domenica 3 luglio 2016

Recensione: LA CASA PER BAMBINI SPECIALI DI MISS PEREGRINE di Ransom Riggs



Buona domenica sera, cari lettori!
Torno sul blog per dirvi la mia su un fantasy paranormale adatto per lo più ad un pubblico giovanissimo, ma che ha conquistato anche una lettrice più "grandicella" come me ^_-

Sto parlando di un romanzo che tra qualche mese vedremo al cinema e che personalmente mi è piaciuto per l'originalità e per la capacità di affascinarmi attraverso il ricorso a foto in bianco e nero, particolari, che sanno "di antico", di fantastico, di onirico. Di speciale.

E speciali sono loro, i ragazzini protagonisti di quest'avventura descritta da Ransom Riggs.


LA CASA PER BAMBINI SPECIALI DI MISS PEREGRINE
di Ransom Riggs


l CASA PER BAMBINI SPECIALI DI MISS PEREGRINE
Ed. Rizzoli
"Mi ero appena rassegnato a un’esistenza noiosa, quando iniziarono a succedere cose straordinarie. La prima fu davvero traumatica. E come tutto ciò che ti cambia per sempre, spaccò la mia vita in due metà: il Prima e il Dopo. Anche questo, al pari di molti altri eventi incredibili che sarebbero accaduti in seguito, aveva a che fare con mio nonno, Abraham Portman."

Con questo incipit ha inizio l'incredibile avventura di Jacob Portman, un ragazzino tranquillo e solitario che riceve di sovente le visite sgradite di esseri mostruosi, che popolano i suoi incubi peggiori.
Mostri che fanno da sempre compagnia alla persona cui è più legato, in famiglia: nonno Abe.
Il nonno di Jacob, unico sopravvissuto allo sterminio della sua famiglia di ebrei polacchi, è sempre stato un tipo bizzarro e, nel corso degli anni, ha riempito la testa del nipotino di storie.
Storie strane, incredibili, aventi come protagonisti dei bambini davvero speciali, ognuno con peculiarità "non normali", e della cui esistenza il nonno aveva le prove; non solo diceva di averli conosciuti personalmente, ma conservava anche le foto che li ritraevano.

Ed è così che Jake è cresciuto conoscendo le storie del bambino invisibile, della ragazzina capace di creare dal nulla palle di fuoco, della bimba dagli splendidi riccioli d'oro che nascondeva la bocca sulla nuca; o la bambina che levita, quella con una forza sovrumana, o ancora ...
Okay, mi fermo, o rischio di presentaveli tutti!

Dopotutto, leggendo, il lettore avrà modo di sbirciare le foto in bianco e nero di questi singolari fanciulli e di stare al gioco dell'Autore, chiedendosi insieme a Jacob: sono foto contraffatte? Di cosa vuol parlarci Ransom, di mostri o fantasmi sotto le sembianze di bimbi innocenti?

I genitori di Jake non possono che essere preoccupati all'idea che il figlio cresca come un alienato, ascoltando le sciocchezze del nonno, che molto probabilmente sono frutto del trauma subito durante la guerra; i suoi terribili incubi e i ricordi di questi bimbi anormali forse sono soltanto la trasfigurazione della ferocia nazista? Oppure sono qualcosa di ben diverso e tuttora presente, in grado di far ancora del male? 

Arriva il giorno in cui il nostro protagonista, ormai ragazzino, si scontrerà con la tremenda risposta a questa domanda, e questo accadrà in una notte tragica e dolorosa, in cui il povero nonno troverà la morte: sarà proprio uno spaventatissimo Jake a trovarlo, col corpo dilaniato, ormai in fin di vita, e raccoglierà le ultime parole del vecchio Abe, che gli lascerà qualche (confuso) indizio utile per scoprire la verità.

Dopo aver vissuto un periodo di forte stress emotivo e psicologico a causa della morte del nonno e degli incubi sui mostri - che gli hanno fatto guadagnare sedute di ore e ore dallo psichiatra, il dott. Golan -, Jacob decide di attraversare l’oceano e andare in Inghilterra per scoprire il segreto racchiuso tra le mura della casa in cui, decenni prima, avevano trovato rifugio il nonno Abraham e altri piccoli orfani scampati all’orrore della Seconda guerra mondiale. 
Soltanto ritornando in quei luoghi del passato, in quelle stanze abbandonate e in rovina, rovistando nei bauli pieni di polvere e dei detriti di vite lontane, Jacob potrà stabilire se i ricordi del nonno, traboccanti di avventure, di magia e di mistero, erano solo invenzioni e racconti per stupire un bambino, o se, invece, contenevano delle verità.
Del resto, le foto (ingiallite, bizzarre e non di rado inquietanti) ci sono, a testimoniare l'esistenza di questi bambini e ragazzi ritratti in quelle fotografie e che sembrano davvero dotati di poteri straordinari.

Ma non ci sono solo i bambini, c'è anche lei, la signorina che se ne occupava, dall'aspetto non proprio rassicurante: Miss Peregrine.
Sono passati così tanti anni: che ne è stato di loro? Sono tutti morti? Tornando in quella casa e magari chiedendo in giro, sarà possibile raccogliere qualche informazione per sapere di più sull'infanzia di nonno Abe?

Recandosi personalmente in quei luoghi, Jake cercherà le risposte alle sue mille domande, ed infatti scoprirà che quei bambini e la cara Miss Peregrine... sono ancora lì, non sono morti.

E' vero, ufficialmente una bomba ha distrutto, nella terribile notte del 3 settembre 1940, la casa e i suoi abitanti, ma presto Jake scopre che essi sono sopravvissuti e che vivono in una sorta di dimensione temporale immobile, ferma a quel 3 settembre, che la loro vita è tutta concentrata in quella giornata e fino a prima dello scoppio della bomba, ed essa si ripete di giorno in giorno, permettendo a coloro che vivono in questa dimensione, chiamata "anello", di continuare a vivere.
L'incontro, apparentemente casuale, di Jacob con i bambini speciali, in particolare con la bella Emma (la ragazza col potere del fuoco), gli apre la conoscenza di un mondo diverso dal suo, in cui il tempo non passa mai, in cui la austera, ma in fondo non cattiva, Miss Peregrine sorveglia sui sui ragazzi facendo attenzione affinchè non escano da quel mondo (anello), perchè questo potrebbe avere terribili conseguenze per loro.

Nonostante l'iniziale diffidenze di Emma e dei suoi amici super dotati - l'unica a non essere sorpresa dell'arrivo di Jake è Miss Peregrine, quasi lo stesse aspettando ... -, il ragazzino comincia a fare amicizia  e a scoprire, giorno dopo giorno (in un continuo andare e venire dal suo mondo presente a quello fermo nel 1940), qualcosa in più di questo rifugio speciale in cui suo nonno ha trascorso una parte importante della sua vita, restandone legato per sempre.

Ma soprattutto, Jake scoprirà anche delle cose su di sè che mai avrebbe immaginato, sentendosi anch'egli legato al mondo di Miss Peregrine e comprendendo che qualcosa di molto pericoloso e oscuro minaccia la vita dei bambini speciali...

Forse l'arrivo di Jacob potrà aiutare questi ragazzi a non andare incontro a un triste destino?

"La casa per bambini speciali di Miss Peregrine" sin dalle prime battute comincia mescolando realtà e fantasia, lasciando presagire, attraverso incubi mostruosi e fotografie stravaganti di bambini con poteri e tratti fisici sovrannaturali, che il mondo "normale" del giovanissimo protagonista nasconde un legame con qualcosa di misterioso, magico.

C'è un'iniziale atmosfera nostalgica e triste, dovuta ai diversi riferimenti alla seconda guerra mondiale e in particolare alla tragedia degli ebrei, e questa vena triste si colora di elementi oscuri e sinistri quando muore nonno Abe; il trasferimento di Jacob in Europa darà alla storia una direzione decisamente avventurosa.

Seguiamo i pensieri, le paure, le domande e le esperienze narrate di in prima persona da Jacob, ci sentiamo incuriositi dal mondo "parallelo" e fantastico nel quale si ritrova coinvolto, dai bambini con abilità speciali, dalla stessa Miss Peregrine, che ha un modo di fare enigmatico, una sorta di Mary Poppins, solo un po' meno simpatica, che dispensa pochi sorrisi e tenerezze ma non per questo è una "strega cattiva".

Questo libro - il primo di una trilogia - si è rivelata una lettura davvero piacevole, ha un ritmo vivace, scorre velocemente perchè la storia e i personaggi sono accattivanti; il finale resta aperto ai successivi sviluppi ed infatti ho una gran voglia di continuare a leggere le avventure di Jacob e dei suoi amici nel secondo romanzo, "Hollow City: il ritorno dei bambini speciali di Miss Peregrine".


VOI AVETE LETTO QUESTO ROMANZO?
COSA NE PENSATE? 
VI INCURIOSISCE?

Anteprima Giunti Editore/Fazi Editore: IL SEGRETO DI HELENA di Lucinda Riley | LA PIETRA DI LUNA di Wilkie Collins - dal 13-14 luglio



Due anteprime che non posso non attendere: la prima è l'ultimo romanzo di un'autrice che mi piace molto e che ogni volta leggo con entusiasmo perchè so che non delude le mie aspettative; l'altro libro è una ripubblicazione di un'opera uscita per la prima volta nel 1868...


IL SEGRETO DI HELENA
(''Helena's Secret'')
di Lucinda Riley


Giunti editore
trad. L. Taiuti
544 pp
14.90 euro
USCITA:
143LUGLIO 2016
Sono passati più di vent'anni da quando Helena, allora quindicenne, trascorse un'indimenticabile estate nell'isola di Cipro, dove, circondata da distese di olivi e da un mare color smeraldo, si innamorò per la prima volta.
Dopo una carriera di ballerina classica, Helena vive a Londra con il marito William e tre figli, e non può certo immaginare che il suo padrino, alla morte, le ha lasciato in eredità ''Pandora'', la grande, magnifica tenuta sulle colline cipriote.
Helena non resiste alla tentazione di tornare sull'isola con la famiglia, pur sapendo che i molti segreti custoditi da quel luogo potrebbero, proprio come il vaso della leggenda, scatenare una tempesta su tutti loro. In particolare sul figlio tredicenne Alex, sensibile e ribelle, sul cui passato ha sempre preferito tacere...

Lucinda Riley ci trasporta su una delle più affascinanti isole del Mediterraneo, regalandoci un'altra storia piena di colpi di scena, segreti, emozioni, per un'estate da non dimenticare.

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L'autrice.
Lucinda Riley è nata in Irlanda e ha esordito come scrittrice a 24 anni. Il giardino degli incontri segreti (Giunti 2012) è diventato un bestseller internazionale e in Italia è balzato subito ai primi posti delle classifiche. Sempre per Giunti sono usciti La luce alla finestra (2013), Il segreto della bambina sulla scogliera (2013), Il profumo della rosa di mezzanotte(2014), Le Sette Sorelle (2015) e L'Angelo di Marchmont Hall (2015), tutti accolti da un grande successo di pubblico. I suoi romanzi hanno venduto oltre 5 milioni di copie nel mondo e sono tradotti in 30 Paesi. Lucinda vive tra il Norfolk e il Sud della Francia, con il marito e i quattro figli.





LA PIETRA DI LUNA
di Wilkie Collins


«Il primo e il più grande romanzo poliziesco inglese, un genere scoperto da Collins, non da Poe». T.S. Eliot



Fazi Editore
19 euro
292 pp
USCITA:
14 LUGLIO 2016
La pietra di Luna, prezioso e antico diamante giallo originario dell’India, dopo una serie di avventurose vicissitudini sopportate nel corso dei secoli, giunge in Inghilterra e viene donata a una giovane nobildonna di nome Rachel Verinder nel giorno del suo diciottesimo compleanno. 
Il gioiello, di valore inestimabile, scompare in circostanze misteriose quella notte stessa e un famoso investigatore, il sergente Cuff, viene incaricato di ritrovarlo. 
L’indagine, per quanto accurata, non porta ad alcun risultato e causa, anzi, sgomento e confusione sia tra i membri della famiglia Verinder che nella servitù. 

Il romanzo, in cui tutti i personaggi sono apparentemente innocenti ma allo stesso tempo possibili colpevoli, si sviluppa seguendo le sorti della pietra di Luna, in un groviglio di eventi drammatici raccontati, di volta in volta, dai diversi protagonisti.
A fare da sfondo a questo giallo così magistralmente costruito c’è una romantica storia d’amore che, insieme alla suspense e alla curiosità, tiene il lettore avidamente inchiodato al libro dalla prima all’ultima pagina.

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Unanimemente riconosciuto come uno dei più grandi capolavori di Wilkie Collins, La pietra di Luna, alla sua uscita nel 1868, consacrò il clamoroso successo dell’autore e riuscì addirittura a destare l’invidia di Charles Dickens, suo grande amico e maestro.


Novità di giugno Emma Books



Avete voglia di letture a basso costo, simpatiche, ben scritte e da leggere ovunque vi troviate?

Allora vi propongo un paio di pubblicazioni Emma Books: L'atelier di Romeo di Barbara Solinas, che vi farà capire che cambiare vita si può, se quella che abbiamo non ci rende più felici; Amiche in alto mare di Ambra Gaudenzi è invece un romanzo incentrato sull'amicizia, quella vera, quella che sopravvive a tutto e che ci rende forti. In entrambi i titoli, una presenza costante: gli odori e i profumi del mare.



L'ATELIER DI ROMEO
di Barbara Solinas


FORMATO: M
COLLANA: LIFE
PREZZO: EUR 2,99
Disponibile su Bookrepublic,
Amazon,
Kobo, Apple
e in tutte le librerie digitali

Ci sono momenti, nella vita, in cui devi invertire la rotta. Momenti in cui ti accorgi che non puoi più vestire i panni di prima. Basta una brusca virata e il cambiamento è lì, radicale, ad attenderti. Può accadere a qualsiasi età e di solito è naturale: pum! Cadi e non fai nemmeno in tempo a rialzarti che hai già imboccato una nuova strada.
Viola e Bruno sono una coppia felice, due professionisti di successo, sempre di corsa verso nuovi obiettivi, sicuri di poter programmare e controllare ogni evento della loro esistenza.
Quando però diventa loro chiaro che non sempre è così, la loro vita cambia. Da un giorno all’altro si trasferiscono al mare, nel piccolo appartamento di un vecchio palazzo in fondo al vicolo Sogni. 
Viola accetta un lavoro da segreteria e ritrova il sorriso; Bruno, il più tormentato, è invece costretto a inventarsi una nuova attività, un progetto in cui buttarsi a capofitto: 

L’invisibile è essenziale agli occhi, una bottega/atelier in cui vendere solo oggetti che in passato sono stati molto amati. 
A fargli compagnia c’è Romeo, un gatto persiano che veglia sugli scaffali con sguardo attento e curioso e diventa il testimone di ciò che tutti ci affanniamo a cercare: la felicità.


L'autrice.
Barbara Solinas è nata in un’alba fredda e nevosa di gennaio. Di quanto fosse fredda e nevosa, nei ricordi dei suoi genitori, il racconto si arricchisce di anno in anno e pare certo che solo per un caso non sia nata in un igloo di fortuna approntato in piazza, a Varese. Da questo inizio discendono due cose: ama follemente la neve; ama anche di più il mare, le spiagge calde e stare al sole; vive, è evidente, di contraddizioni.
Lavora, è una mamma, osserva, si appassiona e ha una convinzione: tutto cambia, sempre, anche quando non vorremmo. Nella vita di tutti i giorni corre tra casa, ufficio e altre cose.
Quando si ferma e respira, scrive. Un giorno andrà a vivere al mare.



AMICHE IN ALTO MARE
di Ambra Gaudenzi



FORMATO: M
COLLANA: TRAVEL
PREZZO: EUR 3,99
Disponibile su Bookrepublic, 
Amazon, 
Kobo, Apple 
e in tutte le librerie digitali
È di nuovo luglio e per Camilla e le sue amiche di sempre è il momento di fare un po’ di provviste, preparare le valigie e, finalmente, spiegare le vele. 
Perché l’amicizia, a volte, è come una traversata in barca quando l’aria è frizzante e il mare liscio come l’olio. 
Poco importa se, delle otto amiche, l’unica che ne capisce di vela è Camilla, appassionata di nodi e virate, mentre le altre non sono che “veliste immaginarie”, convinte che la barca sia una specie di salotto col mare attorno. 
Per loro, da vent’anni a questa parte, non c’è scusa che tenga – né marito, né lavoro, né gatti, cani o figli quando si tratta di mollare gli ormeggi e lasciare Genova e le solite cose per una meritata vacanza a zonzo per il mar Mediterraneo. 
Una pausa che ha il sapore della giovinezza, della libertà e della riscoperta di se stesse. 
Tra approdi eroici e incontri inaspettati, risate sotto le stelle e barattoli di funghetti sott’olio, passando per dotte dissertazioni su uomini, amori e altri guai, le “ragazze” aggiungono così un’altra estate alla loro amicizia, lasciandosi andare al rollio della barca e al ritmo dei loro cuori.
Perché solo in alto mare c’è abbastanza silenzio per sentirli battere. 

Pubblicato nel 2011 da Sperling & Kupfer e riproposto ora in digitale da Emma Books, Amiche in alto mare è un inno alle donne, alla loro voglia di vita e di avventure e al potere inarrestabile dell’amicizia vera. Quella che resiste a tutte le burrasche.

L'autrice.
Ambra Gaudenzi, genovese, è una nota gallerista d’arte contemporanea. Il Vicolo, galleria storica da lei diretta, è da decenni un punto di riferimento della vita culturale della sua città. È scrittrice (e velista) per passione. Amiche in alto mare è il suo primo romanzo.

sabato 2 luglio 2016

Anteprima: L'ALCHIMISTA INNOMINATO di Anonima Strega - dal 6 luglio



E non finiscono le segnalazioni!!
Questa volta vi parlo del nuovo libro autoconclusivo di un'autrice spesso segnalato qui sul blog, che questa volta torna con uno storico particolare (medievale), dove la magia in qualche modo ci sarà ancora.


L'ALCHIMISTA INNOMINATO
di Anonima Strega



Genere: romance/storico
Numero di pagine: 217
Editore: Self
Prezzo: 1,99 euro
Data di uscita: 6 luglio 2016

E se i promessi sposi fossero vissuti nella Firenze del Trecento?
Se Lucia fosse stata una filatrice a favore dei diritti delle lavoratrici?
Se l’Innominato si fosse dedicato alla ‘conversione’ del metallo in oro?


Firenze, 1348. La filatrice Lucia è promessa al lanaiolo Lorenzo de’ Tramaglini, ma il notaio ser Roderico ha scommesso che la sposerà. Nonostante il vantaggioso cambio di programma, Lucia oppone resistenza al progetto del notaio, che minaccia di screditarla agli occhi della legge a causa delle sue idee politiche. 
Per rinviare le nozze, Roderico organizza il rapimento della ragazza e
chiede aiuto all’Innominato, un nobile despota che si nasconde nelle campagne di Fiesole grazie alla sua protezione, per la quale riceve in cambio favori di natura criminale. 
Nel frattempo, però, la vita isolata e gli studi stanno portando l’Innominato su un’altra strada. La crisi di coscienza e il conflitto con la prigioniera gli offrono spunto sulla ‘conversione’ del metallo in oro letta alla luce di una tradizione arrivata dalla via della seta: l’unione con la compagna predestinata per compiere insieme la Grande Opera, la trasformazione dell’energia sessuale nel corpo dell’adepto, per risalire all’armonia perduta. 
Ma questo non rientra nei piani di Roderico...

L'autrice.

ANONIMA STREGA si occupa da sempre di tematiche legate all’occulto. Preferendo tutto quanto concerne l’universo femminile neopagano, è di conseguenza al contempo molto romantica, anche se l’oggetto dei suoi desideri esce spesso dalle righe, così come i personaggi delle sue storie: i romanzi “Spettabile Demone” e “Il Diavolo e la Strega”, la trilogia “Le spose della notte”, e racconti disseminati per vari blog. In una vita precedente ha già avuto a che fare con i libri, ma i vaghi ricordi sono perlopiù negativi, e per libertà di movimento si dichiara disinteressata a qualsiasi proposta editoriale. Il suo antro è situato in un luogo nascosto, custodito da una gatta nera d’angora e una coppia di anziani troll norvegesi. Da lì dispensa consigli magici attraverso anonimastrega.blogspot.it

Segnalazione e mia prossima lettura: LENITA di Júlio Ribeiro



Lettori carissimi, riuscite a leggere con gli stessi ritmi nonostante l'afa?
Ahimè, io un po' meno, lo confesso...

Però scrivere sul blog non mi stanca, quindi eccomi qui per indicarvi la mia prossima lettura. Si tratta di un libro pubblicato per la prima volta nel 1888 da uno scrittore brasiliano: "Lenita" è stato uno dei libri più discussi e popolari del Brasile per aver affrontato temi come il divorzio e l’amore libero. A causa della protagonista, una donna molto colta e indipendente, a molte giovani dell’epoca è stato proibito di leggere l’opera.

Già quest'introduzione stuzzica la mia curiosità, non so la vostra!

LENITA
di  Júlio Ribeiro 


LINK AMAZON
trad. A. Speranza
0.99 euro
Giugno 2016
Quando fu tradotto per la prima volta in italiano, questo romanzo di Júlio Ribeiro fu pubblicato nel 1888 con il titolo “A Carne”.
E fu subito scandalo tra le famiglie tradizionaliste per i temi affrontati e che fino a quel momento erano stati accuratamente ignorati nella letteratura: il divorzio, l’amore libero e il nuovo ruolo della donna nella società.
È stato uno dei libri più discussi e popolari del paese per aver sbalordito una società che vedeva ancora la donna come un essere passivo e inferiore all’uomo, e a molte giovani è stato proibito di leggere l’opera.
Contrario a tutte le convenzioni sociali dell’epoca, l’autore brasiliano osa far conoscere al pubblico una protagonista indipendente, molto colta, con intensi desideri sessuali e che si dichiara a un uomo non per amore ma per desiderio carnale. Diversa dalle eroine tipiche dei romanzi borghesi, vergini intoccabili, caste e sottomesse, Lenita è decisa, ostinata e sensuale.

“L’oscenità” della trama può sembrare puerile agli occhi del lettore di oggi ed evidenzia la notevole trasformazione comportamentale trascorsa in poco più di un secolo.
Il libro racconta la storia di Lenita, una bella ragazza di ventidue anni estremamente colta. 
Per cercare di superare la morte di suo padre, Lenita si trasferisce alla fattoria di un vecchio amico di famiglia, il colonnello Barbosa. Conosce il figlio, Manuel Barbosa, un uomo maturo e divorziato. La grande amicizia che nasce tra i due si trasforma poco a poco in ardente passione, creando un forte conflitto tra i desideri carnali e i comportamenti morali.
La storia è ambientata in Brasile in un’immensa fattoria circondata da piantagioni di caffè e di canne da zucchero. Gli schiavi sono i personaggi secondari di questa storia svolta poco prima dell’abolizione della schiavitù.

Recensione film: LE CONFESSIONI di Roberto Andò



Ieri in streaming sono riuscita ad acchiappare un altro dei film in concorso per i Nastri d'Argento.
Questa pellicola del siciliano Roberto Andò ha ricevuto tre nomination: Migliore fotografia (M.Calvesi) - Regista del miglior film (R. Andò) -  Miglior sonoro in presa diretta (Fulgenzio Ceccon).


LE CONFESSIONI


aprile 2016
Attori: Daniel Auteuil, Moritz Bleibtreu, Pierfrancesco Favino, Toni Servillo

Immaginatevi un gruppo di banchieri/economisti, tra i più influenti e potenti, capaci di decidere le sorti dell'ecomonia mondiale, che si riuniscono in un albergo lussuoso in Germania proprio per 
parlare di una manovra segreta che avrà conseguenze molto pesanti per alcuni Paesi. 

A partecipare a questa sorta di G8 sono Daniel Rochè (Daniel Auteuil), il potente direttore del Fondo Monetario, alcuni ministri provenienti da nazioni diverse (tra cui l'italiano, interpretato da Piefrancesco Favino) e, in più, tre ospiti che non hanno nulla a che vedere con il mondo dell'economia, cioè  una celebre scrittrice di libri per bambini, una rock star e un monaco italiano, Roberto Salus (Toni Servillo).

Ebbene, in questo albergo bello sì ma freddo e fin troppo rigido nell'etichetta, il summit subirà uno scossone non indifferente, che vedrà proprio il monaco italiano al centro della storia.

Rochè una sera si reca dal monaco e decide di confessarsi con lui; qualcosa grava sulla sua coscienza e vuol liberarsene? 

La risposta ci viene data nel corso del film, con ripetuti flashback di quell'incontro segreto, che dal giorno dopo diventa l'evento cruciale cui tutti faranno riferimento, anche perchè rischia seriamente di mandare all'aria lo scopo di quella reunion.

Rochè viene trovato morto con una busta di plastica trasparente in testa, e non è una busta qualsiasi, nel senso che le telecamere, visionate dagli inquirenti, rivelano che essa era stata vista precedentemente nelle mani di Salus.
Non solo, ma interrogando i presenti, viene fuori che l'ultimo a veder l'uomo vivo è stato proprio il monaco certosino.

Il dubbio che non si tratti di suicidio ma di omicidio si fa strada, ma resta da capire cosa poteva legare il silenzioso ed enigmatico religioso vestito di bianco all'economista.
Ma soprattutto: che si sono detti in quell'ultima vitale conversazione?

In un clima di dubbio e di paura, i ministri e il monaco ingaggiano una sfida sempre più serrata intorno a quella conversazione segreta. 
I ministri sospettano infatti che Salus sia venuto in possesso di informazioni sulla terribile manovra che stanno per varare, e cercheranno in ogni maniera di vessare il monaco affinchè riveli se sa o meno qualcosa in merito.

Non solo, ma accadono cose insospettabili: altre persone faranno di Salus il proprio confessore, assaliti da rimorsi e incertezze...

Tutti si agitano, sudano, corrono di qua e di là, si innervosiscono di fronte all'ostinatezza del monaco, e questi è l'unico che resta sempre calmo, pacifico, tranquillo, anche davanti all'eventualità di essere accusato di omicidio.

E il film è, alla fin fine, come il suo protagonista dalla toga bianco-fantasma: lento.

Eh sì, un'ora e mezza di film che, a mio modestissimo avviso, non riesce mai a decollare; lo spunto del suicidio/omicidio avrebbe potuto essere succulento (per carità, non pretendevo che Salus/Servillo si trasformasse in un serial killer, ci mancherebbe), dare un po' di vivacità, di suspense, ma niente, non c'è un momento che faccia alzare i picchi di eccitazione.
Insomma, i ritmi sono rallentati (magari non proprio sonnolenti) e tutto gira attorno a questo monaco, il quale ha raccolto le ultime parole di un economista in crisi proprio prima di una riunione importantissima, su cui vigeva la massima segretezza perchè da essa dipendono le sorti dell'economia mondiale (!).



Il monaco, se lo volesse, potrebbe raccontare le ultime parole di Rochè, soprattutto in merito alla manovra, almeno per capire se la riunione ha senso o no continuarla, ma per farlo il religioso dovrebbe venir meno al segreto della confessione.
Cosa che non ha alcuna intenzione di fare, e non fa che confermarlo con quella sua aria impassibile, il sorriso "giocondiano", quell'atteggiamento di assoluta imperturbabilità, di chi sa ma non vuol dire; e poi Salus ha fatto il voto del silenzio, non può parlare per principio, salvo lasciarsi andare a predicozzi che probabilmente avevano l'intento (senza riuscirci...) di smuovere le coscienze indurite e recalcitranti di un manipolo di gente superficiale e cinica.
E nei confronti di questa gente Salus si dimostra ascoltatore paziente, comprensivo, interagendo con essi senza emettere severe condanne, piuttosto parlando spesso per frasi retoriche e citazioni.
Dobbiamo attendere il momento finale per ascoltare una sorta di messaggio macchiato di evangelichese e scoprire che il monaco, pur non essendo francescano, sa far ammansire "i lupi" sulla scia del miracolo di Gubbio.

Cosa posso dire, concludendo?
Non posso dire che mi abbia entusiasmato; ahimè, confesso anche che spesso mi accade con i film in cui c'è Servillo come protagonista: lo so che lui è un eccellente attore, ma quell'aria meditabonda, quelle espressioni facciali troppo rigide, immobili che i suoi personaggi di sovente assumono... non so ma non sempre riescono a piacermi e piuttosto mi innervosiscono

E il film è come lui e riflette tra l'altro l'ambiente in cui è collocato: un po' asettico, fisso, immobile, privo di alcuna nota emozionale, di qualsiasi slancio, privo anche di un messaggio preciso e incisivo finale, visto che alla fine non vi ho trovato neanche una condanna vera e propria verso questi potenti che egoisticamente e presuntuosamente pensano di poter fare il bello e il cattivo tempo con le esistenze dei popoli.

E' come se Andò avesse messo in questo film un cast senza dubbio eccellente senza però sfruttarne tutto il potenziale; per dirne una, lo stesso Favino - che adoro - mi è diventato pure lui inerte, dallo sguardo poco espressivo, e per "ritrovarlo" ho dovuto pensare al lui mentre mangia le nuove pennette della Barilla, visto che è più intenso nella pubblicità...

Ecco, diciamo pure che fosse per me non avrei candidato Andò come regista per il miglior film, perchè avrà fatto di meglio in altre occasioni, immagino.

Consigliato solo: a chi odia i film movimentati e avventurosi, a chi ha voglia di qualcosa che non lo tenga incollato allo schermo (perchè magari nel frattempo deve preparare la cena) o che richieda la spremitura delle meningi...

Sono stata troppo negativa, vero?  

In lettura: L'ODORE DELLA POVERE DA SPARO di Attilio Coco



Lo scorso week end sono stata a Roma a guardare il bellissimo musical "Notre Dame de  Paris", che da anni sta riscuotendo grandissimo successo in Italia, e non solo.

In quel week end mi è stato regalato un libro, che ho attualmente in lettura:

L'ODORE DELLA POVERE DA SPARO
di Attilio Coco

Ed. Spartaco
270 pp
11 euro
2015
Potenza è la prima tappa di una vicenda che prende il via davanti alla prefettura un martedì di aprile del 1947. La polizia spara sulla folla scesa in piazza contro la fame e la disperazione che dilaga nelle campagne.
Piove a dirotto e, nel vicino liceo classico, il professore Lodovico Marotta è nervoso, agitato, distante, mentre spiega un passo dell'Eneide. Il racconto di Gianni Ceccante, all'epoca studente timido e incerto e oggi affermato attore di teatro, comincia da quella mattina.
A raccogliere le sue memorie è lo scrittore Pietro Mattei, che ricompone vite segnate da un brutto "morbo", un focolaio che si diffonde a macchia d'olio anche fuori dai confini del Belpaese, subdolo, dalle mille facce. Addirittura seducente.
Si chiama fascismo.
Gianni impara a leggere in profondità la realtà che lo circonda finendo per caso in una libreria, un "covo libertario" frequentato dal suo insegnante, ex confinato politico, e dal compagno di classe Diavolorosso. La nuova rotta lo porta a Roma.
Una sera, mentre recita, i suoi occhi incontrano quelli di Alejandra, la Maga. L'esistenza della ragazza è segnata da ossessioni e paure, dettate da immagini che vengono da un futuro che insanguinerà l'Argentina, terra verso cui è attratta dall'amore per Victor e da un destino ineluttabile. L'epilogo si svolge a Torino, dove Gianni spopola in teatro.
Ormai non è più lui a raccontare. A tirare le fila è lo stesso scrittore Pietro Mattei che...

L'autore.
Attilio Coco (1958), di origini lucane, si trasferisce a Roma nel 1992, insegnando italiano e storia nelle scuole superiori. Dal '93 collabora con la rivista Segnocinema; ha pubblicato saggi sui film non realizzati di Pasolini, sul cinema italiano degli Anni '90, sulle serie tv americane ecc.
è autore di "Sguardi d'autore. visioni e immagini cinematografiche della Basilicata"; "La passione di Cristo, ovvero lo Spazio e il Tempo della Visione". Con Edizioni Spartaco ha già pubblicato "Ho una storia per te".Cura un blog in cui parla di libri. 


Vi lascio anche la citazione che l'Autore ha riportato nelle prime pagine del libro:

"Il fiume della Storia trascina e sommerge le piccole storie individuali,
l'onda dell'oblio le cancella dalla memoria del mondo;
scrivere significa anche camminare lungo il fiume, risalire la corrente,
ripescare esistenze naufragate, ritrovare relitti impigliati sulle rive
e imbarcarli su una precaria Arca di Noè di carta."

Claudio Magris, Utopia e disincanto





ANCHE IL LIBRO CHE STATE LEGGENDO VOI 
HA UNA CITAZIONE INTRODUTTIVA O UNA BELLA DEDICA

venerdì 1 luglio 2016

Aspettando i Nastri d'Argento



Qualche giorno fa stavo dando un'occhiata alle nomination per i Nastri d'Argento (QUI), "il più antico e prestigioso riconoscimento per il mondo del cinema italiano, secondo nel mondo solo agli Oscar, assegnato dal 1946 per referendum notarile dai soci del SNGCI e destinati ai migliori film di lungo e cortometraggio, ai loro autori, interpreti, tecnici e produttori" (cit.) e, nel notare i film candidati, ho pensato di colmare qualche lacuna e vederne alcuni prima della premiazione (che si terrà a Taormina il 2 luglio; Rai Uno manderà in onda la premiazione il 23 luglio, in seconda serata - fonte), quanto meno quelli che si presentano con più candidature o che mi attirano maggiormente.


Alcuni dei film in lizza li ho già visti e ne ho parlato qui sul blog.

Per il film LA PRIMA LUCE, Riccardo Scamarcio è candidato nella categoria Migliore Attore, e lo è anche per PERICLE IL NERO; quest'ultimo ha la nomination anche per Migliore fotografia (M. Cocco) - Miglior Sceneggiatura (S. Mordini, V. Santella, F. Marciano)

SUBURRA:

Miglior Attore (P. Favino) - Migliore Attore Non Protagonista (C. Amendola) - Regista del Migliore Film (S. Sollima) - Migliore Montaggio (P. Marone) -  Miglior Scenografia (P.Meduri) - Migliori costumi (V. Fragola)

LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT:
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Miglior Attore (Claudio Santamaria) - Migliore Attore Non Protagonista (Luca Marinelli) - Migliore Attrice Non Protagonista (Greta Scarano) - Migliore Colonna Sonora (M. Braga, G. Mainetti) - Miglior Fotografia (M. D'Attanasio) - Migliore Produttore (G. Mainetti) - Miglior Regista Esordiente (G. Mainetti) - Migliore Sceneggiatura (N. Guanaglione, Roberto Marchionni "Menotti") - Miglior Scenografia (M. Sturiale) -  Migliori costumi (M. Montalto)


DOBBIAMO PARLARE:

Migliore Attore Non Protagonista (F. Bentivoglio) - Migliore Commedia Migliore Sceneggiatura (C. Cavalluzzi, D. De Silva, S. Rubini)


PER AMOR VOSTRO:

Migliore Attrice (Valeria Golino) - Miglior Attore Non Protagonista (M. Gallo, A. Giannini) - Migliore Colonna Sonora (Epsilon Indi) - Miglior Fotografia (M.Cocco) - Miglior Montaggio (Giogio' Franchini) - Regista del Migliore Film (G.M.Gaudino).

QUO VADO?:

Migliore Attrice Non Protagonista (S. Bergamasco) - Miglior Canzone Originale (Luca Medici "Checco Zalone") - Migliore Commedia - Migliore Produttore (P. Valsecchi).


PERFETTI SCONOSCIUTI:

Miglior Canzone Originale (F. Mannoia, C. Chiodo, Bungaro) - Miglior commediaMiglior Montaggio (C. Catucci) - Migliore Produttore (M. Belardi) - Migliore Sceneggiatura (Filippo Bologna, Paola MamminiRolando Ravello, Paolo Genovese, Paolo Costella).


Vedremo quanti (e quali) film riuscirò a vedere tra gli altri in concorso :-D

Che ne pensate?
Avete visto qualcuno di questi film?


READING CHALLENGE 2016: bilancio di giugno



Ed è finito anche il mese di giugno, ed io mi ritrovo a tirare le somme delle letture di questo mese appena volato.

Gli obiettivi della RC stanno diminuendo e questo mese ne ho raggiunti (solo) un paio.

READING CHALLENGE
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  • Obiettivo n. 5. Un libro di fantascienza:"Il domani che verrà" di John Marsden (RECENSIONE).
  • Obiettivo n. 9. Un classico: "VILLETTE" di Charlotte Bronte (RECENSIONE). E' l'ultimo romanzo di Charlotte, pubblicato nel 1853, e colpisce il lettore non tanto per la trama in sè, quanto per l'abile penna dell'Autrice nel tracciare la psicologia della protagonista, Lucy, e per l'uso di elementi gotici ed inquietanti per esternare quello che che la stessa soffre interiormente.




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Passiamo ai romanzi letti non rientranti nella "sfida":


  • OPEN. La mia storia di Andre Agassi (RECENSIONE): è l'autobiografia del grande tennista Andre Agassi, una "confessione" sincera e onesta di ciò che è stato e diventato, grazie alle (e, a volte, a causa di) persone che ha incontrato sul proprio cammino, alle vittorie e alle sconfitte affrontate, ai momenti di successo e alle cadute, che l'hanno reso l'uomo, il marito, il padre, che è oggi.
  • COM'E' BELLA LA NEBBIA QUANDO CADE di Tania Piazza (RECENSIONE): è un romanzo che ruota attorno all'amore e ne parla con un linguaggio poetico ed evocativo, pochi personaggi ma intensi, e un'atmosfera struggente e malinconica.
  • AMORI POSSIBILI di Maurizio Corrado (RECENSIONE): una raccolta di sei racconti che colpisce il lettore per l'originalità del soggetto e il modo di raccontarlo a noi lettori, umanizzando la natura e rendendola la principale protagonista.
  • VUOTO FINO ALL'ORLO di Samuela Pierucci (RECENSIONE): attraverso un linguaggio intriso di giochi di parole, un'atmosfera surreale, personaggi grotteschi ed una trama originale, il racconto diventa una metafora della vita, ricordandoci come restare chiusi nel proprio piccolo mondo sempre uguale a se stesso rischia di farci inaridire e di condannarci all'infelicità.
  • ESTREMAMENTE ME di Patrizia Cannazza (RECENSIONE): un libro piccolo ma profondo, che tocca l'importante tema della malattia, più specificatamente del cancro al seno, e di come la protagonista sia decisa ad affrontarlo e a non lasciarsi abbattere, per amore di sè e di chi le è vicino e tifa per lei.
  • LA SIRENA MECCANICA di Giada Bafanelli (RECENSIONE): un racconto molto ben strutturato che, pur ispirandosi alla celebre favola di Andersen - La sirenetta - contiene elementi molto originali e diversi colpi di scena, con i quali, insieme ad una scrittura precisa e molto fluida, cattura il lettore dalla prima all’ultima pagina.
  • COME PETALI SULLA NEVE di Antonella Iuliano (RECENSIONE): un romanzo ricco di sentimenti, in cui al centro vi è un orfano, con la sua storia e la sua ricerca della verità sul proprio passato; una verità dolorosa ma necessaria da conoscere per poter guardare al futuro con fiducia, finalmente accanto alla persona più importante della propria vita.
  • LUI E' TORNATO di Timur Vermes (RECENSIONE): è un romanzo-parodia che ha al centro lui, uno degli uomini del Novecento più odiati di sempre: Adolf Hitler, che tra queste pagine, grazie a un surreale viaggio nel tempo raccontato con irriverenza e una apprezzabile aderenza storica basata su documenti reali (in primis il Mein Kampf dello stesso Hitler), ritorna tra noi, o meglio nella sua Germania del 2011, pronto a tentare una nuova scalata sociale e politica.

Devo dire che se c'è un tratto che ha accomunato la maggior parte di queste letture è stata l'originalità, per trama o personaggi, il che me le ha fatte apprezzare.


Attualmente ho in lettura:

LA CASA PER BAMBINI SPECIALI DI MISS PEREGRINE di Ransom Riggs
IL CORVO ROSSO DELL'ALTA SOCIETA' di Daniele Imbornone.
L'ODORE DELLA POLVERE DA SPARO di Attilio Coco

Per quanto concerne i film, di rilevante ho visto:

  • LUI E' TORNATO di David Wnendt: cosa accadrebbe in Germania se tornasse, all'improvviso, Adolf Hitler? Come si comporterebbe l'ex-Fuhrer? Continuerebbe ad avere sempre i suoi programmi politici nazionalistici, fanatici e aggressivi? Quanto e che genere di seguito troverebbe? Godetevi la surreale e simpatica risposta data da questo film - RECENSIONE
  • LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT di Gabriele Mainetti: siete pronti a conoscere un ladruncolo romano trasformato suo malgrado in un supereroe, una ragazza dolce ma un po' strana con la fissa di Jeeg Robot d'acciaio, e un criminale folle e megalomane? - RECENSIONE



ED ORA TOCCA A VOI!
SE VI VA, DITEMI NEI COMMENTI COME SONO ANDATE LE VOSTRE LETTURE, SE QUEL CHE AVETE LETTO VI E' PIACIUTO O MENO, 
E QUALI LETTURE VI ASPETTANO!  

giovedì 30 giugno 2016

Recensione film: LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT di Gabriele Mainetti



Finalmente sono riuscita a guardare un film che mi è stato consigliato di vedere, ed in effetti non son rimasta delusa.


LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT 


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Uscita: Febbraio 2016

Regia: Gabriele Mainetti


ATTORI: Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Ilenia Pastorelli, Francesco Formichetti, Salvatore Esposito, Antonia Truppo.


Il film non vuol essere una trasposizione del manga Jeeg robot d'acciaio di Go Nagai, che soprattutto le generazioni dei mitici Anni '70 e '80 conoscono, ma un omaggio allo stesso.
Il supereroe potente e dalla forza sovrumana c'è ma non sa di esserlo, anzi quando lo incontriamo per la prima volta è tutto fuorché un eroe dei fumetti deciso a lottare per il bene dell'umanità.


Il ladro, lo Zingaro e la ragazza un po' strana

Il protagonista è Enzo Ceccotti (C. Santamaria), un giovane romano dedito alla vita criminale e ai furti che, una sera, proprio dopo aver rubato un orologio, per sfuggire alla polizia che lo sta inseguendo, si nasconde presso le rive del Tevere sotto Ponte Sant'Angelo. Lì, dopo essersi buttato nelle acque, entra a contatto con delle sostanze radioattive contenute in alcuni bidoni nascosti sotto la battigia. 
A parte una nottataccia passata con la febbre alta, al mattino Enzo sta di nuovo bene.
Ciò che non sa è che il bagno nelle acque del Tevere ha avuto un che di miracoloso e gli ha donato dei superpoteri, di cui non si renderà conto immediatamente.

Intanto conosciamo altri delinquenti, e se Enzo è un orso solitario, di poche parole e senza amici, Fabio "lo Zingaro" (L. Marinelli) è esattamente il suo contrario: è il classico malavitoso che guarda e sogna un po' troppo in grande, che non vuol passare inosservato nella capitale, insomma un tipo con manie di grandezza, amante della musica anni '80 (Anna Oxa in primis) che sogna di fare un giorno il colpaccio per il quale tutti finalmente si accorgeranno di lui.
Un tipo leggermente pericoloso, ecco.
fabio "lo zingaro"

Nel clan di Fabio c'è un uomo che il nostro Enzo conosce, Sergio, il quale ha una figlia, Alessia (I. Pastorelli); quest'ultima è una ragazza che "ha perso la testa" da quando è morta la mamma; ha evidenti problemi psichici ed ha una vera e propria ossessione per il cartone animato Jeeg robot d'acciaio. 
Enzo la conosce dopo essere andato da Sergio a vendergli l'orologio rubato per ricavarne qualche soldo; l'altro gli chiede di accompagnarlo a fare un altro servizietto per una piccola partita di cocaina, ma le cose precipitano e... Sergio muore.

A questo punto, la vita solitaria di Enzo, da sempre passata in una lurida e sporca casetta a guardarsi dvd porno, mangiando in pratica sempre e solo yogurt, cambia letteralmente dal momento in cui va in soccorso di Alessia - rimasta sola dopo la morte del padre, della cui fine ancora non sa nulla -, che viene aggredita da Fabio e dai suoi scagnozzi per la storia della droga.
Alessia riconosce Enzo, e la sua testolina un po' fragile lo associa al suo amato supereroe: per lei Enzo è Hiroshi Shiba, l'eroe di Jeeg Robot d'acciaio, e da lui si aspetta che salvi il mondo dai cattivi.

Entrambi soli, Enzo ed Alessia stringono un singolare legame: lei riesce, con la sua semplicità, la sua ingenuità e nonostante la fissa per Jeeg (anzi, forse un po' anche grazie a quella), ad entrare piano piano nel cuore indurito di Enzo, che però non è "un cuore di panna" e non sempre riesce ad essere gentile con la povera ragazza, i cui problemi sono stati favoriti da brutte esperienze con gente che le ha fatto purtroppo del male.

Intanto, la fama di Enzo quale "super criminale" dalla forza erculea si va diffondendo e quando il folle e cattivissimo Fabio capisce che Enzo ha in effetti qualcosa di speciale, farà di tutto per scoprirne il segreto e poter diventare potente, invincibile, insomma un criminale capace di tenere in pugno Roma e chissà cos'altro.


Considerazioni

Il film inizia come una sorta di "Gomorra romana", in cui al centro di tutto vi è la malavita con i suoi loschi traffici, le sue azioni crudeli ed efferate: gente sfregiata e ammazzata per niente, Rottweiler affamati pronti a mostrare la dentatura - e non per la pulizia, eh; partite di droga, romani in affari con napoletani (a tal proposito, nel film c'è Salvatore Esposito, il famoso Genny Savastano di Gomorra, in perfetto stile "camorrista napoletano"), insomma, si potrebbe pensare: "niente di nuovo" rispetto al solito, ma non è così.

Il genere gangster/noir ben presto si mescola ad altri generi, che vanno dal drammatico all'avventuroso in un mix di fantasia e realtà.

In una realtà assolutamente negativa si inserisce di punto in bianco l'aspetto fantasioso, dovuto ai superpoteri di cui vien dotato inaspettatamente Enzo, che tutto vuol essere tranne un uomo speciale, un eroe, ed infatti il suo unico scopo - dopo aver realizzato la propria sovrannaturale natura - è usare le proprie capacità per commettere crimini con più facilità.

Ma non ha fatto i conti con la dolcezza e l'innocenza di una ragazza che riesce a cambiarlo piano piano, a furia di insistere con la storia di Hiroshi e della salvezza dell'umanità.
Per Alessia è scontato che i poteri di Enzo debbano essere usati per far del bene: come fa lui a non capirlo? Si deciderà un giorno a indossare la maschera di Jeeg e a portare avanti la missione che gli è stata affidata?

alessia - enzo
Una cosa è certa: i cattivi non mancano, e uno di questi è proprio Fabio, un osso duro difficile da spezzare...

Il personaggio di Alessia è quello che dà momenti simpatici e teneri alla storia, ma anche quelli più drammatici e (per una lacrima facile come me) commoventi.
Il caratteraccio di Enzo, duro, sempre sulle sue, convinto di non volere amici, di non aver bisogno di nessuno, vivrà la sua evoluzione grazie ad Alessia, unica presenza positiva nella sua vita.
Molto forte e carismatico anche il personaggio di Fabio, con la sua lucida follia e i suoi malvagi piani per emergere dalla massa anonima della delinquenza romana.

Gli attori sono tutti molto bravi, e se, ad es., di Santamaria lo si sapeva già, vederlo in attori emergenti, come Ilenia Pastorelli, è stata una piacevolissima scoperta.
Un po' come spesso accade in questo genere di film in cui il sostrato culturale è piuttosto basso perchè popolato da criminali, i dialoghi sono in dialetto, quindi in un romanaccio doc, il che, unito all'ambientazione "di borgata", contribuisce a dare quel tocco di realismo alla storia che viene poi sapientemente mescolato, come dicevo, all'elemento "fantastico"; l'introduzione del supereroe è assolutamente calato nella realtà di riferimento, senza enfatizzazioni (come accade ad es. nei famosi film su Superman, Batman e tutto il cucuzzaro), e l'aspetto fantasy non viene esagerato.

Trovo sia un film davvero originale, fatto bene, che fa vivere allo spettatore molti momenti adrenalinici e concitati, intervallati ad altri più "teneri", e lascia incollati allo scherno fino alla fine.
Lo chiamavano Jeeg robot ha tutte le caratteristiche per piacere e, a prescindere dal vostro anno di nascita e se abbiate conosciuto e/o amato questo personaggio dei fumetti, se c'è una cosa che forse ci accomuna, non dico tutti, ma almeno in tanti, è lasciarci andare ai sogni ad occhi aperti e immaginare che da qualche parte nel mondo ci sia davvero un supereroe pronto a sbucare all'improvviso (non necessariamente da un cabina telefonica, visto che stanno scomparendo) per venirci in aiuto quando ce n'è bisogno.
Sono cose che accadono solo nei libri, nei film e nei sogni, ma ogni tanto giocare di fantasia non può che farci bene .


DA GUARDARE! 


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