giovedì 19 dicembre 2024

KATIE di Michael McDowell - dal 14 gennaio in libreria




A gennaio in libreria arriva un romanzo di Michael McDowell, di cui ho iniziato a leggere la saga di Blackwater.



KATIE


Neri Pozza 
Trad. E. Cantoni
440 pp
14.90 €
USCITA 
14 GENNAIO 2025
«Katie contiene i miei omicidi più inquietanti ed è sicuramente il mio romanzo più crudele. Scriverlo è stato divertente. Da morire». - Michael McDowell


Quando Philomena Drax riceve una lettera dal nonno, caduto nelle grinfie della crudele famiglia Slape che mira ai suoi soldi, si precipita in suo aiuto. 
Ma non ha fatto i conti con Katie Slape, giovane selvaggia, ladra spietata, veggente assassina. 
Fra sedute spiritiche, incendi, spettacoli di cabaret e due colpi di martello, le due si rincorreranno come in una danza macabra nell’America della Gilded Age. 
Perché nessuno sfugge alla furia di Katie.

martedì 17 dicembre 2024

PER UN'ORA D'AMORE di Piergiorgio Pulixi [ RECENSIONE ]



Una donna, di origine sarda ma emigrata a Milano assieme al figlioletto di due anni, viene ritrovata cadavere in circostanze inquietanti, con indosso un abito da sposa.
Il caso viene preso a cuore da Bepi Pavan, che coinvolge il vicequestore Vito Strega e la preziosa poliziotta Eva Croce: i tre si buttano a capofitto in un'indagine che si rivela, sin dal primo momento, complicata e legata a feroci e sempre più frequenti episodi di violenza contro le donne; parallelamente, in Sardegna l'efficientissima Mara Rais - che non ha affatto mandato giù il comportamento poco corretto di Strega nel corso delle indagini sull'omicidio di Maria Stella Coga - dà il suo indispensabile contributo alla soluzione del caso.


PER UN'ORA D'AMORE 
di Piergiorgio Pulixi



Rizzoli
336 pp
Nessun genitore dovrebbe mai seppellire un figlio; è contro natura ed è uno strazio indicibile sopravvivere alla morte dei propri figli.

È così - straziato e lacerato - che si sente Italo, un anziano signore sardo che ha dovuto lasciare la propria terra per venire a stare nella grande e piovigginosa Milano per prendersi cura del nipotino di due anni, Filippo ("Pippo"), rimasto orfano da quando, otto mesi prima, è morta Maria Donata, figlia di Italo e mamma del piccolo.

La donna è stata uccisa, ritrovata con addosso un abito da sposa che non le apparteneva.
Chi è stato il mostro che le ha tolto la vita e perché l'ha fatto?

Italo non si può rassegnare alla morte così tragica e spaventosa della propria amata figliola ed è intenzionato a scoprire cosa possa esserle accaduto. 
Purtroppo, dopo otto mesi di indagini infruttuose, l’omicidio rischia di diventare uno dei tanti cold case che vengono archiviati e restano senza soluzione.

Ma Italo non si arrende e così decide di rivolgersi al brillante criminologo Vito Strega. 

La prima persona con cui Italo riesce a comunicare e a raccontargli dell'omicidio della figlia è Bepi Pavan, che sente verso quell'uomo anziano un'empatia speciale, cosa che lo induce immediatamente a prendere a cuore le indagini, sottoponendole all'attenzione di Strega, che a sua volta coinvolge Eva.

Cominciando a indagare e a raccogliere informazioni sulla vita privata di Maria Donata, i tre capiscono che per arrivare a individuare chi l'ha voluta morta e perché, non possono restare a Milano, ma devono allargare le ricerche fino in Sardegna, là dove Maria Donata è vissuta, dove ha avuto relazioni, legami d'amicizia e di lavoro, così da inquadrare meglio la sua vita e le persone con cui ha avuto a che fare.

In pratica, devono coinvolgere la burbera e incavolatissima Mara Rais perché faccia le proprie ricerche sull'isola e, come sempre, Mara riesce ad essere incisiva e a scoprire dettagli importantissimi sul passato della vittima.

Ma il caso di Maria Donata, purtroppo, non è qualcosa di isolato, nel senso che già dai primi accertamenti, Vito e la sua squadra devono fare i conti con una triste realtà: questo omicidio si inserisce in una serie di femminicidi e aggressioni alle donne che sta scuotendo la città già da un po'; un disegno criminale più ampio e oscuro, nel quale nessuna donna sembra essere al sicuro. 

Accanto alla storia della "sposa", ci sono altre storie di donne brutalmente aggredite da uomini che, evidentemente, le pedinano e le controllano per diverso tempo prima di passare vigliaccamente all'attacco.

E chissà come mai, i principali sospettati hanno sempre degli alibi incrollabili, perfetti. Troppo perfetti, tanto da sembrare costruiti ad hoc.

Il contesto criminale nel quale man mano Vito si trova a doversi muovere è "sommerso", difficile da individuare, afferrare, e coloro che sono invischiati in questi crimini sono furbi e ben organizzati, oltre che accomunati e motivati da una concezione bieca, violenta e maschilista della donna.


Sullo sfondo di una Milano crepuscolare, violenta e indifferente, spazzata dalla pioggia e dal vento, si consumano crimini legati alla violenza di genere, vendette di uomini frustrati e arrabbiati con le donne, incattiviti all'idea che esse siano libere, vincenti, che ricoprano ruoli di rilievo al lavoro, che possano rifarsi una vita dopo una storia finita.

Come sempre nei suoi noir, anche in questo Pulixi racconta una storia che non è "semplicemente" un caso di omicidio da risolvere, non ci sono solo assassini da acciuffare: è prima di tutto il tratteggio di diversi drammi umani, di tragedie famigliari, che richiedono, da parte di Strega, Croce e Pavan, una grande sensibilità e dolcezza.

Ognuno dei poliziotti ha il proprio vissuto, ha le proprie cicatrici, un passato denso di fantasmi da cui cercano di fuggire,e i casi che cercano di risolvere li mettono inevitabilmente faccia a faccia con ciò che sono e con ciò che li tormenta.

Eva Croce ha un matrimonio fallito alle spalle e un dolore immenso e inguaribile, che l'avvicina a Italo e al dolce Pippo.

Bepi rivede in quell'anziano minuto nel fisico, ma solido nell'animo e nel cuore, quel padre con cui non si è lasciato troppo bene, prima che questi morisse.

Rais ha le sue preoccupazioni con una figlia preadolescente che già si comporta come un'adolescente, e inoltre ha la sua bella dose di rancore e rabbia verso Strega, che ancora non riesce a smaltire.

Vito Strega ha quel continuo e disturbante "canto degli innocenti" che lo perseguita, che occupa la sua mente, che disturba i suoi sogni, che sempre più spesso non gli dà tregua.
Egli è consapevole di come sia necessario che nessuno - a parte il suo amico psichiatra, che lo conosce da quand'era un bambino impaurito e traumatizzato - debba mai venire a sapere di queste "voci", perché potrebbero costargli la carriera in polizia.

Eppure, Vito non può ignorare una cosa fondamentale: qualcun altro sa.
Qualcuno che lo sta controllando, che lo tiene sotto scacco, che forse è pronto a ricattarlo.
Una donna senza volto e senza nome, una stalker che lo odia.
Ma chi è? E perché ce l'ha con lui?

A questa domanda ci verrà data risposta proprio alla fine del romanzo che, come accade sempre con Pulixi, ci riserva sorprese e colpi di scena; il finale è aperto e si intuisce che ci sarà un seguito.

Apprezzo sempre la struttura del libro - il susseguirsi dei cambi di scena, luoghi e personaggi, che creano dinamicità e, essendo i capitoli relativamente brevi, non mettono in confusione il lettore, anzi, gli permettono di tenere sott'occhio i vari sviluppi delle vicende senza perdere di vista nessun intreccio e personaggio importante.
Mi piacciono le tematiche - femminicidio, violenza contro le donne, traumi personali e famigliari -, il tratteggio approfondito dei personaggi principali, che sono bravi nel loro lavoro non solo perché intelligenti, attenti, professionali, ma soprattutto perché profondamente umani, fragili, sensibili, capaci di mettersi nei panni dei parenti delle vittime e desiderosi di dar loro un minimo di giustizia.

Graditissimi i momenti intrisi di ironia e umorismo, legati in particolare alle scaramucce verbali tra la poliziotta col chiodo e Dr Martens (Eva Croce) e la collega con le Louboutin e gli abiti alla moda (Mara Rais), alla gigantessa Clara Pontecorvo, con le sue disavventure amorose, e a Bepi con la sua battaglia contro la propria ciccia (e forse ci siamo, stavolta).

Ho ascoltato Per un'ora d'amore dalla voce di Michele Maggiore e mi è piaciuto il suo modo di leggere e interpretare.
Un noir appassionante, con una trama molto ben costruita, che piacerà ai fan di Strega & co.


Romanzi della serie in cui compaiono Rais, Croce e Strega:

  1. L'ISOLA DELLE ANIME
  2. UN COLPO AL CUORE
  3. LA SETTIMA LUNA
  4. STELLA DI MARE

sabato 14 dicembre 2024

UN GIRO IN LIBRERIA


Stamattina sono andata in libreria per acquistare dei regali alle mie nipotine.

Ve li mostro 😍





Per la più grande delle bambine (11 anni e mezzo) ho pensato a ANNA FRANK - DIARIO in versione graphic novel (Einaudi).

Il 12 giugno 1942, per il suo tredicesimo compleanno, Anne Frank riceve in regalo un diario. In quelle pagine l'indicibile orrore della persecuzione e della deportazione del popolo ebraico assume una dimensione quotidiana e insieme universale attraverso lo sguardo di una tredicenne ironica, vivace e profonda, animata da una grande voglia di vivere.

 Oggi, grazie allo sceneggiatore e regista Ari Folman (vincitore del Golden Globe per Valzer con Bashir ) e all'illustratore David Polonsky, le parole di Anne si trasformano in una forma nuova che, però, ne mantiene intatto lo spirito. 
Anne da grande s'immaginava giornalista e scrittrice, e nel racconto per immagini emerge, con toccante chiarezza, la sua capacità di restituire la propria esistenza, ordinaria eppure straordinaria, grazie alla precisione dei dettagli: uno sguardo rubato tra i banchi di scuola, le piccole rivalità con una sorella apparentemente perfetta, il gesto amorevole di un padre in una notte in cui la paura toglie il sonno.


 Alla nipote di mezzo (9 anni) regalerò PICCOLE DONNE di Louise May Alcott (Gribaudo ed.).

Poco prima di Natale le quattro sorelle Meg, Jo, Beth ed Amy ricevono una lettera dal padre, impegnato al fronte per la guerra di secessione. Le ragazze si stringono intorno alla madre, preoccupata per la sorte del marito, e si impegnano a fare il possibile per avere la meglio sulle avversità, dovute anche alla povertà in cui si trova la famiglia. La riflessiva Meg, l'anticonformista Jo, la dolce Beth e la vanitosa Amy impareranno, così, ad affrontare la vita, superando situazioni difficili e prove dolorose. 
Ognuna di loro, con i propri pregi e difetti, vivrà la trasformazione da fanciulla a donna, in un affresco famigliare ricco di valori positivi quali la solidarietà, il coraggio, lo spirito di sacrificio, la generosità. 

La copertina pieghevole si trasforma nel poster del club delle amiche-sorelle.



Per la nipotina di 8 anni, ho pensato a IL PICCOLO PRINCIPE di Antoine de Saint-Exupéry. (Bompiani).

Una "panne" di motore — un aviatore scende dal cielo in pieno deserto: sabbia, solitudine, e, sopra il suo capo, le stelle... Ma, a un tratto, una voce: «Mi disegni, per favore, una pecora?» Di dove viene? Chi parla? Cosa significa quella strana domanda? È un minuscolo ragazzo, il Piccolo Principe, che vaga per gli spazi; è il più meraviglioso, impensato e umano compagno; la più deliziosa creatura che spirito di poeta abbia inventato. 
E chi narra la sua storia è il pilota poeta, il cantore delle nuove gesta dell’uomo nel cielo, che, con inimitabile grazia di poesia, ha, tra una guerra e l’altra, dato nei suoi libri alla Francia una serie di opere indimenticabili. 

«Il Piccolo Principe» è un capolavoro della letteratura infantile, che si rivolge a piccoli e a grandi, e sa trovare un linguaggio immortale. 
Volume di 128 pagine, illustrato con 10 tavole f.t. a colori.



Che ne pensate?

Spero che le bimbe saranno contente di ricevere un libro 🙏🏻❤️

lunedì 9 dicembre 2024

CAMBIARE L'ACQUA AI FIORI di Valérie Perrin [ RECENSIONE ]



Un romanzo intenso, ricco di storie dentro storie, di personaggi femminili e maschili che prendono vita tra queste pagine ed emozionano il lettore con le loro fragilità e i loro errori, con le loro passioni e con quella capacità di amare follemente che fa sentire vivi; pezzi di umanità raccolti tra le lacrime, tra i ricordi, ali rimpianti, le timide ma necessarie speranze.
Un inno alla vita, all'amore che supera il dolore e la paura della morte, alle cose semplici ed essenziali, al tempo che passa e all'amore che resta. 


CAMBIARE L'ACQUA AI FIORI
di Valérie Perrin



Ed. E/O
trad. V. Bracci Testasecca
480 pp
"Mi chiamo Violette Toussaint. Facevo la guardiana di passaggio a livello, ora faccio la guardiana di cimitero. Assaporo la vita, la bevo a piccoli sorsi, come un tè al gelsomino con un po’ di miele. E la sera, quando il cancello del cimitero è chiuso e la chiave appesa alla porta del bagno, sono in paradiso."


Con queste parole si presenta Violette Toussaint, protagonista di questo romanzo che, partendo da lei, dal suo presente, si arricchisce delle storie di altri personaggi che, in un modo o nell'altro, sono collegati alla stessa Violette. 

Orfana, cresciuta in un istituto per bambini come lei - abbandonati -. Violette Trenet si sposa giovanissima, a soli 18 anni, sperando di trovare rifugio, un amore, una casa, in un matrimonio che le regalerà più dolore, solitudine, umiliazioni, smarrimento.. che gioie.

Il marito è Philippe Toussaint, più grande di lei di dieci anni: biondo, riccio, bello, alto e aitante, di Philippe non ci si può non innamorare ed infatti l'uomo è pieno di donne che lo adorano, che lo desiderano e si concedono a lui con ardore e senza riserve.
La stessa Violette ama quel corpo dal quale prende quelle briciole di attenzioni di cui ha tanto bisogno; l'amore, quello no, è a senso unico.
Violette è innamorata del suo bellissimo e sfuggente marito, ma lo vede come lui la tratta e la guarda: per Philippe, la sua giovane mogliettina è una ragazzetta sciocchina, analfabeta, un corpo sinuoso che gli riscalda il letto, una mogliettina premurosa che cucina, lava, stira e, soprattutto, lavora al posto suo.

Sì, perché di Philippe è chiaro che gli piaccia andare a donne, ritrovarsi con gli amici a sbevazzare e a fare orge, giocare ore ai videogiochi.
Lavorare no, non ha mai lavorato un giorno nella sua vita.
Tanto c'è sempre stata la laboriosa Violette a farlo, quando alzavano e abbassavano la sbarra del passaggio a livello e dopo, nel cimitero di Brancion-en-Chalon, una cittadina della Borgogna, in qualità di guardiani di quel giardino in cui riposano coloro che non attraversano più le strade di questo nostro incasinato mondo.

La storia principale parte dal presente, collocato nel 2017, per poi tornare indietro costantemente in diversi anni, tutti cruciali nella narrazione e comprensione degli innumerevoli eventi che riguardano soprattutto Violette, ma non solo lei.


Nel 2017 la nostra Violette è una donna ancora molto bella e affascinante, con uno sguardo aperto e sincero, un modo di accogliere le persone sereno e generoso, una gentilezza squisita e attraente che la rende amabile agli occhi di chiunque varchi la soglia della sua casetta, trovando tra quelle mura un paio di orecchie pronte ad ascoltare e un caffè caldo o un cordiale.

Eppure Violette è sola perché suo marito l'ha abbandonata dieci anni prima, poco dopo essersi trasferiti al cimitero.
È morto? Gli è accaduto qualcosa?

Violette non ne ha idea; certo, Philippe era solito prendere la moto e andarsene via di casa per giorni, senza curarsi di dare notizie di sé e tornando all'improvviso, avvolto di indifferenza e aria da sufficienza, di chi non deve rendere conto di nulla e a nessuno.
Nel corso di dieci anni, Violette ha denunciato la sua scomparsa e ha cercato di scoprire che ne è stato del coniuge, ma niente: volatilizzato.

Ma un giorno tutto comincia a cambiare e una piccola crepa si crea nella fortezza nella quale Violette vive da anni in serenità, seguendo i ritmi di un'abitudinarietà confortante.

Un giorno un poliziotto di nome Julien Seul, arrivato da Marsiglia, si presenta con una strana richiesta: sua madre (Irène Fayolle), recentemente scomparsa, ha espresso la volontà di essere sepolta in quel lontano paesino nella tomba di uno sconosciuto signore del posto (un certo avvocato, Gabriel Prudent).

Da figlio, Julien trova tale richiesta assurda, immotivata e incomprensibile: chi è stato questo Gabriel per sua madre? L'amante? Perché ha voluto addirittura passare con lui l'eternità invece che con suo padre?

Conosceremo, quindi, la storia di Irène attraverso il suo diario, che Julien ritrova e che legge per poter conoscere davvero e intimamente quella mamma che ha custodito un segreto per anni.

Ma non porta con sé solo questo, Julien: attratto dalla bella guardiana del cimitero (che a sua volta non è insensibile al fascino del poliziotto), saputo che  ella è sposata ma che del marito non ci sono notizie da anni, decide autonomamente di indagare, di scoprire che ne è stato di Philippe Touissant.

E in poco tempo, e senza neanche incontrare grosse difficoltà, scopre dov'è.

Perché Philippe non è morto, affatto: vive in un paese non lontano da Brancion e, dal momento in cui Violette apprende, con stupore, questa triste verità (è stata semplicemente abbandonata, come una scarpa vecchia e inutilizzabile), le cose prenderanno una piega inattesa e il lettore conoscerà gradualmente il passato e il presente di tutti i personaggi coinvolti e dei loro legami con persone vive e morte.

Come vi dicevo, in questo romanzo non v'è solo un filone narrativo: 

  • c'è quello principale, che è costituito dalla vita di Violette, dal suo passato, quindi il rapporto con Philippe, con i suoceri, la sua personalità solare e la sua fame di imparare e migliorarsi soffocate da un uomo arido ed egoista; apprendiamo che c'è una figlia, Lèonine. E su di lei non aggiungo altro.
        Conosceremo persone che, nella vita di Violette, sono state un balsamo sulle ferite                 dell'anima, che l'hanno aiutata a non avvizzire dentro e a rinascere.

  • c'è la parte relativa a Irène, la madre di Julien; anche se le sue vicende sentimentali potrebbero sembrare collaterali ed estranee al vissuto di Violette, il racconto del suo amore proibito avrà la sua "utilità" per la protagonista.
  • c'è spazio per lo stesso Philippe.
L'uomo non "fa simpatia" per come tratta la moglie, per il suo maledetto narcisismo, che lo porta a mettersi sempre al centro e al di sopra di tutto e tutti, trascurando Violette, che l'ama sinceramente.
Ma anche dietro questo personaggio "negativo" c'è un vissuto: c'è un cuore, ci sono delle fragilità, una valanga di errori e di rimpianti, di scelte sbagliate, di paure, di tentativi di arrivare alla verità per cercare la causa di un dolore immenso, con la speranza di ottenere se non pace, almeno vendetta.

  • e ci sono altre piccole storie, che si soffermano su personaggi secondari ma che hanno la loro importanza nello sviluppo degli avvenimenti.

Cambiare l'acqua ai fiori è un romanzo denso, pieno di eventi, fatti, persone, relazioni, lacrime, dolore, tradimenti.
È un romanzo che viaggia sul doppio binario della vita e della morte, del passato e del presente, delle gioie e del dolore, della speranza e della disperazione, del tradimento e della fiducia.

Con una penna molto coinvolgente, incredibilmente scorrevole e intensa, evocativa, intrisa di pathos, capace di emozionare, di tenere il lettore incollato alle pagine, Perrin ha dato vita ad una trama ricca di sotto trame e ciascuna è appassionante, perché ci sfila sotto gli occhi una galleria di esseri umani piccoli, deboli, fallaci, egoisti, generosi, sprezzanti, umili, bugiardi, leali, pieni di amore, di passione, di risentimento, di paura, di cicatrici che non si chiuderanno mai. 
Qualcuno perderà la voglia e la motivazione a vivere, qualcun altro la conserverà o la ritroverà, e quale luogo più fortemente simbolico di un cimitero per riflettere su quanto la vita - imprevedibile, crudele, unica - possa togliere, donare, chiedere in cambio e restituire?

Il tratteggio dei personaggi (sia principali che secondari) è perfetto, esauriente e convincente; belle le citazioni che aprono ogni capitolo; i salti temporali e narrativi (da un personaggio all'altro) non solo non infastidiscono ma sono ciò che tiene viva l'attenzione del lettore, che beve e assimila avidamente ogni colpo di scena, che sente attaccata su di sé ogni emozione, che coltiva speranze e trattiene non poche lacrime.

Credo che dalle mie parole si capisca che ho amato questo romanzo, ascoltato dalla voce della brava Michela Cescon.

Consigliato a chi desidera una lettura emozionante e scritta molto bene.


Alcune citazioni

"Il mio presente è un dono del cielo. Me lo dico ogni mattina appena apro gli occhi.
Sono stata molto infelice, addirittura annientata, inesistente, svuotata. Sono stata come i miei vicini, ma in peggio. Le mie funzioni vitali continuavano, ma senza me dentro, senza la mia anima, che a quanto pare, a prescindere da che uno sia grasso o magro, alto o basso, giovane o vecchio, pesa ventuno grammi.
Ma siccome l’infelicità non mi è mai piaciuta ho deciso che non sarebbe durata. La sfortuna deve pur finire, prima o poi."

"È un lusso essere proprietari del proprio tempo, lo ritengo uno dei più grandi lussi che l’essere umano possa concedersi."

"C’è qualcosa di più forte della morte, ed è la presenza degli assenti nella memoria dei vivi."

"Perché si va verso certi libri come si va verso certe persone? Perché siamo attratti da determinate copertine come lo siamo da uno sguardo, da una voce che ci sembra conosciuta, già sentita, una voce che ci distoglie dal nostro percorso, ci fa alzare gli occhi, attira la nostra attenzione e cambierà forse il corso della nostra esistenza?"

"La mancanza, il dolore, l’impossibilità di sopportare possono far vivere e sentire cose che vanno al di là di ogni immaginazione. Quando qualcuno è andato, è andato. Tranne che nella mente di chi rimane, e la mente di un unico uomo è ben più grande dell’universo."

"Amore è conoscere qualcuno che ti dà notizie di te".

"In fondo i ricordi sono grandi vacanze, spiagge private."

"Perché il tempo che passa
Ci scruta e poi ci spezza
Perché non resti con me
Perché te ne vai
Perché la vita e le barche
Che vanno sull’acqua hanno le ali..."

«L’edera soffoca gli alberi, Violette, non dimenticare mai di tagliarla, mai. Appena i pensieri ti portano verso le tenebre prendi la cesoia e taglia via la tristezza».

"Sarai per sempre tutti i miei amori, il primo, il secondo, il decimo e l’ultimo. Sarai per sempre i miei ricordi più belli, le mie grandi speranze."

"Le foglie morte si raccolgono a palate, i ricordi e i rimpianti anche".

"Sento la tua voce in tutti i rumori del mondo".

"Se ogni volta che penso a te spuntasse un fiore, la terra sarebbe un immenso giardino".


domenica 8 dicembre 2024

CARAVAGGIO, TRA FILM E FUMETTO

 

Caravaggio è sicuramente uno degli artisti che più amo.

Tempo fa vidi il film con Scamarcio, L'ombra di Caravaggio, e lo apprezzai molto; ieri, invece, ho letto la bella graphic novel di Milo Manara, Caravaggio (Panini, 116 pp., LINK).


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Tanto il film quanto il fumetto ci raccontano di come Michelangelo Merisi, detto Caravaggio (1571-1610), fosse un genio dall'animo ribelle, e come questo suo essere fuori dal coro e dalle convenzioni si manifestasse nella vita e nella sua arte. 

Caravaggio era uno spirito inquieto, tormentato, e nelle sue meravigliose opere d'arte tirava fuori tanto i propri tormenti quanto la creatività esplosiva che lo caratterizzavano; egli amava dipingere scene, personaggi, azioni e sentimenti propri della vita reale, quotidiana, quella tipica della gente semplice - il popolo -, dei poveri, degli affamati, degli straccioni, delle prostitute e dei vagabondi.
E sceglieva questo tipo di persone come modelli da raffigurare, anche quando si trattava di soggetti sacri e di creare quadri ed opere grandiose su commissione da parte di figure religiose.

Chiaramente il suo modo di lavorare - sebbene gli venissero riconosciute da chiunque l'immensa bravura e l'unicità della sua arte - faceva storcere il naso a tanti, a cominciare dal papa, Paolo V; questi, nel film, ingaggia un agente segreto del Vaticano perché segua e controlli il pittore, denunciandone eventualmente la blasfemia.

Caravaggio era anche un uomo che si lasciava andare ai piaceri, alle bevute con gli amici, insomma, non conduceva un'esistenza morigerata, ma tutto questo non ha mai scalfito il suo genio, anzi, sembrava esserne, in un certo senso, il motore, l'anima.

Era anche una "testa calda", uno che non ci pensava due volte a farsi coinvolgere in litigi e baruffe, tanto da ritrovarsi spesso nei pasticci, restandone ferito, come quando si azzuffava con Ranuccio, un magnaccia violento e prepotente, dalle cui mani Michelangelo desiderava liberare la prostituta Anna (che gli fa da modella in diversi quadri).
Nel film, Scamarcio ben incarna questa personalità forte, questo modo di essere e di vivere "da
maledetto", da anima inquieta, sempre alla frenetica ricerca di stimoli e ispirazione, affascinante e scandalosa.

L'inclinazione a non tacere o essere indifferente davanti alle ingiustizie e il suo temperamento sanguigno lo portano a macchiarsi anche di omicidio, tanto da beccarsi una condanna a morte.

Se nel film ci si concentra (come il titolo stesso suggerisce) sull'investigatore - l’Ombra, interpretato da Louis Garrel - che lo segue ovunque, di nascosto, per coglierlo in fallo e poterlo far arrestare, Milo Manara, nei suoi splendidi disegni, ripercorre la vita e le opere di Michelangelo Merisi a partire dai suoi esordi fino alla sua rapida consacrazione come artista, per giungere alla sua tragica e prematura scomparsa. 

È evidente l'accuratissimo lavoro di ricerca, Milo Manara accompagna il lettore in una vera e propria visita guidata in cui possiamo ammirare moltissimi dei quadri di Caravaggio, che il fumettista ha riprodotto in modo magistrale, minuzioso: La vocazione di San Matteo, Morte della Vergine, Decollazione di San Giovanni Battista, David con la testa di Golia...

Leggere questa graphic novel è un emozionante viaggio attraverso le passioni, le pulsioni, i desideri e i demoni che hanno accompagnato la breve ma intensissima esistenza di un maestro del Rinascimento.

Consigliatissimo.

mercoledì 4 dicembre 2024

LIBRI LETTI A NOVEMBRE 2024

 


Buongiorno!!

No, ma dico...: ci rendiamo conto che il 2024 sta per terminare?! 

E questo è, infatti, il penultimo recap dell'anno in corso o.O

Tra un po' mi toccherà stilare la mia top ten *__*

Ma per adesso, ricapitolo le letture di novembre.

1. OLIVE, ANCORA LEI di E. Strout: narrativa americana - secondo libro dedicato al personaggio femminile di Olive Kitteridge. Un romanzo composto da più storie, che sfiorano/incrociano la protagonista (3/5). PER CHI CONOSCE GIÀ OLIVE E/O AMA LE STORIE DI PROVINCIA.
2. L'ULTIMA NOTTE DI WILLIE JONES di E. H. Winthrop: narrativa americana a tema razzismo, pena di morte. Come trascorre le sue ultime 24 ore di vita un detenuto destinato alla sedia elettrica? Difetto: un po' caotico, troppi punti di vista (4/5) PER CHI CERCA UN ROMANZO SU TEMATICHE ATTUALI.
3. LO SCIAMANO di S. Esposito: thriller a sfondo esoterico, esordio nella narrativa dell'attore che dà il volto a Genny Savastano. Mi ha sorpresa piacevolmente (4.5/5). SE VUOI UN THRILLER CHE ATTINGA ALL'OCCULTO.
4. LA DONNA NEL POZZO di P. Pulixi: giallo - un improbabile duo, composto da uno scrittore demotivato e un ghostwriter squattrinato, risolve un caso di suicidio collegato a un omicidio misterioso avvenuto molti anni prima. (4/5). SE VUOI UN GIALLO SCORREVOLE E GODIBILE.
5. LE RAGAZZE DELLA GRANDE GUERRA di F. Lightfoot: romanzo sentimentale a sfondo storico, ambientato durante e dopo il primo conflitto mondiale. Parte bene ma poi si perde in trame banalotte (2.5/5). NON LO CONSIGLIO...


READING CHALLENGE

Obiettivo scelto: un libro che racconti una storia d'amore.

6. AQUA E TERA di D. Franceschini: narrativa storica - la storia d'amore, narrata con delicatezza, tra due donne in una terra divisa tra socialismo e fascismo (4/5). ROMANZO CON UN SFONDO STORICO ACCURATO.



Ahimè, sul fronte serie tv, ho guardato solo la quarta stagione de L'amica geniale, che mi sta piacendo.

lunedì 2 dicembre 2024

OLIVE, ANCORA LEI di Elizabeth Strout [ RECENSIONE ]


Seguito di Olive Kitteridge, anche questo romanzo, pur ruotando sempre attorno all'omonima protagonista, comprende racconti riguardanti altre persone che, in qualche modo e anche solo lontanamente, conoscono Olive, la quale è ormai giunta a un'età avanzata ed è alle prese con le piccole gioie e le sempre più grandi difficoltà della vecchiaia.


OLIVE, ANCORA LEI
di  Elizabeth Strout 



Einaudi
trad. S. Basso
273 pp

Lo dico subito: non ho letto il libro precedente e non so se lo recupererò perché il secondo non mi ha fatto impazzire.
Questo per dire che non so tutto di lei, di Olive Kitteridge.

Non conosco i pregressi, ciò che è accaduto prima di questo romanzo, per cui mi posso basare solo su di esso per la mia personale conoscenza con la signora Olive, di Crosby, nel Maine, che vive in questa cittadina costiera sola soletta.

L'amato marito Henry è deceduto e il suo unico figlio Christopher vive a New York, esercita la professione di podologo ed ha una compagna, con cui ha dei figli.
Con il giovane non c'è un rapporto strettissimo, si sentono quel po' che basta e si vedono ancora meno.

Ma in occasione di un Natale, Olive decide di invitare Chris e famiglia a Crosby, per passare qualche giorno insieme nella casa che Olive ha condiviso con il buon Henry.

La motivazione è sicuramente rivedersi ma c'è dell'altro: Olive si è fidanzata e a breve si sposerà.

Con chi?
Con Jack Kennison, a sua volta vedovo.

La novella coppia non è più giovanissima... ma che vuol dire? C'è forse un'età più o meno adatta per unirsi a un'altra persona, decidere di percorrere insieme ad essa l'ultimo tratto dell'esistenza?

La robusta Olive e l'altrettanto corpulento Jack sono due persone essenzialmente sole: entrambe hanno amato i coniugi defunti, di cui hanno sentito molto la mancanza e ancora nel presente l'avvertono; i figli son distanti e i rapporti con essi pure...: perché non mettere insieme, sotto lo stesso tetto, alla stessa tavola, nello stesso talamo, le proprie solitudini?
In fondo, caratterialmente si prendono, nel senso che si sopportano a sufficienza, litigano poco e bene o male trascorrono assieme delle giornate serene.

Perché dopotutto, a una certa età, è alla serenità che bisogna puntare.

Non mancano le piccole scaramucce ed incomprensioni, anche con Chris (che inizialmente non accetta di buon grado che la sua anziana madre si porti in casa un coetaneo che per lui è un estraneo), ma son cose che si superano.
E quando la vita continuerà a scorrere, a togliere, a sparigliare qualche carta, troveremo Olive sempre la stessa, accidenti a lei: solida e robusta come lo è fisicamente, caparbia, pragmatica, spiccia e schietta, spesso brusca e senza filtri, altre volte sensibile ed attenta senza mai essere melensa, buona osservatrice e in grado di apprezzare le piccole cose della vita, come un tramonto o un'alba particolarmente sorprendenti.

Ma non c'è solo lei, in questo libro: l'autrice ci porta brevemente nelle vite e nella quotidianità di altra gente, altri uomini, donne, anche adolescenti, ciascuno indaffarato con i piccoli e grandi problemi esistenziali, relazionali, famigliari.

Una ragazza che ha un cattivo legame con la madre e che si lascia andare a condotte non proprio giuste, come a colmare un vuoto che la sta divorando.

Fratelli che hanno, l'uno nei confronti dell'altro, pesanti sensi di colpa che li separano ma che, alla fin fine, hanno solo bisogno di chiacchierare con franchezza.
Cognate poco sensibili l'una all'altra e disposte, a malapena, a trattarsi con finta cortesia.

Un'ex-studentessa di Olive che scrive poesie e, per farlo, non esita e "rubare" frammenti di conversazioni e di confidenze.

Una donna affetta da "un brutto male" che non ha la forza né fisica né emotiva per affrontare il peso di ogni giorno, che a stento sopporta la presenza, seppur rassicurante ed affettuosa, del marito, ma che, a ben guardare, ha solo bisogno di una persona fidata con cui parlare; qualcuno - come Olive! - che non la compatisca e che non la tratti come se stesse per morire da un momento all'altro...

Insomma, tante piccole storie di gente comune, che ha i problemi che abbiamo tutti e che in qualche modo incrocia o sfiora la vita di Olive.


Non posso dire di aver amato questo libro; ho proseguito nella lettura pur provando, in certi passaggi, un po' di noia e anche una certa "irritazione" per questo saltare da Olive (le cui vicissitudini personali, famigliari e di coppia, mi interessavano un po' di più) ad altri individui, nelle cui vite mi infilavo velocemente e altrettanto di fretta me ne uscivo, senza avere il tempo di affezionarmi ad alcuno.

Probabilmente, ripeto, questo è dovuto anche un po' al fatto che, non avendo letto il precedente romanzo, non avevo idea che mi sarei ritrovata in una trama ricca di sotto-trame; inoltre, c'è da dire che... anche ad Olive non è che accadano cose straordinariamente appassionanti.

Però forse è anche giusto così, nel senso: la vita è un'avventura per tutti, è fatta di alti e bassi, di gioie e dolori, di morti e nascite, di compagnia e solitudine, di albe e tramonti..., per qualcuno è più eccitante che per altri... ma è pur sempre vita ed è degna di essere vissuta e narrata.

Olive ha avuto la sua, sicuramente piena, e leggere gli anni della vecchiaia (in particolare, mi riferisco all'ultima parte del romanzo) mi ha provocato tenerezza, perché la fragilità diviene una presenza purtroppo fedele anche nella quotidianità di un donnone come lei, che pure da anziana continua a far simpatia.

Se vi piacciono le storie che raccontano attimi di vita quotidiana in un paese di provincia, accomodatevi pure.
Però non fate come me: leggete prima Olive Kitteridge.

sabato 30 novembre 2024

L'ULTIMA NOTTE DI WILLIE JONES di Elizabeth H. Winthrop [ RECENSIONE ]



Come vive le sue ultime ventiquattro ore un condannato nel braccio della morte prima di finire sulla sedia elettrica?
E come vivono quell'ultima notte le persone a lui vicine: i suoi genitori, il suo avvocato, gli adulti e i ragazzini che sanno della sua triste sorte e ci spettegolano su?

La storia del protagonista, Willie Jones, si ispira a fatti realmente accaduti.



L'ULTIMA NOTTE DI WILLIE JONES
di Elizabeth Winthrop


Ed. Solferino
302 pp
trad. S. Rota Sperti

"La veglia è solo esistere. 
È aspettare di morire, 
e aspettare che quello che sta succedendo 
sembri reale."

È l'ottobre del 1943 e un altro giorno sta volgendo al termine a St. Martinville, in Louisiana.

Non è una notte come tutte le altre per più di una persona, in questo angolino di mondo.

Non lo è per il diciottenne Willie Jones, da mesi in prigione e, più precisamente, nel braccio della morte: accusato di aver violentato e aver causato la morte di una ragazza bianca (morta suicida, presumibilmente in seguito allo stupro, appunto - secondo l'accusa), quella che lo aspetta è l'ultima notte della sua vita.
A mezzanotte in punto verrà giustiziato sulla sedia elettrica e chissà in quanti verranno a vederlo «friggere», convinti della sua colpevolezza. 
Willie si è sempre dichiarato innocente e questa condanna a morte è per lui una tremenda ingiustizia (in merito a chi era per lui Grace e in che rapporti fossero, è qualcosa che si apprende nel corso della lettura).

La verità è che dietro quella condanna c'è una ragione ben chiara e specifica: il razzismo.

 

Willie è un negro ed è impossibile per la comunità bianca che la vittima - la povera Grace - fosse consenziente. Lui l'ha violentata, ha gettato su di lei una vergogna tale che la ragazza non ha retto e in seguito alla quale ha preferito morire.

Non è una notte come le altre per i coniugi Jones, Frank ed Elma; con la morte nel cuore, sanno che da lì a poche ore perderanno per sempre il loro ragazzo.
Se Elma non riesce neanche ad uscire di casa per il dolore, Frank si mette in viaggio, di notte, con la sua vecchia mula, per poter portare la lapide per il suo povero Willie.

Non è una notte come le altre per Polly, sua moglie Nell e il loro figlio Gabe.
Polly è procuratore distrettuale ed avvocato difensore di Willie, ma a quanto pare non è riuscito a far nulla per il suo cliente e non l'ha salvato dalla sedia elettrica.
Il giovane Gabe - come la piccola Scout de Il buio oltre la siepe - è orgoglioso del proprio genitore, che non esita a difendere i neri, ma non si spiega come sia possibile che allora non sia riuscito ad aiutare Willie.

Polly si tormenta per la medesima ragione.
Essendo il difensore del condannato, è tenuto ad assistere all'esecuzione e la cosa lo rende inquieto, angosciato.
A roderlo dentro sono i sensi di colpa: lui sa che avrebbe potuto gestire diversamente la difesa del giovane Jones, anche perché esercita questa professione perché crede davvero nella giustizia, ma... ha avuto paura.
In paese non puoi difendere un nero e pensare di attirarti le simpatie dei bianchi, tanto meno dei famigliari della ragazza che s'è uccisa.
Polly non è Atticus Finch, che combatte contro le discriminazioni e le ingiustizie con fierezza e coraggio; lui è meno ardimentoso e più pavido.

Non è una notte come le altre per padre Hannigan, il pastore che deve portare gli ultimi conforti religiosi a Willie, ma in realtà avrebbe bisogno egli per primo di ritrovare l'ardore di una fede che, nel suo cuore, va via via affievolendosi.

Non lo è per Dale e sua moglie Ora, il cui unico figlio combatte nel Pacifico, e che si ritrovano a discutere su come trattare dei bimbetti straccioni, neri come la notte, che vivono ai margini della loro proprietà. 


Di ciascuno di questi personaggi seguiamo il flusso di pensieri e la prospettiva di ognuno porta un contributo diverso alla narrazione, che converge chiaramente tutta verso l'esecuzione.
Perché è certo che essa avverrà.
Non siamo in un thriller psicologico, in cui c'è da cercare il serial killer, né in un legal thriller: non ci sono processi, arringhe, giudici, una giuria popolare da convincere.

Qui c'è chiaramente un ragazzo nero, giudicato colpevole di stupro ai danni di una ragazza bianca (per di più morta) e costui è stato condannato alla pena capitale, a morire sulla Feroce Gertie, la pesante sedia di legno in viaggio verso la sua cupa destinazione che, non fosse per quei lacci di cuoio e quei cavi elettrici, sembrerebbe solo una sedia.


In questo romanzo corale, in cui di capitolo in capitolo ci viene dato modo di soffermarci sul punto di vista di svariati personaggi, Elizabeth H. Winthrop tocca magistralmente, con realismo ma anche con delicata intensità i temi sempre attuali del razzismo, della giustizia, della colpa e del perdono

 «Credo nella bontà, e immagino che questo sia un segno. Ma vedo anche il male che esiste nel mondo. Vedo la crudeltà degli uomini verso gli altri uomini.»


I suoi uomini, le sue donne e i suoi ragazzini sono esseri umani ciascuno con le proprie contraddizioni e fragilità, pieni di interrogativi, dubbi, timori, che si muovono in un contesto contaminato dal pregiudizio e dall'odio razziale, costretti a confrontarsi con la triste ma concreta possibilità di compiere essi stessi scelte sbagliate, di cedere alla tentazione di condannare senza sapere la verità, di chiudere gli occhi al cospetto del male, di farsi sopraffare dalla paura o da un'indifferenza falsamente rassicurante.

Avanzando nella lettura, mi sono sentita divisa tra due sentimenti: l'impotenza e l'ineluttabilità di chi sa che il protagonista, innocente o no, sta andando incontro alla morte, e l'assurda speranza che si salvi.
Ma come potrebbe salvarsi se la sentenza è stata già emessa e tutto è pronto per l'esecuzione?

Un romanzo bello, profondo, dalle tematiche forti e coinvolgenti.
Consigliato.



mercoledì 27 novembre 2024

LO SCIAMANO di Salvatore Esposito [ RECENSIONE ]

 

L'esordio letterario dell'attore Salvatore Esposito ci porta in un'indagine complessa e difficile caratterizzata da numerosi ed efferati crimini legati a un mondo terribile e tetro, popolato da streghe e culti esoterici.
A seguire l'inquietante scia di sangue c'è Christian Costa, profiler esperto in delitti rituali -tanto da essere chiamato lo Sciamano- e uomo dal passato oscuro e misterioso.



LO SCIAMANO
di Salvatore Esposito

 
Sperling&Kupfer
324 pp
«Hai un occhio azzurro e uno scuro. 
Quale dei due è rivolto al passato e quale al futuro?»
«Non lo so.» 
«È tempo di saperlo».


Conosciamo il protagonista, Christian Costa (un uomo "all’apparenza gentile, ma di una gentilezza gelida"), mentre è in Svezia per dare una mano alla polizia, impegnata a vederci chiaro in un omicidio agghiacciante: una donna viene ritrovata morta dopo essere stata dissanguata come un animale da sacrificare.

Ma è in Italia che Christian deve tornare: lì dove c'è la sua compagna, Greta, che aspetta un bambino da lui.
Lì dove cominceranno a susseguirsi degli omicidi cruenti e spaventosi che, in un modo assolutamente inaspettato, egli scoprirà essere legati alle sue stesse origini.


Christian è stato, infatti, un bambino abbandonato dalla propria madre e cresciuto in un orfanotrofio; non sa nulla della donna che l'ha partorito, ma sente che qualcosa c'è, in lui, di quella madre sconosciuta: un'eredità innata, scritta dentro di lui, primordiale e buia, che viene fuori nei suoi incubi così spaventosamente vividi, che sembrano delle vere e proprie visioni, delle terrificanti allucinazioni, e che si manifesta anche quando lavora, in particolare in certi momenti cruciali delle indagini, quando è totalmente immerso nella ricerca di quei dettagli, sulle scene dei crimini e sui corpi straziati delle vittime, che nessun altro nota.

Quando è in quei momenti particolarmente ispirati, in cui è concentratissimo e applica tutta la sua intelligenza, il suo formidabile intuito e la sua esperienza, anche la gente attorno a lui resta ammutolita e affascinata, perché dalle labbra del profiler esce una nenia ammaliante, un suono simile ad un "canto elettrico che increspa l'aria" e che è accompagnato da un flebile mormorio di parole indistinguibili, che hanno un che di sacro e magico e che nessuno osa interrompere.
Perché chiunque abbia conosciuto o lavori accanto a Costa, sa che egli ha un modo tutto suo di procedere, di lavorare, di cercare indizi, di osservare ogni piccolo particolare della scena in cui è avvenuto un delitto e di "leggere" ciò che i cadaveri (spesso seviziati e torturati) delle povere vittime hanno da rivelare.

La tecnica di indagine di Costa, incomprensibile ai più, è nota per essere una garanzia di successo, la sua stessa persona è velata da un'aura di mistero e magnetismo, e in tanti restano incantanti nel vederlo all'opera, sapendo che egli difficilmente fallisce.

Un’infallibilità che induce gli ispettori di polizia a chiudere un occhio sui suoi atteggiamenti bruschi, scontrosi, su quella ruvidezza, nel modo di interagire con gli altri, che può indispettire chi non lo conosce.

La sua stessa compagna di vita, Greta, è consapevole delle barriere emotive dietro cui il suo uomo è chiuso e sa che oltre quei silenzi ostinati si nasconde un passato fatto di dolore e di interrogativi rimasti senza risposta. 

"Il passato è un cimitero. E quando scavi in un cimitero, escono fuori gli spettri."

Quando il corpo di una donna riaffiora tra le onde al largo di Ostia, Christian non sa ancora che è solo l'inizio di un viaggio costellato di sangue, intrighi, bugie e segreti che vedono coinvolte persone apparentemente insospettabili.


Da Roma a Napoli, il profiler si trova coinvolto in una intricata ed angosciante indagine che lo costringe a sprofondare in una realtà oscura, dove il confine tra reale e paranormale è labile, dove a confondere le tessere di un puzzle impenetrabile e arcano sono figure tanto ataviche quanto inafferrabili, appartenenti ad un mondo lontano, fatto di leggende popolari e tradizioni pagane, di streghe (le janare), messe nere, culti iniziatici, sacrifici umani, bambini rapiti, vendette e piani diabolici.


Un'indagine che si trasforma in un incubo ad occhi aperti tanto per Christian e per le altre persone coinvolte, quanto per il lettore, che ha tra le mani un thriller che mantiene un buon ritmo narrativo, con una trama sicuramente molto ricca e articolata, piena di personaggi e colpi di scena, con un'atmosfera che in alcuni passaggi rasenta l'horror e con descrizioni accurate, alcune (quelle relative, ad es, ai cadaveri) anche crude. 

Mi è piaciuto il protagonista, quest'uomo dal carattere introverso e dalla mente brillante, che sulle spalle porta il peso di un passato - legato alle proprie origini - ignoto ma di cui sente, ogni giorno, gli strascichi, che fanno di lui una persona unica, con capacità speciali ma, al contempo, cupe e sinistre.

Il finale è un "non-finale", nel senso che è aperto e, del resto, a Lo Sciamano segue il secondo libro della trilogia, "Eclissi di sangue. Una nuova indagine dello Sciamano"; è di recente pubblicazione il terzo volume, "Le streghe di Lourdes".

Ho scelto questo libro dal catalogo di Audible in quanto apprezzo moltissimo l'autore nelle sue vesti di attore e devo dire che sono rimasta impressionata: tenendo conto del fatto che è un esordio nel mondo della narrativa, è un thriller apprezzabilissimo da cui emerge, a mio avviso, la bravura di Salvatore Esposito, che ha fatto anche un interessante lavoro di ricerca nell'ambito dell’occulto e delle leggende popolari.

Lo consiglio, io l'ho ascoltato con molto interesse e come scrittore di thriller Esposito se la cava molto bene.







domenica 24 novembre 2024

PROSSIMAMENTE AL CINEMA

 

Buon pomeriggio, cari lettori!

Come sta trascorrendo la vostra domenica?

Io mi sto concedendo qualche momento al pc prima di rimettermi in cucina a preparare qualcosa per la colazione di domani.

Vi segnalo alcuni film in uscita al cinema; come sempre, sono tratti da libri.






Piccole cose come queste è un film diretto da Tim Mielants, con Cillian Murphy e Emily Watson. 

Uscita al cinema il 28 novembre 2024.


La storia si svolge nel 1985 in Irlanda.

Bill Furlog è un uomo silenzioso, dall'animo semplice ma anche un attento osservatore, che ha dedicato la vita al lavoro, alla moglie Eileen e alle loro cinque figlie. In un freddo giorno d'inverno, l'uomo trasporta e distribuisce la legna e il carbone per gli abitanti del villaggio.
Siamo nei giorni che precedono il Natale, quando Bill entra nel cortile del convento locale, diretto da Suor Mary, fa un incontro che riporta a galla ricordi sepolti nella sua memoria.
Non può ignorarli anche perché lo portano a scoprire segreti e verità che lo sconvolgeranno.
Sarà il momento per Bill di decidere se voltarsi dall'altra parte o ascoltare il proprio cuore e sfidare il silenzio di un'intera comunità.

La pellicola si ispira al romanzo breve di Claire Keegan, Piccole cose da nulla, che racconta dello scandalo irlandese legato alle Case Magdalene, istituti femminili religiosi per donne ritenute immorali.

RECENSIONE DEL ROMANZO


***


Non dirmi che hai paura, diretto da Yasemin Samdereli, con llham Mohamed Osman e Elmi Rashid Elmi, è tratto dall'omonimo bestseller di Giuseppe Catozzella, edito da Feltrinelli nel 2014 e vincitore del Premio Strega Giovani e finalista al Premio Strega.

Uscita al cinema il 05 dicembre 2024
.

Il film ha per protagonista la giovane Samia (llham Mohamed Osman). Nata a Mogadiscio durante la guerra civile, la piccola Samia scopre all'età di nove anni di avere un talento che la rende unica: corre più veloce di tutti i suoi compagni.
Diventata una vera passione, la corsa è la sua ragione di vita e la forza che la aiuta a superare gli orrori della guerra. Con l'aiuto del suo migliore amico Ali, Samia si allena ogni giorno per partecipare ai Giochi Olimpici di Pechino del 2008. Il suo sogno si avvera quando è ammessa come rappresentante della Somalia ai 200mt femminili.
Arriva ultima ma il pubblico le manifesta un grande calore. La sua partecipazione ai Giochi Olimpici però le costa diverse minacce da parte del Governo somalo che la condanna per aver commesso un peccato mortale: correre senza velo. Samia rischia la vita, ecco perché decide di scappare per cercare rifugio in Europa...


***

Conclave è un thriller psicologico diretto dall’austriaco Edward Berger e basato sull'omonimo romanzo di Robert Harris; le riprese hanno avuto luogo nel 2023 negli studi di Cinecittà a Roma e nella Reggia di Caserta.
Nel cast: Ralph Fiennes, Stanley Tucci, John Lithgow, Lucian Msamati, Carlos Diehz, Sergio Castellitto e Isabella Rossellini.

Uscita 19 dicembre 2024.

Al centro del film v'è la figura del cardinale Thomas Lawrence, impegnato a gestire il Conclave dopo la morte del Papa, figura molto amata durante il suo pontificato.
I potenti della Chiesa Cattolica sono riuniti in Vaticano per eleggere il nuovo Papa. Cardinal Lawrence capisce ben presto di trovarsi al centro di una cospirazione fatta di rivalità, ambizioni personali e scandali. 
Mentre ognuno trama per raggiungere i propri obiettivi, Lawrence scopre che il defunto Papa nascondeva un segreto che potrebbe danneggiare le fondamenta stesse della Chiesa Cattolica.

Ora deve scoprire di cosa si tratta prima che venga eletto il nuovo pontefice...


***

Emilia Perez è un film diretto da Jacques Audiard, con Zoe Saldana e Selena Gomez. 

Uscita al cinema il 9 gennaio 2025


Per la sceneggiatura il regista ha preso ispirazione dal romanzo Écoute di Boris Razon.

Ambientato nel Messico odierno, dove vive ed esercita l'avvocato Rita. 
Un giorno la legale riceve una singolare offerta: aiutare un temuto boss locale, legato al cartello messicano, a ritirarsi dai suoi loschi affari e sparire per sempre. 
L'uomo vorrebbe sottoporsi a un intervento chirurgico per la riassegnazione del sesso e diventare così la donna che ha sempre voluto essere.
In questo modo non solo eluderà le autorità, ma potrà vivere finalmente la sua vita con il genere a cui è sempre sentito di appartenere.




Sito consultato: ComingSoon.

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