mercoledì 5 dicembre 2018

Leggere romance (Butterfly Edizioni || Quixote Edizioni)



Pubblicazioni romance per le lettrici sempre alla ricerca di nuove emozioni!
E poi, sotto le feste, chissà perchè, le storie romantiche ci stanno particolarmente bene!



Butterfly Edizioni:


RAZIONI D'AMORE
di Silvia Menini



Butterfly Edizioni
Collana: Digital Emotions
Genere: Romance 
Prezzo: 2,99 € Uscita: 27 novembre 2018
Disponibile su Amazon e Kindle Unlimited 

Si era promessa di realizzare i suoi sogni più grandi entro i trent'anni: avere un lavoro, un marito e un figlio. 
Ma niente è andato come aveva sperato e programmato. Insoddisfatta della sua vita e di se stessa, Martina si sente inutile, inadeguata, sola e ha mille paure. 
L'unica cosa su cui ha il controllo è il cibo: comincia così il suo calvario fatto di una magrezza sempre più evidente. 
La sua voglia di rendersi invisibile però è solo un urlo silenzioso che vuole essere ascoltato. 
Perché Martina ha bisogno di comprensione, di occhi che vedano al di là del suo fisico esile, di abbracci stretti e di un amore intenso. 
Per aiutare il suo migliore amico dovrà intervistare un sopravvissuto dell'Olocausto e scoprirà che è sempre possibile toccare il fondo e poi risalire e che dobbiamo perdonare i nostri errori e non perdere il sapore della vita. Perché non bisogna amarsi e amare con il contagocce, non si può risparmiare sull'amore.


JORDAN + APRIL
di Anita S.


Butterfly Edizioni
Collana: Love self
Genere: Romance
Data di uscita: 30 novembre 2018
Disponibile su Amazon e Kindle Unlimited 
Prezzo: 2,99 €
in offerta a 0,99 dal 30 novembre
 fino al 9 dicembre

Jordan Dubois è un professore universitario segnato da un matrimonio finito in tragedia. È deciso a non lasciare spiragli al suo cuore per paura di essere ferito di nuovo. 
Nessuna illusione, nessun coinvolgimento e nessun dolore.
April Spector è una studentessa di giornalismo che sta cercando di scappare da una vita che le va stretta e da un padre che la soffoca. Si incontrano una sera per caso e condividono un momento di sfrenata e intensa passione, alimentata dal fatto di essere due perfetti sconosciuti. Nessuno dei due immagina che il destino ha in mente di farli incontrare ancora, nella stessa aula e nello stesso palazzo. 

E mentre dovranno fare i conti con i fantasmi del proprio passato e con gli ostacoli del presente, riusciranno anche a tener a bada il desiderio alimentato dalla loro attrazione?





QUIXOTE EDIZIONI



LOVE BURNS
di Mandi Beck



Ambientazioni: Chicago
trad. Arabella McKenzie
cover artist: Rocchia Design
Serie: Caged Love #2
Genere: Sport Romance
E-book (Mobi, Epub, Pdf) e cartaceo
347 pp
3,99 € (e-book) 
USCITA: 7 dicembre 2018
Love.
È il mio nome, ma è anche ciò per cui combatto. Per Frankie.
Sono un combattente. Addestrato per mantenere sempre alta la mia difesa. Per anticipare e vedere il prossimo colpo in arrivo. Quello che non mi aspettavo era che il suo passato ci piombasse addosso.
Sto per prepararmi a due delle lotte più importanti della mia vita. La mia ragazza e la cintura. So che sono in grado gestirlo, poiché non ho mai smesso di combattere per questo. Ma cosa fai quando la tua vita, il tuo amore, viene minacciato e non puoi essere lì a difenderla? Puoi solo chiudere gli occhi e pregare con tutto te stesso che lei sia abbastanza forte per uscirne indenne.
Sono andato in guerra per lei. Ora è il suo turno combattere per noi.

L'autrice.
Mandi Beck è sempre stata un’avida lettrice. L’amore profondo per i libri le ha fatto sempre scrivere piccole storie su tovaglioli, quaderni e sulla mano. Da adulta si è ulteriormente immersa nel mondo dei libri grazie ai gruppi di lettura e al fantastico avvento dei social media. Da quel momento
in poi è passata a scrivere le sue storie sul telefono e poi su un PC vero e proprio. Studentessa di infermieristica, madre di due turbolenti maschi un po’ tremendi, e matrigna di due splendide ragazze che frequentano il college, condivide il suo tempo con il marito a Chicago, dove è nata e cresciuta. Mandi è un’appassionata fan dell’hockey e incolpa i Blackhawks quando le sue scadenze non vengono rispettate. Love Hurts è il suo romanzo d’esordio.

martedì 4 dicembre 2018

Recensioni film: SENZA NESSUNA PIETA' || LA TERRA DELL'ABBASTANZA || THE BRIDGE #2



Buongiorno, lettori!
In questo post di oggi non parleremo di libri, bensì di tre film, di cui due italiani e il terzo made in Usa; quest'ultimo appartiene al genere sentimentale in odor di Natale, mentre i primi due, drammatici, sono ambedue collocati a Roma e in ambienti decisamente pericolosi, dove farsi inghiottire dalla microcriminalità è piuttosto "semplice", tanto quanto è difficile uscirne.



SENZA NESSUNA PIETA'


2014
Regia: Michele Alahique.
Cast: Pierfrancesco Favino, Claudio Gioè, Greta Scarano, Adriano Giannini, Ninetto Davoli.


Mimmo (Pierfrancesco Favino) è un muratore tranquillo e dall'aria inoffensiva, è taciturno, riservato e agli occhi di tutti rispettato ed esemplare; in realtà, ha una "seconda vita", in cui si occupa di riscuotere crediti con metodi poco ortodossi nei quartieri poveri di Roma, per conto del datore di lavoro, nonché zio (Ninetto Davoli), il quale lo ha allevato come un figlio. 
Lo zio ha un figlio, Manuel (A. Giannini), un tipo arrogante, viziato, abituato a fare il pascià coi loschi guadagni del padre; i due cugini non si sopportano, soprattutto perchè Manuel tratta il silenzioso e remissivo Mimmo con disprezzo, strafottenza e l'avversione reciproca che entrambi provano si può toccare con mano.
L'unica presenza amica è costituita dal "collega", soprannominato il Roscio (C. Gioè), con cui condivide i lavoretti di recupero crediti.
Il mondo in cui vive Mimmo è fatto di gerarchie da rispettare, da ordini ai quali non si può contravvenire, di regole cui sottostare senza fare obiezioni e commettere errori... se si vuol sopravvivere.

Favino riesce a rimandarci del suo Mimmo una personalità solo apparentemente semplice, nel senso che nei momenti iniziali l'uomo ci sembra un tipo poco intelligente,troppo chiuso e poco sveglio, sottomesso ai voleri dello zio, succube delle battutine cretine dell'odiato cugino, e anche come si muove e parla (quando parla) danno l'impressione di essere di fronte ad uno "non proprio normale", ma un po' "tocco"; invece, andando avanti ci accorgiamo non solo che Mimmo sa essere molto, molto pericoloso e che in sè ha una carica di aggressività che sfoga con freddezza contro le vittime prescelte, ma che allo stesso tempo dentro di lui c'è una scintilla di umanità che chiaramente non ha modo di venir fuori in un contesto degradato, criminale, in cui a muovere tutto sono i soldi, la violenza, e dove manca qualsiasi rispetto per il prossimo (tranne che per i membri del clan, ovviamente).

Tutto procede così finché nella sua vita non irrompe irrompe Tania (Greta Scarano), una giovane escort, bella e disinibita, consapevole del fatto che gli uomini sono disposti a pagare per averla e che concedersi a loro le dà modo di guadagnare soldi facili e veloci. 
Purtroppo per lei, non di rado i clienti si rivelano spesso violenti e convinti di poter fare del suo corpo ciò che vogliono in quanto la pagano, e uno di questi è Manuel; è proprio Mimmo ad accompagnare Tania da lui, anche se preferirebbe non farlo perchè si sente attratto dalla ragazza e cederla al malefico cugino è l'ultima cosa che vorrebbe fare.
Ma gli tocca ubbidire e così Tania è pronta a diventare per una notte il giocattolo dell'altro..., fino a quando qualcosa scatta nella testa di Mimmo, che decide di ribellarsi a questa vita e di portare con sè Tania, nella quale lui vede ben altro che una escort, e provare a dare a se stessi l'opportunità di una vita migliore, decisamente differente da quella squallida e brutale nella quale si trovano e che rischia di ucciderli dentro.

Il prezzo per la libertà però è alto, per esso Mimmo commette una cosa che proprio non avrebbe dovuto fare e che lo mette contro "la sua famiglia", che non è disposta a passarci su e a lasciarlo andare.
Inizia una fuga da quelli che da un momento all'altro diventano i suoi nemici, e afferrare la libertà potrebbe rivelarsi ancora più difficile di quanto avesse immaginato, tanto per lui quanto per Tania, che si rimette completamente nelle mani di quest'orso grande e, in fondo, buono, l'unico che l'abbia mai fatta sentire amata e protetta senza chiedere nulla in cambio.

Film piacevole, con un cast di tutto rispetto, Favino sempre eccezionale per me, nel dare corpo a questo suo personaggio che proviene sì da un contesto di delinquenti, ma del quale percepiamo qualcosa di diverso, una sorta di bontà innata che finora è stata soffocata.

E' un film (ce ne sono diversi su questa falsariga) che ci ricorda quanto complicato sia dire addio definitivamente a un'esistenza criminale in cui sei costretto a sottostare a determinate regole, pena la morte se le vìoli, e dove fidarti davvero di qualcuno potrebbe rivelarsi oltremodo pericoloso.
CONSIGLIATO.


LA TERRA DELL'ABBASTANZA


2018
Regia: Damiano D'Innocenzo, Fabio D'Innocenzo.
Cast: Andrea Carpenzano, Matteo Olivetti, Milena Mancini, Max Tortora, Luca Zingaretti.


Protagonisti di questo film d'esordio dei fratelli D'Innocenzo sono Mirko e Manolo, due adolescenti amici appartenenti alla periferia di Roma. 
Provengono da famiglie non benestanti ma oneste, con genitori single, e loro stessi sono due bravi ragazzi, che sognano di poter un giorno diventare ricchi, sogno per ora rimandato al futuro, mentre entrambi si arrangiano con lavoretti occasionali per arrivare a fine mese.

Sfortunatamente, il caso vuole che, in seguito ad un incidente spiacevole, si trovino catapultati in una realtà pericolosa che step by step diventerà una discesa verso l'inferno.

Una sera, infatti, investono un uomo e decidono di scappare senza soccorrerlo. 
I ragazzi sono impauriti perchè temono che si scopra che sono stati loro ad ammazzare il pover'uomo, ma in realtà questa disgrazia si rivela essere il loro colpo di fortuna...
Infatti, l'uomo che hanno ucciso "per sbaglio" altri non è che un pentito di un clan criminale di zona, e facendolo fuori Mirko e Manolo si sono guadagnati un ruolo, il rispetto e il denaro all'interno della mafia locale, che costituisce un'attrazione troppo grande da poter essere ignorata da due giovanotti con la fissa delle donne e dei soldi facili.
Le loro vite cambiano drasticamente quando cominciano a ricevere "missioni" criminali da portare a termine da parte dei loro nuovi capi e a sporcarsi le mani di sangue. 
Ma la strada sbagliata intrapresa, che loro pensano li stia portando verso il paradiso, porta con sè drammatiche conseguenze e ben presto la vita in questo contesto brutale, spietato, diventerà estremamente dura, così che Mirko e Manolo finiranno per allontanarsi dalla famiglia e dagli ex amici, andando incontro a una spirale verso il basso che sembra senza fine.

Anche questo film mi è piaciuto perchè si sofferma sulla discesa disgraziata di questi due ragazzi, che non erano dei ragazzacci in fondo, forse un tantino presuntuosi e sfacciati, ma qualcosa di buono in loro c'era...; vivere fianco a fianco con dei criminali senza scrupoli però non può che incidere sulla loro giovane personalità e fagocitarli, togliendo loro il buono che c'era, rendendoli aggressivi anche nei confronti dei genitori, come succede a Mirko verso la madre, la quale s'accorge che il figlio sta cambiando, che in tasca ha troppi soldi... e comprende che evidentemente se li sta guadagnando in modo molto sporco...

Drammatico, realistico, duro, ben interpretato (i due attori protagonisti sono molto bravi), descrive bene la realtà di periferia e in particolare quella delinquenziale, ponendo attenzione all'evoluzione in negativo di questi due giovanotti, che si sono buttati a capofitto per una strada senza via d'uscita.
CONSIGLIATO.




THE BRIDGE #2. Pagine d'amore


2017
Regia di Mike Rohl
Con Katie Findlay, Wyatt Nash, Faith Ford, Ted McGinley, Andrea Brooks, Denis Corbett, Natasha Burnett, Jaime M. Callica.


Questo film è in realtà la seconda parte di un altro che però non ho visto; entrambi sono tratti dal romanzo di Karen Kingsbury, PAGINE D'AMORE, che ho recensito QUI sul blog.

Il libro mi era piaciuto per due aspetti fondamentali: l'importanza data ai libri e alla libreria come luogo magico, in grado di donare qualcosa di bello e indimenticabile a chi la frequenta, soprattutto se essa è gestita da un appassionato di libri che non soltanto te li vende, ma te li consiglia con amore, per scopi ben precisi, provando ad incidere positivamente sulla tua vita di lettore, casuale o seriale che sia.

Il secondo aspetto era quello della fede in Dio, il motore che guida le azioni e le scelte di vita dei personaggi.
Ecco, se il primo aspetto c'è in maniera palese, il secondo un po' meno, e personalmente ne ho sentito la mancanza.

Ad ogni modo, la storia è questa ed è molto semplice: Molly e Ryan si sono incontrati alla libreria The Bridge, gestita dai coniugi Charlie e Donna, ai quali tutti a Franklin vogliono un gran bene.
Pur provando forti sentimenti l'uno per l'altra, i due non si sono mai fidanzati, anzi le loro strade si sono divise: lei segue la strada decisa dal padre imprenditore e che la porta a prendere in consegna l'azienda di famiglia, lui sogna di poter sfondare come cantautore.
Un terribile incidente occorso a Charlie riporta Molly e Ryan a Franklin, obbligandoli a riavvicinarsi e a fare i conti con il loro amore mai vissuto.
I due si mettono in testa di aiutare Charlie e Donna ed uniscono le forze a quelle di altri cittadini per contribuire a salvare lo storico e amato locale dalla chiusura. 
Così facendo, vecchi sentimenti si riaccenderanno dando a Molly e Ryan una seconda possibilità.
Sapranno sfruttarla?

La risposta è quasi scontata, considerato il genere di film, sentimentale, romantico e intriso di atmosfera natalizia, che infonde una leggera euforia e una gran voglia di essere buoni.
La trama non si discosta dal libro, assolutamente (se non per l'aspetto della fede che qui è meno preponderante), ma forse mi ha coinvolta di meno; anzi, devo confessare che questo è il genere di film da cui sto molto lontana in quanto solitamente hanno intrecci fin troppo semplificati e prevedi il corso degli eventi e il finale sin dalle prime battute.
Diciamo che sono quelle pellicole adatte a queste settimane dicembrine in cui ci si prepara alle festività natalizie, ideali per tutta la famiglia, senza grosse pretese di concentrazione (se abbandoni un po' il film per andare a controllare l'arrosto e resti in cucina pure mezzora non è che hai perso più di tanto il filo del discorso, ecco), carini, contrassegnati dai buoni sentimenti e in cui il lieto fine è obbligatorio.

CONSIGLIATO? Mah..., ripeto, è caruccio, soprattutto grazie al riferimento ai libri, ma per il resto è un film d'amore come se ne trovano a bizzeffe - basta mettere su La5 in prima serata per farsene delle belle scorpacciate -, di quelli che metti in sottofondo alle cene di Natale e che si guarda distrattamente, finchè qualcuno sbotta: "Ma chi ha messo 'sta roba? Non c'è qualcosa di più allegro?".

lunedì 3 dicembre 2018

Narrativa - Novità Kimerik Edizioni




Alcune novità editoriali targate Kimerik Edizioni.



LA BANDA DEGLI SFIGATI
di Antonio Tufano


LINK LIBRO
In questo libro Antonio Tufano analizza le vicende di cinque ragazzi dei nostri tempi. 
Con la grande sensibilità che lo distingue e che è costantemente presente in ogni suo scritto, analizza le loro vite, il loro carattere, la loro evoluzione nel tempo, il coraggio dimostrato nell’affrontare la “sfiga” che li perseguita, ma, soprattutto, evidenzia il desiderio, forte e urgente, di cambiare la piccola comunità in cui si muovono, le istituzioni, le persone. 
Emerge la figura di un giusto che ama e sogna di vivere in un mondo onesto, in un mondo in cui la giustizia diventi un dovere e un diritto capace di coinvolgere ogni persona umana. 
Quando sogna l’uomo è un gigante che divora le stelle… i nostri protagonisti divorano le stelle: la comunità cambia, gli atteggiamenti cambiano, le persone cambiano. 
Grazie scrittore! Ci hai portato a osservare l’oggi, ci hai portato a guardare con occhi diversi la società in cui operiamo, ci hai portato a soffermarci sulla realtà e sui suoi costumi, trasformabili e plasmabili. Ci hai regalato un prezioso aiuto per interpretare positivamente fatti e personaggi del nostro tempo. Soprattutto grazie per averci fatto sognare, sperare e credere che la giustizia non sia solo un’illusione. Marilena Cristinzio
L'autore.
Antonio Tufano è nato a Teano (CE) il 25 febbraio del 1943. Laureatosi in Lettere Antiche presso l’Università “Federico II” di Napoli, ha insegnato in diverse scuole nella provincia di Isernia, iniziando dal Liceo Classico “O. Fascitelli” di Isernia e terminando la sua carriera presso l’I.T.E.F., sempre di Isernia. Ha deciso, andando in pensione, con maggior tempo libero a disposizione, di continuare la sua attività didattica, realizzando il suo grande desiderio: impegnarsi nella narrativa, dando libero sfogo alla sua fantasia, legandola alla realtà storica, soprattutto della sua provincia di adozione. Ha già pubblicato, con Terzo millennio di Isernia, i libri Isernia -Napoli, andata e ritorno e Il settimo sigillo e altre narrazioni; con la Casa Editrice Kimerik ha dato alle stampe un libro di buon successo, I cafoni.


GRAFFI DI POLVERE NELL'ECO DELLE TUE PAROLE
di Anna Leo

LINK LIBRO



Anna Leo ha scritto la storia di una donna forte, che possiede il coraggio di sostenere le sue ribellioni e le sue scelte fin dall'adolescenza, nonostante i condizionamenti che la famiglia, i tempi e il contesto sociale, le vorrebbero imporre. 
Una donna che non ha il timore di intraprendere strade inusuali, anche nella scelta di una professione che la obbliga a fronteggiare il lato oscuro dell'umano, ma che mostra la fragilità dei propri sentimenti quando perde suo padre, e si trova a dover fare i conti con un inesistente rapporto con la madre. (Dalla prefazione di Laura Bottoni)

L'autrice.
Anna Leo è nata a Caprarica di Lecce. Conseguita la Maturità Commerciale presso l'Istituto “O. G. Costa” di Lecce, continua gli studi giuridici. Si è laureata in Sociologia del crimine e della devianza presso l'Università del Salento. Si occupa di prevenzione delle Dipendenze Patologiche e rivalutazione del territorio. Autrice delle raccolte di poesia: Ai margini dell'anima, Sulla sabbia il profumo d'inverno e di diversi racconti tra cui Una stella sul casale. Vive e lavoro a Lecce.

domenica 2 dicembre 2018

Recensione: POCHI INUTILI NASCONDIGLI di Giorgio Faletti



Sette racconti che, partendo (quasi tutti) da situazioni realistiche, sfociano in elementi surreali, paranormali, in cui a far capolino nelle esistenze dei protagonisti (e di chi ruota loro attorno) sono incubi terribili, la cui origine risiede, in definitiva, nel lato oscuro che si cela in ognuno. E nascondersi per sfuggire a questi mostri diventa davvero impossibile...



POCHI INUTILI NASCONDIGLI
di Giorgio Faletti



Ed.Baldini Castoldi Dalai
371 pp
2008
"Forse l'errore stava tutto lì. Era l'errore che tutti  gli uomini fanno da sempre. Cercare di mostrarsi forti e sprezzanti e vincitori quando forse basta avere il coraggio di chinare la testa e dire: ho paura".


Marco Barison (in Una gomma e una matita) è un uomo solo e solitario, che si sta nascondendo da qualcosa, o forse è più giusto dire... da qualcuno.
E questo qualcuno è lui stesso.
Marco è divenuto un uomo apatico, freddo, taciturno, che rigetta i rapporti umani e preferisce starsene per conto proprio, a rimuginare sulle disgrazie accadutegli negli ultimi anni in totale solitudine, nutrendo dolore, rancori, risentimenti, odio verso coloro che egli giudica responsabili della sua attuale condizione di miseria, economica ma ancor di più emotiva, umana.
Cosa gli è accaduto?
C'è stato un periodo in cui Marco è riuscito a farsi strada come fumettista e disegnatore e, con una gomma ed una matita, a creare una serie di personaggi  che gli hanno procurato non pochi guadagni ed una piacevolissima notorietà; del resto, è sempre stato un mago con la matita, sin da bambino. Non solo, ma le cose andavano bene anche sul fronte sentimentale, grazie al matrimonio flash con la bellissima modella Ivana.
Poi qualcosa è andato storto e le persone di cui si fidava l'hanno tradito, lasciandolo sul lastrico.
Adesso ha deciso di sparire da tutti e tutto stabilendosi in Grecia, in una casa isolata per cercare - è ciò che dichiara alla amata sorella Martina, l'unico contatto umano che sopporta attualmente - di riprendersi dalle delusioni, dalle amarezze, e provare a cominciare a disegnare ancora, nonostante tutto.
Nonostante abbia perso ogni cosa, Ivana compresa...
Ma la verità è che in lui l'odio e il desiderio di vendetta e rivalsa hanno preso posto in un modo pericoloso e da qualche parte questi sentimenti negativi devono uscire.
Ciò che Marco riuscirà a fare con quella matita e quella gomma che egli porta sempre con sè, ha dell'incredibile: due strumenti innocui diventano il mezzo per vendicarsi di chi l'ha tradito con cinismo e indifferenza, e questa vendetta sarà tremenda ma, soprattutto, assurda, inspiegabile per l'umana ragione, rappresentata dal commissario che si ritrova a indagare su alcuni efferati e misteriosi delitti, di cui, se anche si arrivasse a capire l'autore, sarà impossibile comprenderne le modalità... e darne una spiegazione credibile e sensata...

In L'ultimo venerdì della signora Kliemann a far da padrone non è la vendetta, non è l'odio, ma il dolore, quello acuto e inconsolabile che prova chi non riesce ad andare avanti senza la persona più importante della propria vita.
Carlo Anselmi vive nell'isola d'Elba, è sposato, non ha figli, è sempre in giro con gli amici bontemponi con cui trascorre molto tempo tra una chiacchiera e un caffè; lavora, ma con un discreto margine di libertà, per i coniugi Kliemann, due tedeschi che vengono sull'isola toscana solo in vacanza e che pagano mensilmente Carlo perchè si occupi della manutenzione della casa, soprattutto quand'essi non ci sono.
E' solo maggio quando la signora Greta Kliemann giunge ad Elba col marito, e Carlo è preoccupato di essere licenziato in quanto consapevole di aver trascurato la cura dell'abitazione e del giardino...
Ma la sua preoccupazione assume presto sfumature e interessi differenti e più sinistri, quando comincia a capire che attorno a Greta, una sessantenne ancora piacente che da giovane ha fatto girare la testa a tutti gli isolani, v'è un'aura di mistero... Lei sostiene che il marito è con lei, nella villa..., ma qualcosa fa supporre a Carlo che le cose non stiano così...
La bella tedesca nasconde forse qualcosa?
Greta in effetti cela dentro di sè una profonda tristezza e un grande dolore, ma forse è arrivato il momento tanto atteso, quello che la ricongiungerà al suo amore..., e tutto sotto gli occhi sbigottiti di Anselmi, che non sa se ciò che gli tocca vedere è reale o meno...

Claudio Marino è un professore di Lettere in Graffiti, ed è un uomo sgradevolissimo.
Odia il proprio lavoro e, più di tutto, odia gli esseri umani con cui quotidianamente ha a che fare, che si tratti dei colleghi docenti, degli alunni adolescenti o dei bidelli.
A dirla tutta, il suo odio è totale e si riversa pure sul portiere del condominio in cui vive, sui vicini di casa - con cui non ha alcun tipo di relazione -, sull'unico fratello che ha, per il quale non prova il minimo affetto.
Claudio è un tipo assolutamente e indiscutibilmente solo, perchè solo vuol stare; è un misantropo nel senso puro del termine e se ne vanta: guarda tutti dall'alto in basso, con un cipiglio arrogante, sprezzante; pur ostentando un atteggiamento pacato e sufficientemente cortese, nella sua testa vomita continuamente insulti pesanti verso tutti, e in lui alberga una tale repulsione verso il prossimo da lasciarci attoniti e disgustati.
E' privo di sentimenti di rispetto, pietà, empatia, amicizia, solidarietà, rimorsi...
C'è solo una persona che suscita in lui un interesse morboso, ossessivo, lascivo: una ragazza bella, dal sorriso dolce e malizioso al contempo, che pare aspettarlo, che sia alla fermata del tram o sotto casa...; non sa il suo nome, non sa dove abita, chi sia..., sa solo che ha un cappotto rosso vistoso e un sorriso che lo attrae.
Ma non c'è alcuna purezza nei suoi pensieri e nei suoi desideri verso la bella bionda sconosciuta, e anzi..., Marino deve stare molto attento a se stesso e a ciò che concupisce con lussuria e insensibilità, perchè tutto il marcio che ha invaso il suo cuore e la sua mente potrebbero rivoltarsi inaspettatamente contro se stesso...

Un contadino, giunto ormai alla vecchiaia, vorrebbe essere libero di trascorrerla in serenità..., ma purtroppo c'è qualcuno che vuol rovinargliela, cercando di costringerlo a dire addio ai frutti di una vita intera di lavoro e sudore; tra questi, c'è anche un suo nipote, che molto cinicamente e senza tener conto del vecchio zio, sta contribuendo a danneggiarlo.
Ma lui e il suo degno compare non hanno fatto in conti con la realtà (e la natura) che li circonda e che essi vorrebbero sottomettere alle proprie egoistiche voglie imprenditoriali - nell'ignobile convinzione che con il danaro puoi comperare tutto -, ma che rischia invece di ribellarsi a qualsiasi azione irrispettosa verso se stessa... (Spugnole)

In La ragazza che guarda l'acqua siamo in presenza, sin dalle prime pagine, di un racconto che ha del fantastico in modo esplicito, in quanto il vero protagonista è un essere soprannaturale che vive nelle acque del lago (un po' in stile mostro di Lochness, ma decisamente più tenero e docile); nessuno l'ha mai visto ed egli sta molto attento affinchè la propria esistenza continui così, nascosta agli sguardi superficiali e anche crudeli degli esseri umani.
Ma il suo cuore, per quanto non umano, è più generoso di quello di tante persone, e il suo desiderio di venire in aiuto a chi è in difficoltà lo spinge a rivelare la propria presenza...

Il sesto racconto (L'ospite) è il mio preferito, non fosse altro che buona parte di esso è attraversato da una verve ironica e brillante che ho gradito molto, e questo soprattutto grazie al protagonista, Riccardo, un 38enne intelligente, simpatico, pieno di humor e ottimista per natura.
Di mestiere fa il giornalista ed è alla ricerca dello scoop dell'anno, quello che gli permetterà di guadagnare una barca di soldi; ad aiutarlo ci pensa la nipote 18enne, la bella e vivace Sara, con cui vola fino a Guadalupa, alla ricerca di un noto personaggio della tv scomparso misteriosamente da un po' di anni.
Tra fraintendimenti e piccole sorprese, il razionale Riccardo viene messo davanti alla realtà che non tutto a questo mondo si può spiegare e capire, e che tanti incubi e paure personali prendono forma in cose apparentemente insignificanti, ma che a ben guardarle, mettono i brividi...

Arriviamo all'ultimo racconto -  Physique du role -, in cui veniamo introdotti nel mondo del cinema, in particolare dei film d'horror: conosciamo il regista Andrea alle prese con la realizzazione di un lungometraggio fantastico-horror incentrato sui licantropi.
Attenzione, Andrea: a volte certi sogni ad occhi aperti e certi mostri della notte di cui parli ridendo e scherzando, potrebbero materializzarsi e l'esperienza che t'aspetta potrebbe essere non soltanto molto vivida... ma anche terribilmente, fatalmente realistica...

Come dicevo nell'introduzione, questa è una raccolta di sette storie brevi ma intense che il compianto e bravissimo Faletti ci ha lasciato; in essi, egli ci regala sette spaccati e sette protagonisti diversi l'un dall'altro, con contesti di vita differenti, che però hanno in comune una cosa fondamentale ed inquietante: il sentimento d'angoscia provato in presenza di ciò che non riescono a spiegare, a identificare con la ragione... ma che pure c'è, e queste presenze malevoli e funeste, pur provenendo da un "mondo" fantastico, che non appartiene alla vita vera, reale, a ciò che è normale e ragionevole, spiegabile scientificamente, hanno in verità fin troppa consistenza, e quando fanno la loro comparsa nella vita delle persone presenti in questi racconti, hanno su di essa un impatto tutt'altro che irreale e illusorio...

Alcune di queste storie son più brevi di altre ma tutte, a modo loro, vogliono ricordarci qualcosa: in ognuno di noi c'è una zona d'ombra, una parte oscura, che teniamo ben nascosta e che gli altri  non conoscono, perchè se la conoscessero fuggirebbero inorriditi; è una parte di noi a volte marcia, altre volte semplicemente debole, altre ancora avida e superficiale..., fatta eccezione per "La ragazza che guardava l'acqua" in cui al centro non v'è un essere umano, e infatti in esso non c'è un lato cupo ma solo gentilezza e bellezza interiore, che stonano con l'aspetto esteriore che è mostruoso.

Inevitabilmente a unirli sono quindi sentimenti e stati d'animo negativi: la malinconia, una tristezza mortale, l'egoismo, l'arroganza, e soprattutto la paura, il terrore che proprio ciò che si teme possa assumere a un tratto contorni ben definiti, e aggredirci senza che noi possiamo riuscire a scappare, a salvarci.

Io che non ho un amore sviscerato per i racconti, ho trovato questi di Faletti sicuramente coinvolgenti, ben scritti, molto piacevoli e scorrevoli, capaci di creare nella mente del lettore immagini vivide di ciò che è descritto e facendoci provare le emozioni dei personaggi; confesso di aver trovato un paio di essi troppo brevi e mi sarebbe piaciuto che fossero meglio sviluppati e non interrotti con finali pure un po' scontati (mi riferisco nello specifico a Spugnole e Graffiti), ma nel complesso non posso che apprezzare lo stile e la forza narrativa di questo scrittore che ci ha lasciato troppo presto e che sicuramente ci avrebbe regalato ancora tante storie emozionanti.

sabato 1 dicembre 2018

Bilancio di letture di novembre 2018 + Reading Challenge



No ma davvero siamo già arrivati all'ultimo mese dell'anno?????
Pare di sì..., il tempo scorre fin troppo veloce e menomale che ci sono i libri a rallentarne la corsa frenetica dandoci il privilegio di entrare uscire da più mondi, di vivere in "altri tempi", di conoscere una marea di gente :-D


Reading Challenge

Ho un mese di tempo per coprire gli ultimi tre obiettivi della R.C., vale a dire i seguenti:


  1. Il libro al 1° posto in classifica su Amazon il 1/4/2018, che corrispondeva a "Ventuno giorni per rinascere" di AA.VV.; in alternativa potrei scegliere il primo nella sezione narrativa, "Storie della buonanotte per bambine ribelli #2".
  2. Un libro su re e e regine del passato, per il quale ho già scelto LA REGINA RIBELLE di Elizabeth Chadwick.
  3. Un libro che nel titolo abbia la parola intenzione/i  >>>>>> CON LE PEGGIORI INTENZIONI di A. Piperno.



Questo mese comunque ne ho raggiunti 2:


- Obiettivo n. 1 | Un libro scritto più di 100 anni fa - PERSUASIONE di Jane Austen (RECENSIONE). Una protagonista femminile che racchiude in sè dolcezza, mansuetudine, rispetto per il prossimo, senza essere scevra di forza morale, carattere e coerenza. Può non esserci un lieto fine per una donna così?-
-  Obiettivo n. 15 | Un libro in cui il protagonista sia un libraio - IL LIBRAIO DI SELINUNTE di R. Vecchioni (RECENSIONE): un racconto poetico, magico, che nella sua semplicità ci ricorda l'importanza delle Parole e delle sue sfumature, dei Libri e del loro potere comunicativo, e di come senza di essi perdiamo la memoria di ciò che siamo e la capacità di raccontarlo.


Altri libri letti a novembre:


  • L’AMICA GENIALE di Elena Ferrante (RECENSIONE). La storia dell’amicizia tra due bambine, nate nello stesso rione alla periferia di Napoli, che per emergere da un contesto chiuso e gretto, dominato dal maschilismo e da una mentalità ottusa e aggressiva, devono imparare a contare su loro stesse, sulla propria intelligenza e determinazione.
  • MOMENTI DI TRASCURABILE FELICITA' di Francesco Piccolo (RECENSIONE). La vita, come pure ogni singola giornata, è fatta di momenti; e di questi momenti, tanti li ricorderemo negli anni e altri li dimenticheremo pochi minuti dopo averli vissuti. Ma ciò che conta è che spesso, tanti di essi, nella loro apparente inutilità e banalità, ci regaleranno momenti inaspettati di felicità; piccole gioie necessarie per guardare il mondo con quel pizzico di ottimismo e leggerezza che non guasta mai. Tutt'altro.
  • IMPERFETTI di Cecy Robson (RECENSIONE). Evelyn e Mateo appartengono a due mondi decisamente diversi: lei è una bianca cresciuta in una famiglia benestante; lui è un bel giovanotto latino con precedenti penali... Ma la vita con entrambi è stata davvero poco generosa e i loro cuori nascondono ferite profonde. Sapranno guarire l'una le sofferenze dell'altro?
  • OGNI RICORDO UN FIORE di Luigi Lo Cascio (RECENSIONE). In viaggio con il protagonista e narratore, Paride Bruno, aspirante scrittore affetto da una strana "sindrome" che gli impedisce di portare a termine alcunché, il lettore viene letteralmente travolto da un fiume di parole che spiazzano, forse a volte confondono, ma sicuramente affascinano perché l'incompiuto e l'imperfetto trovano spazio e senso nella penna elegante e intensa di Luigi Lo Cascio.
  • TUTTI I FIGLI DI DIO DANZANO di Haruki Murakami (RECENSIONE). Sei personaggi diversi l'uno dall'altro ma che hanno in comune un mal di vivere, un disagio esistenziale frutto di qualcosa che proviene dal di dentro ed è acuito da esperienze di vita. Sei persone, uomini e donne, alla ricerca di se stessi, di un senso da dare alle proprie esistenze; senso che spesso lo si trova in cose semplici, in incontri straordinariamente comuni che riescono, inaspettatamente, a guarire una ferita, a offrire una via d'uscita al proprio dolore.
  • IL MINIATURISTA di Jessie Burton (RECENSIONE). Ingenua e povera, la giovanissima Petronella Oortman, fresca sposa del mercante quasi quarantenne Johannes Brandt, non sa granché di come va la vita; non sa nulla di tradimenti, segreti, vecchi rancori, avidità e bigottismo… e di come tutto questo possa recare conseguenze tragiche nell’esistenza delle persone che sono divenute ormai la sua famiglia.
  • E SE…OLTRE LA MASCHERA, TU di Eliana Ciccopiedi (RECENSIONE). Elena e Leonardo si incontrano per caso: lei è una wedding planner professionale e intuitiva, lui è un giovane attore di musical, ammirato da tantissime fans… e anche da lei; si ritrovano, si frequentano, tra loro scatta un feeling che li avvicina sempre più ma che sembra mancare dei presupposti per lasciare i confini dell’amicizia e sfociare in un grande amore…
  • LA VITA DAVANTI A SE' di Romain Gary (RECENSIONE). "La vita davanti a sè" è la storia del giovanissimo Mohamed, chiamato da tutti Momò, un figlio di nessuno di origine araba, cresciuto nella banlieu di Belleville: orfano di madre, del padre non sa nulla, a tirarlo su è l'ex-prostituta Madame Rosa. A dare voce a questo racconto di vita che sa commuovere e far sorridere è il bravissimo Marco D'Amore.
  • LA ZANZARA MUTA di Gianfranco Spinazzi (RECENSIONE). Un romanzo particolare e "cervellotico" come questo non poteva che avere un titolo altrettanto singolare, la cui associazione di significato forse non balza agli occhi immediata ma all'interno di fiumi di parole, ricordi, sensazioni, elucubrazioni mentali che, partendo dalla complicata mente dei due anziani protagonisti, arrivano dritti dritti in quella un po' spaesata e un po' divertita dell'impreparato lettore.
  • IL BAMBINO IN FAMIGLIA di Maria Montessori (RECENSIONE). Un breve saggio di pedagogia scritto da una delle più autorevoli esperte di educazione e del mondo dell'infanzia che ha tanto insegnare a genitori, educatori, insegnanti..., e i cui principi e consigli sono di un'attualità disarmante.
  • L'ARMINUTA di Donatella Di Pietrantonio (RECENSIONE). L'intensa voce di Jasmine Trinca mi ha accompagnata in Abruzzo e fatto conoscere la storia di un'adolescente forte, intelligente, contesa tra due madri accomunate da un incosciente, e forse non del tutto volontario, egoismo che le ha rese incapaci di amare in modo giusto e adeguato questa figlia ceduta e restituita.

Mi rendo conto solo ora di aver letto parecchio, 'sto mese, e non posso che essere felice di constatare che son tutte belle letture! Difficile eleggere le tre più belle, ma lo faccio comunque ^_^
Lo stile rococò e colto di Lo Cascio mi ha travolta con "Ogni ricordo un fiore"; mi sono lasciata irretire dal fascino misterioso de "Il miniaturista" e ammaliare dalla forte personalità di Lila e dalla sua amicizia con Elena ne "L'amica geniale".

Attualmente ho in lettura:


  • Nessuno è intoccabile, di Thomas Melis;
  • Maurice, di Forster;
  • Lo stupore della notte, di Piergiorgio Pulixi.



Circa tv e film, ho avuto modo di apprezzare tanto la fiction su Rai Uno tratta da "L'amica geniale", per la regia di Saverio Costanzo; personalmente la sto trovando (quanto meno le prime due puntate) fedele, sia per quanto concerne i personaggi (protagoniste in primis) che il contesto che le vicende.
Ho poi visto DOGMAN di Matteo Garrone, che si ispira molto liberamente ad uno dei crimini più efferati risalenti agli Anni Ottanta - il delitto del Canaro: girato e recitato splendidamente, realistico, e ho apprezzato  la scelta di non soffermarsi sul crimine in sé, al quale in fin dei conti son dedicate le battute finali, che pure però erano cariche di tensione e mi hanno tenuta col fiato sospeso in determinati momenti. CONSIGLIATO? ASSOLUTAMENTE Sì!!

FIGLIA MIA di Laura Bispuri: affronta il tema della figlia contesa, della maternità negata e di quella rifiutata, con garbo, sensibilità, delicatezza, ma anche con l'intensità propria dei sentimenti che legano le madri a questa figlia che entrambe rivendicano come "figlia mia". CONSIGLIATO? Sì!!

Ho avuto modo di guardare pure LA TERRA DELL'ABBASTANZA di Damiano D'Innocenzo e SENZA NESSUNA PIETA' di Michele Alhaique, di cui però vi parlerò in un post a parte.



ADESSO TOCCA A VOI! ^_^
QUALI LETTURE VI HANNO COLPITO 
O NON VI SONO AFFATTO PIACIUTE
NEL MESE DI NOVEMBRE?

venerdì 30 novembre 2018

Blogtour "La Strega della Fonte” - Prima parte della saga di Alaisa - di Sabrina Guaragno. || I Personaggi: I CANDIDATI



Cari lettori, qui nel mio piccolo spazio virtuale ho il piacere di ospitare una delle tappe del blogtour in cui viene presentato, con contenuti originali in anteprima e sorprese da vincere nei Giveaway, il romanzo "La Strega della Fonte” - Prima parte della saga di Alaisa - di Sabrina Guaragno.









Editore: Nativi Digitali Edizioni
Data di uscita: 22 novembre 2018
Genere: Fantasy, Romance
Lunghezza: 390 pagine
Prezzo: 3.99€ Ebook
14€ cartaceo
Pagina Facebook della saga:



Alaisa, una ragazza umile ma determinata, è pronta per partire per il viaggio più importante della sua vita, con l’obiettivo di raggiungere la dimora della famosa Strega della Fonte e diventare sua apprendista: il suo sogno fin da bambina!
Quello che Alaisa non sa, è che la magia conferisce grandi poteri, e per padroneggiarla al meglio è prima necessario fare i conti con le proprie aspirazioni e le proprie paure.
Il mondo segreto delle Streghe offre molte opportunità, ma anche molti rischi e ombre… tra tutti i nuovi intriganti personaggi che conoscerà, riuscirà a capire di chi potrà fidarsi, e da chi dovrà difendere tutto ciò che le è più caro?

Con “La strega della fonte” Sabrina Guaragno ci porta in un nuovo universo Fantasy intricato e affascinante, in cui le atmosfere romantiche si mischiano ad altre cupe e inquietanti. E dove il potere della magia permette a maghi e streghe di realizzare i loro sogni, ma anche il manifestarsi di veri e propri incubi…


Prima di presentarvi i personaggi, vi ricordo il calendario del blogtour:




  • Lunedì 19 novembre – Presentazione del libro + Giveaway! ( paperpurrr.blogspot.com )
  • Martedì 20 novembre – Booktrailer del romanzo ( www.ilmondodisimis.com )
  • Mercoledì 21 novembre – Estratto del romanzo ( leggendoromancebooksblog.blogspot.com )
  • Giovedì 22 novembre – La storia di Adaesha ( valentinabellettini.blogspot.com )
  • Venerdì 23 novembre – La mappa di Adaesha ( aratakblog.blogspot.it )
  • Lunedì 26 novembre – Le religioni di Adaesha ( lostinabook.altervista.org )
  • Martedì 27 novembre – Recensioni in anteprima!

librialcaffe.blogspot.com
thebookofwritercom.wordpress.com
thenerdsfamily.wordpress.com
cheserie.altervista.org
inside-a-book.blogspot.com
www.bookislifeoriginals.blogspot.com
www.ilmondodellesognatrici.blogspot.com
leggendoabari.wordpress.com )


  • Mercoledì 28 novembre – La magia di Adaesha ( unabuonalettura.blogspot.com )
  • Giovedì 29 novembre – Usi e costumi di Adaesha ( themydiarysecret.blogspot.com )
  • Venerdì 30 novembre – Personaggi: i Candidati ( chicchidipensieri.blogspot.com )
  • Lunedì 3 dicembre – Personaggi Top Secret + Giveaway (ilsalottodelgattolibraio.blogspot.com)
  • Martedì 4 dicembre – Playlist del romanzo ( www.imondifantastici.blogspot.it )
  • Mercoledì 5 dicembre – Test: che strega/mago degli elementi sei? (martyelangolodeilibri.wordpress.com )
  • Giovedì 6 dicembre – Intervista all’autrice ( ikadreaming.blogspot.com)
  • Venerdì 7 dicembre – Vincitori dei Giveaway! ( tbs-thebookseeker.blogspot.com)


Per guadagnare un biglietto per l'estrazione di una copia cartacea del romanzo, 
partecipa al Giveaway!



Se avete difficoltà a visualizzare correttamente il giveaway qui sopra, si può partecipare visitando la
pagina: http://www.rafflecopter.com/rafl/display/7ba4d8bd25/

Rimani aggiornato sulle prossime tappe del blogtour e su nuovi giveaway su nuovi Giveaway seguendo l'evento su Facebook!


Ma bando alle ciance, eccovi i contenuti della tappa da me ospitata, che riguarda i personaggi, i Candidati.


I Candidati
Alaisa
“Solo qualche giorno fa, ero a casa a ricamare tovagliette da vendere al mercato con mia madre: ero una ragazza di quasi diciassette anni che cercava di aiutare la famiglia ad andare avanti. E oggi, invece, mi ritrovo qui, ad attendere il momento in cui incontrerò la Strega della Fonte”.
Alaisa è una ragazza di 17 anni, e viene dal piccolo paesino di Erad, nella regione del Tioma. Ha perso suo padre quando era piccola, e ha sempre vissuto cercando di prendersi cura di sua madre e delle sue sorelline Egea e Dacy.
Il suo sogno è quello di diventare una strega, e per farlo è disposta a oltrepassare i propri limiti.


Lill


“«Ehi!» mi sento apostrofare. Mi volto, un po’ sospettosa, solo per scoprire il volto simpatico di una giovane ragazza. I capelli biondo cenere sono legati dietro alla nuca con un fermaglio, il volto è tondo come quello di una bambina, gli occhi chiari brillanti. Indossa un abito scuro e lungo fino alle caviglie, stretto in vita da una cintura, e porta un mantello sul braccio”.
Lill ha 16 anni, ed è vitale ed esuberante. Adora ricamare, ballare e raccogliere i frutti nei campi. Il suo sogno di diventare una strega nasce proprio dal suo amore per la natura.



Ethas
“Sono passati solo pochi minuti quando Lill mi prende nuovamente in disparte. Mi indica un ragazzo al centro di un gruppo di giovani, vicino a un falò. Ha il volto sicuro di sé, gli occhi sono di un caldo color cioccolato e brillano alla luce del fuoco, mentre i capelli rossicci cadono in sinuose onde ai lati del volto.
«Che c’è?» chiedo.
Lill mi indica nuovamente il ragazzo. «È l’unico ragazzo che si è candidato!» dice Lill.
Il ragazzo ci nota e ci fissa, sorridendo enigmatico. Distogliamo subito lo sguardo, ma, nonostante ciò, sento gli occhi bruni del Candidato su di me per tutto il resto del tempo”.
Ethas viene dalla città di Adanea e ha 20 anni.
È un ragazzo determinato, ma anche premuroso e comprensivo. Il suo desiderio è quello di diventare uno stregone in ambito militare: la magia lo intriga molto.Edeny

“Finora non l’avevo notata, anche se devo esserle passata davanti appena arrivata. C’è una ragazza, seduta su un masso, il capo chino e le mani in grembo.
«Edeny, ecco un’altra Candidata. Si chiama Alaisa. Alaisa, lei è Edeny!» dice Lill, facendo le presentazioni. Edeny alza il volto incorniciato da boccoli di capelli biondi. Due occhi celesti e brillanti mi fissano. Alza una manina esile per salutarmi, ma non accenna nemmeno un sorriso”.
Edeny ha solo 15 anni ed è schiva e taciturna. Ama creare intrugli per le ferite, passatempo in cui è discretamente brava. Vorrebbe riuscire a diventare apprendista della Strega per rendere orgogliosi i suoi anziani genitori.

Sayris


“Avrei pensato che fosse un altro ragazzo, se non si fosse tolta il cappuccio a mostrare il volto di una giovane dagli occhi freddi come il ghiaccio e capelli di un strano color argenteo. Sotto al mantello, indossa una tenuta che farebbe invidia a una guardia militare. Sicuramente è armata, e il suo sguardo torvo mi fa un po’ paura. Mi chiedo cosa potrebbe diventare, dopo un addestramento di tre anni… e non voglio nemmeno pensarci”.
Sayris proviene dalla regione del Dochala, e ha 19 anni. Il suo aspetto è temibile, e il suo sguardo appare pericoloso. Vuole diventare una strega... beh, non ha proprio voglia di dirvi quali sono le sue ragioni


giovedì 29 novembre 2018

Recensione: L’AMICA GENIALE di Elena Ferrante



La storia dell’amicizia tra due bambine, nate nello stesso rione alla periferia di Napoli, che per emergere da un contesto chiuso e gretto, dominato dal maschilismo e da una mentalità ottusa e aggressiva, devono imparare a contare su loro stesse, sulla propria intelligenza e determinazione.

L’AMICA GENIALE
di Elena Ferrante


Edizioni E/O
400 pp
18 euro

“… tu sei la mia amica geniale, devi diventare la più brava di tutti, maschi e femmine”.


Siamo alla fine degli anni ‘50 ed Elena Greco e Lila Cerullo vivono nel medesimo quartiere povero e degradato della periferia napoletana.
Sono compagne di scuola, l’una sa dell’altra a che famiglia appartiene, e il loro legame non nasce da subito perché tra le due scorre una sorta di tacita diffidenza; in particolare, Elena vede in Lila una cattiveria che la intimorisce; però, allo stesso tempo, una volta sbocciata, la loro amicizia fiorisce a grande velocità, come se essere l’una il sostegno dell’altra sia il motivo per cui si sono incontrate.

A narrarci la storia è Elena (Lenù), moltissimi anni dopo, quando è ormai una donna adulta, e la decisione di raccontare di questa forte amicizia nasce in seguito ad una telefonata in cui apprende che di Lila, della sua amica Lila, si son perse momentaneamente le tracce.
Il racconto di Lenù si concentra, pagina dopo pagina, sul personaggio di Lila, che catalizza tutta l’attenzione, e degli svariati personaggi che ruotano attorno alle due ragazzine; le vicende personali, famigliari e i legami (d’amicizia e sentimentali) che nel tempo si instaurano con le due protagoniste, creano dinamiche molto interessanti, che ci lasciano conoscere sempre meglio le due amiche.
Lenù è attratta da questa amichetta diversa dalle altre, intuendone la personalità forte, testarda: Lila sin da bambina dimostra di avere un carattere molto forte, è caparbia, sfacciata, irriverente, ha la lingua lunga e non si fa problemi a rispondere alle persone più grandi di lei, che siano insegnanti, genitori, vicini di casa.

“Lila invece aveva, da piccola (…) la caratteristica della determinazione assoluta”.

Ma soprattutto, è intelligentissima, sveglia, con una grande attitudine allo studio; è nata per essere la “prima della classe” e questo la rende antipatica ai compagni e oggetto di ammirazione per le insegnanti, in particolare per la maestra Olivieri, che vede sia in Lila che in Lenù due talenti che assolutamente non vanno sprecati ma incoraggiati a studiare, perché solo attraverso lo studio non solo si contribuisce a migliorare la società, ma si offre alle donne un’arma incredibile per non restare rinchiuse nella meschina gabbia di un’esistenza piatta, ignorante, che si spegne anno dopo anno tra le mura vecchie e umide di una casa in cui alla femmina è richiesto solo di sottomettersi al marito e accudire casa e figlioli.

Elena si accorge che Lila è davvero brava in tutte le materie, dai verbi ai calcoli a mente, e che ha una capacità d’eloquio fluente ed invidiabile, nonostante venga da una famiglia in cui la cultura è quanto mai lontana; con l’amica scatta quindi una sorta di rivalità, vissuta a colpi di interrogazioni ed esami superati più o meno brillantemente, e di materie più impegnative studiate in vista di un avanzamento negli studi.

Ma a spuntarla, almeno sulla carta, è la bella Elena, il cui padre è usciere al comune e, rispetto al padre calzolaio di Lila, accarezza l’idea di avere una figlia bravissima a scuola, che gli dia grandi soddisfazioni, per cui è disponibile a sostenerla negli studi, nonostante la disapprovazione acida e un pizzico maligna della mamma di Lenù, con la quale la bambina non riesce ad andare d’accordo.
E così Lenuccia si dedica alle “sudate carte”, studia a più non posso greco, latino, in vista del liceo, e perché sia bella fresca e preparata per questo scopo, sotto consiglio della Olivieri, Elena viene mandata in vacanza ad Ischia. Ha 14 anni e inizia per lei il periodo dell’amore adolescenziale, il suo corpo inizia a cambiare, e non sempre questi cambiamenti sembrano piacevoli…

Qual è il suo stupore nell’accorgersi che anche in questo Lila la supera ancora una volta!
Sì perché la sua cara amica, il cui pensiero non l’abbandona mai (nutrendo la paura che, perdendo pezzi di vita dell’altra, anche la propria perdesse centralità e importanza), compagna di tante avventure, di segreti confidati, di sogni sospirati tra una pagina e l’altra di “Piccole Donne” (il comune sogno nel cassetto è scrivere insieme un libro che permetta loro di guadagnare un sacco di soldi), eccelle in tutto ciò che fa!
Benché la famiglia le abbia proibito di proseguire le medie, lei di nascosto continua a leggere un sacco di libri presi in prestito dalla biblioteca, e addirittura studia da sola latino e greco, diventando in certi momenti più brava della stessa Elena; non solo, ma da bimba secca come un chiodo, pallida come una mozzarella piccola e insignificante…, crescendo ed abbandonando la pubertà, Lila è sbocciata come un fiore, il suo corpo ha assunto una sinuosità ed una sensualità che fanno girare la testa ai ragazzi del rione, gli stessi con cui sono entrambe cresciute, hanno bisticciato, si son presi in giro…

Come dicevo qualche riga più su, a dare movimento e tensione alle vicende private di Lila e Lenù ci pensa la gente del rione, che poi è un microcosmo in cui tutti si conoscono, le donne danno il peggio di se stesse tra loro se vedono minacciato il proprio “orticello”, le mamme coi figli non sempre riescono a dimostrare dolcezza e comprensione (frustrate e amareggiate come sono da una vita di stenti, di botte, di silenzi sofferenti e rospi ingoiati), i mariti si comportano come i despoti della casa, pretendono di essere serviti e riveriti e guai a chi si ribella, i padri non esitano ad alzare le mani e a percuotere con rabbia i propri figli al minimo accenno di disubbidienza…
E così assistiamo alle sceneggiate nate attorno alla figura di don Achille, usuraio temuto e rispettato nel rione, da cui bisogna guardarsi perché sa essere pericoloso; assistiamo ai litigi chiassosi tra donne tradite e illuse; le scene di violenza, fisica e verbale, non mancano ed avvengono tutte sotto gli occhi sgomenti e spaventati delle due ragazzine, purtroppo avvezze, sin dalla tenera età, a questo tipo di comportamenti poco edificanti…, che contraddistinguono “la plebe”, questa povera gente meschina, misera, gretta, la cui esistenza non può puntare a null’altro che a questo squallore.

“Con loro (i ragazzi del rione) non potevo usare niente di ciò che imparavo ogni giorno, dovevo contenermi, in qualche modo auto degradarmi, ciò che ero a scuola, lì ero obbligata a metterlo tra parentesi o a usarlo a tradimento”.

Ma più di tutto, seguiamo le due ragazzine nella loro crescita e nel loro affacciarsi alla vita come piccole donne in formazione, che diventano oggetto di interesse per i maschietti che conoscono da una vita e con i quali si intrecceranno una serie di dinamiche e vicissitudini sentimentali e famigliari che cominceranno a dare un determinato corso agli eventi e alle esistenze delle protagoniste.

A fare da filo conduttore a tutte le vivaci vicende narrate, che ci danno un quadro realistico di questa Napoli degli Anni Sessanta, e in special modo del rione, così rumoroso, sporco, misero, sciatto, violento, i cui abitanti inevitabilmente hanno un che di pittoresco, di teatrale, di esagerato, è sempre e comunque l’amicizia vera e inossidabile tra le due ragazze.

L’autrice (che, ormai si sa, usa uno pseudonimo, quindi in teoria potrebbe essere pure un lui, anche se non ci giurerei….) scava magistralmente nell’animo di Lila e Lenù, le colloca in un contesto ben preciso dando però loro anche gli strumenti - caratteriali e non solo - per poter emergere, se vogliono, per emanciparsi dal punto di vista sociale; lo sguardo di Elena è interno al rione - ne è parte, vi è nata e cresciuta - ma al contempo è esterno, come se ella ne prendesse le distanze, come se non ne avesse assimilato lo spirito ma anzi avesse maturato la capacità di giudicare, valutare con lucidità ciò che vede.

Non vi nascondo che ero tentata di non scrivere nulla su questo romanzo perché… ci sono talmente tante recensioni in gito che una in più o in meno immagino non faccia proprio alcuna differenza…; però poi la voglia di parlarvene e dire il mio punto di vista, ha avuto la meglio.
Solitamente ne parlano tutti stra-bene, non soltanto di questo primo libro ma di tutta la tetralogia, e io non posso che aggiungermi ai pareri positivi: la Ferrante sa come trascinarti nella vita delle due amiche e del rione con la sua scrittura verace, intensa, potente, che sa coinvolgere e appassionare il lettore; il finale poi ti mette il desiderio di leggere immediatamente il seguito.

Concludo consigliando il libro - potrei esimermi? - e confermando che la serie tv sulla Rai è fatta (stando alle prime puntate, almeno) davvero bene, molto fedele, le attrici protagoniste sono meravigliose ed espressive; aspetto martedì prossimo per proseguire nella visione, così sto ancora un altro po’ in compagnia di Lenuccia e Lila.

mercoledì 28 novembre 2018

Recensione: IL LIBRAIO DI SELINUNTE di Roberto Vecchioni (RC2018)



Un racconto poetico, magico, che nella sua semplicità ci ricorda l'importanza delle Parole e delle sue sfumature, dei Libri e del loro potere comunicativo, e di come senza di essi perdiamo la memoria di ciò che siamo e la capacità di raccontarlo.



IL LIBRAIO DI SELINUNTE
di Roberto Vecchioni



Ed. Einaudi
68 pp
8 euro
2014
Nicolino è un ragazzino vivace e caparbio che non s'arresta davanti alle parole sciocche e ai giudizi vuoti degli adulti.
Lui va oltre e vuol ragionare con la propria testa.

Nicolino è cresciuto a Selinunte, vecchio borgo costruito attorno all'antica acropoli greca e situato sulla costa sud-occidentale della Sicilia.

E' lui a parlarci della strana storia che ruota attorno ad un libraio tanto brutto quanto sensibile e importante per la vita di Nicolino: una storia che spiega come mai nel suo paesino un giorno la gente abbia smesso di sapere "come si parla", come se non avesse più parole da dire, come se non sapesse più identificare gli oggetti, i sentimenti, i pensieri...
Tutti gli abitanti di Selinunte a un dato momento hanno manifestato questo problema, divenendo degli smemorati che vagano smarriti in una nebbia di cose senza nome, incapaci di parlare e ricordare, incapaci di
pensare. Perché tutti, in quel giorno, hanno perso le parole, per sempre, e possono incolpare solo loro stessi per questo dramma.
Cosa è accaduto quel giorno, è appunto Nicolino a dircelo.
Perchè lui è l'unico che si è salvato dall'incantesimo e che può raccontare i fatti incredibili che hanno portato a tutto questo.
Soltanto lui, perché ha avuto il privilegio di conoscere il libraio.

Nella pacifica Selinunte, dove tutti conoscono tutti, un giorno arriva uno strambo individuo: un uomo brutto, che più brutto non ce n'è...

"Piccolo, storto, incurvato, beveva tenendo il bicchiere con due mani, appoggiandosi sui gomiti, e sembrava come a mezz'aria, perché stava seduto ma i piedi non gli arrivavano fino a terra."
Sarà il suo aspetto sgradevole, sarà il suo starsene sempre da solo, sarà che ha a che fare coi libri, con le parole e poco con la vita pratica, sarà che semplicemente è uno straniero..., ma fatto sta che alla gente di Selinunte il libraio non piace per niente e si fa presto a far girare su di lui brutte voci.
Tutti si tengono lontani dall'uomo, lo scherniscono, lo insultano, lo giudicano cattivo in virtù del suo aspetto non proprio avvenente.
E forse è pure un po' pazzo, visto che nella sua libreria i libri non vengono venduti...; e no, lui li legge ad alta voce e chi vuole può ascoltarlo, visto che l'uomo, con pazienza, prepara ogni sera le sedie per i suoi possibili uditori.

Ma, fatta eccezione per un unico tentativo, le persone del paese non solo non sono attratte dalle parole lette con passione dall'uomo, ma scoraggiano gli altri ad andare a sentirlo.

Eppure Nicolino non riesce a mettere a tacere l'attrazione che prova per il piccolo librario e per le sue letture ad alta voce.

"In quei due mesi il tempo delle parole era diventato il mio vero tempo, una seconda vita: noi due soli, nel silenzio assoluto, in quella stanza fuori dal mondo. E poi la bellezza di quella voce che m'incantava, mi rapiva."

E così, rischiando punizioni, il ragazzino esce nottetempo di casa, eludendo la sorveglianza dei genitori, per recarsi nella bottega del librario che passa le notti a leggere: Saffo, Pessoa, Tolstoj, Rimbaud... Perché

 «tutte le parole scritte dagli uomini sono forsennato amore non corrisposto; sono un diario frettoloso e incerto che dobbiamo riempire di corsa, perché tempo ce n'è poco. Un immenso diario che teniamo per Dio, per non recarci a mani vuote all'appuntamento».
Il libraio riesce a stabilire un magico legame solo con Nicolino detto "Frullo", il quale non si paleserà mai quale uditore, ma si accontenterà di nascondersi dietro due pile di libri, ascoltando questo suo nuovo amico mentre legge ogni sera i passi più belli dei grandi poeti e romanzieri di ogni tempo.
E quelle parole, per Frullo come per ogni lettore, aprono d'improvviso un universo di emozioni e di storie che non moriranno mai.

"Il libraio leggeva le parole senza imporle all'ascolto, perché le parole non nascono, non nascevano in quell'autore, per favorire, acchiappare, assecondare, manovrare a piacimento le emozioni del pubblico, stipandole nella gabbia di un unico sentire. Il libraio restituiva le parole a se stesse. La lettura che usciva dalla sua bocca era un'offerta di toni per l'anima: salire, scendere, fermarsi. Salire, restare, risalire. Non una concessione al sentimentalismo, non una lacrima, un grido in più, non una risata, un ammiccamento; niente effluvi di furore, smargiassate, tenerezze.Leggeva il tempo che dura la parola nel cuore, senza picchi o sbalzi, perché il cuore ha piani sovrapposti e li esprimerebbe salendo e scendendo con metodo dall'uno all'altro se potesse farlo da solo. Rinunciando a urli e guaiti, minutaglia emotiva."

Nicolino è l'unico tra gli abitanti ad aver accolto questo straniero misterioso, giunto da chissà dove con i suoi bauli pieni di libri e tanta voglia di raccontarli; egli è affascinato da questa figura e grazie a lui assorbe le mille storie che nei libri sono custodite. 
Ma l'ignoranza e l'odio irragionevole dei suoi compaesani non si fermano alle parole, all'indifferenza ostentata o all'isolamento intenzionale del povero libraio: va oltre, tramutandosi in un azioni scellerate, cattive, che però avranno le sue conseguenze inaspettate e drammatiche per tutto il paese.

Sì perchè da quel giorno, forse Selinunte si libererà, come desiderava, del brutto e bizzarro libraio, ma al contempo perderà qualcosa di fondamentale: le parole e, con esse, la memoria, il legame con le cose che ci circondano, le persone, le emozioni...
Come sarebbe la nostra esistenza, il vivere quotidiano, se perdessimo la capacità di nominare, identificare, il mondo attorno a noi e, ancor di più, ciò che è dentro di noi?
Ci sentiremmo menomati, uomini e donne a metà, cui manca un pezzo importante di sè e che inevitabilmente hanno difficoltà ad avere relazioni umane perchè queste si basano essenzialmente sulla capacità di comunicare.

Vecchioni ha scritto una canzone che si chiama proprio come il suo libro e queste pagine hanno un che di musicale; in esse il cantautore ci regala una sorta di favola dolce-amara in cui assistiamo al rifiuto, da parte di un intero paese, del diverso, dell'estraneo, e della ricchezza culturale di cui è portatore.
Cosa c'è di più triste e tragico per un popolo che bruciare la cultura, fare un falò di libri...?
Quanta paura può creare ciò che non conosciamo, tanto da indurci a maltrattarlo o emarginarlo, rigettando ciò che egli porta con sè e che potrebbe invece recarci dei benefici?

Rifiutando l'amore del libraio per i libri, per le pagine meravigliose tratte da testi di poesia o dei grandi romanzi, gli uomini di Selinunte dicono no alla bellezza delle parole, al loro potere comunicativo, immaginifico, all'enorme ricchezza che celano in sè.

Un racconto breve, che non ha chissà che intreccio memorabile, da capolavoro letterario, ma che pure mi ha affascinata, in particolare per la presenza di certe famose citazioni letterarie e perchè al centro vi sono loro, i nostri amati libri, che se anche la maggioranza - accecata da un'irrazionale paura e dall'ottusa ignoranza di chi non vuole guardare al di là del proprio naso - disprezza, a salvarne la bellezza è il protagonista, innocente e puro, Nicolino, che non s'arrende all'idea che la gente attorno a lui non abbia più niente da raccontare e ricordare, e quindi spera...: spera che un giorno le pagine fitte di centinaia, migliaia di libri, possano ritornare a riempire ogni spazio vivibile e restituire la gioia negli occhi di tutti.

Consigliato, lettura piacevole, in certi momenti più intensa che in altri, forse conclusa con poca originalità ma nonostante qualche piccola imperfezione, Vecchioni mi convince, mi lascia sognare e riflettere con la sua scrittura poetica e malinconica.



"...bellezza, pensai, è star bene, sentirti pieno di cose e averne altre fuori che ti rivestono perfettamente, senza lasciarti un solo pezzo di corpo scoperto: bellezza è questo vestito che ti senti cucito addosso, soffice, caldo, indistruttibile, fra tanti altri che mancano sempre di qualcosa."



15. Un libro in cui il protagonista sia un libraio


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