venerdì 22 dicembre 2023

♦️RECENSIONE ♣️ L'UOMO NEI SOGNI di Simone Ruggerini [ Review Party ]



Cari lettori, eccoci giunti all'ultimo giorno del Review Party dedicato al secondo romanzo di Simone Ruggerini, "L'uomo nei sogni".

Di seguito vi riporto tutte le tappe.

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Paper Purrr (18 dicembre)   
Les Fleurs Du Mal (19 dicembre)
Lilith Hendrix (20 dicembre)
Le letture di Adso (21 dicembre)
Chicchi di pensieri (22 dicembre)
Hope and paper (22 dicembre)






Tommaso non è felice, ha smarrito sé stesso e per riprendere in mano la propria vita deve incamminarsi in un pericoloso viaggio all’interno della propria mente, fino alle sue profondità più oscure, pregne di una verità che, una volta svelata, metterà in discussione le sue già flebili certezze.

L'UOMO NEI SOGNI 
di Simone Ruggerini 



Viola editrice
319 pp

"Il mondo è reale o lo stiamo immaginando? La vita è reale o solo una costruzione? E i tuoi sogni, dimmi… senti che sono fantasia o verità?”

Tommaso Mazzei ha trentacinque anni e la sua vita non sta procedendo come avrebbe voluto: lasciato dalla fidanzata Erika, vive le proprie giornate nel dolore di una relazione naufragata e abbracciato ad un inesorabile senso di vuoto che lo pervade e lo paralizza.
A parte suonare nei locali, non ha una grande vita sociale né frequenta assiduamente i genitori (sua madre è, anzi, troppo apprensiva per i suoi canoni) o il fratello minore, Davide, con cui va, sì, d'accordo ma è solito scambiare giusto quattro chiacchiere ogni tanto senza mai cercare di approfondire il legame fraterno.

Insomma, i morsi della solitudine si fanno sentire, il suo umore è tetro, nel cuore c'è qualcosa che lo sta spezzando pian piano e lui non sa come uscirne.

A confonderlo e turbarlo ancora di più ci pensa uno strano sogno nel corso del quale si imbatte, all'interno della hall di un albergo in cui non ha mai messo piede, in situazioni bizzarre e a contatto con persone note ed altre sconosciute.

Questo sogno è solo il primo di tanti che verranno a tormentarlo con preoccupante frequenza.

La desolazione e la tristezza che inondano il suo cuore sono tali da spingerlo a meditare di farla finita: si reca in stazione per dare effetto alla drammatica decisione ma un incontro misterioso cambia tutto, creando una rottura, a causa della quale la sua intera esistenza verrà stravolta.

Da quel momento realtà e fantasia cominciano a mescolarsi, a fondersi e confondersi: il piano della vita vera incrocia la dimensione onirica e quest'ultima assume caratteri e "dimensioni" sempre più grandi e importanti, tanto da sembrare che stia invadendo la realtà.

Quando si addormenta, Tommaso sogna: non può fare diversamente, i sogni - che via via si trasformano in veri e propri incubi - si insinuano con prepotente virulenza nella sua mente, "contaminando" ogni parte del suo essere, occupando pensieri, emozioni, guidando addirittura la sua volontà.

Sì, perché ciò che vive nei sogni lo sciocca, lo turba in un modo talmente vigoroso da influenzarlo anche da sveglio.
Cosa sogna di così sconcertante?

L'autore scaraventa con forza tanto il protagonista quanto il lettore nella dimensione immaginaria, portandoci a "vivere" insieme a Tommaso il suo viaggio interiore nei meandri della propria psiche, e questa esperienza viene percepita come se fosse concreta, vera, parallela al reale ma non per questo meno tangibile.

Tommaso fa sogni complessi, articolati, popolati da creature umane accanto ad altre con sembianze di animali o con caratteristiche raccapriccianti, mostruose, di quelle che si ritrovano negli incubi peggiori e nelle scene dell'orrore; in questi "luoghi" fantastici incontra, come dicevo più su, persone a lui note (famigliari, ad es.) ed altre mai viste prime, come una ragazzina con gli occhiali e la stessa in "versione adulta". 
Nei sogni Tommaso agisce, pensa, parla, sente, si emoziona e ogni parte di sé è totalmente coinvolta in questa straordinaria dimensione, tant'è che a lui non paiono davvero dei semplici sogni e, quando vi è dentro, li vive in maniera viscerale, piena, provando dolore, paura, sgomento, sorpresa, rabbia, desiderio di capirci qualcosa e, al contempo, di fuggire quando si sente in pericolo.

Solitamente, per quanti vivido, un sogno è e resta tale per cui, una volta desti, tendiamo a razionalizzare e a valutarlo per ciò che è: un sogno e basta, nulla che possa farci realmente del male.
Giusto?

Ma per Tommaso non è così.
Il sogno e la sua vita quotidiana sono interconnessi e questa inquietante peculiarità si fa più evidente quando accadono fatti che sono sfacciatamente legati a ciò che ha sognato: fatti tragici, dolorosi, che mettono alla prova il suo stato emotivo perché iniettano in lui sofferenze e sensi di colpa.
Non solo, ma a un certo punto conosce davvero la ragazza incontrata spesso nei sogni: Maria Chiara.

Anche lei è tormentata da sogni terrificanti e le dimensioni oniriche dei due si intersecano facendo sì che essi si ritrovino tanto nella realtà quanto negli incubi.

Che sta succedendo? Com'è possibile che si verifichi un incrocio del genere in cui l'inconscio di Tommaso si mescola con quello di un'altra persona?

Un albergo affollato, pieno di insidie e in continuo cambiamento, creature terribili, famigliari e conoscenti dai tratti angoscianti, i cosiddetti Guardiani da cui scappare, e poi personaggi che sembrano voler aiutare dando indicazioni precise per orientarsi in questo che, con sempre più evidenza, si sta rivelando uno strabiliante e per nulla facile viaggio all’interno di sé stessi.

Tommaso e Maria Chiara sono intenzionati a indagare con determinazione nelle profondità più oscure della propria mente, andando alla radice di traumi, dolori, paure, conflitti, perché cos'altro sono i sogni se non dei "luoghi" creati dalla mente in cui si vivono ferite, ricordi difficili, impulsi, desideri...?

"Ciascuno ha le sue ferite da riconoscere e poi curare.
(....) per salvare noi stessi, e per salvarci tutti, dobbiamo affrontare quello che è nostro, da soli".

Tommaso sta affrontando, attraverso il materiale onirico portato in superficie dal suo inconscio, la sfida più importante e complicata della sua vita: una sfida che lo mette a dura prova, che gli chiede di avere il coraggio di guardare nel suo passato, nel suo cuore, nella sua mente, andando alla radice di ogni sua sofferenza, di ogni vuoto, della solitudine, del malessere interiore che lo sta divorando da dentro. È un percorso che deve sostenere da solo per  ritrovarsi e rientrare in contatto con la parte più intima di sé.

Non è un lavoro semplice (lavorare su sé stessi per "risolversi", sciogliere nodi, individuare punti di rottura per provare a sanarli, non lo è mai) ma è altresì necessario per poter, in un certo senso, rinascere, accettando le proprie paure, gli errori commessi, le debolezze e le fragilità, le imperfezioni nelle relazioni con gli altri.

Cosa imparerà Tommaso, sognando? Resterà imbrigliato nei propri tormentati incubi o ne uscirà più consapevole di sé stesso, più coraggioso e desideroso di prendere in mano la propria vita nonostante i problemi, i timori, i traumi del passato?


"L'uomo nei sogni" è un romanzo psicologico intenso e dalla struttura narrativa complessa, corposa e articolata, in cui l'autore "gioca" con i lettori (e in primis col protagonista) mescolando di proposito fantasia e realtà, in un incrocio di dimensioni, personaggi e situazioni in cui non è così scontato individuare con certezza cosa sia vero e reale e cosa sia, invece, frutto degli scherzi della mente.
La materia narrativa di cui sono costituiti i sogni di Tommaso è inevitabilmente caratterizzata da descrizioni surreali, irrazionali, dai contorni paranormali e aventi quel pizzico di horror che da sempre è presente negli incubi angosciosi, di quelli che ci fanno svegliare di soprassalto, che ci fanno battere il cuore a mille e di cui pensiamo, una volta svegli, "menomale, era solo un brutto sogno!".
Durante la lettura viene spontaneo cercare di capire quali siano i traumi e i logorii che assalgono Tommaso, accompagnarlo verso il centro del problema perché venga risolto, e l'autore ha preparato per i suoi lettori dei colpi di scena che svelano la verità, sciogliendo ogni dubbio e mistero.

Ho trovato questo romanzo affascinante, vivace nel ritmo e nei dialoghi, con una grande attenzione posta al mondo interiore e psichico del protagonista; l'intreccio narrativo è intessuto in modo ragionato e coerente e questo emerge ancor più se rapportato al mondo dei sogni - che è alla base dello sviluppo delle vicende - e al fatto che esso si connoti per il suo essere apparentemente illogico, bizzarro, astruso, soggetto a tante interpretazioni, non lineare.

Non è per tutti incamminarsi lungo i sentieri della psicologia e della psiche umana perché si incappa in argomenti complessi di cui bisogna avere contezza e conoscenza, e personalmente penso che l'Autore li abbia trattati in maniera intelligente e ponderata, offrendo al lettore l'opportunità di farsi domande, immaginare problemi e soluzioni, riflettere su quanto sia importante conoscersi, prendersi cura di sé stessi e trovare il coraggio di affrontare ciò che ci fa star male per poter "guarire".

Il romanzo ha degli espliciti riferimenti al precedente libro dell'autore, Tutto è scritto, di cui trovate la recensione sul blog.

Consigliato, in special modo a quanti amano addentrarsi nelle pieghe più profonde della mente e sono affascinati dal misterioso universo dei sogni.

mercoledì 20 dicembre 2023

VIAGGIARE LEGGENDO... "LE STREGHE DI MANNINGTREE"



Uno dei romanzi storici letti quest'anno e che ho molto apprezzato è Le streghe di Manningtree di A. K. Blakemore.

Ambientato nell'Inghilterra della metà del 1600, il libro narra la storia di un gruppo di donne (il punto di vista è affidato a una di esse, la più giovane - Rebecca West -) povere, che vivono ai margini della società, senza marito e abituate a una vita di stenti,  accusate di stregoneria e che, quindi, rischiano la condanna a morte.

Benché ci siano ovviamente molti elementi fittizi, la storia narrata si rifà ad eventi realmente accaduti, a persone realmente esistite e a luoghi anch'essi reali.

In questo post faremo un breve e virtuale giretto proprio in questi posti, belli e suggestivi, che in passato sono stati triste teatro di tragici e ingiusti processi, frutto di pregiudizi, ignoranza e superstizione.

"Manningtree e Mistley sono due paesi che insieme formano una specie di piccola città, ordinatamente appaiati come due zoccoli, il destro e il sinistro, a cavallo delle acque della Holbrook Bay su un'ansa dello Stour."


Manningtree è considerata la città più piccola dell'Inghilterra e si trova in una zona molto bella dal punto di vista naturalistico; ai tempi dei Tudor Manningtree era una città ricca di commerci, in particolar modo legati alla lana e ai tessuti ( tra il XV e il XVIII secolo).


source
MANNINGTREE
Infatti, in città sono presenti molti cottage di tessitori (tutti costruiti ai tempi dei Tudor) e, passeggiando per le sue vie, si possono ammirare case in stile georgiano, con pavimenti e pareti in legno e le caratteristiche antiche travi di quercia come soffitto.
In epoca elisabettiana si teneva il famoso mercato nel centro della città ed ancora oggi questo posto è conosciuto come Market Cross.
Manningtree è famosa per i suoi splendidi cigni, le chiatte a vela e la produzione della birra.



Manningtree

Come dicevo, la natura attorno è meravigliosa  e infatti il turismo va alla grande, anche grazie ai tanti negozietti specializzati in antiquariato e artigianato.

La città è situata alla sorgente del fiume Stour, in mezzo ad una bellissima campagna che ospita graziosi villaggi che attendono solo di essere visitati; a poche miglia di distanza c'è la costa, con chilometri di spiagge di sabbia dorata.


Mistley Towers
(Wikipedia)

Mistley è una piccola città sita sulla riva sud del fiume Stour, non lontano da Manningtree, a cui è unita tramite un percorso alberato lungo il fiume. 

La città è famosa per le Mistley Towers, una coppia di campanili che facevano parte della chiesa di St. Mary, costruita nel XVIII secolo in stile georgiano e demolita nel 1870. La chiesa non c'è più, restano solo le due torri. 


Ma ciò che a noi interessa è ricordare il legame tra Manningtree e il famigerato Matthew Hopkins (c. 1620 - 12 agosto 1647) , l'autoproclamatosi (la sua attività di inquisitore non fu mai ufficializzata) Generale dei cacciatori di streghe che si trasferì in città all'inizio degli anni Quaranta del Seicento (mentre il paese era devastato dalla guerra civile ). 

Convinto di aver sentito alcune donne della città parlare dei loro incontri con il diavolo, lavorò alacremente perché si giungesse alla loro esecuzione.
Hopkins
(Wikipedia)
Pare che, a seguito delle sue indagini in compagnia del fido collaboratore Stearne "il pungolatore", più di trecento "streghe" siano state giustiziate tra il 1644 e il 1646.
Dalle poche informazioni che si hanno, Hopkins era nato a Wenham, nel Suffolk, molto probabilmente laureato in legge; la caccia alle streghe intrapresa da Hopkins e Stearne si svolse principalmente nell’Anglia orientale, nelle contee di Suffolk, Essex, Norfolk, Cambridgeshire e Huntingdonshire e nelle contee di Northamptonshire e Bedfordshire; sebbene ufficialmente vietate, lo pseudo inquisitore si servì di diverse forme terribili di torture per spingere le accusate a confessare i propri legami con il diavolo. 

Per ogni presunta strega scoperta veniva pagato venti scellini; alcune delle sue vittime sarebbero state appese su The Green in South Street.

Matthew Hopkins morì ancora giovane nella sua casa a Manningtree, il 12 agosto 1647, probabilmente di tubercolosi; venne sepolto nella "Church of St Mary" a Mistley Heath.

È autore del libro The discovery of witches (LINK).




Articoli consultati:

https://www.thetouristtrail.org/guides/essex-guides/a-guide-to-manningtree/
https://www.picturesofengland.com/England/Essex/Mistley
http://www.instoria.it/home/matthew_hopkins_witchfinder_general.html
https://www.manningtreetowncouncil.org.uk/manningtree/gallery
Wikipedia

venerdì 15 dicembre 2023

☪ RECENSIONE ☪ LA LEGGENDA DEL SANTO BEVITORE di Joseph Roth



Pubblicato postumo nel 1939, La leggenda del santo bevitore può essere considerato, per molti versi, il testamento di Joseph Roth: breve e poetico, questo racconto ha al centro un clochard che, nella sua semplicità e generosità, come nella sua dipendenza dall'alcool, incarna il bisogno di redenzione che si scontra, però, con le debolezze umane e con una serie di bizzarre coincidenze che lo deviano dal suo più grande e segreto desiderio: pagare il debito contratto con una santa.



LA LEGGENDA DEL SANTO BEVITORE
di Joseph Roth


Adelphi Ed.
trad. C. Colli Staude
77 pp
Andreas Kartak vive sotto i ponti della Senna, tirando avanti con i pochi cenci che ha addosso, con le carte di giornali come coperte e qualche goccio di alcool rimediato come può.
Una notte fa un incontro che cambierà, in un certo senso, la sua vita perché da quel momento si susseguiranno diversi eventi, e alcuni personaggi - vecchi e nuovi - faranno capolino nelle sue misere giornate.
Uno sconosciuto avanti negli anni e dall'aspetto gentile vuol fargli un dono in denaro: duecento franchi. 
Il clochard, che sarà pure straccione e poveraccio ma ha un senso inscalfibile dell’onore, in un primo momento non vuole accettare: sono davvero troppi per lui, che si accontenterebbe di una ventina di franchi!
E poi Andreas sa bene che non è in grado di restituire quei soldi, per cui preferisce non contrarre debiti.

Ma lo sconosciuto insiste e gli suggerisce di restituirli, quando potrà, alla «piccola santa Teresa» nella chiesa di Santa Maria di Batignolles. 

Da quel momento il pensiero di pagare il debito portando il denaro a Santa Teresa diventa il dolce segreto nonché il pensiero fisso dell'uomo, che però comincia a vivere una serie di piccole avventure che alternano "momenti di miracoli" (in cui Andreas trova il modo di racimolare soldi senza che si renda conto neanche lui di come ciò sia potuto accadere) con altri in cui purtroppo egli stesso li sperpera, che sia da solo o in compagnia.
Il destino, infatti, mette sul suo cammino uomini e donne (alcune di queste persone hanno fatto parte del suo passato) che lo distraggono dal nobile obiettivo di restituire il debito alla giovane santa e lo inducono, in qualche modo, a spendere i soldi che man mano si ritrova in mano, o in tasca, in pernod, alberghetti di basso livello e compagnie femminili.

Seguiamo le vicende di Andreas con un misto di divertita curiosità e una tenera simpatia perché capiamo che quest'uomo, nonostante il vizio del bere, è una persona buona e generosa, che non sa dire di no a un amico che gli chiede aiuto (pur avendo egli per primo dei mezzi limitati) e che desidera davvero, con tutto il cuore, visitare la santa e mantenere la promessa fatta qualche settimana prima allo sconosciuto altruista. 
Riuscirà Andreas a portare le fatidiche 200 euro in chiesa in onore di santa Teresa?

La vita è burlona ed egli, un po' come un bambino ingenuo in balia di eventi più grandi di lui e poco controllabili, si lascia influenzare, deviare, distrarre.
Per dirla prendendo a prestito un noto proverbio, la strada per la redenzione è lastricata di buone intenzioni, le quali però troppo facilmente vengono abbandonate durante il cammino.

Un libro molto breve cui mi sono accostata per curiosità su Audible (un po' per il titolo e un po' perchè avevo voglia di una cosetta veloce), l'ascolto è stato molto piacevole grazie alla versione drammatizzata, arricchita da ambientazioni e sound design.

Ha il sapore di una favola malinconica e un po' triste.
A me è piaciuto e lo consiglio, in questo periodo mi pare ci stia ancor più bene.

mercoledì 13 dicembre 2023

# RECENSIONE # L'IMPOSTORE di Martin Griffin



Mentre fuori dal Mackinnon Hotel infuria una tempesta di neve che rende impossibile comunicare con l'esterno, la giovane Remie riceve, in due diversi momenti, l'inaspettata visita di due uomini che dichiarano di essere poliziotti e l'uno accusa l'altro di essere un pericoloso criminale evaso.
Chi di essi mente? 
Remie desidera solo andarsene da lì per recarsi a Santiago del Cile e rispettare una promessa fatta al fratello morto un anno fa. 
Non sarà così semplice realizzare questo sogno.

L'IMPOSTORE 
di Martin Griffin


Ed. Giunti
trad. A.Tissoni
288 pp

Remie Yorke deve avere la pazienza di superare il suo ultimo turno al Mackinnon Hotel prima della chiusura invernale.
Il giorno dopo potrà finalmente lasciare la gelida Scozia e godersi il tepore di Santiago del Cile; c'è soltanto da sperare che Ezra, la tempesta di neve, non blocchi ogni collegamento col mondo esterno.
La donna è l'unico membro del personale presente in albergo e, insieme a lei, vi sono due ospiti: Jai Parik e Alex Corben.

Quella che dovrebbe essere una notte come le altre, però, sta per trasformarsi in una notte movimentata e non priva di insidie.

Infatti, mentre le temperature precipitano e le linee telefoniche si interrompono, un uomo ferito chiede rifugio. 
Dice di essere l'agente Don Gaines, rimasto coinvolto in un terribile incidente in cui, insieme ad altri colleghi, stava trasportando un detenuto. 
Purtroppo, nella confusione dell'incidente, il criminale è riuscito a scappare, molto probabilmente rubando un'arma; si chiama Alex  Foley ed è un individuo assolutamente pericoloso.

Gaines avverte Remie che bisogna isolare l'hotel, controllare ogni via di uscita e mettere in sicurezza i due ospiti dell'albergo; di questi, solo Jai è rintracciabile mentre la donna, Corben, pare sparita nel nulla. 
Remie è confusa e non capisce esattamente cosa stia succedendo, ma non le resta che mettersi a disposizione del poliziotto, che subito si mobilita per perlustrare l'hotel, controllare se Foley sia già lì e si stia nascondendo in attesa di agire, dare un'occhiata alle uscite, alla presenza di armi e cercare di mettersi in collegamento con l'esterno per chiedere aiuto.

Il problema è che poco dopo arriva un secondo sconosciuto: anche lui è ferito e anche lui dichiara di essere Don Gaines!
L'uomo ha la stessa uniforme, lo stesso nome, lo stesso tesserino: uno dei due mente, per forza... Ma chi?
Remie comincia ad essere preoccupata per sé e per l'ospite che è lì con lei, Jai, ed insieme cercano di analizzare la situazione, di passare al setaccio tutti i dettagli e le possibili contraddizioni nelle narrazioni dei due sconosciuti, per capire chi di loro sia il possibile impostore.

Non ci sono vie di fuga, attorno all'albergo la neve è alta e ci sono rischi concreti di valanghe; inutile dire che i telefoni continuano ad essere inattivi e la radio va a singhiozzi.
Remie e Jai sono praticamente soli al cospetto di un poliziotto e di un delinquente ma non sanno chi sia l'uno e chi l'altro: di chi possono fidarsi?

Ma non è tutto: a rendere Remie ansiosa e al limite del terrore c'è un dubbio atroce che ha a che fare con suo fratello Cameron.

Cameron è il fratello minore che solo un anno prima è morto durante una rissa nel carcere di Porterfell,  in cui stava scontando la pena; Cameron è sempre stato un ragazzo problematico sin dai primi anni dell'adolescenza, si è sbandato frequentando brutta gente, e per fare soldi facili si è infilato nel giro dello spaccio della droga.
Sua sorella non l'ha mai abbandonato; lì dove i loro genitori si erano, negli anni, rassegnati davanti a questo figlio screanzato e delinquentello, Remi non ha mai mollato, ma ha sempre provato ad aiutarlo quand'era nei guai e a incoraggiarlo, contemporaneamente, a trovarsi un lavoro vero, a studiare, a mettere da parte i soldi per costruirsi un futuro lontano dalla criminalità.
Presa com'era dal salvare Cameron, Remie ha orientato anche i propri studi accademici verso un ambito professionale affine: 

" Mi specializzai in psicologia dell'errore nel processo decisionale: la mano invisibile di Cameron pilotava le mie scelte anche allora. Insegnai per tre anni, i più felici e appaganti della mia vita, ma quando lo trasferirono a Porterfell, rinunciai all'incarico accademico e lo seguii. Credo di farlo per proteggerlo. Non avevo immaginato che avrei finito per dover proteggere me stessa."

Proteggere se stessa.
Da chi? Perché?

Dopo la morte (tutt'altro che accidentale) del giovane Cameron - il quale, nel loro ultimo incontro, le aveva dato indicazioni precise su cosa fare e dove andare se gli fosse successo qualcosa -, Remie è stata per mesi sempre sull'attenti, convinta che il responsabile del tragico destino del fratello potesse prima o poi presentarsi da lei.

E se l'evaso da Porterfell, che si aggira nell'hotel, avesse a che fare con Cameron e cercasse lei?

Remie è una ragazza intelligente, sveglia, intuitiva, scaltra e, soprattutto, è determinata ad esaudire il desiderio del suo amato e scapestrato fratellino: andare a Santiago del Cile e fare una cosa per lui.
Niente e nessuno potrà distoglierla da questo obiettivo ed è pronta a sfoderare tutte le sue risorse fisiche ed emotive per non soccombere al pericolo di un criminale bugiardo e manipolatore in giro dentro e fuori l'albergo.

"L'impostore" è un thriller che si caratterizza principalmente per l'ambientazione "chiusa", quasi claustrofobica: i (pochi) personaggi si muovono all'interno e nelle immediate vicinanze di questo grande hotel nelle Highlands scozzesi e tale luogo in pochi minuti passa dall'essere un posto caldo e sicuro a una grande trappola per topi. È, infatti, al suo interno che si annidano le insidie e le minacce, che hanno il nome di Alex Foley, l'impostore che si è finto poliziotto per entrare e guadagnarsi la fiducia di Remie.
Non c'è modo di scappare perché, a causa delle forti nevicate e del pericolo valanghe, ogni possibilità di prendere un'auto o altri mezzi viene meno; i mezzi di comunicazione non funzionano per cui chiedere aiuto è fuori discussione. 
L'unica soluzione è rischiare di addentrarsi fuori dall'edificio, nel buio gelido e nevoso, e provare a cercare aiuto.

Fortunatamente Remie non è totalmente sola a sbrogliarsela con i due presunti agenti: c'è Jai, che sembra intenzionato a collaborare per stanare chi, tra i due sconosciuti, sia il "buono" e chi il "cattivo".
Eppure..., anche Jai ha qualcosa di strano e Remie ha l'impressione che le stia nascondendo qualcosa.

La protagonista è in un dedalo di menzogne e cattive intenzioni, non sa di chi possa realmente fidarsi e capisce di dover procedere cauta e con tutti i sensi in allerta.

Nel complesso, il romanzo è promosso per queste ragioni: l'ambientazione di montagna, isolata dalla neve, che non permette ai personaggi di fuggire; la scrittura minuziosa e precisa, che rende ogni scena e ogni situazione descritte molto vivide, tanto da far sentire il lettore totalmente immerso nel contesto. Per farvi un esempio: quando Remie si ritrova a camminare faticosamente nella neve alta, ho avvertito tutta la difficoltà dell'impresa, il freddo che intorpidisce gli arti, il senso di oppressione nel trovarsi circondata dalla neve e nel sentire il rumore minaccioso che precede una valanga o uno smottamento. In questo, l'autore è stato davvero efficace e bravo.
Mi sono piaciuti molto i riferimenti alla psicologia e a certi meccanismi della mente che attiviamo inconsciamente in determinate situazioni (di stress, pericolo); ho provato simpatia per la protagonista, che ha tirato fuori coraggio e un grande spirito di sopravvivenza nonostante provasse spesso paura e angoscia; apprezzati i colpi di scena che creano aspettative circa gli sviluppi della trama.

Unico neo: il ritmo è molto statico per buona parte del libro, quasi per tutta la prima metà; le acque cominciano ad animarsi successivamente, per cui la seconda parte è quella che mi è piaciuta maggiormente, però ripeto, complessivamente è un buon thriller, con una storia lineare, ben costruita, che si lascia seguire con interesse.

sabato 9 dicembre 2023

Ultime entrate nella mia libreria (dicembre 2023)

 

Cari lettori, stamattina vi mostro i miei due ultimi acquisti e un ebook che ho potuto scaricare gratuitamente grazie a Fra del blog Non ti sento, sto leggendo: il mio mondo di letture e recensioni.


Feltrinelli
trad. E. Cantoni
352 pp
CHI HA PECCATO di Anna Bailey

È notte fonda quando Emma lascia la sua migliore amica Abigail alla festa alle Tall Bones, il ritrovo nel bosco in cui si danno appuntamento gli adolescenti della cittadina di Whistling Ridge, in Colorado. 
Ma qualcosa di oscuro accade nel bosco perché Abigail scompare. 
Samuel Blake, suo padre, perlustrerà la zona con la polizia urlando invano il nome della figlia, mentre Dolly, la madre di Abi, riuscirà solo a fissare la grande croce sul muro di casa, fumando una sigaretta dopo l’altra, terrorizzata all’idea che sia già troppo tardi per fermare la catena di eventi che si è innescata. 
Tutti hanno dei segreti a Whistling Ridge. Tutti hanno peccato, come tuona ogni domenica dal pulpito il pastore Lewis. 
Ma cosa è successo ad Abi? Chi è il vero colpevole? 
Può succedere di tutto in questa polveriera di rabbia e risentimento, basta solo una scintilla: la verità su quella maledetta notte alle Tall Bones. 


 Ed.Tea
trad. B.ronca
413 pp


 LA CLASSE di Christina Dalcher

Immagina una scuola in cui non c'è spazio per i favoritismi e tutti sono giudicati in base ai risultati; in cui gli studenti migliori non vengono rallentati dai mediocri o presi in giro dai bulli. 
In America, tutto questo è diventato realtà grazie al Q, un quoziente calcolato sulla base di test e sulla condotta, che determina l'istituto da frequentare: gli alunni più brillanti vengono ammessi nelle impegnative Scuole Argento, che assicurano l'ingresso ai college più esclusivi, mentre gli studenti normali rimangono nelle Scuole Verdi. 
Le «mele marce», invece, sono allontanate dalle famiglie e portate nelle Scuole Gialle, dove imparano le materie di base e la disciplina. 
Elena Fairchild ha partecipato alla creazione del sistema Q e lo riteneva la chiave per una società più equa, più giusta. 
Adesso però, dopo alcuni anni come insegnante in una Scuola Argento, è tormentata dai dubbi: sebbene abbia accolto diversi alunni provenienti dalle Scuole Verdi, non ha mai visto qualcuno tornare dalle Scuole Gialle. 
E ora anche lei è una di quei genitori: sua figlia Freddie ha ottenuto un risultato troppo basso e le verrà portata via. Senza esitare, Elena si fa bocciare al test Q per insegnanti e viene trasferita nella stessa Scuola Gialla della figlia...


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SOPRAVVIVI ALLA NOTTE di Riley Sager

Novembre 1991. Charlie Jordan ha incontrato Josh Baxter alla bacheca del campus per condividere il 
Time Crime
trad. A.Mattiello
312 pp

lungo viaggio verso l’Ohio; ora è in macchina con lui, che è praticamente uno sconosciuto per la ragazza. 
Entrambi hanno buone ragioni per voler andarsene. Per Charlie, è il senso di colpa e il dolore per lo scioccante omicidio della sua migliore amica, che è diventata la terza vittima dell’uomo conosciuto come il Killer del Campus. 
Per Josh, il motivo è aiutare a curare il padre malato, o almeno così dice. 
Più tempo passa seduta sul sedile del passeggero, più Charlie si accorge che Josh ha qualcosa di sospetto, dai buchi nella sua storia sul padre al fatto che non vuole che lei curiosi nel bagagliaio. 
Mentre viaggiano su un’autostrada vuota nel cuore della notte, una Charlie sempre più ansiosa comincia a temere di essere finita in auto con il Killer del Campus e non ha né un posto in cui fuggire né un modo per chiamare aiuto.
Josh è davvero pericoloso? 
Intrappolata in un terrificante gioco del gatto e del topo, che si svolge su strade nere come la pece e in parcheggi illuminati al neon, Charlie sa che l’unico modo per vincere è sopravvivere alla notte.

mercoledì 6 dicembre 2023

LE MIE LETTURE DI NOVEMBRE 2023


Buonasera, cari lettori!
Eccomi con il mio immancabile riepilogo delle letture del mese precedente.

Il 2023 sta per terminare e in questo mese tirerò le somme per decretare le letture più belle che mi hanno accompagnato durante l'anno.


LETTURE

  1. I GIORNI DEL COBRA di D. Merola:
    noir psicologico - uno spietato killer fa di donne inermi le sue prede, violentandole e uccidendole. Per arrestarlo sarà necessaria la testimonianza dell'unica vittima lasciata in vita (4/5). ADATTO A CHI CERCA STORIE DRAMMATICHE IN CUI L'ASPETTO PSICOLOGICO È FONDAMENTALE.
  2. FINCHÉ IL CAFFÈ È CALDO di di T. Kawaguchi: narrativa giapponese con tocco fantasy grazie ai viaggi nel tempo: in un bar i clienti tentano di comprendere il presente facendo un salto nel passato. Il tempo di un caffè bollente (3.5/5). IDEALE PER CHI DESIDERA UNA LETTURA VELOCE, NON IMPEGNATIVA E DOLCE COME UN CAFFÈ ZUCCHERATO.
  3. LE STREGHE DI MANNINGTREE di A.K. Blakemore: romanzo storico ambientato nell'Inghilterra del 1600 in cui le donne più ai margini della società venivano accusate con troppa facilità di stregoneria e condannate a morte (5/5). SE AMI I ROMANZI STORICI DALLE ATMOSFERE CUPE.
  4. NAUFRAGI DI PAESAGGI INTERNI - Frammenti  di A.Ravazzini: tormenti, pensieri, ricordi vivono tra le pagine di questa raccolta di poesie (3.5/5). SE AMI LE POESIE CHE APRONO IL VELO SULLA DIMENSIONE INTERIORE.
  5. OMICIDIO A MALLOWAN HALL di C.Cambridge: giallo dal sapore vintage ambientato nella villa di Agatha Christie. A indagare è la sua governante dalla chioma rossa e ribelle (4.5/5). OK SE AMI I GIALLI CLASSICI  E CON AMBIENTAZIONE INGLESE.


READING CHALLENGE

SFIDA A POIROT di A.Christie: l'investigatore belga risolve un caso con più omicidi direttamente da casa sua (3/5). PER I FAN DI AGATHA ED HERCULE

Per quanto concerne l'ultimo appuntamento con la Challenge del 2023, ecco gli obiettivi:


CONTEMPORANEO ITALIANO: di Pontiggia non ho mai letto nulla, sarei curiosa di "conoscerlo", per cui per adesso lo tengo come possibilità di scelta;
CONTEMPORANEO STRANIERO: di questo prolifico scrittore, Philip Roth, ho letto solo NEMESI, ne serbo un ricordo positivo; potrei optare per lui, è praticamente in cima ai "papabili";
CLASSICO: hum, non son convinta di buttarmi nuovamente sul classico, anche 'sto mese, però dovessi scegliere Kipling, forse proverei col celeberrimo Libro della jungla;
LIBRO DEL CUORE dell'organizzatrice: Benjamin è in lista da un saaaaaaaacco di tempo, per cui non lo escludo.




Cosa posso dirvi ancora?
Ho letto meno libri della mia personale media ma ci sta, visto che dal 13 novembre ho iniziato una supplenza in una scuola dell'infanzia; termina domani ma è stata una bella esperienza ritornare a lavorare con e tra i bambini, spero si ripeta.

Alla prossima, carissimi :))



martedì 5 dicembre 2023

[ NOVITA' ] USCITE EDITORIALI

 

Buon pomeriggio, cari lettori!

Ho delle uscite editoriali da segnalarvi: date un'occhiata, magari c'è qualcosa che fa al caso vostro.


La Bottega delle parole
135 pp
Parto da “Amaro in vetro” di Davide Carotenuto, un’autobiografia sentimentale che 
analizza i contrasti del complicato mondo femminile e ne racconta le delicate sfumature, spesso invisibili e poco comprensibili agli uomini.
Da una parte il cinismo pragmatico e lo scanzonato, logico disincanto dell’Avv. Carotenuto e dall’altra 
l’autoironico romanticismo e una curiosa fede nel prossimo di Davide si incontrano in questa  autobiografia sentimentale che analizza i contrasti del complicato mondo femminile e ne racconta le delicate sfumature, spesso invisibili e poco comprensibili agli uomini.


Un racconto, in chiave ironica, delle avventure e delle storie di un uomo che, senza prendersi troppo sul serio, inizia un viaggio nell’intricato universo femminile, fino ad arrivare alla scoperta di sé, a una sua evoluzione ma soprattutto a riconoscersi attraverso gli altri e a comprendere i difetti e le fragilità che ha sempre voluto negare senza però mai rassegnarsi a inseguire, tra le sue varie esperienze, quella relazione ideale che tutti cercano.


“A casa, io e te” di Alfredo Carosella è vincitore del Concorso Nazionale di Poesia e
204 pp

Narrativa “Talenti Vesuviani” nella categoria Narrativa legalità.

Mario Russo aveva solo dieci anni quando il 23 novembre del 1980 il terremoto gli ha devastato la casa dove viveva con la mamma casalinga e il padre operaio.
Adesso, davanti alla finestra del suo piccolo alloggio popolare nella periferia est di Napoli, dove vive con il figlio Giovanni affetto da sindrome dello spettro autistico, ripensa a quella notte, ad altre passate “in bianco” e a tutti quei momenti nei quali è stato costretto a cambiare direzione, a ricominciare da
zero.

Dall’oscurità totale alle prime pallide luci e fino all’alba, ricorda la sua adolescenza divisa tra la famiglia d’origine e quella dello zio paterno, che per un periodo lo ha accolto come un figlio. Due famiglie divise e molto diverse tra loro, anche dal punto di vista economico, che per anni hanno nascosto un segreto inconfessabile.
A casa, io e e racconta il disagio sociale della periferia di Napoli, la solitudine, la solidarietà e il
valore dell’amicizia ma soprattutto insegna che la speranza è la chiave per affrontare ogni cambiamento che la vita ci pone davanti.

“A casa, io e te” racconta il disagio sociale della periferia di Napoli, la solitudine, la solidarietà e il valore dell’amicizia ma soprattutto insegna che la speranza è la chiave per affrontare ogni cambiamento che la vita ci pone davanti.



"Anime" di Maria Cristina Buoso è un dialogo a tre voci di fronte a d una scelta difficile che il protagonista deve fare.

Editore: ‎PlaceBook Publishing
96 pagine

Il protagonista, attraverso un percorso lungo e difficile arriverà a capire la sua vera “Anima” e prenderà
una decisione che sconvolgerà non solo la sua vita ma anche quella della sua famiglia e attraverso un
confronto sincero e profondo capiranno cosa è veramente importante per loro.
Tre “Anime” a confronto dove l’amore e il rispetto reciproco saranno decisivi nella scelta finale e dove la famiglia “vera” non è quella tradizionale ma quella ispirata dall’amore.

Pubblicazioni recenti
Nel 2017 “Anime” (1° ed). Nel 2021 “Schegge di parole” , “Delitto al condominio Magnolia”, “Vernissage”. Nel 2022 “L’Incidente”. Alcune sue poesie sono state inserite in “DONNE D'AMORE: Antologia poetica al Femminile”, Il mistero dei sei tiramisù. 2023 Anime (2° Ed.)


domenica 3 dicembre 2023

[ RECENSIONE ] I GIORNI DEL COBRA di Daniela Merola



Una serie di efferati femminicidi sta sconvolgendo Castellammare di Stabia, colorando di sangue i suoi vicoli e riempiendo di terrore i giorni di una calda estate del 2021.
Il commissario di polizia Giulia Cangiato e tutta la sua squadra sono nel pieno di un'affannosa e urgente ricerca del killer - chiamato il Cobra - ma c'è una persona in particolare che potrebbe dare un contributo fondamentale nell'individuazione dell'assassino: Dora Neri, l'unica vittima ad essere stata lasciata in vita.


I GIORNI DEL COBRA
di Daniela Merola


LFAPublisher
328 pp
19.90 euro
In una placida serata estiva una donna cerca di rialzarsi da terra, a fatica: trema, tutto il corpo le fa male, soprattutto il basso ventre, cerca di non crollare nonostante tutto in lei gridi dolore.
Un dolore lancinante cui Dora Neri sa di non poter soccombere perché c'è un figlio che l'aspetta a casa.
Ma prima dovrà recarsi in ospedale, camminando sulle sue scarpe rosse ormai rovinate.
Dora è vittima di stupro e di una brutale aggressione ad opera di un farabutto che s'è divertito sadicamente con il suo corpo; Dora sa di averlo visto, di averne individuato le principali caratteristiche fisiche e di aver udito la voce del bruto mentre ripeteva insistentemente "Io sono il Cobra".
Eppure, quando viene esortata da subito, già in ospedale, a denunciare, è reticente.
Lo è anche in presenza dell'amica commissario, Giulia Cangiato, che conduce le indagini sul killer stupratore che ha già colpito in precedenza e, purtroppo, colpirà ancora dopo poco tempo la violenza subita da Dora.

La Cangiato lavora fianco a fianco con i propri solerti agenti di via Alcide De Gasperi e con l’Ispettore Manuele Basilio; tutti sono determinati a cercare il Cobra e a fermarne i folli atti criminali nei confronti di povere donne inermi.

Il caso di Dora è un'eccezione all'interno del modus operandi del Cobra, in quanto ella è l'unica sua preda a non essere stata uccisa per strangolamento, come invece è accaduto alle altre povere donne da lui raggiunte e uccise, dopo essere state violentate.

La domanda non può che sorgere spontanea: è un caso che Dora sia stata risparmiata? 
Siamo in presenza di un serial killer scaltro, che agisce in maniera organizzata, precisa e, proprio come un essere strisciante, è subdolo, sa come mimetizzarsi tra i cittadini di Castellammare; vive sicuramente una doppia vita e, se ha lasciato Dora in vita, dev'essere per una ragione.

La volitiva e caparbia Giulia sa di dover insistere con l'amica affinché faccia un serio lavoro su sé stessa per recuperare dal proprio inconscio tutte quelle informazioni utili a identificare l'uomo.
Perché di una cosa la stessa Neri è convinta: il Cobra conosce lei... e lei conosce il Cobra.

I ricordi di quella terribile notte sono confusi e vividi al tempo stesso: confuso è il ricordo del volto dell'aggressore ma non la sua stazza e altri particolari fisici; vivide sono le sensazioni e le emozioni collegate a quello che è uno dei traumi più tremendi che una persona possa vivere e che coinvolge ogni parte di sé: il corpo, la mente, il proprio mondo interiore... Tutto sembra andare in frantumi dopo un'esperienza di questo tipo e, se non avesse un figlio da accudire, Dora forse l'avrebbe fatta finita.

Ma non può: deve andare avanti, così cerca di riprendere la propria vita tornando al lavoro (presso un'agenzia di pompe funebri), occupandosi di Aurelio che ha bisogno di lei (il padre è un'assenza cui ormai ci si è abituati) e che desidera trascorrere del tempo con la madre, andando in vacanza...; insomma, Dora Neri deve tirar fuori  quel coraggio che l'è rimasto, seppellire il dolore e l'umiliazione subiti su quella spiaggia per mano di quel mostro del Cobra, indossare le sue scarpe rosse e sforzarsi di non cedere, di non impazzire ripensando a quella maledetta sera.

Ma è impossibile non ripensarci: Giulia le fa pressione affinché ricordi ogni particolare e le impone delle sedute di ipnosi da una psicologa; seppur contrariata, Dora obbedisce ma per lei è uno strazio immane tornare con la memoria alla violenza.
Proprio quando sembra che il volto del Cobra si sveli... ecco che qualcosa la blocca e tornano a dominare le nebbie della confusione e del terrore.
Forse la mente, a modo suo, cerca di proteggerla da una verità troppo scomoda?

Chi è davvero il Cobra e perché il suo inconscio non vuol riportare alla coscienza le sembianze di quel volto truce e odioso?
Dora stessa si persuade che il Cobra è qualcuno che lei conosce... Ma chi? E soprattutto, lui continua a seguirla, a controllarla, meditando di aggredirla ancora e, questa volta, di portare a termine la propria iniqua missione, uccidendola?

Il rapporto d'amicizia tra lei e Giulia si incrina: Dora trova sgradevole e indelicato che il commissario continui a "perseguitarla" perché ricordi, dandole anche la colpa dei successivi omicidi da parte del killer, e Giulia è frustrata perché sa di avere la responsabilità professionale e morale di arrestare il colpevole, che continua imperterrito e impunito a colpire, arrivando anche ad aggredire un agente di polizia.

Le settimane passano e le indagini proseguono, infilandosi in quei pertugi e tra quegli individui loschi e poco raccomandabili che quasi sicuramente conoscono il Cobra e intrattengono anche sporchi affari con lui; ma districarsi tra queste persone prive di moralità non è semplice perché c'è poco da fidarsi della loro parola.

Il punto cruciale resta lei: Dora, la sua testimonianza personale, i suoi ricordi.
Nelle pieghe della sua memoria c'è quel nome, quel volto, c'è lui, il Cobra.

E anche se si rifiuta di pensarci e ripensarci, Dora a un certo punto viene "folgorata" da una verità lampante, improvvisa come un fulmine e devastante come una valanga: le bastano pochi ma decisivi attimi e delle parole scambiate con un uomo che lei conosce (perché legato a una persona a lei vicina) per capire che è lui il Cobra.

Ma rivelarne l'identità non è semplice in quanto rischia di sollevare un polverone, di non essere creduta dalla polizia...
Certe verità possono essere dolorose da accettare e da raccontare, ma stare in silenzio significa rischiare di finire nuovamente nelle mani del predatore e lasciare che egli faccia del male ad altre innocenti.

Dora riuscirà a fare il fatidico nome?
Sarà davvero lui il colpevole o la donna si sta lasciando suggestionare da una fiumana di stati d'animo contrastanti e che neppure lei sa gestire e distinguere?

La narrazione è in terza persona e segue, da diversi punti di vista, le vicende di Dora, Giulia e degli altri personaggi coinvolti, compreso il Cobra; di quest'ultimo l'autrice ci racconta, un po' alla volta, il passato, soffermandosi in particolare sul rapporto con la madre e sull'infanzia del Cobra bambino e ragazzino, il quale aveva nella mamma l'unico modello di riferimento femminile e che costituirà il metro di paragone per ogni donna cui lui si accosterò da adulto.

Il giallo/noir psicologico di Daniela Merola è un viaggio che segue diversi percorsi, che toccano l'universo femminile e quello maschile.
Ci sono le donne che restano avviluppate nella spirale di violenza e morte del serial killer; c'è Dora, che sente ancora dentro e su di sé l'influenza velenosa di quell'essere viscido e, nonostante provi a buttarsi dietro le spalle lo stupro, qualcosa in lei si è rotto per sempre; c'è il commissario Giulia Cangiato, una donna forte, determinata, che non intende demordere nella ricerca dell'assassino e, per farlo, non si tira indietro dall'essere dura anche le persone cui vuol bene, tra cui Dora.
E non ultima c'è Brigida, la povera mamma del Cobra, che - per quanto inconsapevole - sarà, in un certo qual modo, l'origine del male che crescerà sempre di più, di anno in anno, lacrima dopo lacrima, nella mente del figlio, nella cui tortuosa psiche il lettore viene condotto, in una discesa verso il personale e intimo inferno di colui che ha scelto di essere il Cobra, il cui veleno mortifero viene disseminato nelle strade della città.

Violenza di genere, rapporti di coppia, legame madre-figlio (e la sua importanza nel condizionare una vita intera), lo squallore di certi ambienti in cui domina la malavita, l'amicizia e l'amore, il desiderio di riscatto, le bugie e la ricerca della verità, anche di quella che fa male, di quella fraintesa, di quella che non è mai univoca: il romanzo della Merola è denso di tematiche affrontate, intenso e viscerale per come esse vengono esplicitate e raccontate nel susseguirsi di vicende nere, cupe, che affondano le proprie radici tanto nel dolore di chi riceve la violenza quanto nella folle sete di possedere e fare scempio di poveri corpi, in balia di una furia omicida.

Un libro che afferra il lettore sin dalla prima drammatica "scena" sulla spiaggia, portandolo con sé per le strade e nei locali di una città di mare contaminata dalla follia di una mente perversa, mostrandogli il modo di pensare e agire di uno spietato stupratore assassino, lasciandogli avvertire l'urgenza di fermarlo affinché non rovini altre esistenze, con la triste consapevolezza che altri Cobra sorgeranno per sporcare il mondo con la loro malvagità.

Ringrazio l'autrice Daniela Merola per avermi omaggiato di una copia del suo libro e non posso che consigliarvene la lettura, soprattutto se amate i noir e le storie drammatiche in cui è preponderante l'aspetto psicologico.

mercoledì 29 novembre 2023

"Tu sarai sempre la palma intrecciata del cuore" [ versi palestinesi ]



Condivido con voi alcuni versi di alcuni poeti palestinesi in occasione della Giornata internazionale della solidarietà con il popolo palestinese, istituita nel 1977 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite.



TESTAMENTO

Se mi uccidono
appoggiatemi a una roccia,
il viso rivolto al vento,
ch'io muoia
sotto le nubi della sera,
nell'erba del mattino.
Se muoio nel mio letto,
mettetemi nudo sulla terra,
su una collina del mio paese,
e che l'oblio mi liberi;
o ricordatevi di me,
durante le vostre feste più belle.

(Samih AI Kassem)



MORTO IN PIENA COSCIENZA

Quando l'aratro straniero
lacera, o mia terra,
la tua carne violata,
è dalla mia carne che sgorga il sangue.
Le cose svaniscono
nella nebbia
e le lacrime nascono
nella lingua dei
segreti e del miracolo.
La spada di luce si è levata dalla mia fronte
e l'acqua dei fiumi è sgorgata dalle mie dita.
La mia nazionalità?
Il cuore di tutti gli uomini.
Toglietemi un po' questo passaporto!

(Samih Al Kassem)

.


CANZONE PER GLI UOMINI
(versi tratti da)


Con la nostra potenza,
con le croci passate e presenti
varcheremo la soglia
del paziente domani,
apriremo il paradiso dalle porte chiuse,
dalle nostre gole, dalle nostre sofferenze,
tesseremo poemi
e li berremo,
dolci come il vino delle feste.
Cantando nelle strade e nei campi
il nostro sguardo farà sorgere
dal più bello
dal più profondo
dal più lontano
un altro sguardo
che veda solo I'amore
e oda solo la vittoria.

Usciremo dai nostri campi,
usciremo dal nostro esilio,
usciremo dai nostri rifugi,
non avremo più vergogna
se il nemico ci ingiuria.
Non arrossiremo.
Sappiamo usare la falce.

Conosciamo la difesa
dell'uomo disarmato.
Sappiamo costruire
una fabbrica moderna
una casa
un ospedale
una scuola
una bomba
un missile,
sappiamo scrivere i poemi più belli.

(Mahmoud Darwish)


INNAMORATO DELLA PALESTINA
(versi tratti da)


Tu sarai sempre
la palma intrecciata del cuore
che non si piega sotto la tempesta e non sente
oltre le zanne dei lupi.
Palestinesi sono i tuoi occhi, il tuo tatuaggio,
Palestinesi i tuoi pensieri, i tuoi abiti,
i tuoi piedi, la tua forma,
Palestinesi le parole,
Palestinese la voce,
Palestinese tu vivi
Palestinese morrai.

 (Mahmoud Darwish)


martedì 28 novembre 2023

# RECENSIONE # SFIDA A POIROT di Agatha Christie

 

Un uomo dall' identità ignota viene ritrovato morto in casa di una signora cieca che nega di conoscerlo; a rinvenire il cadavere è una giovane dattilografa che rapisce il cuore dell'agente dei servizi segreti Colin Lamb, amico di Poirot, il quale verrà "sfidato" a risolvere il caso comodamente seduto sulla poltrona di casa propria.



SFIDA A POIROT
di Agatha Christie


Mondadori
trad. M.Carones
274 pp
Colin Lamb è un biologo marino e anche un agente del controspionaggio che sta cercando qualcuno al 61 di Wilbraham Crescent in un giorno di settembre come un altro.
Mentre cammina, una ragazza, spaventata e trafelata, gli finisce praticamente tra le braccia mentre fugge dal numero 19, dove ha  appena scoperto un cadavere. 
La donzella si chiama Sheila Webb e quel pomeriggio aveva un appuntamento nel suddetto appartamento in cui vive una donna cieca, la signorina Millicent Pebmarsh, la quale aveva telefonato alla copisteria in cui lavora Sheila chiedendo che le fosse mandata proprio lei per un lavoretto.

Invece di trovare ad attenderla la committente, Sheila si è trovata sotto gli occhi il corpo senza vita di un uomo mai visto prima; ma non è l'unica a non conoscerlo: benché lo sfortunato sia stato assassinato e rinvenuto al n.19, la proprietaria della casa non ha idea di chi sia l'ospite.
Non solo: ma quando viene interrogata dall'ispettore Hardcastle nega di aver mai chiamato in copisteria per richiedere la presenza di questa Sheila!

Le stranezze non sono finite: il morto non ha con sé alcun documento che ne riveli l’identità e in casa sono stati portati - all'insaputa della Pebmarsh - degli orologi, tutti indicanti la stessa ora (sbagliata), vale a dire 4:13.

Insomma, nessuno ha visto niente - pare - e nessuno sa dire chi sia il defunto e come mai sia morto proprio lì.

Hardcastle e Lamb vanno in giro per Wilbraham Crescents interrogando minuziosamente i vicini di Millicent ma, in mezzo alle loro chiacchiere senza capo né coda, non sembra sia ravvisabile alcuna informazione utile per l'indagine.

Lamb allora si rivolge a un amico, l'investigatore Hercule Poirot, appassionato di romanzi gialli e serenamente convinto che per risolvere il dilemma non ci sia bisogno neppure di muoversi da casa: a lui bastano gli appunti di Colin e la propria materia grigia, acuta e instancabile, comincia a mettersi in moto per creare collegamenti, ipotesi e spiegazioni.

Ed effettivamente, l'investigatore dagli inconfondibili baffi riuscirà a scoprire sia l'identità del morto che l'assassino, aiutando uno scettico Hardcastle a venire a capo dell'omicidio dello sconosciuto (e di altri che seguiranno) e dando una mano anche al suo giovane amico Lamb, che troverà la soluzione al mistero che lo aveva portato inizialmente a Wilbraham Crescents. 

Devo ammettere di non aver divorato questo giallo con quella curiosità che i romanzi della Christie esercitano solitamente su di me; lo sviluppo delle vicende non mi ha molto appassionata, ho trovato la narrazione un po' lenta per i miei gusti e forse avrei preferito che la presenza di Poirot fosse maggiore, perché quando c'è lui resto affascinata e divertita dai suoi ragionamenti, dal modo in cui mette insieme tutti i pezzi  per poi esporli con la placida e ironica sicurezza di chi sa di "aver ragione" semplicemente perché "essere sicuri significa che, quando si arriva alla soluzione, tutto va a posto automaticamente, e ci si rende conto che le cose non potevano andare in modo diverso".

Concludendo: Agatha è la regina indiscussa del giallo ed è praticamente sempre una garanzia, ma se dovessi dirvi che questo caso mi abbia preso tanto quanto altri che ho letto, non direi la verità al 100%.
Resta comunque una lettura molto piacevole.

Altri romanzi di Agatha Christie recensiti sul blog:


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