Due angeli, dalla loro dimensione celeste e senza tempo, osservano gli esseri umani e il loro agire nel corso della storia, e si ritrovano a fare delle amare considerazioni su quanto male ci sia sulla Terra, su come l'allontanamento da Dio e il disprezzo di ogni spiritualità abbiano condotto gli uomini a farsi la guerra, ad ammazzarsi a vicenda.
Quali e quante possibilità ci sono perché l'Uomo rinsavisca e smetta di scegliere la strada della violenza?
PUTIN, L'ANGELO DI DIO di Giovanni Boschetti
Edizioni Brè 134 pp |
Le malefatte come i gesti lodevoli, le virtù come le colpe.
I due angeli vedono che c'è una guerra in atto (e non è certamente la sola) in uno specifico luogo della terra: l'Ucraina è stata attaccata dalla Russia di Putin.
Questo ha generato inevitabili meccanismi perché l'Occidente si è immediatamente schierato al fianco dell'Ucraina per aiutare il suo popolo a difendersi dall'aggressore.
Lungi dal volersi schierare e dal giustificare qualcosa che SEMPRE è deprecabile - la guerra - e lo è a qualsiasi latitudine, l'Autore immagina i suoi protagonisti che dibattono accoratamente su cosa abbia portato a questa invasione da parte della Russia, che da sempre considera l'Ucraina una sorta di patria spirituale e, quindi, una parte inseparabile di sé.
Cederla alle mire dell'Occidente colonialista? Giammai!
Le riflessioni di Salathiel e Kranithel partono "da lontano": gli uomini (come del resto, prima di essi, Lucifero e gli angeli ribelli che lo seguirono) hanno preferito allontanarsi da Dio, agire come se Egli non esistesse, preferendo un modello di vita privo della dimensione spirituale, in cui a contare e a muovere le loro azioni erano la cupidigia, il potere, il danaro...
Col tempo e con l'avanzare del progresso tecnologico e scientifico, l'uomo non ha fatto che tenere Dio sempre più fuori dai propri disegni, e non solo: Dio è diventato un argomento di scherno, "qualcosa" attorno al quale ridacchiare e da sbeffeggiare.
Ma tranquillo, lettore, questo non è un manuale per il catechismo e i due amici toccano tematiche oltremodo attuali e concrete, "terrene": che dire di come l'Ovest si sia fatto portavoce di presunte idee di libertà e di uguaglianza, "predicando" e diffondendo un altro tipo di "religione", quella del più sterile consumismo?
Senza Dio, senza regole, senza etica, senza nulla a moderare e frenare gli impulsi degli individui, in balia della chimera della "libertà assoluta", dove è diretta l'Umanità tutta?
La globalizzazione, riflettono gli angeli, non ha portato a delle reali conquiste in termini di libertà e, semmai, si è accompagnato ad una sempre più pericolosa cancellazione delle identità culturali e religiose e a una scialba rivendicazione delle comuni radici cristiane.
Per contro, notano gli angeli, c'è chi - "quelli dell'Est" - ha tentato di arrestare l'avanzata di questa progressiva crisi dei valori e il diffondersi di un sempre maggiore vuoto spirituale.
«È tosto questo capo orientale, fa di tutto per mantenere la presenza di Dio all'interno del suo popolo" (...)»« Se lui difende i nostri valori, gli altri, invece, cosa fanno?»« Anche gli altri popoli dell'ovest della Terra sono convinti di volere Dio, ma lo fanno con un certo lassismo. Sotto questo profilo, sono meglio quelli dell'est».« Sì, ma la guerra... ti rendi conto? Ammazzare innocenti, donne e bambini...»
Gli angeli, nel riportare il pensiero di terzi (fra cui artisti e uomini politici) manifestano opinioni diverse e contrastanti sulla controversa figura di Vladmir Putin, della cui vita vengono menzionati alcuni fatti principali e, soprattutto, come egli abbia "...riproposto ai massimi livelli la "cristianizzazione" come matrice identitaria della Russia, della sua forza e del suo protagonismo storico".
L'autore ha scelto la forma del romanzo breve per sottoporre ai suoi lettori una disamina senza sconti e senza ipocrisie sugli errori in cui incorre da sempre l'Umanità, da ambo le parti, che sia Est o che sia Ovest e, non senza un pizzico di intento provocatorio - ma di una provocazione intelligente e non fine a sé stessa - ci chiede di togliere gli occhiali dei pregiudizi, delle prese di posizione a priori, delle opinioni acritiche, e di scegliere la via della riflessione, del desiderio sincero e pulito di conoscere l'altro e la sua "versione" dei fatti, condizione indispensabile per comprendere le cause, le origini, i motivi di ciò che accade attorno a noi, senza sentirci schiacciati dal peso di accuse trite e ritrite, come "filoputiniano" (il termine non ricorre nel libro, lo sto usando io) o "tu giustifichi la guerra".
È un invito a chiederci "semplicemente" (ma è davvero semplice?) come viene valutato un medesimo avvenimento se lo si guarda da un punto di vista invece che dall'altro; è scontato dire che la narrazione della guerra in corso, vista dalla parte russa, sarà totalmente diversa da come la racconta l’occidente.
Ho trovato originale l'idea di assumere come prospettiva quella esterna (e super partes?) degli angeli, che ovviamente - per deformazione dovuta alla propria natura di creature celesti - non possono che dare molto risalto ed importanza alla dimensione spirituale e alla necessità di "recuperare" la presenza di Dio, e non di continuare a tenerlo fuori dagli affari terreni; c'è da dire - e questo ai due amici ultraterreni non sfugge - che anche "in nome di Dio e della fede" gli uomini sono capacissimi di farsi la guerra e di macchiarsi le mani di sangue innocente.
Intense le pagine dedicate a chi (uomini, donne, bambini...) la guerra - con i suoi devastanti effetti - la vive, la subisce, vedendosi portar via persone care, la propria stessa esistenza.
Quale scenario attende il genere umano?
La bomba atomica che distruggerà tutto e tutti?
"Il capo dell'ovest" che umilia quello dell'est, ottenendo accordi di pace più esteriori che reali?
Dio che si stanca di questa stupida umanità e la lascia a sé stessa, a un ritorno all'istintualità primitiva, animalesca?
Il fatto che lo scrittore abbia scelto di presentarci una prospettiva "diversa", meno diffusa e adottata, non implica assolutamente che non vi sia la ferma condanna a una guerra che si poteva e doveva evitare e che, come tutti i conflitti, non porta mai dei veri e assoluti vincitori o vinti, ma solo tante povere vittime.
Di agile lettura, il libro di Giovanni Boschetti è un testo interessante e originale, che stimola discussioni e riflessioni su argomenti complessi e importanti e che invita a non sentirsi mai detentori della verità assoluta, ma a porsi sempre con un atteggiamento di critica, di desiderio di valutare i fatti e gli eventi (e la guerra è un evento che non giunge dall'oggi al domani, ma ha sicuramente delle cause complesse, che si sono formate nel tempo e che non andrebbero semplificate, perché si rischierebbe di falsificare la verità storica) sempre con la sincera voglia di capire e andando oltre una mera e poco utile partigianeria.