Solo l´amore potrà salvarlo...
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il mio pensiero |
Allora, una cosa mi sento di dirla subito: bene o male, una volta letto e recensito un libro della Confraternita, tutti gli altri non è che ne differiscano poi tanto per struttura e tematiche; certo, se - come è accaduto a me - i Fratelli vi piacciono e quando non li leggete per troppo tempo vi viene una crisi d'astinenza - allora, potrebbe valerne la pena.... ^_^
Protagonista del 6° appuntamento con la
Black Dagger Brotherhood è
Phury, il fratello gemello di Zsadist.
Il tormentato Zsadist..., che però, sappiamo, ha trovato la propria ragione di vita - anche se non la pace dell'anima nel senso totale..... - in
Bella, l'aristocratica vampira dalla quale aspetta un bambino.
E forse ricorderete anche i sentimenti che il capellone dagli occhi gialli, Phury appunto, provava per la cognatina...
Fattosi una ragione circa il legame indissolubile tra Bella e Zsadist, Phury ha ben altre grane, adesso, da risolvere, ed esse sono ben ancorate tanto nella sua mente quanto nel suo corpo, forte ed imponente, ma in realtà pieno di fragilità.
A minare la virilità e la possanza del casto fratello ci pensano
due "mostri", che colpiscono rispettivamente la sua mente e il suo corpo:
il mago, che da tempo immemorabile ha fatto dimora fissa nel suo cervello, scoraggiandolo, sottolineandone le debolezze e le cadute, facendolo sentire un essere inutile, solo, fallito..., e la signora
Fumo Rosso, la droga che il guerriero ormai si fuma di continuo - a rifornirlo è il fratello di Bella, l'odiosissimo
Rehvenge - e con la quale cerca di
placare nervosismi, fantasmi del passato, dolori e frustrazioni.
Ma si sa, nessuna dipendenza è o sarà mai la cura adatta e Phury lo sa, ma cosa può farci?
Non ha nulla e nessuno ad aiutarlo....!!
I suoi fratelli hanno le loro
shellan a sostenerli, ma Phury?
Lui passa il tempo a disegnare Bella - per poi sentirsi in colpa e "seppellire" i ritratti con manti di edera soffocante - e ad arrovellarsi il cervello circa la grande impresa che dovrebbe portare avanti (visto che s'è proposto lui, per salvare il fratello Vishous, innamorato della dottoressa Jane) ma che non riesce ad affrontare: essere il
Primale delle Elette, la
forza della razza, il che implica giacere con tutte loro (e ne sono 40, mica due o tre) e fare figli, che dovranno rafforzare le file dei vampiri di razza, che stanno diminuendo a casa dei non morti disgustosi, figli del Male, i
lesser.
E non si tratta di un'impresa da niente, visto che stiamo parlando di un vampiro casto e puro ma soprattutto di un vampiro che non ha alcuna voglia di mettere incinta quaranta femmine.....
Senza contare che ha i suoi problemi da risolvere, i suoi vizi, le sue paranoie: come potrà essere la forza della razza, lui che è un
tossico ossessionato da ricordi del passato, ricordi dolorosi legati al gemello, rapito da bambino e che lui ha liberato a prezzo della propria gamba?
Un vampiro le cui spalle e il cui cuore sono troppo pesanti per prendersi una tale responsabilità...!
Ma ecco che la luce arriva anche per lui, come del resto arriva sempre per tutti i tormentati fratelli:
Cormia, l'Eletta scelta quale Prima Sposa per la prima notte col Primale.
Cormia, come tutte le Elette, è una femmina senza alcuna esperienza del mondo fuori dal Santuario, luogo anonimo, freddo - simboleggiato dal colore bianco che lì impera - in cui essere felici è davvero difficile ed improbabile.
Dopo una via di rituali, preghiere e preparazioni per servire il Primale, Cormia è tutto fuorché pronta al proprio compito; a guardarli bene,
Phury e Cormia non potrebbero essere diversi eppure tanto simili!
Sono agli opposti per le esperienze che li hanno segnati: Phury ne ha viste di cotte e di crude, ha un animo indurito dalla solitudine e dal desiderio insoddisfatto di sentirsi eroe, di essere un buon figlio, un buon fratello, un buon guerriero....; Cormia non ha visto proprio nulla, se non l'anonimo Santuario, ha finora soppresso ogni forma di personalità e voglia ed è terrorizzata all'idea di stare col fratello guerriero...!
Ma sono simili per il loro comune desiderio di lasciarsi andare, di trovare finalmente il modo per essere se stessi, di trovare la felicità, essere amati e desiderati....
Ce la faranno a trovare la strada per la felicità?
Molti sembrano essere gli ostacoli sul loro cammino, proprio quando sembra che i due stiano per capire che ad unirli sono
sentimento e passione, ecco che qualcosa spezza l'incanto e li allontana.
E' una "tecnica" che ritroviamo in tutti i romanzi della Confraternita, quindi nulla di nuovo.
Per il resto, questa volta ho avuto un
senso di fastidio nel leggere determinate parti del libro.
Ok, in genere non amo nè leggere parole troppo "forti" nè l'eccesso di scene di sesso sfrenato; però è pur vero, che la Ward dà sempre un che di sentimentale nei momenti hot tra il fratello di turno e la sua femmina, quindi la cosa mi giunge meno sgradevole...; eccezion fatta per la descrizione di uno degli incontri tra Rehvenge e la sua amante: giustamente, non essendoci alcun amore tra i due, il tutto risulta abbastanza squallido, ma forse è proprio ciò che voleva comunicare l'Autrice stessa,chissà; ad ogni modo, non mi è piaciuto.
C'è una certa dinamicità, grazie alla presenza attiva dei
lesser, che si daranno da fare per colpire la Confraternita come meglio possono; in mezzo a loro, ci sarà una sorpresa, una sorta di "new entry" .... ^_^
Tra le cose che mi piacciono sempre dei fratelli è il
forte senso dell'amicizia; non solo tra i guerrieri, ma anche tra i tre ragazzi,
Qhuinn, Blay e (il mio) John Matthew, che ormai stanno crescendo e acquisendo ognuno una propria personalità.
In particolare, il primo si metterà nei guai per proteggere John....
Ehm....
Xhex mi procura l'orticaria....!!! Tosta a tutti i costi... >_< La detesto, ma forse perchè amo John *_*
Fanno la loro comparsa personaggi vecchi e nuovi, ma su questo non aggiungo nulla ;)
Per concludere, a me i libri della Confraternita appassionano; forse perchè libro dopo libro, impari a conoscerli sempre meglio, un po' come se entrassi in una grande famiglia e ti aspettassi di vedere ognuno dei membri protagonista di una storia d'amore in cui finalmente ciascuno troverà ciò che lo rende felice.
La Ward ha costruito
personaggi che hanno tutti delle problematiche particolari: abusi fisici e sessuali, dipendenze, paure... e ognuno di essi deve fare il suo percorso per "redimersi", per prendere coscienza dei propri limiti, affrontarli e superarli, venendone fuori da vincitore.
Certo, perchè questo avvenga ci vorrà
l'amore.., quello vero e assoluto....!
Ecco, questo mi piace, però non nascondo che verso la fine trovo sempre i dialoghi e le "risoluzioni" del rapporto lui-lei troppo semplici, a volte banali, però magari questo è un modo per ricordarci che anche i vampiri più focosi e forti, quando si innamorano, diventano smielati e con gli occhi a cuoricino, come un comune esemplare Homo Sapiens.