Si dice spesso che ciascuno di noi si costruisca il destino con le proprie mani.
Sicuramente c'è un fondamento di verità in questo modo di dire, ma non sempre la questione è così logica e "semplice": a volte, è il destino a decidere per noi, attraverso eventi che non sono modificabili e che rischiano di condizionare il nostro vissuto. Ma non c'è esistenza che non possa essere, in qualche modo, riscattata. Non c'è tormento al quale non si possa quanto meno tentare di metter fine, e anche se un pizzico di rimpianto, di amarezza, continuerà a serpeggiare in un angolo della mente, a far compagnia ci sarà la certezza che non ci si è lasciati andare passivamente a un destino impietoso, ma che si è lottato per la propria felicità.
SE AVESSI AVUTO GLI OCCHI NERI
di Gianfranco Sorge
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goWare Ed. 268 pp |
Stella è una donna anziana che, dopo un tentativo di suicidio, viene ricoverata in psichiatria; a visitarla c'è il dottor Cusani che, mostrando una grande sensibilità, la incoraggia a parlare per capire i motivi che l'hanno condotta a quel gesto.
La donna, come obbedendo a un istintivo ed urgente bisogno di buttare fuori i soprusi e i dolori vissuti in tanti anni di vita, comincia il racconto della propria sofferta esistenza.
Stella è nata e cresciuta a Troina, in Sicilia, da una famiglia semplice che non le ha fatto mancare mai nulla; i genitori l'hanno tirata su con amore ma anche con severità, e adeguandosi ai modi di fare e di educare le femmine tipici di quei tempi (parliamo degli anni Trenta) e di quella terra.
La ragazzina, che durante l'infanzia studia dalle suore e le vengono inculcati determinati principi e avvertimenti su purezza, peccati e via dicendo, con gli anni diventa un'adolescente molto bella, dai capelli biondi e gli occhi azzurri (cosa non frequente, in Sicilia), guardata con desiderio dagli uomini.
Purtroppo a desiderarla e a mettere i suoi perfidi occhi su di lei è Sebastiano Sperlinga Della Torre, un giovanotto tanto avvenente quanto arrogante e prepotente.
Il ragazzo è determinato ad avere la bella Stella e i due si fidanzano immediatamente, ma per diverse ragioni, Sebastiano rompe, subito dopo, improvvisamente il fidanzamento, lasciando la ragazza disperata e addolorata. Era convinta di aver trovato il suo principe azzurro da sposare, e invece lui l'ha abbandonata come una scarpa vecchia!
Stella reagisce e si fidanza con Giuseppe (figlio di cugini), un ragazzo buono con un difetto evidente di zoppia; i due progettano di sposarsi ma il ritorno di Sebastiano sconvolge tutti i piani di Stella di avere una vita tranquilla.
Il giovanotto, infatti, torna alla carica ed è più che mai intenzionato a riprendersi la fidanzata precedentemente lasciata, e lo farà costi quel che costi.
Sebastiano ha una personalità forte, dominante, se vuole una cosa (e Stella, in fondo, per lui, è un oggetto che, a suo modo di vedere, gli appartiene) fa di tutto per ottenerla, fosse anche impiegando mezzi illeciti.
Dopo aver praticamente rapito la ragazza e "averla fatta sua", Sebastiano non esita a minacciare e a far del male ai genitori della stessa pur di ottenere da loro la donazione di soldi e immobili con la scusa della dote da dare alla figlia; dote che deve ammontare a quanto dice lui, se i Santoro vogliono che lui la sposi e che così la ragazza non resti disonorata a vita.
Cosa non si fa per amore di coloro che si ama?
"Amare è risparmiare inutili sofferenze a chi si ama", le scrive la mamma nell'ultimo drammatico saluto, e questo insegnamento resterà impresso, negli anni, nel cuore della povera Stella, che lo custodirà dentro di sé e, nei momenti difficili in cui sarà necessario fare scelte e sacrifici, lo vivrà sulla propria pelle.
La vita di Stella accanto ad un uomo freddo, spietato, calcolatore, tracotante, aggressivo e quasi privo di sensibilità e tenerezza, sarà davvero costellata da umiliazioni, delusioni, amarezze, pianti, accompagnati dalla triste consapevolezza di non avere la forza e il modo di opporsi, anche perché il suo potente coniuge non le permetterebbe mai di lasciarlo o di provare anche solo a ribellarsi alla sua autorità.
A portare un po' di gioia e la possibilità di riscatto da una vita grama di amore e carezze, ci pensano i figli: la primogenita. Santa, è la cocca di papà, l'unico essere umano in grado di ammorbidirlo; la ragazza riuscirà a crearsi una vita indipendente sin dagli anni universitari.
I problemi nascono con il secondogenito, Carmelo, la cui "sfortuna" inizia dalla culla; il bimbo, infatti, nasce con un particolare fisico odioso agli occhi del burbero genitore, nel quale il sentimento di fierezza, per aver avuto finalmente l'erede maschio tanto desiderato, viene offuscato dal fatto che il bimbo ha gli occhi azzurri, come quelli della madre.
Sembra incredibile eppure questo padre rifiuta il figlio appena nato perché non ha gli occhi neri come i veri “masculi siciliani”.
Un rifiuto che si protrarrà nel corso degli anni, segnando in maniera indelebile l'infanzia, l'adolescenza e, in generale, l'esistenza del povero Carmelo, che soffrirà inevitabilmente per l'assenza dell'amore paterno.
Sebastiano, perfido ed egoista com'è, non solo allontana Carmelo da casa, ma lo costringe - dietro minaccia - a tagliare i ponti con tutta la famiglia, a partire dalla mamma, con la quale invece ha sempre avuto un bellissimo rapporto, fatto di comprensione e sostegno reciproci.
I due, infatti, sono sempre stati molto complici e Stella ha avuto da subito verso il bimbo un forse senso di protezione, come per colmare le lacune di un padre incapace di amare quel povero bambino senza colpa alcuna.
Ad esacerbare l'animo già indurito e incattivito di quest'uomo nei confronti di Carmelo, si aggiunge un altro aspetto: il ragazzino ha una sensibilità spiccata e, ai giochi "dei maschi", preferisce quelli "delle femmine".
Quando il padre se ne accorge... apriti cielo! Per lui questo modo di essere del bambino va stroncato sul nascere, perchè non si tramuti in omosessualità.
Ma non è soffocando la natura del ragazzo, che questi cambierà automaticamente orientamento sessuale.
Carmelo non è a suo agio nel corpo che madre natura gli ha donato e questo sarà per lui causa di tormenti e inquietudini, che lo porteranno a fare via via delle scelte che lo condurranno verso l'accettazione di sé, della propria identità, senza lasciarsi condizionare da nessuno.
In questo romanzo, che alterna il racconto del presente a quello del passato, ci scorre davanti la storia di una famiglia del Sud caratterizzata da dinamiche molto complesse e, a partire da essa, ci viene dato un affresco della Sicilia, dai primi del Novecento ad oggi, ponendo sotto i riflettori specifiche tematiche, come il modo in cui veniva trattata la donna fino a qualche decennio fa e in certe zone dell'Italia, i cambiamenti della società e come essi si siano riflettuti (e si riflettano) all'interno del microcosmo famigliare nel corso del tempo, il rapporto di coppia (quello tra Stella e Sebastiano è davvero particolare, non sano per molti aspetti, eppure i due sono legati in modo indissolubile), l'omosessualità e la difficoltà di accettarsi quando si sa già che, manifestandola e vivendola apertamente, si rischia l'emarginazione, il rifiuto da parte della famiglia, lo scherno; la ricerca e la costruzione della propria identità, senza condizionamenti e liberi da dipendenze emotive deleterie; l'importanza e l'influenza dell'ambiente in cui si cresce, il bisogno di ricevere amore e approvazione da chi si ama, in primis dalle figure genitoriali.
L'Autore ha dato vita ad una saga famigliare ricca di intrecci emotivamente forti, ben contestualizzato, con personaggi molto ben caratterizzati psicologicamente (e non me ne stupisco, vista la professione svolta), con i quali si entra in empatia e che suscitano sentimenti e reazioni nel lettore, che si tratti dell'aggressivo ed egoista Sebastiano, o della dolce e paziente Stella o del tormentato Carmelo.
Il linguaggio è consono al contesto, ai personaggi e alle vicende che li coinvolgono, è realistico, anche più crudo quando la situazione lo richiede.
Un libro che si lascia leggere con scorrevolezza, io l'ho divorato in poco tempo perché le vicissitudini di Stella e famiglia hanno davvero catturato il mio interesse.
Notizie sull'Autore. Gianfranco Sorge, nato a Catania, è medico chirurgo, dirigente psichiatra dell’azienda sanitaria catanese, psicoterapeuta e docente di Psicopatologia presso la scuola di specializzazione dell’Istituto Italiano di Psicoanalisi di Gruppo (IIPG). I suoi racconti hanno ricevuto importanti menzioni in vari premi letterari nazionali. Con goWare ha pubblicato la raccolta di racconti È solo nella tua mente ed è reale (2015) e i romanzi Squatter! (2018) e Perturbanti congiungimenti (2019).