giovedì 9 marzo 2017

Partecipate ai blogtour - “Ancients – Il Grande Freddo” di Luigi Viagrande // IL RUBINO INTENSO DEI SEGRETI di Viviana Picchiarelli



Cari lettori, sono lieta di annunciarvi che prossimamente sul blog verranno ospitate due tappe di due blogtour, con al centro romanzi diversi tra loro ma ugualmente interessanti:

Il primo blogtour è per presentare il romanzo  fantascientifico “Ancients – Il Grande Freddo” di Luigi Viagrande; oltre a conoscere meglio il libro in questione, ci sarà un giveaway finale, che mette in palio il libro cartaceo + l'ebook!




IL BLOGTOUR, che è già iniziato, VA DAL 6 AL 16 MARZO 2017 e Chicchi di pensieri ospiterà la penultima tappa (15/03).



TAPPE


6/3/17 - UNIVERSI INCANTATI 
ESTRATTO DEL LIBRO


7/3/17 - IL MONDO DI SOPRA 
SPIN-OFF "Una Winston Blu" pt 1


8/3/17 - PECCATI DI PENNA 
ESTRATTO DEL LIBRO


9/3/17 - LA FENICE BOOKS 
SPIN-OFF "Una Winston Blu" pt 2


10/3/17 - GLI SCRITTORI DELLA PORTA ACCANTO 
ESTRATTO DEL LIBRO


11/3/17 - MY SECRET DIARY 
SPIN-OFF "Una Winston Blu" pt 3


13/3/17 - IL FLAUTO DI PAN 
ESTRATTO DEL LIBRO


14/3/17 - IL BOSCO DEI SOGNI FANTASTICI 
SPIN-OFF "Una Winston Blu" pt 4


15/3/17 - CHICCHI DI PENSIERI 
ESTRATTO DEL LIBRO


16/3/17 - LA LETTRICE SEGRETA 
ESTRATTO DEL LIBRO




Il secondo blogtour presenta il romanzo IL RUBINO INTENSO DEI SEGRETI di Viviana Picchiarelli, e anche in questo caso ospito la penultima tappa.



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Da oggi in libreria (9 marzo 2017)




Da oggi in libreria:


  • la vera storia degli uomini che salvarono trecentomila libri dalla furia della Jihad
  • la ricostruzione della vicenda umana e artistica del celebre pittore lombardo, Caravaggio, pio ed eretico, violento e sensibile, gaudente e penitente,che i suoi capolavori hanno consacrato all'eternità
  • un romanzo sull’amicizia inaspettata che può nascere fra tre persone di generazioni diverse, ma non solo e sulla crudeltà del mondo del lavoro e su quanto sia traumatico ripartire da zero dopo aver perso tutto. Ma è soprattutto un romanzo sulla scoperta della propria identità.

La biblioteca segreta di Timbuctù
di Joshua Hammer



Ed. Rizzoli
336 p
19 euro
dal 9 marzo 2017
Quando nel 1826 l’esploratore Alexander Gordon Laing arrivò a Timbuctù, primo europeo a mettervi piede, scoprì che la capitale del Mali era da secoli il cuore intellettuale dell’Africa subsahariana, un luogo di straordinaria ricchezza culturale nel quale era fiorito un tesoro inestimabile di testi religiosi, di algebra, fisica, medicina, giurisprudenza, botanica, geografia, astronomia, persino di educazione sessuale. 
È questo immenso patrimonio di manoscritti che improvvisamente, nel 2012, si ritrova minacciato dall’avanzata della jihad. 
I fondamentalisti prendono Timbuctù, impongono la Sharia, distruggono le vestigia degli antichi templi e diventa chiaro che anche i manoscritti saranno dati alle fiamme. 
Per salvarli Abdel Kader recluta un manipolo di coraggiosi bibliofili e organizza un’incredibile operazione alla Monuments Men: oltre 350.000 manoscritti vengono nascosti in casse e bauli, portati al sicuro. 



LA MATTONELLA DI CARAVAGGIO
di Dino Falconio



Ed. Cairo
171 pp
14 euro
dal 9 marzo 2017

La vecchia Titina pulisce tutti i giorni  Chiostro maiolicato dell'Oratorio dei Girolamini a Napoli e solo lei conosce l'enigma dell'unica mattonella, delle 2812 tutte uguali, che ha il simbolo della croce ottagonale di San Giovanni
Consce sia il messaggio che il suo destinatario. 
Da due secoli la sua famiglia se lo tramanda e per la donna senza figli è giunto il momento di passare il testimone a qualcun altro. 
Una vicenda che si interseca con la vita di Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, esule nella Napoli spagnola fra l'ottobre del 1606 e il giugno del 1607, per sfuggire alla condanna a morte in seguito all'uccisione di Ranuccio Tomassoni. 
Un anno di vita rocambolesca di un'anima tormentata che nella città partenopea, sospesa tra mito e realtà, realizza opere immortali con le facce e i corpi di quell'umanità dolente che divide con lui i vicoli più malfamati dei Quartieri Spagnoli. Santi, madonne e angeli con il volto del popolo. 




LE COINCIDENZE DELL'ESTATE
di Massimo Canuti


Ed. E/O
240 pp
16 euro
dal 9 marzo 2017

Milano, estate. Vincenzo è un adolescente particolare: ha pochi amici, è amante della musica metal e degli skate, e non sa ancora bene se è attratto dai ragazzi o dalle ragazze. Italo è un uomo di circa cinquant’anni che un giorno si sveglia su un marciapiede e non ricorda nulla del suo passato. 
Comincia a vivere come un barbone cercando di ricostruire la sua identità finché non finisce per caso nell’androne del palazzo di Vincenzo. Il ragazzo ha un lampo, sembra riconoscerlo, ma fa finta di non averlo mai visto prima. 
Dove ha incontrato quell’uomo? E come ha fatto Italo a perdere la memoria? Ma ecco che in loro soccorso arriva Evelina, anziana inquilina del palazzo ed ex parrucchiera dei divi di Cinecittà. 
Sarà proprio lei, con la sua eccentrica vitalità e tenera presenza a riannodare i fili di un passato fatto di bugie e risentimenti.








mercoledì 8 marzo 2017

Citazioni d'Autore (L'EMOZIONE IN OGNI PASSO)



Come dicevo stamane, ho iniziato  il romanzo di Fioly Bocca, L'EMOZIONE IN OGNI PASSO.


Ed ecco la citazione (epigrafe) iniziale:


"La vita di ognuno può starsene scritta 
dentro qualche cammino fatto a piedi".

Erri De Luca



"Iscrizione in fronte a un libro o scritto qualsiasi, per dedica o ricordo; più particolarm.,
citazione di un passo d’autore o di opera illustre che si pone in testa
a uno scritto per confermare con parole autorevoli quanto si sta per dire


Qualche new entry nella mia libreria (marzo 2017) #1



In questo mese di marzo diversi libri hanno fatto il loro graditissimo ingresso nella mia modesta libreria!

Oggi ve ne mostro quattro.

I primi tre mi sono arrivati da "Elle" in quanto faccio parte delle lettrici giurate che dovranno votare un vincitore tra i diversi libri selezionati.


Ed ecco quelli che sono stati dati alla giuria di cui faccio parte.


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Due amiche per sempre, una promessa e un melograno.

Dei piccoli semi rossi e succosi messi per gioco sotto terra possono regalare enormi sorprese.
Un sogno che sembrava realtà, una penna, un taccuino e una tastiera hanno fatto tutto il resto.
La trama si incentra su una semplice domanda: è possibile rimanere amiche per sempre?
Le due protagoniste, quando sono giovani studentesse liceali, lo avevano giurato:

“Saremo amiche per sempre, finché morte non ci separi”.
Ma è davvero possibile?
E’ possibile perdersi per anni e poi ritrovarsi?

La risposta è nascosta all’ombra di un melograno diventato grande. Tessa e Clara, le protagoniste del romanzo, riusciranno forse a trovare la risposta, sciogliendo i nodi delle loro esistenze.



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Nell’estate del 1967 le Civette invadono Partinico. 
In questo paesone siciliano vive Luca, un ragazzo di quattordici anni che odia i libri, la scuola e lo studio. 
Sembra un’estate come tante, lineare e rassicurante, ma improvvisamente arriva la troupe di Damiano Damiani a girare un film con un cast stellare: Il giorno della civetta
Ci sono Franco Nero e, soprattutto, la bellissima Claudia Cardinale. 
Luca se ne innamora perdutamente e non riesce a staccarsene. 
E mentre le cose a Partinico si movimentano un po' e gli affari dei commercianti esplodono, la mafia rimane a guardare fino a quando il vecchio boss scopre il vero tema del film. 
Entra in scena Liborio, al quale viene affidato il compito di sequestrare Franco Nero. 
Luca scopre il piano e sogna di sventarlo per ritardare la partenza della Cardinale....


Alma ha intrapreso il  Cammino di Santiago per dimenticare Bruno, ma in realtà sono proprio i suoi
appunti su un foglio spiegazzato a guidarla passo passo lungo il Cammino.
Frida è una psichiatra che dopo un fatto terribile non è più in grado di occuparsi degli altri. Per questo ha lasciato il suo lavoro, e l’unica cosa che le importa adesso è cercare le persone che hanno conosciuto Manuel, suo marito.
Alma e Frida si incontrano al termine di una lunga giornata di marcia a Puente de la Reina. Sono due donne totalmente diverse, ma in comune hanno un conto aperto con la vita. E insieme scopriranno che la condivisione della fatica e del dolore è spesso il preludio di un miracolo...






E l'ultimo romanzo l'ho vinto con un giveaway su IG.

Sono felicissima perchè Anna Premoli è un'autrice che desideravo leggere da un po'!!!


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A Maddison viene data un'inaspettata promozione che però prevede un trasferimento dall’altra parte del mondo, in Corea del Sud!
Maddison, però, è molto meno motivata delle sue colleghe e per nulla attratta dall’idea di stravolgere la sua vita. 
Una volta arrivata in Corea, il suo capo, occhi a mandorla e passaporto americano, non le rende affatto facile adattarsi al nuovo ambiente. 
Catapultata in un mondo inizialmente ostile, di cui non conosce nulla, di cui detesta le abitudini alimentari e non solo, Maddison si vedrà costretta a tirar fuori le unghie e a crescere una volta per tutte. 
E non è detto che sulla sua strada non si trovi a inciampare in qualcosa di bello e del tutto imprevisto!






CONOSCETE/AVETE LETTO QUESTI LIBRI?
AVETE FATTO ACQUISTI O RICEVUTO IN DONO 
QUALCHE BEL LIBRO DI RECENTE? ^_-

martedì 7 marzo 2017

Recensione: CAPITAN GRISAM E L'AMORE di Elisabetta Gnone



Fairy Oak è un posto speciale ed è in questo magico e vivace villaggio che incontriamo la fatina Felì, le gemelle Vaniglia e Pervinca, il risoluto giovanissimo capitan Grisam e la loro Banda, alle prese con i misteri contenuti in un baule appartenuto al loro amico Talbooth.


CAPITAN GRISAM E L'AMORE
di Elisabetta Gnone




A raccontarci le favolose avventure della Banda di Capitan Grisam è la dolce fatina Felì, che è appena tornata da Fairy Oak dopo avervi trascorso gli ultimi 15 anni, durante i quali ha fatto da tata alle gemelline Periwinkle, su esplicita richiesta della loro zia, la strega Tomalilla.

Ad accoglierla nel suo ritorno a casa, alle Rugiade d'Argento, ci sono le altre fatine sue amiche, che sono curiosissime e la riempiono di domande su tutto ciò che è accaduto al villaggio in quegli anni.

Ed è così che Felì comincia a raccontare quattro storie, quattro misteri, uno per ogni sera:

"La prima sera parlai d'amore,
la seconda di mirabolanti incantesimi,
la terza di amicizia, la quarta sera raccontai un addio."

Ed è così che ci addentriamo nel primo mistero di Fairy Oak!

Nascosta fra le cascate ghiacciate c'è una grotta segreta, in cui trovano rifugio cinque giovani amici, che aprono un antico baule e liberano una storia che per molti anni era stata chiusa e dimenticata, volutamente dimenticata!
Cosa c'è dentro quel baule? Quale passato i ragazzi porteranno alla luce?

Al centro del mistero vi è la figura del loro vecchio amico capitan Talbooth (che purtroppo non c'è più); l'uomo è stato il comandante valoroso di una nave e di lui i ragazzi conservano un tenero ricordo e mai hanno messo in dubbio la sua parola.
Eppure, quando cominciano a scavare tra i cassetti del baule, vengono fuori via via tanti piccoli indizi che lasciano dei dubbi sulla vera identità di Talbooth.

L'esperto conoscitore del mare, amorevolmente adottato da Fairy Oak dopo essere stato ritrovato mezzo morto su una spiaggia, era davvero chi diceva di essere?

Toccherà alla dolce, giudiziosa e solare Vaniglia (chiamata affettuosamente Babù), a sua sorella Pervinca, più ribelle, pratica ma anche molto intelligente, al giovane mago Grisam, alla buffa Flox, e all’intera Banda del Capitano scoprire la verità su William Talbooth. 

Tra lettere, divise, diari di bordo ed altri piccoli ma preziosi indizi, inattese scoperte e laconici ricordi, i ragazzi proveranno a ricomporre i pezzi di un passato sepolto che a tratti appare oscuro e addirittura spaventa.

Ma non è sempre detto che ciò che inizialmente ci sembra oscuro e misterioso si riveli poi sbagliato o negativo, e i ragazzi dovranno stare attenti a non trarre conclusioni affrettate su ciò che man mano scopriranno circa Talbooth ed altri personaggi di cui verranno a conoscenza.

Chi era davvero il Capitano? E da chi stava tornando quando la sua nave ha fatto naufragio davanti alle coste del villaggio fatato? E perché da quando il baule è stato aperto tutti sembrano avere una storia d’amore da raccontare? 

E proprio l'amore fa da padrone in questo primo capitolo della saga: c'è zia Tomalilla che ne ha uno custodito teneramente nel cuore (ma chi sarà mai? Proprio lei che non si è mai voluta sposare?); c'è una simpatia speciale tra la vivace Vì (Pervinca) e il saggio Grisam; e poi un giovanotto sembra aver rapito completamente il cuore della romantica Vaniglia...

I nostri giovanissimi amici, dotati di simpatici poteri magici, cercheranno di arrivare alla verità circa l'identità e il passato di Talbooth e non mancheranno i momenti avventurosi e i piccoli ma superabili ostacoli da parte dell'impicciona moglie del Sindaco.

Ma niente paura, il lieto fine non mancherà, e giungerà dopo sorprese e batticuori, in un'atmosfera magica, allegra, fiabesca, sognante, in cui la magia viene in aiuto ai nostri amici e regala ai giovani lettori momenti decisamente spensierati e divertenti.

Questa recentissima edizione del primo volume di Fairy Oak è molto bella perchè arricchita da meravigliose illustrazioni che di certo stimolano l'immaginazione del lettore e lo aiutano ad immedesimarsi nella narrazione, aiutato anche dal linguaggio semplice, vivace, e dai giovanissimi personaggi, coraggiosi, simpatici, leali e alla ricerca di avventure. 

Ringrazio la C.E. Salani e non posso che consigliare questa bella e deliziosa lettura a lettori dai 9 anni in su.

lunedì 6 marzo 2017

Recensione: LA FELICITA' E' UN BATTITO D'ALI di Wendy Wallace (RC2017)



Una giovane donna, vittima della prepotenza di un marito egoista e interessato soltanto alle apparenze, si ritrova a combattere per la propria libertà tra le tristi mura di un istituto psichiatrico che promette di donare rifugio a chi è fragile ma in realtà è una vera e propria prigione. Da essa Anna, la protagonista, dovrà cercare di scappare prima che quella gabbia la spinga davvero alla follia.


LA FELICITA' E' UN BATTITO D'ALI
di Wendy Wallace



LA FELICITA' E' UN BATTITO D'ALI
Ed. Piemme
trad. G. Lonza
«Finché non riusciremo ad andarcene di qui, dovremo fare di tutto per trovare una via di fuga dentro noi stesse.»


Anna Newlove è una giovane donna, cresciuta in riva al mare, cullata dall’impeto delle onde e dall'odore forte della salsedine.
Dal carattere forte e vivace, è abituata a non farsi comandare da nessuno: è uno spirito libero e la sua missione, quella che sente nel suo cuore ormai da tempo e che le fa vibrare le corde dell'anima, è aiutare quanti vengono coinvolti da una tragedia in mare, avendo la sua famiglia subito un dramma simile.
Non solo, ma la mente e i sogni di Anna sono di sovente turbati da immagini e visioni di naufragi e in particolare di un bambino bisognoso del suo aiuto...

Spinta da un irrefrenabile slancio di generosità, Anna decide di partire da casa per prestare soccorso agli scampati da un naufragio, proprio perchè le è giunta voce che tra di loro c'è un bambino: non può restarsene a casa, comoda e tranquilla, deve correre a dae il proprio aiuto!

Ma Anna non ha fatto i conti con il marito, il severo e arcigno Vincent, con cui si è sposata da poco ed inrealtà lo conosce ancora meno; l'uomo è un vicario impegnatissimo nelle attività della propria parrocchia, e per lui la forma conta molto; e poichè Anna è andata via di casa per qualche giorno per dare il proprio contributo ai naufraghi senza dir nulla al marito, questi al ritorno della moglie si dimostra poco conmprensivo.

Infatti, al ritorno l’attende una punizione inesorabile: il marito la fa internare in un istituto psichiatrico, a Lake House, per donne della buona società, che vengono ricoverate in teoria per trascorrere un tempo "sufficiente" in un posto che dovrebbe essere utile a "ristabilirle" nello spirito, dando loro un periodo di serenità, per "ritrovare se stesse".

Questo "luogo di rifugio" è in realtà un vero e proprio manicomio in cui vengono rinchiuse quelle mogli/sorelle/figlie che, a motivo di condotte giudicate "disdicevoli" dai famigliari, devono assolutamente essere allontanate per evitare scandali.

Siamo nell'Ottocento e purtroppo negli istituti psichiatrici si fa ricordo a metodi tutt’altro che nobili per piegare le passioni, sedare gli animi inquieti, curare quell’isteria che secondo la medicina di allora è propria della natura femminile. Del resto, la stessa etimologia della parola "isteria" deriva da "utero" e sottolinea la presunta esclusiva pertinenza del sesso femminile (cosa ovviamente poi smentita).

Anna viene condotta in questo posto con l'inganno e lasciata lì, contro la propria volontà.
Lake House è guidato dal signor Abse Querios, interessato soltanto a mantenere aperto il proprio istituto e quindi a tenere più a lungo le povere pazienti per ricevere il pagamento delle rette, ma in lui non c'è alcuna comprensione, empatia, pietà per le ricoverate, nonostante egli sappia che la maggior parte di esse non sono matte.
Nell'istituo lavorano la signora Makepeace, una donna di ferro, impassibile e imperturbabile, che fa il suo lavoro con rigida professionalità, e la signora Lovely, che si prende cura di Anna, quando viene ricoverata, in modo personale e con dolcezza.
Col passare dei giorni, Anna si rende conto che suo marito non verrà a prenderla e che le sue sorelle non hanno idea di ciò che sta vivendo, il che vuol dire che deve cercare di sopravvivere e di trovare una soluzione, da sola, per uscire da quella gabbia.

La donna comprende ben presto che tra quella mura squallide, dove si decide della libertà di esseri umani, nulla è come sembra e c’è chi approfittacon meschinità del labile confine tra normalità e pazzia per nascondere fini che non hanno nulla a che vedere con la medicina. 

Tra tutti però spicca un dottore giovane e diverso dagli altri: Lucas St Clair, il quale sta portando avanti delle ricerche, sempre in ambito psichiatrico, volte a dimostrare che l'uso delle fotografie possa aiutare a fare una diagnosi più giusta circa la presenza o meno di una patologia psichiatrica in una persona.

Lucas e Anna sentono da subito di capirsi, e se Lucas avverte che c'è qualcosa di differente in quella donna dallo sguardo deciso che non sembra pazza (anche se di certo scossa e nervosa per essere stata rinchiusa), lei comincia a pensare che forse il giovane medico potrebbe aiutarla a scappare da quell'inferno, perchè vede in lui una certa sensibilità per le sofferenze delle pazienti, e non un semplice e freddo approccio medico...

Ma per superare l’alto muro di cinta che isola l’istituto da Londra, dalla vita e dalla libertà, Anna cercherà l’appoggio di un'altra giovanissima anima, affine alla sua, disposta ad ascoltare la sua voce, la sua verità: una ragazza che si nutre di poesia per placare il suo desiderio di avventura, cioè Catherine, la figlia adolescente del signor Abse.

Le giornate in istituto scorrono lente, noiose, sempre uguali e Anna, dopo i primi giorni, comincerà a conoscere alcune delle pazienti, comprendendo e conoscendo le loro storie di dolore, separazione, tradimenti da parte dei familiari.

Intanto Vincent, in canonica, fa il comodo suo, e per lui Anna è soltanto un fardello, un fastidio da mettere a tacere...

Proprio quando la possibilità di fuggire sembra avvicinarsi, qualcosa va storto per Anna, che si ritroverà presa sotto tiro da Abse e dalla signora Makepeace, che hanno ben compreso come la donna sia forte e desiderosa di libertà, ragion per cui va resa inoffensiva. Per farlo, Abse non esiterà a ricorrere a metodi terribili e senza alcuna pietà.

Cosiderazioni

Anna è una protagonista coraggiosa, intelligente, razionale, sensibile, e questa sua personalità risoluta sarà una benedizione per lei, perchè solo facendo appello a se stessa, alle proprie consapevolezze, alla propria identità, ella potrà non impazzire, restare lucida per poter dimostrare che non è pazza e che il suo desiderio di aiutare gli annegati non è folle, ma solo frutto della missione che lei ha deciso di portare avanti nella propria vita. Ammiriamo la sua forza d'animo, la generosità e fremiamo con lei al pensiero delle ingiustizie che l'attendono e dalle quali speriamo esca vincitrice.

Interessanti anche gli altri personaggi "positivi", come Catherine, una ragazza ribelle e insofferente alle regole e all'ambiente soffocante in cui vive a causa del lavoro paterno, e il dottor St Clair, che nei suoi studi è mosso da un sincero desiderio di poter migliorare le conoscenze sulla malattia mentale, per poter aiutare davvero chi è ammalato.

Odioso il marito di Anna, Vincent, un uomo gretto, fariseo, religioso solo all'esterno ("sepolcro imbiancato") ma privo di amore e misericordia; mi hanno colpita molto gli strumenti di tortura (non si possono neppure chiamare "terapie", metodi di cura) usati in questi istituti nei confronti di pazienti "difficili".

"La felicità è un battito d'ali" è un romanzo che si legge con molta scorrevolezza, ha uno stile essenziale, snello, comprendiamo sufficientemente la personalità di Anna, la sua voglia di essere una donna libera, che è poi anche il diritto di tutte quelle povere donne trattate come alienate dalla famiglia e dalla società soltanto perchè volevano essere felici, contro i pregiudizi e le regole imposte da altri, e che purtroppo hanno pagato lo scotto.
L'argomento della malattia mentale è tanto importante quanto delicato, e qui viene sì affrontato e, come accennavo, ci sono anche passaggi più "forti" (circa i tipi di terapie inumane che un tempo venivano effettuate) ma credo che il soggetto di fondo non sia tanto questo, quanto le diverse e dolorose condizioni in cui tante donne si sono ritrovate a causa dell'egoismo e dell'assenza di comprensione da parte delle famiglie, che preferivano internare "la pecora nera" di casa piuttosto che accettare un loro eventuale atteggiamento "anticonvenzionale".

Una bella lettura, anche il finale mi è piaciuto.


Obiettivo n.15 - Un libro che parla di follia

ROSSO ISTANBUL di Ferzan Ozpetek (recensione libro)



Un romanzo che è una dichiarazione d’amore: l’amore per le persone che contano, per chi c’è stato e non c’è più, per una città, che a volte sembra “la città della malinconia, anzi dell’hüzün, quel sentimento a metà fra la tristezza e la nostalgia”, e a volte è “la città dei colori”, che ti racconta la tua storia e dove tu puoi raccontarle la tua.


ROSSO ISTANBUL
di Ferzan Ozpetek


ed. Mondadori
"Io, invece, mi guardo sempre intorno. Ascolto le conversazioni altrui. Mi chiedo che cosa stiano digitando, le persone, sulla tastiera del loro cellulare, a chi rispondano. Cerco di immaginare le loro storie chiuse dentro a un telefonino. E i loro segreti, i rimpianti, i sogni. Per raccontarli nei miei film. Qualcuno ha detto che sono un ladro di storie, e forse è davvero così."

Un famoso regista turco, da tempo assente dal proprio Paese perché vive a Roma, torna a casa, nella “sua” Istanbul e questo ritorno accende in lui tutta una serie di ricordi: della madre, donna bellissima e malinconica; del padre, che per anni è stato assente senza che il protagonista – allora bambino – ne conoscesse le vere ragioni, per poi, questo stesso padre, ricomparire altrettanto misteriosamente dieci anni dopo; della nonna, raffinata «principessa ottomana»; delle «zie», amiche della madre, assetate di vita e di passioni; della fedele domestica Diamante; di quella casa in cui ha trascorso anni importanti della sua fanciullezza e che adesso sta per essere demolita.

E ancora ci vengono narrati piccoli ma significativi episodi: il primo aquilone, il primo film, i primi baci rubati e il suo primo e proibito amore giovanile: Yusuf, bellissimo e ormai lontano e perduto, che resterà per sempre nel suo cuore come un grande amore struggente, tenero, di quelli che non dimenticherai mai più.

E benché Istanbul sia la “sua” città e lui ormai la conosca e bene, pure gli riserva ancora qualche sorpresa, e lo tratterrà nonostante il suo da fare, lui che è un apprezzato regista impegnato nel cinema in Italia, ormai da anni.

E a trattenerlo nella città natale non è il passato, che pure lo tiene avvinto a sè con legami tutt’altro che deboli, bensì il presente:  una serie di eventi che convergeranno nell’incontro casuale ma ripetuto con una donna, una sconosciuta, con cui il protagonista è partito insieme da Roma, sullo stesso aereo e che lui ha rivisto in una notte fredda, quando lei fuggiva da qualcosa (o qualcuno?) in camicia da notte.

Lei è Anna ed è lì a Istanbul in viaggio di lavoro e di piacere, in compagnia del marito Michele e di una coppia di giovani colleghi, Elena e Andrea. Ma la sua vita sta per cambiare, per essere stravolta.
Prima un tragico incidente che coinvolge la coppia di amici e poi la scoperta che colui che era diventato il centro della sua vita da vent’anni, la tradisce.

Se il regista deve scrollarsi di dosso la nostalgia di un passato che pure egli ricorda con malinconica dolcezza, Anna deve invece alzare il capo e guardare al proprio futuro, partendo dalle consapevolezze del presente che improvvisamente s’è fatto incerto.

Ad aiutarla in questo suo bisogno di ritrovare se stessa saranno degli incontri casuali, che la porteranno per i caffè e gli hamam di Istanbul, dandole occhi nuovi per conoscere questa grande e variegata città, che in quei giorni è attraversata da qualche “disordine” da parte di chi, pacificamente, vuol solo protestare per dire no alla commercializzazione e alla mania di far cadere tutto nella luccicante ma falsa rete del consumismo.

Ed è proprio anche grazie a queste manifestazioni che il regista e la donna si incrociano e alla fine si incontrano, si ritrovano occhi negli occhi e poi l’uno accanto all’altro, ad ascoltarsi e a parlarsi come se si conoscessero da una vita.

“Rosso Istanbul” è un romanzo in cui domina l’amore, cosa che non mi stupisce perché l’Amore c’è sempre nelle opere di Ferzan Ozpetek, nei suoi film come nei suoi libri.

L’amore per la propria famiglia, in particolare spicca questa madre ora anziana ma da sempre così dolce, buona, comprensiva ma anche forte all’occorrenza, combattiva, che ha insegnato al proprio figlio l’importanza di amare, perchè è l'unico modo per dare senso a tutta l’esistenza di un uomo.

Ma c’è anche l’amore per una città, Istanbul: rossa come i melograni bevuti per strada, come i vecchi tram, come certi tramonti sul Bosforo che mischiano lo scarlatto al blu, come lo smalto sulle unghie di una madre molto amata.



"...non dimentichiamo mai le persone che abbiamo amato, perché rimangono sempre con noi; qualcosa le lega a noi in modo indissolubile, anche se non ci sono più. Ho imparato che ci sono amori impossibili, amori incompiuti, amori che potevano essere e non sono stati. Ho imparato che è meglio una scia bruciante, anche se lascia una cicatrice: meglio l’incendio che un cuore d’inverno. "

E infine l’amore in tutte le sue tante accezioni e sfumature; quell’amore che non è solo sensualità e fisicità ma soprattutto l’incontro di due anime, di due solitudini che, tra mille occhi presenti nella folla, si sono guardati e si sono scelti, riconosciuti. Perché l’amore è così: è lui che sceglie, e basta.

“Rosso Istanbul” è una storia romantica, in cui ritroviamo tutto il modo di raccontare fatti, persone e sentimenti tipico di questo regista e autore: lo struggimento, la nostalgia, la dolce malinconia di chi proprio non riesce a non cedere al ricordo di un passato che è emozionante e confortante far riaffiorare, e al contempo la leggerezza con cui questi racconti giungono a noi. Sì perché la melanconia di Ozpetek non è mai pesante, cupa, triste, ma ha sempre quella dolcezza e sensibilità che personalmente riesce a commuovermi, a muovermi qualcosa dentro.

Mi è successo anche con l’altro romanzo, “Sei la mia vita”, e in entrambi i libri tanti passaggi che "parlano" di sentimenti, di amore…lo fanno con una "naturale poesia" che inevitabilmente mi tocca molto, e non perché l’Autore dica non so quali aforismi straordinari mai espressi da altri prima di lui, ma proprio per il contrario, perché esprime con semplicità la complessità di sentimenti che non sempre (e non tutti) riusciamo a comunicare con chiarezza.

Le pagine ci scorrono davanti come le immagini di un film… ed infatti Rosso Istanbul è nelle sale italiane da pochi giorni, e vorrei poter andare a vederlo. Chissà!

Mi pare si capisca che ho apprezzato questo breve romanzo autobiografico di Ferzan Ozpetek, ma una nota negativa ahimè la devo trovare: è finito troppo presto, mi ha lasciato come se qualcosa fosse rimasto sospeso, irrisolto, in particolare la parte relativa ad Anna, mi sarebbe piaciuto fosse sviluppata e che al personaggio fosse dato maggiore spessore e spazio. 


Però a parte questo, è molto scorrevole, l’Autore ha un modo di scrivere semplice ma non superficiale, anzi, ci sono tante frasi molto belle, di quelle che sottolinei o rileggi perché ti ci ritrovi, le condividi o semplicemente ti parlano in modo personale; la verità è che semplicemente il modo di scrivere di Ozpetek ha qualcosa che mi ammalia e mi emoziona...!

Consigliato a quanti vogliono immergersi in questa città turca e vagare tra le strade non solo di essa ma anche tra quelle dei languidi ricordi di chi scrive.








obiettivo n.27 - Un libro con un colore nel titolo
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