continuare la propria vita com'era prima della malattia, che sia nel lavoro, negli studi...), un trauma subito nell'infanzia, arduo da superare, il senso di impotenza e il dolore di fronte alla malattia dei propri cari, la depressione...: l'elenco delle afflizioni cui l'essere umano si imbatte nel corso dell'esistenza è, purtroppo, infinito.

Ma in ogni lettera riletta in una notte in cui Fabio si ritrova a guardare ancora una volta dentro di sè, nel proprio cuore, ci sono non solo tanta sofferenza, timore, angoscia, dubbi... ma anche tanto coraggio, desiderio di rinascita, di non lasciarsi risucchiare dal vortice del dolore, di non fare del proprio "problema" l'etichetta che identifica colui che soffre.
Noi non siamo i nostri problemi, non siamo la nostra malattia; i nostri limiti fanno sì parte di noi, del nostro vivere quotidiano, ma siamo più di questo: siamo persone aventi ciascuna una propria storia, un vissuto, una personalità, dei sogni, delle paure, e ciò che siamo non è soltanto frutto di quel che viviamo ma ancor più di come decidiamo di viverlo, affrontarlo.

"A volte le paure ci mangiano, ci divorano, ci risputano a pezzi. Io ho imparato a conviverci, a esorcizzarle; mi sono convinto che la paura non esiste: è un limite della nostra mente, ma serve l’aiuto di una Forza superiore a quella umana per superarlo. Di tante paure ho fatto i miei punti forza, uno stimolo al coraggio, un incentivo all’amore."

Fabio è consapevole di quanto male, di quale profondo inferno, di quale acuto tormento, di quali e quanti angoscianti demoni si agitino nell'animo umano, perchè ha imparato - e ogni giorno continua ad impararlo - sulla propria pelle cosa significa sentirsi fragile e inutile al cospetto di cose più grandi di sé (quale, appunto, un cancro); sa cosa voglia dire attraversare il buio dello sconforto, della disperazione, dello scoraggiamento; sa cosa voglia dire avere la forza di non domandarsi "Perché proprio a me?"; sa cosa voglia dire intravedere una flebile luce proprio mentre sei nella parte più interna e buia del tunnel... e aggrapparsi ad essa, correre verso quella luce e lasciarsi abbagliare dalla speranza, dall'amore, dalla fede.


"Non voglio più essere vittima delle mie fragilità, voglio fare leva su tutte le mie debolezze, farne una nuova partenza. Le fragilità sono la nostra bellezza. Non permettiamo alla vita di scorrere senza che ce ne accorgiamo, non lasciamo che le difficoltà gettino ombre su tutto ciò che di bello c’è in noie nella vita, nei volti che incrociamo, nelle persone che sfioriamo. Guardiamo questo mondo e tutto ciò che di meraviglioso contiene, ogni piccolo miracolo (...). Ma soprattutto guardiamo noi stessi e godiamo dell’opportunità di essere vivi, ringraziamo Dio per il prodigio della vita".

Le riflessioni di Fabio sono intrise di una fede sincera e questa fede egli desidera condividerla, perchè sa per esperienza personale che solo in Dio è riuscito a trovare riposo, pace, forza, ritrovando la voglia di vivere e di essere uno strumento per portare l'Amore di Gesù a chi vive momenti ed esperienze di profonda afflizione e di comprensibile scoramento.

E di fronte alla malattia e alle diverse traversie che tutti gli esseri umani - seppure in modi e tempi differenti - vivono, ci si sente tutti uguali, nessuno è migliore di un altro, nessuno è più forte, più o meno fortunato...; le fragilità e i timori davanti all'ignoto sono gli stessi, come anche la speranza, quella scintilla presente in ciascuno che ci ricorda come in noi esistano risorse incredibili che si attivano in mezzo alle tempeste e che fanno di noi dei guerrieri; e nelle nostre battaglie non siamo soli, perchè tante persone combattono ogni giorno, e Dio stesso non ci abbandona nelle difficoltà.

"la malattia ha questo, di positivo: ci avvicina come persone, uomini e donne che si raccontano per darsi coraggio.".


Un libro che si legge tutto d'un fiato, tocca davvero le corde più profonde dell'anima perchè parla al cuore, alla nostra sensibilità, a quella parte di noi più intima, quella spirituale, empatica, che si pone in contatto con l'anima dei nostri simili, che cerca di comprenderne e accoglierne le emozioni, i vissuti personali, con se stessi (la conoscenza di sè, la consapevolezza di chi siamo e vogliamo diventare è un requisito imprescindibile per accogliere l'altro) e con Dio.

Un viaggio nell'animo umano, parole che fanno bene al cuore e alla mente, che fanno riflettere, che possono dare coraggio, conforto, speranza, Amore.

mercoledì 6 febbraio 2019

Una citazione, una canzone (Il conforto)



Un breve ma intenso passaggio tratto da BUIO E LUCE di Fabio Salvatore, un libro-testimonianza molto bello di cui presto vi parlerò meglio.


"A prendere il cuore tra le mani ci vuole tanto, troppo coraggio. Pesarlo. Conoscerlo: il proprio e l'altrui. Sarà colpa di tutto il buio di mesi di rabbia, crolli, vite spezzate, dolore, ma sento la fatica di molti, di troppi ad amare. E non capiscono che ci vuole conforto, che molte volte tarda ad arrivare, ma che è un balsamo per il cuore. Non meritiamo frasi fatte, parole di circostanza. Molte volte nella malattia si resta soli, anche per scelta. Si fugge dal caos attorno, si desidera la quiete, il silenzio. 
Ma bisogna almeno essere in due, avere la carezza che dà conforto e calore."

Leggendolo, mi è venuta spontanea l'associazione con la canzone IL CONFORTO, cantata da Tiziano Ferro e Carmen Consoli.




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