lunedì 18 aprile 2016

Prossimi arrivi in libreria (19 - 27- 28 aprile)



Carissimi, ecco qualche prossima uscita molto vicina su cui è caduto l'occhietto ^_^

Storie d'amore, di matrimoni in crisi, avventure affascinanti.
Da cosa vi farete sedurre? ^_-

PRIMA IL CUORE
di Jessi Kirbi


Ed. Mondadori
244 pp
17.50 euro
USCITA:
19 APRILE 2016
La notte in cui il fidanzato Trent, a soli diciassette anni, muore in un incidente stradale, il mondo di Quinn Sullivan si frantuma in mille pezzi.
Forse, se riuscisse a mettersi in contatto con le persone che hanno ricevuto i suoi organi potrebbe superare quel dolore inconsolabile. 
E allora Quinn si fa coraggio e le contatta tutte quelle persone, una dopo l'altra. 
Tutte tranne una, quella più importante: il ragazzo che ha ricevuto il cuore di Trent, e che ha scelto di restare anonimo. 
Ora che finalmente ha recuperato le forze, infatti, Colton Thomas è determinato ad andare avanti per la sua strada lasciandosi il passato alle spalle. 
Ma Quinn decide di incontrarlo ugualmente. 
E subito avverte una connessione particolare con lui, un legame speciale che, di giorno in giorno, diventa sempre più profondo. Trascinata dalla straordinaria voglia di vivere di Colton, Quinn torna a sorridere, anche se un terribile senso di colpa la tormenta: è giusto nascondergli la sua vera identità per paura di perderlo? 
E, soprattutto, come può abbandonarsi ai sentimenti che prova per lui se ogni battito del suo cuore non fa che ricordarle ciò che ha perso per sempre?


NEL GIARDINO DELL'ORCO
di Leila Slimani


Ed. Rizzoli
250 pp
18 euro
USCITA
28 APRILE 2016
Adele e Richard sono una coppia felice.
Lei è una giornalista di trentacinque anni, lui un medico, stanno crescendo insieme un figlio ancora piccolo nel loro elegante appartamento di Parigi. 
Ma Adele ha un segreto. 
Approfitta del tempo libero per organizzare la sua vita intorno alla possibilità di incontrare degli uomini e di lasciarsi andare a rapporti sessuali occasionali. 
Un'ossessione che si fa sempre più palpitante, che Adele porta avanti all'estremo, fino a quando può gestire la vita in famiglia. 
Poi un giorno, inesorabile, ogni cosa emerge, ed è la realtà più cruda a presentarsi. 
Una crisi matrimoniale profonda, che però nasconde un esito del tutto imprevedibile.




Dal 28 aprile tornerà in libreria L’amore è una cosa meravigliosa di Han Suyin in una nuova edizione Sonzogno (collana Bittersweet diretta da Irene Bignardi) con postfazione di Renata Pisu. Vincitore del Premio Bancarella nel 1956, il libro ha ispirato il kolossal hollywoodiano con Jennifer Jones e William Holden e la celebre canzone interpretata da Andy Williams.

L'AMORE E' UNA COSA MERAVIGLIOSA
di Han Suyin


Ed. Sonzogno
Trad. Raffaella Lotteri
Postfazione Renata Pisu
400 pp
18 euro
9.99 euro (ebook)
USCITA:
 28 APRILE 2016
Nel 1955 uscì nelle sale L'amore è una cosa meravigliosa, con Jennifer Jones e William Holden, e tutti se ne innamorarono.
Lo stesso accadde quando dai jukebox risuonava la canzone composta per il film, Love Is a Many-Splendored Thing, interpretata da Andy Williams.
Quasi tutti, però, ignoravano che dietro questa commovente vicenda sentimentale c'era una storia vera, raccontata nell'omonimo romanzo di Han Suyin, dottoressa metà cinese e metà europea, donna molto bella, più volte maritata, ma lacerata tra Oriente e Occidente nella sua scomoda identità di "mezzo sangue".

Il romanzo, fortemente autobiografico, si svolge a Hong Kong alla fine degli anni Quaranta.
Racconta la storia d'amore tra una donna cinese di buona famiglia, che ha studiato medicina nelle scuole inglesi, e un giornalista britannico residente in Asia, sposato con figli.
È una relazione molto travagliata, circondata com'è dall'ostilità e dai pregiudizi della famiglia di lei e della società circostante.
Sullo sfondo si agitano le passioni politiche del dopoguerra, l'epopea della guerra civile e la vittoriosa Lunga Marcia dei comunisti di Mao Zedong.

L'amore è una cosa meravigliosa (1952) fu un successo mondiale, con moltissime edizioni internazionali, quattro solo in Italia, dove vinse il Premio Bancarella nel 1956. Sonzogno lo ripubblica in una nuova traduzione, arricchito da una postfazione di Renata Pisu.

L'autrice.
Han Suyin (1917-2012), di padre cinese e madre belga, fu celebrata autrice di romanzi, scritti autobiografici, saggi sulla rivoluzione maoista. Dedicò gran parte della sua opera a far conoscere in Occidente la cultura del paese asiatico di cui si sentiva cittadina d'adozione
.


LA LADRA DI RICORDI
di Barbara Bellomo

Ed. Salani
15.90 euro
256 pp
USCITA:
27 APRILE 2016
Isabella De Clio è una archeologa siciliana specializzata in arte antica: seria e spigolosa, onesta, preparatissima e con un "piccolo" problema: è cleptomane. 
Delusa dalla vita e dagli uomini, sta finendo una borsa di studio che potrebbe lanciarla nel circuito dei più importanti musei del mondo, dove però la meritocrazia è alquanto lontana.
In questo contesto si inserisce all'improvviso l'inspiegabile omicidio di una donna dall'oscuro passato, che ha a che fare con un prezioso cammeo di età augustea. 
È proprio questo cammeo a coinvolgere Isabella nelle indagini, a fianco all'affascinante commissario Caccia, stanco della routine familiare e appassionato di jazz, a Giacomo Nardi, vedovo e depresso professore di museologia e beni culturali, e al nipote della vittima. 
Il cammeo perduto dono di nozze offerto a Ottaviano dalla sua sposa bambina e, due millenni dopo, pegno del silenzio offerto da un losco padrone alla sua giovane amante per nascondere una terribile colpa - innesca una storia che intreccia la Roma del I secolo a.C e l'Italia contemporanea, i grandi protagonisti dell'età repubblicana - Cesare, Lepido, Cicerone, Marco Antonio, la crudele moglie Fulvia e la piccola Clodia - e i mediocri baroni universitari dei nostri tempi, lo sbarco alleato in Sicilia, la violenza che si nasconde tra le mura di casa e la precarietà in cui i ragazzi di oggi, anche i migliori, sono costretti a crescere e a diventare adulti.

Recensione: CAMERE SEPARATE di Pier Vittorio Tondelli



E proseguiamo con il mio parere su un romanzo particolare, incentrato sulla figura di un uomo di 30 anni che si ritrova a riflettere su se stesso, sulla morte e sulla vita, sull'amore vissuto e sul senso di estraniazione e separazione che prova rispetto al mondo e, a volte, anche verso se stesso.


CAMERE SEPARATE
di P.V. Tondelli


Camere separate
Ed. Bompiani
224 pp
11 ero
2001
Leo ha più di trent'anni ed è un uomo fondamentalmente solo, che sta vivendo un (ormai lungo) periodo di crisi esistenziale dal quale sembra non voler uscire.

Leo ha avuto più di un amore nella propria vita, ma pochi sono stati realmente importanti,.
Sì, c'è stato il compagno Hermann, tanto affascinante quanto volubile, con cui litigava un giorno sì e l'altro pure, con cui si è lasciato un sacco di volte, fino all'abbandono definitivo che lo ha convinto che non avrebbe vissuto un'altra convivenza.
Finché non è arrivato Thomas.
Il bel Thomas, un po' più giovane di lui, che rappresenta l'amore vissuto con passione e attrazione, la freschezza della gioventù ed insieme l'incertezza di un futuro ancora da disegnare.
Insomma, il contrario di Leo, che rappresenta invece la consapevolezza matura di un adulto che non ha alcuna voglia di sentirsi ingabbiato in una relazione amorosa che rischia di assumere i soffocanti contorni di un matrimonio.
Nel corso di tre anni di relazione con Thomas, Leo vi trasferirà tutta la propria inquietudine, le proprie contraddizioni (dolcezza-aggressività, sarcasmo-tenerezza, vicinanza-lontananza, ricercarsi/abbandono...), pretendendo che Thomas stia al suo gioco delle "camere separate".

"l’amore, come il dolore, non può né crescere, né diminuire. Era una prospettivadiversa con Thomas. Sapeva, fin dall’inizio, che mai lui avrebbe potuto essere “tutto”. Per questo chiamava il loro amore “camere separate”. Lui viveva il contatto con Thomas come sapendo, intimamente, che prima o poi si sarebbero lasciati. La separazione era una forza costitutiva della loro relazione e ne faceva parte analogamente all’idea di attrazione, di crescita, di desiderio sessuale. Era una consapevolezza che se non impediva l’abbandono, lo rendeva più umano."

Leo ama Thomas e lo vuole accanto a sè, ma non sempre, non tutti i giorni, non nella quotidianità tranquilla e abitudinaria di una vita di coppia in cui inevitabilmente si delineerebbero ruoli quali "moglie" e "marito"; e così imposta la sua relazione con il giovane amante  tenendo presente che si tratta di un rapporto di appartenenza ma non di possesso, come eterni fidanzati che non avrebbero dovuto temere i momenti di separazione, perchè sicuramente avrebbero stimolato il loro rapporto.

Ma il tempo e la vita non ci appartengono e quando Thomas muore a causa di una malattia, a Leo resta solo il ricordo di un amore forte e tenero, e nel cuore e attorno a lui... una profonda solitudine.

Il dolore e il senso di svuotamento per la perdita dell'amato spingono Leo a viaggiare in lungo e in largo, per controllare questa sofferenza, l'angoscia, la solitudine, la paura di morire.
La malattia e la morte di Thomas hanno segnato un punto di svolta e già in precedenza c'è passato, uscendone cambiato.

La consapevolezza della fragilità della propria esistenza - con la conseguente voglia urgente di cambiare vita, di lasciarsi dietro il passato - l'aveva esperita già anni prima, in una notte drammatica eppure illuminante che l'ha visto da solo con se stesso, in balia di un turbine di sensazioni fisiche e psicologiche violente che lo portarono a una sorta di rinascita.

La solitudine ha il suo gran peso nella vita di quest'uomo che non trova requie da nessuna parte e con nessun altro uomo dopo Thomas, e per alleviare questo peso Leo sceglie, appunto, di viaggiare; eppure egli

"non avverte la propria solitudine come una disperazione. Si sta concentrando su di sé, si sta racchiudendo nelle proprie fantasie e nei propri ricordi. Sta cercando di abbracciare la parte più vera di se stesso recuperandola attraverso il ricordo, la riflessione, il silenzio.".

L'Autore scava nel profondo del protagonista, che del resto è uno scrittore sensibile, acuto osservatore di ciò che lo circonda, che si interroga moltissimo su se stesso e sugli altri, ma che sente rispetto al mondo e alle persone sempre un ineluttabile senso di separazione, dal proprio paese natio e dalla famiglia, dalla religione, con la quale ha un rapporto di attrazione-repulsione, frutto della convinzione di aver bisogno di Dio ma non di pratiche religiose borghesi, grette e ipocrite, che condannano le sue scelte di vita.

Leo è un individualista, un uomo che ha compreso, negli anni, di poter stare bene da solo, ed è per questo che dopo Thomas, crede di non aver bisogno di un altro amore.
Ma questo potrebbe far allargare in lui quella zona incattivita e sterile che rischia di lacerarlo, di togliergli ogni gioia di vivere.
Leo ha forse bisogno di recuperare una nuova carica che lo spinga a vedere che la vita sta andando avanti, e che il lutto va affrontato, condiviso, per poi liberarsene, non lasciandosi soffocare come sta facendo lui?

Attraverso tre soli capitoli, identificati come "movimenti" - Verso il silenzio - Il mondo di Leo - Camere separate - l'Autore non si limita a raccontare la vita di Leo, i suoi silenzi, le sue fughe da se stesso, la sua rabbia e il suo dolore, il senso di inutilità e di solitudine, ma quasi ci costringe a "indossare" gli occhi del protagonista, ci fa sentire addosso tutta la sua tristezza, la sua nostalgia, i suoi sentimenti e stati d'animo contraddittori. 

Camere separate è dunque un romanzo ricco di interiorità, che ci scorre davanti con una scrittura lucida ma intensa, malinconica e spesso ruvida, che pone il lettore davanti al doppio impulso della vita e della morte, davanti alla solitudine che non è vista da chi la vive come qualcosa di negativo, ma anzi come l'unica condizione per restare con se stessi  e starci bene, davanti all'amore, che non deve necessariamente essere totalizzante per renderci felici e appagati.

domenica 17 aprile 2016

Recensione: NOI SIAMO INFINITO di Stephen Chbosky (romanzo)



Finalmente sono tornata al mio pc e alla mia ADSL!
Come state, lettori? Avete letto in questo weekend?
Io abbastanza e ho un paio di recensioni da condividere con voi.

Noi siamo infinito racchiude le esperienze di un adolescente nell'arco di un anno, un anno che si rivelerà forse uno dei più importanti della sua vita perchè avrà modo di crescere, di conoscere meglio se stesso, affrontando ricordi dolorosi che rischiavano di fargli del male.

NOI SIAMO INFINITO 
di Stephen Chbosky

NOI SIAMO INFINITO
Ed. Sperling&Kupfer
Charlie è un adolescente 15enne in procinto di entrare alle scuole superiori.

È il 23 agosto 1991 quando invia la sua prima lettera al “caro amico”, un ragazzo di cui non dirà mai il nome (lo stesso nome Charlie in realtà è uno pseudonimo, e sono fittizi anche gli altri nomi citati nelle lettere) ma che lui reputa essere comprensivo e non superficiale, capace di ascoltare senza giudicare, che è ciò di cui il nostro giovanotto ha più bisogno.

Apprendiamo subito che c’è stato un evento spiacevole che sta turbando molto Charlie: il suicidio di un suo coetaneo e amico, Michael; Charlie ne parla con tristezza mista a confusione, come se non sapesse bene cosa sia giusto provare e dire in casi drammatici come questi; lui nella sua breve vita ha già vissuto una perdita, significativa e a lui molto vicina, cioè la morte della sua zia preferita, Helen, sorella della mamma, con cui c’era un rapporto speciale e la cui morte ha costituito un momento shock per il ragazzo, tanto da finire in analisi e da condizionarne lo sviluppo del carattere.

Charlie è infatti un ragazzo tendenzialmente molto triste e malinconico, dolce, genuino, estremamente sensibile e gentile, che scoppia a piangere all'improvviso per commozione o dispiacere ovunque si trovi e con chiunque sia; ha una famiglia “normale” alle spalle: i genitori, comprensivi ma autorevoli, il fratello maggiore, che va al college ed è un asso nel football, e la sorella, la cui preoccupazione principale sembrano essere i ragazzi.

È un tipo molto riflessivo, Charlie, anzi pure troppo, secondo il prof. Bill, che l’ha preso a cuore e non solo gli consiglia un sacco di bei libri da leggere, ma cerca anche di aiutarlo a partecipare di più alla vita sociale, ad uscire dalla sua timidezza.
Charlie, infatti, sembra essere più spettatore che protagonista della propria vita, guardando quest’ultima “dal di fuori” ed infatti chi lo conosce lo giudica semplicemente “un ragazzo da parete”, di quelli che fanno da “tappezzeria” ad una festa, che dove li lasci là li trovi.

Ma un giorno a scuola Charlie fa amicizia con un tipo simpatico, soprannominato “Niente” ma che si chiama Patrick, e con sua sorella Sam, una ragazza dagli occhi verdi molto carina.
Grazie a loro, Charlie verrà introdotto in una sorta di cricca di ragazzi un po’ più grandi che gli faranno fare esperienze “particolari”, a partire dalla droga (hashish, LSD).
E se da una parte queste frequentazioni lo aiuteranno ad integrarsi nelle amicizie di Patrick e Sam, dall’altra non potranno che contribuire ancora di più ad alienarlo dalla realtà.

Eppure, in compagnia di questi due amici, in certi momenti in cui è solo con loro, in macchina, con la musica ad alto volume, Charlie prova un senso di libertà e di leggerezza che gli toglie ogni tristezza, lo fa sentire accettato e capito; lo fa sentire INFINITO, insieme a due persone alle quali vuol bene.

A dire il vero, per Sam pian piano prova un sentimento più forte dell’amicizia, ma si rende conto che lei lo vede solo come un ragazzino, un amico, e Charlie si rassegnerà ad essere solo questo per Sam, e a guardare da lontano le sue storie, cercando di dimenticarla magari con qualche altra….

Il fatto che Charlie si sforzi di essere sempre cortese e carino con tutti e in ogni occasione (anche quando in realtà non ne avrebbe voglia) non è sempre un bene per lui, perché lo porta a reprimere i propri reali sentimenti, a star zitto quando avrebbe voglia di parlare, a dire sì quando vorrebbe dire no, a sorridere quando avrebbe voglia di urlare, a star fermo quando invece dovrebbe darsi una mossa e prendere l’iniziativa per diventare attivo protagonista della propria esistenza.

Charlie non è affatto stupido ma si sente trattato come tale e spesso si chiede “Cosa c’è che non va in me?”, e desidererebbe scomparire per smettere di aver voglia di piangere:

“Non so se hai mai desiderato addormentarti, per svegliarti solo mille anni dopo. Non so se hai mai pensato che vorresti non essere al mondo; o non renderti conto di essere vivo. O qualcosa del genere. Credo che sia un’idea morbosa ma è esattamente così che succede a me, in questi momenti. Ecco perché sto cercando di non pensare. Voglio solo che ogni cosa smetta di girare”.

Durante la lettura capita anche al lettore di chiedersi: Ma, Charlie, cosa c’è che non va? Cosa c’è che ti turba, che ti rattrista, che ti spinge ad essere sempre così accomodante verso tutti?

E un motivo c’è: un segreto che Charlie non è in grado di svelarci perché non lo ricorda, perché il suo inconscio lo ha relegato in un cantuccio della sua mente, ma che adesso pretende di riaffiorare; Charlie dovrà affrontarlo e sarà per lui o la rottura definitiva di un equilibrio già precario o la possibilità di rinascita.

È un romanzo che si presenta sotto forma di lettere, che somigliano un po’ alle pagine di un diario, in cui Charlie versa sulla carta tutto ciò che è nel suo cuore, senza vergogna e senza veli, con la schiettezza che gli è propria, mostrandoci paure, desideri, confusione, crucci propri della sua età.

Emerge il ritratto - che fa ora sorridere ora commuovere  - di un adolescente che si sta formando, che ha bisogno di trovare il proprio posto nel mondo, che desidera con tutto se stesso essere accolto e compreso ma che ancora non sa come fare perché ciò accada.

Charlie deve imparare a non avere paura di essere se stesso, di dire ciò che pensa, di fare ciò che si sente, e il fatto di mettere per iscritto ciò che ha dentro (rivolgendosi a un’altra persona ma forse prima di tutto a se stesso) sarà per lui importantissimo perché lo aiuterà a sfogarsi, a non perdere il filo dei propri pensieri, a tirar fuori ciò che lo schiaccia prima che sia troppo tardi.

È una lettura che ci introduce nel mondo di un ragazzo speciale che sta attraversando la fase più delicata dell’esistenza, e arriva al lettore per la sua immediatezza, per la freschezza e la spontaneità del linguaggio, mostrandoci un angolo della realtà quotidiana di un adolescente le cui giornate ruotano attorno alla scuola, agli amici, ai problemi di cuore, alla famiglia, e che ha le preoccupazioni e le speranze tipiche dell’età; hanno una loro importanza anche la lettura e la musica, due veicoli che permettono a Charlie di riflettere su se stesso e di interagire con gli altri.

Lo consiglio soprattutto ad un pubblico di lettori giovane (ma non solo, certo) e voglio assolutamente guardare l’omonimo film ^_-

14. Un libro che parli di amicizia

venerdì 15 aprile 2016

Blog in pausa forzata per mancata connessione internet




PURTROPPO SARO' SENZA CONNESSIONE INTERNET PER DIVERSI GIORNI 
VI AUGURO BUONE LETTURE E CI SI LEGGE LA PROSSIMA SETTIMANA,
SPERANDO DI CONDIVIDERE CON VOI QUALCHE RECENSIONE!! 


giovedì 14 aprile 2016

Da oggi in libreria (14 aprile 2016)



In uscita oggi 14 aprile.

I BAMBINI DI VIENNA
di Robert Neumann


Ed. Guanda
18.50 euro
200 pp
dal 14 aprile 2016
Trama

Vienna, inverno del 1945. Gli Alleati hanno occupato la città, piegata dai bombardamenti, ricoperta di neve e divisa in quattro settori.
Nella cantina di un palazzo crollato sotto le bombe, vivono - o meglio sopravvivono - sei ragazzini scampati alla guerra, al nazismo e ai campi di concentramento. 
C'è Yid, un tredicenne che dimostra sì e no dieci anni, furbissimo, virtuoso del borseggio; Goy, quattordici anni, specialista del mercato nero; Eva, quindici anni, prostituta occasionale, con la sua amica Ate, ex capo di una sezione della gioventù hitleriana; Curls dai lunghi ricci e di età imprecisata tra i sei e i nove anni e infine una ragazzina malata, dal ventre terribilmente gonfio. Insieme, nella cantina, affrontano un'esistenza di espedienti fino all'arrivo del reverendo nero americano H.W. Smith, che distribuisce ai ragazzi qualche panino, un po' di compassione e li aiuta a difendere la loro casa dagli uomini del comitato di quartiere. 
Nel giro di pochi giorni ogni ragazzino gli racconta la propria storia e il reverendo promette a ognuno di loro una vita nuova, diversa, forse un sogno...

ABBI CURA DI ME
di  Carrie Elks


Ed. Newton Compton
288 pp
9,90 euro
dal 14 aprile 2016

Trama

Londra, 31 dicembre 1999. Alla festa che saluterà l'inizio del Nuovo Millennio, Hanna incontra Richard.
Lui è un affascinante newyorkese con un'ottima posizione sociale. Lei è una londinese sicura di sé e per nulla interessata ai bravi ragazzi americani. 
Vengono da due mondi diversissimi e non hanno nulla in comune, se non la loro immediata - e reciproca attrazione. 
Quando l'orologio batte la mezzanotte, segna anche l'inizio di una travolgente storia d'amore. New York, 12 maggio 2012. Hanna - la donna che ha spezzato il cuore a Richard - si fa strada nel suo ufficio di Wall Street per rivelare al mondo un segreto esplosivo. Lui era convinto che lei fosse la sua anima gemella, e invece ha distrutto il loro amore. 
Riuscirà Richard a perdonarla e a permetterle di rimettere insieme i pezzi della loro storia?

NORA WEBSTER
di Colm Toìbìn


Ed. Bompiani
trad. A Pezzotta
352  pp
19 euro
dal 14 aprile 2016
Trama

A Wexford, nella profonda campagna irlandese, Nora ha perso l'amore della sua vita, Maurice, e deve tirare avanti con i due figli piccoli e le due figlie più grandi.
Ha paura di essere risucchiata nel mondo di povertà e oppressione dal quale proviene e da cui tenta di affrancarsi...

La storia di una giovane donna che, rimasta vedova, supera il lutto e lotta per ritrovare se stessa, fino a vedere la speranza nella magia della musica di un coro.

mercoledì 13 aprile 2016

Epigrafe da LE FATE DI TRAVANCORE di Nicola Tenani



Epigrafe presente nel libro in lettura LE FATE DI TRAVANCORE di Nicola Tenani:


Non si considerava un turista 
bensì un viaggiatore, 
e spiegava che si tratta in parte 
di una differenza temporale. 
Dopo poche settimane, 
o pochi mesi, 
il turista si affretta a tornare a casa; 
il viaggiatore, che non appartiene 
ad alcun luogo in particolare, 
si sposta lentamente 
da un punto all’altro della Terra
per anni. 

(Paul Bowles)




ANCHE IL LIBRO CHE STATE LEGGENDO VOI 
HA UNA CITAZIONE INTRODUTTIVA O UNA BELLA DEDICA



"Iscrizione in fronte a un libro o scritto qualsiasi, per dedica o ricordo; più particolarm.,
citazione di un passo d’autore o di opera illustre che si pone in testa
a uno scritto per confermare con parole autorevoli quanto si sta per dire


lunedì 11 aprile 2016

Recensione film: GOD'S NOT DEAD di Harold Cronk



Un film molto bello, che sostiene una verità meravigliosa: DIO NON E' MORTO.

GOD'S NOT DEAD

2016
Regia: Harold Cronk
ATTORI: Willie Robertson, David A.R. White,Shane Harper, Kevin Sorbo, Korie Robertson, Marco Khan, Dean Cain

Basato sull'omonimo libro di Rice Broocks e la canzone "Like a Lion" originariamente scritta da Daniel Bashta.



Il film si ispira ad un avvenimento realmente accaduto e racconta di una matricola universitaria - Josh Wheaton - che si ritrova a seguire un corso di Introduzione alla Filosofia del prof. Radisson, dichiaratamente ateo.
Come condizione fondamentale per tenere lezione, il prof "pretende" dai suoi alunni una dichiarazione scritta di tre parole: DIO E' MORTO, e tutto questo per poter trattare gli argomenti filosofici programmati senza sentirsi obbligato a spiegare le ragioni di un fatto semplice e incontestabile (a suo dire), cioè che appunto Dio non esiste; spiegazioni che sconfinerebbero in discussioni senza senso e che gli farebbero soltanto perdere tempo, dando spazio a ciò che lui ritiene siano sciocche e oscurantiste superstizioni.

L'unico studente che si rifiuta di scrivere questa frase sul foglio è Josh, che è un cristiano convinto.
Alla giovane matricola, un divertito prof. Radisson lancia una sfida: difendere la tesi a lui più cara e dimostrarla davanti a tutta la classe, l'ESISTENZA di DIO, appunto.
Per farlo avrà a disposizione soltanto alcuni minuti alla fine delle prossime tre lezioni.

Il ragazzo inizialmente è un po' spiazzato, anche perchè nessuno lo sostiene in questa sua impresa, ed in particolare la sua ragazza è convinta che stia facendo una cosa molto stupida che gli comprometterà i successivi esami e, in pratica, la carriera universitaria, aspetto importante per loro che vogliono progettare un futuro insieme.
Dopo averne parlato col reverendo Dave, Josh comincia a organizzare i punti cardine del suo discorso e, nonostante durante la prima lezione il prof cerchi di mettere in ridicolo e in difficoltà la matricola, in realtà è arrabbiato al pensiero che il ragazzo possa umiliarlo e fargli perdere la faccia davanti agli altri studenti.
Lo minaccia quindi di bocciarlo e di rovinargli il percorso accademico, ma questo non fa demordere Josh, che prosegue imperterrito e convinto nella propria missione di "difendere Dio".

Seguiamo intanto le storie parallele - che poi andranno intrecciandosi tra loro - di altri personaggi: Amy, una giovane donna non credente che scopre di avere un cancro e si sente sola nell'affrontarlo; Aysha, una ragazza figlia di musulmani, che non condivide la religione paterna; e la fidanzata di Radisson, Mina, che è cristiana e che, pur amando il proprio uomo, si sente molto distante da lui.

La battaglia di Josh, e il suo voler dimostrare che nessuno può affermare la non esistenza di Dio se non rifacendosi a ragionamenti spesso lacunosi dal punto di vista logico, è volta a far sì che i propri compagni possano sentirsi liberi di scegliere se credere che Dio c'è oppure no, senza sentirsi costretti da nulla.

Riuscirà a raggiungere il suo intento e a influenzare positivamente chi gli è attorno?

E' un film cristiano molto bello, significativo, che incoraggia chi è credente a non abbattersi di fronte a quanti mettono in dubbio la fede in Dio, ma anzi a rispondere loro con la sicurezza delle proprie convinzioni, senza paura; mostra anche come la solitudine, le malattie... possano spingere a volte alcuni a perdere la fede e a dubitare dell'amore di Dio, ma come nel cuore degli stessi ci sia in fondo un desiderio di riconciliarsi con il Creatore per avere la vera pace.

Mi rendo conto che molti potrebbero considerarlo un film di "propaganda cristiana (protestante)", ma se lo si guarda per il messaggio che vuol dare, senza avere i paraocchi delle proprie credenze  (religiose/filosofiche) e dei propri pregiudizi, e senza essere troppo inflessibili circa la qualità del prodotto (dal punto di vista strettamente cinematografico), forse lo si saprà apprezzare.

Recensione: UN UOMO di Oriana Fallaci



Una lunga e nostalgica lettera all'uomo amato, con cui ha condiviso tre anni di vita, gli ultimi tre della vita di lui, di Alexandros Panagulis, dell'eroe che non voleva essere chiamato eroe, di un simbolo per la Grecia, che non voleva essere visto come tale: questo è Un uomo, di Oriana Fallaci, pubblicato per la prima volta nel 1979.
E' la storia di un uomo, e dell'amore vissuto con e per lui.

"Alekos, cosa significa essere un uomo?
Significa avere coraggio, avere dignità. Significa credere nell’umanità. Significa amare senza permettere a un amore di diventare un’àncora. Significa lottare. E vincere. Guarda, più o meno quel che dice Kipling in quella poesia intitolata Se. E per te cos’è un uomo?"

Direi che un uomo è ciò che sei tu, Alekos.

Sul sito dedicato alla giornalista e scrittrice Oriana Fallaci, potete leggere l'intervista fatta ad Alekos nel 1973 - QUI.
Per leggere le poesie di Panagulis potete visitare QUESTO SITO.


UN UOMO
di Oriana Fallaci


Ed. Bur Rizzoli
657 pp
"...andai alla ricerca della tua fiaba".

Questo corposo libro è il romanzo di una vita, quella di Alekos, l'uomo della Resistenza greca, che lottava per rovesciare la dittatura di Papadopoulos.

Ed il 13 agosto 1967 era il giorno stabilito da Alekos e compagni per condannare a morte il tiranno e la Giunta, con un attentato che solo per un soffio non andò a segno.
Alekos fu acchiappato e arrestato, dopo di che iniziarono le sevizie, le tremende e indicibili sevizie fisiche e psicologiche, cui seguì la condanna a morte per diversi capi di imputazione, tra cui la tentata sovversione dello Stato.
E nel memorabile processo in cui fu imputato, Alekos tenne un discorso coraggioso dinanzi ai giudici, ai quali disse :

«Voi siete i rappresentanti della tirannia e so che mi manderete dinanzi al plotone di esecuzione. Ma so anche che il canto del cigno di ogni vero combattente è il rantolo che egli emette colpito dal plotone di esecuzione di una tirannia.»

Leggere il primo capitolo, così dettagliato nel raccontare le torture che subì quest'uomo, è stato difficile, un pugno nello stomaco, che lasciava senza respiro e che gettava addosso una sensazione dolorosa, accresciuta dalla consapevolezza che a parlarne non era uno storico o un semplice giornalista, ma era la donna che ha amato quel corpo ricoperto di lividi e cicatrici, quell'anima triste e segnata dalla solitudine e dalla sofferenza di cinque anni di prigione; un'anima che però è rimasta battagliera e che i nemici non sono riusciti a spezzare, perchè Alekos era un uomo fiero, orgoglioso delle proprie idee e dei propri tentativi di abbattere la tirannia nel suo amato Paese.

Sono pagine intrise di questa dolorosa consapevolezza, da cui emerge, attraverso una scrittura intensa, appassionata, nostalgica, in cui la rabbia è espressa come una placida constatazione, senza violenza (perchè di violenza ce n'è stata fin troppa), tutta la tenerezza, l'amore, l'ammirazione e il rispetto per quest'uomo.

"un uomo che viveva e moriva da uomo, senza piegarsi, senza spaventarsi, senza rassegnarsi, predicando l'unico bene possibile, l'unico bene che conta: la libertà".

Il racconto delle drammatiche vicende e degli anni trascorsi in una prigione piccola e stretta quasi quanto una tomba, è dunque tristemente preciso e lucido.
Il lettore viene scaraventato insieme a Panagulis nel luogo dei feroci interrogatori e delle torture (l'Esa), nel purgatorio, nel luogo sospeso, in cui Alekos attese l'ora della morte, che però non arrivò mai (l'Egina), e ancora nel luogo della solitudine e del silenzio (Boiati, Goudi)

Nonostante il tempo passato nelle mani di disumani aguzzini, il desiderio di lottare e di uscire dalla cella non hanno mai abbandonato Alekos, che tentò diverse volte di scappare.
Durante quegli anni, l'uomo e poeta conservò una impressionante lucidità, tale da "perseguitare" psicologicamente il direttore di Boiati (Zakarakis), portandolo più volte all'esasperazione, pur di ottenere di volta in volta piccoli benefici, che fossero il gabinetto o carta e penna, su cui scrivere gli struggenti versi che affollavano la sua mente.

"....il vero eroe non si arrende mai,... a distinguerlo dagli altri non è il gran gesto iniziale o la fierezza con cui affronta le torture e la morte, ma la costanza con cui si ripete, la pazienza con cui subisce e reagisce, l'orgoglio  con cui nasconde le sue sofferenze e gliele ributta in faccia a chi gliele impone. Non rassegarsi è il suo segreto, non considerarsi vittima, non mostrare agli altri tristezza o disperazione. E all'occorrenza, ricorrere all'arma dell'ironia e della beffa: ovvie alleate di un uomo in catene".

Una delle cose tremende, credo, per un uomo condannato alla fucilazione è attendere la morte, sapendone il giorno e l'ora; eppure, questa stessa terribile certezza Alekos l'accettava con serenità, consapevole che quello era il suo destino; ma attendere una morte che viene via via rimandata, di ora in ora, di giorno in giorno, di mese in mese, dev'essere stato oltremodo sfiancante.
E di certo furono quegli anni e quelle attese a rendere la sua ironia un po' macabra, cupa, amara, propria di chi non ha timore di scherzare con un argomento solitamente sgradevole ai più, la Morte appunto, della quale parlava con naturalezza e senza imbarazzo.

La ricerca di una Morte che sai ti verrà a prendere presto, unita al (paradossale?) timore che questo presto non arrivi mai, accompagnerà costantemente i pochi anni di vita successivi alla sua liberazione (che avvenne nell'agosto del 1973, in seguito al provvedimento di grazia) e il 17 novembre 1968 resterà per Panagulis il giorno della sua morte, nonostante non sia deceduto fisicamente.


"Amarti... era vestire i panni di Sancho Panza che segue don Chisciotte e canta le sue poetiche folli bugie".

L'incontro tra Oriana e Alekos, l'intervista che ne seguì, lasciano trasparire la sintonia e l'attrazione immediata che nacque tra i due, anche se in realtà Oriana sentì subito che la cosa migliore per lei sarebbe stata quella di stargli lontana, come se già presentisse che un eventuale legame tra loro avrebbe potuto rivelarsi "pericoloso", fonte di dolore e amarezze.

Alekos sapeva essere un uomo affascinante - la sua voce, in particolare, era ciò che catturava l'attenzione di chi gli era vicino, perchè il suo aspetto fisico di per sè non aveva nulla di particolarmente attraente - e carismatico, ma allo stesso tempo aggressivo, dagli atteggiamenti folli, incomprensibili, capricciosi, propri di chi non sopportava che gli si dicesse di no o gli si negasse un favore.

E lui dalla sua compagna si aspettò sempre questo: assoluta dedizione e complicità, sembrava quasi non riuscire neanche a mettere in conto che lei potesse abbandonarlo o rifiutarsi di non aiutarlo in qualche "missione".

"...l'amore è amicizia, è complicità. L'amore è una compagna con la quale si divide il letto perchè si divide un sogno, un impegno.(...) ...non ho mai avuto una compagna. E voglio una compagna. Una compagna che mi sia compagno, amico, complice, fratello. Sono un uomo in lotta, e lo sarò sempre. Lo sarei ovunque e comunque. anche in paradiso. non so concepire un modo diverso per vivere e per morire."

Uscito di prigione, Alekos interromperà la sua lotta, il suo organizzare attentati?
L'affetto di Oriana per il proprio uomo potrebbe riuscire a tenere lontano il suo eroe dalla lotta rivoluzionaria, dalla Grecia, dai pericoli di morte?

Alekos era un combattente nell'intimo, ed era impensabile per lui restar fermo a guardare ciò che accadeva nel suo Paese.
Come poteva ottenere che i mestieranti in politica e il popolo lo ascoltassero? forse infilandosi anche lui nei meandri della politica "ufficiale"?

Con la vitalità frenetica, esasperata e disperata che lo caratterizzeranno sempre, Alekos cercherà di far sentire la propria voce, ma stranamente essa non avrà più, per i greci, la medesima forza che ebbe negli anni della prigionia, come se, paradossalmente, una lotta come la sua facesse più rumore da dietro le sbarre che fuori.


"...le stesse cose che mi allontanavano da te... mi portavano a te".

Ma Un uomo non è solo il ritratto di un rivoluzionario instancabile eppure inadeguato nel contesto in cui si è ritrovato a combattere, ma è anche la storia di un amore travolgente, tenero e feroce, un amore più forte della gelosia, della paura; un sentimento implacabile...

"Stare con te era come stare in prima linea".

Un amore da cui spesso bisognava allontanarsi per non soffrire uteriormente e per riprendere a respirare, perchè camminare nel deserto in cui era Alekos, tentare di alleviare la sua solitudine senza poter diminuire la propria, non era semplice.
Eppure bastava riascoltare quella voce, capace di irretirla e ammaliarla, quelle quattro parole urlate al citofono o al telefono - "Sono io! Sono me!" - per ritornare di nuovo punto e a capo.
Due solitudini che non riuscivano a fare a meno l'uno dell'altra, e che sentiranno sempre, dentro di loro, che quell'appuntamento a Samarcanda era inevitabile, perchè il destino è un fiume che deve arrivare al mare e nulla può arrestarlo; però ciò che spetta a noi è la scelta di come navigarlo.

La lettura di Un uomo è proseguita tutt'altro che di fretta, come se ogni capitolo, ogni dialogo (sono frequentissimi gli scambi e le schermaglie verbali tra i due innamorati, due personalità, del resto, estremamente acute e intelligenti) avesse bisogno di essere accolto e compreso con la dovuta "lentezza".
Una scrittura immediata, nuda e diretta eppure piena di metafore e simbolismi, per descrivere, con la passione di chi ha amato e l'accuratezza di chi scrive per mestiere, un uomo e la sua lotta per la libertà, un uomo e la sua compagna ("la sola compagna possibile"), un uomo e il suo ineluttabile destino.
Non posso che consigliarvene la lettura, c'è solo da riflettere e da imparare da chi ha dato tutto per ideali immortali per i quali noi tutti dovremmo batterci quotidianamente.


1. Un libro scritto nell'anno in cui sei nato

domenica 10 aprile 2016

Recensione film: "Noi e la Giulia" (E. Leo) - "Dobbiamo parlare" (S. Rubini)



Come anticipato ieri, eccomi qui a parlarvi brevemente di un paio di film italiani carini, visti non molto tempo fa in streaming.


NOI E LA GIULIA


2015
REGIA: Edoardo Leo
ATTORI: Luca Argentero, Edoardo Leo, Claudio Amendola, Anna Foglietta, Stefano Fresi, Carlo Buccirosso
Tratto dal romanzo di successo Giulia 1300 e altri miracoli di Fabio Bartolomei.

Diego (Luca Argentero), Fausto (Edoardo Leo) e Claudio (Stefano Fresi) sono tre quarantenni insoddisfatti: il primo vende auto ma dopo la morte del padre vuol cambiare vita; l'altro fa televendite ed è pieno di debiti; il terzo ha appena dovuto chiudere il negozio di alimentari di tradizione famigliare, per fallimento.
Insomma, tutti e tre sono in fuga dalla città e dalle proprie vite, e si conoscono per caso, nell'atto di andare a vedere un casale da acquistare per dare un po' di sprint alla propria esistenza.
Sebbene non si conoscano, decidono di mettersi insieme per dar vita a un'impresa comune: un agriturismo. 

Ma non saranno solo loro tre a iniziare quest'attività; ben presto si uniranno alla comitiva  Elisa (Anna Foglietta), una giovane donna incinta e un po' strana, Sergio (Claudio Amendola), un cinquantenne comunista al quale Claudio deve dei soldi, e in seguito un ghanese, Abu.

Ma i sogni di gloria dell'entusiastico gruppetto si scontreranno con la camorra, nella persona di Vito (Carlo Buccirosso), venuto a chiedere il pizzo ai neo imprenditori, alla guida di una vecchia Giulia 1300

Cosa fare con questo bellimbusto che pretende di ricattare i poveri impresari, la cui attività è appena iniziata e, anzi, ancora neanche ha ingranato la marcia?

Inaspettatamente, i nostri eroi, non solo non hanno intenzione di pagare alcun pizzo, ma decidono di fare una cosa singolare: dopo aver steso con un pugno il malavitoso, lo sequestrano, mettendolo in cantina.
E non sarà l'unico delinquente troppo curioso e molto minaccioso a fare quella "fine" balorda!

Da questo momento prenderà il via un'avventura rocambolesca, tragicomica, divertente, che di serio ha il tentativo legittimo e disperato di resistere ai soprusi e portare avanti il progetto dell'agriturismo, che comincerà pian piano a fare i primi clienti.

"...stiamo scappando perchè non ci hanno dato le armi giuste per resistere (...). Ci sarebbe bastato poco tipo, avere dei sogni davvero nostri (...), tipo imparare a richiudere i pugni come da neonati per tenere stretta in mano la nostra vita".

Diego e gli altri dovranno decidere se soccombere o scappare con la Giulia, davanti alle difficoltà inevitabili che si ritroveranno via via ad affrontare, o se restare e resistere, nonostante tutto.

E' un film piacevole, con tanti momenti simpatici e comici, che però vuol lanciare questo messaggio serio, di non lasciarsi abbattere da chi vorrebbe spezzare i nostri sogni con la prepotenza; certo, c'è un che di surreale e quasi di favolistico nelle decisioni e nelle reazioni dei protagonisti rispetto alle ingerenze della camorra - visto che nella realtà non basta dare una botta in testa al criminale di turno e poi rinchiuderlo in uno scantinato per essere esonerati molto gentilmente dal non pagare il pizzo.. -, ma ci sta, è un film che, col sorriso, dà un messaggio di speranza e di fiducia, soprattutto alle nuove generazioni, che si ritrovano - forse oggi più di prima - a vivere periodi, e neanche troppo brevi, di scoraggiamento, insoddisfazione,  dove la capacità di reagire e provare a darsi una mossa è fondamentale.

Altro film, di diverso tenore, è stato:

Recensione: LA PRINCIPESSA DEGLI ELFI - La Rivolta di Licia Oliviero



Eccomi con la recensione del secondo libro della trilogia fantasy di Licia Oliviero "La Principessa degli Elfi", così composta:

1- LA PRINCIPESSA DEGLI ELFI (clicca sul titolo per la recensione)
2- LA PRINCIPESSA DEGLI ELFI - La Rivolta
3. LA PRINCIPESSA DEGLI ELFI - La Maledizione


LA PRINCIPESSA DEGLI ELFI - La Rivolta 
di Licia Oliviero


Genere Romanzo: Fantasy
Casa Ed.: Narcissus Self Publishing
Pagine: 244 (Kindle)
Prezzo: 2, 99 €
Formato: ePub, Kindle
edito il 19 Ottobre 2014

La principessa degli Elfi della Luce, Layra, e la sua giovane amichetta Ally (sorellina di Anter, l'innamorato di Layra) sono prigioniere degli Elfi Oscuri, il cui sovrano è il malvagio Amos.

Intanto, fuori dal regno di Amos, il coraggioso Anter sta cercando di capire come fare per liberare le due ragazze, ed è convinto che l'unico modo è quello di organizzare una rivolta.
Entra a far parte quindi del gruppo di rivoltosi capeggiati da Artis; gli Elfi della Luce ribelli, sfuggiti ai rastrellamenti nemici, intendono combattere per riprendersi la propria patria, e questa potrebbe rivelarsi la migliore occasione per avere accesso al castello di Amos e portar via Ally e Layra dalle sue grinfie.

Ma le cose non sono così semplici.
Amos è potente e attorno a lui ha molti servitori, tra cui l'infido e traditore Drew, che - pur essendo un elfo della Luce - ha preferito schierarsi dalla parte del nemico.
A logorarlo e muoverlo è il suo spropositato odio per Anter e Layra.
Fortunatamente nel regno oscuro c'è qualcuno che è dalla parte degli Elfi della Luce e che al momento opportuno potrebbe rivelarsi molto utile.

Rinchiuse nelle segrete, la principessa e la piccola veggente Ally vengono quotidianamente minacciate e maltrattate da Amos e scagnozzi; Amos sa che non gli conviene per ora ucciderle, perchè Layra è pur sempre una principessa con dei poteri magici notevoli, ed Ally gli serve viva per i suoi poteri di premonizione; ma si renderà conto molto presto che le due fanciulle sono determinate, coraggiose e testarde, e non hanno alcuna intenzione di sottomettersi a lui e assecondarlo.
Anche perchè la loro fiducia è che Anter vada a liberarle.

E si avvicina infatti una nuova battaglia, e la sfida è assolutamente impari, perchè gli Elfi della Luce scampati formerebbero un esercito esiguo, mentre quello di Amos è meglio attrezzato.
Ma ciò che spinge Layra e i suoi alleati è l’amore per la propria casa, per la propria famiglia e per il proprio futuro, e questi sono valori di gran lunga superiori alla sete di potere e vendetta, che muove invece il malvagio Amos.

Le difficoltà e gli ostacoli da superare e abbattere, perchè la luce trionfi sulle tenebre della malvagità, sono davvero molti, ma Anter e Layra non sono soli: hanno al loro fianco amici fedeli, sono abili combattenti e, soprattutto, chi li ama non ha smesso di vegliare su di loro.

I due innamorati, sostenuti dalla nobiltà dei propri sentimenti e dalla forze dell'amore che li unisce, sono pronti a rischiare qualsiasi cosa pur di tenere Amos lontano, ed infatti assistiamo a diversi scontri, che si combattono a colpi di spada e di magie.
A complicare le cose si aggiungono incantesimi malvagi che potrebbero avere risvolti drammatici, ma in questo secondo capitolo della saga, nonostante le avventure concitate che vedono protagonisti Anter, Layra e i loro alleati, si profila uno spiraglio di luce che fa presagire che non tutto è perduto, e che ci sia ancora modo di ripristinare la pace.

Ma sarà duratura? 
Dopo tante lacrime, tanto dolore a causa di una guerra tra le due razze elfiche, tante morti..., Anter e Layra vorrebbero soltanto poter essere felici con le persone che amano, ed essere liberi di vivere il loro amore.
Ce la faranno?

La scrittura di Licia, semplice e scorrevole, dal ritmo vivace, trasporta il lettore in questo mondo fantastico, in cui a far da sfondo alle peripezie dei protagonisti è la lotta i buoni e i cattivi (come del resto era già nel primo libro), tra chi usa la magia per il bene dei più e chi lo fa solo per i propri interessi. Anter e Layra stanno crescendo e la consapevolezza delle proprie responsabilità e del loro amore, li rende più forti e maturi; si dà molta importanza ai loro sentimenti, alla loro sensibilità e sono diversi i momenti di affetto e tenerezza tra loro e verso le persone amate.

Non mi resta che arrivare all'epilogo di questa saga per scoprire cosa accadrà...!


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