Eccomi a rovistare nel mio pozzo dei desideri...!!
Cosa vi ho trovato?
Ehm... libri!!!
Sono due testimonianze di donne che hanno vissuto esperienze dolorose, la prima per avere avuto un figlio al confine tra la vita e la morte, l'altra per aver vissuto l'orrore della deportazione, da bambina, per un errore da parte dei nazisti.
TIENIMI LA MANO
di Glenys Carl
Ed. Tea Trad. D. Restani 310 pp 9 euro 2006 |
Trama
«L'autopattuglia sfreccia attraverso i quartieri di Darlinghurst prima di accostare vicino a una lunga struttura di pietra grigia con una torretta in cima, immersa in un prato curatissimo. Il St Vincent's sembra più una scuola che un ospedale. Ormai sono in preda a un'ansia incontenibile. Mi precipito dentro e chiedo all'infermiera: 'Dov'è il reparto di terapia intensiva? In che stanza è Scott? Come sta? C'è stato qualche miglioramento''.
Alla fine, entro in punta di piedi nel silenzio verde pallido della stanza di Scott. In un letto con le sponde di metallo, sotto un lenzuolo bianco, c'è il mio bambino, tutto solo, con gli occhi chiusi. Sembra che stia dormendo e sognando. Non vedo neppure i fili e i tubi che lo collegano a quei macchinari freddi e ticchettanti, né l'occhio nero o la fasciatura attorno alla testa.
L'unica cosa che vedo è quel bimbo con il pigiamino di flanella blu e gli orsetti gialli e neri che ogni sera mettevo a letto con un bacio, per cacciare via le sue paure, per fargli capire che era al sicuro, che c'ero io a vegliare su di lui.
Con lacrime che non riesco a trattenere, lo stringo forte tra le braccia. 'Va tutto bene, Scotty', gli dico con voce rassicurante. 'La mamma è arrivata. Puoi svegliarti, adesso.'»
Ma Scott non si sveglierà per tre mesi....
NON AVEVO LA STELLA.
di Marisa Catone
Nuova Dimensione 264 pp 16 euro 2011 |
L’autrice vive a otto anni, con i suoi genitori, la tragica esperienza di un trasporto da Treviso in vari campi di transito (Bolzano, Innsbruck, Vienna); di qui la deportazione e l’internamento nei campi di concentramento boemi, tra cui Theresienstadt e Brandsdorf.
Le ragioni dell’arresto?
Un caso; i nazisti per la somiglianza del cognome materno con quello di un intellettuale ebreo antinazista, Franz Werfel - emigrato in Francia e di qui negli Stati Uniti – scambiano in un primo momento il nucleo familiare della scrittrice per ebreo.
Le memorie dell’Autrice ricostruiscono la storia della loro sopravvivenza nei lager, dell’arrivo nei Sudeti ospiti di parenti, del lavoro forzato e del rientro in Italia, con mezzi di fortuna, dopo la Liberazione.
Le vicende sono osservate con gli occhi di una bambina che vorrebbe avere anche lei una stella, come i bambini ebrei prigionieri per essere uguale a loro. Unico suo conforto sarà la marionetta Bibì da animare e con cui strappare un sorriso o un balzo di gioia agli altri bimbi all’interno dei reticolati dei campi.