Nel primo volume della saga dedicata ai Cazalet conosciamo i membri di questa famiglia inglese dell'alta borghesia che trascorrono l''estate del 1937 e del 1938 nella loro tenuta nel Sussex.
GLI ANNI DELLA LEGGEREZZA
di Elizabeth J. Howard
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Fazi Ed. trad. M. Francescon 394 pp |
È l’estate del 1937 e la numerosa famiglia Cazalet è pronta per riunirsi nella dimora di campagna e trascorrervi le vacanze.
È un appuntamento irrinunciabile, un modo per ritrovarsi tutti insieme in un luogo che sa di casa, di ricordi e rassicuranti abitudini di famiglia.
La Duchessa e il Generale (gli anziani genitori) accolgono figli e nipoti con quel loro misurato e pacato entusiasmo che caratterizza i signori della loro classe sociale.
E i Cazalet sono persone benestanti, proprietari di una ditta di legnami che permette loro di vivere negli agi; è gente abituata ad avere in giro la servitù, la cuoca eccellente in cucina, le giornate scandite in modo prevedibile e rigoroso da colazioni, i momenti del tè con biscottini e pasticcini, le merende in giardino, le cene.
È in una quotidianità come questa, contrassegnata dal ritmo lento, placido e sereno delle calde giornate estive trascorse dentro e fuori la grande Home Place, che il lettore conosce i membri di questa bella famiglia inglese.
Tutti, uno per uno: il padre e nonno, William, un po' avanti negli anni ma ancora assolutamente lucido, interessato agli affari dell'azienda di famiglia, preoccupato che i figli la gestiscano con profitto, come sempre è stato; ora che non riesce a leggere bene i quotidiani a causa dei problemi alla vista, ama che qualcuno dei suoi cari lo faccia per lui ad alta voce, così da essere sempre aggiornato su ciò che accade nel mondo. E di motivi per esserlo ce ne sono e ce ne saranno in particolare l'anno successivo, quando in Europa soffieranno temibili venti di guerra.
La Duchessa è la madre composta, educata, ligia all'osservanza delle etichette, delle buone maniere, della morale, che accoglie con un sorriso cortese i quattro figli, di cui una figlia femmina e tre maschi con le mogli e l'eterogeneo gruppo di nipoti vivacissimi; è colei che dirige, con calma e precisione, la servitù, che fa la lista della spesa (facendo molta attenzione a non sprecare nulla: essere ricchi e avere disponibilità economiche non vuol dire scialacquare), che si raccomanda con fermezza e gentilezza che tutto sia in ordine, pulito e a posto, in ogni camera da letto come in sala da pranzo o in giardino.
E ovviamente ci sono loro, i tre figli sposati: Hugh, Edward e Rupert, con le rispettive consorti, Villy, Sybil e Zoë, e i loro bambini. *
Nel corso della narrazione c'è modo di soffermarsi su tutti loro, di seguirli nelle loro attività svolte durante il giorno e ogni volta ne traiamo delle informazioni per inquadrare ciascun personaggio, per cominciare a familiarizzare con esso e la sua personalità, conoscendone i desideri, i pensieri, le ambizioni, i segreti e i modi di reagire alle situazioni vissute.
C'è un grande ordine in questa narrazione, in sintonia con quell'armonioso equilibrio che vige in famiglia (almeno in apparenza) e che ci permette di orientarci, di seguire ogni scena e ogni momentaneo protagonista senza confonderci ma assecondando la strada tracciata dall'autrice, senza fretta.
È come se la Howard ci invitasse ad entrare in questa ampia dimora e a respirarne l'atmosfera d'altri tempi, quel modo di vivere che potremmo definire vintage, lontano sì da noi eppure ancora affascinante, tranquillizzante con i suoi rituali precisi e i modi di fare tipici di quell'epoca di persone abbienti nella loro tenuta in campagna, dove al mattino i domestici servono il tè a letto e per cena è bene indossare un abito da sera.
Un mondo perfetto dove regnano la pace, la serenità famigliare e dove si conversa amabilmente di argomenti rispettabili e decorosi.
"...discrezione, moderazione e senso della misura erano i fari stessi della vita dei Cazalet, nonché i segni dell’affetto reciproco e della buona educazione."
Ma in realtà, dietro e sotto la rigida morale vittoriana, covano i germi di tante situazioni personali e di famiglia che ci rivelano come anche in microcosmi come questi - che appaiono così ben organizzati e ordinati - si muovano correnti sotterranee che potrebbero dar vita a cambiamenti, a stravolgimenti, scuotendo il candido tappeto della rispettabilità e mostrare i cumuli di polvere che vi si annidano sotto.
Così vediamo come Hugh, il maggiore dei fratelli Cazalet, sia ancora tanto scosso dalla terribile esperienza della prima guerra mondiale, che gli ha lasciato in eredità una mano in meno, fitte lancinanti alla testa e quello che oggi chiameremmo disturbo da stress post-traumatico; è un uomo molto sensibile, gentile, innamorato della moglie Sybil, una donna intelligente, saggia e comprensiva.
Hanno due figli (Simon e la buona e riflessiva Polly) e un altro in arrivo; Hugh lavora nell'azienda di famiglia assieme al secondogenito dei Cazalet, Edward.
Edward è il più affascinante dei tre: bello e carismatico, simpatico e di compagnia, piace a tutti, uomini e donne...
E a tal proposito, Edward ha purtroppo il vizietto di guardarsi un po' troppo attorno, in fatto di donne, cosa che lo induce ad essere infedele alla sua talentuosa consorte, Villy; quest'ultima è un'ex ballerina, che ha rinunciato ad una meravigliosa e promettente carriera per divenire la signora Cazalet e per occuparsi dell'educazione dei tre figli.
Lei aveva acconsentito a rispettare la sentenza del Vecchio: la sua carriera doveva finire. «Non puoi prenderti in casa una ragazza che ha tutt’altro per la testa. Se il matrimonio non è l’unica carriera della moglie, non può essere un buon matrimonio».
In realtà, per quanto lei si convinca di aver fatto questa scelta consapevolmente e volontariamente, ne sente tutta la frustrazione perché non è questo il futuro che immaginava per sé: stare sempre in casa, a dare ordini alla servitù e a preoccuparsi dei ragazzi.
Ma ormai è tardi per i rimpianti e in fondo ha poco da lamentarsi. No?
La quattordicenne Louise, il vivace e avventuroso Teddy e la piccola Lydia sono i loro tre figli; se la terza è impegnata a giocare con i cuginetti coetanei e il secondo a imparare ad usare il fucile, è Louise quella che sta vivendo il periodo della sua vita più delicato: il passaggio dall'infanzia all'adolescenza.
In merito a Louise assisteremo ad un episodio famigliare brutto, di quelli che, oltre ad indignare, fanno riflettere su come anche nelle famiglie cosiddette perbene possano nascondersi torbidi segreti.
E poi c'è Rupert, il terzo Cazalet.
È l'artista di casa, il pittore dolce e carino con tutti, che vorrebbe vivere della propria arte ma, ahilui, si rende conto di quanto sia arduo campare vendendo quadri...
Dopo essere rimasto vedovo (la prima moglie è morta partorendo il secondo figlio), si è risposato con la bellissima e giovane Zoë, che lo ama ma con quella leggerezza e un pizzico di egoismo propri più di un'adolescente che di una donna adulta.
Mentre Rupert è indeciso se insistere con la strada della pittura (accontentandosi dello stipendio da insegnante) o accettare l'offerta paterna di entrare in azienda, Zoë vive giorni particolari, che scombussoleranno lei e il matrimonio con Rupert.
La donna sa di essere molto avvenente e teme che gli altri - marito compreso - vedano solo questo di lei, ritenendola una sciocchina senza pensieri e argomentazioni. Sa di non essere simpatica alle cognate e soprattutto che la piccola Clary (la figlia maggiore di Rupert; il maschio si chiama Neville) la odia con tutta se stessa; di dare lei dei figli al buon Rupert, per ora, non ci pensa proprio...
A chiudere il cerchio c'è l'unica figlia femmina della Duchessa: Rachel.
Rachel è il punto di riferimento della famiglia: è nubile, non ha un fidanzato, ha studiato come infermiera ma vive ancora con i suoi genitori; la donna è completamente devota alla famiglia, è indispensabile a tutti loro e la sua vita è dedita ad andare incontro alle esigenze dei fratelli, delle loro mogli e dei loro figli.
Generosa, dolce, mite e gentile con tutti, anche Rachel ha diritto ad una vita, ad avere interessi fuori casa, a tessere relazioni sociali.
Ad avere un amore.
E il suo cuore è innamorato! Di Sid, la sua cara amica, che vorrebbe poter vivere una relazione con Rachel più piena, libera da condizionamenti, in cui dedicarsi l'una all'altra.
Insomma, in questo primo libro della saga, la Howard si prende il tempo di presentarci tutta la famiglia, collocandola nel suo ambiente, in cui però difficilmente i singoli componenti (quanto meno gli adulti) possono sentirsi liberi di essere realmente e totalmente sé stessi, di seguire reali inclinazioni e desideri.
Quelle descritte ci sembrano esistenze serene, rilassate, privilegio di chi è ricco e può permettersi di trascorrere lunghi pomeriggi oziando nei giardini, organizzando pic-nic al mare, passare le serate parlando e ascoltando il grammofono o la radio.
Almeno fino a quando la radio non comincia a diventare veicolo di possibili cattive notizie.
Nell'estate del '38 Hitler inizia a muovere le proprie pedine, che porteranno allo scoppio del secondo conflitto mondiale. L'approssimarsi di questa terribile eventualità colpisce anche i nostri Cazalet, adulti e ragazzini compresi (almeno quelli più sensibili, come Polly) e getterà ombre di preoccupazione su tutti.
A proposito di Hitler, l'autrice fa accenno all'antisemitismo tramite Sid, un personaggio secondario (per lo meno in questo primo volume) ma di cui comprendiamo già la forza di carattere, la determinazione e la schiettezza, qualità che emergeranno quando ci sarà da esprimere la propria franca opinione sui pregiudizi razziali sugli ebrei (lei lo è per metà).
I Cazalet suscitano per lo più simpatia, per quanto mi riguarda, nonostante abbiano modi di pensare che oggi definiremmo retrogradi (ma per quel tempo erano "normali"), ad es. circa il sesso o il ruolo e le competenze della donna dentro e fuori dalle mura domestiche.
La lettura è andata avanti con un ritmo lento, non posso dire di aver divorato il libro, perché le vicende più movimentate (in cui succede qualcosa di rilevante) non occupano un grandissimo spazio e comunque sono intervallate da un sacco di descrizioni scrupolose di tanti dettagli legati alla quotidianità, alla casa, ai pasti, ai giochi dei bambini e alle inquietudini adolescenziali.
Dettagli che potrebbero quasi sembrare inutili ma che in realtà assolvono alla funzione di "gettare le basi", le fondamenta del racconto di questa famiglia, di introdurcela in modo da fare amicizia con tutti questi personaggi, che - proseguendo nella lettura - si impara a conoscere bene, e viene spontaneo chiedersi cosa ne sarà di loro e delle loro singole vite nel successivo capitolo della saga.
Perché una cosa è certa: ho terminato il romanzo avendo molta voglia di continuare.
Del resto, avevo davvero un gran desiderio di "affezionarmi" ad una famiglia letteraria per seguirne le vicissitudini e le dinamiche intra/inter/extra-famigliari.
La penna di Elizabeth Jane Howard è ordinata, elegante, minuziosa, il suo sguardo è acuto, intelligente e ironico e sono questi gli occhi che "presta" ai suoi lettori affinché vedano i suoi Cazalet senza pregiudizi, per ciò che sono veramente, andando oltre la facciata di perbenismo e le convenzioni sociali dietro cui essi stessi tendono a proteggersi.
Non posso che consigliarla a chi ama le saghe famigliari.
* ad inizio libro c'è l'albero genealogico dei Cazalet, utile per cominciare a capire (e ricordare) chi è figlio a chi, perché inevitabilmente si può rischiare di confondersi tra tutti i cuginetti.