Salve amici e lettori!
Questa mattina iniziamo la giornata col segnalare l'uscita di una collana di libri associata al “Corriere della Sera”, in uscita il 15 Luglio il primo volume, al prezzo di €6,90 più il prezzo del quotidiano: “Lettere D’amore”.
Si tratta di una collana di 20 volumi con le corrispondenze appassionate dei grandi dell’Ottocento e Novecento, da Neruda a Kafka, da Einstein a Frida Kalho, da Pessoa a Edith Piaf.
Grazie a Corriere della Sera possiamo conoscere letterati, artisti, scienziati, personaggi in una nuova e sorprendente veste, quella di innamorati.
Un viaggio in un sentimento forte, che da sempre smuove animi e continenti: è la più multiforme ed eterna delle passioni che l’animo umano conosca.
Storie di attesa, di tenerezza, desiderio, di assenza e di follia. Perché chiunque abbia amato ha affidato almeno una volta nella vita la propria passione, i propri tormenti e le proprie illusioni a una lettera.
La prima uscita è
“Pablo Neruda – Lettere d’amore ad Albertina Rosa”
in edicola martedì 15 Luglio
L'amore tra i due risale al 1921 quando i due giovani si trasferiscono a Santiago del Cile per frequentare i corsi dell'università. E' durante l'allontanamento per le vacanze estive che la corrispondenza tra i due si intensifica.
Per molti anni ci si è chiesto chi fosse "Mariposa", la "farfalla" cui sono dedicati alcuni dei versi d’amore più celebri di Pablo Neruda. Il mistero fu svelato due anni dopo la morte del poeta, quando Albertina Rosa Azócar Soto decise di pubblicare le lettere ricevuta da Neruda.
La seconda uscita invece è “Da qualche parte nel profondo” di Rainer Maria Rilke e Lou Andreas Salomé. Il poeta, drammaturgo e scrittore austriaco conosce a Monaco la Salomè, scrittrice e saggista tedesca di origine russa amica di Nietzsche. Nelle numerose lettere che si scambiarono, selezionate in questa raccolta, il poeta praghese si appoggia a Lou nello smarrimento del periodo parigino, nel ricorrente dubbio creativo, nella paura della malattia, riconoscendola come unica interlocutrice attenta e presente nei momenti decisivi del suo tormentato percorso.
Con la terza uscita “Quel viaggio chiamato amore, lettere 1916-18” di Sibilla Aleramo e Dino Campana.
QUI POTETE DARE UN'OCCHIATA A TUTTA
Non so voi, ma io la trovo molto interessante..!!
Sarà che personalmente spesso in web mi imbatto in lettere d'amore famose e molte di esse sono davvero belle e contengono frasi diventate poi celebri!!
Questo è un assaggio di una lettera di Rilke alla sua Lou:
Lou cara, ecco una bizzarra poesia, scritta questa mattina, te la invio subito, perché senza pensarci, l’ho intitolata Svolta, visto che rappresenta la svolta che dovrà pure arrivare se voglio continuare a vivere, e tu comprenderai in che senso l’ho intesa. Di quanto scrivi riguardo alle Bambole, avevo avuto un certo presentimento, supponendo che sarebbe arrivata una tua lettera, consolatoria e con un’impronta in qualche modo ordinatrice. Così è stato. Capisco esattamente ciò che tu individui, anche l’ultima frase, quando dici che le «parole» non bastano a descrivere il modo in cui la bambola diventa tutt’uno con l’elemento corporeo, con le sue più cupe fatalità.
Ma non è terrificante scrivere una cosa del genere?
Scrivere senza nutrire il sospetto che dietro il pretesto del ricordo di una bambola agisce l’origine di ciò che più ci appartiene e poi, non appena lasciata la penna, rivivere ancora una volta, illimitatamente, come non mai, il proprio lato spettrale, manichini ormai, in tutto e per tutto, la bocca rinsecchita dalla stoppa che ti riempie fino all’orlo.
Per molti anni ci si è chiesto chi fosse "Mariposa", la "farfalla" cui sono dedicati alcuni dei versi d’amore più celebri di Pablo Neruda. Il mistero fu svelato due anni dopo la morte del poeta, quando Albertina Rosa Azócar Soto decise di pubblicare le lettere ricevuta da Neruda.
La seconda uscita invece è “Da qualche parte nel profondo” di Rainer Maria Rilke e Lou Andreas Salomé. Il poeta, drammaturgo e scrittore austriaco conosce a Monaco la Salomè, scrittrice e saggista tedesca di origine russa amica di Nietzsche. Nelle numerose lettere che si scambiarono, selezionate in questa raccolta, il poeta praghese si appoggia a Lou nello smarrimento del periodo parigino, nel ricorrente dubbio creativo, nella paura della malattia, riconoscendola come unica interlocutrice attenta e presente nei momenti decisivi del suo tormentato percorso.
Con la terza uscita “Quel viaggio chiamato amore, lettere 1916-18” di Sibilla Aleramo e Dino Campana.
QUI POTETE DARE UN'OCCHIATA A TUTTA
LA COLLANA!!
Non so voi, ma io la trovo molto interessante..!!
Sarà che personalmente spesso in web mi imbatto in lettere d'amore famose e molte di esse sono davvero belle e contengono frasi diventate poi celebri!!
Questo è un assaggio di una lettera di Rilke alla sua Lou:
Parigi, 20 giugno 1914
Lou cara, ecco una bizzarra poesia, scritta questa mattina, te la invio subito, perché senza pensarci, l’ho intitolata Svolta, visto che rappresenta la svolta che dovrà pure arrivare se voglio continuare a vivere, e tu comprenderai in che senso l’ho intesa. Di quanto scrivi riguardo alle Bambole, avevo avuto un certo presentimento, supponendo che sarebbe arrivata una tua lettera, consolatoria e con un’impronta in qualche modo ordinatrice. Così è stato. Capisco esattamente ciò che tu individui, anche l’ultima frase, quando dici che le «parole» non bastano a descrivere il modo in cui la bambola diventa tutt’uno con l’elemento corporeo, con le sue più cupe fatalità.
Ma non è terrificante scrivere una cosa del genere?
Scrivere senza nutrire il sospetto che dietro il pretesto del ricordo di una bambola agisce l’origine di ciò che più ci appartiene e poi, non appena lasciata la penna, rivivere ancora una volta, illimitatamente, come non mai, il proprio lato spettrale, manichini ormai, in tutto e per tutto, la bocca rinsecchita dalla stoppa che ti riempie fino all’orlo.
Il tuo Rainer
Svolta
La via dall’interiorità alla grandezza
passa attraverso il sacrificio.
KASSNER
A lungo conquistò con il suo sguardo.
Stelle caddero in ginocchio
sotto l’assedio dei suoi occhi al cielo.
O a guardare in ginocchio era lui
e l’essenza della sua perseveranza
sfinì a tal punto un essere divino
che infine gli sorrise in sonno.
Torri guardò così
da spaventarle:
e le ricostruì d’un tratto, in un istante!
Ma quante volte il paesaggio
oppresso sotto il peso della luce
trovò pace nel suo istinto calmo, a sera.
Mandrie varcarono quiete
lo sguardo aperto, pascolando,
e i leoni prigionieri, gli occhi fissi
su quella libertà come un miraggio,
uccelli attraversarono il senziente
a volo dritto; fiori si guardarono
riflessi nelle sue pupille
grandi come in occhi di bambini.