Tra le mie prossime letture dicembrinechesfocianoagennaio ci sarà Ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini, che leggerò in compagnia di altre lettrici in un GdL su Fb.
RAGAZZI DI VITA
di Pier Paolo Pasolini
Garzanti Prefazione di V. Cerami. 256 pagine € 11.50 |
Nel 1955 viene pubblicato da Garzanti il romanzo "Ragazzi di vita", che ottiene un vasto successo, sia di critica che di lettori. Il giudizio della cultura ufficiale della sinistra, e in particolare del PCI, è però in gran parte negativo. Il libro viene definito intriso di "gusto morboso, dello sporco, dell'abbietto, dello scomposto, del torbido.."
La Presidenza del Consiglio (nella persona dell'allora ministro degli interni, Tambroni) promuove un'azione giudiziaria contro Pasolini e Livio Garzanti. Il processo da' luogo all'assoluzione "perche' il fatto non costituisce reato". Il libro, per un anno tolto alle librerie, viene dissequestrato. Pasolini diventa però uno dei bersagli preferiti dai giornali di cronaca nera; viene accusato di reati al limite del grottesco: favoreggiamento per rissa e furto; rapina a mano armata ai danni di un bar limitrofo a un distributore di benzina a S. Felice Circeo.
Sinossi
«Era una caldissima giornata di luglio. Il Riccetto che doveva farsi la prima comunione e la cresima, s'era alzato già alle cinque; ma mentre scendeva giù per via Donna Olimpia coi calzoni lunghi grigi e la camicetta bianca, piuttosto che un comunicando o un soldato di Gesù pareva un pischello quando se ne va acchittato pei lungoteveri a rimorchiare.»
Il Riccetto, il Caciotta, il Lenzetta, il Begalone, Alduccio e altri sono giovanissimi sottoproletari romani. Sciamano dalle borgate della Roma anni Cinquanta verso il centro, in un itinerario picaresco fatto di eventi comici, tragici, grotteschi.
Alternano una violenza gratuita a una generosità patetica: Riccetto salva una rondine che stava per annegare ma non potrà far nulla dinanzi al piccolo Genesio trascinato via dalla corrente dell'Aniene; Agnolo e Oberdan assistono Marcello agonizzante, rimasto travolto dal crollo della sua scuola.
La Roma monumentale e quella della speculazione edilizia è lo spazio contraddittorio in cui avviene questa sorta di rito iniziatico di una giornata dei «ragazzi di vita».
L'autore.
Pier Paolo Pasolini nasce a Bologna il 5 marzo 1922. Per tutta l'infanzia e l'adolescenza segue il padre, ufficiale di fanteria, nei suoi spostamenti, trasferendosi continuamente da una città all'altra del Nord Italia. Nel 1942 a causa della guerra si rifugia nel paese materno, Casarsa, in Friuli.
Nel corso della sua vita l'attività poetica costituirà una costante e porterà alla pubblicazione di alcuni dei più importanti testi della letteratura italiana del Novecento. Citiamo, a titolo di esempio, La meglio gioventù, Le ceneri di Gramsci, La religione del mio tempo, Poesia in forma di rosa.
Nel 1950 Pasolini è costretto a lasciare il Friuli e si trasferisce a Roma. Nel 1955 esordisce nella narrativa con Ragazzi di vita; in seguito scriverà altri romanzi, come Una vita violenta (1959) e Petrolio (postumo, 1992).
Nel 1960-61 avviene il passaggio alla regia con il lungometraggio Accattone. La sua produzione cinematografica è notevole: quasi un film all'anno.
La notte tra il 1° e il 2 novembre 1975, Pasolini muore assassinato all'Idroscalo di Ostia, vicino a Roma.
Questa è la suddivisione che seguirò per la lettura.
Settimana dal 1° Dicembre al 6/12 Cap. 1° e 2° ( pag 60)
Appunti in itinere:
Siamo a Roma, nell'immediato dopoguerra. Facciamo la conoscenza di un gruppo di ragazzi adolescenti - Marcello, Riccetto... - che bighellonano tutto il giorno e se la spassano, tra bravate e tuffi al mare.
Sono ragazzi di strada, che non dicono una parola in italiano e che tra loro si chiamano con appellativi tutt'altro che gentili (fanno da padrone espressioni gergali come "A li mortacci", "fijo de na m*****a").
Sono degli adulti in miniatura, sembrano già vissuti, privi di alcuna delicatezza e sentimento, salvo poi impietosirsi di fronte ad una rondine che rischia di annegare.
Sono ragazzi poveri, che spesso spendono quel po' che hanno per "divertirsi" con intrattenimenti più adatti ad adulti che a ragazzetti, e sono anche sfortunati, se pensiamo a Marcello e al crollo della scuola che gli ha procurato non pochi dolori..
Un linguaggio immediato, crudo, privo di fronzoli, legato alla realtà delle borgate romane, verace, pittoresco come lo sono anche i giovani personaggi.
Ammetto che certe volte il dialetto romano mi distraeva nella lettura ma rende il tutto inevitabilmente più vero.
Settimana dal 7/12 al 13/12 Cap. 3° e cap 4° (48 pag)
Riccetto e Caciotta: compagni di avventure, fatti di furtarelli sulle circolari, dispetti e spintoni ai poveri passanti e tentativi di rimediare pasti gratis alla mensa dei poveri.
Incontrano Amerigo, un tipaccio prepotente e sfruttatore, cui Riccetto presta qualche soldo per giocare in una bisca clandestina, e anche se lui riuscirà a scappare prima dell'arrivo della polizia, le cose non andranno bene per tutti.
Altro incontro è quello con Lenzetta, col quale Riccetto trova un posto dove dormire alla bell'e meglio.
Sono ragazzi senza uno scopo nella vita, senza una meta durante il giorno, incredibilmente soli, senza nulla in pancia, che non vogliono tornare a casa perchè sanno di non trovare cibo o amore ma solo botte e rimproveri.
Settimana dal 14/12 al 20/12 cap. 5° e cap 6° ( 71 pag)
Le impressioni che traggo da questi capp. vengono ulteriormente rafforzate: questi ragazzi sguaiati, strafottenti, che ridono per un nonnulla, si prendono a male parole per divertimento, picchiano e danno fastidio ai coetanei più "fessacchiotti", che pensano solo a rubacchiare, a fare tuffi, a vedere se trovano qualche femmina con cui intrattenersi.... a me fanno molta tristezza, perchè alla fine di ogni giornata, di ogni scorribanda, si ritrovano senza neanche quella "mezza piotta che avevano in saccoccia" e, soprattutto, terribilmente soli, sporchi e con la pancia più vuota che mai.
Settimana dal 28/12 al 3/1/2016 Cap 7° e cap 8° ( 66 pag)
Giungiamo agli ultimi capitoli del ritratto nudo e crudo di questi ragazzetti di borgata infelici, dispettosi, soli, affamati.
Non è propriamente un quadro edificante, eppure leggiamo le sventurate avventure di questi tipacci e ci sentiamo indecisi e a metà strada tra la disapprovazione per delle vite allo sbando, e la pietà, la tristezza perchè il corso che quelle vite così giovani stanno prendendo/hanno preso, è da attribuire allo sporco, allo squallore, alla miseria, allo sfacelo morale e sociale (e non solo, se pensiamo alle case che crollano sulle persone) che li circonda, prima che a loro come singole persone.
Nel corso della sua vita l'attività poetica costituirà una costante e porterà alla pubblicazione di alcuni dei più importanti testi della letteratura italiana del Novecento. Citiamo, a titolo di esempio, La meglio gioventù, Le ceneri di Gramsci, La religione del mio tempo, Poesia in forma di rosa.
Nel 1950 Pasolini è costretto a lasciare il Friuli e si trasferisce a Roma. Nel 1955 esordisce nella narrativa con Ragazzi di vita; in seguito scriverà altri romanzi, come Una vita violenta (1959) e Petrolio (postumo, 1992).
Nel 1960-61 avviene il passaggio alla regia con il lungometraggio Accattone. La sua produzione cinematografica è notevole: quasi un film all'anno.
La notte tra il 1° e il 2 novembre 1975, Pasolini muore assassinato all'Idroscalo di Ostia, vicino a Roma.
Voi avete letto questo libro o altri di PPP?
Cosa ne pensate?
Questa è la suddivisione che seguirò per la lettura.
Me la segno qui sul blog perchè di certo su Fb, tra le migliaia di post, la perderei ^_^
Settimana dal 1° Dicembre al 6/12 Cap. 1° e 2° ( pag 60)
Appunti in itinere:
Siamo a Roma, nell'immediato dopoguerra. Facciamo la conoscenza di un gruppo di ragazzi adolescenti - Marcello, Riccetto... - che bighellonano tutto il giorno e se la spassano, tra bravate e tuffi al mare.
Sono ragazzi di strada, che non dicono una parola in italiano e che tra loro si chiamano con appellativi tutt'altro che gentili (fanno da padrone espressioni gergali come "A li mortacci", "fijo de na m*****a").
Sono degli adulti in miniatura, sembrano già vissuti, privi di alcuna delicatezza e sentimento, salvo poi impietosirsi di fronte ad una rondine che rischia di annegare.
Sono ragazzi poveri, che spesso spendono quel po' che hanno per "divertirsi" con intrattenimenti più adatti ad adulti che a ragazzetti, e sono anche sfortunati, se pensiamo a Marcello e al crollo della scuola che gli ha procurato non pochi dolori..
Un linguaggio immediato, crudo, privo di fronzoli, legato alla realtà delle borgate romane, verace, pittoresco come lo sono anche i giovani personaggi.
Ammetto che certe volte il dialetto romano mi distraeva nella lettura ma rende il tutto inevitabilmente più vero.
Settimana dal 7/12 al 13/12 Cap. 3° e cap 4° (48 pag)
Riccetto e Caciotta: compagni di avventure, fatti di furtarelli sulle circolari, dispetti e spintoni ai poveri passanti e tentativi di rimediare pasti gratis alla mensa dei poveri.
Incontrano Amerigo, un tipaccio prepotente e sfruttatore, cui Riccetto presta qualche soldo per giocare in una bisca clandestina, e anche se lui riuscirà a scappare prima dell'arrivo della polizia, le cose non andranno bene per tutti.
Altro incontro è quello con Lenzetta, col quale Riccetto trova un posto dove dormire alla bell'e meglio.
Sono ragazzi senza uno scopo nella vita, senza una meta durante il giorno, incredibilmente soli, senza nulla in pancia, che non vogliono tornare a casa perchè sanno di non trovare cibo o amore ma solo botte e rimproveri.
Settimana dal 14/12 al 20/12 cap. 5° e cap 6° ( 71 pag)
Le impressioni che traggo da questi capp. vengono ulteriormente rafforzate: questi ragazzi sguaiati, strafottenti, che ridono per un nonnulla, si prendono a male parole per divertimento, picchiano e danno fastidio ai coetanei più "fessacchiotti", che pensano solo a rubacchiare, a fare tuffi, a vedere se trovano qualche femmina con cui intrattenersi.... a me fanno molta tristezza, perchè alla fine di ogni giornata, di ogni scorribanda, si ritrovano senza neanche quella "mezza piotta che avevano in saccoccia" e, soprattutto, terribilmente soli, sporchi e con la pancia più vuota che mai.
Settimana dal 28/12 al 3/1/2016 Cap 7° e cap 8° ( 66 pag)
Giungiamo agli ultimi capitoli del ritratto nudo e crudo di questi ragazzetti di borgata infelici, dispettosi, soli, affamati.
Non è propriamente un quadro edificante, eppure leggiamo le sventurate avventure di questi tipacci e ci sentiamo indecisi e a metà strada tra la disapprovazione per delle vite allo sbando, e la pietà, la tristezza perchè il corso che quelle vite così giovani stanno prendendo/hanno preso, è da attribuire allo sporco, allo squallore, alla miseria, allo sfacelo morale e sociale (e non solo, se pensiamo alle case che crollano sulle persone) che li circonda, prima che a loro come singole persone.