Ed ecco un passaggio struggente delle "Ultime lettere di Jacopo Ortis", in preparazione alla recensione che spero di scrivere più tardi:
"T'amai dunque t'amai,
e ti amo ancor di un amore che
non si può concepire che da me solo.
E' poco prezzo, o mio angelo,
la morte per chi ha potuto udir che tu l'ami,
e sentirsi scorrere in tutta l'anima
la voluttà del tuo bacio,
e piangere teco...
(...)
fra poco saremo disgiunti dal nulla,
o dalla incomprensibile eternità.
Nel nulla?
- Sì, sì, poichè sarò senza di te, io prego il sommo Iddio,
se non ci riserba alcun luogo
ov'io possa riunirmi teco per sempre,
lo prego dalle viscere dell'anima mia"
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz