Prosegue la mia lettura del romanzo della Morton "I segreti della casa sul lago", che mi sta prendendo molto, anche se per diverse ragioni procedo lenta nella lettura (ahimè).
Ebbene, poichè al centro del mistero di questo libro vi è il caso di un bambino rapito - Theo Edevane, sparito nel nulla nel 1933 -, l'Autrice, nel parlarne, cita il caso reale di un rapimento divenuto purtroppo celebre: il rapimento Lindbergh, che ebbe ai suoi tempi una grande risonanza mediatica internazionale.
Charles jr |
Sul davanzale della finestra aperta fu trovato un biglietto in cui si chiedeva il pagamento di un riscatto (di 50 mila dollari) e si raccomandava di non avvisare la polizia.
Ma le autorità furono giustamente coinvolte e le indagini iniziarono immediatamente, ma senza portare risultati.
Nei giorni seguenti i Lindbergh ricevettero altre lettere dal rapitore del piccolo Charles, e pur di riabbracciarlo, decisero di pagare il riscatto.
I giorni passarono e il 16 marzo i Lindbergh ricevettero un pacco anonimo con la camicina da notte di Charles e tempo dopo, all'ora e nel luogo prestabiliti, portarono il danaro ai rapitori, ma il bimbo non fu loro restituito.
Un mese dopo, era il 12 maggio, un camionista di colore trovò per caso il corpicino, ormai in decomposizione, del piccolo Charles, in un boschetto nei pressi dell’abitazione dei Lindbergh; dall'esame autoptico, si comprese che il piccolo doveva essere deceduto poco dopo il rapimento, a causa di un trauma cranico.
locandina |
Appena un paio di anni dopo, nel 1934, fu arrestato un certo Bruno Richard Hauptmann, che si guadagnava da vivere come carpentiere e rischiando in Borsa. Nella sua casa gli investigatori trovarono diversi indizi schiaccianti, oltre che migliaia di dollari “segnati”; la sua grafia fu riconosciuta come quella del biglietto e poi non aveva un alibi per la sera del delitto.
Il processo iniziò qualche anno dopo e si giunse presto alla condanna: pena di morte (sedia elettrica) in tutti e tre i gradi di giudizio.
In seguito negli Stati Uniti fu emanata una legge molto severa nei confronti dei sequestri di persona e fu chiamata “Legge Lindbergh”.
Eppure, a distanza di anni, la vedova di Hauptmann continuava a proclamare l'assoluta innocenza del marito.
In effetti, c'è da ricordare che in quel drammatico 1932 la cameriera personale della signora Lindbergh, Violet Sharp, si era inspiegabilmente tolta la vita avvelenandosi, il giorno prima di affrontare un altro interrogatorio; lo stesso maggiordomo morì di peritonite fulminante il giorno prima della propria testimonianza e la zia del piccolo, Elisabeth Morrow, era stata in passato la fidanzata del signor Lindbergh, e non aveva mai smesso di provare un certo risentimenti verso la sorella e probabilmente anche verso l'innocente nipotino...
Che queste persone avessero qualcosa da nascondere?
Di questo caso e di tutte le sue strane coincidenze si parlò per tanto tempo, e molti punti oscuri non furono mai chiariti.
Non mancarono anche le ipotesi più inquietanti (altrettanto drammatiche), tipo che Charles fosse morto accidentalmente, cadendo dalle braccia del padre e che i familiari avessero messo su un finto rapimento per nascondere la verità...
Di certo Kate Morton si è rifatta molto a questo celebre e controverso caso di cronaca nera come spunto per la propria storia; del resto, non sarebbe la prima volta che uno scrittore attinge al rapimento di "Baby Lindbergh". Lo fece, ad es., già Agatha Christie nello scrivere il famoso giallo "Assassinio sull'Orient-Express" (RECENSIONE).
Fonti:
wikipedia
http://www.criminologia.org/