martedì 15 settembre 2015

Segnalazione: MACERIE di Claudio Piras Moreno



E dopo una recensione film e un romanzo, eccoci alle segnalazioni.

E' la volta di un autore emergente, sardo, che presenta il suo romanzo, pubblicato da Vicki Satlow e Angela di Luciano (Casa editrice Vanda.epublishing): Macerie.
È un romanzo scritto con stile a tratti poetico che, prendendo le mosse da una catastrofe naturale, approfondisce tanti altri temi di grande attualità, quali alluvioni, dissesti idrogeologici, perdita di identità, memoria ed emarginazione.
Oltre ai personaggi protagonisti della storia, è grande protagonista la natura, come lo è la parola attraverso cui si cerca di ricostruire il passato e di cancellare le colpe di chi sente d'aver sbagliato.

MACERIE
di Claudio Piras Moreno


ed. VandA ePublishing
190 pp
3.99 euro
2014


Trama

Il paese di Antro viene distrutto da una frana durante un’alluvione e con esso svanisce ogni possibilità di Pietro di ricordare il proprio passato. 
Tuttavia, mentre ancora si scava tra le macerie, i sogni lo tormentano e lo guidano. 
Egli allora torna al suo paese e vi trova un ultimo superstite: Antòni. Se lo porta a casa, convinto che costui possa rendergli il passato, ricomponendo la sua storia e quella di Antro. 
Si succedono i racconti delle genti ormai scomparse e del paese. Storie drammatiche e poetiche, difficili da credere, perché non tutto corrisponde a quanto i sopravvissuti rammentano. 
Chi è allora Antòni? Mente dunque quando dice di parlare con i fantasmi di Antro? 
Difficile dirlo, ma pian piano le sue parole paiono indicare una via di redenzione per un’umanità che è colpevole e innocente insieme.




Recensione: DIARIO DI UN’ADOLESCENZA RUBATA di Jane Elliott



Tempo fa lessi un libro che mi colpì per la durezza della sua storia e delle vicende che coinvolgevano la giovanissima protagonista: Alice all'inferno (RECENSIONE); nel weekend ho letto un altro libro della stessa Autrice, prestatomi da un'amica.

DIARIO DI UN’ADOLESCENZA RUBATA
di Jane Elliott


Ed. Newton Compton
trad. T. Felici
286 pp
6.90 euro
2010
Nel 1985, in una prigione di Manchester, un detenuto di nome Vic Brandon sta per commettere un’azione criminale a danno di un altro detenuto, tale Allen Campbell, accusato di aver drogato e stuprato una ragazzina di 14 anni; in pratica, un pedofilo, e siccome anche i carcerati hanno un loro codice etico, Vic vuol farglielo capire e assaggiare sulla sua pelle…

Finito il prologo, entriamo nel vivo della storia.
Siamo nel 1990 a Londra, a Wandsworth, dove vive una 13enne, Sadie Burrows, che ha perso il papà e vive da sola con la mamma, Jackie, che però soffoca il dolore del lutto nell’alcool.
La situazione non è delle migliori in casa: Sadie è costretta praticamente a vedersela da sola, anche per sfamarsi, ogni tanto commette qualche furto e a scuola si ritrova abbastanza isolata, fatta eccezione per un paio di amichette.
Nonostante tutto, Sadie non si lamenta, fino al giorno in cui la madre si porta in casa il suo nuovo fidanzato: Allen, che scopriamo subito avere una cicatrice sulla pancia.
Come se l'è procurata?
Collegare l’Allen del prologo con questo intruso non è affatto difficile.
I problemi iniziano presto: Allen è uno scansafatiche che manda a lavorare solo Jackie, mentre lui se ne sta sul divano a guardare la TV, dando con rabbia e presunzione ordini a destra e a manca, a suon di minacce.
Per Sadie restare a casa è ormai un incubo: Allen è cattivo, manesco, tirannico, e l’unico sentimento che le suscita, oltre alla paura, è repulsione. Certo, finchè lui non la tocca, la sua situazione sarà sempre migliore di quella del suo compagno, il povero Jamie Brown, il cui corpo è pieno di lividi.
Non sa quanto si sbaglia.
Allen non ha abbandonato la propria natura di pedofilo e Sadie ne farà le spese, subendo abusi sessuali ripetuti e minacce.
La ragazzina, disperata e sola, sa di dover tenere per sé il suo segreto, soprattutto perché lui fa leva sul senso di colpa e vergogna, e sul fatto che nessuno crederebbe mai a un a bambina bugiarda e ladra.

Il dolore lacera l’anima e il corpo di quest’adolescente lasciata a se stessa, che si trova ad affrontare sevizie fisiche e psicologiche che la segneranno per sempre, e che lei deciderà di non raccontare mai a nessuno. 

Come se non bastasse, quando resterà completamente sola al mondo, dovrà decidere se cavarsela da sola o rimettersi nelle mani dei servizi sociali.


L’adolescenza sofferta e turbolenta di Sadie occupa la prima parte del romanzo, e non può che suscitare stupore, indignazione, rabbia di fronte a situazioni drammatiche e tremende, che vedono vittima una minore, abbandonata a se stessa da una madre depressa e sempre ubriaca, e da adulti per lo più ciechi, sordi e incapaci di dare aiuti concreti. Come può crescere e formarsi la personalità di una ragazzina che ha conosciuto solo cattiveria, soprusi, indifferenza e solitudine, e che ha dovuto imparare in fretta come cavarsela da sola e di chi fidarsi? 

La seconda parte del libro è collocata  17 anni dopo.
Sadie Burrows ha 30 anni, ha cambiato cognome e vita, è una donna d’affari intelligente, fredda, cinica, il cui lavoro è disapprovato moralmente dalla società, che vorrebbe tanto saperne di più sullle sue origini, che invece la donna tiene accuratamente celate.

Ma il passato non può essere cancellato da un colpo di spugna e i fantasmi tanto temuti e dolorosi non sempre svaniscono nel nulla. Anzi, a volte ritornano più vivi che mai e reclamano la loro parte nel presente.

Sadie dovrà fare i conti con le terribili esperienze che l’hanno vista tristemente protagonista, sola e indifesa; adesso è una donna adulta, che sa come difendersi e che ha imparato a tenere alta la testa e anche la corazza emotiva per non sentirsi più vittima delle vessazione e dei ricatti altrui.
E se è vero che c’è qualcuno che dal passato merita comprensione perché privo di qualsiasi colpa, è altrettanto vero che qualcun altro merita solo vendetta.
Cosa è disposta a fare la nuova e forte Sadie pur di difendersi dai mostri del passato e mettere in atto la propria vendetta?

Come dicevo, è un romanzo che tratta argomenti crudi e lo fa con un linguaggio altrettanto crudo, spietato, feroce; anzi, devo dire che è così denso delle cattiverie degli adulti, da risultare in alcuni momenti inverosimile...
La realtà raccontata dall'Autrice è un inferno vero e proprio (che lei ha vissuto personalmente, non dimentichiamolo): le persone buone si contano sulle dita di una mano (e ne avanzano), e restiamo quasi stupiti dalla personalità di Zoe, che alla fin fine è una ragazza forte, per la serie "Mi piego ma non mi spezzo". 
La donna che è diventata un po' mi ha spiazzata, ma è pur vero che la sua ostentata durezza è da ricondurre a un'adolescenza disumana che l'ha fatta crescere troppo in fretta.
E' una storia di violenze e soprusi, ai quali la protagonista non soccombe (e questo non possiamo non apprezzarlo) ma ai quali risponde con coraggio e con un gran desiderio di vendetta e riscatto.
Si legge molto fluidamente, per lo stile e per le vicende, che comunque non lasciano indifferenti, perchè ci si arrabbia davanti alle vessazioni e alle ingiustizie, anche se (sensazione mia, assolutamente soggettiva) si fa un po' fatica a empatizzare con la protagonista, che ci appare un po' distante e anaffettiva; nonostante vengano esternati i suoi stati d'animo, l'ho trovata emotivamente piatta, come se l'Autrice si fosse dimenticata di darle una reale "umanità"; non sto giudicando il fatto che l'Autrice abbia dato alla protagonista il diritto di scegliere che tipo di persona essere da adulta (considerata la sua infanzia), bensì mi riferisco a come la Elliott ce la presenta.

E' un romanzo forte e lo consiglio a chi ama le storie ispirate a fatti realmente accaduti, in cui abbondano realtà drammatiche di abusi, che tirano fuori il lato peggiore di certi esseri umani.

Recensione film: Self/less di Tarsem Singh



Domenica sera sono stata al cinema; dopo qualche minuto di indecisione, ho praticamente convinto chi era con me – mio marito e una coppia di amici – a scegliere un “fanta-thriller”: Self/less, di Tarsem Singh.

SELF/LESS


al cinema
Sinossi
Un uomo anziano molto ricco, destinato a morire di cancro, viene sottoposto ad una sperimentale ed innovativa procedura medica che trasferisce la sua mente e la sua coscienza nel corpo di un giovane uomo sano. Non tutto però fila così liscio come dovrebbe e l'uomo inizia a svelare il mistero legato all'origine del suo corpo e all'organizzazione segreta pronta ad uccidere per proteggere i propri intenti.


Damien Hale (Ben Kingsley) è un uomo di 68 anni, un industriale molto ricco e potente, che si è costruito la propria fortuna da solo, con intelligenza e sacrificio, anche a costo di sacrificare i rapporti in famiglia; a risentirne maggiormente è stata la figlia Claire, che ormai adulta non riesce ad accettare serenamente i paterni ed impacciati tentativi di riconciliazione. 
Ma la vita del nostro moderno re Mida sta subendo un arresto, che porta il nome terribile di cancro: Damien è gravemente malato, le metastasi si stanno mangiando gli organi vitali, per cui l’uomo sa che ben presto dovrà lasciare tutte le sue ricchezze (anche in senso letterale, ha la casa ricoperta d’oro) nelle mani di gente incompetente. 
A meno che… 
A meno che non accetti di rivolgersi al Phoenix, un istituto di ricerca scientifico-neurologica segreto, che ha approntato e sta cercando di migliorare una "terapia" per salvare i malati, più precisamente quelle persone utili all'umanità che, pur avendo ancora un cervello attivo e sano, si ritrovano in un corpo malato. 

La suddetta terapia si chiama “shedding”, il suo ideatore è il dott. Jensen (ormai morto) e consiste nel “trasferire” in un corpo “vuoto” di un individuo creato in laboratorio (un involucro da riempire, in pratica) tutta la parte immateriale del soggetto malato, il cui corpo fisico muore, ma non le sue capacità, l’intelligenza, i ricordi.  

Seppur riluttante, Damien accetta, risvegliandosi nel corpo di un giovanotto poco più che 30enne, cui verrà dato il nome di Edward Kidner (Ryan Reynolds). 
Il nuovo Damien è euforico per questo nuovo corpo, atletico e giovane, e inizialmente prende tutto il meglio di questa sua nuova esistenza. 
Se non fosse che il tipo inquietante che lo sta seguendo gli ha raccomandato di prendere ogni giorno delle pilloline rosse; le conseguenze di un’eventuale dimenticanza potrebbero essere gravi ed Edward lo scoprirà presto: gli basterà tardare l’assunzione delle pillole per ritrovarsi preda di forti dolori e vivide allucinazioni che però sono legate a immagini di luoghi e persone troppo concrete e precise per essere semplicemente frutto di immaginazione. 

Com’è possibile? Se il nuovo corpo è stato appositamente creato in laboratorio per quello scopo specifico, che ricordi di una vita precedente può mai avere? 

Nonostante le placide rassicurazioni degli onnipresenti uomini di Phoenix, Damien/Eddie capisce che le persone che vede nelle allucinazioni sono reali e che questo esperimento cui si è sottoposto è frutto di una grande menzogna: il corpo nuovo nel quale vive non è affatto un involucro senza vita e ricordi, ma ha anche esso un passato e c’è qualcuno d’importante che conosce questo suo nuovo sè, che ha anche un nome (Max). 

Chi è Max? E cosa gli è successo veramente?


La ricerca della verità darà il via ad una serie di eventi che metteranno in serio pericolo tanto Damien quanto le persone legate a Max, visto che gli uomini di Phoenix non vogliono che la verità sulle loro inique attività venga fuori. 

Sarà una lotta continua per per la sopravvivenza, fatta di morti, fughe all’ultimo respiro, macchine ribaltate che vedrebbero morto chiunque (tranne un americano, ovvio ), che costringeranno Damien a fare delle scelte per comprendere chi è cosa vuole essere, e a chiedersi se vuole vivere una vita in un corpo che non gli appartiene o lasciare posto al passato di un’altra vita non sua. 

È un film che mescola fantascienza, psicologia e thriller, che tocca un tema sempre affascinante: la presunzione di raggiungere l'immortalità, il desiderio di sconfiggere malattie e morte sfidando la scienza e l’etica, pur di assecondare il delirio di onnipotenza, insito nell’essere umano (nell’americano poi.... ). 

Nel suo genere, può non essere male, come film, è movimentato e adrenalinico  (), e lo spettatore non può che sorridere davanti alle fantasie e alle brame megalomani di scienziati che vogliono vestire a tutti i costi i panni di Dio, ma che si ritrovano a fare i conti con quella parte dell’uomo fatta di ricordi e sentimenti, cui non si può rinunciare, e che neanche un vecchio egoista ha intenzione di barattare. 

Se vi piacciono i film con molta (pseudo)azione e che si muovono sul filo del paradossale, dell'assurdo e dell'americanata più profonda...., Self/less potrebbe piacervi!  

Beh, detto tra noi, la settimana prossima non potrò che scegliere il cinema italiano, in particolare PER AMOR VOSTRO, di Gaudino, con Valeria Golino, vincitrice della Coppa Volpi come miglior attrice protagonista all'ultima e recente Mostra Cinematografica di Venezia.

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lunedì 14 settembre 2015

Recensione: E' LA VITA, JOY di Nell Dunn



Nel weekend appena trascorso devo dire di aver letto non poco.
Ma non ho che un paio di recensioni da condividere con voi, e stasera vi parlerò di un romanzo che fu pubblicato per la prima volta in Inghilterra nel 1967, e all’epoca fece molto clamore.
Da questo romanzo, nello stesso anno, Ken Loach ha tratto il film Poor Cow con Carol White e Terence Stamp.

E' LA VITA, JOY
di Nell Dunn


Ed. Sonzogno
(collana Bittersweet)
128 pp
15 euro
trad. M. Magri
uscita:
 10 settembre 2015
Sinossi
Londra, anni Sessanta. Joy, detta Fiorellino, porta una finta coda di cavallo bionda, ha gambe magre su scarpe di camoscio dai tacchi alti, il corpo esile, i seni grossi.
Non esce di casa senza le sue ciglia finte e i riccioli alla Cleopatra sistemati dietro le orecchie.
A vederla passeggiare per strada guardando le vetrine, scherzando con le amiche, facendo battute sugli uomini, non si direbbe che la sua è una vita di stenti, costellata di guai.
Si è sposata presto, Joy, con un rapinatore, attratta dall'avventura e dai soldi facili. Invece i soldi un giorno ci sono e quello dopo no.
E quando suo marito finisce in prigione lei, rimasta incinta del piccolo Jonny, è costretta a crescerlo da sola. Eppure Joy non si arrende, anche perché a ventidue anni è ancora troppo giovane per rinunciare all'amore. Allora arriva Dave, di nuovo un poco di buono, così più affettuoso e divertente del marito da farla sentire una regina anche quando se ne stanno soli tra quattro mura a fumare, suonare la chitarra o ascoltare le hit preferite alla radio.
D'altra parte, poco importa che sia Dave il vero amore: quando le cose si mettono male anche per lui, povero cristo, ancora una volta Joy non intende rassegnarsi.
E ora, più di prima, dovrà imparare ad arrangiarsi da sola, tra lavoretti precari, storie di una notte, sogni a occhi aperti, scelte difficili, ma anche la forza e la testardaggine di imparare
.

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Joy Steadman è una ragazza 22enne, sposata con Tom e mamma del piccolo Jonny; la famigliola vive in condizioni di povertà e ogni giorno c’è il rischio che Tom venga arrestato perché l'unica attività cui si dedica e che gli permette di portare qualche sterlina a casa è rubare
Tom è un ladro, lo è sempre stato, quello sa fare e di vivere diversamente non ha alcuna intenzione. 
Non è il padre o il marito migliore del mondo, ma è sempre meglio di nulla per Joy, che senza di lui non saprebbe cosa fare per tirare avanti. 
Ma un giorno Tom viene arrestato e Joy deve prendere in mano la vita sua e di suo figlio e arrangiarsi come meglio può; dopo un po’ di tempo sola, ecco che alla sua porta compare un amico di Tom, Dave, anche lui ladro per professione, ma quanto meno più affettuoso e presente rispetto al marito, così iracondo e non di rado violento. 
La convivenza con Dave costituisce per Joy una breve parentesi paradisiaca, che terminerà quando anche lui verrà arrestato e condannato a 12 anni di galera. 
Da quel momento le cose si metteranno male per Joy, che giovane com’è dovrà cercare di nuovo di tirare avanti da sola e con un figlio molto piccolo a carico. 
Cercherà aiuto e un tetto dalla zia Emm – una 50enne bizzarra e sboccata – e troverà un lavoretto in un pub, dove farà amicizia con la collega Beryl, una giovane donna dai... “facili costumi”; le due diventeranno colleghe in tanti sensi e Joy si butterà a capofitto in uno stile di vita tutt’altro che decoroso e rispettabile, pur di racimolare qualche soldino per sé e il suo bimbo, ma soprattutto pur di sfogare la propria voglia e il proprio bisogno di intimità e vicinanza fisica con gli uomini. 

Il sesso diventa un po’ il chiodo fisso di questa ragazza, fondamentalmente sola e infelice, insoddisfatta e frustrata, che non sa neppure lei cosa vuole dalla vita. 

La vita è un gran bel gioco d’azzardo. Devi prendere tutto ciò che puoi... non ti piove certo addosso... il guaio è che non ho ancora trovato nessuno che valga la pena di prendere. 

Joy desidera solo essere felice, serena, avere accanto un uomo che ami lei e il piccolo Jonny, e credeva di averlo trovato in Dave. 
E le lettere che gli scrive (sgrammaticate, frutto della sua scarsa istruzione) testimoniano di questo suo lato sensibile, ingenuo, bisognoso di amore, sicurezza, coccole, che rivela poi la sua natura ancora così giovane, per certi versi infantile, fanciullesca

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Joy è una ragazza che s’è fatta donna attraverso esperienze troppo grandi per lei, che l’hanno resa sfiduciata nei confronti della vita, degli uomini e anche delle donne, con cui è convinta di non poter andare d’accordo, e che disprezza quando rivestono solo il ruolo di mogli fedeli e madri devote. 
Proprio il ruolo in cui non vuole rinchiudersi lei: l’idea di restar tutto il giorno tra quattro mura, a cucinare, rammendare, lavare, vivendo le sue giornate nell’anonimato più completo, privata di passione, amore, gioia…., la fa ammattire. 
Ma allo stesso tempo, una vocina dentro di lei – quella dell’insicurezza nei confronti di un futuro che non si prospetta affatto roseo, e del senso di responsabilità che deve mantenere per amore di Jonny – le suggerisce che un minimo di stabilità va cercata, e forse solo il vecchio e irascibile Tom può dargliene (ma è poi vero?). 

È la vita, Joy è un romanzo breve che si concentra sul personaggio femminile di Joy, una donna molto giovane che la vita, così avara di gioie, mette a dura prova con vari tipi di difficoltà, che lei affronta a testa alta, pensando di poter sfruttare la propria bellezza e sensualità per ottenere un po’ di rispetto e favori, non solo per tirare avanti ma soprattutto per riempire il vuoto affettivo che è dentro di sè
Joy è un personaggio dal carattere sempre positivo, determinato, che non ha alcuna voglia di arrendersi alla vita ingenerosa, ma si sforza con tutta se stessa di non perdersi d’animo, tirando fuori il lato di sé più leggero, superficiale se vogliamo, forse con la convinzione che meno investe sentimentalmente, meno soffrirà. 
Ma la vita è un continuo investimento di se stessi, non fa sconti a nessuno, tanto meno ne farà a una ragazza sola e circondata dalla gente sbagliata
Pur avendo diversi momenti apparentemente frivoli, il romanzo è attraversato da un nota velata di tristezza e tenerezza verso questa protagonista così giovane eppure così “vissuta”, per la quale ci ritroviamo a sperare che qualche vento fortunato le faccia cambiar vita. 

È un romanzo scritto con molta scorrevolezza, con un linguaggio immediato, che passa dalla terza alla prima persona singolare, come se volesse introdurci ogni scena e situazione dall'esterno per poi darci subito il punto di vista di Joy; c’è abbondanza di dialoghi, l’Autrice è scesa al livello della sua eroina, della sua semplicità, anche della sua "ignoranza culturale”, raccontandocene la personalità, le contraddizioni, le paure, le speranze, il tutto immerso in un affascinante contesto Anni '60, che ci giunge più vivo e vicino che mai attraverso le sue memorabili canzoni.

sabato 12 settembre 2015

Romanzi&Epigrafe (settembre 2015)



Una delle prossime letture sarà "Chiamami Legione" di Carmine Caputo, di cui ho parlato QUI.

Ecco la citazione riportata dall'Autore e che introduce la storia narrata.


“È solo una nostra illusione di terrestri 
quella di credere che a un momento ne segua un altro, 
come nodi su una corda, 
e che una volta che un istante è trascorso, 
è trascorso per sempre.”
Kurt Vonnegut


Il significato del termine epigrafe al quale mi rifaccio è quello dato dalla Treccani.it
"Iscrizione in fronte a un libro o scritto qualsiasi, per dedica o ricordo; più particolarm.,
 citazione di un passo d’autore o di opera illustre che si pone in testa
a uno scritto per confermare con parole autorevoli quanto si sta per dire"

venerdì 11 settembre 2015

Frammenti di "Sei la mia vita"



Vi ho già detto che l'ultimo libro del regista Ozpetek è strapieno di frasi belle e che se dovessi scriverle tutte.. beh, farei prima a fotocopiarvelo?

Ecco un altro estratto mini per voi.

Quando mi sento affondare dentro l’onda della disperazione, ecco, allora penso all’amore.
Perché è l’amore che ci salva, l’amore che cambia tutto, l’amore che rende possibile l’impossibile, bello il brutto, accettabile l’inaccettabile.
Anche se ti toglie il sonno, ti accorcia il respiro, ti invade ogni pensiero, senza darti requie. Anche se ti ferisce lasciandoti un segno indelebile. Anche se ti consuma in una passione non corrisposta, che non riesci, non vuoi combattere, ma alla quale ti abbandoni con tutto te stesso, assaporandone ogni lacrima.
Sì, persino soffrire è meglio che sopportare una gelida esistenza.
Perché, quando ami, vivi, e ne vale sempre la pena. Saresti capace di fare qualunque follia in nome dell’amore. Ma anche gesti grandiosi. Potresti valicare davvero confini mai esplorati prima, costruire un tempio in una foresta, un castello in cima a una montagna, trasformarti da vittima predestinata in eroe.
Perché l’amore non ubbidisce ad alcuna logica umana.

Recensione: SEI LA MIA VITA di Ferzan Ozpetek



Buon pomeriggio, cari lettori.
Proverò a parlarvi come meglio posso di questo libro, di cui vi ho donato qualche estratto nei giorni scorsi, ma ammetto che quando una lettura mi è piaciuta e mi ha toccato tanto, dopo averla letta non sempre trovo le parole adatte per condividere le emozioni che mi ha suscitato; ma ci proverò.


SEI LA MIA VITA
di Ferzan Ozpetek


Ed. Mondadori
218 pp
17 euro
Maggio 2015
E' mattina presto e un auto si sta lasciando una Roma mezza addormentata alle spalle: due uomini sono in viaggio, verso una destinazione che il lettore ancora non conosce.

E' un viaggio particolare, questo affrontato dai due uomini, ma non soltanto perchè esso significherà l'abbandono della vita di prima per andare incontro a una vita "diversa", quanto soprattutto perchè è un viaggio nella memoria, nei ricordi; ricordi che il narratore racconta per poterli poi finalmente allontanare da sè così da vivere il presente, e che allo stesso tempo costituiscono la sua vita, e lui desidera condividerla con colui che gli è accanto.

La mia vita è la tua e ora te la racconterò, perché domani sarà solo «nostra».

Il protagonista e narratore, famoso e apprezzato regista, racconta al suo compagno e amore della sua vita quella che è stata la sua esistenza fino a quel momento e prima di incontrarlo, e noi, proprio come il suo compagno, non possiamo fare altro che tacere per ascoltare la sua voce che racconta.

Ed è così che pagina dopo pagina veniamo immersi nel passato del protagonista, ne conosciamo i sogni e le aspettative di quando era solo un ragazzo che ha deciso di lasciare Istanbul per venire a Roma e inseguire il sogno di lavorare nel mondo del cinema.

Conosciamo gli abitanti del palazzo in via Ostiense in cui per anni il regista ha vissuto e il rapporto speciale che aveva con essi, le loro bizzarrie, i pranzi allegri fuori in terrazza, gli scherzi, le confidenze, la gioia di vivere che li caratterizzava: il bel Valerio, con cui subito è entrato in sintonia e che l'ha portato in quel palazzo; l'egocentrica trans Vera, ormai un po' avanti negli anni ma sempre fiera di se stessa, e poi tanti altri
personaggi che in qualche modo hanno gravitato in via Ostiense: un vecchio smemorato con una storia triste alle spalle, una madre del Sud tanto simpatica quanto malandrina; una donna che desidera con tutta se stessa diventare mamma (ci riuscirà, e la sua Luce diventerà un po' la mascotte di tutti); un'altra donna poco fortunata in amore e tradita dalle infedeli congiunzioni astrali; un amico "principe dei ladri" che fa di ogni furto una scena degna di un cabaret; due fratelli che si svelano reciprocamente la propria omosessualità facendo a gara a chi deve dirla per primo all'ignara e tradizionalista famiglia.

Insomma, storie di vita e d'amore, di delusioni e speranze, che come tante tessere vanno a riempire, a colorare, a dare senso all'esistenza e alle esperienze del nostro regista, che intanto cerca di approdare al mondo del cinema, di fare di questo il canale per esprimere se stesso.

"Il mio lavoro, lo sai, è raccontare storie. Non le invento, mi limito a ricostruirle. È così che mi piace pensare. Raccolgo discorsi ascoltati in treno, brandelli di stoffa, pietre colorate, sogni a occhi aperti. Come un paziente artigiano, li osservo attentamente da ogni lato, cerco i punti di connessione, le aderenze, i contrasti, le armonie. Così tesso le mie trame, assurde e necessarie come la vita stessa. Cerco tesori nascosti in fondo ai cassetti, antichi segreti di famiglia che i diretti interessati non scopriranno mai."

"Ogni film è una storia dentro una storia dentro una storia: ciascuno vi coglie ciò che vuole, ma nessuno trova mai quello che ci vedo io. (...) Perché ogni film, in fondo, è una storia d’amore che finisce."

E la sua stessa vita è una grande storia d'amore, che giunge a noi con lo stile e la capacità comunicativa che lo contraddistingue anche nei suoi film: la capacità di essere realista, onesto, di raccontare "cose vere", storie di personaggi reali, ma di farlo con dolcezza, sensibilità, introspezione, una leggera ironia, rispetto per le vite condivise, per le emozioni proprie ed altrui messe a nudo, e che ci toccano, ci commuovono, ci fanno sorridere; di certo, non ci lasciano indifferenti

A dare senso a tutti questi aneddoti c'è sempre lui, il suo amore, che è la ragione, il fine stesso per il quale essi vengono raccontanti; il lettore si ritrova davanti ad un ricco album di fotografie, o se volete alle svariate immagini di un film, che ci scorrono davanti e ci costringono a restare attenti, facendoci travolgere dalle amicizie, gli amori, le scappatelle giovanili, il timore che lo spettro terribile dell'AIDS potesse distruggere ogni felicità (parliamo degli Anni '80, in cui di questa malattia si iniziava a parlare, a bassa voce, e solo il sentirne parlare metteva addosso un odore di ... morte; sono gli anni in cui, ieri più di oggi, parole come omosessualità, Aids, erano accompagnate e guardate dai... "normali" con sospetto, disprezzo, pregiudizio, scherno), come poi inevitabilmente è successo a qualche amico...; e ancora, la gavetta per diventare il regista amato che è oggi, le passioni, le risate e le lacrime, fino ad arrivare alla meta finale del viaggio, che se anche costituisce la "fine di un'epoca", segna contemporaneamente l'inizio di un'altra.

Un'altra vita, un'altra fase vissuta per e nell'amore del suo compagno, consapevole del potere grandioso dell'Amore...:

"...è l'amore che ci salva, l'amore che cambia tutto, l'amore che rende possibile l'impossibile, bello il brutto, accettabile l'inaccettabile. (...) Quando ami, vivi, e ne vale sempre la pena.

...e di ciò che significa per lui l'oggetto di questo amore:

"...tu sei il rosso dell’amore possibile e il viola di quello perduto, il verde dell’amicizia che non morirà mai e il giallo della felicità assoluta. Eppure, se sei diventato la mia vita, è stato solo per caso.Oggi so che se l’amore ti cerca, spetta a te farti trovare. (...) Con te rinasco ogni giorno: parto verso pianeti inesplorati, percorro sentieri mai battuti, senza perdermi mai."

Si dice - e io credo sia vero - che amare voglia dire, tra le tante cose, sacrificio; e la scelta che il protagonista fa nel momento in cui prende la macchina ed insieme al suo compagno vanno via dalla vita di tutti i giorni per andare incontro ad un'altra decisamente più tranquilla, fatta di loro stessi e basta, può essere realmente un sacrificio, ma per lui è necessario e naturale: se la vita prima del suo grande amore era simile a quella di un sopravvissuto ad un disastro ("Il disastro che sarebbe potuta diventare la mia vita se non ti avessi incontrato")..., cosa mai potrebbe diventare la vita dopo e senza di lui, dopo averlo conosciuto, amato ed essersi sentito finalmente vivo ?

Separarsi da colui che è divenuto la tua ragione di vita è impensabile, e allora l'unica soluzione è accompagnarlo in questo viaggio della vita, che spesso lancia qualche brutto tiro, e gli scossoni arrivano più forti che mai proprio quando tutto era sereno.


"Sei la mia vita" è un libro che parla d'amore, d'amicizia, di sogni, di vita vissuta, e Ozpetek ce ne parla con la poesia che gli appartiene, che non si allontana mai dalla (sua, ma in fondo anche nostra) realtà, anzi la poesia la trae da essa, nonostante non sempre sia tutta rose e fiori; la capacità dell'Autore di arrivare al cuore del lettore riposa non soltanto nelle storie narrate, nei tanti e particolari personaggi presentati, nei frammenti di vita condivisi (che pure sono interessanti, coinvolgenti, perchè così umani; del resto, che il regista sapesse fare bene il suo mestiere non avevo dubbi, e non ne avrete neppure voi, immagino), ma ancor di più nel modo in cui vengono raccontati, attraverso un uso delle parole che ti resta incollato dentro, che ti tocca profondamente perchè ti rispecchi, senti che quelle parole, quei sentimenti, quei pensieri... sono gli stessi che provi o hai provato tu, e non puoi non sentire una vicinanza, un'affinità che ti porta spesso, durante la lettura, a fermarti per assaporare ogni passaggio, ogni parola, ogni rigo, che dalla mano e dal cuore dell'Autore passano direttamente al tuo.

Si può parlare di un amore viscerale, appassionato, totale.. senza essere banali, scontati? Si può ricordare e guardare in faccia il fantasma del passato senza essere pateticamente tristi e malinconici?
Sì, è possibile, e Ferzan Ozpetek in "Sei la mia vita" ci riesce.

Mi fermo qui, con questa recensione, e non mi resta che consigliarvi questo libro, che ti travolge dentro tante storie, e lo fa con forza ma allo stesso tempo con delicatezza e una dolce nostalgia che ti resta addosso dal primo all'ultimo rigo, senza darti alcun fastidio. Anzi.

CONSIGLIATISSIMO.

Il ritorno di Isabel Allende: L'AMANTE GIAPPONESE di Isabel Allende (anteprima)



Il romanzo orientaleggiante su cui ci soffermiamo oggi non è di un autore dell'Est, ma di un'autrice cilena amatissima: Isabel Allende, e questa prossima uscita è prevista per ottobre.

L'AMANTE GIAPPONESE
di Isabel Allende


Ed. Feltrinelli
trad. E. Liverani
288 pp
18 euro
in libreria:
15 OTTOBRE 2015
Trama

L’epica storia d’amore tra la giovane Alma Belasco e il giardiniere giapponese Ichimei: una vicenda che trascende il tempo e che spazia dalla Polonia della Seconda guerra mondiale alla San Francisco dei nostri giorni.

“Ci sono passioni che divampano come incendi fino a quando il destino non le soffoca con una zampata, ma anche in questi casi rimangono braci calde pronte ad ardere nuovamente non appena ritrovano l’ossigeno.”

L'autrice.
La scrittrice cilena Isabel Allende è nata il 2 agosto 1942 a Lima (Perù), dove suo padre, Tomás Allende, cugino di Salvador Allende, è diplomatico ufficiale del Cile.E' vissuta in Cile fino al 1973 lavorando come giornalista. Dopo il golpe di Pinochet si è trasferita in Venezuela e poi negli USA. Col suo primo romanzo, La casa degli spiriti, catturò l'attenzione del mondo letterario.

Vasta la sua produzione: La casa de spiriti (1982) D’amore e ombra (1985), Eva Luna (1988), Eva Luna racconta (1990), Il Piano infinito (1992), Paula (1995), Afrodita. Racconti, ricette e altri afrodisiaci (1998), La figlia della fortuna(1999), Ritratto in seppia (2001), La città delle Bestie (2002), Il mio paese inventato (2003), Il Regno del Drago d’oro (2003), La Foresta dei pigmei (2004), Zorro. L’inizio di una leggenda (2005), Inés dell’anima mia (2006), La somma dei giorni (2008), L’isola sotto il mare (2009), Il quaderno di Maya (2011), Le avventure di Aquila e Giaguaro (2012), Amore (2013), Il gioco di Ripper (2013). Negli Audiolibri Emons Feltrinelli: La casa degli spiriti (letto da Valentina Carnelutti, 2012) e L’isola sotto il mare (letto da Valentina Carnelutti, 2010). Inoltre Feltrinelli ha pubblicato Per Paula. Lettere dal mondo (1997), che raccoglie le lettere ricevute da Isabel Allende dopo la pubblicazione di Paula, La vita secondo Isabel di Celia Correas Zapata (2001) e L'amante giapponese (2015). Nel 2014 Obama l’ha premiata con la Medaglia presidenziale della libertà..

giovedì 10 settembre 2015

Segnalazione I Doni delle Muse: IL SERPENTE E LA ROSA di Lisa Laffi



Proseguono le segnalazioni e passiamo al romanzo, "Il serpente e la rosa".
Si tratta di un'opera storica ambientata tra Imola e Forlì in epoca rinascimentale, narrata dal punto di vista di Bianca Riario, figlia di Caterina Sforza.
Un romanzo biografico che narra anni di guerra e di tradimento, ma anche di amore e di arte, unica speranza di immortalità quando si è perduto tutto.

IL SERPENTE E LA ROSA
di Lisa Laffi


Editore: I Doni Delle Muse
 ISBN: 978-88-99167-12-7
 Pagine: 330
Prezzo: 14 euro
Trama

Quando Bianca Riario è costretta ad abbandonare Roma per ritirarsi nella residenza di Forlì, è ormai rassegnata a un ruolo di secondo piano all’ombra della madre, Caterina Sforza. Guidata dallo storico Leone Cobelli, apprenderà tuttavia la complessità delle relazioni politiche che coinvolgono la sua famiglia, fino a comprendere il tradimento che si sta consumando ai danni del Serpente degli Sforza e della Rosa dei Riario.
Unico indizio nelle sue mani, alcune quartine dal significato oscuro che parlano di complotti, in anni in cui è sempre più difficile distinguere alleati e nemici.
Tra congiure e lotte per mantenere il potere, Bianca e Caterina tengono tra le mani le sorti della Romagna anche quando ogni speranza sembra vana.



DAL ROMANZO 

Quegli occhi screziati d’oro non mi abbandonano un istante. Sembrano seguirmi lungo tutta la stanza, studiano ogni mia mossa e paiono in grado di leggere nel mio animo. Il collo della donna che mi osserva malinconica è lungo, elegante e mi ricorda quello di uno dei cigni del nostro giardino, ma sono le mani ad attirare la mia attenzione. Sono bianche, le dita lunghe e affusolate stringono una rosa. Una rosa canina. Per un attimo mi sembra che emani profumo, ma non è possibile. Chi l’ha creata era un genio, ma non era Dio. La rosa e i gelsomini sono un’illusione sulla tela, così come la donna che li stringe dolcemente tra le dita. Sono il simbolo di un’epoca che sta scomparendo. Mi avvicino a piccoli passi e le tocco il volto. «Hai davvero mantenuto la tua promessa» sussurro. La donna mi guarda. Non può sentirmi o forse sa che non sto parlando a lei, ma a qualcuno che ormai non può più udirmi. «Pensavo che tu non potessi morire mai, ma eri un uomo. Gli uomini diventano polvere e tu non fai eccezione. Sarà grazie alla tua arte che tu e io vivremo per sempre».

L'autrice.
Lisa Laffi è laureata in Conservazione dei Beni Culturali e insegnante di Lettere, vive a Imola dove per anni ha lavorato per il giornale Il Nuovo Diario Messaggero. È autrice di una commedia teatrale e di due saggi di storia locale, pubblicati all’interno di Pagina e vita di storia imolesi.

Segnalazione Fantasy per Ragazzi: DRALON di M.C. Willems



Cari Readers e amici, non di rado qui sul blog do spazio alla narrativa per lettori younger, ed oggi desidero presentarvi il primo romanzo, ricco di illustrazioni - si tratta di un fantasy per ragazzi - di un'autrice emergente:

DRALON
di M.C. Willems


YouCanPrint
(self-publishing)
264 pp
15 euro
2.99 euro (e-book)
PROSSIMAMENTE

Sinossi

La famiglia Moffet è una famiglia come tante.
Conduce una vita semplice e tranquilla in una graziosa casetta a due piani nei sobborghi di Londra… questo, fino a quando non riceve, per mano di uno strano postino, un misterioso pacco che la catapulterà, senza volerlo, in un mondo sconosciuto e fantastico; un mondo al contrario, popolato da bastoni e ciottoli parlanti, scarpe che danno il benvenuto, custodi di sasso, lampade e calderoni magici, indovini burloni e fiammiferi urlanti in grado di svelare strade segrete.

Un magico e avventuroso viaggio che porterà i protagonisti a scontrarsi contro malvagie forze oscure e a percorrere gli impervi sentieri del cambiamento e della crescita interiore.


L'autrice.
M.C. Willems, vive con suo marito Pieter e il suo gatto nero, Sméagol, in un piccolo paese delle Fiandre. Lavora a tempo pieno come impiegata e nel tempo libero scrive e illustra storie per ragazzi.
Con “Dralon”, primo capitolo di una trilogia di genere fantastico, debutta ufficialmente in veste di scrittrice.
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