mercoledì 18 maggio 2016

Viaggiare leggendo: ROSS POLDARK



Leggendo ROSS POLDARK (RECENSIONE) mi è venuta voglia di cercare le località della Cornovaglia menzionate nel romanzo da Winston Graham.


Truro, Falmouth, Redruth: sono alcune delle principali città citate in Ross Poldark, e dalla mappa potete vedere come sono situale.

testo alternativo

La Cornovaglia è una contea inglese situata nella zona sud-ovest della Gran Bretagna.
Il centro amministrativo, e l'unica city della Cornovaglia, è Truro, mentre la capitale storica è Bodmin.
Nel libro si parla molto diffusamente del lavoro in miniera.
Gran parte del paesaggio della Cornovaglia (e del Devon occidentale) è stato trasformato tra il 18° e l'inizio del 19° secolo proprio a causa della rapida crescita del rame pionieristico e delle miniere di stagno; è stato dichiarato patrimonio dell'umanità.

Graham è vissuto a Perranporth e nei suoi celebri romanzi sulla famiglia Poldark la spiaggia di Perranporth corrisponde a "Hendrawna Beach".
.

Perranporth
(wikipedia)

Falmouth
Il porto di Falmouth - originariamente noto come Smithwick - è una delle principali località a sud-est della Cornovaglia.
Falmouth, in cornico denominata Aberfala, è una meta turistica popolare.
La città possiede quattro ampie e bellissime spiagge: Gyllyngvase, Swanpool, Castle e Maenporth.

Luogo d'interesse: il castello di Pendennis, risalente al 1540 e fatto costruire da Enrico VIII.




Curiosando tra le pagine di "I segreti della casa sul lago": Enid Blyton.



Come vi dissi qualche giorno fa, leggendo "I segreti della casa sul lago" (K. Morton) mi sto imbattendo in scrittori realmente esistiti e menzionati durante la narrazione.

Di recente abbiamo visto chi era Elinor Glyn (QUI), oggi scopriremo chi è stata Enid Blyton.

www.theguardian.com
Enid Mary Blyton (1897 –1968) è stata una scrittrice inglese, autrice di romanzi per varie fasce di età, famosa soprattutto per la sua produzione nel campo della letteratura per ragazzi.

Ha scritto moltissimo (circa 800 libri in 40 anni), ai suoi tempi è stata molto popolare, arrivando a un totale di quasi 400 milioni di copie; è stata tradotta in oltre 90 lingue.

Nelle sue opere letterarie per ragazzi, protagonisti indiscussi sono i bambini, che vivono avventure di ogni sorta all'insaputa degli adulti; vi sono spesso personaggi ricorrenti, coinvolti in avventure che occupano più di un libro.

Ma contrariamente a questo interesse per il mondo dell'infanzia, pare - stando alla testimonianza della figlia minore  - che la donna fosse una madre autoritaria, severa e priva di qualsiasi istinto materno, portata spesso a ignorare i problemi. A darne un quadro meno severo è la figlia maggiore, che conserva i ricordi positivi di un'infanzia felice.

Le sue opere più famose sono le avventure di Noddy, Il Club dei Sette e La Banda dei Cinque. Da quest'ultimo sono stati tratti molti prodotti televisivi, tra cui il telefilm La banda dei cinque trasmesso negli anni settanta.


Fonti:

wikipedia
http://www.enidblyton.net/
http://www.enidblytonsociety.co.uk/ (sito molto ricco di informazioni sull'autrice e sulle sue opere)

martedì 17 maggio 2016

Recensione: ROSS POLDARK di Winston Graham



E' il primo volume di una saga storica famigliare composta da ben dodici libri, ambientati tra il 1783 e il 1820, da cui sono state tratte due serie tv, una nel 1975, l'altra, più recentemente, del 2015.

Sto parlando di Ross Poldark, dello scrittore inglese Winstom Graham (1908-2003), che si è rivelata una lettura appassionante e molto scorrevole.


ROSS POLDARK
di Winston Graham


Ed. Sonzogno
trad. M. Curtoni,
M. Parolini
430 pp
18,50 euro
Maggio 2016
La nostra storia ha inizio in Cornovaglia, nel 1783.
Il vecchio Joshua Poldark, piccolo possidente terriero, è molto ammalato e la sua vita si sta spegnendo come una candela ormai consumata; quando l'uomo muore, suo figlio Ross non è presente, in quanto arruolatosi nell'esercito inglese per combattere nella Rivoluzione americana.
Giungerà infatti a casa, a Nampara House, solo diversi mesi più tardi, ritrovandosi al cospetto di una dimora di famiglia completamente in decadenza, a causa non solo delle non buone condizioni economiche in cui versava il padre, ma anche della trascuratezza dei due servitori, Jud e sua moglie Prudie, dediti alla bottiglia, alla pigrizia e all'ozio più totali.

La situazione è oltremodo scoraggiante per Ross, che - benchè provato e stanco a causa della guerra appena lasciatosi alle spalle - non è il tipo da abbattersi, così comincia subito ad organizzarsi perchè la casa venga rimessa su; forse non proprio agli antichi splendori, ma almeno che sia ordinata e pulita!

A dare un minimo di speranza al suo cuore un po' indurito c'è il pensiero della donna amata - Elizabeth - lasciata due anni prima dietro solenni e giovanili promesse, e che lui crede lo stia ancora aspettando.
Ma nel parlare con zio Charles (fratello del padre) e il cugino Francis, Ross capisce che nessuno pensava tornasse vivo dalla guerra, ed infatti ci sono novità: la sua Elizabeth si è fidanzata con Francis Poldark e i due convoleranno a nozze entro poche settimane.

Devastato e deluso dalla perdita del suo grande amore, Ross decide di impegnarsi  per rimettere in sesto Nampara e di concentrarsi sugli affari che il padre ha lasciato andare a rotoli, tornando a coltivare le terre e lanciandosi nell’apertura di una nuova miniera.

A dargli manforte e a fargli compagnia in un momento non proprio felice e sereno, c'è la cara cugina Verity (sorella di Francis), che si riconferma sua amica e confidente leale.
Ai due servi ubriaconi, ma in fondo fedeli, si aggiunge una terza serva: la giovanissima Demelza Carne.
Demelza ha 13 anni e Ross la incontra per la prima volta mentre sta per essere pestata da un gruppo di ragazzacci; dopo aver saputo che a casa non fa che ricevere botte e frustate dal padre ubriacone, impietositosi, Ross Poldark ha la felice idea di prenderla come sguattera e lasciarla lavorare in casa propria.

Ross è un giovane dal carattere determinato, dall'aria seriosa e severa, ma dal cuore buono e comprensivo; non solo prende a cuore la vivace e rozza Demelza, dandole un tetto, del cibo, e soprattutto sottraendola dalla povertà e dalle cinghiate paterne, ma si preoccupa anche di altre persone meno fortunate e bisognose di aiuto, come il giovane Jim Carter, che Ross cercherà di aiutare come può dandogli un lavoro e consigliandogli di star lontano dalle cattive compagnie.

Seguiamo la vita di Ross e gli altri, che vivono in questo angolo di terra, brullo, ventoso, aspro ma anche molto vivace, in cui a contare è il lavoro, tanto per chi è ricco (e può permettersi di buttarsi in imprese e attività commerciali), quanto per chi è povero e deve sudare in miniera per portare un tozzo di pane a casa.

Sono anni e contesti in cui certe formalità e l'osservanza di certe etichette e modi di fare, per alcuni conta più della sostanza delle cose, e Ross sarà costretto a far fronte a questa realtà.

In particolare, dopo aver preso con sè la giovanissima Demelza, le voci sul suo conto e sui suoi rapporti con la fanciulla, gireranno veloci, creando una spirale di maldicenza e pettegolezzi che daranno molto fastidio a Ross.

Ma il giovane Poldark non è tipo da smuoversi, da farsi colpire e affondare da dicerie di vecchie pettegole; lui è piuttosto il tipo d'uomo che agisce sulla base dei propri valori e principi, e che porta avanti le proprie convinzioni e che è capace di battersi perchè non vengano commesse ingiustizie a danno di poveri e disperati disgraziati, anche a costo di sfidare le autorità.
Ross è un proprietà terriero ma non "vecchio stampo"; non è attaccato alle formalità e non si sente così lontano dai poveri, dai lavoratori, dai servi, con i quali cerca di non essere altezzoso, pur mantenendo le giuste distanze.

Il protagonista di questo romanzo ha il suo grande carisma proprio per il suo carattere, la sua personalità; l'Autore non si sofferma tanto sull'aspetto fisico - circa il quale comprendiamo che siamo in presenza non del belloccio aristocratico in stile damerino elegante e buonannulla, ma di un giovanotto dai tratti volitivi e neanche troppo attraente di viso  -, quanto piuttosto sul suo modo di essere, così pratico, schivo, discreto, riflessivo, sensibile verso i bisogni del prossimo in difficoltà.

Le proprie sofferenze, dovute all'amore perduto, non gli impediscono di stare attento a quelle altrui, ed è così che Graham arricchisce le vicende personali di Ross con altre storie: dalla gentile Verity, alle prese con il suo amore impossibile, alle preoccupazioni di Elizabeth, alle difficoltà di Jim Carter e sua moglie Jinny.

E poi c'è lei, Demelza, la ragazza dai capelli neri e gli occhi espressivi, che non soltanto ha portato vitalità a Nampara House, ma forse potrebbe diventare qualcosa di più per lo stesso Ross...

Ross Poldark ti immerge nella Cornovaglia di fine Settecento, in particolare in una zona mineraria, povera, in cui è netta la distinzione tra chi ha i soldi e chi non li ha; il linguaggio è molto fluido, le pagine scorrono ad una velocità incredibile grazie ad una penna affascinante, che incanta per le descrizioni precise e vive del paesaggio, delle persone coinvolte, delle vicende di cui sono protagoniste, che catturano tutta l'attenzione del lettore perchè tra le pagine di questo romanzo troviamo amore e gelosie, risentimenti e pettegolezzi, raffinatezza e mediocrità, e quel tocco non stucchevole di romanticismo, sullo sfondo di un paesaggio dai colori caldi e reali, rende il tutto davvero molto piacevole.

Consiglio "Ross Poldark" in particolare a chi ama questo genere di romanzi - saga storica - e il mio giudizio non può che esserne positivo.

Non mi resta che aspettare che la Sonzogno pubblichi presto gli altri libri e intanto cercare la serie tv ^_-

CHE NE PENSATE?
CONOSCETE QUESTO LIBRO, LO AVETE LETTO?
E' UN GENERE CHE VI PIACE?

Segnalazione: I FIORI RUBATI: LA SECONDA INDAGINE DEL COMMISSARIO LIVIA di Silvestra Sorbera



Carissimi, sono giorni di fuoco e non sempre riesco a mettermi seduta al pc a preparare post  :/
Però sto leggendo più che posso ed entro stasera conto di condividere qui sul blog la recensione di un bel romanzo storico, oltre che saga famigliare: Ross Poldark di Winston Graham.

Per ora, eccomi con voi a segnalarvi il nuovo romanzo di Silvestra Sorbera, dal titolo "I fiori rubati: la seconda indagine del commissario Livia", edito dalla casa editrice digitale LazyBOOK

I FIORI RUBATI: 
LA SECONDA INDAGINE DEL COMMISSARIO LIVIA
di Silvestra Sorbera



ed. Lazy Books
SINOSSI

Due bambine scomparse, una strana signora che ama le margherite e il passato che torna dolorosamente nella vita del commissario Livia.
Il lettore, seguendo la protagonista alle prese con il rapimento di due bambine di otto anni, entrerà nella sua vita, nella sua famiglia e scoprirà quanto curiosamente, a volte, gli eventi si intreccino.

DAL LIBRO: 

«Dall’altro capo del telefono risposero e Livia riconobbe la voce di Lorenzo, calma come sempre. Avvertì un tremolio allo stomaco, ma si impose di rispondere. Doveva farlo, doveva dimenticare tutto il suo passato, tutto il suo dolore e parlare con l’uomo che al momento odiava di più al mondo. Lo strano caso della vita: l’ultima volta che avevano parlato, l’argomento era un bambino, il loro bambino e, a distanza di anni, la conversazione che stavano per intraprendere verteva sullo stesso argomento. A Livia sembrava quasi che il destino avesse tirato le fila di una conversazione mai chiusa, che era necessario in qualche modo riprendere o forse voleva solo metterla alla prova, ma in fin dei conti Livia e Lorenzo al destino non ci avevano mai creduto.»

BIOGRAFIA
Silvestra Sorbera, classe 1983, nata a Cuneo, residente a Torino, ha trascorso gran parte delle sua vita in svariate città della Sicilia. Laureata in scienze della comunicazione, ha iniziato il suo lavoro da giornalista presso la redazione siracusana del quotidiano La Sicilia collaborando inoltre con diverse testate. Nel 2007 si trasferisce a Torino dove continua a lavorare come giornalista per diverse testate ed emittenti locali. Attualmente dirige il magazine online Gocce di spettacolo. E' madre di un bambino di tre anni e mezzo al quale ha dedicato una favola pubblicata nel 2013.

RECENSIONI CORRELATE:

SICILIA
VITA DA SFOLLATI
LA GUERRA DI PIERA

lunedì 16 maggio 2016

Curiosando tra le pagine di "I segreti della casa sul lago": Elinor Glyn



Come ho detto ieri, sto leggendo l'ultimo interessante romanzo di Kate Morton, "I segreti della casa sul lago"; la storia narrata - come spesso accade nei libri dell'Autrice - è alternata su due piani temporali separati da 70 anni, vale a dire il 1933 e il 2003, ambedue collocati in Cornovaglia.
La protagonista del primo filone temporale è la sedicenne Alice Edevane, aspirante scrittrice; di conseguenza i libri hanno una loro non irrilevante parte nella nostra storia, tanto che la Morton menziona alcuni autori realmente esistiti più o meno contemporanei alla protagonista.

In questi momenti ne vedremo soltanto uno di questi scrittori, purtroppo per mancanza di tempo :-(

Elinor Glyn, nata Elinor Sutherland, (1864 – 1943), è stata una scrittrice britannica che lavorò a lungo a Hollywood anche come produttrice e regista; ha lavorato anche come sceneggiatrice per il cinema muto sia per la MGM che per la Paramount Pictures.
Sin da ragazza Elinor fu un'accanita lettrice, interessata soprattutto alla storia francese e alla mitologia; col tempo, si appassionò anche al misticismo e al romanticismo. 
Tenne anche un diario personale;  viaggiò molto ed ebbe diversi ammiratori.

Nel romanzo è citata da un personaggio in modo dispregiativo, in quanto i suoi libri sono reputati non proprio adatto a signorine perbene. In effetti, diverse sue opere furono bandite; ad esempio il romanzo Three weeks a quei tempi (1907) creò non poco scandalo perchè raccontava di una regina dei Balcani che seduceva un giovane aristocratico inglese, fatto che si ispirò alla relazione della Glyn con Lord Alistair Innes Ker.
Il Preside di Eton lo ritenne immorale e il romanzo fu bandito ma proprio questo gran clamore contribuì al successo e alla fama di Elinor.

Elinor Glyn
A questa vivace donna dai capelli rossi e gli occhi verdi si deve quindi la creazione del romanzo rosa dai connotati erotici.
Negli anni Venti del Novecento è stata una vera e propria celebrità nell'ambito della cultura popolare, soprattutto nei paesi di area anglofona; influenzò anche la carriera di attori dell'epoca, passati poi nella leggenda, come Rodolfo Valentino. 

Grazie alla nonna che l'ha cresciuta, imparò le regole della rigida etichetta proprie della vita sociale delle classi aristocratiche inglesi; questo favorì Elinor nell'entrare nei circoli più esclusivi della società inglese. Non solo, ma le servì anche nella carriera a Hollywood, perchè fu considerata la più grande esperta in materia e venne così assunta dagli studios come consulente di stile e di buone maniere.

A lei si deve anche la coniazione del termine "it" nel romanzo "The Man and the Moment" [1923] che  indicava - nella traduzione italiana - quel certo non so che, vale a dire il sex appeal, o, come lei stessa disse: "a strange magnetism that attracts both sexes".


Fonti:

Wikipedia
http://www.spiritolibrario.com/elinor_glyn.asp
http://www.online-literature.com/elinor-glyn/



domenica 15 maggio 2016

Frammenti di "I segreti della casa sul lago".



Gli scenari di Kate Morton sono sempre così affascinanti!
Ecco la descrizione della bella villa, purtroppo in stato di abbandono, che fa da sfondo alla storia fitta di segreti e misteri raccontata in "I segreti della casa sul lago".

Immagino l'antica e abbandonata casa come questa dell'immagine: elegante, con un bel giardino... ma anche inquietante ^^


fonte
(immagine presa dal web)


"Al centro di una radura inondata di sole c’era una casa. Una costruzione di mattoni con due frontoni gemelli, e la porta principale nascosta sotto un portico. Dal tetto di tegole si levavano diversi comignoli, e tre livelli di finestre piombate ammiccavano complici, baciate dal sole. Un rampicante dalle foglie verdi se ne stava avidamente aggrappato alla facciata e un nugolo di uccellini volava attraverso il traforo formato dai viticci, dentro e fuori, creando un effetto di movimento incessante.
Sadie si lasciò sfuggire un fischio sommesso. «Che cosa ci fa una signora villa come te in un posto del genere?». Aveva parlato piano, ma la sua voce suonò strana e fuori luogo: un’intrusione nella profonda esuberanza naturale del giardino.
S’incamminò lungo la sponda del lago, diretta verso l’edificio, quasi attirata da una forza magnetica. Là dentro non viveva nessuno. Era difficile da spiegare a parole, ma quella casa aveva… un’aura particolare. Sapeva che era disabitata, punto e basta.
(…) Quando raggiunse la finestra, notò un’incisione nel telaio di legno. Delle lettere, una A e forse una E, intagliate rozzamente e tinte dalla muffa verde scuro. Seguì con le dita i solchi profondi, domandandosi oziosamente chi li avesse fatti. Dalla fitta vegetazione sotto il davanzale vide sporgere un pezzo di ferro ritorto, e scostando i rami scoprì i resti arrugginiti di una panchina. Si voltò e diede un’occhiata a quella specie di giungla che aveva attraversato. Difficile immaginare che un tempo qualcuno si fosse seduto comodamente lì, a contemplare quello che doveva essere stato un giardino curato.
La sensazione strana di poco prima, quasi minacciosa, era tornata, ma Sadie l’allontanò.



fonte
(…) La stanza era buia, ma via via che i suoi occhi si abituavano alla luce fioca cominciò a distinguere alcuni oggetti: un grande pianoforte nell’angolo, accanto alla porta, al centro un divano con due poltrone di fronte, un camino sulla parete in fondo. Sadie provò la sensazione familiare e piacevole di scoperchiare la vita di qualcun altro, quasi fosse una scatola. (…)
La stanza sembrava congelata, il contenuto sospeso come se persino l’aria, il più implacabile degli elementi, fosse stato chiuso fuori: la sensazione era che là dentro si faticasse a respirare. E c’era dell’altro. Qualcosa che le suggerì che era tutto così da moltissimo tempo. All’inizio pensò fosse per colpa degli occhi affaticati, ma poi si rese conto che la patina opaca distesa su ogni cosa in realtà era polvere.
Adesso la vedeva distintamente sulla scrivania sotto la finestra, dove un raggio di sole metteva in luce lo spesso strato che rivestiva ogni oggetto: il calamaio, il paralume, la collezione di libri aperti sparsi qua e là. Ad attirare il suo sguardo fu un foglio in cima alla pigna; il bozzetto del viso di un bambino,un bel faccino dagli occhi grandi e seri e le labbra morbide con i capelli che scendevano ai lati delle piccole orecchie e lo facevano assomigliare (in realtà non era chiaro se si trattasse di un maschio o di una femmina) a un folletto dei boschi, più che a un essere umano. In alcuni punti il foglio era macchiato; l’inchiostro nero era sbavato, le linee decise diventavano indistinte, e in un angolo in basso c’era scritto qualcosa. Una firma, seguita da una data: 23 giugno 1933.
Un forte rumore e un rapido movimento alle sue spalle la fecero trasalire, tanto da sbattere la fronte contro il vetro. Due cani neri e ansimanti si fecero largo tra i rovi e presero ad annusarle i piedi."

Dietro le pagine di "La notte ha occhi curiosi"



Cosa e quali persone reali hanno ispirato Gin Phillips nello scrivere "The Well and the Mine" ("La notte ha occhi curiosi")?

.

La piccola Tess, una notte, è seduta sulla veranda dietro casa e vede una figura nel buio; subito dopo sente che qualcosa viene gettato in un pozzo, si scopre che è il cadavere di un neonato.  È il 1931, e bisogna ancora fare i conti con la grave crisi economica che ha colpito Carbon Hill, una cittadina mineraria dell’Alabama, così come tutta l’America. Anche a casa di Tess si lotta contro la povertà, ma lei non riesce a levarsi dalla testa quel tonfo nell’acqua: quasi un grido con cui il pozzo implorava il suo aiuto. Decide allora di scoprire chi sia la donna misteriosa. Insieme alla sorella, comincia a “indagare” nel vicinato, alimentando sospetti e scovando segreti.
 




Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?".


L'Autrice ha sempre ascoltato aneddoti sulla città mineraria di Carbon Hill, anche perchè nonni e bisnonni hanno vissuto lì e lavorato in miniera.

Il caso del bimbo nel pozzo è pura finzione, su questo non ha mai udito alcuna storia; di solito tutte le storie sentite erano risalenti al periodo della Grande Depressione, raccontate dai nonni; all'inizio Gin non aveva pensato di inserirle in un romanzo, in quanto le piacevano semplicemente come racconti in se stessi.
Anni dopo, ha iniziato a pensare alla possibilità di una storia ambientata in una comunità di minatori dei primi del 1900. Ha letto diversi libri di saggistica riguardanti scioperi di minatori e lotte nel nordest degli Stati Uniti, e ha pensato alla brutalità e al pericolo di chi tutti i giorni lavorava nelle miniere ... e di come i momenti di bellezza o di gioia in mezzo a tutta quella bruttezza fossero vissuti come momenti preziosi. 

Ha pensato a come quella costante minaccia di morte o di disastro in miniera o lo spettro della fame o della povertà o delle malattie avrebbe potuto affinare il punto di vista per una storia. 
Ha pensato a come gli uomini bianchi e neri si ritrovassero a lavorare fianco a fianco, e in che modo questa compagnia forzata inevitabilmente modificasse gli atteggiamenti razziali.

Alla fine si è ritrovata a pensare a una bambina seduta sulla veranda di casa, mentre guardava fuori nella notte.
Cosa avrebbe potuto vedere nel buio? Chi?
Man mano che la storia affiorava e si delineava, Gin ha cercato di dare un volto alla donna e a chiedersi per quale ragione ella poteva decidere di gettare il proprio bimbo nel pozzo.
Non ha dovuto fare alcuno sforzo invece per immaginarsi la famiglia Moore: Virgie ha qualcosa della nonna; Tess della prozia per la propensione al divertimento. Leta ha il pragmatismo della bisnonna, e Albert ha la fede del bisnonno e la chiara differenza tra giusto e sbagliato.

Anche se i Moore non sono il ritratto fedele della sua famiglia, essi sono costruiti con i pezzi delle loro controparti reali, resi concreti e allo stesso tempo romanzati. 
I legami tra Virgie e Tess sono ancora visibili nel rapporto che hanno tra loro i suoi nonni; le storie di famiglia hanno sempre fatto parte dei racconti di chi è cresciuto a Carbon Hill, con i suoi luoghi specifici, i suoi odori tipici, la polvere rossa che avvolgeva l'aria, l'odore di caffè al mattino..., tutte cose che non avrebbe mai potuto trovare in una biblioteca. Li ha trovati infatti nei ricordi.


info prese dal sito dell'autrice: http://ginphillips.com/
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...