sabato 28 ottobre 2017

Ultime novità Milena Edizioni - "Belli anche da vedere" (sez. libri illustrati)



Cari lettori, oggi vi presento la collana di libri illustrati all'interno della C.E. Milena Edizioni: si tratta di volumi che raccontano storie dal tessuto intimistico, romanzate attraverso un duplice linguaggio, perchè le illustrazioni possono completare ciò che la parola non dice, arricchendola di ulteriori significati.

È in arrivo, in tutte le librerie e gli store online, il nuovo romanzo di genere psicologico di Ramona Parenzan - in uscita ufficiale dal 5 novembre 2017 - Vascanumero4, impreziosito da 32 illustrazioni, a colori e in bianco nero, realizzate dell’illustratrice Paola Pezzotta.


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Vascanumero4 è una storia che ospita temi molto attuali: l’incapacità di costruire legami amorosi, le perversioni e le fobie sessuali, il sincretismo religioso, la ricchezza e la fatica della migrazione, la creatività resiliente in un mondo che cerca in ogni modo di spegnerla, la precarietà lavorativa, la fobia sociale e il bisogno, forte, di appartenenze.

Daria ogni giorno va alla piscina comunale. Vuole immergersi nell’acqua, nuotare, dimenticare. Dentro quell’universo clorato il mondo sembra finalmente muto, assente. Solo l’acqua riesce a sciogliere quel groviglio intricato di vuoti e di abbandoni. 
Mentre nuota nella corsia numero quattro, Daria immagina le vite dei suoi compagni di vasca. Li osserva nuotare e dallo stile delle loro bracciate inventa le loro vite. 
Questi suoi viaggi dentro la “piscinamondo” riescono a farle dimenticare la fame feroce di appartenenze e una dannata e inespugnabile sensazione di vuoto. 
Ogni personaggio che inventa e poi disegna rappresenta una parte della sua anima…

L'autrice
Ramona Parenzan, nata a Bergamo nel 1973, insegnante di italiano lingua seconda, autrice di libri sulla multiculturalità e l’adozione. Raccontastorie. Vive a Brescia.
L'illustratrice
Paola Pezzotta, illustratrice bresciana, ha pubblicato con diverse case editrici italiane. L’arte illustrata è il suo mezzo per condividere una visione.

Appendice fotografica a cura di: 
Ilaria Vidaletti è una fotografa italiana specializzata in ritratto e reportage. Laureata all’Accademia di Belle Arti, ha lavorato con importanti aziende nel settore della moda e del design.


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All'interno della stessa collana vi segnalo Le dee del miele di Emma Fenu, con illustrazioni a cura di Valentina Brostean.

Ambientato in Sardegna, Le dee del miele è un romanzo familiare che racconta di Donne al maiuscolo: Donne madri, forti come Dee, capaci di rinascere dopo infinite eclissi. 
Donne mamme, lune piene, dolci come miele. È una storia intrisa di mito e memoria, dove alla realtà si fonde un universo parallelo di spiriti, fate e demoni, in cui al mondo muliebre spetta vegliare sulla vita e sulla morte.

Caterina e Lisetta non si conoscono, ma diverranno consuocere; Marianna, figlia adottiva di Lisetta; e Eva, figlia di Marianna sono creature diverse fra loro, per ceto sociale e vissuto, ma legate dai fili del destino fino a divenire parte l’una dell’altra, tramite un cordone ombelicale di sangue, luna, farina, miele, mistero e agnizioni. 
Ispirato ad una saga familiare vera, il romanzo è incentrato, apparentemente, sul “dono”, ossia sulla capacità di vedere il mondo occulto e di prevedere il futuro.


giovedì 26 ottobre 2017

Recensione: LA FAMIGLIA KARNOWSKI di I. J. Singer



La famiglia Karnowski è un romanzo di Israel Joshua Singer pubblicato per la prima volta nel 1943 e racconta la vita di tre generazioni dei Karnowski, una famiglia di ebrei polacchi; una saga familiare che non soltanto ci restituisce una fotografia attenta del mondo ebraico ma ci presenta un ventaglio di personaggi indimenticabili, magistralmente caratterizzati dalla eccellente penna di un Autore che sa guardare nell'animo umano e raccontare ciò che vi è dentro.

LA FAMIGLIA KARNOWSLI
di I. J. Singer





"I Karnowski della Grande Polonia erano noti per il loro carattere testardo e provocatore ma allo stesso tempo stimati per la vasta erudizione e l'intelligenza penetrante".

Il primo membro della famiglia Karnowski che incontriamo è David, che già da ragazzo mostra un carattere forte e determinato, nonchè una seria inclinazione allo studio dei testi sacri, esaminati con grande passione, e accanto ad essi anche testi di filosofia e matematica.
Siamo nei primi anni del '900 e David è un giovane uomo colto e illuminista che decide di allontanarsi dal modo di fare e di vivere proprio degli ebrei polacchi per trasferirsi da Melnitz a Berlino, ritenendo quest'ultima più idonea per uno come lui, amante del pensiero libero moderno e convinto seguace di un importantissimo filosofo ebreo tedesco, Moses Mendelssohn. 

David è un uomo retto, onesto, la cui esistenza è completamente condizionata dalla cultura, dalla necessità di studiare e di voltare le spalle al modo di pensare oscurantista dei suoi connazionali polacchi, da cui desidera con tutte le sue forze distinguersi, quasi ritenendoli inferiori, sciocchi, gretti.
In virtù di questo, diventa una delle personalità più importanti e influenti della comunità ebraica locale, rendendo la sua casa un circolo culturale.
David è sposato con la dolce Lea, una donna semplice che porta nel suo cuore la sua vita felice e genuina nello shtetl* in cui è nata; pur amando moltissimo suo marito, non ne condivide l'ardore intellettuale e lui stesso la tratta come un'eterna bambina, sempliciotta e incapace di comprendere i discorsi eruditi dei rabbini e degli studiosi che si riuniscono in casa loro, facendola sentire quindi inferiore, sola e poco apprezzata.
Questo porta la donna a trascorrere, appena può, un po' del proprio tempo in casa dei coniugi Solomon e Ita Burak (commercianti suoi compaesanti) nonostante i divieti del marito sul frequentarli.
Infatti, David non ha alcuna stima di Solomon, lo disprezza in quanto privo di istruzione, ma in realtà Solomon è un uomo molto scaltro e intraprendente, che sa come muoversi nel mondo del commercio, sa come convincere le donne a comperare i suoi prodotti e anche nei momenti più buii - anni dopo - saprà ricominciare da zero grazie proprio alla voglia e alla capacità di non arrendersi e di mettersi in gioco.

Solomon Burak è un personaggio a mio avviso tra i più positivi, non soltanto per la sua intelligenza, lo spirito sempre ottimista, la gioia di vivere che è dentro di lui a prescindere dalle circostanze, ma anche per la bontà e la generosità che lo contraddistinguono e che lo indurranno a mostrare perdono e amicizia proprio a chi in passato lo aveva disprezzato.  

Con lui e sua moglie Lea è se stessa, non ha bisogno di controllare ogni parola, può parlare a ruota libera di ciò che vuole e in yiddish, cosa che non le è possibile nel mondo colto e rigido del marito; le sue giornate a Berlino, noiose e prive di troppe gioie, cambieranno quando resterà incinta.

Il figlio di David e Lea, Georg, non è affatto come il padre: non ama studiare ma trascorrere le giornate e le notti divertendosi; non gli importa nulla nè di filosofia nè del Talmud, allontanandosi ben presto dai valori e dalla fede ebraica.
Solo la partecipazione alla prima guerra guerra mondiale in qualità di medico gli farà mettere la testa a posto, e al ritorno in patria diventerà un ginecologo molto bravo e si innamorerà di un'infermiera non ebrea, la buona e sensibile Teresa.

Le scelte di Georg sono motivo di profonda preoccupazione per gli amati genitori, che riponevano altre aspettative nel figlio; l'affronto più grande è il matrimonio con una gentile, che indigna profondamente David, tanto da decidere di non rivolgere più la parola al figlio.

Significative sono le pagine in cui l'Autore si sofferma sul senso di solitudine provato da David al pensiero di questo figlio che non segue le sue orme, che ha preferito la medicina alla filosofia e alla conoscenza della cultura ebraica:

"Seduto nell'ampio studio colmo di volumi, constatava di essere l'ultimo della sua generazione. Nessuno avrebbe mai aperto i libri che aveva raccolto. Quel grande mondo ebraico (...), la saggezza, la sapienza, la tradizione per cui gli ebrei avevano versato il proprio sangue, che avevano difeso a costo della vita, tutto sarebbe caduto nell'oblio.".

Ma

 "La vita è una burlona (...), ama giocarci qualche tiro mancino. Volevamo essere ebrei in casa e uomini in strada,  arrivata a vita e ha messo tutto sottosopra: siamo goyim* in casa ed ebrei in strada".

E la vita non smetterà di creare scompiglio in casa Karnowski anche nella terza generazione, con Joachim Georg, conosciuto come Jegor, l'unico figlio di Georg e Teresa, che darà non poche angosce ai genitori a causa di una personalità fragile e del caotico e difficile momento storico in cui si troverà a crescere: l'ascesa del Partito Nazista e di Adolf Hitler influenzerà molto negativamente il bambino, tormentato dalla ricerca di un'identità individuale ma ancor più collettiva: il suo essere un "mezzosangue", figlio di una tedesca cattolica e di un ebreo sarà per lui qualcosa di difficile da accettare, lo farà sentire sempre "sbagliato", a motivo del crescente  disprezzo e delle orribili umiliazioni cui andrà incontro a causa delle origini del padre.

La famiglia Karnowski, per sfuggire al triste destino che attende il loro popolo in Europa, fuggirà negli USA, cercando di rifarsi una vita a New York, ma anche qui non sarà così semplice integrarsi e farsi accettare...

Considerazioni.

E' una saga davvero bella, in cui spiccano - come dicevo nell'introduzione - le personalità dei personaggi, tutti ben delineati, sia i principali che i secondari; tra questi ultimi, oltre a Solomon, mi ha colpito molto anche un altro personaggio: Elsa Landau, una donna coraggiosa che darà tutta se stessa alla carriera politica, mettendo da parte però il proprio lato femminile, con tutte le legittime esigenze che le sono proprie.

Se David e Georg riusciamo ad inquadrarli bene e in maniera semplice, trovandone pregi e difetti - in particolare, il carattere deciso, volitivo, testardo e orgoglioso -, a colpire maggiormente è forse Jegor, questo ragazzo dalla personalità molto complessa, ricca di contraddizioni, che subisce, suo malgrado, il suo essere per metà ebreo e per metà tedesco, soprattutto quando essere ebreo diventerà una colpa, una vergogna; Jegor subirà sulla propria pelle la malvagità di persone che credono nella superiorità di una razza su un'altra e che hanno aderito all'ideologia hitleriana, e quando "si metterà al sicuro" in America, le cose non miglioreranno, perchè la sensazione sgradevole di appartenere al popolo sbagliato lo ossessionerà, portandolo a fare scelte decisamente deleterie.

La storia quindi si dipana lungo gli anni che vanno dagli inizi del Novecento a quelli successivi alla seconda guerra mondiale, e ci mostra sia la cultura giudaica in se stessa - da cui personalmente sono affascinata - che rispetto alla società, nei diversi momenti e contesti storici.

Molto bella la frase che David rivolge a suo figlio Georg quando, ancora residenti a Berlino, la sventura comincerà a cadere sugli ebrei...:

"Sii forte, figlio mio, come lo sono io e tutti gli ebrei della vecchia generazione (...), ci siamo abituati da sempre e lo sopportiamo, da ebrei".

E' stata una lettura lunga, è vero, ma non perchè noiosa o lenta, anzi, quando iniziavo a leggere e dovevo lasciare (per mancanza di tempo) mi dispiaceva interrompere perchè lo stile così scorrevole e dettagliato di Singer, capace di descrivere luoghi, fatti, persone, tratteggiandole in maniera viva, parlandoci delle loro abitudini, dei loro caratteri, le virtù e i vizi..., con un pizzico di umorismo e vivacità, rende il libro bello, di quelli che meritano di essere letti perchè scritti benissimo e coinvolgenti per le singole storie narrate, che hanno una grande potenza narrativa, sembrano uscire dalla carta e prendere vita per quanto sono splendidamente raccontate. Ci si affeziona a David, a Lea, a Georg, a Jegor, si prova tenerezza, indignazione, disapprovazione, curiosità, fascino..., insomma non si resta indifferenti perchè Singer sa come toccare nel profondo i suoi lettori, toccando temi importanti, come l'emigrazione,il senso di appartenenza al proprio popolo, l'alienazione e la solitudine di chi non riesce ad integrarsi in un contesto nuovo,l'antisemitismo...

Assolutamente consigliato, in particolare a quanti apprezzano i libri sulla cultura ebraica, le saghe familiari e le storie ambientate durante le due guerre mondiali.

*villaggio o piccola cittadina dell'Europa orientale con una forte percentuale di popolazione ebraica.
*persona non ebrea

mercoledì 25 ottobre 2017

Libri per bambini/ragazzi (Mondadori Electa/Salani)



Cari lettori, rieccomi con un paio di segnalazioni dedicate a un pubblico molto giovane.


La prima novità è un libro particolare che ha ispirato un film d'animazione  in uscita il 28 settembre nelle sale italiane:


LA MIA VITA DA SMILEY
DIARIO DI UN EROE…ALLE MEDIE
di Anne Kalicky


Ed. Mondadori Electa 
collana Electa Junior
pagine 208
età da 8 anni
16,90 €
in libreria il 17 ottobre 2017
Illustrato da Tim Jones per Smileyworld


Un giorno, ne sono certo, le mie memorie saranno ritrovate nella cassaforte di una navetta spaziale abbandonata e io entrerò nella storia con la S maiuscola dunque è arrivato il momento di lanciarmi!


La mia vita da Smiley è lo spassoso diario di Max, un ragazzino di 11 anni che arriva alle medie. Le sue avventure sono tratte dalla quotidianità di un undicenne, in cui qualsiasi giovane lettore potrà riconoscersi: vicende scolastiche, timori e conflitti legati alla nuova scuola, scherzi e situazioni surreali, che coinvolgono i compagni, i professori e i genitori.

La vera originalità del racconto è che ad accompagnare il testo scritto ci sono gli Smiley, le faccine gialle nate nel lontano 1972 per mano del giornalista francese Franklin Loufrani che diede avvio a un fenomeno di incredibile successo internazionale. Da allora gli smiley sono entrati in maniera preponderante nella comunicazione visiva delle giovani generazioni, invadendo i cellulari e i social media. Il fenomeno è tale da avere ispirato addirittura un film di animazione in uscita a settembre nelle sale italiane.

Gli Smiley hanno modificato il sistema di esprimere i nostri stati d’animo nella vita quotidiana: gioia, allegria, rabbia, tristezza, stupore vengono comunicati in maniera semplice ed immediata con una faccina ora sorridente, ora arrabbiata, ora stupita.

Sfruttando proprio l’immediatezza dello Smiley, il protagonista riempie così le pagine del suo diario di faccine gialle, per esprimere con un simbolo visivo il sentimento predominante dei personaggi del racconto. La vita di Max è dunque una vita da Smiley. E chissà, qualcuno vedrà in Max non un ragazzino, ma proprio uno Smiley vero e proprio che scrive in prima persona …!


Smiley nasce il 1° gennaio 1972, quando Franklin Loufrani, il giornalista del quotidiano francese “France Soir”, lancia una campagna promozionale per la felicità, utilizzando il logo Smiley per mettere in risalto le buone notizie. Loufrani registra il marchio Smiley dando vita a una realtà commerciale di rilevanza internazionale. 
Nel 1997 suo figlio Nicolas Loufrani crea il primo Smiley digitale rivoluzionando la comunicazione e la tecnologia, e nel 2000 gli Smiley invadono i cellulari, diventando parte del nostro vissuto quotidiano. Oggi Smiley raggiunge i 4,5 milioni di fan sui social media, con miliardi di faccine inviate ogni giorno dai device elettronici, imponendosi come fenomeno globale senza precedenti.



La casa editrice Salani il 6 novembre pubblicherà  il nuovo romanzo della serie Olga di carta di Elisabetta Gnone:



JUM FATTO DI BUIO
di Elisabetta Gnone


Ed. Salani
224 pp
14.90 euro
età da 10 anni
Dal 6 NOVEMBRE 2017
"Siamo lumini

che attendono di splendere..."


Jum è un mostro fatto del buio e del vuoto che ci portiamo dentro quando perdiamo qualcosa o qualcuno che ci è caro, si nutre del nostro dolore e beve le nostre lacrime.
Non possiamo vederlo, ma possiamo scacciarlo, il modo esiste: occorre ascoltarle con cura le storie che Olga racconta ai cittadini del villaggio e saper leggere tra le righe.
E poter contare su buoni amici.

È inverno a Balicò, il villaggio è ammantato di neve e si avvicina il Natale. Gli abitanti affrontano il gelo che attanaglia la valle e Olga li riscalda con le sue storie. Ne ha in serbo una nuova, che nasce dal vuoto lasciato dal bosco che è stato abbattuto.
Quel vuoto le fa tornare in mente qualcuno che anche Valdo, il cane fidato, ricorda, perché quando conosci Jum fatto di Buio non lo dimentichi più. È un essere informe, lento e molliccio, senza mani né piedi. La sua voce è l’eco di un pozzo che porta con sé parole crudeli e tutto il suo essere è fatto del buio e del vuoto che abbiamo dentro quando perdiamo qualcuno o qualcosa che ci è caro.
Jum porta con sé molte storie, che fanno arricciare il naso e increspare la fronte, e tutte sono un dono che Olga porge a chi ne ha bisogno. Perché le storie consolano, alleviano, salvano e soprattutto, queste, fanno ridere. 

Dopo Olga di carta - Il viaggio straordinario, ritorna la vita del villaggio di Balicò con una storia che ne contiene tante, come in un gioco di scatole cinesi, come in una farmacia d’altri tempi piena di cassetti da aprire per tirare fuori la medicina giusta per ciascuno di noi.


martedì 24 ottobre 2017

Dietro le pagine di "La casa delle foglie rosse" (Red Leaves) di Paullina Simons




Qualche mese fa ho avuto il piacere di leggere e apprezzare un romanzo dalle atmosfere misteriose e ricche di suspense dell'autrice Paullina Simons: "La casa delle foglie rosse" (Red Leaves).

Il libro fu pubblicato per la prima volta negli anni '90 e di recente riadattato; al centro vi è la misteriosa morte di una studentessa del Dartmouth College, una bravissima giocatrice di basket il cui corpo viene ritrovato senza vita, nudo, congelato nella neve nei boschi del campus.
Chiamato per indagare, il detective Spencer Patrick O'Malley si rende conto che la vittima è la stessa ragazza da lui incontrata pochi giorni prima e con la quale aveva preso un appuntamento.
Per scoprire cosa le è accaduto e chi poteva avere interesse a farle del male, Spencer dovrà interrogare con attenzione i tre amici della ragazza, e trovare la verità dietro tutti i segreti e le bugie da loro raccontati, per arrivare a scovare l'assassino.


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Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.

La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?
".

L'Autrice ha dichiarato che, mentre pensava al prossimo libro da scrivere, le è balzata alla mente l'immagine di una ragazza trovata morta nella neve in un ambiente fittizio. Ma dopo aver visto il campus di Dartmouth ha capito che quella sarebbe stata la location perfetta; ha quindi  iniziato a mettere insieme i pezzi e a farsi delle domande: come è arrivata là la povera Kristina, e quale ruolo gli amici (Jim, Connie e Albert) e il detective svolgevano nella sua vita?



source


Ma il Dartmouth ha influenzato ed ispirato l'Autrice anche per altri particolari; l'idea di rendere la protagonista, Kristina, una campionessa di pallacanestro è nata proprio dal fatto che la squadra di Dartmouth aveva vinto diversi premi di recente, e a lei era piaciuto il fatto che la sua Kristina fosse la migliore in uno sport in cui l'università eccelleva.

Labrador Retriever
Non solo, ma anche la presenza costante del cane di Kristina - Aristotle - all'interno dell'università e nelle giornate dei quattro amici, è sorta constatando che nel campus c'erano davvero tanti cani, di qualsiasi dimensione, anche quelli più "ingombranti" (Shepherds, Labrador e Golden Retriever), e che essi erano permessi anche nei dormitori. 

A quanto pare, il detective O'Malley è presente anche in un altro romanzo, ambientato a New York e con un altro mistero da risolvere (cercare una ragazza scomparsa):The Girl In Times Square non è però mai stato (ancora) pubblicato in America, quindi chissà in Italia se e quando potremo leggerlo; tanti sono i fans che le chiedono se ci sarà mai una serie con il detective O'Malley, ma attualmente non ha progetti in merito.

Purtroppo non son riuscita a trovare molte interviste in cui la Simons racconta cosa ha ispirato questo libro...

Fonte consultata:

http://crimespreemag.com

lunedì 23 ottobre 2017

Recensione: ADDIO, FAIRY OAK di Elisabetta Gnone



La dolce fatina Felì è giunta al suo quarto ed ultimo racconto, in cui narra l'ultimo mistero di Fairy Oak:


"La prima sera parlai d'amore,la seconda di mirabolanti incantesimi,la terza di amicizia, la quarta sera raccontai un addio."

ADDIO FAIRY OAK
di Elisabetta Gnone



In CAPITAN GRISAM E l’AMORE, grazie alle gemelle Pervinca e Vaniglia, e alla loro Banda (capeggiata dal bel Grisam), abbiamo saputo qualcosa di più sul compianto Capitano Talbooth; ne GLI INCANTEVOLI GIORNI DI SHIRLEY siamo stati accompagnati nel favoloso mondo degli incantesimi, volando con la fantasia grazie alla straordinaria Shirley Poppy, e con FLOX SORRIDE IN AUTUNNO abbiamo sorriso con la simpatica teoria dei colori della vivace e dolce Flox.

Ma in questo quarto racconto comprendiamo dalle prime pagine che Felì si sta facendo sempre più malinconica nel raccontare le avventure delle sue gemelline e degli abitanti della Valle: i 15 anni insieme alla famiglia Periwinkle stanno per concludersi e la cara fata sarà costretta a dire addio all'amata Fairy Oak; Vì e Babù, infatti, stanno crescendo e non avranno più bisogno di lei...

Ed è così che Felì si perde nei ricordi e ci porta indietro nel tempo, a quando le gemelline sono nate e a tutti i piccoli misteri che da quel momento hanno popolato, seppur nell'ombra, a Fairy Oak.
L'incontro col misterioso Barbo Tagix, il vecchio mago che va in giro sul carro dei ricordi, in seguito alla nascita delle due sorelline, ha destato un po' di ansia nella strega Tomelilla, perchè il mago del tempo è stato sibillino parlando con lei, in presenza di Felì: un evento epocale accadrà e sconvolgerà al vita a Fairy Oak.

"L'equilibrio si spezzerà (...) L'Alleanza tra Buio e Luce è destinata a finire perchè è stabilito: centoventun anni da oggi, uno di voi tradirà!"


Tomelilla, saggia e preoccupata, non si dà pace: quale stravolgimento devono attendere? E che ne sarà delle sue nipotine appena nate: Vaniglia e Pervinca svilupperanno i doni magici, o i poteri straordinari che si trasmettono da generazioni in famiglia son destinati ad andare perduti?

Affinchè nessun dettaglio e particolare prezioso, nel corso della crescita delle due bambine - che immediatamente dimostrano di essere l'una l'opposto dell'altra, non nell'aspetto ma nel temperamento - possa essere dimenticato, ma anzi possa risultare utile per comprendere le misteriose parole di Barbo circa il futuro, Tomelilla ordina alla fedele Felì di scrivere un diario e di aggiornare quante più cose, ogni giorno, non solo sulle gemelle ma anche sul villaggio e circa i cambiamenti, seppur minimi, che si verificano attorno a loro.

Il lettore viene quindi immerso negli anni dell'infanzia felice delle sorelline Periwinkle: la dolce e sensibile Babù, sempre paziente e pronta a dar saggi consigli alla sua ribelle sorella, Vì, che è un peperino dal carattere deciso, impaziente, incapace di star ferma, allergica a tutto ciò che è "femminile" (che siano le gonne o i discorsi romantici); entrambe, di giorno in giorno e di anni in anno, mostrano le proprie attitudini e imparano a valorizzare le proprie capacità, partecipando alla vita della piccola e allegra comunità.
In particolare, ad aiutare tutti i ragazzini di Fairy Oak a crescere sviluppando valori sani sono i celebri Giochi Estivi, in cui i ragazzi, divisi in squadre, si sfidano in competizioni in cui, alla fine, ciò che conta di più non è tanto la medaglia finale quanto la lealtà, l'amicizia, la forza, l'audacia... dimostrate.

Conosceremo com'è nata la simpatia tra il coraggioso e saggio Grisam e la vivace e testarda Vì; ascolteremo dalla bocca del burbero (ma solo per gioco) Talbooth la commovente storia della bella Isabella e del suo nobile sacrificio; ci divertiremo ascoltando i bisticci tra Vì e l'antipatica figlia del sindaco; resteremo incuriositi e perplessi di fronte ai sospiri e alle angoscianti preoccupazioni nutrite da Tomelilla circa il destino della proprie nipoti: saranno delle streghette oppure no? Entrambe saranno Magici del Buio o della Luce?
Fairy Oak e i suoi pacifici abitanti sapranno resistere alle "turbolenze", agli eventi epocali previsti da Barbo Tagix?

"Addio, Fairy Oak" è dunque il capitolo che chiude la fantastica saga ambientata in un mondo magico, ricco di profumi e di colori, in cui ogni giorno i protagonisti vivono piccole e grandi avventure, e in cui a predominare sono sempre i sentimenti più belli: l'affetto tra gli amici, che sanno restare accanto l'uno dell'altro nei momenti belli come in quelli brutti; la voglia di divertirsi insieme, di giocare allegramente, di svelare sempre nuovi misteri; l'amore, che nasce pian piano nei giovani cuori di Vì e Babù; il prendersi cura dell'altro, e non ultimo.. la bellezza dei ricordi.

Felì racconta ma sa che il suo tempo nella Valle sta per concludersi: come può lasciare le sue bellissime gemelle, la cara Tomelilla e, con loro, tutti gli abitanti del gioioso villaggio?
Dire addio è difficile, è doloroso, e allora forse

"Il miglior modo per dire addio, è non dirlo affatto (...). E il miglior ricordo che ci si può portare via è il ricordo di un giorno qualsiasi."

Ancora una volta Elisabetta Gnone ci dona una storia che profuma di fiaba, di "cose buone", di sentimenti puri, di problemi affrontati con coraggio e sacrificio, di amici fedeli, e che ci lascia quel pizzico di nostalgia e malinconia che dalla fatina Felì passa direttamente a noi che leggiamo, che ci sentiamo un po' come lei..., tristi, al pensiero di dover dire addio ai personaggi che danno vita a Fairy Oak, ma al contempo siamo contenti di averli conosciuti ed aver sorriso o esserci commossi insieme a loro.

Come sempre piacevole e molto scorrevole da leggere, la scrittura dell'Autrice mi ha conquistata anche questa volta perchè mi ha fatto sognare ad occhi aperti trasportandomi nelle atmosfere magiche di Fairy Oak, quasi facendomi sentire il soffio del vento e delle onde, presentandomi fate, maghi, streghe, umani privi di poteri, mamme apprensive, padri attenti, fatine chiacchierone, ragazzini desiderosi di divertirsi e giocare, dandomi modo di passare qualche ora di spensieratezza.

Ringrazio la C.E. Salani per le copie omaggio e consiglio questa saga, che piacerà ai giovani lettori che ancora non la conoscono... ma forse anche agli adulti, come me, che hanno voglia di fantasticare e sognare leggendo.

domenica 22 ottobre 2017

Concorso “UNA FIABA PER L’AUTUNNO”



Cari amici che passate di qui, se amate scrivere e avete già nel vostro "cassetto di scrittori" una fiaba che desiderate far conoscere, potreste approfittare di questo concorso:



Concorso “UNA FIABA PER L’AUTUNNO”
Scadenza 15 novembre 2017


Macabor Editore invita tutti coloro che praticano la scrittura a scrivere una fiaba ( max 4 cartelle, circa 8000 battute spazi inclusi).
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Saranno accettate solo fiabe inedite in lingua italiana mai pubblicate in volume, neppure parzialmente. Il tema è libero.

Le fiabe dovranno essere inviate entro il 15 novembre 2017 complete delle generalità e una breve nota biografica dell’autore, nonché il numero di telefono e l’indirizzo e-mail, al seguente indirizzo di posta elettronica: macaboreditore@libero.it

Nell’oggetto della mail si dovrà scrivere: UNA FIABA PER L’AUTUNNO

Le migliori fiabe verranno pubblicate in volume e inserite nella collana per l’infanzia “Il volo della Streghetta” di Macabor Editore.



sabato 21 ottobre 2017

Anteprima Neri Pozza: SUGAR MONEY di Jane Harris - dal 26 ottobre



Neri Pozza mi tenta con questo romanzo storico, ispirato a una vicenda vera, che conquista il lettore per la prosa ricca ed evocativa propria della sua autrice, Jane Harris, già apprezzata ne I Gillespie e ne Le osservazioni. 
Una storia profonda e commovente sul legame tra fratelli e sul valore della libertà.



SUGAR MONEY
di Jane Harris



Ed. Neri Pozza
320 pp
17 euro
Saint-Pierre della Martinica, Antille Occidentali, 1756. ù
Lucien e suo fratello Emile sono schiavi creoli al servizio dei Frères de la Charité. Coltivano la canna da zucchero, coi proventi della quale i frati riescono a far fronte ai debiti accumulati per mantenere in vita l’ospedale locale e prendersi cura dei malati.
Un giorno padre Cléophas, un uomo dallo sguardo sfuggente e pieno di malizia, li convoca per affidare loro un delicato incarico: recarsi a Grenada e, con la scusa di dover consegnare alcune piante medicinali, ritornare in Martinica con i quarantadue schiavi rimasti sotto il dominio inglese dopo l’occupazione.
Il momento è ideale per riportarli nella terra cui appartengono di diritto: il trattato di pace con gli inglesi sembra reggere e tra Grenada e la Martinica vi è libero passaggio. 
Riavere i quarantadue di Grenada a Saint-Pierre è, per i Frères de la Charité, essenziale. La febbre ha decimato gli uomini negli ultimi tempi e la terra da disboscare e mettere a coltura è ancora tanta, per non parlare della distilleria da avviare.
Emile e Lucien conoscono Grenada, hanno entrambi servito i Frères dell’ospedale di Fort Royal e, soprattutto, Lucien parla un po’ di inglese. 
Padre Cléophas affida loro una procura ad agire per conto dell’ordine, un documento che, dice, garantisce il consenso degli inglesi all’espatrio degli schiavi.
Ma quando sono a bordo della Daisy, l’imbarcazione che li attende per condurli a Grenada, Emile rivela la verità a Lucien: Cléophas ha mentito, la procura non ha alcun valore e quello che ci si aspetta da loro è che «rubino» gli schiavi proprio sotto al naso degli inglesi. Una missione pericolosa, se non impossibile.



venerdì 20 ottobre 2017

Frammenti di... LA FAMIGLIA KARNOWSKI



Sto leggendo - già da un po' - LA FAMIGLIA KARNOWSKI di Singer, ambientata in un periodo che attraversa le due guerre mondiali.
Essendo una famiglia ebrea emigrata a Berlino, nei difficili anni della dittatura hitleriana ha dovuto subire tutte le umiliazioni e i soprusi che il popolo ebraico ha patito a causa dell'ideologia nazista.
Nel passo che condivido con voi, l'attenzione è posta su un vecchio e saggio rabbino, devoto credente, e su sua figlia, che non riesce ad apprezzare e comprendere la fede in Dio dell'anziano genitore, a fronte delle crudeli angherie di cui dicevamo poc'anzi.


"Jeannette mette a bollire un pentolino sulla stufa di ghisa che alimenta con vecchi libri al posto della legna. Non riesce a mantenere la calma davanti ai discorsi del padre. Vede la sciagura avanzare inesorabilmente. La Dragonerstrasse si spopola ogni giorno di più. Le botteghe sono chiuse con tavole e catenacci. Di sera la gente si barrica in casa. Il rumore di un’automobile che passa a gran velocità, i fischi e le risa dei gentili e i lamenti degli ebrei rivelano che nella notte qualcuno è stato portato via. La strada del ghetto, esposta ai soprusi e alle violenze, la riempie di un’inquietudine e di un terrore continui. 
«Papà», interrompe la lettura del padre «perché tutte queste sofferenze?».
 Reb Efraim sorride, un sorriso sdentato nella barba muschiosa. «È una vecchia domanda, figlia mia, vecchia come la sofferenza stessa» risponde. «Con le nostre menti limitate non riusciamo a capirlo, ma tutto questo deve avere un senso, come ogni cosa che esiste, altrimenti non esisterebbe».
(...) solo la gente ordinaria e gli stolti si lamentano con Dio per il male e lo lodano per il bene. L’uomo saggio sa che non ha senso pensare a Dio in questi termini, perché tutto ciò che esiste fa parte del Divino, nulla escluso: animali e vegetali, uomini e stelle, tutto ciò che è, che sarà e che non è più, il bene e il male, la felicità e la sofferenza, e così via, senza inizio e senza fine."

giovedì 19 ottobre 2017

Segnalazioni editoriali: "Luminescence" di Elena Magnani // "La rivincita degli ultimi" di Gianluca Malato



Dopo il successo di Come il cielo di Belfast (RECENSIONE), ambientato durante gli anni del conflitto nordirlandese, la scrittrice genovese Elena Magnani torna in libreria con un nuovo coinvolgente romanzo, molto diverso dal suo precedente.


Luminescence 
di Elena Magnani

Ed. Lettere Animate
258 pp


Alessandra è sconvolta dalla morte, inevitabile, dell’amica.
Con lei, ad assistere alla sua fine, c’era solo Haiki.
Ma lei è l’unica a poterlo vedere.
Luminescence è un paranormal romance, il primo capitolo di una duologia; le vicende narrate si sviluppano nell’immaginario incontro tra un gruppo di amici amanti delle escursioni sulle montagne della Garfagnana, ma divisi da tempo a causa della morte traumatica di un’amica, e le antiche credenze religiose che riguardano la nascita di esseri metà umani e metà angeli, i Nephilim, diretti discendenti di Lucifer e degli angeli che si sono ribellati al volere di Dio.

«Quando anni fa scrissi questo romanzo, non avevo preso in considerazione di continuare la storia - spiega Elena Magnani - lo pubblicai per la prima volta nel 2014 con il titolo Lucifer la stella del mattino (ho dovuto cambiare il titolo perché nel frattempo un'altra scrittrice ne ha utilizzato uno simile) e i lettori iniziarono a chiedere un seguito della storia. Non trovandomi bene con la casa editrice di allora aspettai la scadenza del contratto per poterlo ripubblicare. Nel frattempo, avevo iniziato a scrivere il secondo volume. Il prologo iniziava con un terremoto nella chiesa di Dalli Sotto. Quando poi il terremoto ci fu veramente e la chiesa subì delle lesioni, smisi di scrivere il seguito. Oggi i lavori alla chiesa sono terminati e la luminescenza ha ritrovato il suo posto. Transcendense sarà quindi il seguito di Luminescence e sono molto, molto soddisfatta del riscontro che questa storia sta riscuotendo tra i lettori.»


Sinossi

Durante un’escursione, un gruppo di amici assiste alla drammatica morte di un proprio membro. Alessandra, nello scetticismo generale, racconterà di aver visto una misteriosa presenza al suo fianco mentre tentava invano di salvare Luisa. Quattro anni dopo gli amici si ritrovano per commemorare quella perdita. 
Quel trekking della memoria si trasformerà nell’inizio di un’avventura in cui Alessandra si ritroverà a dover fronteggiare quell’oscura presenza. 
Chi è quell’essere? E quale arcano passato nasconde la ragazza tanto da essere oggetto delle sue attenzioni? 
Tra battaglie, storie d’amore e d’amicizia, nella provincia italiana si srotolano le vite di cacciatori e prede, fino all’inaspettata rivelazione finale.

L'autrice.
Elena Magnani è nata a Genova dove ha studiato agrotecnica, successivamente si è trasferita in Garfagnana dove ora vive. Oltre alla scrittura ama dipingere e dedicarsi ai suoi amici non umani. A Giugno 2014 ha pubblicato il romanzo Il quaderno di Eva edito da Parallelo45 Editore, mentre nel gennaio del 2016 vede la luce il suo romanzo storico Come il cielo di Belfast, Lettere Animate.

Seconda segnalazione: "La rivincita degli ultimi", una storia di genere Steampunk ambientata nel Medioevo.


La rivincita degli ultimi
di Gianluca Malato


Editore: Self-Publishing
Genere: Steampunk
Formato: ebook e cartaceo
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo: 0,99 € ebook
3,63 € cartaceo su Amazon



Sinossi

Alexandros è un contadino che vive nell'Italia del Medioevo, in un periodo cui la Chiesa opprime i braccianti e li obbliga a versare delle imposte insostenibili. 
Un giorno, l'arcivescovo gli chiede di infiltrarsi in una misteriosa confraternita capeggiata da Elia, un carismatico leader che il Vaticano sospetta di eresia.
Alexandros scopre che l'uomo è un ingegnere che ha imparato a controllare la forza motrice del vapore e che ha inventato macchine che svolgono in pochi minuti il lavoro che un contadino svolgerebbe in giorni. 
Lo scopo dell'inventore è instillare nei contadini il concetto di riscossa sociale; ed egli è convinto che le macchine a vapore possano essere lo strumento per rendere liberi tutti gli oppressi del mondo. 
Scettico e confuso, Alexandros dovrà capire se abbandonare i dettami di una vita sempre uguale e decidere da che parte stare.


Estratto

La luna era piena e luminosa e Alexandros poté osservare incredulo il frutto di quel lavoro. La terra era perfettamente arata, ma invece di impiegare mezza giornata di lavoro erano occorsi solo pochi minuti. Spalancò la bocca, stupefatto.
«Che ne pensi?»
«Sono senza parole.»
«Le parole verranno, abbi fede.»
Alexandros si girò verso di lui aggrottando le sopracciglia.
Elia, intuendo i dubbi dell'amico, gli sorrise. «Adesso che non devi più sgobbare come un animale per lavorare la terra, hai più tempo per te stesso. Più tempo per pensare.»
«Pensare a cosa?»
«Alla tua libertà, amico mio.» Aveva nel tono di voce la leggerezza di chi crede nelle sue parole. «Chiediti solo questo: per quale motivo dobbiamo ancora essere servi della gleba? Perché dobbiamo abbassare la testa di fronte ai feudatari e al clero? La terra la lavoriamo noi, quindi è nostra, così come sono nostri i suoi frutti, nati dalla nostra fatica. Perché devono ingrassare i nostri padroni? Soprattutto, perché dobbiamo avere dei padroni?» 
Nel descrivere quel mondo così diverso dal loro, Elia assunse uno sguardo trasognato. 
«Con una macchina come questa potremmo prenderci cura delle nostre terre e lavorarle in pace per il nostro fabbisogno e per la nostra ricchezza. Pensaci, Alexandros. Una macchina del genere potrebbe rendere liberi tutti i contadini dal giogo dei padroni.»
L'autore
Gianluca Malato è nato a Erice nel 1986. Scrive per diletto sin dall’età di 16 anni, pubblicando romanzi brevi e racconti di genere fantastico in vari siti Internet specializzati.
Dal 2008 collabora come redattore con il giornale online Fantascienza.com, per il quale scrive notizie sul mondo del cinema e articoli di divulgazione scientifica, inoltre ha collaborato con il portale Silenzio-In- Sala.com, con la rivista Fantasy Magazine e con il blog Ossblog.it. Trasferitosi a Roma, si laurea in Fisica Teorica con indirizzo Meccanica Statistica dei Sistemi Complessi presso l’Università “La Sapienza”, trovando successivamente lavoro nel settore informatico.
Nel 2014 pubblica con la formula del self-publishing una seconda edizione del suo primo romanzo Il Golem. Nello stesso anno la rivista Fantasy Magazine pubblica il suo racconto di genere sword and sorcery Razziatori di tombe, ambientato nello stesso contesto fantasy del romanzo Il cuore di Quetzal, sempre del 2014 ed edito da Nativi Digitali Edizioni. Nel 2015 pubblica con Dunwich Edizioni il romanzo breve di genere steampunk Vapore Nero e i racconti Sulla rotta della Black Steam e Il sogno di Icarus. Nel 2016 pubblica il racconto horror L'isola del male. L'anno successivo pubblica il racconto steampunk La rivincita degli ultimi.

Sito Web: www.gianlucamalato.it

Recensione: IL FANTASMA DI CANTERVILLE di Oscar Wilde (RC2017)



Un racconto dallo stile ironico e leggero con al centro un povero fantasma che non riesce più a spaventare le vittime prescelte; uno spirito in pena da secoli per il quale potrebbe essere giunto il momento di trovare la pace.



IL FANSTASMA DI CANTERVILLE
di Oscar Wilde



.
L'edizione da me letta di questo simpatico racconto (pubblicato nel 1887) è edita da Lisciani, con illustrazioni di Maurizia Rubino e indirizzata in particolare a giovanissimi lettori (+8 anni), e per questa ragione si tratta di una versione leggermente abbreviata e adattata, pur rispettando l'opera originaria, e nello stile dell'Autore e nella trama.

Siamo nell'Inghilterra di fine '800 e l'ambasciatore degli Stati Uniti, il signor Otis, si è appena trasferito con la famiglia - la moglie, il figlio maggiore Washington, la 15enne e timida Virginia e i due pestiferi gemellini, chiamati Stars e Stripes - ad Ascot (Berkshire), acquistando la dimora dei Canterville, un antico castello infestato dai fantasmi dal 1584.
A nulla valgono le raccomandazioni delle persone intorno: meglio lasciar perdere quel castello, chiunque vi abbia dimorato in precedenza è scappato a gambe levate per la paura e i tremendi rumori notturni.
Ma Otis è un uomo pragmatico, razionale e molto scettico: lui, ai fantasmi - buoni o cattivi che siano -, proprio non crede ed è convinto dell'acquisto fatto.

La domestica del castello, Mrs Umney, conosce bene la situazione e sa che davvero c'è un fantasma dispettoso in giro per le stanze, ma neanche l'inquietante macchia di sangue presente in biblioteca spaventa o preoccupa i nuovi arrivati.
Anzi, mi son divertita nel leggere con quanta leggerezza Otis e famiglia reagiscono ai tentativi del fantasma di Sir Simon di terrorizzarli per mandarli via dal castello: il giovane Washington che propone uno smacchiatore efficacissimo per la macchia di sangue; la signora Otis che offre al fantasma lo sciroppo per la tosse, i gemellini che gli fanno dispetti da veri discoli qual sono....: insomma, per il vecchio Sir Simon la vita si fa davvero dura! Lui che ha sempre fatto spaventare tutti gli abitanti che negli anni si sono succeduti nella dimora di Canterville, adesso non solo non riesce più nella propria missione di far paura, ma è lui stesso indispettito e impaurito dai modi di fare rozzi e selvaggi di questi americani, che non si lasciano impressionare dal fantasma e dai suoi stratagemmi e travestimenti terrificanti!!.

L'unica persona della famiglia a provare compassione per il disperato spirito di Sir Simon è Virginia, fidanzata con un govanotto, Cecil; proprio il suo atteggiamento virtuoso e di buon cuore potrebbe essere di grande aiuto al fantasma di Canterville, su cui grava una profezia a motivo dei peccati da lui commessi in vita...
Rotta la profezia, forse lo spirito vagabondo e inquieto di Sir Simon potrà trovare riposo nell'eternità?

E' un racconto davvero molto piacevole, ho apprezzato l'umorismo di Wilde, le situazioni buffe che si creano tra il fantasma - disperato nel constatare la propria improvvisa incapacità di essere spaventoso - e i membri di questa bislacca famiglia americana; sempre suggestiva e intrigante l'ambientazione di un castello grande e antico su cui incombe un incantesimo da spezzare.
Lettura veloce e gradevolissima.





READING CHALLENGE
Obiettivo n.11 - Un libro che parli di fantasmi
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