sabato 13 ottobre 2018

Libri in wishlist (thriller-noir)



Carissimi lettori, chi mi segue sa che, tra i generi che prediligo, ci sono sicuramente thriller e e noir/gialli; ecco alcuni titoli che mi interessano, spero possano incuriosire anche voi ^_-


Il primo è il 5° episodio con protagonista la originale coppia formata dal commissario Sergio Crema e dall’amico e critico cinematografico Mario Bernardini.
Torino, un caso solo apparentemente già risolto prende una piega inaspettata trascinando i due protagonisti ad investigare e ad andare più a fondo nell'indagine.


IL CODICE BINARIO
di Rocco Ballacchino



Frilli Editore
224 pp
11.90 euro
Il commissario Crema e il critico cinematografico Bernardini sono di nuovo alle prese con un omicidio apparentemente già risolto. Gabriele Balestri, un amministratore di condominio, è stato assassinato, in un’afosa sera di luglio, all’interno del suo ufficio. Una vittima e un solo potenziale colpevole su cui investigare. Tutto troppo scontato anche per la vedova che non crede a una sentenza già scritta, in cui i pregiudizi si trasformano, anche a causa del magistrato Giulia Bonamico, in giudizi. 
I due investigatori scopriranno, invece, che tutti i protagonisti di quella vicenda hanno qualcosa da nascondere e si muoveranno tra Torino e Genova alla ricerca di una verità in grado di collegare i segreti del passato al sangue del presente. 
Entrambi ostaggi di un’esistenza governata da un codice binario dove ogni singola scelta può rivelarsi, nel bene o nel male, quella decisiva.

L'autore.
Rocco Ballacchino è laureato in Scienze della comunicazione. È autore dei gialli, editi da Il Punto - Piemonte in Bancarella, Crisantemi a Ferragosto (2009), Appello mortale (2010) e Favola Nera (2012), quest’ultimo scritto a quattro mani con il giornalista Andrea Monticone. Dopo Trappola a Porta Nuova, edito da Fratelli Frilli Editori, ha pubblicato Scena del crimine-Torino piazza Vittorio, Trama imperfetta-Torino piazza Carlo Alberto, Torino Obiettivo Finale e Tredici giorni a Natale in cui al centro della scena c’è il duo investigativo composto dal commissario Sergio Crema e dal critico cinematografico Mario Bernardini (Fratelli Frilli Editori 2013-2017). Dal 2018 è il curatore della collana di gialli per ragazzi I Frillini, per la quale ha pubblicato I gemelli Misteri e l’invasione zombie. È tra i fondatori del collettivo di scrittori ToriNoir
.

Città di morti è un thriller elegante nella sua brutalità, un infernale viaggio al confine tra la vita e la morte, tra la superficie e l’abisso, ma anche la storia di un uomo e della sua caduta. Sullo sfondo, ma vera coprotagonista del romanzo, si staglia una città di corpi straziati, attraversata da suoni ingigantiti dall’angoscia e dalla tensione: un telefono che squilla, un rubinetto che perde, un susseguirsi di grida senza volto.


CITTA' DI MORTI
di Herbert Lieberman


Ed. Minimum Fax
trad. R. Vitangeli
500 pp
19 euro
Ottobre 2018
Paul Konig è il medico legale e anatomopatologo più noto e apprezzato di tutta New York. Duro e irascibile, è molto temuto da colleghi e poliziotti, ma tutti ricorrono a lui perché nessuno ha la sua arte e il suo intuito nel leggere i morti, e le storie che i loro corpi raccontano.
Proprio mentre sta cercando di ricostruire l’identità delle vittime di un efferato delitto – che l’assassino ha fatto a pezzi allo scopo di renderle irriconoscibili – riceve una serie di telefonate anonime da cui apprende, in un crescendo di angoscia e dolore, che sua figlia Lauren è stata rapita. 
Si apre così una battaglia su due fronti e un’autentica corsa contro il tempo che coinvolge il sergente Flynn, impegnato nella ricerca dell’assassino, e il detective Haggard, a cui Konig si è rivolto perché lo aiuti a scovare i rapitori di sua figlia.


L'autore.Herbert Lieberman (1933) nato a New Rochelle, nello stato di New York, è narratore e drammaturgo. Ha pubblicato quattordici romanzi, tra cui il serial thriller Nightbloom e il gotico Crawlspace. Città di morti, uscito nel 1976, è oggetto di un autentico culto in Francia, dove ha vinto il prestigioso Grand Prix de Littérature Policière.



Pubblicato per la prima volta da una piccola casa editrice inglese, No Exit ha conquistato i lettori grazie al ritmo forsennato e all’astuzia dei continui colpi di scena. Divenuto un clamoroso successo del passaparola, ha scatenato aste agguerrite fra gli editori e le major hollywoodiane.

Cinque sconosciuti bloccati dalla neve. Una sola notte per vivere o morire.


NO EXIT
di Taylor Adams


DeA Planeta
352 pp
17 euro
Ottobre 2018


"Era bloccata a tremila metri d’altitudine, con i tergicristalli rotti, il cellulare morto e le parole dell’ultimo sms che le ronzavano in testa: “La mamma è okay, per il momento”. "

È la sera del 23 dicembre, e sulle alture del Colorado la bufera di neve del secolo infuria da ore quando Darby è costretta a cercare riparo nella stazione di servizio di Wanapa, dove un vecchio cartello promette caffè bollente. 
Tutto ciò che si augura è di riuscire a raggiungere il capezzale della madre prima che sia troppo tardi. 
Ma in quel luogo isolato dal mondo, nel retro di un furgone dai vetri semioscurati, Darby vede qualcosa che non avrebbe dovuto vedere. Qualcosa di tanto incongruo da farle pensare a una specie di allucinazione: una paffuta mano infantile affacciata tra le sbarre di una grossa gabbia per cani. 
Inizia così, con un fotogramma fuori posto in una notte travagliata e bianchissima, l’avventura destinata a trasformare Darby nella più tosta e determinata delle eroine e il suo viaggio in una lotta per la sopravvivenza costellata di vertiginosi rovesciamenti.

L'autore.
Taylor Adams è scrittore e regista. Vive nello stato di Washington. No Exit è il suo terzo romanzo.

venerdì 12 ottobre 2018

Prossima lettura: DAKAR di Maurizio Castellani



Ogni regalo che riceviamo non può che farci felici, se poi si tratta di libri... io gongolo letteralmente!

Ringrazio Maurizio Castellani, di cui ho letto i due precedenti gialli - "La Ventiquattrore. Delitto in albergo" e "Vendemmia rosso sangue" - per avermi fatto dono di una copia del giallo "Dakar", che vede protagonista il commissario Luschi; ma non è finita qui, perchè presto l'Autore pubblicherà anche la terza indagine del caro e simpatico Marco Vincenti - chi ha letto i romanzi che ho menzionato più su, sa di chi sto parlando ^_^ -, dal titolo "Gatta ci cova - Mistero di Natale all'ombra delle terme".



DAKAR
di Maurizio Castellani


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Riconoscimento: Menzione d'onore al Premio Letterario Internazionale di Montefiore.

166 pp
13 euro
2018

Sinossi: Il commissario Luschi, andato in pensione, decide di trasferirsi a vivere a Dakar, in Senegal, dove con la misera pensione può permettersi di vivere da "nababbo".
Qui ritrova ad attenderlo il collega locale, più giovane di circa 15 anni.
I primi sei mesi li ha passati a visitare e conoscere meglio la città e la regione, ma nelle ultime due settimane, la curiosità, l'esplorazione, la sete di conoscerla a fondo, sono scemate.
Inaspettatamente, la nostalgia del proprio lavoro s'è fatta sentire: le indagini l'aveva sempre fatto sentire vivo e utile alla comunità, lo avevano aiutato a superare i momenti difficili della sua vita, come la separazione dalla bella e cara Giulia e la morte prematura del fratello.
Sì, quelle indagini gli mancavano.
Dopo essersi interrogato sul proprio futuro, Luschi si alza dal divano e prende una decisione: sopravvivere.
S'inventa così di sana pianta un vero e proprio omicidio..., ma ciò che non si sarebbe aspettato era che tre omicidi, quelli veri, avrebbero richiesto il suo intervento...


L'autore. (fonte)
Maurizio Castellani nasce nel 1959 a Pontedera, in provincia di Pisa; ha lavorato per tre anni a Dakar. La famiglia, la cucina e il mare sono i tre amori della sua vita. Dopo tanti anni passati a leggere decide di mettersi a scrivere. “La ventiquattrore Delitto in albergo, è il suo primo racconto giallo dove la trama delittuosa si mescola a comicità e ricette di cucina; il libro vince il Primo Premio Nazionale di Narrativa nel 2016 “La città di Murex” e nel luglio del 2017 il primo premio della XIII edizione del concorso “Io scrivo” A giugno del 2017 ha pubblicato con la casa editrice Carmignani, un breve romanzo giallo, dove il personaggio principale è il Commissario Bertini della Questura di Pisa. A novembre 2017 ha pubblicato con Il foglio letterario Editore un breve romanzo giallo – La seconda indagine del Commissario Bertini “Delitto al Book Festival”. “Vendemmia rosso sangue – Lo strano caso del morto che parla”, secondo romanzo giallo su Marco Vincenti (protagonista del primo romanzo).







mercoledì 10 ottobre 2018

Recensione: SUICIDI AL SORGERE DEL SOLE di Antonio Infuso



Un noir poliziesco vivace con al centro un ex-commissario di polizia intuitivo, ironico e dal fiuto che non perde un colpo quando si tratta di risolvere casi intricati.


SUICIDI AL SORGERE DEL SOLE
di Antonio Infuso



“Era il decimo suicidio-omicidio. Ancora le stesse modalità dei nove precedenti casi. Alla stessa ora, all’alba, e sempre al cambio di stagione, solstizio o equinozio. Un vero rompicapo per gli investigatori della Omicidi di Torino e per la task force messa in piedi, dopo il quarto caso, con la partecipazione degli esperti dell’Uacv (Unità Analisi Crimini Violenti).”
La bella città di Torino è scossa da un po’ di tempo da una serie di omicidi-suicidi davvero misteriosi e, fino a questo momento, insoluti; la scena del crimine è sempre la stessa: una donna assassinata per soffocamento, un uomo (il suo assassino, con cui la vittima aveva un legame - marito, padre, vicino di casa…) a sua volta morto perchè suicidatosi, corpi esposti verso est.

Cosa c’è dietro questi casi su cui la polizia si sta scervellando senza avere fatto nessun passo avanti da circa un anno? Forse è una setta (viste le costanti presenti, tipo i legami con equinozi e solstizi, i cadaveri vòlti sempre verso lo stesso punto cardinale)? Un manipolatore astuto capace di sedurre le menti degli assassini al punto da indurli ad uccidere senza pietà e ad ammazzarsi poi con un coltello giapponese?
Il questore Guglielmi e il capo della Omicidi, Davide Cavallero, stanno cercando in tutti i modi di capire chi e cosa ci sia alla base di questi dieci crimini, ma di fronte alla situazione di stallo in cui si trovano, una cosa è chiara: c’è soltanto una persona in grado di entrare nella testa dell'ipotetico serial killer dei “suicidi al sorgere del sole”, uno capace di immedesimarsi tanto nell’altro da prevederne le mosse e smascherarlo: Stefano Vega, ex commissario della polizia torinese, che attualmente vive altrove dopo aver avuto qualche problema che l’ha reso scomodo a più di una persona in polizia.

Vega viene quindi contattato a Cuba (con lui ci sono la compagna, Irene, e Sergio, entrambi ex-poliziotti della sua squadra) e invitato a ritornare in Italia a prestare una mano agli ex-colleghi torinesi, in virtù di una sorta di accordo diplomatico tra i due Paesi.

Vega sa che tornare a Torino ha i suoi rischi ma lui è un tipo che non ha paura di correrne, anzi accetta “la sfida” e decide di dare il suo prezioso contributo per la risoluzione del caso, facendosi supportare anche da Irene e Sergio.

Quando comincia a collaborare con il giovane Cavallero, si rende subito conto di come questi sia intelligente, sveglio e coscienzioso, ed infatti i due saranno molto complici nel corso delle ricerche, a differenza del rapporto con gli altri colleghi “dei piani alti”, che Stefano non esita a trattare con molto sarcasmo e mettendo bene in chiaro che se si affidano a lui per risolvere il caso, allora devono anche accettarne i metodi non sempre ortodossi.

E in effetti, pagina dopo pagina, veniamo immersi nel vivo delle indagini e comprendiamo come Vega sia davvero un investigatore dall’intelligenza acuta, un grande osservatore capace di farsi le domande giuste per individuare la persona che stanno cercando, e per raggiungere il proprio scopo non esiterà a scegliere vie non sempre legali.

Per quanto abbia molta esperienza alle spalle, Stefano non prende le indagini sottogamba, anzi intuisce che dietro questi dieci casi misteriosi e inquietanti si cela una mente diabolicamente astuta, che sta orchestrando tutta questa sorta di “sceneggiata sanguinosa” nei minimi particolari:

“Era consumato. Per la prima volta nella sua lunga vita da investigatore, percepiva di trovarsi di fronte a qualcosa di diabolico, che andava oltre l’universo criminale che ben conosceva e con cui sapeva confrontarsi e, talvolta, scendere a patti. Annusava un odore acre, letale, in cui l’umanità - l’essenza complessa, contraddittoria e unica che determina le relazioni tra le persone - veniva ammorbata, sgretolata e resa inerme, perduta”.

Non è possibile che per dieci volte si verifichino dei suicidi-omicidi sempre verso la stessa ora, sempre con le stesse modalità, che l’assassino sia sempre uomo e la donna sempre la vittima; che l’arma del delitto sia sempre la stessa (calza di nylon) e quella del suicidio pure (coltello giapponese); che questi reati avvengano sempre nelle notti dei solstizi e degli equinozi e che i cadaveri siano sempre rivolti a levante…! Certo, non è realistico credere davvero che siano tutte coincidenze!

Dev’esservi per forza qualcuno o qualcuna che muove i fili di questi crimini violenti: di chi si tratta e perché sta facendo tutto questo? Ma soprattutto, come fare per fermarlo?
Vega dovrà fare i conti con quanto di terribile e nero c’è nell’animo umano, in particolare dovrà cercare di fare lo stesso oscuro gioco della mente che sta dietro la scia di morte, capirne i meccanismi di ragionamento, entrare quasi in empatia con essa, così da guardare le cose dal suo punto di pista perverso e riuscire a fermarla.

A poco a poco una cupa storia di dolore, umiliazioni e sete di vendetta emergerà e Vega riuscirà a sbrogliare la matassa, grazie alla tenacia, alla capacità intuitiva e al sangue freddo che lo contraddistinguono.

Il finale ci fa presagire che ci sarà un seguito e l’inossidabile Stefano Vega - che ha sette vite come i gatti - verrà coinvolto molto probabilmente in nuove avventure.

“Suicidi al sorgere del sole” è un giallo/noir molto gradevole, incentrato su un caso interessante e complesso che cattura l’attenzione del lettore e lo incuriosisce pagina dopo pagina e con diversi colpi di scena; il vero perno comunque non è tanto (o soltanto) il caso in sé (di cui pure seguiamo i progressi), quanto l’investigatore protagonista, che piace perché ha un’aria scanzonata, è sempre pronto alla battuta e all’ironia, è uno “tosto”, che non necessariamente rispetta la Legge ma è convinto di farlo per “buoni motivi”, si fa rispettare e non è un ipocrita, anzi dice ciò che pensa senza peli sulla lingua.
Insomma, Stefano Vega è quel tipo di investigatori simpatici, sfacciati e senza scrupoli all’occorrenza, ma che sicuramente sa fare il proprio lavoro in modo impeccabile.

Ringrazio Intrecci Edizioni per avermi dato modo di leggere questo romanzo di Antonio Infuso, scritto bene, con un ritmo narrativo movimentato, reso snello e vivace dall’abbondanza di dialoghi, con una bella idea di fondo e con un protagonista sagace e perspicace.

Piero Colaprico "Il fantasma del ponte di ferro", il ritorno del maresciallo Binda / Rizzoli


Dal 16 ottobre in libreria il grande  ritorno del maresciallo Binda.
Un mistero fitto come la nebbia di Milano.

IL FANTASMA DEL PONTE DI FERRO
di Piero Colaprico


Rizzoli
305 pp
18 €
USCITA
16 OTTOBRE 2018


Milano, 1985. Il maresciallo Pietro Binda è in pensione, ma non è rimasto con le mani in mano: ha aperto un’agenzia investigativa nello studio di casa e continua a inseguire la verità, costi quel che costi. 
E quando una splendida ragazza russa si presenta da lui con un nuovo indizio su un caso mai dimenticato e solo ufficialmente risolto, l’ex carabiniere dovrà tornare indietro nel tempo, al 1972, in una Milano ammantata dalla scighera e ancora scossa dall’attentato di piazza Fontana. 
E a un corpo decapitato, appeso in bella vista sotto un ponte dei navigli. La testa è a qualche isolato di distanza, un misterioso messaggio in cirillico nascosto tra le labbra.
 Un caso che si intreccia alla scomparsa di una celebre violinista russa, intorno al quale si agitano i fantasmi della Guerra fredda, agenti segreti e carabinieri che conoscono come le loro tasche le strade della città e si portano dietro pistole e segreti. 
Tredici anni dopo l’apparente soluzione del caso, Binda ha l’occasione di dare finalmente giustizia ai troppi morti di una storia crudele, ma dovrà immergersi di nuovo nel mondo sfuggente dove la ragion di Stato e la ragione criminale si confondono e forse s’assomigliano.

Dopo Scerbanenco e il suo Duca Lamberti, Piero Colaprico racconta attraverso gli occhi e la voce di Binda una Milano torbida e oscura che sa rinascere sempre dalle sue ceneri, anche dalle più sporche.


L'autore.
PIERO COLAPRICO è caporedattore de “la Repubblica” di Milano, dopo una vita da inviato speciale. Ha coniato il termine “Tangentopoli” prima di Mani Pulite. È autore della serie di romanzi con protagonista il maresciallo Pietro Binda: Quattro gocce di acqua piovana, La nevicata dell’85, La primavera dei maimorti (con Pietro Valpreda), L’estate del Mundial e La quinta stagione.

lunedì 8 ottobre 2018

Recensioni film: NAPOLI VELATA (F. Özpetek.) || ALASKA (Claudio Cupellini)



L'amore e la passione sono due elementi entrambi presenti nei due film di cui vi parlo oggi: Napoli velata di Ozpetek, dalle atmosfere misteriose e ambigue, e  Alaska, che ci racconta di un legame travolgente e irriducibile che prova a resistere contro tutti e tutti.




NAPOLI VELATA


2017
Regia: Ferzan Özpetek.
Cast: Giovanna Mezzogiorno, Alessandro Borghi, Anna Bonaiuto, Peppe Barra, Luisa Ranieri, Maria Pia Calzone, Lina Sastri e Isabella Ferrari.

Il film ha ottenuto 8 candidature e vinto un premio ai Nastri d'Argento, 11 candidature e vinto 2 David di Donatello.


La protagonista di questo conturbante film firmato dal regista turco di "Le Fate Ignoranti" e "Mine vaganti", è Adriana, medico legale interpretato da una bravissima e intensissima Giovanna Mezzogiorno.

La scena iniziale vede proprio la Mezzogiorno mentre spara un uomo sulla soglia di casa, sotto gli occhi innocenti e sgomenti di una bambina.

Senza che si sappia chi siano e perchè la donna sia arrivata a commettere l'omicidio, si passa a ben altra ambientazione: siamo in presenza della rappresentazione teatrale del cosiddetto "parto dei femminielli", ed è in questo contesto che la bella Adriana incontra un giovane, Andrea (A. Borghi).
Tra i due c'è immediatamente un gioco di sguardi molto sensuale che lascia presagire ciò che poi effettivamente accade: Adriana e lo sconosciuto, travolti dalla passione, finiscono per passare una notte focosa a casa di lei; al mattino, si salutano con la promessa di un appuntamento, che fa sperare alla donna in una possibile frequentazione. In effetti, Adriana è essa stessa meravigliata del proprio comportamento: non è sua abitudine andare a letto col uno sconosciuto, ma Andrea l'ha attratta in maniera irresistibile; saranno stati i suoi sguardi insistenti, il suo modo di toccarla senza inibizioni, la sua sicurezza, in grado di farla sentire bella e desiderata.

E' quindi con entusiasmo e speranza che si reca, il giorno dopo, all'appuntamento al Museo Archeologico, alle 18; ma Andrea non si presenta e questo getta la donna nello sconforto.
Che se la senta o no, però, il lavoro chiama e lei è costretta a fare una sostituzione, ritrovandosi così ad esaminare il corpo orrendamente deturpato di un uomo cui hanno cavato gli occhi; con suo sommo stupore, Adriana riconosce da un particolare che il cadavere appartiene proprio ad Andrea.

Chi l'ha ammazzato e perchè? E per quale ragione ha inveito con tanta crudeltà sul corpo del ragazzo?

Da questo momento prende il via un'indagine che porterà alla luce più di un mistero.

In realtà, per quanto la protagonista sia senza dubbio interessata a capire il perchè e l'autore della morte di Andrea, non è la soluzione del caso ad essere al centro del racconto, anzi esso è piuttosto un pretesto, tant'è che l'indagine poliziesca si trasformerà via via in un'indagine esistenziale, che condurrà Adriana nel ventre di Napoli e soprattutto sulla soglia di un passato doloroso, dove giace un ricordo difficile da accettare, che lei ha rimosso per poter vivere.

Adriana è una donna sensibile, riservata e non ha una grande vita amorosa, anzi è chiusa in questo senso e non sembra incline a lasciarsi andare; è per questo che il travolgente e passionale incontro con Andrea la sconvolge, tanto che il pensiero di lui diventa un'ossessione per lei e la sua morte crea un vuoto inimmaginabile.

Parallelamente alle indagini della polizia - portate avanti da un commissario donna e dal suo vice, Antonio, un uomo buono, vedovo e con un figlio da crescere; con l'uomo Adriana instaura un rapporto di fiducia - Adriana porta avanti la propria, coinvolgendo l'amico di sempre, Pasquale, ma arrivare alla verità è difficile.

Del resto, se c'è una cosa che emerge chiaramente nel film è proprio questa: "la gente non sopporta troppa verità", e su essa c'è come un velo che impedisce di conoscerla in modo limpido.

Ma Adriana deve fare i conti con le proprie "verità nascoste" e cercare nel proprio passato per accettare quei pensieri e ricordi angosciosi che non le permettono di essere una donna libera, di vivere appieno e serenamente.
Intanto, a complicarle tutto arriva un ragazzo identico ad Andrea, che dice di chiamarsi Luca e di essere il gemello del morto...

Tra i due nasce un legame morboso, malato, fatto di passione (la stessa che l'aveva legata ad Andrea) e di ossessività e gelosia da parte di lui.

Chi è Luca, in realtà? Come si evolverà il suo rapporto con Adriana? 
Verrà fatta luce sulla sorte di Andrea?

Vi lascio cercare le risposte con la visione di questo film che ho trovato davvero molto interessante, originale, emotivamente coinvolgente e recitato splendidamente.

Il personaggio della Mezzogiorno è complesso, fragile, insicuro e tanto bisognoso di amore, di qualcuno che la faccia sentire davvero viva, perchè lei non è lo è mai stata davvero.
Nella sua esistenza ci sono solo fantasmi, e non soltanto per via della sua professione, ma per colpa di un passato che l'ha segnata e che emerge gradualmente, spiegandoci anche la scena iniziale, che sembrava scollegata dal resto della narrazione.
L'attrice romana è bravissima nel conferire alla sua Adriana una grande intensità, restituendocene le tante sfaccettature psicologiche ed emotive, le sue insicurezze, i malesseri interiori, la solitudine, i momenti di disperazione e di confusione, in cui sembra perdere il contatto con la realtà e con se stessa; ma forse è questa l'unica strada per aprire gli occhi su di sè (quello degli occhi, degli sguardi che vanno al di là delle apparenze, è un tema presente nel film) e risolvere quelle conflittualità che potrebbero annientarla.

L'ambientazione della città di Napoli è perfetta per accogliere questa storia fitta di mistero, allucinazioni, sensualità, ambiguità; alcuni suoi personaggi (in particolare quelli interpretati da Lina Sastri e la Ferrari) hanno un che di sordido e di sinistro; pittoresco è il buon Pasquale, che vuol tanto bene alla sua Adriana e cercherà di aiutarla, fino a quando potrà; enigmatica Adele, la zia materna di Adriana, importante perchè questa risolva il proprio disagio mentale.
Morboso e eccessivo il doppio personaggio di Borghi, al contrario del poliziotto Antonio, figura maschile positiva e rassicurante.
E' una Napoli che colpisce per il suo essere così chiassosa, "rococò", effervescente, colorata, piena di eccessi... e allo stesso tempo vera, genuina, ma non per questo priva di messaggi ambivalenti, oscuri, di cose che sembrano in un modo ma sono qualcos'altro.
E non potrebbe essere diversamente in questa città velata, piena di segreti che non rivela a nessuno e che ci lascia con un finale in piena armonia con tutto il resto: enigmatico, impenetrabile e per questo magico e affascinante.

Mi è piaciuto?
Fatta eccezione per le scene hot (very hot, davvero troppo per i miei gusti) ad inizio film tra Mezzogiorno e Borghi, sì, e devo confessarvi che partivo con basse aspettative, perchè mi ero imbattuta in pareri discordanti, alcuni dei quali molto negativi.
Invece mi ha sorpresa positivamente, perchè il regista ha saputo coinvolgermi, facendomi credere inizialmente di essere al cospetto di un noir, di un mystery, ma travolgendomi poi in una storia ricca di sensualità e dramma psicologico, in cui è inevitabile farsi trascinare dagli eventi e guardarli con gli occhi profondi e ardenti della protagonista.



ALASKA




2015
Regia: Claudio Cupellini.
Con Elio Germano e Astrid Bergès-Frisbey.

Il film ha ottenuto 5 candidature e vinto un premio ai Nastri d'Argento e 2 candidature a David di Donatello.

Fausto e Nadine sono due giovani con giusto qualche sogno nel cassetto: lui è italiano e fa il cameriere in un hotel di lusso parigino e sogna di diventare maitre; lei, francese, tenta la carriera da modella (neanche con troppo entusiasmo) ma il provino sembra andar male.
Si incontrano per caso, sulla terrazza del suddetto albergo, Fausto ci prova e per fare il figo porta la modella mancata nella suite più lussuosa dell'hotel; mentre sono lì, tra piscina e vasca da bagno, a sollazzarsi come se stessero a casa loro, arriva il cliente che ha prenotato la suite... e trovando i due intrusi, si appresta a denunciare l'invasione al direttore.

Per una serie di circostanze sfortunate (è solo la prima di una iattura infinita), Fausto si mette nei guai per proteggere Nadine, viene arrestato e va in galera.
Per due anni.
Nel corso della detenzione, lui - irrimediabilmente innamorato di questa sconosciuta a causa della quale s'è messo nei guai - scrive lettere all'amata, che non risponde a nessuna di esse.
Convinto di essere stato abbandonato, il povero e disgraziato Fausto si dispera ricevendo dolci consolazioni dall'amico di cella, ma con grande meraviglia, al termine dei due anni di carcere, chi trova davanti all'istituto di pena, pronto ad aspettarlo?
Lei, Nadine, che confessa di non averlo mai dimenticato.

I due capiscono di amarsi, vanno a convivere a Milano, lei intanto è riuscita ad affermarsi come modella mentre lui non trova lo straccio di un lavoro, finchè ad una festa di amici di Nadine, incontra un tizio dall'aria non proprio affidabile, Sandro, che gli propone di entrare in società con lui per gestire una discoteca, l'Alaska.
Essendo uno squattrinato, Fausto prende in prestito (cioè ruba) 30mila euro dal conto di Nadine per avviare l'attività, promettendole di ridarglieli.
Lei si arrabbia moltissimo, litigano furiosamente e mentre sono in macchina e bisticciano, hanno un incidente; lui ne esce incolume, lei mezza rotta, tanto da veder andare in frantumi la carriera di modella...

Questo tragico evento mette in crisi il rapporto tra i due e una serie di successive e sfortunate circostanze li allontaneranno, per poi avvicinarli e riallontanarli..., in un tira e molla che vede lei piangere sempre e lui urlare come un folle.

Questo amore, nato in fretta e sotto una stella non proprio buona, resisterà alle tante e inaspettate prove che tenteranno di allontanare i due innamorati?

La prima mezz'ora di film è in francese coi sottotitoli e per un attimo avevo temuto fosse così per tutto il tempo, invece no.., dopo che lui esce dal carcere, i due piccioncini tubano in italiano.

A me Elio Germano piace, lo trovo veramente un attore bravissimo, ed anche in questa performance lo è; il suo Fausto è un tantino sopra le righe, si incavola e si agita spesso, ma è anche molto, come dire..., appassionato, verace, genuino, grazie proprio all'interpretazione di Elio. Lei ha quest'aria da ragazza eternamente smarrita, di chi è capace di cacciarsi nei guai con poco e si aspetta che il principe azzurro venga a salvarla.

Da Parigi a Milano, i due vivono un rapporto decisamente burrascoso sin dal primo istante, combinano pasticci, quando lavora lei lui è disoccupato e viceversa, le persone attorno a loro vengono travolte dai loro guai e la galera è lì pronta ad attendere uno dei due.

Devo dire di aver seguito le turbolenti vicende sentimentali di Fausto e Nadine con un certo interesse, quindi non posso dire che il film non mi sia piaciuto; nonostante tutto, l'ho trovato "eccessivo", nel senso che avvengono tante, troppe cose e in poco tempo, la sfiga perseguita inspiegabilmente i due, che però alla fine e a modo loro rappresentano la fragilità dell'universo giovanile (beh, non di tutto l'universo, si spera che i tipi combinaguai come Fausto e Nadine siano in netta minoranza) nella difficoltà a realizzarsi e a trovare una stabilità, non solo economica, ma di coppia e, in generale, nella vita. 

E tra pianti, strilla, qualche morto più o meno accidentale, tradimenti e litigate, si giunge ad un finale in cui a trionfare è lui, l'amour, quello vero, tenero e forte, che vince ogni ostacolo, pure quello delle sbarre ^_^

Carino, forse non imperdibile, ma sufficientemente godibile.


domenica 7 ottobre 2018

My world award 2018



Essere nominata da un blogger per me è sempre un piacere, perchè significa che c'è qualcuno che m'ha pensata... e di questo ne sono felice ^_^
Oggi quindi ringrazio Ilaria del blog "La collezionista di parole" per avermi taggata per il My world award 2018, di cui di seguito vi riporto le regole:

  • Seguire e taggare il blog che ti ha nominato;
  • Rispondere alle sue 10 domande;
  • Nominare a tua volta 10 blogger;
  • Formulare altre 10 domande per i tuoi blogger nominati, che possono essere su vita privata, viaggi, cinema, estetica, musica, serie tv, libri e cibo;
  • Informare i tuoi blogger della nomination.

Per adesso mi limito a rispondere alle domande di Ilaria perchè è una cosa che mi diverte e inoltre è un modo per conoscersi meglio; rimando a un secondo momento le altre regole, visto che richiedono un po' più di tempo da dedicare, e quello mi manca sempre, ahimè :-/


- Se potessi progettare la tua casa ideale senza badare a spese, come e dove sarebbe?

Come: non eccessivamente grande perchè poi sempre io la devo pulire, quindi non mi converrebbe; però sicuramente vorrei che ci fossero una bella cucina con tanto spazio e tanti ripiani, mensole, cassetti ecc, e poi una stanza adibita esclusivamente a libreria, in cui rilassarmi leggendo i miei adorati libri.
Dove? Eh, l'ideale sarebbe in un posticino tranquillo, circondato dalla natura, magari vista lago o mare..., però non troppo lontano dal centro abitato.
E' un sogno ma vabbè, almeno sognare ancora non è proibito, no?

- Che lingua ti piacerebbe saper parlare?

Chiaramente l'inglese in maniera fluente (purtroppo il mio è un livello scolastico), ma anche lo spagnolo, e poi, se potessi, mi piacerebbe imparare l'ebraico.

- Qual è il tuo colore preferito?

Il glicine (e in generale tutte le sfumature del lilla).

- Quali sono i primi cinque libri che ti vengono in mente?

Cime tempestose (E. Bronte), Anne Frank Diario, Il Suggeritore (D. Carrisi), The Giver (Lois Lowry), Emma (J, Austen).

- Quale serie TV sconsiglieresti e perché?


Non ne guardo molto, per cui quelle poche cui sono affezionata (ad es. Gomorra, The Handmaid's Tale...), le consiglio.

- Mare, montagna o città?

Tutte e tre in diversi momenti dell'anno ^_^

- Qual è il tuo ricordo più imbarazzante?

Non essere riuscita a spiccicare mezza parola in pubblico in più di un'occasione (ho la fobia di parlare davanti a tanta gente)  :-((

- Qual è il genere musicale che ti piace di meno?

Il rap, soprattutto quello italiano.

- Se potessi riscrivere un libro che hai letto, quale sceglieresti?
Cime tempestose è il primo che mi viene in mente.

- Quali sono i cinque libri che vorresti di più in questo momento?

L'amica geniale (almeno il primo volume della serie, visto che a breve manderanno in onda la serie tv);
Mare al mattino (M. Mazzantini);
Volo di paglia (L. Fusconi)
So che un giorno tornerai (L. Bianchini);
Ogni ricordo un fiore (L. Lo Cascio)

sabato 6 ottobre 2018

LIBRI IN WISHLIST (Ottobre 2018)



Quelli che vi presento oggi sono alcuni libri su cui m'è caduto l'occhio e che ho notato navigando qua e là, su store online e/o sui blog letterari che frequento con più costanza.


IL FIGLIO DEL SECOLO
di Antonio Scurati



Ed. Bompiani
848 pp
24 euro
Settembre 2018
Lui è come una bestia: sente il tempo che viene. Lo fiuta. E quel che fiuta è un'Italia sfinita, stanca della casta politica, della democrazia in agonia, dei moderati inetti e complici.
Allora lui si mette a capo degli irregolari, dei delinquenti, degli incendiari e anche dei "puri", i più fessi e i più feroci.
Lui, invece, in un rapporto di Pubblica Sicurezza del 1919 è descritto come "intelligente, di forte costituzione, benché sifilitico, sensuale, emotivo, audace, facile alle pronte simpatie e antipatie, ambiziosissimo, al fondo sentimentale".

 Lui è Benito Mussolini, ex leader socialista cacciato dal partito, agitatore politico indefesso, direttore di un piccolo giornale di opposizione.
La saggistica ha dissezionato ogni aspetto della sua vita. Nessuno però aveva mai trattato la parabola di Mussolini e del fascismo come se si trattasse di un romanzo. Un romanzo - e questo è il punto cruciale - in cui d'inventato non c'è nulla.
Il risultato è un romanzo documentario impressionante non soltanto per la sterminata quantità di fonti a cui l'autore attinge, ma soprattutto per l'effetto che produce.
Fatti dei quali credevamo di sapere tutto, una volta illuminati dal talento del romanziere, producono una storia che suona inaudita e un'opera senza precedenti nella letteratura italiana.
Raccontando il fascismo come un romanzo, per la prima volta dall'interno e senza nessun filtro politico o ideologico, Scurati svela una realtà rimossa da decenni e di fatto rifonda il nostro antifascismo.

E' un bel "tomone", ma non è neanche tanto quello il problema, quanto il prezzo di copertina... Decisamente altino. Diciamo pure che non ho fretta di leggerlo, va' :-D




L'ORSO
di Claire Cameron



SEM Ed.
trad. A. Osti
204 pp
17 euro
Aprile 2018
Anna è una bambina di cinque anni. Con i genitori e il fratellino, Stick, di poco più piccolo, sta facendo una bella vacanza sull'isola di Bates, un paradiso naturale al centro del meraviglioso lago canadese di Opeongo.
La radura dove si fermano per la notte è un incanto. Anna stringe a sé il suo pupazzo, dice buonanotte al papà e alla mamma, e si ritira con Stick nella tenda. La sera è tiepida, trasparente, e i suoni che provengono dal bosco accompagnano fin dentro i sogni più dolci.
 Ma nel cuore della notte la vita diventa un incubo.
All'improvviso i due fratellini vengono svegliati dalle urla della mamma e del papà, dal trambusto assordante.
Un grosso orso nero ha attaccato i genitori e si accanisce su di loro con la sua enorme forza, con la ferocia della bestia affamata. In un ultimo, disperato atto di coraggio il padre mette in salvo i piccoli, chiudendoli all'interno di un robusto contenitore per gli attrezzi e le provviste.
Il mattino seguente, nella luce di una giornata di sole, i due bimbi escono dal nascondiglio che li ha protetti dalla bestia e si incamminano, insieme con il lettore di questo sorprendente, emozionante romanzo, nella loro nuova vita.
Attorno, oltre i resti del passato e dell'amore, c'è la natura pericolosa, affamata, impenetrabile, ostile.
E una fioca luce per guardare verso il futuro.


LA BAMBINA FALENA
di Luca Bertolotti



Fandango Libri
319 pp
18 euro
Giugno 2018
Greta ha poco più di vent'anni e un buco nero nel proprio passato. Da piccola è apparsa dal niente sulla spiaggia di un paese della riviera spezzina e nessuno ha mai capito di chi fosse figlia.
L'hanno trovata zuppa e arrabbiata che urlava al mare, poi niente, nessuno l'ha reclamata.
Dopo qualche passo falso, ad adottarla e crescerla lontano nell'hinterland milanese è una famiglia con due genitori che sembrano quasi fratelli.
Ha studiato, mollato gli studi, si è impiegata e ripiegata sui soliti lavori di chi una strada vera e propria non è riuscito a trovarla.
Soffre di una sindrome rara, qualcosa che non uccide, ma che ogni giorno le ricorda che c'è un errore nel suo DNA, un difetto di fabbricazione. Se solo sapesse chi l'ha fabbricata, potrebbe almeno chiedere conto.
Un autunno, quando le cose sembrano arrivate a uno stallo, torna su quella spiaggia e si mette in cerca del "buco" da dove è spuntata anni prima, si inerpica per una collina e scopre una casa nel bosco, ma oltre le mura di marzapane, a fare compagnia alla strega, potrebbe nascondersi un orco.




CHE NE PENSATE, LEGGENDO LA TRAMA?
LI CONOSCETE? NE AVETE LETTO QUALCUNO?


venerdì 5 ottobre 2018

Recensione: LA PICCOLA FADETTE di George Sand (RC2018)



Un romanzo dalle atmosfere fiabesche, ambientato nella Francia rurale di fine Ottocento, che ci ricorda quanto spesso i pregiudizi contro chi è definito “diverso” ci possano impedire di conoscere ed apprezzare realmente il prossimo.



LA PICCOLA FADETTE 
di George Sand



Nella benestante famiglia Barbeau sono nati due gemelli: Landri e Silvanetto. 

La levatrice che ha aiutato la mamma a partorirli, comare Sagette, ha subito messo sull’attenti gli ignari ma felici genitori: allevare due gemelli non è una cosa semplice, perché i due crescono per natura molto legati l’uno all’altro, tanto da desiderare di vestirsi allo stesso modo, passare tutto il tempo assieme, fare gli stessi giochi ecc… Quindi, il consiglio è… tenerli più lontani possibile e fare in modo che crescano sviluppando una certa indipendenza reciproca, a cominciare dalle cose pratiche, come non dare a entrambi lo stesso latte (materno), non vestirli mai in modo identico e altre accortezze simili.

Ma i neo-genitori decidono di non dar troppo peso a questi consigli, considerandoli alla stregua di semplici leggende, e così giorno dopo giorno e anno dopo anno, i due fratelli crescono legatissimi l’uno all’altro, vestendo allo stesso modo, e provando una grande gioia nella reciproca compagnia.

Arrivati all’età dell’adolescenza, papà Barbeau intuisce che è giunto il momento di separarli, così che possano “farsi le ossa” e prepararsi a diventare uomini; viene deciso allora di mandare uno dei due a servizio come garzone presso il signor Caillaud, nella sua tenuta, non molto lontano dalla loro casa, “la Gemellara”.

Benché entrambi i ragazzi siano morbosamente affezionati e abbiano costruito un legame esclusivo e forte, è Landri che mostra più giudizio e assennatezza, offrendosi di andare a lavorare a La Priche, presso compare Caillaud, nonostante il dolore di separarsi dall’amata famiglia e, in particolare, da Silvanetto, che prende l’allontanamento del fratello molto male, mostrandosi molto infantile ed egoista.

Questa nuova vita si rivela positiva per Landri, che si fa degli amici e ama il proprio lavoro; inoltre, conosce una bella signorina di nome Maddalena, e con lei comincia a instaurare un’amicizia particolare.

In seguito ad alcune circostanze, il giovanotto conosce una ragazzina di 14 anni da tutti, in paese, disprezzata ed emarginatala: la piccola Fadette, chiamata così perché è la nipote della signora Fadet, una anziana donna nota per la sua capacità di guarire persone e animali grazie al saggio (e misterioso) uso di erbe medicinali.

Ma sono “altri tempi”, e nonna Fadet è considerata una strega, e quindi mal vista dai compaesani; a risentire delle cattive opinioni sulla nonna, sono i i nipotini, Fadette appunto (il cui vero nome è Francesca) e il fratellino Giannetto, entrambi presi costantemente in giro e derisi.

Se Giannetto viene maltrattato e schernito in quanto brutto e zoppo (è soprannominato “la cavalletta”), Fadette lo è sia perché pare ricalcare le orme della nonna, la strega guaritrice, sia per via del suo aspetto trasandato, sciatto, sia infine per il suo comportamento da monellaccia dispettosa e saccente.

Anche Landri ha i suoi pregiudizi verso la piccola Fadette - così nera, sporca e irritante da essere chiamata con disprezzo “grillo” - ma, avvicinandosi a lei e iniziando a parlarci, scoprirà che la ragazza nasconde un’anima buona, generosa, e ha più senno e giudizio di tante ragazze, anche più grandi.

L’amicizia nascente tra il giovane Barbeau (che intanto, a 17 anni, è diventato un bel ragazzone, lavoratore, bravo e di buona famiglia, insomma un “buon partito”) e il piccolo e bruttino grillo fa parlare, anzi sparlare, tutti nel villaggio, e la cosa giunge agli orecchi di papà Barbeau, che proprio non ci terrebbe ad avere per nuora una ragazzetta bruttina, fastidiosa, per di più figlia di una donna di cui si dicono cose non belle e nipote di una vecchia che chissà con chi ha fatto il patto per avere certe strane capacità…! Per non parlare di Silvanetto, che quando lo viene a sapere, si arrabbia col fratello e inizia a covare odio per Fadette.

Landri, col suo buon cuore, con la sua sensibilità e la sua onestà di ragazzo capace di chiedere scusa, di ammettere i propri errori, saprà aprire gli occhi su Fadette e vedere cosa c’è dietro i suoi modi di fare indisponenti e da monella? E Fadette, prenderà la decisione di smettere i panni da “grilla” e vestire quelli di una ragazza giudiziosa e buona?
“La piccola Fadette” è un romanzo di formazione in grado di piacere a un pubblico molto giovane come agli adulti, perché attraverso un intreccio ed un linguaggio semplici, racconta una storia bella e dolce, collocata in un vivace e pittoresco contesto campagnolo, ci regala personaggi delineati in modo netto e chiaro, i quali sono coinvolti in una sorta di educazione sentimentale che li porta a maturare nel corso di queste pagine e a comprendere come il pregiudizio sia invalidante in quanto limita la conoscenza vera di fatti e persone.

I gemelli sono vittime di pregiudizi e prese in giro, visti come “alieni”, come individui misteriosi su cui incombono leggende e dicerie; lo è anche Giannetto, piccolo e innocente, deriso ingiustamente per il suo handicap fisico; lo è Fadette, che paga anche per le azioni della madre (presente soltanto nei discorsi che si fanno su di lei) e della nonna, oltre che per i suoi atteggiamenti non sempre positivi, ma che scaturiscono a loro volta da una forma di difesa rispetto alle cattiverie ricevute.

In questo libro (pubblicato nel 1848) i personaggi hanno modo di crescere ed evolversi, di riflettere sulla propria condotta, imparando dai propri errori e mettendo da parte l’immaturità per diventare uomini e donne intelligenti e saggi; il lieto fine è assicurato.

Ho letto questo libro per la prima volta quando avevo circa 10 anni, mi fu regalato da mia madre e, rileggendolo, ho notato come non sia un’edizione perfetta, ha i suoi refusi e “sviste”, le sue pagine sono ormai ingiallite… ma resta uno di quei libri di cui serbo un bel ricordo e al quale sono affezionata.

E’ un’edizione cartonata rigida, illustrata, della Melita Edzioni del 1987; i nomi dei personaggi sono stati “italianizzati”.



Reading Challenge
obiettivo n.12
rilettura di un libro letto durante l'infanzia

giovedì 4 ottobre 2018

[Presentazione] MOSAICO. Una storia veneziana, di Marco De Luca



Cari lettori, oggi vi propongo un libro ambientato nella sempre magica Venezia.

MOSAICO.
Una storia veneziana
di Marco De Luca

.
Anno Domini 1583. Venezia è la città dei Dogi, la regina del Mediterraneo, centro nevralgico di tutti i commerci. Il capitano Iñacio Cortés, avventuriero portoghese, intraprendente e senza scrupoli, cercherà di farsi strada dai bassifondi della città di San Marco fino a raggiungere, forse, i vertici della piramide.
Attraversando calli e sottoporteghi, districandosi tra intrighi e inganni, il portoghese verrà catapultato in una Spalato leggendaria, dove su suggerimento di un geniale ebreo, si è deciso di fare della città adriatica un fiorente scalo commerciale per favorire l’amicizia tra Venezia e i Turchi. Iñacio cadrà, si rialzerà e imparerà a proprie spese che nella vita ci sono tre tipi di persone: quelli che stanno fermi, quelli che muovono e quelli che sono mossi.
La vera protagonista di Mosaico è però la Serenissima Repubblica, e più ancora gli uomini e le donne che la animano come tessere di un mosaico: uomini di stato, cortigiane deliziose, sicari, avidi mercanti, nobili decaduti, eroi di guerra, corsari rinnegati e cospiratori visionari.

«Venezia è così, fatevelo dire da chi la conosce da sempre. Lo imparerete presto. È come un mosaico dove ogni tessera serve per tenere incollata l’altra. Prese per sé, sono poche le tessere che non siano brutte alla vista, che non sembrino sgradevoli o il cui senso non è chiaro: ma se tutto ricade secondo un disegno, ognuna di loro acquista scopo nel tutto.»


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mercoledì 3 ottobre 2018

Cover Reveal | VALI OGNI RISCHIO di Giovanna Roma




Lettore e lettrici, sono lieta di ospitare nuovamente qui sul blog l'autrice Giovanna Roma per presentarvi la cover del suo ultimo romanzo, VALI OGNI RISCHIO.



FORMATO: digitale e cartaceo
Self-pubblishing
GENERE: war romance
DATA PUBBLICAZIONE: 24 ottobre 2018
GRAFICA: Cora Graphics

GOODREADS ➜ https://bit.ly/2lhJZqi
BOOKTRAILER: https://bit.ly/2zoUEr4


SINOSSI
La notte in cui il Comandante dell’esercito è entrato in teatro, io ero su quel palco.
La più giovane tra le ballerine classiche, la più testarda tra le ragazze che lui avesse mai incontrato. La famiglia per la quale versava sangue era la finanziatrice della Compagnia, la stessa che decideva il nostro futuro. Ho fatto di tutto per coronare il mio sogno, spingendomi persino a stringere un accordo con quel vizioso di Stefàn Nazir.
Sono stata ingenua, lo ammetto. Avrei dovuto prestare più attenzione alla sua arroganza e meno all’oceano degli occhi. Ben presto il suo nome ha provocato un nodo allo stomaco e i colibrì in petto. Ora è impossibile prevedere le conseguenze.
Mi aveva avvertita di non conoscere sconfitta e io gli ho giurato battaglia. Nascondo più di quanto crede, e non mi fermerò finché non avrò raggiunto lo scopo.
Un accordo violato.
Una prigionia cospirata.
Una guerra imminente.
Quale sarà la sua prossima mossa?
CONTATTI 

INSTAGRAM: http://bit.ly/2hmUVDN
BLOG: http://giovannaroma.blogspot.it
FACEBOOK: https://bit.ly/2g2QyM3
GRUPPO FACEBOOK Giovanna Roma's News: https://bit.ly/2iqVzNb

PINTEREST: https://bit.ly/2MVuPm6
GOODREADS: https://bit.ly/2qlUKJl
TWITTER: @_GiovannaRoma_
GOOGLE+: https://bit.ly/2pjPhUT
CANALE YOUTUBE: https://bit.ly/2qiuUc1
PAGINA AMAZON: http://amzn.to/2jfQVBt


BIOGRAFIA AUTRICE: Sono nata e cresciuta in Italia e viaggiato sin da bambina. I generi che leggo spaziano tra thriller, psicologia, storico e dark romance. Anche quando un autore non mi convince, concedo sempre una seconda possibilità, leggendo un altro suo libro. Sono autrice dei romanzi "La mia vendetta con te, il suo sequel "Il Siberiano", lo storico "Il patto del marchese", la serie dark "Deceptive Hunters" e il forbidden "Il colore del caos".

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