L’amore è qualcosa di talmente impetuoso da stravolgere le vite non solo di chi si abbandona a una storia di passione, ma anche di coloro che sono attorno ai due amanti: è ciò che succede tra Nicholas e Lydia, innamorati nonostante la ragione imponga loro di allontanarsi l’uno dalle braccia dell’altra.
L’ARTE DI DIRSI ADDIO
di Rebecca Connell
Ed. Einaudi 262 pp |
Louise ha 23 anni ed è stata cresciuta da suo padre, il professor Martin; la madre, Lydia, è morta quando lei era solo una bimbetta di cinque anni, la ragazza se ne ricorda appena ma fin da piccola ha imparato a conoscere ed amare questa mamma scomparsa troppo presto la cui memoria è sempre stata viva grazie ai racconti di suo padre, che ha molto amato la giovane moglie.
Louise sa che la sua bellissima mamma era molto giovane quando un incidente in auto se l’è portata via e in lei, nel tempo, si è annidato un pensiero, che sta per tramutarsi in un piano ben preciso: andare a fondo circa cosa sia davvero successo a sua madre, quali dinamiche hanno condotto a quel brutto e fatale incidente automobilistico in cui Lydia perse la vita.
Improvvisandosi, in un certo senso, investigatrice, Louise decide di seguire l’unica traccia in suo possesso: una traccia che parte a ventitré anni prima e che conduce a un uomo, Nicholas, uno stimato professore universitario con il quale la madre aveva avuto una impetuosa storia d'amore clandestina.
Come fare per approcciarlo, visto che egli le è quasi completamente estraneo? Cosa ha intenzione di fare, se mai riuscisse ad avvicinarlo e a rivelargli la propria identità?
Convinta che lui possa aver inciso sul tragico destino della mamma, Luoise sente montare in sé tanta rabbia, risentimento, desiderio di vendetta verso quest’uomo meschino.
Ciò che però non ha messo in conto è che la vita spesso fa certe sorprese inaspettate, che scombinano tutti i piani…
Per raggiungere il proprio scopo, Louise entra nell’ambiente universitario, comincia a frequentare le lezioni di Nicholas e conosce un ragazzo, Adam.
Lui, che è di poco più giovane, comincia a corteggiarla e, quando Louise - che si presenta col nome della madre, Lydia - apprende che - coincidenza! - Adam è nientemeno che il figlio del professore…, cerca di aprirsi un varco nella famiglia di lui, così da potersi avvicinare a colui che è stato l’amante della madre.
Traspare da subito come Louise sia talmente ossessionata dalla sete di verità (e vendetta?) da assumere il nome della madre, Lydia, quasi a volersi fondere con lei, col suo ricordo. È un tipo schivo, riservato, diffidente, non ha molti amici, tende a isolarsi, è emotivamente molto fragile e il suo pensiero è fisso verso quella madre bionda e bella che però ha fatto scelte discutibili. Forse le cose sarebbero andate diversamente se non avesse conosciuto e amato quel Nicholas? Louise ne è convinta ed è decisa ad andare avanti con il suo piano: conoscere la famiglia di Adam - con cui sta nascendo una certa attrazione -, e quindi la madre Naomi e il papà Nicholas…, l’uomo che, secondo Louise, ha reso infelice il matrimonio dei suoi genitori.
La narrazione si sviluppa secondo due prospettive: quella di Louise, le cui vicende sono collocate nel presente (2007), e quella di Nicholas, che racconta ciò che è accaduto prima, nel 1983 e nel 1989, per poi, alla fine, avere il racconto dello stesso Nicholas ma nel 2007.
È interessante come il racconto del presente, affidato alla ragazza, sia narrato a volte in prima persona, a volte in terza, come se la stessa Louise si guardasse dall’esterno mentre porta avanti la propria personale missione e “gioca” ad essere ciò che non lo è; infatti, Louise/Lydia racconta una montagna di bugie per poter avvicinarsi a Nicholas, aspettando il momento opportuno per svelargli di essere la figlia della sua amante perduta.
Quella di Nicholas sembra una famiglia felice: benestanti, marito e moglie ancora affascinanti e innamorati, una bella casa, un figlio al college… Quanto di vero c’è in questa felicità perfetta? Naomi sa del tradimento del marito, avvenuto anni prima: perché l’ha perdonato? Com’è possibile che un uomo del genere possa essere felice e soddisfatto quando invece la povera Lydia giace sotto terra? Cosa è successo venti anni prima tra i due amanti?
A raccontarcelo è ovviamente Nicholas, dal quale apprendiamo gli esordi della storia d’amore con Lydia, il colpo di fulmine che li ha travolti nonostante lei fosse già da sei mesi sposata con Martin.
Il buon Martin, un professore delle superiori di diversi anni più grande della giovanissima moglie, che lui venera come una dea e il cui amore è per lui un privilegio.
Similmente a Luoise nel presente - che “usa” Adam per conoscere il di lui genitore -, così Nicholas, da giovane, ha cercato di accostarsi alla bella Lydia attraverso l’amicizia con Martin: inganni, ipocrisia, falsi sorrisi e pacche sulle spalle nascondono il desiderio di soffiare la moglie all’altro.
Lydia e Nicholas si lasciano andare alla passione clandestina e vivono mesi d’amore, senza freni; lui, che è libero, vorrebbe da lei molto di più, ma Lydia non ce la fa a lasciare il marito e tra i due finisce così, senza rimpianti.
Finchè sei anni dopo si ritrovano, quasi per caso: abitano nella stessa città e anche Nicholas intanto si è sposato con la solare e bella Naomi, che lo ha reso padre del piccolo Adam; anche Lydia e Martin hanno una bella bimba, Louise…
Ora che entrambi hanno una famiglia da custodire, si abbandoneranno nuovamente all’ardore che sentono scoppiare nel corpo e nel cuore al solo essersi rivisti o saranno razionali e onesti verso i propri coniugi?
La risposta non può che essere affermativa, perché il loro amore è di quelli che non possono essere messi a tacere, rinchiusi nel buon senso, ma che chiedono a gran voce di essere vissuti.
Ma ad ogni decisione presa corrispondono necessariamente delle conseguenze, prima fra tutte la concreta possibilità di rovinare i rispettivi matrimoni rivelando (o lasciando che venga scoperta) la tresca.
Lydia e Nicholas sono pronti a voltare le spalle alle loro famiglie per buttarsi anima e corpo in questa storia d’amore che sembra non avere futuro?
“L’arte di dirsi addio” è un romanzo che ruota attorno al potere della seduzione, alla sensualità, a lasciarsi andare ai sensi e ai sentimenti perché solo così ci si sente vivi, si è se stessi.
Nicholas e Lydia non sono due adolescenti in preda a tempeste ormonali, sono comunque due adulti che si amano, e come non trovano il coraggio di lasciare ognuno il proprio partner, soprattutto perché ci sono dei figli in mezzo, che ne soffrirebbero; al contempo, così non vogliono neppure rinunciare l’uno all’altra.
Eppure, che piaccia o meno, non si può mantenere il piede in due staffe per sempre e, se loro due non hanno il coraggio di scegliere, sarà il destino a pensarci, e lo farà in maniera poco delicata, lasciando dietro sé una scia di sensi di colpa, rimpianti, risentimenti, dolore, perdita.
Intanto, Louise, parlando con Nicholas, lo vede per quello che è, e verrà a conoscenza di alcuni brandelli di storia dai quali intuirà parte della verità sulla madre, sulla natura ambigua dell'amore, e anche su se stessa.
Un romanzo pieno di passione e sensualità ma anche di dubbi, bugie, amarezza, perdono e, non ultimo, dell’urgente bisogno di chiudere un cerchio, di mettere la parola fine (o meglio, “addio”) a tutto quel turbinio di pensieri e ossessioni che negli anni hanno provocato solo sofferenza, e che a un certo punto va risolto, per evitare di affogarci dentro.
L’Autrice ci parla di una storia d’amore travolgente e, in un certo senso, fatale, un sentimento che non può non essere vissuto perché è qualcosa di dirompente; ma è anche una storia di un doppio tradimento, portato avanti clandestinamente e in bilico tra il brivido di eccitazione e il senso di colpa che si prova quando non si è onesti con chi ci ama.
Interessante la duplice prospettiva femminile e maschile; ho apprezzato molto come sono stati delineati i personaggi dal punto di vista psicologico.
Direi che è una lettura adatta in particolare alle anime romantiche e a chi è alla ricerca di emozioni intense che mettono a nudo le fragilità, le contraddizioni, gli stati d’animo tanto dell’uomo quanto della donna di fronte a quel grande mistero che è l'Amore, che rende ugualmente e ineluttabilmente vulnerabili.
Louise sa che la sua bellissima mamma era molto giovane quando un incidente in auto se l’è portata via e in lei, nel tempo, si è annidato un pensiero, che sta per tramutarsi in un piano ben preciso: andare a fondo circa cosa sia davvero successo a sua madre, quali dinamiche hanno condotto a quel brutto e fatale incidente automobilistico in cui Lydia perse la vita.
Improvvisandosi, in un certo senso, investigatrice, Louise decide di seguire l’unica traccia in suo possesso: una traccia che parte a ventitré anni prima e che conduce a un uomo, Nicholas, uno stimato professore universitario con il quale la madre aveva avuto una impetuosa storia d'amore clandestina.
Come fare per approcciarlo, visto che egli le è quasi completamente estraneo? Cosa ha intenzione di fare, se mai riuscisse ad avvicinarlo e a rivelargli la propria identità?
Convinta che lui possa aver inciso sul tragico destino della mamma, Luoise sente montare in sé tanta rabbia, risentimento, desiderio di vendetta verso quest’uomo meschino.
Ciò che però non ha messo in conto è che la vita spesso fa certe sorprese inaspettate, che scombinano tutti i piani…
Per raggiungere il proprio scopo, Louise entra nell’ambiente universitario, comincia a frequentare le lezioni di Nicholas e conosce un ragazzo, Adam.
Lui, che è di poco più giovane, comincia a corteggiarla e, quando Louise - che si presenta col nome della madre, Lydia - apprende che - coincidenza! - Adam è nientemeno che il figlio del professore…, cerca di aprirsi un varco nella famiglia di lui, così da potersi avvicinare a colui che è stato l’amante della madre.
Traspare da subito come Louise sia talmente ossessionata dalla sete di verità (e vendetta?) da assumere il nome della madre, Lydia, quasi a volersi fondere con lei, col suo ricordo. È un tipo schivo, riservato, diffidente, non ha molti amici, tende a isolarsi, è emotivamente molto fragile e il suo pensiero è fisso verso quella madre bionda e bella che però ha fatto scelte discutibili. Forse le cose sarebbero andate diversamente se non avesse conosciuto e amato quel Nicholas? Louise ne è convinta ed è decisa ad andare avanti con il suo piano: conoscere la famiglia di Adam - con cui sta nascendo una certa attrazione -, e quindi la madre Naomi e il papà Nicholas…, l’uomo che, secondo Louise, ha reso infelice il matrimonio dei suoi genitori.
La narrazione si sviluppa secondo due prospettive: quella di Louise, le cui vicende sono collocate nel presente (2007), e quella di Nicholas, che racconta ciò che è accaduto prima, nel 1983 e nel 1989, per poi, alla fine, avere il racconto dello stesso Nicholas ma nel 2007.
È interessante come il racconto del presente, affidato alla ragazza, sia narrato a volte in prima persona, a volte in terza, come se la stessa Louise si guardasse dall’esterno mentre porta avanti la propria personale missione e “gioca” ad essere ciò che non lo è; infatti, Louise/Lydia racconta una montagna di bugie per poter avvicinarsi a Nicholas, aspettando il momento opportuno per svelargli di essere la figlia della sua amante perduta.
Quella di Nicholas sembra una famiglia felice: benestanti, marito e moglie ancora affascinanti e innamorati, una bella casa, un figlio al college… Quanto di vero c’è in questa felicità perfetta? Naomi sa del tradimento del marito, avvenuto anni prima: perché l’ha perdonato? Com’è possibile che un uomo del genere possa essere felice e soddisfatto quando invece la povera Lydia giace sotto terra? Cosa è successo venti anni prima tra i due amanti?
A raccontarcelo è ovviamente Nicholas, dal quale apprendiamo gli esordi della storia d’amore con Lydia, il colpo di fulmine che li ha travolti nonostante lei fosse già da sei mesi sposata con Martin.
Il buon Martin, un professore delle superiori di diversi anni più grande della giovanissima moglie, che lui venera come una dea e il cui amore è per lui un privilegio.
Similmente a Luoise nel presente - che “usa” Adam per conoscere il di lui genitore -, così Nicholas, da giovane, ha cercato di accostarsi alla bella Lydia attraverso l’amicizia con Martin: inganni, ipocrisia, falsi sorrisi e pacche sulle spalle nascondono il desiderio di soffiare la moglie all’altro.
Lydia e Nicholas si lasciano andare alla passione clandestina e vivono mesi d’amore, senza freni; lui, che è libero, vorrebbe da lei molto di più, ma Lydia non ce la fa a lasciare il marito e tra i due finisce così, senza rimpianti.
Finchè sei anni dopo si ritrovano, quasi per caso: abitano nella stessa città e anche Nicholas intanto si è sposato con la solare e bella Naomi, che lo ha reso padre del piccolo Adam; anche Lydia e Martin hanno una bella bimba, Louise…
Ora che entrambi hanno una famiglia da custodire, si abbandoneranno nuovamente all’ardore che sentono scoppiare nel corpo e nel cuore al solo essersi rivisti o saranno razionali e onesti verso i propri coniugi?
La risposta non può che essere affermativa, perché il loro amore è di quelli che non possono essere messi a tacere, rinchiusi nel buon senso, ma che chiedono a gran voce di essere vissuti.
Ma ad ogni decisione presa corrispondono necessariamente delle conseguenze, prima fra tutte la concreta possibilità di rovinare i rispettivi matrimoni rivelando (o lasciando che venga scoperta) la tresca.
Lydia e Nicholas sono pronti a voltare le spalle alle loro famiglie per buttarsi anima e corpo in questa storia d’amore che sembra non avere futuro?
“L’arte di dirsi addio” è un romanzo che ruota attorno al potere della seduzione, alla sensualità, a lasciarsi andare ai sensi e ai sentimenti perché solo così ci si sente vivi, si è se stessi.
Nicholas e Lydia non sono due adolescenti in preda a tempeste ormonali, sono comunque due adulti che si amano, e come non trovano il coraggio di lasciare ognuno il proprio partner, soprattutto perché ci sono dei figli in mezzo, che ne soffrirebbero; al contempo, così non vogliono neppure rinunciare l’uno all’altra.
Eppure, che piaccia o meno, non si può mantenere il piede in due staffe per sempre e, se loro due non hanno il coraggio di scegliere, sarà il destino a pensarci, e lo farà in maniera poco delicata, lasciando dietro sé una scia di sensi di colpa, rimpianti, risentimenti, dolore, perdita.
Intanto, Louise, parlando con Nicholas, lo vede per quello che è, e verrà a conoscenza di alcuni brandelli di storia dai quali intuirà parte della verità sulla madre, sulla natura ambigua dell'amore, e anche su se stessa.
Un romanzo pieno di passione e sensualità ma anche di dubbi, bugie, amarezza, perdono e, non ultimo, dell’urgente bisogno di chiudere un cerchio, di mettere la parola fine (o meglio, “addio”) a tutto quel turbinio di pensieri e ossessioni che negli anni hanno provocato solo sofferenza, e che a un certo punto va risolto, per evitare di affogarci dentro.
L’Autrice ci parla di una storia d’amore travolgente e, in un certo senso, fatale, un sentimento che non può non essere vissuto perché è qualcosa di dirompente; ma è anche una storia di un doppio tradimento, portato avanti clandestinamente e in bilico tra il brivido di eccitazione e il senso di colpa che si prova quando non si è onesti con chi ci ama.
Interessante la duplice prospettiva femminile e maschile; ho apprezzato molto come sono stati delineati i personaggi dal punto di vista psicologico.
Direi che è una lettura adatta in particolare alle anime romantiche e a chi è alla ricerca di emozioni intense che mettono a nudo le fragilità, le contraddizioni, gli stati d’animo tanto dell’uomo quanto della donna di fronte a quel grande mistero che è l'Amore, che rende ugualmente e ineluttabilmente vulnerabili.