Ed eccomi a dirvi il mio pensiero su un classico della letteratura italiana - del genere epistolare -:
"Ultime lettere di Jacopo Ortis"
di Ugo Foscolo
La vicenda trae origine dal suicidio di Girolamo Ortis, uno studente universitario morto a soli 23 anni. Foscolo mutò il nome di Girolamo in Jacopo, in onore di Jean-Jacques Rousseau. Nel paese natio esiste tuttora la casa del giovane, ristrutturata dagli eredi a seguito del terremoto del Friuli del 6 maggio 1976.
Jacopo Ortis è uno studente universitario veneto di passione repubblicana, il cui nome è nelle liste di proscrizione.
Dopo aver assistito al sacrificio della sua patria si ritira, triste e inconsolabile, sui colli Euganei, dove vive in solitudine.
Passa il tempo leggendo Plutarco, scrivendo al suo amico, trattenendosi a volte con il sacerdote curato, con il medico e con altre persone buone. Jacopo conosce il signor T., le figlie Teresa e Isabellina, e Odoardo, che è il promesso sposo di Teresa, e comincia a frequentare la loro casa.
È questa, per Jacopo, che è sempre tormentato dal pensiero della sua patria schiava e infelice, una delle poche consolazioni....
Ultime lettere di Jacopo Ortis è il romanzo in cui confluisce e si realizza la tumultuosa e fervida personalità del Foscolo: le vicissitudini di Jacopo rispecchiano la sua biografia, romanticamente esemplare grazie agli elementi passionali che la colorano, al rapporto conflittuale con l'ambiente che lo circonda, all'esilio degli ultimi anni.
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recensione |
Siamo davanti ad un
romanzo epistolare in cui emerge in modo palese il
valore della patria quale oggetto d'amore e sacrificio per sottrarla alle mire del nemico invasore, che qui è incarnato da Napoleone; ma accanto
all'amore per l'Italia c'è anche la
delusione per certe scelte politiche (quali il Trattato di Campoformio) che calpestavano la libertà dei popoli.
Jacopo Ortis è un giovane che ci appare, in ogni rigo, in ogni pagina e in ogni sua lettera, una personalità malinconica, disperata, incline allo struggimento, all'amore passionale e devoto.
Lo struggimento e la sofferenza che caratterizza il suo amore per l'amata e tradita Italia, è presente anche anche in quello per la sua Teresa, amore irraggiungibile e impossibile.
Scrivendo all'amico Lorenzo, Jacopo racconta le proprie giornate, le passeggiate, gli incontri, la sua venerazione per certi autori (quali il Petrarca, Plutarco, ma soprattutto Vittorio Alfieri e Giuseppe Parini), i pensieri, le malinconie e i sentimenti per Teresa, sentimenti che non possono avere una connotazione positiva perchè la giovane - che pure non è indifferente a Jacopo - non potrà mai ricambiarli espressamente, in quanto promessa sposa ad Odoardo, in obbedienza alle volontà paterne e per ragioni materiali.
Pagina dopo pagina, sentiamo crescere l'angoscia e il dolore nel cuore e nella mente del povero Ortis, che non trova pace perchè ciò che gli è più caro non sarà mai suo: gli è negata la felicità su questa terra e il pensiero di ciò che avrebbe potuto vivere con Teresa - assaporato brevemente con un bacio fugace - ma che mai si avvererà, lo condurrà alla disperazione e al desiderio di rifiutare questa vita, che gli sta donando solo infelicità.
Il conforto dell'amicizia e il pensiero dell'amata mamma non impediranno a Jacopo di fare la scelta più drammatica per un essere umano.
Che dire...?
Lo volevo leggere da un po', mi sembrava doveroso visto che Foscolo è un caposaldo della letteratura italiana; ho trovato le mie piccole difficoltà a lasciarmi coinvolgere e per via del linguaggio "d'altri tempi", arcaico, e per la personalità stessa dell'Ortis, esageratamente fragile e disperata...
Ciò non toglie che sia un classico che merita di essere letto e che non dovrebbe mancare nelle nostre librerie.
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con questo classico partecipo
alla sfida |