giovedì 20 aprile 2023

Segnalazioni e nuove uscite editoriali

 

Cari lettori,  buon giovedì!

Le segnalazioni editoriali di oggi sono in particolare per gli amanti dei gialli... ma non solo!

Il primo romanzo che vi presento è un “fantasy thriller", l'esordio letterario di Attilio De Pascalis, incentrato sui misteri della genetica e i prodigi della tecnologia. 



LONGEVITÀ FATALE
di Attilio De Pascalis



,
Cosa pensereste se un uomo d’affari vi confidasse di aver scoperto l'elisir di lunga vita, che vi darebbe la possibilità di arrivare fino a 150 anni? E non arrivarci arrancando e vegetando, bensì in perfetta forma fisica e mentale e tutto questo grazie a una pianta rarissima. 

Intanto, la morte continua a mietere quotidianamente le sue vittime e cinque personaggi, all’apice del successo, muoiono in modo inspiegabile in diverse parti del mondo nell'arco di alcuni mesi: un imprenditore tedesco, una stilista belga, un avvocato inglese, un impresario italiano e una ricercatrice francese. 
Gli episodi si succedono da Portofino a Singapore, da Santorini a Capri, fino ai Caraibi. 
Queste morti viene archiviate come “decessi per cause naturali”, ma qualcuno non è d'accordo.
Un brillante analista dei servizi segreti, David, e una intraprendente giornalista televisiva, Liz, sospettano qualcosa e cominceranno a seguire un’ambigua pista fatta di singolari coincidenze, che li condurrà verso scoperte sempre più sconvolgenti.
Del resto, la longevità è un traguardo ambizioso, che affascina il ristretto club dei miliardari planetari, ma può risvegliare istinti.

"Longevità fatale" di Attilio De Pascalis, in tutte le librerie e sui portali online a € 18,50 e in ebook a € 9,99, Mind Edizioni, 240 pagine. Il libro sarà presentato al Salone del Libro di Torino, dal 18 al 22 maggio 2023.

L'autore.
Attilio De Pascalis abita a Milano. È un consulente di marketing e comunicazione.
Laureato in Scienze Politiche, ha iniziato la carriera come giornalista economico per "Il Sole 24 Ore". È stato direttore comunicazione in prestigiose imprese, a livello italiano e internazionale.
Autore di libri di management, è docente in seminari aziendali e in corsi di scrittura creativa. “Longevità fatale” è il suo primo romanzo giallo. Presto ne seguiranno altri.
"Scrivere è da sempre la base della mia attività professionale, presentando fatti e dati in maniera interessante", spiega Attilio De Pascalis, "Poi ho intuito che potevo creare intriganti trame per thriller. "Longevità fatale" è il primo di una serie di storie alle quali sto lavorando. In tutte c'è un cocktail di eventi reali o verosimili, con un pizzico di fantasia".

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Seconda uscita: una raccolta del maestro Camilleri (pubblicata per la prima volta nel 2002 ), abilissimo nel condurre l’intreccio, nello sviarci dalla strada principale per poi farci arrivare da un viottolo secondario alla soluzione che qui, a volte, ha un finale dolce-amaro.


LA PAURA DI MONTALBANO
di Andrea Camilleri

Sellerio Ed.
336 pp
15 euro
Fa da preludio Giorno di febbre. Un Montalbano febbricitante assiste a uno scippo e al ferimento di una bambina; un barbone corre a dare soccorso: nasconde un segreto ed è lì che risiede l’inabissamento di un giallo. 
La ricerca investigativa irrompe nel romanzo breve Ferito a morte: Montalbano  indaga sull'assassinio di uno spurcissimo strozzino, che tiene in casa come serva una nipote diciottenne e ha come esattore un pregiudicato. 
Si insinua veloce, nella trama del libro, Un cappello pieno di pioggia: è proprio un cappello a consentire allo sbigottito Montalbano, in trasferta a Roma, di favorire la cattura di uno spacciatore. 
Il quarto segreto vede in azione un Montalbano che segretamente collabora con i carabinieri; e, senza la sua squadra, ma con l’aiuto esclusivo di un Catarella «affelicitato», porta a termine l’indagine sulla morte di un misterioso muratore e sulle attività di un costruttore mafioso. 
Segue, con La paura di Montalbano:  il commissario salva una donna sospesa su uno «sbalanco». 
Davanti alle provocazione di Livia, che lo accusa di non spingersi oltre le «prove» nelle sue investigazioni, proibendosi di scendere negli «abissi dell’animo»,  
Montalbano confessa di avere «scanto». Sapeva che, «raggiunto il fondo di uno qualsiasi di questi strapiombi, ci avrebbe immancabilmente trovato uno specchio». 
Conclude il libro Meglio lo scuro. Sulle prime un iluttante Montalbano non vuole affrontare il caso: è un caso del 1950, c’è una confessione in punto di morte, un veleno che non è veleno; un omicidio che non è omicidio. La verità che scopre, dopo tanti anni dai fatti, è diventata superflua. Anzi, la sua «luce» può risultare inutilmente ustionante.


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L'ultimo libro di cui vi faccio la segnalazione non appartiene al genere giallo-thriller, ma è un libro che parla di donne:


MONICA E LE AL...3
di Ernesto Gallarato 



TraccePerLaMeta edizioni
 Anna Maria Folchini Stabile
(p
refazione e curatore)
260 pp
€ 20
 Un libro intrigante, con due titoli, due impaginazioni uguali e contrapposte: "Monica e le al...3", ma anche "Altre donne", in cui l’autore, basandosi su storie vere, confidenze ricevute ed esperienze personali, raccoglie racconti sul tempo che viviamo, senza sconti, indagando sul mondo femminile composto da donne moderne in bilico tra il demone e l'angelo e per ogni racconto il limite di demarcazione è sottile. 

Afferma l’autore: “è un po’ il report incuriosito e divertito di ciò che ho osservato, un po’ il diario di un viaggiatore (non di un turista!) che sta esplorando un territorio per lui sconosciuto, un po’, anzi soprattutto, la mia dichiarazione d’amore al “femminile “, di cui le donne sono le principali, ma non le uniche, portatrici. Secondo me, è l’unica cosa che potrà salvarci dall’autodistruzione.”


martedì 18 aprile 2023

RECENSIONE ** PAULINE (o Il conte assassino) di Alexandre Dumas **



Questo breve romanzo di Alexandre Dumas padre, dalle tinte un po' gotiche, è del 1838; in esso tre differenti voci narrative si susseguono nella narrazione di vicende turbolenti e cupe che vedono protagonista una dolce e angelica fanciulla, finita tra le grinfie di un uomo senza pietà.


PAULINE
(o Il conte assassino)
di Alexandre Dumas 


Editore: Aracne
trad. R. Cavallo
204 pp
"Volgeva la fine dell’anno 1834. Noi stavamo novellando, un
sabato sera, in una camera attigua alla sala d’armi di Grisier,
allorchè la porta si aprì, e vedemmo entrare Alfredo Nerval."

Sono tre i narratori che prendono la parola in questo romanzo: lo stesso Alexandre, che incontrando l'amico di vecchia data Alfredo de Nerval (secondo narratore), lo ascolta raccontare il suo amore per la bella Pauline de Meulien (terza voce narrante): un amore struggente e triste, sul cui corso ha influito la nefasta presenza di un uomo senza pietà e senza cuore: il conte Orazio de Beuzeval.

Alfredo racconta all'amico di come egli abbia soccorso la povera Pauline dopo che questa aveva toccato con mano tutta la crudeltà e il cinismo di colui che l'aveva sposata e che avrebbe dovuto proteggerla e amarla.

Pauline è solo un'ingenua ragazza quando conosce il conte Orazio e sin dai primi sguardi sente che quell'uomo, la cui presenza basta ad incuterle soggezione, ha qualcosa di inquietante, quasi di spaventoso.
Eppure, ha modi cortesi, toni galanti e col suo fascino enigmatico fa breccia in chi lo incontra, uomini e donne.
E anche nella pura e semplice Pauline, che lo sposa, pur non essendone perdutamente innamorata ma provando, piuttosto, una sorta di attrazione mista a un inspiegabile timore.

Orazio non è proprio il marito affettuoso e premuroso che una novella sposa si aspetterebbe: ama andare a caccia con i suoi amici (due compari, in particolare, gli sono sempre dietro, Enrico e Massimiliano,e non suscitano una grande fiducia) e non esita a lasciare la moglie a casa con la di lei mamma.
Finché un giorno, la ragazza non si decide a raggiungere il coniuge nel castello di Burcy (in Normandia), dove lui si è ritirato per partecipare ad una delle sue irrinunciabili battute di caccia.
Orazio non è affatto contento di vedersela arrivare all'improvviso, ma fa buon viso a cattivo gioco, per cui la moglie viene invitata a starsene sola soletta nel castello, con la sola compagnia di un fedele servitore del conte (con cui, tra l'altro, ha difficoltà a comunicare).

In sua assenza, Pauline non sa che fare ma la sua curiosità le costerà cara: spinta un po' dalla noia e un po' da un sinistro sesto senso che la induce a perlustrare il castello dentro e fuori, scoprirà qualcosa che proprio non avrebbe dovuto conoscere e che riguarda il suo misterioso consorte e ciò in cui si diletta, e che non è propriamente edificante, visto che la sua passione per la caccia non riguarda solo gli animali...

La storia di ciò che accade tra Pauline e il conte di Beuzeval è narrata dalle labbra stesse della donna e raccolta da Alfredo (che, quindi, la racconterà a sua volta ad Alexandre), innamorato di lei e disposto a tutto pur di proteggerla, aiutarla, renderla felice.

Ma il destino - attraverso le cattive azioni di Beuzeval - ha già mescolato e giocato le sue carte e, per quanto l'amore - quello vero, genuino, rispettoso e fedele - del buon Alfredo, possa costituire per un po' di tempo un balsamo per il cuore ferito e per il corpo provato della dolce Pauline, il doloroso e triste epilogo non potrà essere aggirato né evitato per sempre.

Pauline (o Il conte assassino) è un romanzo che, pur nella sua brevità, risulta avvincente per la trama ben costruita, con diversi colpi di scena, con pochi ma efficaci e convincenti personaggi; io ho letto un'edizione che ha un linguaggio molto classicheggiante ("antiquato"), che sulle prime mi aveva un po' fatto temere che non sarei riuscita a godermi la lettura e che lo stile me l'avrebbe resa pesante, invece devo dire che, di pagina in pagina, non solo la storia mi ha presa e incuriosita, ma ho trovato che lo stile ben si confacesse al tenore del libro, al periodo di riferimento e ai personaggi stessi.

Pauline è la tipica donzella dall'animo candido, pura di corpo e di spirito, ingenua al punto da farsi raggirare dallo scaltro e ambiguo conte Orazio, il cui cinismo risalta ancor di più se accostato alle virtù tanto della protagonista femminile quanto del devoto amico (innamorato) Alfredo, anch'egli nobile d'animo ma non pavido, anzi, sarà capace di gesti pieni di coraggio e ardore, volti a preservare l'onore e la vita di chi ama.
C'è del romanticismo classico ma anche, come dicevo nell'introduzione, una tinta di gotico, e il tutto rende questo libro d'altri tempi una bella lettura, adatta per apprezzare il caro Dumas, tra i miei autori classici preferiti, grazie soprattutto a IL CONTE DI MONTECRISTO.

domenica 16 aprile 2023

💚 RECENSIONE 🌱 "Mimì l’ortista incontra gli animali del suolo" di Mirtis Conci & Michela Luise



Cari lettori, in questa domenica desidero presentarvi un libro per bambini (4-7 anni) arricchito da illustrazioni coloratissime e molto belle, scritto in forma di filastrocca e che affronta, in modo giocoso e divertente, il tema del rispetto dell'ambiente, in questo caso del terreno.
La protagonista è la simpatica Mimì e questa è la sua prima avventura, nella quale conosce "il mondo sotto i suoi piedi".

Ma entriamo nel vivo della storia!


Mimì l’ortista incontra gli animali del suolo
di Mirtis Conci
in collaborazione con Michela Luise
(ill. Linda Tambosi)


Autopubblicazione
37 pp
9.87 euro
(LINK)
Chi è Mimì?

Lei si definisce un'ortista,  perché vuol creare un orto ma sa di aver tanto da imparare prima di essere esperta, per cui per adesso è... una semplice ortista-apprendista!
Ma anche se manca di esperienza, Mimì ha un'ottima qualità, che tutti - a ogni età - dobbiamo applicare se vogliamo crescere, imparare, migliorare: la curiosità!!

Mentre cammina con la sua carriola, e i suoi piedi calcano il suolo da preparare per seminare, incontra vari personaggi che l'aiuteranno a comprendere tante cose da ricordare se vuol piantare verdure.

Incontra un'arvicola, una lumachina, un ragno lupo, un lombrico e tanti altri esserini chiacchieroni, e ciascun animaletto le spiega qual è il suo rapporto con la terra e quanto importante essa sia per il  nutrimento e, di conseguenza, per la stessa esistenza di ognuno.

Non solo, ma queste creature le danno anche degli utili consigli, che si basano su un principio fondamentale che ogni persona non deve dimenticare né sottovalutare: il rispetto delle risorse naturali e la necessità di preservarle, di non inquinarle, cosa che invece, purtroppo, accade, vista la grande quantità di rifiuti che viene gettata a terra e che fa del male non solo alla fauna e alla flora, ma anche a noi esseri umani, che ci ritroviamo sulla tavola un cibo che è cresciuto su un suolo contaminato.

"C'è un mostro di nome inquinamento
che continua a darmi il tormento".

Oltre ad essere curiosa, Mimì ha un atteggiamento di meraviglia e stupore davanti alla conoscenza dei diversi animaletti; di alcuni di essi neppure sapeva l'esistenza, come il collembolo o il porcellino di terra: questi nuovi amichetti la portano a riflettere su come ciascuno di essi sia indispensabile per la natura, per il terreno, in quanto hanno ognuno le proprie funzioni irrinunciabili e fondamentali per l'equilibrio ambientale.

"La natura è equilibrio, che significa armonia... Ogni essere vivente ha il suo ruolo".

I piccoli animali incontrati da Mimì la riconoscono come una loro amica, di cui possono fidarsi perché li rispetta: e di ciascuno di noi potrebbero fidarsi? Abbiamo cura dell'ambiente, dell'acqua, del suolo....?

Durante il suo meraviglioso e istruttivo viaggio, Mimì l'ortista è rispettosa e attenta, prende appunti per non dimenticare nulla di ciò che ha imparato, così da metterlo in pratica, ricordando che il suolo è un tesoro da custodire e amare!

La prima avventura di Mimì l’ortista, narrata in questo albo illustrato, scritto come una divertente filastrocca, dal ritmo musicale e che si presta ad una lettura ad alta voce adatta a coinvolgere anche i più piccoli (età prescolare), ha un'ulteriore qualità: i caratteri sono in stampato maiuscolo per consentire la lettura autonoma ai bambini dei primi anni della scuola primaria.

Come dicevo, è un testo oltremodo piacevole, non solo esteticamente - i disegni sono davvero belli, colorati (tutte caratteristiche che attirano i bambini) - ma anche per lo stile (la filastrocca è uno strumento utile, dal punto di vista educativo, per insegnare cose nuove ai bambini ma in modo divertente e "leggero"); i bambini, attraverso gli occhi della simpatica Mimì, apprendono cose nuove sulla natura, l'importanza di rispettarla, acquisiscono consapevolezze, responsabilità e un modo di pensare e di approcciarsi all'ambiente circostante di profondo rispetto, che si manifesta attraverso piccoli e quotidiani gesti.

Non mi resta che consigliarvi i libri di Mirtis Conci, che si distinguono e si apprezzano per la creatività, la scelta delle tematiche (attuali, urgenti e che offrono spunti in campo educativo), la qualità e la competenza del lavoro che c'è dietro (sua e delle collaboratrici). 


Il bislacco personaggio di Mimì l’ortista nasce dall’incontro di tre trentine appassionate di Terra/terra.
Mirtis Conci, blogger e scrittrice di libri per bambini e ragazzi sui temi ambientali.
Michela Luise, geologa di formazione, educatrice ambientale per scelta, esperta dell’orto per passione
Linda Tambosi, illustratrice, guida ambientale escursionistica e appassionata di natura e viaggi

Per ogni incontro esiste sempre un luogo. In questo caso si tratta di Orto San Marco – Setàp, uno spazio agricolo urbano che nasce e cresce nella città di Rovereto, in provincia di Trento.

Di quest'autrice - che ringrazio per la gentile e gradita proposta di leggere, e condividere con voi, i suoi scritti - ho letto e recensito non soltanto il presente libro, ma anche altri due precedenti, adatti ai bambini/ragazzini più grandicelli e che vi consiglio in quanto anch'essi offrono spunti interessanti e ben strutturati per affrontare con i giovanissimi queste tematiche ambientali, che sia a scuola o in altri contesti educativi.


LE CICOGNE DI TAUCHWALD (recensione)
IL PARCO DEI TESORI (recensione)

sabato 15 aprile 2023

[[ RECENSIONE ]] LA MOGLIE IMPERFETTA di B.A. Paris


Tutti abbiamo il nostro "tallone d'Achille", dei punti deboli; a volte essi restano celati e "dormono" fino a quando non accade qualcosa che manda in tilt il nostro equilibrio mentale e allora ecco che queste tanto temute fragilità esplodono, emergono, e può accadere che ci si senta spiazzati, confusi, impotenti.
E' ciò che capita alla protagonista, Cass: brava insegnante, moglie innamorata, vita regolare e tranquilla, fino al giorno in cui un omicidio scombussola tutta la sua esistenza e, prima ancora, la sua mente, facendole vedere cose che, quasi sicuramente!, non esistono.
Sta forse impazzendo? Fortuna che ha accanto una buona amica e un marito adorabile...


LA MOGLIE IMPERFETTA
di B.A. Paris


Edizioni Nord
trad. M.O. Crosio
400 pp
Cass Anderson è un'insegnante che cerca di godersi l'estate; la scuola inizierà a settembre, c'è tempo per pensare alla programmazione, per cui adesso la donna vuol rilassarsi col marito, Matthew.

Ma non è così semplice. La vita è capace di riservare sorprese assolutamente non prevedibili.

Una sera (tardi), da ritorno da una festicciola, per arrivare a casa prima (dove l'aspetta Matthew, a letto con una forte emicrania), Cass decide di prendere una scorciatoia che passa per il bosco; non è proprio una strada sicurissima e inoltre è in corso un bel temporale, ma lei la prende ugualmente.
Quella sera sarà una sorta di spartiacque per lei: da quel momento la sua vita cambierà. 
In peggio.

Quella sera maledetta, mentre la pioggia scende giù a secchiate, nota, ferma sul ciglio della strada, un'auto, con dentro una donna; Cass non scende per sapere se ha bisogno d'aiuto, né l'altra le fa alcun cenno, perciò Cass se ne va.

La mattina seguente scopre dai telegiornali che quella donna è stata assassinata. Esattamente dove lei l’aveva incrociata. 
Partono ovviamente i sensi di colpa e le mille domande: perché non mi sono fermata per chiederle se avesse bisogno di aiuto? Forse a quest'ora sarebbe ancora viva!

Cosa ancor più angosciante, scopre anche che lei la vittima la conosceva: si chiamava Janet e avevano pranzato insieme, una volta; la povera donna era sposata ed era madre di due gemelline piccole, che purtroppo cresceranno senza la loro mamma.

Come se non bastasse, subito dopo questo misterioso omicidio, Cass comincia a ricevere telefonate mute, dal vago sapore minatorio...

E se fosse l'assassino? E se questi fosse convinto che lei, Cass, abbia visto qualcosa che non doveva vedere quella sera? Magari s'è segnato la targa della sua auto e adesso la tiene sott'occhio; forse sta anche pensando di ucciderla!
E poi, quando è in casa da sola, ha spesso la sensazione di essere osservata.
Cass è terrorizzata perché non ricorda nessun dettaglio significativo riguardo quella sera ma questo l'assassino non può saperlo.

I pensieri paranoici si affacciano alla sua mente sempre più spesso e sempre di più, e ad essi si aggiunge la consapevolezza di non star bene dal punto di vista emotivo.

Gli ultimi anni della sua vita non sono stati bellissimi né semplici, soprattutto a motivo della malattia che ha colpito sua madre, morta pochi anni prima: era affetta da demenza precoce, diagnosticatale poco dopo i quarant'anni.
Cass sa cosa voglia dire avere un genitore che pian piano non è più quello di prima, che dimentica, confonde, non riconosce...: è un dolore lento e lacerante e mai vorrebbe riaffrontare un inferno simile, né farlo vivere al suo amato marito, che nulla sa della patologia della suocera.

Il problema è che Cass si sta rendendo conto di come la sua mente, negli ultimi tempi, le faccia troppi scherzetti: ora dimentica le chiavi, ora un appuntamento..., insomma cosa le succede? Non sarà demenza precoce anche a lei, come alla defunta madre?

Per convincersi di non essere sull'orlo della pazzia, Cass cerca di minimizzare, di non dare troppa importanza a delle semplici dimenticanze; capitano a tutti, no?, tanto più nei periodi di stress!

È ciò che le ripetono suo marito e la sua migliore amica, Rachel (che è anche un'amica di lunga data, quasi una sorella): Tranquilla, Cass, vedrai che sei solo stanca. Un po' di riposo, rallenta i ritmi e pian piano questi piccoli problemi spariranno.

Purtroppo, però, le sviste aumentano e diventano più preoccupanti, accompagnate da altri episodi che allarmano sia lei che Matthew: non ricorda cose semplicissime, come l'accensione della lavatrice o della macchina del caffè, vede coltellacci in cucina, dimentica dove ha parcheggiato l'auto..., e poi perde la voglia di vivere, non sente neppure il desiderio di tornare a lavorare, ha paura a restare in casa da sola perché sente che qualcuno la sta perseguitando, con le telefonate e non solo...
E intanto la polizia non ha ancora trovato l'assassino della povera Janet, il che vuol dire, secondo Cass, che lei stessa è in pericolo!

Insomma, due sono le cose: o le sue paure hanno un fondamento e davvero c'è qualcuno che vuol farla impazzire, o è la demenza precoce a infierire, impietosa e crudele, sulla sua povera mente, annebbiandola.

Matthew le sta vicino, dice di amarla e vuole che lei cerchi di prendersi cura di sé stessa, anche ad es. prendendo delle pilloline prescritte da un medico; lei però sente che lui si sta allontanando, forse provato da questa situazione, dalle ossessioni e dalle paranoie di questa moglie che, a soli trentaquattro anni, già dà segni di pazzia...

Menomale che c'è Rachel, sempre disponibile a raggiungerla, a stare con lei, ad accoglierne gli sfoghi.
E, in un certo senso, sarà proprio tramite Rachel che Cass comincerà a mettere insieme i pezzi di un puzzle che è sempre stato davanti a lei ma la cui chiave di lettura finora l'è sfuggita, confusa com'era da pillole, paura e amnesie.
Rachel riuscirà il filo che porta al bandolo della matassa e ciò che scoprirà sarà doloroso ma, inevitabilmente, anche liberatorio.

Mi è piaciuto questo thriller psicologico di B.A. Paris (di cui ho letto LA PSICOLOGA) perché gioca molto sul discorso delle dimenticanze della protagonista, servendosene per mescolare le carte, confondere le idee tanto di Cass quanto del lettore, rendendo di proposito labile il confine tra allucinazioni e realtà.
L'omicidio di Janet attraversa praticamente tutto il libro anche se, a un certo punto, fa da sfondo, nel senso che non ci si concentra su di esso e sulla ricerca del killer, quanto sul fatto che i pensieri di Cass siano completamente soggiogati dal terrore che le incute l'autore del delitto, che - lei è convinta - la tiene sotto scacco con le telefonate mute.

Devo dire che non ho impiegato molto a dirigere i miei dubbi su un persona in particolare e, nel corso della lettura, mi sembrava di veder confermate le mie sensazioni; questo però non ha reso il prosieguo meno interessante, anzi, ero curiosa di continuare per verificare le mie ipotesi; a un certo punto, nella parte centrale del romanzo, il ritmo sembra rilassarsi anche troppo e il lettore si trova davanti ad una situazione ferma sempre sullo stesso punto: le ossessioni di Cass, i suoi vuoti di memoria, il suo continuo terrore verso un nemico invisibile, le premure di Matthew...
I giorni e le settimane vanno avanti così fino al momento in cui le acque cominciano a muoversi e il velo viene sollevato, per Cass e per il lettore, così da mettere al suo posto ogni tessera e svelare il volto di chi sta realmente perseguitando la povera Cass.

Un buon thriller, coinvolgente, dallo stile fluido e piacevole. Consigliato!!



giovedì 13 aprile 2023

>> RECENSIONE << LA LUCE NATURALE di Marco Archetti

 

Tre figli riuniti attorno alla madre morente, ma non è su di lei che convergono i loro frenetici pensieri, bensì su loro stessi, sulle mancanze, le illusioni, le frustrazioni.
Tre esistenze sospese, ferme, tre fratelli che, non riuscendo a stringersi e a ritrovarsi davanti allo spettro della morte che si sta avvicinando, sembrano sempre più lontani l'un dall'altro, ognuno rintanato nel proprio angolo buio, a collezionare insoddisfazioni, rancori, fallimenti, speranze disattese, barricati dietro muri di incomunicabilità e infelicità.
Ciascuno in attesa di una luce vera, naturale e più grande, che possa finalmente aprire i loro occhi e rischiarare le loro vite.


LA LUCE NATURALE
di Marco Archetti



Ed. Mondadori
168 pp
18.50 euro
2023

Non c'è mai un momento giusto per ricevere una brutta notizia, questo è ovvio.
Ma se la vita sta già "girando male" e i problemi e le preoccupazioni abbondano, sapere che tua madre sta morendo non può che far precipitare drasticamente l'umore.
Flavio Calore - attore quarantacinquenne - è su un Frecciarossa, direzione Torino, quando riceve la telefonata della sorella, Tiziana, che gli comunica che la loro mamma, Elvira, sta male, ma non è in ospedale, bensì sul letto di una camera d'albergo di Eraclea (dov'erano in vacanza), di proprietà di un certo Giani Albiero. È assistita, ci mancherebbe: viene a visitarla un medico e c'è pure un'infermiera, ma le sue condizioni sono gravi.

La notizia, giunta tra capo e collo, fa sbroccare Flavio.
A farlo urlare di nervosismo non è tanto la notizia che Elvira sia lì lì per lasciare questo mondo, quanto il dover cambiare i propri piani per incontrare il fratello Gabriele e la poco amata Tiziana, con cui proprio non ha voglia di interagire.
Flavio ha un grumo di rabbia e frustrazione che lo opprime, lo rende scontento, vendicativo; è un attore noto, sì, ha qualche lavoro interessante da vantare nel curriculum, ma ad essere onesti la sua carriera è in stallo, e con essa tutta la sua esistenza.
Eppure lui nel cassetto ha un'idea niente male, che attende solo di trovare qualcuno che creda nel suo progetto che lo produca e gli permetta di realizzarlo: sarebbe l'occasione giusta (irripetibile!!) per dare una scossa alla sua carriera, fatta di illusioni, chiamate attese che non arrivano, opportunità mancate.
Insomma, Flavio Calore ha altro per la testa ma... gli tocca, non può infischiarsene: deve andare ad Eraclea.

Come tocca anche anche a Gabriele Calore, il numero uno nel collezionare fallimenti e sconfitte, tanto in campo sentimentale che lavorativo.
Lasciato da quella che è ormai la sua ex (Ileana) - che oltre a dargli un bel paio di corna, lo ha anche spolpato economicamente -, Gabriele ha un figlio malato ricoverato in istituto, un nuovo amore da coltivare e preservare, e un mare di debiti, nel quale rischia di annegare.

Certo, lui non è il tipo da scoraggiarsi, eh: "Se affronta la vita senza consapevolezza tragica è soltanto perché vede più in là, cioè sé stesso dal punto di vista del trionfo futuro."

Gabriele vede rosa anche quando c'è solo nero, vede una piccola luce e per lui è un raggio di sole; non si dà per vinto nemmeno in caso di sconfitta e, nonostante la vita non gli sorrida da tempo, "passa attraverso ogni disastro come se non lo riguardasse".

E poi, ci sarà pure un modo per uscire da questo continuo viavai di fiaschi, no?
Il suo (unico) amico, Ubaldo, gli propone un lavoretto, una cosuccia non proprio legale però semplice, fattibile, che potrebbe levargli un sacco di problemi. 
Per il buon Gabriele, candido e solare come un eterno bambino ed esageratamente spensierato, quella potrebbe davvero essere la sua "grande occasione"; deve solo essere un po' "egoista", spregiudicato: una volta sola..., che male potrà venirne? "Vivere per sé stessi e basta. Senza sbriciolarsi, senza sgretolare il destino nei sensi di colpa".

E poi c'è lei, la loro sorella, Tiziana.
Tiziana Calore è l'emblema del vittimismo, del melodramma, dell'insoddisfazione.
È accanto a sua madre ma non è lei a tenerle la mano; certo, ha pietà di quella donna anziana stesa sul letto di una squallida camera dì un hotel e che non è neanche libera di stare male ed essere assistita in santa pace; mamma e figlia sono quasi prigioniere tra quelle mura dalle quali non deve trapelare la presenza di una moribonda; Giani s'è tanto raccomandato: per favore, è tempo di vacanze, i clienti devono rilassarsi, divertirsi, e sapere che c'è una donna che sta per esalare l'ultimo respiro proprio vicino a loro, non è una gran bella pubblicità per lui e il suo albergo.
Discrezione, Tiziana, ti prego; che non si sappia che mamma Elvira sta per passare all'altra riva, non è il caso.

Ed Elvira obbedisce. Del resto, che altro può fare?
Obbedisce e intanto si concede voli di fantasia, dove lei è una Tiziana diversa, più coraggiosa e intraprendente, più attraente, che sa sedurre gli uomini e che non ha una vita grama, infelice, piatta, priva di emozioni forti.
Tiziana è da quando è nata che vive in bilico, eternamente spaesata, personaggio secondario della sua stessa esistenza, trascorsa accanto ad un uomo (Dario) che non riesce ad amare con passione, anzi, il più delle volte la sua sola presenza la irrita, tanto da indurla a trattarlo male, a dare per scontato quel compagno di vita silenzioso, accomodante, che c'è, c'è sempre, a dispetto dei capricci, dei frequenti malumori, dei continui andirivieni di questa moglie nervosa, volubile, fragile.

Se Gabriele è il fratello bonaccione, il paciere di famiglia, colui che non grida mai, non insulta ma cerca sempre di trovare una conciliazione (un carattere, il suo, che mal viene tollerato dagli altri due, che lo disprezzano, lo vedono come un debole, uno senza spina dorsale, oltre che un fallito), i Calore più focosi, che s'incendiano per nulla, sono proprio Flavio e Tiziana.
Non si sono mai sopportati, sin da bambini: dispettoso e cinico lui, piagnucolosa e pesante lei; non fanno che scontrarsi, urlarsi frasi che - sperano - feriranno l'altro, darsi addosso senza pietà, elencandosi reciprocamente mancanze e difetti e miserie personali.

Flavio vede Tiziana come "un groppo su una sedia con sfondo piastrellato, già arresa, del tutto svuotata e squadernata dal dolore, gli zigomi lucidi e una palude di sconforto negli occhi."

E Tiziana trova che Flavio sia superficiale, egoista, un attore dentro e fuori dal palcoscenico, un insensibile che le ha sempre creato problemi, che s'è sempre divertito a umiliarla e a farla sentire una povera stupida.

Mentre Elvira giace immobile nel limbo della sua stanza d'hotel, i tre fratelli si ritrovano a sopportarsi malvolentieri e a discutere di soldi (tasto dolente in quasi tutti i nuclei famigliari).
La madre aveva da parte un bel gruzzolo: che fine ha fatto?
Tutti e tre hanno bisogno di metterci le mani su perché ciascuno sa di camminare "su un filo teso, in equilibrio sopra una voragine"; quell'eredità potrebbe essere un tentativo per tappare qualche buco e sfuggire alla propria miserabile esistenza.
 
Quella triste e anonima stanza d'albergo diventa il loro teatro, e i loro litigi, le discussioni, i pianti e le grida servono solo a montare il più triste e desolante degli spettacoli. 

Attorno a quella madre che non si decide a rendere lo spirito, che è grave ma comunque resta in vita, i  fratelli ci appaiono come tre commedianti infelici: "Tutti e tre portano scritta in faccia la stessa storia, che dice: la vita non ha pietà."
E questa consapevolezza li induce a sbranarsi, ad abbattere ogni ipocrisia, a deporre ogni inutile maschera e a vomitarsi addosso malignità e odio.
Attorno al corpo immobile della genitrice sono sparsi i cocci rotti di un rapporto fraterno che si sta lanciando verso l'autodistruzione.

"Nessuno dei Calore si regge in piedi. Ognuno è squarciato. Se la sono presa l’uno con l’altra con l’odio peggiore, l’odio degli ingannati che hanno a loro volta ingannato. Prigionieri dell’essere carnefici, spietati come coloro che sentono nelle vene lo stesso sangue e le stesse cause, ognuno ha conosciuto la sola verità possibile: vince chi fa dell’altro, definitivamente, un colpevole."

Si dice che quando si tocca il fondo non si può che risalire e che dopo il buio della notte arriva per forza la luce di un nuovo giorno.
Come ne usciranno i fratelli Calore da questo "abominevole fratricidio"

"La luce naturale" scava nei rapporti tra famigliari, lasciando emergere con nitidezza ed efficacia i caratteri, i temperamenti, le personalità di ognuno dei tre personaggi principali.
Ci sembra di vederli e con gran chiarezza: Flavio con la sua fame di riscatto, la rabbia che lo divora, la voglia di veder realizzato il proprio sogno, la durezza nel giudicare il fratello e la sorella per la loro "mollezza" caratteriale e la loro esistenza scialba; Tiziana, fragile, lunatica, insicura, bisognosa di amore e, forse, timorosa di non esserne degna; Gabriele, ottimista a tal punto da sembrare fuori dal mondo come se vivesse in un'altra dimensione e non si rendesse conto di quanto la realtà (la sua realtà) sia problematica.
Altri personaggi secondari satellitano attorno a loro e tra essi, senza dubbio, spicca Elvira: Elvira che non si decide ad andare e che, benché muta e immobile, è poi, in realtà, la causa di tutto, colei dal quale ha origine il "melodramma" firmato Calore e ciò che da esso verrà fuori.

È un romanzo che ho apprezzato tanto per i personaggi, delineati molto bene, con onestà e forza, così vivi e profondamente imperfetti, con le loro debolezze, i loro pensieri più cattivi e le parole più velenose; Archetti ce li ritrae senza fare sconti a nessuno di essi ma, allo stesso tempo, senza giudizi, semplicemente per ciò che sono (ed essi sono i primi a pagare il prezzo del loro modo di essere e di agire); mi è piaciuta molto la scrittura dell'autore, così densa, pungente e con la magistrale capacità, propria di un bravo narratore, di mettere a nudo e di scavare nel profondo dei suoi personaggi, dei loro legami, e di restituirci tutta la complessità di quel microcosmo che è la famiglia, da cui non si fugge mai, ma - chissà - forse si può rientrare.

lunedì 10 aprile 2023

[ On my wishlist ] "La saga delle Tidelands" di Philippa Gregory

 

Carissimi lettori, spero stiate trascorrendo delle serene festività e che in questo giorno di Pasquetta possiate rilassarvi e divertirvi ^_^

Intanto, faccio un salto sul blog per buttar giù questo post che mi serve da promemoria: ci sono dei libri di cui sono venuta a conoscenza di recente e che mi piacerebbe leggere.

L'autrice (SITO) è di quelle on my wishlist da millenni: Philippa Gregory, amata autrice inglese di romanzi storici. Dai suoi libri sono stati tratti film e serie TV molto popolari, come quella delle Due Rose. Ha studiato Storia all’Università del Sussex e ha conseguito un dottorato all’Università di Edimburgo. Nel 2016, a Londra, le è stato conferito il più importante premio dedicato al romanzo storico, l’Outstanding Contribution to Historical Fiction Award.


Per quanto in generale sia attratta dal tipo di storie da lei narrate, da poco ho scoperto una saga in particolare.


LA GUARITRICE.
La saga delle Tidelands (#1)
di Philippa Gregory


Ed. Sperling&Kupfer
trad. M. Deppisch
432 pp
12.90 euro
Inghilterra 1648. Non è un buon periodo storico per una una donna che voglia essere diversa dalla massa.
E' la vigilia di mezza estate e l'Inghilterra è nella morsa della guerra civile tra il re detronizzato, Carlo I, e il parlamento ribelle. La lotta raggiunge ogni angolo del regno, anche nelle remote Tidelands, il paesaggio paludoso della costa meridionale.
Alinor, levatrice esperta anche nell'uso di erbe medicinali, discendente di donne sagge, schiacciata dalla povertà e dalla superstizione, attende nel cimitero sotto la luna piena un fantasma che la dichiari libera dal marito violento. Invece incontra James, un giovane in fuga, colui che dovrebbe aiutare il re, Carlo I, a evadere dall'isola di Wight, dove è tenuto prigioniero; Alinor gli mostra le vie segrete attraverso l'infida palude, non sapendo che sta lasciando entrare un enorme disastro nel cuore della sua vita.

Sospettata di possedere oscuri segreti in tempi pieni di superstizione, l'ambizione e la determinazione di Alinor la rendono differente da coloro che le sono attorno. 
Sono gli anni della stregoneria, ed Alinor, una donna senza marito, improvvisamente arricchita, suscita invidia nelle sue rivali e paura tra gli abitanti del villaggio, e se questi dovessero scoprire i suoi segreti, la donna si ritroverebbe stretta in una morsa, con conseguenze terribili.
E amare un altro uomo - per di più fedele alla monarchia - potrebbe risultarle fatale.



MAREA NERA.
La saga delle Tidelands (#2)


Ed. Sperling&Kupfer
trad. M. Deppisch
464 pp
18.90 euro
1670, solstizio d'estate. Un uomo ricco aspetta fuori da un malandato magazzino londinese per incontrare Alinor, la donna che aveva deluso ventuno anni prima. Ha tutto da offrire: denaro, terra, status, compreso il favore del sovrano appena tornato sul trono, e crede che lei abbia l'unica cosa che non può comprare col danaro: suo figlio, il suo erede.
Quest'uomo è James Avery.
Nel frattempo, nel New England, il fratello di Alinor, Ned, non riesce a trovare giustizia, poiché la vendetta del re si estende oltre l'Atlantico e mette i coloni gli uni contro gli altri e contro gli indiani d'America.
Finché una vedova di nome Livia arriva da Venezia. Si presenta ad Alinor come sua nuora, la informa che suo figlio Rob è annegato e le chiede aiuto. 
Ma qualcosa nella storia di Livia non torna e, per trovare le risposte, sarà necessario spingersi nelle oscure maree della laguna italiana.



Nel novembre 2022 è stato pubblicato il terzo volume della serie: l'indipendente Alinor e la sua famiglia si ritrovano invischiate in intrighi di palazzo, sconvolgimenti politici e segreti che cambiano la vita nell'Inghilterra del diciassettesimo secolo.


DAWNLANDS.

La saga delle Tidelands (#3)



È il 1685, l'Inghilterra è sull'orlo di una nuova guerra civile contro i re Stuart e molte famiglie sono divise. 
Ned Ferryman non riesce a convincere sua sorella Alinor che ha ragione a tornare dall'America con il suo servitore Pokanoket Rowan per unirsi all'esercito ribelle. 
Alinor è stata persuasa dalla manipolatrice Livia a salvare la regina dall'imminente assedio. Le ricompense cambieranno la vita: la famiglia potrebbe tornare nelle loro amate Tidelands e Alinor potrebbe governare là dove una volta era considerata inferiore a una serva.

Il figlio di Alinor, Rob, è determinato a stare alla larga dalla guerra, ma quando lui e suo nipote decidono di liberare Ned dall'esecuzione per tradimento e Rowan dalla deportazione di un condannato alle Barbados, si ritrovano invischiati nella creazione di un impostore Principe di Galles: un bambino surrogato della regina.

Dall'ultima battaglia nei desolati Somerset Levels alle caverne nascoste sull'isola schiava di Barbados, questo terzo volume di una storia epica segue una famiglia da un capo all'altro dell'impero, per trovare una nuova alba in un mondo che si sta aprendo davanti a loro con maggiori ricompense e pericoli che mai.


sabato 8 aprile 2023

LE MIE LETTURE DI MARZO 2023

 

Marzo è stato un mese prolifico di belle letture.


AMICI DI CARTA


1. LA LIBRERIA DEI GATTI NERI di Piergiorgio Pulixi: giallo, ruotante attorno a una serie di delitti in quel di Cagliari; a ragionarci su cinque lettori appassionati di delitti e assassini, (4,5/5);  PER CHI HA VOGLIA DI SUSPENSE E IRONIA
2. CARNE E SANGUE di Michael Cunningham: saga famigliare con protagonisti  uomini e donne pieni di insicurezze e alla ricerca della propria identità (3.5/5). PER CHI HA VOGLIA DI  SENTIRSI COINVOLTO DALLE TURBOLENTE VITE ALTRUI.

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AMICI DIGITALI


3. OGNI MATTINA A JENIN di Susan Abulhawa: storia dei membri di una famiglia della Palestina, le cui vite sono state stravolte dall'occupazione israeliana (5/5); PER CHI CERCA STORIE EMOTIVAMENTE COINVOLGENTI E REALISTICHE
4. PICCOLE COSE DA NULLA di Claire Keegan: breve romanzo che, sfiorando il tema dei maltrattamenti nelle lavanderie irlandesi delle Case Magdalene, fa riflettere sull'importanza dei piccoli gesti altruistici (3/5);   PER CHI HA VOGLIA DI UNA STORIA DOLCE E CHE FA RIFLETTERE
5. IL TAVOLO BLU di Manuela Costantini: un romanzo tutto al femminile che affronta tematiche come lutto, solitudine, amicizia, rapporto madre-figlia (4/5);  PER CHI CERCA STORIE DI DONNE FORTI PUR NELLE PROPRIE FRAGILITÀ.
6. LA STRADA PER VIRGIN RIVER di Robyn Carr: il primo libro della romantica serie ambientata in una cittadina piccola ma vivace e molto unita (4/5); PER CHI HA VOGLIA DI UNA STORIA D'AMORE IN UNO SCENARIO COUNTRY
7. DALL'INFERNO SI RITORNA di Christiana Ruggeri: la storia vera di Bibi, una bimba tutsi sopravvissuta al massacro della propria famiglia e al genocidio della sua gente (5/5);  PER CHI È ALLA RICERCA DI STORIE VERE, PIENE DI DOLORE MA ANCHE DI VOGLIA DI RISCATTO.
8. RICORDATI DI NOI di Maria Antonietta: romance contemporaneo; l'amore può guarire tutte le ferite, anche quelle più profonde (4.5/5); PER CHI HA VOGLIA DI TUFFARSI IN UN AMORE A 360°.
9. LE RELAZIONI PERFETTE di Allyson Taylor: romantic suspense, dove lui è l'uomo ideale e lei... un nervoso!! PER CHI HA VOGLIA DI UNA STORIA ROMANTICA CON GOCCIOLINE THRILLER.


READING CHALLENGE

10. LA SIGNORA DALLOWAY di Virginia Woolf: classico che, seguendo la tecnica del flusso di coscienza, racconta la giornata di una donna e il vortice dei suoi pensieri (3.5/5). PER CHI HA VOGLIA DI UN CLASSICO DELLA LETTERATURA DEL NOVECENTO



Complessivamente, sono state tutte letture come minimo piacevoli (tipo il romantic suspense Le relazioni perfette) fino a quelle belle belle, che già so che occuperanno un posto speciale nel mio cuore (come Ogni mattina a Jenin).

Sul podio marzolino vanno appunto OGNI MATTINA A JENIN che, narrando la storia di una famiglia palestinese, lungo tre generazioni, diventa simbolo del dramma di un intero popolo; anche DALL'INFERNO SI RITORNA è dolorosamente bello, in quanto è una storia vera ed ha come riferimento storico il genocidio dei tutsi in Ruanda; intrigante e ricco di sorprese il giallo di Pulixi.


CITAZIONI DEL MESE

"Il dolore raggela anche quando è intorno a te e sta colpendo gli altri." (Christiana Ruggeri)

“Possono portarti via la terra e tutto quello che c'è sopra, ma non potranno mai portarti via quello che sai o le cose che hai studiato” (Susan Abulhawa).


Sul fronte SERIE TV, oltre a proseguire con VIRGIN RIVER (sto per terminare la 4°), sto guardando anche ANIME FALSE, una serie turca con protagoniste due donne, mamma e figlia, chiamate rispettivamente Madre e Bambi. La madre è un tipo lugubre e cupo, di una bellezza misteriosa e fine, che nasconde un passato doloroso  e vive come fuggitiva insieme alla figlia, un'adolescente che lei tratta a volte come una bambina (la chiama spesso Bimba) e soprattutto la veste come una collegiale di altri tempi, suscitando risatine e critiche da chiunque si fermi a guardarle.
E siccome per essere strane, so' strane, attirano gli sguardi curiosi di tanti, cosa che spinge Bambi a sentirsi a disagio e la Madre a mettersi sulla difensiva, con conseguenze non proprio felici.
La donna, infatti, sta fuggendo da qualcosa o qualcuno, va peregrinando di hotel in hotel assieme alla figlia, senza una fissa dimora e andandosene quando qualche imprevisto mina la loro sicurezza e il loro anonimato.
La Madre è disposta a tutto pur di difendere dal male e di proteggere la sua Bambi.
Anche uccidere.

Vi farò sapere il mio giudizio complessivo quando avrò concluso la prima stagione ^_-

giovedì 6 aprile 2023

>> RECENSIONE << DALL'INFERNO SI RITORNA di Christiana Ruggeri



Bibi aveva solo cinque anni quando un uragano di violenza e odio razziale si è abbattuto sul Ruanda, portando dietro di sé una scia di dolore, morte, stupri, torture, massacri.
Il genocidio dei tutsi ad opera degli hutu ha inizio nell'aprile del 1994 e durerà più di tre mesi: nell'arco di cento giorni perderanno la vita tantissime persone (circa un milione).
Il paese ne uscirà devastato.
Bibi è una sopravvissuta che da quell'inferno è tornata. Ferita, sola, spaventata, ma viva e pronta, una volta adulta, a raccontare la propria storia, fatta sì di immense sofferenze, ma anche di voglia di riscatto.


DALL'INFERNO SI RITORNA
di Christiana Ruggeri


Giunti ed.
244 pp
Bibi (Bérénice) è una bimba che vive felice a Kigali, nello splendido Ruanda, insieme alla famiglia: la dolce mamma, il fratellino, la zia e i cuginetti.
Ma la vita di tutti cambia quando il 7 aprile del 1994 ha inizio uno dei massacri più atroci della storia: il genocidio perpetrato dagli hutu contro i tutsi e gli hutu moderati *

 In 100 giorni vengono assassinate un milione di persone, c'è un omicidio ogni dieci secondi, le violenze sono qualcosa di atroce. 

«Uccidete i tutsi, gli scarafaggi sono pericolosi vogliono distruggere il Ruanda: fatelo di corsa prima che loro uccidano voi.»

Il 13 aprile 1994 un gruppo armato hutu entra in casa di Bibi e compie una vera e propria strage, come del resto in tutte le altre case.
Quando, molte ore dopo, la piccola si risveglia, ferita, dolorante, confusa, fa fatica a ricordare tutto ciò che è successo: ha solo il desiderio di bere succo d'ananas e avverte un odore pungente nella stanza. 
Il braccio destro è dilaniato, l'addome perforato dai proiettili,  ha delle lesioni alla nuca e a un orecchio, causate dai calci. 

"Quel tremendo mattino è stato la fine della mia felicità. Della mia infanzia e di tutte le mie sicurezze. Restava un'unica, faticosa certezza: nulla sarebbe stato come prima."

Ma è viva, respira e si guarda attorno.
Ciò che vede le resterà impresso per sempre in fondo agli occhi, nella mente, nel cuore, seguendola ovunque andrà: nella stanza ci sono i cadaveri della mamma, del fratellino, della zia e dei cuginetti e lei è l'unica sopravvissuta. 
Poco dopo, quando ancora è incapace di muovere un dito, un piccolo gruppo di criminali (chiamati Interahamwe, paramilitari formatisi con lo specifico compito di uccidere i tutsi) torna nella sua casa ma, convinti che la bimba non sarebbe sopravvissuta alle ferite, non le danno il colpo di grazia e la lasciano lì a morire da sola.

In un contesto di morte, sangue, orrore, quello è il primo piccolo miracolo che, sommandosi man mano a tutti gli altri che seguiranno, farà sì che a Bibi venga data più di una opportunità per vivere, per resistere.
Subito dopo viene soccorsa da Joseph, un vicino di casa buono, altruista; egli è un hutu ma di quelli che non odiano i tutsi, anzi, farà tutto ciò che è in suo potere per proteggere la piccola Bibi; la prima cosa da fare è portala in ospedale, raccomandandole di raccontare di essere sua figlia.
Quella è la prima delle bugie che la nostra bambina sarà costretta a dire a chiunque incontri pur di salvarsi la vita e su ordine di chi si prenderà, via via, cura di lei.
Le persone, infatti, che incontrerà e che la prenderanno sotto le proprie ali saranno diverse, ma ogni volta c'è una donna forte e dolce, generosa e disposta a rischiare, che decide di non lasciare sola e abbandonata a sé stessa questa bimbetta di cinque anni orfana e spaventata, nei cui occhi però si legge una vivacità e una forza di vivere che inducono queste estranee ad aiutarla concretamente: Marie Claire, Mamy Lucy (nientemeno che la moglie di "un pezzo grosso", un colonnello hutu), Astrelle e suo figlio Gerard (anch'essi hutu), e poi suor Celeste (e con lei tante persone che hanno portato aiuti - materiali, psicologici e spirituali in quella terra martoriata che stava uccidendo i propri figli -, come i volontari, Unicef, Medici senza frontiere, missioni...).

Tante persone sono passate nella vita di Bibi in una fase della sua esistenza orribile, in cui una bimbetta ancora così piccola si è ritrovata senza i propri cari a dover affrontare e cercare di sopravvivere a qualcosa di enorme, di troppo grande e troppo spaventoso per lei, come per chiunque altro.

Seguiamo Bibi nel suo peregrinare (la salvezza fu possibile solo lasciando in tutta fretta il Ruanda e rifugiandosi nello Zaire), nascondersi, fuggire ai mostri sadici che, mai paghi del sangue versato, andranno in giro per più di tre mesi cercando chiunque sia sopravvissuto (anche tra gli hutu considerati traditori), affidandosi di volta in volta alla misericordia di qualche anima buona e di quel Dio in cui la sua dolcissima mamma Consolée le ha insegnato a credere e a rivolgere preghiere, e che la bambina spera torni nel suo Ruanda e non si sposti più, perché senza di Lui la situazione è e resterà tragica.

Ci stringe il cuore leggere descrizioni dell'eccidio, delle torture, degli stupri, della malvagità e dell'odio cieco che hanno spinto degli esseri umani a far del male senza alcuna pietà ai loro simili.

Bibi racconta la sua storia alla giornalista Christiana Ruggeri quando ormai è una ragazza che vive in Italia e studia medicina a Roma: ella ci espone pensieri, sentimenti, paure, rabbia, confusione, timori, speranze... e noi lettori possiamo soltanto provare a immaginare il suo viaggio infernale per non soccombere alla furia cieca di criminali senza scrupoli.

"Avevo solo cinque anni, mi facevo tante domande ed ero felice, fino a quel giorno. Ma quando sei felice, soprattutto da bambino, dai tutto per scontato. Guai se la gioia non arriva, è impossibile e impensabile. Ma quando te la tolgono tutta insieme, ci pensi e capisci, rimpiangi, cresci di colpo, ma prima ancora, galleggi stordito."

Come tutti coloro che sopravvivono a delle tragedie (tanto più se non sono "solo" famigliari ma di un'intera comunità, di un popolo) in modi del tutto sorprendenti, è facile che giunga il senso di colpa, accompagnato da mille domande senza risposte, una su tutte: "Perché i miei cari e tanta gente innocenti sono morti e io sono rimasta in vita?"

"Cosa significa essere una sopravvissuta lo si impara col tempo, ma non lo si accetta mai. Perché scampare al massacro della tua famiglia non ti lascia completamente vivo."

Vivere e attraversare un'esperienza del genere ti cambia, ti segna per sempre.

"il genocidio era stato maestro, con la sua scia di rimpianti che avrebbe segnato tutta la mia vita. Mettevo in cornice i momenti da ricordare, quei passaggi dolci che la vita ti regala e poi ti porta via per sempre, come se la mia mente fosse un muro bianco da impreziosire con tanti quadretti di memoria."

Quella raccontata da Bibi all'autrice del libro è una storia che vi invito a leggere per conoscere/ricordare la sofferenza di un popolo, di un paese ridotto a "un grande obitorio sotto le stelle", di una feroce e disumana operazione di pulizia etnica programmata da anni.

Ma è anche la storia di una bambina diventata donna, che è sopravvissuta grazie ad inaspettati gesti di coraggio e sorprendenti atti di solidarietà, ed è riuscita a realizzare il sogno di studiare e poter tornare nel suo amato Paese da medico.


"Kubarire, perdonare. È una delle tante parole chiave, di questa lunga strada per la riconciliazione di un popolo intero."



*Per avere un'idea del quadro storico, sociale e politico che ha portato al genocidio, potete consultare ad es. questo articolo su GARIWO.

martedì 4 aprile 2023

♣️ RECENSIONE ♠️ LE RELAZIONI PERFETTE di Allyson Taylor



Lei è carina, solare e, pur avendo un dolore nel cuore a motivo di una triste situazione familiare, conduce una vita ordinaria e tranquilla e a offrirle compagnia e risate ci pensano due amici del cuore. Certo, se avesse un fidanzato, il quadro sarebbe proprio perfetto! 
Quando conosce lui - bello, sexy, ginecologo di professione e single - tutto diventa troppo bello e perfetto per essere vero.


LE RELAZIONI PERFETTE
di Allyson Taylor


Cignonero
280 pp

Hope Ward ha venticinque anni e la sua esistenza, pur con tutti i problemi e le preoccupazioni, scorre senza zone d'ombra, segreti o bugie.

Lavora come commessa e ne è soddisfatta, anche perché l'ambiente lavorativo è sereno e amichevole, grazie ai buoni rapporti col datore, Dennis, e la collega e amica, Jennifer.
E poi c'è il suo migliore amico, Shaun, che con la sua allegria riesce a portarle il buon umore e a strapparle più di un sorriso. 
Orfana di madre e figlia unica, non ha che il padre, che però è malato di Alzheimer e, non riuscendo a gestire la sua situazione all'aggravarsi della patologia, si è vista costretta a ricoverarlo in una clinica dove possono prendersi cura di lui adeguatamente.
Va regolarmente a fargli visita e lui a volte la riconosce, tante altre no, e questo la fa soffrire molto.

Ma il dolore provato per la salute del papà non è nulla se paragonato a ciò che sta passando oggi.
La storia, infatti, si svolge su due piani temporali distanziati da circa tre mesi; ovviamente, nei mesi precedenti, si racconta la vita di Hope antecedente un fatto drammatico (l'oggi).
Qual è questo fatto?

Un giorno la ragazza si risveglia seminuda, legata e imbavagliata in uno scantinato senza finestre, vittima di una strana figura incappucciata che non parla e prova piacere nel somministrarle torture psicologiche e fisiche con indicibile sadismo; vuole indebolirla, terrorizzarla, annichilirla, umiliarla, facendole del male sia nel corpo che nell'anima.
Perché? 
Hope non ha idea di come sia finita lì. Del resto, ha sempre condotto un'esistenza al limite del noioso, non ha problemi con nessuno, ha anche una vita sociale molto scarsa: va a lavoro - dove frequenta Dennis e Jennifer -, ha un amico (Shaun) e... un fidanzato, Desmond (Des), che in effetti conosce da poco più di tre mesi.

Anche se non ha idea di chi l'abbia rapita e perché, è ovvio che la sua mente va alla ricerca di ipotesi ragionevoli su cosa il perfido rapitore voglia da lei.
Il suo cuore trema al pensiero che possa averle fatto del male una persona di cui le si fidava...

Ma torniamo a Des e a "tre mesi prima".
La vita di Hope inizia a svoltare quando, nel negozio in cui lavora, sopraggiunge un giorno un'adolescente accompagnata da un uomo affascinante (lo zio).
Hope ne resta folgorata all'istante: non è solo bello, ma emana proprio carisma, seduzione e quel pizzico di mistero che rende questo zio molto interessante. Senza considerare, poi, che anche Des non fa che guardare Hope con intensità e sensualità.

Insomma, è evidente che l'attrazione sia reciproca e infatti i due non solo si rivedranno ma cominceranno a uscire insieme, a frequentarsi e inizieranno una relazione.
Lui le rivela di essere un ginecologo, professione che lo impegna molto, ma i due riescono comunque a trascorrere sempre più tempo insieme, a legarsi l'uno all'altra; la passione c'è e anche i sentimenti pian piano si fanno spazio, tanto da spingere Hope a presentare il suo ragazzo al padre e Des a farle conoscere la propria madre.

Tutto bello, tutto perfetto, tutto magico.

Certo, ci sono dei buchi nella relazione, rappresentati dal fatto che Hope ignora alcuni aspetti della vita di Des. Lei sa giusto lo stretto necessario e in realtà egli è molto evasivo su tutto ciò che riguarda i suoi impegni al di fuori della loro relazione.

Perché tutto questo mistero? È solo riservato o ci sono altre, e meno limpide, motivazioni?
Ad aggiungere atroci dubbi sul fidanzato quasi perfetto, si aggiunge la scoperta, da parte di Hope, di situazioni ambigue e oscure che lo riguardano e che gettano angoscianti ombre su chi sia e su cosa faccia davvero Desmond Hick nella vita.
Ha forse a che fare col rapimento, avvenuto mesi dopo?

Il lettore è cortesemente invitato a scoprirlo se vuole.

Ma veniamo al mio parere.

Il romanzo - che all'inizio si presenta sotto le spoglie di un thriller - inizia bene, devo dire: la narrazione del passato e del presente è intrigante, in quanto mette in opposizione la vita tranquilla del prima e l'incubo dell'oggi (il rapimento).
Il lettore si pone le stesse domande della protagonista: chi l'ha rapita, perché, che intenzioni ha, ecc...
L'autrice inserisce Hope in un contesto abbastanza sereno perché - fatta eccezione per la malattia del padre -, è tutto tranquillo, non ci sono ombre, minacce ma ovviamente è proprio questo a mettere in allerta il lettore, che inevitabilmente si convince che tutto questo, non solo sta per finire, ma nasconde per forza qualche crepa, se Hope si ritrova legata, picchiata e affamata in una squallida cantina.

Fino a un certo punto, la storia è coinvolgente, si lascia leggere con interesse e curiosità; la discesa, per quanto mi riguarda, arriva quando si risolve l'elemento giallo/thriller: una volta giunti a capire chi sia il rapitore e cosa voglia da Hope (e vi dirò, già la motivazione la vedo un attimino tirata, ma può ancora andare), non ci resta che solo la parte romance.

Hope diventa incredibilmente insopportabile, lagnosa, imbronciata, pesante, irrazionale, giuro che l'avrei presa a sberle una pagina sì e l'altra pure; inoltre, è proprio lo svolgersi della vicenda dopo il rapimento che diventa meno attraente, a tratti insipida.

Però, per onestà, mi tocca dire che probabilmente è una questione di aspettative: io non conoscevo questa scrittrice e non mi sono informata sui suoi precedenti libri ("Tutte le cose che non so di te” e “Musica per un giorno di pioggia”), che sono dei romance; "Le relazioni perfette" anche, ma è mescolato con un po' di domestic thriller e per carità, l'idea non è male ma l'evolversi delle vicende mi ha un tantino delusa.

Per concludere, è una lettura carina, senza troppe pretese ma regala comunque momenti di svago. Penso anche che possa piacere di più a chi ama le storie romantiche ed è meno in fissa per la suspense (come me).

domenica 2 aprile 2023

❤ RECENSIONE ❤ RICORDATI DI NOI di Maria Antonietta



Un romanzo che racconta l'amore a 360°: quello tra i membri di una famiglia straziata dal dolore e dalle disgrazie, macchiata dai segreti e dalle bugie; quello tra un'educatrice che, innamorata del proprio lavoro, non può che amare anche i bambini a lei affidati; quello tra un uomo e una donna che, nell'incontro di corpi e cuori, imparano a prendersi cura l'uno dell'altra e a risanare ferite che sembrava non potessero più rimarginarsi.


RICORDATI DI NOI 
di Maria Antonietta


Editore: autoprodotto
 337 pp
LINK ACQUISTO
"Ricordati di me, Anna. Ricordati di noi. Portaci con te finché non sarà giunto il nostro tempo."

Anna Santoro è un'insegnante di scuola primaria che accetta una supplenza a tempo determinato nella splendida Scilla, suggestivo borgo di Chianalea, piccolo villaggio di pescatori sito in un angolo di Calabria incontaminato e magico.

E magico lo diventerà davvero per Anna e per le persone che il destino metterà sul suo cammino.

Quando giunge a scuola per prendere servizio, le viene raccontata subito una storia tristissima e delicata, che coinvolge due gemelli di sei anni, alunni di una delle classi in cui lavorerà.
I fratellini sono Carlotta e Matteo Lonardi, che hanno alle spalle una vicenda famigliare tragica: qualche anno prima il loro papà (Paolo) ha ucciso la loro mamma (Vanessa) e poi si è tolto la vita.

I piccoli sono andati a vivere con il nonno paterno, Stefano Lonardi, vigile del fuoco trasferitosi da Verona a Scilla per allontanarsi da luoghi che gli ricordavano troppo la tragedia accaduta e per provare a crescere i nipotini in un clima sereno, rimandando di molti anni - sotto consiglio della psicologa - la spiegazione di ciò che è accaduto ai loro genitori.

Ma allontanarsi da un posto che evoca dolore non vuol dire sfuggire a ciò che si prova: le sofferenze, le paure, le angosce sono segugi tristemente fedeli, che fiutano i nostri vuoti, le assenze, e vengono con noi ovunque andiamo e, come sale sulle ferite, bruciano e ci ricordano che in noi continuano ad esistere degli angoli bui, in cui la luce fatica a entrare per rischiarare e scaldare.
Con certi ricordi maledetti si finisce per convivere, imparando a elaborarli, a non macerarsi in ciò che sarebbe potuto essere ma non è stato, in ciò che inevitabilmente è mutato per sempre, in ciò che è rotto e non sarà più risanato. Non come prima, almeno.

Eppure, a volte la vita, come toglie, dà, e lo fa in molti modi, ad esempio attraverso persone che, con il loro spontaneo altruismo, il loro amore sincero, sanno toccare le corde giuste perché anche uno strumento un po' "ammaccato" possa riprendere ad emettere dei bei suoni.

È ciò che succede dal momento in cui Anna, incrociando gli occhi innocenti e vispi di Carlotta e Matteo, li prende a cuore e pian piano, senza calcoli né secondi fini, inizia ad entrare nelle loro vite e in quelle di Stefano Lonardi.
Venire a conoscenza della loro drammatica storia famigliare sicuramente la influenza, la rende particolarmente attenta e materna verso i fratellini, ma - lungi dal voler ficcare il naso, impicciandosi di un fatto di cronaca che, ai tempi, suscitò ovviamente molta curiosità e molto sgomento nell'opinione pubblica - Anna si sforza in ogni modo di bilanciare la professionalità e la parte emotiva, approcciandosi ai suoi due alunni speciali senza essere invadente.
Fatto sta che il destino ci mette lo zampino e non mancano le occasioni in cui Anna è "costretta" dalle circostanze a prendersi cura di Matteo e Carlotta anche al di fuori dell'orario scolastico, cosa che la porta ad essere a stretto contatto con il loro nonno.

Il nonno, mastro Stefano Lonardi, ex-vigile del fuoco e attualmente tuttofare nella incantevole Scilla, non dovete immaginarvelo come un nonnino anzianotto e simpatico, dal passo incerto e la vocina tremolante da vecchino: no no, Stefano è un uomo sotto i cinquanta, dal fisico scolpito, "un vichingo enorme, dai capelli rossi, la barba rossa e argentata, gli occhi d’acciaio e il naso da pugile", "sexy in modo illegale", insomma non ha nulla da invidiare a un trentenne, anzi.

Anna ne resta folgorata, affascinata e attratta immediatamente: è il nonno più "maschio" e sensuale che le sia mai capitato di conoscere, e tutto di lui emana sensualità: il suo sguardo penetrante che sembra inchiodarla, la sua voce "da Thor", profonda e capace di incutere soggezione, le sue labbra..., insomma non le è indifferente.
E quest'inaspettata attrazione è drammaticamente ricambiata.

Drammaticamente perché non deve essere cosi!
Lei, Anna, è lì in quel paesino per un tempo limitato (per sostituire la poco amata maestra Cettina) e non può permettersi il lusso di affezionarsi a nessuno (anche se, inevitabilmente, questo accade con gli alunni e con i gemelli in special modo), e soprattutto è fidanzata!
Sta con Massimo da anni e il loro è un legame serio, che però, purtroppo, negli ultimi tempi si è un po' arenato, sta soffrendo uno stallo a causa di una notizia che ha scosso entrambi e che, colpendoli con violenza, li ha allontanati invece di avvicinarli.

Anna e Massimo sognavano di diventare genitori, ma la medicina ha emanato una brutta sentenza: Anna non può avere figli. Il sogno di essere madre - fortissimo in lei, che ha un grande istinto materno e un infinito amore per i bambini - è destinato ad essere soffocato, a fare i conti con una natura crudele che le ha tolto uno dei desideri più importanti.
Insegnare, allora, assume una doppia valenza emotiva: nel relazionarsi con gli alunni non soltanto svolge il lavoro che ama, ma quei bambini diventano per lei dei "figli", di cui prendersi cura, da educare e da guidare nella crescita.
Professionalmente, Anna è un'eccellente maestra, sempre pronta a mettere in atto brillanti e innovative strategie educative e progetti stimolanti per la classe. Il suo entusiasmo è contagioso e piace a tutti: colleghi, genitori, alunni.

Matteo e Carlotta, poi, bisognosi come sono di una figura materna rassicurante sulla quale riversare il loro immenso bisogno d'affetto, conquistano con velocità il cuore della loro maestra "Annina".

E non solo i due gemelli si aprono un varco dentro di lei: anche nonno Stefano sconvolge i sentimenti di Anna, e il fatto che stia vivendo una fase traballante con Massimo non fa che confonderla ancora di più: si sente attratta da un altro uomo e deve chiarire a se stessa se quello che comincia a provare per Stefano ha ragione di essere alimentato e coltivato, oppure no.

Ancora una volta, la vita prende pieghe inaspettate e allontanerà temporaneamente Anna e Stefano proprio quando si stavano avvicinando, spinti dalla voglia di assecondare i propri profondi sentimenti. 
La situazione andrà via via complicandosi perché il passato di Stefano tornerà a sconvolgere il presente con i suoi segreti e le sue bugie; un passato che ha un nome e un volto di donna, una donna amata proprio da Stefano e che, per diverse ragioni, è stata determinante per innescare dinamiche importanti nella famiglia Lonardi.

Il passato, insomma, come spesso accade, bussa alla porta, pretende di entrare: Anna e Stefano sapranno far fronte alle conseguenze che l'emergere di certe verità porterà nelle loro vite e nel loro amore appena nato? Sapranno conquistarsi un futuro insieme?


"Ricordati di noi" è una grande storia d'amore, che coinvolge questo meraviglioso sentimento sotto diversi aspetti: c'è l'amore tenero di un nonno per i nipotini; quello di un uomo verso la propria donna; c'è l'amore di una donna cui la vita ha negato di essere mamma ma che sa amare teneramente come se lo fosse; c'è l'amore puro e spontaneo di due orfani verso gli adulti che si prendono cura di loro con affetto; c'è anche l'amore frutto di un insano egoismo, che finisce per generare dolore.
Nel romanzo vengono trattate svariate tematiche, oltre alle tante sfaccettature dell'amore: tragedie famigliari, l'elaborazione del lutto, la maternità negata, rapporti tra fratelli, il vivere la propria professione con coscienziosità e serietà.
E poi c'è l'ambientazione, magica e piena di fascino: Scilla, col suo sole (ma anche con i suoi violenti ed improvvisi temporali!), il mare che sembra una distesa d’argento, i vicoli pieni di allegria, i balconi fioriti, i gatti, i pescatori e le barche, l'accoglienza e il calore degli abitanti.

I protagonisti sono tratteggiati molto bene tanto fisicamente quanto psicologicamente, nei loro punti di forza come nelle loro mille insicurezze; non mancano i momenti romantici né quelli più passionali.
Teneri e simpatici i due gemelli, che conquistano il cuore anche del lettore, poco ma sicuro!
Mi è piaciuta la parte relativa al passato di Stefano che si riaffaccia a chiarire tante cose e a mettere al suo posto ogni mattoncino, a chiudere cerchi e a mettere la parole fine a una scia di cose non dette, di silenzi e fughe che avevano provocato tormento e amarezza.

Un romanzo che si lascia apprezzare per trama, costruzione dei personaggi, ambientazione, stile di scrittura. Non posso che consigliarlo a quanti sono alla ricerca di una lettura ricca di emozioni.
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