domenica 30 aprile 2023

APRILE, TRA LETTURE E ANIME FALSE

 

Buona domenica, lettori!

Come sono state le vostre letture di aprile?

Ecco le mie:


LETTURE DI CARTA:

1. MIMÌ L'ORTISTA INCONTRA GLI AMICI DEL SUOLO di M.Conci&M.Luise (4,5/5): libro per bambini a tema educazione ambientale, il primo di una serie e in questo primo appuntamento ci si occupa della terra. IDEALE PER SENSIBILIZZARE BAMBINI DI INFANZIA E PRIMARIA AL RISPETTO PER IL SUOLO.


LETTURE VIRTUALI

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2. LA MOGLIE IMPERFETTA di B.A. Paris (3.5/5): dimenticare sempre di frequente chiavi, luogo del parcheggio ecc... è già preoccupante; se a questo si aggiungono paranoie e allucinazioni, e beh, forse è la demenza che avanza! E se fosse qualcuno ad architettare i presunti episodi di smarrimento così da far impazzire la povera protagonista? ADATTO A CHI CERCA UN THRILLER SCORREVOLE SENZA ALTI LIVELLI DI SUSPENSE.

3. LA LUCE NATURALE di M.Archetti (4.5/5): una madre morente può diventare l'occasione per una sorella e due fratelli di ritrovarsi gli uni di fronte agli altri nel dolore... o per rinfacciarsi veleni e risentimenti. IDEALE PER CHI NON DISDEGNA DI SBIRCIARE DAL BUCO DELLA SERRATURA DI UNA FAMIGLIA CON NON POCHI PROBLEMI.

4. LO DICIAMO A LIDDY? di A. Fine (5/5): quattro sorelle unite, apparentemente "una per tutte e tutte per una" come i moschettieri e le sorelle March, ma in realtà i loro rapporti sono stati sporcati da segreti, tradimenti, indifferenza, desideri di vendetta. ADATTO A CHI CERCA ROMANZI BREVI MA COINVOLGENTI, CON PARTICOLARE ATTENZIONE AGLI ASPETTI EMOTIVI E PSICOLOGICI.

5. LA RINNEGATA di V. Usala (5/5): la drammatica storia di una donna bella e determinata, che, inserita in un contesto di paese piccolo "dove la gente mormora", pagherà care la propria bellezza e il proprio spirito di indipendenza. IDEALE PER CHI CERCA STORIE DI DONNE INDIMENTICABILI.


READING CHALLENGE 


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Avevo scritto che, tra gli obiettivi di aprile, mi sarei buttata su Yoshimoto, ed è vero in parte, nel senso che ho letto una cosuccia rientrante nell'abbonamento Kindle Unlimited, ma era troppo breve, non mi andava di inserirlo e allora ho optato per un altro autore.

Il racconto di Banana è LA LUCE CHE C'È DENTRO LE PERSONE (una brevissima storia di amicizia, delicatissima e struggente) e ve ne parlerò quando avrò letto qualcos'altro di suo, in quanto è davvero un raccontino piccolo piccolo e ci sarebbe poco da dire.

Circa la scelta, essa è ricaduta su Alexandre Dumas padre, una garanzia anche quando il romanzo in questione non è tra i più famosi e il linguaggio è arcaico.

6. PAULINE (o IL CONTE ASSASSINO) di A. Dumas (4/5): una fanciulla pura e ingenua sposa un conte scaltro e misterioso, che le farà vivere un vero inferno. ADATTO AGLI AMANTI DEI CLASSICI CON SFUMATURE GOTICHE.


Tra le letture di aprile più in alto in classifica, vi cito La rinnegata per il contrasto tra la protagonista (una donna tosta, volitiva, libera) e il contesto in cui vive, chiuso e trasudante pregiudizi e maldicenze, e Lo diciamo a Liddy? per la finezza psicologica.



CITAZIONE DEL MESE

"...crescere non significava smettere i panni di sé stessa per diventare un’altra, ma ritrovare la bambina che era stata e tenderle la mano, senza vergogna." (V. Usala, "La rinnegata")



SERIE TV

Vi avevo anticipato che stavo guardando ANIME FALSE, una miniserie turca (tratta dal romanzo IN FUGA della scrittrice Perihan Magden) avente come protagoniste una mamma e sua figlia, in giro per il mondo, che passano da un albergo all'altro, cambiando identità e cercando di passare inosservate senza riuscirci. 
Delle due donne non sappiamo il nome: la mamma la conosciamo sempre e solo come MADRE, mentre la figlia (di circa quattordici anni) viene chiamata BAMBI, come il noto personaggio della Disney,
Non è un caso, ovviamente, in quanto la favola del cerbiatto e della sua mamma attraversa tutta la serie, anzi è, in un certo senso, una rappresentazione del legame simbiotico (e morboso) tra le due protagoniste.

Ad ogni puntata, le vediamo in un hotel, che cercano di starsene per i fatti propri, limitando all'essenziale ogni rapporto con gli estranei, godendo giusto un po' delle comodità della vacanza; si intuisce da subito - e poi verrà spiegato nel corso della stagione - come la Madre abbia un passato doloroso, in cui spicca in particolare la figura materna: la Nonna era una donna anaffettiva, priva di alcun tipo di amore e cura verso la figlia, anzi era proprio spietata verso di lei.
La Madre non vuole ripetere con Bambi i medesimi e tristi errori fatti dalla propria con lei, ma rischia di eccedere nell'altro verso e di soffocare Bambi, di negarle un'esistenza normale, fatta di quelle esperienze e di quei rapporti interpersonali necessari per crescere in modo equilibrato.

Bambi non sa nulla del mondo esterno, che vive un po' con la curiosità e l'infantile entusiasmo di un'eterna turista, e un po' con la paura di possibili nemici (le tanto temute anime false) che minacciano la sicurezza sua e della mamma.
Del resto, se sua madre fugge di qua e di là, se non rivela mai i loro nomi a nessuno, se non dà confidenza ad anima viva, un motivo ci sarà. Da chi fugge?  Di cosa e di chi ha paura? Da chi vuol proteggere la sua bimba? 
Bimba è il nomignolo affettuoso con cui di frequente chiama la figlia, tra l'altro ostinandosi a vestirla come una collegiale un tantino eccentrica, cosa che fa scattare la domanda: ma se hai paura di essere notata, non sarebbe il caso di optare per un outfit meno... appariscente??

In ogni puntata accade qualcosa di "noir", per cui qualcuno paga il prezzo di essersi messo sulla strada della Madre, magari intralciandone disgraziatamente le vacanze da fuggitive, il che attira l'attenzione della polizia, che comincia a cercare mamma e figlia in lungo e in largo, ma arrivando puntualmente troppo tardi e limitandosi ad intervistare i testimoni (solitamente personale dei vari alberghi).

Man mano che si va verso la fine:

- ci si chiede diverse cose: Sì, ok, tutto sto fuggire...: ma da chi precisamente? E dove trovano i soldi per viaggiare da un luogo all'altro e da un hotel all'altro (mica la taverna o il B&B a due stelle, eh)?
- come si chiamano davvero mamma e figlia?
- sale la suspense per le sorti delle due, che si ritrovano alle calcagna sia la polizia che qualcun altro, emerso dritto dritto dall'oscuro passato della Madre, che sin da giovanissima ha preso decisioni drastiche pur di proteggere sé stessa e la piccola (è rimasta incinta quando era poco più che un'adolescente).

Finale, a mio avviso, sensato ma anche inevitabile e che va a "risolvere" il legame ossessivo e pieno di ansie della madre con la figlia, che dovrà pur crescere a imparare ad affrontare il mondo da sola, proprio come il cerbiatto della Disney.

Non so se ci sarà, ma mi piacerebbe seguire Anime false anche in una seconda stagione perché questa mi è piaciuta molto, l'ho trovata coinvolgente, avventurosa, ricca di mistero e tensione.


mercoledì 26 aprile 2023

[[ LIBRI A TEMA ]] I DESAPARECIDOS


I libri che vi propongo oggi convergono tutti attorno a una parola: desaparecidos.

Era il 1976 quando a Buenos Aires un consiglio di militari, composto dal generale Jorge Rafael Videla, dall’ammiraglio Emilio Eduardo Massera e dal brigadiere Orlando Ramón Agosti, (ri)prendeva in mano il potere, deponendo Isabel Perón, moglie dell’ex dittatore Juan Perón, il quale - pur avendo trionfato alle elezioni nel '73 -  fallì nel riportare l’ordine nel Paese nonché sul versante economico, lasciando l'Argentina in una profonda crisi.

Così, il 24 marzo 1976 un colpo di stato militare portò alla conquista del potere in Argentina, da parte di Videla che sospese la Costituzione e instaurò un regime di terrore.

Da quel momento iniziarono ad alternarsi al vertice diversi generali, che intrapresero il “Processo di Riorganizzazione Nazionale”, commettendo molti efferati delitti politici e portando il Paese all’isolamento internazionale.
Una  vera e propria “guerra sporca” portata avanti con metodi violenti nei confronti di chiunque si opponesse alle politiche governative e quindi fosse da considerare nemico del Paese; questa gente andò incontro a sequestri, violenze, torture: la maggior parte di loro veniva prelevata dalle proprie case di notte, sottoposte a torture, sevizie.
Si trattava di studenti, sindacalisti, lavoratori, uomini e donne e  furono più di 30mila a perdere la vita in circostanze "misteriose" e mai chiarite: i desaparecidos, oppositori, o presunti tali, arrestati o  fatti sparire nel nulla.

Il dittatore Videla restò al potere dal marzo 1976 al 1981, fu lui il principale responsabile del dramma dei desaparecidos, e del conseguente destino dei figli di queste persone, che spesso venivano loro sottratti per poi essere affidati a famiglie vicine alla giunta militare. 
A lui si devono anche i “voli della morte”, durante i quali i prigionieri venivano sedati e gettati in mare dagli aerei.
Non ci sono mai state esecuzioni ufficiali in quei terribili anni, erano tutte "operazioni" clandestine: niente morti, quindi ma soltanto persone scomparse. Desaparecidos, appunto.


Ecco alcuni libri per chi volesse leggere qualcosa sul tema.

 

Nessun amore più grande

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di Domenico Del Coco 
(Cavinato, 2016)

Buenos Aires, oggi. La vita tranquilla di una famiglia come tante viene stravolta dall'argomento della tesi scelto dal figlio Esteban: i desaparecidos.
Il ragazzo comincia a notare atteggiamenti e silenzi fino a quel momento trascurati e il lettore scoprirà  i segreti di questa famiglia e, soprattutto, i drammatici eventi che coinvolsero gli argentini ma anche il resto del mondo. Chi erano i desaparecidos? Cosa sono i voli della morte?






I vent'anni di Luz
di Elsa Osorio
(TEA, 2007)

L'Argentina degli anni Settanta è quella del periodo buio della dittatura militare. In un campo di prigionia vicino a Buenos Aires, Liliana, una studentessa comunista, dà alla luce una bambina, che - in seguito alla morte della madre, viene affidata a diverse persone. Una volta adulta e sposata, Luz ripercorre a ritroso la propria esistenza in un'intensa e frenetica indagine che la porterà a scoprire la sua vera identità. 



L' isola del silenzio. 
Il ruolo della Chiesa nella dittatura argentina
(Fandango, 2021)

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Il giornalista ricostruisce la storia del campo di concentramento in una delle isole del Río Tigre, chiamata El Silencio, in cui i detenuti sono vittime di un misterioso programma di "disintossicazione e rieducazione". 
Attraverso le agghiaccianti testimonianze dei sopravvissuti e dei parenti dei desaparecidos, Verbitsky ricostruisce la storia di questo terribile campo di prigionia, svelando retroscena inediti del rapporto che legò, negli anni della "guerra sporca", il regime militare e le gerarchie ecclesiastiche. L'inchiesta incrocia alcune delle figure più importanti del Vaticano di ieri e di oggi, dal nunzio apostolico Pio Laghi fino a papa Paolo VI, analizzando anche le azioni di Jorge Bergoglio.



 Piccoli combattenti
(Guanda, 2016)


Nell'Argentina degli anni Settanta, all'inizio della dittatura, i genitori - militanti montoneros - di due ragazzini (sorella e fratellino) sparirono all'improvviso. Rimasti a vivere con gli zii e le due nonne, i bambini imparano a vivere, aggrappandosi all'affetto che li lega e agli ideali in cui sono stati cresciuti, e scoprono insieme che tutte le storie hanno diritto a un lieto fine. 
Un romanzo che racconta la quotidianità ai tempi tragici della dittatura militare con la voce meravigliosa di una bambina, ingenua ma saggia, a volte perfino ironica, che sa trovare parole vere per restituire l'incredulità, l'amore, la paura e la compassione.



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Sotto il cielo di Buenos Aires
di Daniela Palumbo
(Mondadori, 2016)


Nel 1952 Ines lascia l'Italia per andare con la famiglia a Buenos Aires, ma insieme a nuove amicizie ed esperienze, conoscerà una dittatura sanguinaria, e impara una parola che la segnerà nel profondo: desaparecidos. Si può davvero sparire per sempre? La ricerca della verità fa il giro del mondo e arriva ai nostri giorni, toccando le vite di tante persone che condividono tutte un grande segreto e un unico destino da ricostruire. Un romanzo che affronta con forza, intensità e speranza una delle pagine più crudeli della Storia. Età di lettura: da 11 anni.





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lunedì 24 aprile 2023

♣️ RECENSIONE ♣️ LO DICIAMO A LIDDY? di Anne Fine


Quattro sorelle unite da un legame fortissimo, quasi simbiotico; ma basta l'ombra di un pettegolezzo (che potrebbe essere vero, chissà) ed ecco che l'euforia per l'imminente matrimonio di una di loro viene intaccata, creando una spaccatura dalla quale verranno fuori risentimenti, vendette, spietate indifferenze e un segreto atroce.


 LO DICIAMO A LIDDY? 
di Anne Fine



Adelphi
trad. O. Crosio
185 pp
Bridie, Heather, Liddy e Stella Palmer sono quattro sorelle legatissime tra loro; stanno sempre insieme, cucinano prelibati pranzetti l'una per l'altra, si tengono i figli reciprocamente, si prestano a vicenda libri, stufe e vestiti per occasioni speciali. 
Non fanno che trascorrere ore al telefono, ciarlando di cose serie e meno serie, confidandosi pettegolezzi, ansie e trionfi, accorrono se una di esse ha bisogno, venendo incontro ai bisogni e ai desideri di tutte e delle loro famiglie.
Una famiglia molto molto unita, che ha superato anche l'allontanamento che, non di rado, capita tra fratelli e sorelle dal momento in cui muoiono entrambi i genitori.

Fatta eccezione per Heather, le altre tre sono sposate e con figli; Liddy, però, ha un matrimonio naufragato alle spalle ma s'è ripresa benissimo grazie al suo nuovo amore, George.
George è l'uomo ideale, il patrigno comprensivo e amichevole, il nuovo cognato simpatico e alla mano.

Ma... su di lui c'è un'ombra, che sbuca direttamente dal passato: Stella confida, imbarazzata ed esitante (davvero o per finta?) a una sbigottita Bridie che su George girano delle voci sgradevoli; per carità, non è detto sia vero eh, ma la signora Moffat le ha detto che il fidanzato della loro amata Liddy in passato è stato accusato di qualcosa di molto grave, accuse che però non hanno portato a nulla "per insufficienza di prove".
E, a voler essere pignoli, prove insufficienti non è automaticamente sinonimo di innocenza, no?

Bridie non ha dubbi: lo diciamo a Liddy, no? Ovvio, non possiamo nasconderglielo!! È nostra sorella, è innamorata ed euforica, sta per sposare quest'uomo che, a quanto pare, dietro quella facciata di irreprensibilità, nasconde degli scheletri che non possono essere ignorati, tanto più che Liddy ha due ragazzini in casa, che trascorrono non poco tempo con George...!

Ma la determinazione di Bridie si scontra con i dubbi di Stella: lei non vuol dirglielo. Non ha intenzione di prendersi la responsabilità di portare scompiglio in famiglia, di mandare all'aria il matrimonio della sorella per una informazione che, in fondo, potrebbe essere un pettegolezzo!

"...se la felicità di Liddy è appesa a un pettegolezzo forse non vale un granché?"

Ma Bridie ne parla con Heather e, dopo aver mal digerito la notizia che Heather e Stella ne avevano parlato già da un paio di mesi, tenendola all'oscuro, convince le altre due a superare l'impasse e a vestirsi di sincerità e lealtà: se fossero al posto di Liddy, e stessero per legarsi in matrimonio a un uomo, non vorrebbero sapere tutto di lui, peccatucci compresi?

Stella e Heather sembrano accettare la posizione di Bridie: dopotutto chi più di lei è adeguata ad analizzare situazioni famigliari complesse e problematiche, essendo un'assistente sociale, abituata ad avere a che fare con casi umani belli pesanti?

Ed è così che, tramite una telefonata, Liddy viene informata del pettegolezzo che si bisbiglia sul suo George.

Liddy non la prende bene, manco un po'.
Si arrabbia con le sorelle guastafeste ed impiccione ma, in particolare, ce l'ha a morte con Bridie, indicandola quale la mente di tutto quel piano diabolico, frutto solo di una grande invidia da parte della sorella - da sempre abituata a ricoprire il ruolo della maestrina, della comandante, di quella più saggia tra loro - che vuol solo rovinarle la vita.

Insomma, tra Bridie e Liddy si crea una voragine, una lontananza che sembra incolmabile.
Da un giorno all'altro, tutto cambia tra le sorelle Palmer: Heather e Stella sono in imbarazzo, non sanno come comportarsi con le due sorelle ai ferri corti.
Se danno ragione a Liddy, Bridie si arrabbia; se sostengono Bridie, Liddy dà in escandescenza.

Ma non si può sempre pensare di essere la Svizzera della situazione e uscirne indenni: non con Bridie, almeno, che essendo una persona dalla personalità forte, dal carattere deciso, dai principi solidi, non sopporta l'atteggiamento omertoso delle sorelle, che ritiene delle grandissime vigliacche.

Non riesce a capire come sia possibile che Liddy se la sia presa solo con lei, e invece abbia con facilità "perdonato" Heather e Stella.
Perché questa disparità di trattamento? 
Liddy ha qualcosa contro Bridie, di cui quest'ultima non è a conoscenza?
Sembrerebbe di sì, visto il muro di crudele indifferenza e di silenzio alzato da Liddy, che continua bellamente la sua vita come prima, invitando le sorelle alleate e passando del tempo con loro, parlando delle solite cose e, in più, dell'organizzazione dell'imminente matrimonio.

Matrimonio al quale, ovviamente, Bridie non è intenzionata ad andare: perché dovrebbe, se lei e la futura sposa neppure si parlano??

Quella che è sempre stata una certezza nella sua vita - la famiglia -, adesso sta crollando e Bridie si sente emarginata ingiustamente e privata di tutto ciò che dava gioia alla sua vita e colore alle sue giornate.

"Ma a volte si sentiva improvvisamente mutilata. Non c’era un’altra parola per descrivere quello che provava. Il senso di privazione era fortissimo, quasi fisicamente insopportabile."

In tutta questa complicata situazione, ci sono i mariti, che guardano perplessi le scaramucce delle mogli; in particolare, il marito di Bridie - Dennis - lo vediamo barcamenarsi tra il cercare di dare supporto alla moglie e il suo non capire il perché di tutto questo teatrino, quando sarebbe bastato farsi i fatti propri e tutti sarebbero stati felici e contenti.

Ma Bridie non poteva far finta di nulla e, al pettegolezzo su George, si è aggiunta il punto morto in cui adesso è finito il rapporto tra le quattro sorelle Palmer.

Che n'è stato del loro legame? È bastato un nonnulla, una cosa sussurrata da un orecchio all'altro, un fraintendimento..., uno scivolone, se vogliamo, per allontanarle?

Certo, Liddy, la "creatura effervescente, quell’affascinante miscela di piccole debolezze e grandi entusiasmi" che era la sua sorellina prossima al matrimonio col perfettino George, non può sopportare l'idea che qualcuno le rompa le uova nel paniere! E quindi che fa? Invece di ringraziare Bridie per la sua scomoda onestà, le dà addosso e, perfidamente, fa anche in modo da allontanarla da Stella e Heather?

Non parliamo di queste due poi: passi Heather, che è sempre stata superficiale, una donna pratica, scarsamente sentimentale ed affettuosa, ma Stella? Stella che fa tanto l'amica, la sensibile..., si è rivelata invece una strega, una serpe in seno, un'ipocrita! E chissà come gode della rottura tra tutte loro e Bridie!

Ma perché? Bridie si sta scervellando per capire cosa le sta sfuggendo e, grazie ai momenti di sfogo con i colleghi, riuscirà a mettere a fuoco ciò che le era sempre stato davanti ma che non aveva mai visto (o voluto vedere?).

E così, i segreti aumentano, coinvolgono anche lei e, soprattutto, mettono sempre più in luce una lunga serie di falsità, tradimenti, rancori, vendette, malignità, che fino a quel momento era stata debitamente nascosta sotto il tappeto, e che alla prima occasione è emersa, lasciando dietro rabbia, rivalsa, un sentimento molto simile all'odio, un desiderio di vendicarsi pauroso.

 «Non c’è niente di peggio delle famiglie unite (...) Quando scoppia una lite, non c’è nessun esterno che possa ridimensionare le cose. Il problema diventa abnorme e non si riesce a pensare ad altro».

Sarà possibile ricucire la lacerazione creatasi tra le quattro sorelle, tanto più dopo un susseguirsi di verità atroci svelate che, inevitabilmente, faranno precipitare un legame che pareva inossidabile?

Anna Fine è abilissima nel presentarci questa famiglia, nel raccontarci di relazioni famigliari fin troppo strette, al limite del soffocamento (tant'è che inizialmente, quando si allontana dalle tre sorelle, Bridie sembra quasi godere del tempo che adesso ha a disposizione per sé stessa), per poi aprire gradualmente il velo e mostrarci come, dietro la facciata di solidarietà, accoglienza, aiuto, comprensione, dietro i cumuli di chiacchiere, oltre il fumo del barbecue, tra una tartina e un bicchiere di vino, c'è molto marcio: da tempo covavano ipocrisie, bugie, segreti, scorrettezze, insomma non era la famigliola unita e felice che sembrava, dall'esterno ma anche dall'interno.

C'è una sottilissima perfidia che serpeggia lungo tutta la narrazione, che a tratti sembra quasi divertente ma che, in realtà, fa riflettere sulla complessità dei rapporti interpersonali, su come l'essere umano sia capace di fingere per mesi e anni, elargendo sorrisi quando invece si pensano "le peggio cose", passare tanto tempo insieme fingendo che a regnare siano pace e armonia ma dentro,in fondo al cuore, si sono annidati semi di discordia.

La famiglia è un microcosmo che solitamente associamo a sensazioni belle, di sicurezza, rifugio, solidarietà..., ma - proprio in quanto capace di custodire tanto amore - è altresì capace di fare altrettanto posto all'odio.   

Lo spettatore segue lo svolgersi degli eventi attraverso una narrazione essenzialmente dialogica, vivacissima, trascinante, che lo fa sentire spettatore di questa commedia famigliare che, per quanto sia leggera vivace nei toni e nel ritmo, lascia un sapore amaro, dovuto all'alta dose di veleno presente nel legame tra sorelle.

I personaggi sono tratteggiati psicologicamente con grande maestria, anche se su tutti spicca Bridie, perché il punto di vista narrativo è affidato a lei.

La vediamo ragionare, arrovellarsi il cervello nel cercare un senso logico alle ripicche delle sorelle, divisa tra il cuore (che le suggerisce di mettere da parte l'orgoglio) e la ragione (che le suggerisce di non cedere perché è lei ad essere dalla parte della verità); Bridie sente che qualcosa dentro si è spezzato, che ha perso una parte importante della sua vita ed è stupita da quanto poco c'è voluto.

La vediamo anche cambiare, prendere consapevolezza che nessun affetto, alla fine, è indispensabile, che può star bene anche da sola, con marito e figli. Eppure..., un malessere dentro continua a serpeggiarle, a tormentarla, insinuando dubbi e timori, fino a foraggiare le sue emozioni negative, alimentando rancori e odio, col rischio di esserne surclassata e schiacciata.

Questo romanzo è stata una bella scoperta, l'ho divorato, ha tutti i requisiti per tenere avvinto il lettore che desidera lasciarsi coinvolgere da beghe famigliari, dalla spietata tensione emotiva che ne segue e che attraversa in modo vivido e forte tutta la narrazione, crescendo man mano, dal fiume di sentimenti negativi che mettono sotto assedio quattro donne, che ne diventano vittime.

È un libro di fine anni '90 ma tanto attuale e mi è piaciuto molto, anche per lo stile molto contemporaneo dell'autrice e per il suo scavare nell'intimo dei suoi personaggi con sconcertante schiettezza.

Curiosità sulla scrittrice: Anne Fine è autrice di numerosi libri per bambini/ragazzi (compreso, ad es., "Madame Doubtfire", da cui è stato tratto il celebre film).


ALCUNE CITAZIONI 

"Famiglia piccola o numerosa, chiusa o allargata, questo non aveva importanza, ma la forza degli affetti sì, moltissima. E gli affetti non erano ragnatele, ma funi robuste e durevoli, a cui potevi aggrapparti per andare avanti."

"Quanta parte della sua vita, della sua personalità, era stata assorbita dagli altri? La sua famiglia era stata come un gigantesco albero dai rami che arrivavano raso terra, alla cui ombra non poteva germogliare nient’altro. Ma ora, al sole, era tutto diverso."

"...per spegnere la sete di vendetta possiamo arrivare a qualunque cosa. Sapeva che per ottenere soddisfazione possiamo buttare al vento tutto – verità, coscienza, gentilezza d’animo... tutto. Accecati dal livore, tessiamo le rivincite più machiavelliche. Ma dovremmo sentirci in colpa per questo?"




domenica 23 aprile 2023

[ 23 APRILE 2023 ]] 📚 GIORNATA MONDIALE DEL LIBRO E DEL DIRITTO D'AUTORE 📚

  





Con questo mio post desidero celebrare la GIORNATA MONDIALE DEL LIBRO E DEL DIRITTO D'AUTORE.

La Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore nata nel 1996 per promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la tutela del copyright, si celebra il 23 aprile, giorno in cui sono morti nel 1616 tre scrittori considerati i pilastri della cultura universale: Miguel de Cervantes, William Shakespeare e Garciloso de la Vega. (Maremosso, Feltrinelli)


Se vi va di condividere qualcosa in merito - un pensiero, una riflessione, una citazione, un'esperienza ecc... - siete assolutamente liberi di farlo, e anzi mi farà molto piacere.

A

A come AMORE

L'amore per i libri e la lettura è sicuramente il motore, la causa prima che guida noi lettori in questa passione.

B come BIBLIOTECA

Nota dolente, per me: io non ho l'abitudine di frequentare la biblioteca, non ho manco la tessera... Lo so, è gravissimo per una lettrice accanita come credo di essere, ma... è così. Gli unici libri presi in prestito, in vita mia, risalgono ai tempi della scuola.

Ammiro chi, invece, a differenza di me, la frequenta e ne usufruisce. Fate bene 


C

C come CARTA

Ma c'è qualche lettore nel globo terracqueo che non ami il libro in quanto oggetto fatto di carta, inchiostro..., da toccare, sfogliare, odorare...? 

Io leggo molto in digitale e, per carità, riconosco la comodità e i vantaggi (su vari fronti) degli ebook, ma quando ho un libro CARTACEO tra le mani... è come se si instaurasse una sorta di legame con il volume stesso e la lettura assume una connotazione..., non so come spiegarvi, quasi sentimentale, romantica, "affettiva".

D

D come DORMIRE

Sì sì, proprio dormire, nel senso: 

- leggere prima di andare a dormire: abitudine irrinunciabile (anche se io raramente leggo quando sono a letto);

- leggere di sera, invece di guardare la tv o di stare al pc, mi rilassa e mi prepara a dormire con più tranquillità.

E

E come EMPATIA, EMOZIONI

Oltre a provare tante e diverse emozioni, leggere aiuta a comprendere il proprio mondo interiore,

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  favorisce lo sviluppo delle capacità empatiche in quanto il lettore si riconosce emotivamente con i personaggi, impara a dare un nome al proprio vissuto emotivo, a distinguere stati d'animo propri ed altrui (stimola l'Intelligenza Emotiva, in pratica). 


F

F come FELICITÀ

Semplice semplice: leggere mi rende felice. Che devo fà?


G

G come GELOSIA

Ma voi siete gelosi dei vostri libri? Li prestate volentieri? E se lo fate, state in ansia al pensiero che il libro potrebbe tornarvi sciupato o, non sia mai!!, non tornarvi affatto, nonostante abbiate precisato che si chiama PIETRO, COLUI CHE TORNA INDIETRO?

Io li presto e volentieri, dico la verità, anche se su alcuni (quelli del cuore) ho un po' d'ansia, al pensiero che la persona cui li presto potrebbe non trattarli coi dovuti riguardi.
Ed è in virtù di questi timori, che ci sono libri che presto più a cuor leggero ed altri che invece presto solo a lettori che so essere rispettosi come me.

Special letter  (al posto dell'H): K

K come KINDLE 


Amo la carta, l'ho detto, ma non sono una fondamentalista in merito. Ho abbracciato con entusiasmo l'evoluzione e l'approdo al digitale perché la trovo comodissima; il kindle è il mio fedele compagno, me lo porto ovunque, è innegabilmente più comodo del libro cartaceo, e non lo dico soltanto in riferimento all'eventuale numero di pagine (e quindi alla voluminosità) ma anche perché non vorrei rischiare di sciuparlo.

I

I come IMPARARE

Non so voi, ma io non leggo solo per il puro (e sacrosanto, legittimo e sufficiente) piacere di leggere,  per svagarmi, per viaggiare con la fantasia ecc..., ma anche per imparare cose nuove e non necessariamente mi riferisco a testi volutamente divulgativi, tipo saggi o testi di approfondimento di un determinato argomento (nel mio caso, psicologia, educazione, storia..., tematiche da me privilegiate), ma anche a romanzi ispirati a fatti/personaggi reali. 

Esempi: leggendo FIGLIE DEL MARE ho conosciuto le tristi storie delle Donne di conforto, con OGNI MATTINA A JENIN o COME IL VENTO TRA I MANDORLI ho approfondito il tema Palestina (Nakba, occupazione, apartheid...), grazie ai libri di Lucinda Riley e alla saga delle Sette Sorelle, ho avuto modo di cercare informazioni su personaggi interessanti esistiti (Beatrix Potter, Edvard Grieg...), immergendomi in LA STRANIERA (saga di Outlander) mi sono appassionata alla storia della Scozia e ai suoi tentativi di indipendenza dagli Inglesi.


L

L come LIBRERIA


Salvaguardiamo questi luoghi meravigliosi, compriamo in libreria, lasciamoci avvolgere da quella sensazione quasi magica che si prova nel varcare la soglia di una libreria: non so se capita pure a voi, ma quando giro tra gli scaffali pieni di libri, io mi dimentico di tutto il resto, mi sembra di essere approdata su un altro pianeta!

"Entrai nella libreria e aspirai quel profumo di carta e magia che inspiegabilmente a nessuno era ancora venuto in mente di imbottigliare" (C.R. Zafòn, fonte)


M come MATITA


Eh sì, matita.
Non succede, ma SE succede che proprio ho necessità e voglia di segnarmi una citazione o altro nel libro che sto leggendo, uso la matita.
Evidenziatori e colori solo ai tempi scolastici e universitari, per questioni di "metodo di studio".


N

N come NIENTE NOIA

Se leggi, non ti annoi perché sei in compagnia di tanti personaggi, li accompagni nelle loro vicende, problematiche, avventure ecc... e non c'è spazio per la noia. Se scappa lo sbadiglio (e non è perché state facendo le ore piccole per finire il vostro libro), forse in realtà vi sta piacendo poco 


O

O come OCCHI

Se è vero che leggere tanto (di sera soprattutto, e poi al pc, sul kindle, sulla carta...) mi sta fregando la vista, è ancor più vero che mi ha aperto, mi apre e mi aprirà altri tipi di occhi: quelli della mente, del cuore.

P

P come PROMUOVERE

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La sanissima e benefica pratica della lettura va promossa, stimolata, resa oggetto di interventi anche didattico-educativi ben organizzati, ad es. a scuola: gli adulti hanno il dovere e il compito irrinunciabile di incentivare la lettura, di educare i bambini, sin da piccolini, ad amare i libri.
Questo permette di stimolare l'immaginazione, l'intelligenza, l'empatia, arricchisce il vocabolario, le conoscenze, rendendo i bambini curiosi verso il mondo (i benefici della lettura sin dall'infanzia sono davvero tanti!).


Q

Q come QUANDO

Quando leggete? C'è un momento della giornata che preferite o che, al netto degli impegni quotidiani, riuscite a dedicare (e a strappare, magari) alla lettura?

Io leggo soprattutto nel primo pomeriggio (dopo aver pranzato e sistemato in cucina) e la sera, prima di andare a nanna, E poi in qualsiasi ritaglio di tempo, of course.


R

R come RELAX

.

Inutile dire che una delle motivazioni per cui leggo sia anche il desiderio di rilassarmi, liberare la mente da problemi e pensieri del vivere di tutti i giorni, e anche un po' per farmi i fatti altrui senza cattive conseguenze 


S

S come SEGNALIBRO

Ho dei segnalibri di vario tipo, da quelli regalatimi in libreria a quelli scambiati con altri lettori, ma non vi nascondo che all'occorrenza (e in stato di necessità) qualsiasi cosa può diventare un segnalibro.


T

T come TEMPO

Troppo poco, ragà.
Il tempo per leggere è sempre troppo poco e - c'avete fatto caso???? - corre velocemente, più di quello passato, che sò, a lavorare o a casa a far servizi o a scuola.
Sono certa che vi siate accorti anche voi di questa sciagura


U

U come UMORE

Altro effetto benefico della lettura: mette il buon umore. Non mi riferisco (non solo, eventualmente) al fatto che ci si diverta a leggere (anche perché dipende dal libro, dall'argomento, dal "tenore" della lettura: ce ne sono di drammatici, di "tosti", che proprio non suscitano risate) ma al fatto che solo l'idea di sapere che si sta avvicinando il momento in cui potremo leggere, ci fa sorridere di gioia.


V

V come VIVERE

E qui non posso non citare Umberto Eco: “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c'era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l'infinito… perché la lettura è un'immortalità all'indietro”.


Z

Z come ZERO STRESS

Non leggo per competizione (con chi, poi?), per accumulare libri e poter dire "Questo mese ne ho letti venti", "Quest'anno ho superato i 100" (per quanto mi piaccia tener nota di ciò che leggo, e il blog ne è l'espressione principale), per sentirmi più dotta o migliore di chi non legge o legge poco; non voglio leggere neppure (più...) con la fissa di doverne parlare sul blog e di dover scrivere la recensione (cosa alla quale comunque tengo, ovvio): voglio leggere perché semplicemente mi piace, mi fa star bene

Leggere funge, semmai, da antistress e non vorrei mai che, al contrario, questa mia passione mi desse motivi di nervosismo, ansia e cose simili.

La lettura, i libri, sono dei compagni di viaggio, per me; non potrei più farne a meno. 


BUONE LETTURE, LETTORI!


venerdì 21 aprile 2023

[[ BOOKDEALER ]] LA RIVINCITA DELLE PICCOLE LIBRERIE




In Italia, una delle novità più interessanti nel mondo dell’editoria è senza dubbio Bookdealer, la piattaforma di e-commerce che da due anni sostiene con successo le librerie indipendenti.
 
Fondata a Firenze nel 2020 da quattro amici (tra i quali non a caso un libraio – Mattia – e un editore – Leonardo), Bookdealer è in continua crescita.


Dalla nascita ad oggi sono più di 700 le librerie che hanno scelto di vendere anche online con Bookdealer, quasi un quarto di quelle complessivamente presenti sul territorio nazionale.

Il fatturato globale per le librerie iscritte sfiora 1.500.000 € (sul sito c’è un counter aggiornato in tempo reale), con una crescita del 300% dal 2020, gli utenti iscritti alla piattaforma sono quasi 60.000, 1.300 gli accessi medi giornalieri al sito.

È il potere della lettura, l’amore per le piccole librerie a spingere i clienti a scegliere di acquistare un libro on line su Bookdealer, preferendolo ai colossi dell’e-commerce.
Bookdealer è l’alternativa etica ad Amazon e la mission della piattaforma è ricreare sul web la magia unica che unisce libraio e lettore – quel rapporto fatto di fiducia e di consigli che profumano di carta – e di sostenere attraverso i propri acquisti le librerie indipendenti.


Bookdealer è la piattaforma per tutti quelli che amano leggere e, conoscendo l’importanza delle librerie di quartiere, vogliono aiutarle. È il piacere di acquistare un libro con la soddisfazione di sostenere concretamente un mondo importantissimo, fatto di presidi culturali essenziali per il nostro Paese.

A consigliare libri non è un algoritmo ma i librai; a consegnare (gratuitamente) è sempre il libraio, che porta i volumi a domicilio, spesso in bicicletta, rendendo ogni consegna unica, sostenibile e assolutamente umana. L’occasione per scambiare due parole e darsi appuntamento alla prossima lettura.

La piattaforma Bookdealer è gratuita per le librerie che possono iscriversi e creare il proprio account, con tanto di consigli e profili dei librai, avendo a disposizione un’interfaccia semplice, veloce ed efficace per raggiungere i clienti anche sul web. E di guadagnare su ogni singola vendita.

Bookdealer è gratuita per i lettori che, collegandosi, possono navigare tra i suggerimenti di lettura dei librai. 
Acquistare un libro su Bookdealer è una scelta etica che non ha un sovrapprezzo. I prezzi dei volumi sono quelli di copertina, la consegna è gratuita se effettuata a domicilio dal libraio ma c’è anche la possibilità di farsi recapitare a casa i libri con il corriere o di recarsi personalmente in libreria per il ritiro. 
E, in più, il 2% di ogni acquisto viene restituito sotto forma di cashback, che il lettore può utilizzare per gli ordini successivi.

Su Bookdealer ci sono librerie nascoste sulle montagne o in paesini di poche migliaia di abitanti, quelle che abbinano la vendita dei libri alla caffetteria, quelle specializzate in generi particolari, dal fantasy ai fumetti, quelle per bambini.

Da nord a sud, quello tra le librerie d’Italia è un viaggio virtuale emozionante che permette di scoprire piccoli angoli di paradiso, fatti di carta e di cuore.

Insomma, lettori, ricordatevi che, se avete intenzione di scegliere un regalo per una persona lontana..., perché non optare per un libro? E se poi non vi arrendete all’idea di inviare un anonimo corriere che lasci il pacchetto nella buca delle lettere, potreste scegliere il vostro regalo libroso su Bookdealer: i librai di Bookdealer lo consegneranno direttamente a casa della persona cui volete fare il dono!!

giovedì 20 aprile 2023

Segnalazioni e nuove uscite editoriali

 

Cari lettori,  buon giovedì!

Le segnalazioni editoriali di oggi sono in particolare per gli amanti dei gialli... ma non solo!

Il primo romanzo che vi presento è un “fantasy thriller", l'esordio letterario di Attilio De Pascalis, incentrato sui misteri della genetica e i prodigi della tecnologia. 



LONGEVITÀ FATALE
di Attilio De Pascalis



,
Cosa pensereste se un uomo d’affari vi confidasse di aver scoperto l'elisir di lunga vita, che vi darebbe la possibilità di arrivare fino a 150 anni? E non arrivarci arrancando e vegetando, bensì in perfetta forma fisica e mentale e tutto questo grazie a una pianta rarissima. 

Intanto, la morte continua a mietere quotidianamente le sue vittime e cinque personaggi, all’apice del successo, muoiono in modo inspiegabile in diverse parti del mondo nell'arco di alcuni mesi: un imprenditore tedesco, una stilista belga, un avvocato inglese, un impresario italiano e una ricercatrice francese. 
Gli episodi si succedono da Portofino a Singapore, da Santorini a Capri, fino ai Caraibi. 
Queste morti viene archiviate come “decessi per cause naturali”, ma qualcuno non è d'accordo.
Un brillante analista dei servizi segreti, David, e una intraprendente giornalista televisiva, Liz, sospettano qualcosa e cominceranno a seguire un’ambigua pista fatta di singolari coincidenze, che li condurrà verso scoperte sempre più sconvolgenti.
Del resto, la longevità è un traguardo ambizioso, che affascina il ristretto club dei miliardari planetari, ma può risvegliare istinti.

"Longevità fatale" di Attilio De Pascalis, in tutte le librerie e sui portali online a € 18,50 e in ebook a € 9,99, Mind Edizioni, 240 pagine. Il libro sarà presentato al Salone del Libro di Torino, dal 18 al 22 maggio 2023.

L'autore.
Attilio De Pascalis abita a Milano. È un consulente di marketing e comunicazione.
Laureato in Scienze Politiche, ha iniziato la carriera come giornalista economico per "Il Sole 24 Ore". È stato direttore comunicazione in prestigiose imprese, a livello italiano e internazionale.
Autore di libri di management, è docente in seminari aziendali e in corsi di scrittura creativa. “Longevità fatale” è il suo primo romanzo giallo. Presto ne seguiranno altri.
"Scrivere è da sempre la base della mia attività professionale, presentando fatti e dati in maniera interessante", spiega Attilio De Pascalis, "Poi ho intuito che potevo creare intriganti trame per thriller. "Longevità fatale" è il primo di una serie di storie alle quali sto lavorando. In tutte c'è un cocktail di eventi reali o verosimili, con un pizzico di fantasia".

************


Seconda uscita: una raccolta del maestro Camilleri (pubblicata per la prima volta nel 2002 ), abilissimo nel condurre l’intreccio, nello sviarci dalla strada principale per poi farci arrivare da un viottolo secondario alla soluzione che qui, a volte, ha un finale dolce-amaro.


LA PAURA DI MONTALBANO
di Andrea Camilleri

Sellerio Ed.
336 pp
15 euro
Fa da preludio Giorno di febbre. Un Montalbano febbricitante assiste a uno scippo e al ferimento di una bambina; un barbone corre a dare soccorso: nasconde un segreto ed è lì che risiede l’inabissamento di un giallo. 
La ricerca investigativa irrompe nel romanzo breve Ferito a morte: Montalbano  indaga sull'assassinio di uno spurcissimo strozzino, che tiene in casa come serva una nipote diciottenne e ha come esattore un pregiudicato. 
Si insinua veloce, nella trama del libro, Un cappello pieno di pioggia: è proprio un cappello a consentire allo sbigottito Montalbano, in trasferta a Roma, di favorire la cattura di uno spacciatore. 
Il quarto segreto vede in azione un Montalbano che segretamente collabora con i carabinieri; e, senza la sua squadra, ma con l’aiuto esclusivo di un Catarella «affelicitato», porta a termine l’indagine sulla morte di un misterioso muratore e sulle attività di un costruttore mafioso. 
Segue, con La paura di Montalbano:  il commissario salva una donna sospesa su uno «sbalanco». 
Davanti alle provocazione di Livia, che lo accusa di non spingersi oltre le «prove» nelle sue investigazioni, proibendosi di scendere negli «abissi dell’animo»,  
Montalbano confessa di avere «scanto». Sapeva che, «raggiunto il fondo di uno qualsiasi di questi strapiombi, ci avrebbe immancabilmente trovato uno specchio». 
Conclude il libro Meglio lo scuro. Sulle prime un iluttante Montalbano non vuole affrontare il caso: è un caso del 1950, c’è una confessione in punto di morte, un veleno che non è veleno; un omicidio che non è omicidio. La verità che scopre, dopo tanti anni dai fatti, è diventata superflua. Anzi, la sua «luce» può risultare inutilmente ustionante.


*******************

L'ultimo libro di cui vi faccio la segnalazione non appartiene al genere giallo-thriller, ma è un libro che parla di donne:


MONICA E LE AL...3
di Ernesto Gallarato 



TraccePerLaMeta edizioni
 Anna Maria Folchini Stabile
(p
refazione e curatore)
260 pp
€ 20
 Un libro intrigante, con due titoli, due impaginazioni uguali e contrapposte: "Monica e le al...3", ma anche "Altre donne", in cui l’autore, basandosi su storie vere, confidenze ricevute ed esperienze personali, raccoglie racconti sul tempo che viviamo, senza sconti, indagando sul mondo femminile composto da donne moderne in bilico tra il demone e l'angelo e per ogni racconto il limite di demarcazione è sottile. 

Afferma l’autore: “è un po’ il report incuriosito e divertito di ciò che ho osservato, un po’ il diario di un viaggiatore (non di un turista!) che sta esplorando un territorio per lui sconosciuto, un po’, anzi soprattutto, la mia dichiarazione d’amore al “femminile “, di cui le donne sono le principali, ma non le uniche, portatrici. Secondo me, è l’unica cosa che potrà salvarci dall’autodistruzione.”


martedì 18 aprile 2023

RECENSIONE ** PAULINE (o Il conte assassino) di Alexandre Dumas **



Questo breve romanzo di Alexandre Dumas padre, dalle tinte un po' gotiche, è del 1838; in esso tre differenti voci narrative si susseguono nella narrazione di vicende turbolenti e cupe che vedono protagonista una dolce e angelica fanciulla, finita tra le grinfie di un uomo senza pietà.


PAULINE
(o Il conte assassino)
di Alexandre Dumas 


Editore: Aracne
trad. R. Cavallo
204 pp
"Volgeva la fine dell’anno 1834. Noi stavamo novellando, un
sabato sera, in una camera attigua alla sala d’armi di Grisier,
allorchè la porta si aprì, e vedemmo entrare Alfredo Nerval."

Sono tre i narratori che prendono la parola in questo romanzo: lo stesso Alexandre, che incontrando l'amico di vecchia data Alfredo de Nerval (secondo narratore), lo ascolta raccontare il suo amore per la bella Pauline de Meulien (terza voce narrante): un amore struggente e triste, sul cui corso ha influito la nefasta presenza di un uomo senza pietà e senza cuore: il conte Orazio de Beuzeval.

Alfredo racconta all'amico di come egli abbia soccorso la povera Pauline dopo che questa aveva toccato con mano tutta la crudeltà e il cinismo di colui che l'aveva sposata e che avrebbe dovuto proteggerla e amarla.

Pauline è solo un'ingenua ragazza quando conosce il conte Orazio e sin dai primi sguardi sente che quell'uomo, la cui presenza basta ad incuterle soggezione, ha qualcosa di inquietante, quasi di spaventoso.
Eppure, ha modi cortesi, toni galanti e col suo fascino enigmatico fa breccia in chi lo incontra, uomini e donne.
E anche nella pura e semplice Pauline, che lo sposa, pur non essendone perdutamente innamorata ma provando, piuttosto, una sorta di attrazione mista a un inspiegabile timore.

Orazio non è proprio il marito affettuoso e premuroso che una novella sposa si aspetterebbe: ama andare a caccia con i suoi amici (due compari, in particolare, gli sono sempre dietro, Enrico e Massimiliano,e non suscitano una grande fiducia) e non esita a lasciare la moglie a casa con la di lei mamma.
Finché un giorno, la ragazza non si decide a raggiungere il coniuge nel castello di Burcy (in Normandia), dove lui si è ritirato per partecipare ad una delle sue irrinunciabili battute di caccia.
Orazio non è affatto contento di vedersela arrivare all'improvviso, ma fa buon viso a cattivo gioco, per cui la moglie viene invitata a starsene sola soletta nel castello, con la sola compagnia di un fedele servitore del conte (con cui, tra l'altro, ha difficoltà a comunicare).

In sua assenza, Pauline non sa che fare ma la sua curiosità le costerà cara: spinta un po' dalla noia e un po' da un sinistro sesto senso che la induce a perlustrare il castello dentro e fuori, scoprirà qualcosa che proprio non avrebbe dovuto conoscere e che riguarda il suo misterioso consorte e ciò in cui si diletta, e che non è propriamente edificante, visto che la sua passione per la caccia non riguarda solo gli animali...

La storia di ciò che accade tra Pauline e il conte di Beuzeval è narrata dalle labbra stesse della donna e raccolta da Alfredo (che, quindi, la racconterà a sua volta ad Alexandre), innamorato di lei e disposto a tutto pur di proteggerla, aiutarla, renderla felice.

Ma il destino - attraverso le cattive azioni di Beuzeval - ha già mescolato e giocato le sue carte e, per quanto l'amore - quello vero, genuino, rispettoso e fedele - del buon Alfredo, possa costituire per un po' di tempo un balsamo per il cuore ferito e per il corpo provato della dolce Pauline, il doloroso e triste epilogo non potrà essere aggirato né evitato per sempre.

Pauline (o Il conte assassino) è un romanzo che, pur nella sua brevità, risulta avvincente per la trama ben costruita, con diversi colpi di scena, con pochi ma efficaci e convincenti personaggi; io ho letto un'edizione che ha un linguaggio molto classicheggiante ("antiquato"), che sulle prime mi aveva un po' fatto temere che non sarei riuscita a godermi la lettura e che lo stile me l'avrebbe resa pesante, invece devo dire che, di pagina in pagina, non solo la storia mi ha presa e incuriosita, ma ho trovato che lo stile ben si confacesse al tenore del libro, al periodo di riferimento e ai personaggi stessi.

Pauline è la tipica donzella dall'animo candido, pura di corpo e di spirito, ingenua al punto da farsi raggirare dallo scaltro e ambiguo conte Orazio, il cui cinismo risalta ancor di più se accostato alle virtù tanto della protagonista femminile quanto del devoto amico (innamorato) Alfredo, anch'egli nobile d'animo ma non pavido, anzi, sarà capace di gesti pieni di coraggio e ardore, volti a preservare l'onore e la vita di chi ama.
C'è del romanticismo classico ma anche, come dicevo nell'introduzione, una tinta di gotico, e il tutto rende questo libro d'altri tempi una bella lettura, adatta per apprezzare il caro Dumas, tra i miei autori classici preferiti, grazie soprattutto a IL CONTE DI MONTECRISTO.

domenica 16 aprile 2023

💚 RECENSIONE 🌱 "Mimì l’ortista incontra gli animali del suolo" di Mirtis Conci & Michela Luise



Cari lettori, in questa domenica desidero presentarvi un libro per bambini (4-7 anni) arricchito da illustrazioni coloratissime e molto belle, scritto in forma di filastrocca e che affronta, in modo giocoso e divertente, il tema del rispetto dell'ambiente, in questo caso del terreno.
La protagonista è la simpatica Mimì e questa è la sua prima avventura, nella quale conosce "il mondo sotto i suoi piedi".

Ma entriamo nel vivo della storia!


Mimì l’ortista incontra gli animali del suolo
di Mirtis Conci
in collaborazione con Michela Luise
(ill. Linda Tambosi)


Autopubblicazione
37 pp
9.87 euro
(LINK)
Chi è Mimì?

Lei si definisce un'ortista,  perché vuol creare un orto ma sa di aver tanto da imparare prima di essere esperta, per cui per adesso è... una semplice ortista-apprendista!
Ma anche se manca di esperienza, Mimì ha un'ottima qualità, che tutti - a ogni età - dobbiamo applicare se vogliamo crescere, imparare, migliorare: la curiosità!!

Mentre cammina con la sua carriola, e i suoi piedi calcano il suolo da preparare per seminare, incontra vari personaggi che l'aiuteranno a comprendere tante cose da ricordare se vuol piantare verdure.

Incontra un'arvicola, una lumachina, un ragno lupo, un lombrico e tanti altri esserini chiacchieroni, e ciascun animaletto le spiega qual è il suo rapporto con la terra e quanto importante essa sia per il  nutrimento e, di conseguenza, per la stessa esistenza di ognuno.

Non solo, ma queste creature le danno anche degli utili consigli, che si basano su un principio fondamentale che ogni persona non deve dimenticare né sottovalutare: il rispetto delle risorse naturali e la necessità di preservarle, di non inquinarle, cosa che invece, purtroppo, accade, vista la grande quantità di rifiuti che viene gettata a terra e che fa del male non solo alla fauna e alla flora, ma anche a noi esseri umani, che ci ritroviamo sulla tavola un cibo che è cresciuto su un suolo contaminato.

"C'è un mostro di nome inquinamento
che continua a darmi il tormento".

Oltre ad essere curiosa, Mimì ha un atteggiamento di meraviglia e stupore davanti alla conoscenza dei diversi animaletti; di alcuni di essi neppure sapeva l'esistenza, come il collembolo o il porcellino di terra: questi nuovi amichetti la portano a riflettere su come ciascuno di essi sia indispensabile per la natura, per il terreno, in quanto hanno ognuno le proprie funzioni irrinunciabili e fondamentali per l'equilibrio ambientale.

"La natura è equilibrio, che significa armonia... Ogni essere vivente ha il suo ruolo".

I piccoli animali incontrati da Mimì la riconoscono come una loro amica, di cui possono fidarsi perché li rispetta: e di ciascuno di noi potrebbero fidarsi? Abbiamo cura dell'ambiente, dell'acqua, del suolo....?

Durante il suo meraviglioso e istruttivo viaggio, Mimì l'ortista è rispettosa e attenta, prende appunti per non dimenticare nulla di ciò che ha imparato, così da metterlo in pratica, ricordando che il suolo è un tesoro da custodire e amare!

La prima avventura di Mimì l’ortista, narrata in questo albo illustrato, scritto come una divertente filastrocca, dal ritmo musicale e che si presta ad una lettura ad alta voce adatta a coinvolgere anche i più piccoli (età prescolare), ha un'ulteriore qualità: i caratteri sono in stampato maiuscolo per consentire la lettura autonoma ai bambini dei primi anni della scuola primaria.

Come dicevo, è un testo oltremodo piacevole, non solo esteticamente - i disegni sono davvero belli, colorati (tutte caratteristiche che attirano i bambini) - ma anche per lo stile (la filastrocca è uno strumento utile, dal punto di vista educativo, per insegnare cose nuove ai bambini ma in modo divertente e "leggero"); i bambini, attraverso gli occhi della simpatica Mimì, apprendono cose nuove sulla natura, l'importanza di rispettarla, acquisiscono consapevolezze, responsabilità e un modo di pensare e di approcciarsi all'ambiente circostante di profondo rispetto, che si manifesta attraverso piccoli e quotidiani gesti.

Non mi resta che consigliarvi i libri di Mirtis Conci, che si distinguono e si apprezzano per la creatività, la scelta delle tematiche (attuali, urgenti e che offrono spunti in campo educativo), la qualità e la competenza del lavoro che c'è dietro (sua e delle collaboratrici). 


Il bislacco personaggio di Mimì l’ortista nasce dall’incontro di tre trentine appassionate di Terra/terra.
Mirtis Conci, blogger e scrittrice di libri per bambini e ragazzi sui temi ambientali.
Michela Luise, geologa di formazione, educatrice ambientale per scelta, esperta dell’orto per passione
Linda Tambosi, illustratrice, guida ambientale escursionistica e appassionata di natura e viaggi

Per ogni incontro esiste sempre un luogo. In questo caso si tratta di Orto San Marco – Setàp, uno spazio agricolo urbano che nasce e cresce nella città di Rovereto, in provincia di Trento.

Di quest'autrice - che ringrazio per la gentile e gradita proposta di leggere, e condividere con voi, i suoi scritti - ho letto e recensito non soltanto il presente libro, ma anche altri due precedenti, adatti ai bambini/ragazzini più grandicelli e che vi consiglio in quanto anch'essi offrono spunti interessanti e ben strutturati per affrontare con i giovanissimi queste tematiche ambientali, che sia a scuola o in altri contesti educativi.


LE CICOGNE DI TAUCHWALD (recensione)
IL PARCO DEI TESORI (recensione)

sabato 15 aprile 2023

[[ RECENSIONE ]] LA MOGLIE IMPERFETTA di B.A. Paris


Tutti abbiamo il nostro "tallone d'Achille", dei punti deboli; a volte essi restano celati e "dormono" fino a quando non accade qualcosa che manda in tilt il nostro equilibrio mentale e allora ecco che queste tanto temute fragilità esplodono, emergono, e può accadere che ci si senta spiazzati, confusi, impotenti.
E' ciò che capita alla protagonista, Cass: brava insegnante, moglie innamorata, vita regolare e tranquilla, fino al giorno in cui un omicidio scombussola tutta la sua esistenza e, prima ancora, la sua mente, facendole vedere cose che, quasi sicuramente!, non esistono.
Sta forse impazzendo? Fortuna che ha accanto una buona amica e un marito adorabile...


LA MOGLIE IMPERFETTA
di B.A. Paris


Edizioni Nord
trad. M.O. Crosio
400 pp
Cass Anderson è un'insegnante che cerca di godersi l'estate; la scuola inizierà a settembre, c'è tempo per pensare alla programmazione, per cui adesso la donna vuol rilassarsi col marito, Matthew.

Ma non è così semplice. La vita è capace di riservare sorprese assolutamente non prevedibili.

Una sera (tardi), da ritorno da una festicciola, per arrivare a casa prima (dove l'aspetta Matthew, a letto con una forte emicrania), Cass decide di prendere una scorciatoia che passa per il bosco; non è proprio una strada sicurissima e inoltre è in corso un bel temporale, ma lei la prende ugualmente.
Quella sera sarà una sorta di spartiacque per lei: da quel momento la sua vita cambierà. 
In peggio.

Quella sera maledetta, mentre la pioggia scende giù a secchiate, nota, ferma sul ciglio della strada, un'auto, con dentro una donna; Cass non scende per sapere se ha bisogno d'aiuto, né l'altra le fa alcun cenno, perciò Cass se ne va.

La mattina seguente scopre dai telegiornali che quella donna è stata assassinata. Esattamente dove lei l’aveva incrociata. 
Partono ovviamente i sensi di colpa e le mille domande: perché non mi sono fermata per chiederle se avesse bisogno di aiuto? Forse a quest'ora sarebbe ancora viva!

Cosa ancor più angosciante, scopre anche che lei la vittima la conosceva: si chiamava Janet e avevano pranzato insieme, una volta; la povera donna era sposata ed era madre di due gemelline piccole, che purtroppo cresceranno senza la loro mamma.

Come se non bastasse, subito dopo questo misterioso omicidio, Cass comincia a ricevere telefonate mute, dal vago sapore minatorio...

E se fosse l'assassino? E se questi fosse convinto che lei, Cass, abbia visto qualcosa che non doveva vedere quella sera? Magari s'è segnato la targa della sua auto e adesso la tiene sott'occhio; forse sta anche pensando di ucciderla!
E poi, quando è in casa da sola, ha spesso la sensazione di essere osservata.
Cass è terrorizzata perché non ricorda nessun dettaglio significativo riguardo quella sera ma questo l'assassino non può saperlo.

I pensieri paranoici si affacciano alla sua mente sempre più spesso e sempre di più, e ad essi si aggiunge la consapevolezza di non star bene dal punto di vista emotivo.

Gli ultimi anni della sua vita non sono stati bellissimi né semplici, soprattutto a motivo della malattia che ha colpito sua madre, morta pochi anni prima: era affetta da demenza precoce, diagnosticatale poco dopo i quarant'anni.
Cass sa cosa voglia dire avere un genitore che pian piano non è più quello di prima, che dimentica, confonde, non riconosce...: è un dolore lento e lacerante e mai vorrebbe riaffrontare un inferno simile, né farlo vivere al suo amato marito, che nulla sa della patologia della suocera.

Il problema è che Cass si sta rendendo conto di come la sua mente, negli ultimi tempi, le faccia troppi scherzetti: ora dimentica le chiavi, ora un appuntamento..., insomma cosa le succede? Non sarà demenza precoce anche a lei, come alla defunta madre?

Per convincersi di non essere sull'orlo della pazzia, Cass cerca di minimizzare, di non dare troppa importanza a delle semplici dimenticanze; capitano a tutti, no?, tanto più nei periodi di stress!

È ciò che le ripetono suo marito e la sua migliore amica, Rachel (che è anche un'amica di lunga data, quasi una sorella): Tranquilla, Cass, vedrai che sei solo stanca. Un po' di riposo, rallenta i ritmi e pian piano questi piccoli problemi spariranno.

Purtroppo, però, le sviste aumentano e diventano più preoccupanti, accompagnate da altri episodi che allarmano sia lei che Matthew: non ricorda cose semplicissime, come l'accensione della lavatrice o della macchina del caffè, vede coltellacci in cucina, dimentica dove ha parcheggiato l'auto..., e poi perde la voglia di vivere, non sente neppure il desiderio di tornare a lavorare, ha paura a restare in casa da sola perché sente che qualcuno la sta perseguitando, con le telefonate e non solo...
E intanto la polizia non ha ancora trovato l'assassino della povera Janet, il che vuol dire, secondo Cass, che lei stessa è in pericolo!

Insomma, due sono le cose: o le sue paure hanno un fondamento e davvero c'è qualcuno che vuol farla impazzire, o è la demenza precoce a infierire, impietosa e crudele, sulla sua povera mente, annebbiandola.

Matthew le sta vicino, dice di amarla e vuole che lei cerchi di prendersi cura di sé stessa, anche ad es. prendendo delle pilloline prescritte da un medico; lei però sente che lui si sta allontanando, forse provato da questa situazione, dalle ossessioni e dalle paranoie di questa moglie che, a soli trentaquattro anni, già dà segni di pazzia...

Menomale che c'è Rachel, sempre disponibile a raggiungerla, a stare con lei, ad accoglierne gli sfoghi.
E, in un certo senso, sarà proprio tramite Rachel che Cass comincerà a mettere insieme i pezzi di un puzzle che è sempre stato davanti a lei ma la cui chiave di lettura finora l'è sfuggita, confusa com'era da pillole, paura e amnesie.
Rachel riuscirà il filo che porta al bandolo della matassa e ciò che scoprirà sarà doloroso ma, inevitabilmente, anche liberatorio.

Mi è piaciuto questo thriller psicologico di B.A. Paris (di cui ho letto LA PSICOLOGA) perché gioca molto sul discorso delle dimenticanze della protagonista, servendosene per mescolare le carte, confondere le idee tanto di Cass quanto del lettore, rendendo di proposito labile il confine tra allucinazioni e realtà.
L'omicidio di Janet attraversa praticamente tutto il libro anche se, a un certo punto, fa da sfondo, nel senso che non ci si concentra su di esso e sulla ricerca del killer, quanto sul fatto che i pensieri di Cass siano completamente soggiogati dal terrore che le incute l'autore del delitto, che - lei è convinta - la tiene sotto scacco con le telefonate mute.

Devo dire che non ho impiegato molto a dirigere i miei dubbi su un persona in particolare e, nel corso della lettura, mi sembrava di veder confermate le mie sensazioni; questo però non ha reso il prosieguo meno interessante, anzi, ero curiosa di continuare per verificare le mie ipotesi; a un certo punto, nella parte centrale del romanzo, il ritmo sembra rilassarsi anche troppo e il lettore si trova davanti ad una situazione ferma sempre sullo stesso punto: le ossessioni di Cass, i suoi vuoti di memoria, il suo continuo terrore verso un nemico invisibile, le premure di Matthew...
I giorni e le settimane vanno avanti così fino al momento in cui le acque cominciano a muoversi e il velo viene sollevato, per Cass e per il lettore, così da mettere al suo posto ogni tessera e svelare il volto di chi sta realmente perseguitando la povera Cass.

Un buon thriller, coinvolgente, dallo stile fluido e piacevole. Consigliato!!



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