sabato 14 novembre 2015

Recensione: UN GIORNO COME UN ALTRO di Filippo Venturi



Una storia avventurosa che ha dell'incredibile e che ruota attorno ad uno dei dipinti più affascinanti di sempre: "Ragazza col turbante" di Vermeer, nota forse soprattutto come "Ragazza con l'orecchino di perla".


UN GIORNO COME UN ALTRO
di Filippo Venturi


Editore: Pendragon
Anno: 2015
Prezzo: 14,00 
(ebook 6,99)
Pagine: 221
Il romanzo prende avvio da una circostanza molto recente e vera: dall’8 febbraio al 25 maggio 2014, il capolavoro di Vermeer è stato in Italia, a Bologna, esposta e sotto gli occhi di tutti all'interno del Palazzo Fava.

Da questo evento culturale di rilievo prende le mosse la vicenda di Martino il Matto, un uomo scapestrato, dalla vita disordinata, che vive di furtarelli; proprio quando una sera ne compie uno dei suoi, ecco che la polizia gli è alle calcagna; eppure lui, nonostante sia in groppa alla propria bicicletta sgangherata, riesce a seminare una volante e a rifugiarsi dentro un palazzo nel centro di Bologna, che appare disabitato e sicuro.
Ma quel palazzo non è un luogo qualsiasi: si tratta del Palazzo delle Esposizioni, storico edificio che al momento ospita una mostra importantissima.
Una mostra che sta accogliendo, tra i tanti capolavori, quello che rapirà lo sguardo del nostro Martino, facendolo quasi "innamorare": lei, ragazza col turbante e l'orecchino di perla, Griet.
Senza pensarci mezzo secondo, Martino compie il gesto più scellerato che abbia mai commesso in vita sua: prende il quadro e lo porta via.
Se lo porta a casa! Come se niente fosse.
Quando il giorno dopo i responsabili della galleria scoprono il posto vacante, non possono che allarmarsi! Ma che figura ci farebbero agli occhi del mondo se si venisse a sapere che Bologna s'è lasciata derubare del capolavoro di Vermeer come se si trattasse di una mela rubata alla bancarella del mercato?
Menomale che c'è sempre il pittore semisconosciuto che fa qualche riproduzione più o meno fedele di certe opere d'arte, così - fintanto che le indagini procedono - un falso potrebbe sostituire il vero, sperando che nessuno se ne accorga.

Ma intanto il vero quadro va trovato, e il commissario Petrella - un tipo gretto, irascibile e dalle modalità di lavoro non sempre ortodosse e consone al proprio ruolo - sa che questa potrebbe essere la sua inchiesta, quella che potrebbe dargli una certa rinomanza.
E per trovare la ragazza dipinta rapita è disposto a tutto, anche a scomodare un vecchio amico d'infanzia - che col tempo è diventato nemico, in una sorta di gioco grottesco di "guardia e ladri" - attualmente in carcere, Giuseppe Mangone, col quale i rapporti non sono idilliaci, soprattutto perchè l'arrogante e indisponente Petrella non fa che minacciare e umiliare l'ex amico, che decide di aiutarlo pur covando dentro di sè sentimenti ostili verso il commissario poco irreprensibile.

Nel frattempo, anche Martino - consapevole di non poter custodire e mantenere un segreto così pesante tutto da solo - ne parla con un amico fidato, chiamato il Professore, e con lui organizzano il colpaccio del secolo, quello che o potrebbe portarli dritti dritti in galera, o che potrebbe permettere loro di guadagnare un saccaccio di soldi, oltre che prendersi qualche rivincita contro coloro che finora li hanno solo umiliati, credendosi i furboni di turno.

Giorni di fuoco, quindi, in cui poliziotti e ladri si rincorrono, si danno la caccia, si telefonano, coinvolgendo gente interessata all'acquisto del quadro rubato e disposta quindi a sborsare un bel po' di quattrini.
Attenti, però, quando sembrerà che Martino abbia optato per una scelta, potrebbe scattare il colpo di scena che rivoluziona tutto e rimescola le carte!
Perchè il nostro "occhio di gatto", forse non sarà un ladro di prima classe, fine ed elegante come Sheila e le sue sorelle, tra l'altro ha pure i suoi problemi sentimentali e le sue infantili nostalgie nei confronti del ricordo materno - che lo rendono quasi un bambinone, ai nostri occhi - ma una cosa è certa: è matto davvero, perchè ha il coraggio di un incosciente, consapevole di aver avuto ben poco dalla vita e di essere arrivato ad un punto di essa in cui... "o la va o la spacca". Tanto vale tentare, no?

Capitoli brevi, introdotti ciascuno dai versi di canzoni note, che si susseguono ad un ritmo concitato, con uno stile ed un linguaggio vivaci, realisti, che sullo sfondo di una Bologna affollata raccontano le giornate di questi personaggi dalla personalità ben delineata, che sembrano usciti da una sorta di commedia poliziesca in cui l'azione è tutto, ma lo sono ancor di più le dinamiche che si incrociano: ricatti ed estorsioni, gente trovata inspiegabilmente morta, polizia disperata alla ricerca della soluzione più sicura ad un caso assurdo, commissari poco onesti che devono fare di tutto per salvarsi la pelle e la reputazione..., e intanto c'è sempre lo sguardo di una giovane ragazza dalle labbra sensuali che è l'oggetto del contendere e che ti guarda con la sua aria stupita ed espressiva.
Tutto questo narrato con una bella verve, una dinamicità ed una scorrevolezza che ti permettono di immaginare ogni scena come se stessi guardando un film dalle sequenze veloci, durante il quale ti accorgi che dei veri e propri "buoni" non ci sono, e che quindi non ti resta che fare il tifo per quello sciagurato di un ladro, un antieroe testardo e determinato, protagonista di un'avventura che ha dell'incredibile.
Si arriva al finale ammirando con un sorriso i diversi colpi di scena pensati dall'Autore.

Un libro piacevole, bello movimentato, molto fluido, ben scritto, efficace nel linguaggio come nello sviluppo delle vicende come nei personaggi coinvolti.
Consigliato!


Epigrafe ( "La guerra di Piera")



La citazione di Silvestra Sorbera come epigrafe al racconto "La guerra di Piera":

"Io ne coglierò il ricordo seguendo il sogno mio,
forte come l'oceano e il vento,
è questo che sono io".

Noemi, "Il cielo toccherò"


Il significato del termine epigrafe al quale mi rifaccio è quello dato dalla Treccani.it
"Iscrizione in fronte a un libro o scritto qualsiasi, per dedica o ricordo; più particolarm.,
 citazione di un passo d’autore o di opera illustre che si pone in testa
a uno scritto per confermare con parole autorevoli quanto si sta per dire"


Prossime letture (novembre 2015): "Il lungo addio" e "Fuga senza fine"



Accade che nel corso della lettura di un libro, notiamo titoli di libri che magari non conoscevamo e che però ci incuriosiscono, soprattutto se sono importanti per il protagonista; beh, forse succede anche a voi, ma a me capita di far caso pure ai libri che compaiono (o che vengono citati dai personaggi) nei film; le mie prossime letture riguarderanno proprio un paio di titoli che non conoscevo ma che mi hanno attirato.
Dove li ho presi? Da una serie tv italiana (che mi è venuta voglia di vedere nei giorni scorsi), andata in onda qualche anno fa su Rai Uno, "Il segreto dell'acqua" di Renato De Maria.

Da lettrice semi-compulsiva, non potevo non fare caso ad essi ed annotarmeli, finendo per procurarmeli.

Li conoscete? Li avete letti? Cosa ne pensate? ^_-


IL LUNGO ADDIO
di Raymond Chandler


Ed. Feltrinelli
trad. B. Oddera
320 pp
9 euro
2013
Trama

Quando Philip Marlowe, l'investigatore privato ideale di Raymond Chandler, vede per la prima volta Terry Lennox ubriaco in una Rolls Royce fuori serie di fronte alla terrazza del 'Dancers' non sa ancora quale influenza avrà sul suo destino. 
Lo sorregge tra le sue braccia, comunque, dopo che la donna che lo accompagnava ha tagliato la corda con la Rolls, accennando a un appuntamento irrecusabile, e cerca di tenerlo su in tutte le maniere, non solo fisicamente. 
Così si lega a Terry in una tormentosa successione di eventi pericolosi. L'amicizia virile, movimento classico del romanzo di avventura, è qui celebrata quasi oltre ogni limite. 
Nell'amicizia virile come nell'amore bisogna essere in due, ma la quota di amicizia o d'amore non è mai uguale.

L'autore.
Raymond Chandler (Chicago, 1888 - La Jolla, 1959) dopo gli studi in Inghilterra torna in America e si stabilisce in California. Inizia a lavorare nel campo petrolifero, ma nel 1933 collabora con la rivista gialla “Black Mask” che aveva lanciato il genere poliziesco d’azione. Nel 1939 pubblica il suo primo romanzo, Il grande sonno, che ha per protagonista l’investigatore privato Philip Marlowe. Nel 1943 firma un contratto con la Paramount e comincia a lavorare per il cinema come sceneggiatore. Intanto la salute, minata dall’alcol, si deteriora e un anno dopo la morte della moglie, avvenuta nel 1954, Chandler tenta il suicidio. Iniziano i soggiorni in cliniche private per disintossicarsi. Muore prima di aver terminato l’ottavo romanzo di Philip Marlowe, The Poodle Spring Story. Feltrinelli ha pubblicato: I racconti della semplice arte del delitto (1962), Otto storie inedite (1964), Blues di Bay City (1966, edizione ampliata 1975), L’uomo a cui piacevano i cani e altri racconti (1974), Il grande sonno (1987), Addio mia amata (1988), La signora nel lago (1988), La sorellina (1989), Il lungo addio (1989), Finestra sul vuoto (1990), Ancora una notte (1990), Vento rosso e altri racconti (2012) e, nella collana digitale Zoom, La donna nel lago (2012)
.


FUGA SENZA FINE
di Joseph Roth


Ed. Adelphi
trad. M.G. Paci Manucci
151 pp
9 euro
1995
Dalla steppa siberiana all’asfalto di Parigi e Berlino, fra amori facili e amori impossibili: il romanzo del disincanto e dello smarrimento nell’aria di Weimar.

In Fuga senza fine, Franz Tunda, tenente dell’esercito austriaco, viene fatto prigioniero dai russi e riesce a salvarsi grazie all’aiuto di un mercante di pellicce siberiano, che lo nasconde in casa sua. 
A guerra finita, Franz, dopo molte peripezie e avventure sentimentali, ritorna finalmente in Austria, ma ormai non è più lo stesso. 
Metafora del disincanto e dello smarrimento che ha colpito la generazione vissuta in Europa tra le due guerre, questo breve e intenso romanzo è considerato il più autobiografico tra quelli di Roth.


«Io so soltanto che non è stata, come si dice, la ‘inquietudine’ a spingermi, ma al contrario – una assoluta quiete. Non ho nulla da perdere. Non sono né coraggioso né curioso di avventure. Un vento mi spinge, e non temo di andare a fondo» (JOSEPH ROTH)


L'autore.
Joseph Roth - Scrittore austriaco (Schwabendorf, Volinia, 1894 - Parigi 1939). L'amore per la sua terra e il rimpianto per un'atmosfera storica e sociale ormai tramontata dominano la sua opera soprattutto di romanziere, fedele al credo realista ma lontano dall'aridità cronachistica di altri contemporanei.

venerdì 13 novembre 2015

Cito e canto: TURN BACK TIME



Un pezzettino di "Il suggeritore" con canzone associata... ^_-

"Perchè tornare indietro si può, si deve.
C'è sempre un momento in cui, a forza di procedere e di guardare solo avanti,
si percepisce qualcosa - un richiamo -
e ci si volta un poco per vedere se laggiù ogni cosa è rimasta uguale,
o se invece è cambiato qualcosa in chi ci siamo lasciati alle spalle, e in noi.
Arriva quel momento, per tutti.


TURN BACK TIME
(Aqua)

If only I could turn back time
If only I had said what I still hide 
If only I could turn back time 
I would stay for the night. 
For the night... 

Claim your right to science 
Claim your right to see the truth 
Though my pangs of conscience, 
Will drill a hole in you



 

L'ULTIMO TRENO PER ISTANBUL di Ayşe Kulin (novità Newton Compton)



Salite a bordo di un romanzo unico in un incredibile viaggio nella storia della Turchia dalla voce della scrittrice turca più letta e amata, Ayşe Kulin, autrice bestseller, che ha collocato la sua storia in un contesto storico sempre molto complesso come quello della Seconda Guerra Mondiale.


L'ULTIMO TRENO PER ISTANBUL
di Ayşe Kulin

Ed. Newton Compton
trad. L. Di Maio
336 pp
13 euro
Novembre 2015

Trama

Selva, figlia dell’ultimo pascià ottomano della Turchia, può avere qualunque uomo desideri. 
Ma il suo batte per Rafael Alfandari, un ragazzo ebreo, figlio del medico di corte. 
Ovviamente, a causa della forte disparità sociale e culturale tra i due, le famiglie si oppongono, per questa ragione i due innamorati si sposano di nascosto e scappano a Parigi per farsi una nuova vita. Ma quando i nazisti occupano la Francia, la coppia, lontana da casam imparerà sulla propria pelle che niente – né la guerra, né la politica, né la religione – può spezzare gli antichi legami di sangue. Grazie all’aiuto dei coraggiosi diplomatici turchi, infatti, organizzeranno un piano per mettere in salvo i membri della famiglia Alfandari e molti altri ebrei. 
Insieme, saranno costretti ad attraversare un continente in guerra, a entrare in territorio nemico e rischiare tutto nel disperato tentativo di ritrovare la libertà. 
Da Ankara a Parigi, dal Cairo a Berlino, L’ultimo treno per Istanbul racconta una appassionante storia d’amore e avventura, scritta da una delle autrici più famose della Turchia.

L'autrice.
Nata nel 1941, la Kulin è una delle autrici più amate della Turchia, e i suoi libri hanno venduto in patria più di dieci milioni di copie. Nel 2011, l’edizione turca della rivista «Forbes » l’ha definita la scrittrice più influente in tutto il Paese. Oltre ad aver firmato diversi bestseller internazionali, ha lavorato come produttrice e autrice cinematografica e televisiva. L’ultimo treno per Istanbul è il suo primo libro pubblicato in Italia. Ha quattro figlie e vive a Istanbul.

giovedì 12 novembre 2015

Le cover di "Ally nella tempesta" (The Storm Sister) di Lucinda Riley



Qualche giorno fa vi ho anticipato che a gennaio arriverà in libreria il secondo libro 
della serie "Le Sette Sorelle" di Lucinda Riley
 ("Ally nella tempesta").

Eccovi le cover.

Quale preferite? quale non vi piace per niente?

Giunti

lingua inglese




















lingua inglese

lingua inglese



















protoghese

norvegese



















tedesca


Frammenti di... Il suggeritore



Un passaggio tratto da Il suggeritore di Donato Carrisi (aspettando La ragazza nella nebbia):


"Mila pensava che ognuno di noi ha una strada.
Una strada che porta a casa, alle persone più care, a ciò cui siamo maggiormente legati.
Di solito la strada è sempre quella, la s'impara da piccoli, e ognuno la segue per tutta la vita.
Ma capita che quel cammino si spezzi.
A volte ricomincia da un'altra parte.
O, dopo aver disegnato un percorso tortuoso, 
ritorna al punto in cui si era spezzato.
Oppure rimane come sospeso.
A volte, però, si perde nel buio.".

mercoledì 11 novembre 2015

Recensione: IL SEGRETO DI EMANUELA ORLANDI di Pino Nazio



Ho appena terminato di leggere il saggio, sotto forma di romanzo, del giornalista Pino Nazio su uno dei casi di scomparsa più famosi e misteriosi d'Italia, che porta il nome di Emanuela Orlandi.

IL SEGRETO DI EMANUELA ORLANDI
PAPA WOJTYLA, LA TOMBA DEL BOSS
E LA BANDA DELLA MAGLIANA 
di Pino Nazio


IL SEGRETO DI EMANUELA ORLANDI
Sovera Edizioni
Il libro è ambientato ai nostri giorni, più precisamente parte dal 14 maggio 2012, un giorno considerato importante nell'ambito della ricerca della verità in questo difficile caso.
E' il giorno in cui la tomba del boss della Magliana, Enrico De Pedís  - morto nel febbraio del 1990 - sta per essere aperta, e con la sua apertura si spera che si chiuda finalmente un cerchio aperto da troppi anni.
Sono in molti a credere che accanto ai resti del capo della banda della Magliana ci siano quelli di Emanuela Orlandi, scomparsa il 22 giugno del 1983, quando aveva soltanto 15 anni. 
La ragazzina, figlia di un commesso del Papa e cittadina vaticana, sparì misteriosamente tra i vicoli del centro di Roma, dopo essere uscita dalla scuola di musica dove studiava flauto.

Le indagini partirono immediatamente, dopo l'allerta da parte della famiglia, preoccupatissima, e da lì sarà un susseguirsi di ricerche, rivelazioni, telefonate anonime,depistaggi e decine di ipotesi: intrigo internazionale o ricatto interno al Vaticano, festini sessuali o maniaco isolato? 

Attraverso due personaggi - che per ragioni diverse cercano entrambi la verità su Emanuela -, Jacopo e Lorenzo, seguiamo lo sviluppo dell'analisi di quanto è accaduto in questi trent'anni, che rimanda poi agli incontri dell'Autore con decine di protagonisti in qualche misura coinvolti, ai luoghi visitati, alle
testimonianze inedite raccolte, per cercare di trovare un nesso, un senso... alle intricate ed ambigue vicende che riguardano questo caso.

"In questa storia ci sono entrati tutti, dai Servizi segreti ai terroristi, dalla finanza internazionale alla banda della Magliana."  

fa dire Nazio ad uno dei due protagonisti, che cercano di partire dall'inizio, mettendo nero su bianco le svariate ipotesi relative alla scomparsa di Emanuela:

1. fuga volontaria
2. rapimento a scopo sessuale
3. sfruttamento della prostituzione minorile o la tratta delle bianche
4. il sequestro per chiedere la liberazione di Agca
5. una ritorsione verso il padre di Emanuela, Ercole, che con il suo lavoro poteva aver visto qualche cosa
che non doveva vedere
6. il ricatto, per farsi ridare i soldi messi nel Banco Ambrosiano o nello Ior *
7. Emanuela viva, a casa di suo fratello, sotto falsa identità.

Nel corso delle loro conversazioni, seduti al tavolino di qualche bar nella città eterna, mentre sfogliano fascicoli e documenti in ordine cronologico, utili a ripercorrere tutto l'iter delle indagini, delle persone coinvolte in 30 anni, Jacopo e Lorenzo cercano di essere lucidi e oggettivi, provando a analizzare ogni ipotesi, a sviscerarla a fondo, nei minimi particolari, alla ricerca di chi, perchè, quando, come, dove.

E piano piano, insieme a loro, il lettore viene portato, in qualche modo, a dare più o meno attendibilità a delle ipotesi piuttosto che ad altre, scartando le più deboli e le più improbabili.
O le più dolorose, come quella che vede coinvolto addirittura il fratello di Emanuela, Pietro.
Certo, non è affatto una novità come in casi come questi, dal fortissimo impatto mediatico, che durano per anni, che sono finiti in tv e sui giornali, ci sia sempre lo sciacallo di turno, quello che crede di poter giocare sulla pelle e sulle sofferenze altrui, o "semplicemente" chi per lavoro è convinto di una certa teoria e decide di portarla avanti e "dimostrarla" (???), nonostante l'assenza di evidenze scientifiche inconfutabili (vedi ciò che sostiene nel proprio libro Roberta Hidalgo).

Ciò che di sicuro resta presente e pesante come un macigno è il dolore straziante di una famiglia; un dolore che cresce pian piano da quel pomeriggio di giugno 1983, un pomeriggio estivo come tanti altri vissuti in famiglia, ma che diverrà l'incubo peggiore che la famiglia Orlandi si ritroverà mai a vivere.
Un incubo che ad oggi non ha avuto ancora una conclusione, una spiegazione univoca, logica, che permetta di capire chi sono i responsabili, tanto coloro che hanno architettato tutto, quanto coloro che l'hanno realizzato con le proprie mani.

Leggendo, il lettore si ritrova immerso in una serie di intrighi e ipotesi, che vedono coinvolti i "personaggi" che vi ho menzionato più su; vi sono un sacco di date, avvenimenti, nomi, ma tutto è esposto con ordine, anche perchè l'autore alterna il presente di Jacopo e Lorenzo, con il passato, che chiaramente parte dal 1983, da quando la piccola Emanuela è stata strappata dall'affetto dei suoi cari e dalla sua vita di normalissima adolescente, con i suoi sogni, i suoi piccoli problemi, le sue passioni.

Mi è sembrato di (ri)vivere (seppur con l'immaginazione) insieme alla famiglia Orlandi le ore e i giorni immediatamente successivi alla scomparsa, in cui si sono susseguite telefonate, segnalazioni, presunti avvistamenti, testimonianze.
E nel corso del tempo, diverse voci maschili si faranno sentire a telefono - Pierluigi, Mario, l'Americano... - per dare notizie e indicazioni spacciate per certe ma che non portano a nulla di fatto, così come tante volte sembrerà di essere lì lì per arrivare a scoprire dov'è Emanuela..., per poi ritrovarsi a 32 anni dopo...,  e di quella ragazzina dai capelli lunghi e scuri e la fascia in testa, non si è saputo nulla, se non quello che qualcuno s'è premurato di diffondere.

Perchè una cosa mi sembra chiara: nel corso del tempo, e fin da subito, "qualcuno" ha cercato di depistare, di far puntare i riflettori su una pista piuttosto che su un'altra, fino a rendere tutta la storia un'accozzaglia di speculazioni e ipotesi che alla fine a nulla hanno portato.

E dagli accorati appelli di Papa Wojtyla - convinto (???) che Emanuela fosse stata vittima di terrorismo internazionale (!) - alle dichiarazioni dell'amante di Renatino De Pedis, arriviamo alla fine del libro, forse con almeno una vaga idea di quanto e di quello che c'è sotto e dietro la sparizione di una ragazzina innocente.

Collegato al caso di Emanuela, c'è anche quello di Mirella Gregori, scomparsa misteriosamente poco tempo prima e tutt'ora anch'esso annoverato tristemente tra "i misteri d'Italia".

Un libro che illustra in modo chiaro le varie ipotesi e piste legate alla scomparsa di Emanuela Orlandi; se la cronaca nera e gli intrighi nazionali ed internazionali vi interessano, immagino che questo libro possa fare al caso vostro, come è stato per me.


L'Istituto per le Opere di Religione, anche noto come "Banca Vaticana", è un istituto pontificio di diritto privato, creato nel 1942 da papa Pio XII e con sede nella Città del Vaticano

Frammenti di...: "Il segreto di Emanuela Orlandi"



Sto leggendo il saggio-romanzo di Pino Nazio sul caso della scomparsa misteriosa di Emanuela Orlandi, cittadina vaticana di cui si son perse le tracce da ormai 32 anni.

Al netto dell'accurata documentazione riportata dall'Autore, circa le tante piste seguite dagli investigatori e
dalla Polizia, e di tutta la cronologia degli eventi legati al tragico caso di questa ragazza (che oggi avrebbe 47 anni), ciò che colpisce sono le riflessioni e il tentativo di empatizzare con la sofferenza lacerante ed infinita che la famiglia Orlandi ha provato nel corso di tutti questi anni, e sta provando ancora a fronte di una verità che tarda ad arrivare.

Ecco uno stralcio che tocca proprio questo aspetto fondamentale, cioè quello emotivo, psicologico, che si concentra essenzialmente sulla paura di non arrivare mai a scoprire cosa è realmente accaduto e sulla consapevolezza che l'incertezza è decisamente più straziante di una tremenda verità.

Era bastato che una sera, mentre ci si stava mettendo attorno al tavolo per la cena, uno dei componenti della famiglia non facesse ritorno, perché, di colpo, l'esistenza di sei persone venisse segnata per sempre.
Là dove c'era il lavoro quotidiano e la gioia di veder crescere i figli nati da un matrimonio d'amore, fatti di mille microscopici problemi e di grandi gioie, era arrivato all'improvviso il dolore lancinante della paura. Paura (...) al pensiero di quello che poteva subire una figlia, una sorella, paura che Emanuela fosse morta, paura di trovare il suo corpo in un luogo oscuro, paura di non trovarlo mai, paura di non conoscere mai la verità. E, forse, fra tutte le paure, la  peggiore era non conoscere mai la verità, quella che nemmeno il passare degli anni, dei decenni, avrebbe potuto lenire. Non era solo l'idea della morte, era di più, la consapevolezza di non avere neppure un luogo dove piangere e posare un fiorenon era solo il ritrovamento di un corpo che potesse raccontare le pene subite, era immaginare torture disumane su un essere acerbo. Non era solo sapere un epilogo atroce, ma non sapere nulla. Arrovellarsi all'infinito. 
A una notizia terribile ogni organismo reagisce, trova delle spiegazioni, descrive degli scenari che aiutano a superare il profondo trauma subito. 
All'assenza di certezze, al dubbio, al racconto della fantasia è molto più difficile porre rimedio.
Quasi impossibile.

È una maledizione che accompagna fino all'ultimo istante l'esistenza terrena.
Come porto sicuro su cui condurre la propria piccola imbarcazione flagellata dal mare in tempesta c'è la fede, la convinzione che dopo questa vita ci sia quella eterna, un Paradiso dove Emanuela sarebbe stata di nuovo in mezzo alla sua famiglia.

Ultime pubblicazioni Neri Pozza (novembre 2015)



Novità Neri Pozza, dai titoli e dalle copertine accattivanti... e dalle trame sempre articolate e, a prima occhiata, avvincenti.

Vi lascerete tentare?
Ce ne sono per tutti i gusti: da storie di personaggi realmente esistiti ad altre che mettono su piccole "commedie" familiari o che aprono il velo sul complesso universo dei rapporti matrimoniali.


NOI DUE E GLI ALTRI
di Fionnuala Kearney

Ed. Neri Pozza
trad. C. Peddis
432 pp
18 euro
Novembre 2015
Trama

Beth è una donna tradita, delusa e stanca di perdonare le continue scappatelle del marito Adam.
Passi la prima..., perdonata per non buttare all'aria quella che sembrava una vita felice, vissuta nella casa a tre piani in stile edoardiano, dove ha cresciuto la loro figlioletta Meg, e dove, al chiuso della propria mansarda ha ricavato il suo studio, componendo le sue canzoni, per scacciare definitivamente l’ombra del primo tradimento. 
Ma come perdonare, però, un marito che ti tradisce una seconda volta, per giunta con una «cameriera» che ha la metà dei suoi anni? 
E come non cadere dopo una simile doppia ferita nell’incertezza nei riguardi del mondo e di sé stessa?
Adam si è reso conto di essere nei pasticci nell’istante stesso in cui ha incontrato Emma nel ristorante in cui lavora, ma neanche il pensiro della moglie Beth, così bella, fedele e piena di talento, lo ha fatto desistere dall'adulterio.
Ogni Natale, da dieci anni, Adam arresta la sua auto dinanzi a una sontuosa casa di Hampstead, a Londra, con un regalo impacchettato con cura sul sedile del passeggero. E ogni Natale scruta al di là delle finestre, cercando di cogliere quanto accade all'interno, poi mette in moto e si allontana.
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In quella casa si cela qualcosa che Adam non ha mai osato confessare a Beth. 
Ma nessun segreto resiste alle circostanze della vita. Da quel lussuoso appartamento di Hampstead si riverserà, infatti, su Beth, sulla ormai diciannovenne Meg e su Adam stesso un ciclone a confronto del quale quello rappresentato dalla sfrontata, giovane Emma non è che una piccola tempesta.

L'autrice.
Fionnuala Kearney vive ad Ascot con il marito. Noi due e gli altri è il suo primo romanzo. 




CONCERTO DI UNA SERA D'ESTATE SENZA POETA
di Klaus Modick


Ed. Neri Pozza
trad. R. Cravero
192 pp
16 euro
Novembre 2015
Trama

Worpswede, nord della Germania, secolo scorso. Una dimora, con le pareti bianche e le finestre chiare, circondata di rose e, soprattutto, di betulle, spicca fra le tante fattorie tozze e cupe della regione.L'hanno denominata Barkenhoff, la casa delle betulle e tutto ciò che c'è in essa è frutto della creatività di Heinrich Vogeler, il «principe azzurro di Worpswede», il re dello Jugendstil, lo stile nuovo che ha elevato ad arte l’ornamento; un giovane uomo che si aggira nelle campagne intorno alla casa in completo da bohémien Biedermeier, con tanto di colletto rialzato e fazzoletto da collo, cilindro e bastone da passeggio. 
Barkenhoff ha attratto presso di sé i maggiori artisti e letterati dell’epoca, tra cui il poeta Rainer Maria Rilke, che ha dato del filo da torcere a tutti a Worpswede, andandosene in giro con la camicia fuori dai pantaloni e declamando versi nella sua stanza, mentre picchiava sull’assito i suoi stivali rossi a ritmo indolente e irregolare.
Invitato per l’Esposizione d’arte della Germania nordoccidentale, Vogeler sta per andare a Berlino, dove si presenterà nel suo travestimento da «principe azzurro di Worpswede» per ricevere la Gran medaglia d’oro per l’arte e la scienza per il suo Concerto, un quadro ritenuto un inno sonoro alla pace della sera, un momento di festa, di gioia di vivere meditativa. 
Ma non è così anche per Vogeler; anzi, quel quadro per lui rappresenta l’esatto opposto: una tragica assenza e un fallimento. 
La tragica assenza è quella di Rilke, che avrebbe dovuto prendere posto fra due donne.
E invece il posto è vuoto, a testimoniare la fine del sodalizio tra un artista e un poeta che non si limitava a poetare.
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,
Il fallimento è quello dell’intera famiglia del Barkenhoff, la comunità di artisti andata in pezzi quando le dolci parole del poeta, per il quale le donne erano amanti o, nella migliore delle ipotesi, muse, sono improvvisamente apparse solo come vuote ideologie, prediche di un ciarlatano.

Magnifico romanzo sull’origine di uno dei quadri più noti dell’inizio del secolo scorso e su una delle esperienze artistiche più originali del Novecento, Concerto di una sera d’estate senza poeta illumina un’epoca di grandi passioni e amori.

L'autore.
Klaus Modick, nato nel 1951, è uno dei più noti scrittori tedeschi, vincitore di numerosi premi, tra cui il Bettina-von-Arnim-Preis. Tra le sue opere Sunset (2011),Der kretische Gast (2003) e Vierundzwanzig Türen (2000).

LA REGINA DEL DESERTO 
di Georgina Howell


Ed. Neri Pozza
trad. A. Zabini
608 pp
18 euro
Novembre 2015

È il 22 marzo 1921. Davanti alle Piramidi d’Egitto tre turisti occidentali posano per una foto a dorso di un cammello. I primi due sono il ministro delle Colonie, Winston Churchill, e lo scrittore paladino del nazionalismo arabo, Thomas Edward Lawrence. Il terzo è l’archeologa, poetessa, linguista e maggiore dell’esercito Gertrude Bell.
Chi è quella donna così influente e talentuosa da essere paragonata a Elisabetta I che ha scelto di scendere in competizione con gli uomini seguendoli nelle imprese eroiche mediorientali di inizio Novecento? 
Dopo la laurea in Storia a Oxford, Gertrude rinuncia agli agi di una vita ricca per partire verso i territori dell’Impero Ottomano. 
Sincera fino all'estremo, tutt'altro che diplomatica, assetata di conoscenza e di giustizia, detesta sentirsi vincolata a un unico luogo; per questo non le basta più il controspionaggio inglese e la richiesta di Churchill di far parte del gruppo di «orientalisti» che traccerà il nuovo assetto del Medio Oriente. 
Gertrude vuole afferrare le complesse contraddizioni di quella terra assolata, così parte alla volta della Palestina. 
Nel 1917 l’esercito britannico le ordina di stabilirsi a Baghdad nelle vesti di «segretaria orientale», dove rimane dieci anni; gli ottimi rapporti di collaborazione con re Faysal, la fondazione della Biblioteca pubblica e del Museo nazionale iracheno sono solo alcuni dei tasselli con cui Gertrude dà il via al processo di costruzione di uno stato arabo indipendente e a una fase di stabilità politica che durerà per ben trentadue anni. 

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Riportata in auge dal film di Werner Herzog (con Nicole Kidman nei panni di Gertrude Bell), La regina del deserto racconta l’incredibile storia della «Lawrence d’Arabia al femminile »: una donna coraggiosa, altruista e capace come pochi di comprendere l’animo umano. Un libro avvincente e riccamente documentato che ci consegna non soltanto la prima eroina del Novecento, ma anche il ritratto di una terra antica che rischia di scomparire sotto i colpi di mortaio di una guerra infinita.

L'autrice.
Georgina Howell ha iniziato a lavorare come giornalista all’età di diciassette anni. Ha collaborato con l’Observer, Vogue, The Tatler, ed è stata articolista per il Sunday Times. Attualmente vive tra Londra e la Bretagna.

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