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venerdì 22 dicembre 2023

♦️RECENSIONE ♣️ L'UOMO NEI SOGNI di Simone Ruggerini [ Review Party ]



Cari lettori, eccoci giunti all'ultimo giorno del Review Party dedicato al secondo romanzo di Simone Ruggerini, "L'uomo nei sogni".

Di seguito vi riporto tutte le tappe.

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Paper Purrr (18 dicembre)   
Les Fleurs Du Mal (19 dicembre)
Lilith Hendrix (20 dicembre)
Le letture di Adso (21 dicembre)
Chicchi di pensieri (22 dicembre)
Hope and paper (22 dicembre)






Tommaso non è felice, ha smarrito sé stesso e per riprendere in mano la propria vita deve incamminarsi in un pericoloso viaggio all’interno della propria mente, fino alle sue profondità più oscure, pregne di una verità che, una volta svelata, metterà in discussione le sue già flebili certezze.

L'UOMO NEI SOGNI 
di Simone Ruggerini 



Viola editrice
319 pp

"Il mondo è reale o lo stiamo immaginando? La vita è reale o solo una costruzione? E i tuoi sogni, dimmi… senti che sono fantasia o verità?”

Tommaso Mazzei ha trentacinque anni e la sua vita non sta procedendo come avrebbe voluto: lasciato dalla fidanzata Erika, vive le proprie giornate nel dolore di una relazione naufragata e abbracciato ad un inesorabile senso di vuoto che lo pervade e lo paralizza.
A parte suonare nei locali, non ha una grande vita sociale né frequenta assiduamente i genitori (sua madre è, anzi, troppo apprensiva per i suoi canoni) o il fratello minore, Davide, con cui va, sì, d'accordo ma è solito scambiare giusto quattro chiacchiere ogni tanto senza mai cercare di approfondire il legame fraterno.

Insomma, i morsi della solitudine si fanno sentire, il suo umore è tetro, nel cuore c'è qualcosa che lo sta spezzando pian piano e lui non sa come uscirne.

A confonderlo e turbarlo ancora di più ci pensa uno strano sogno nel corso del quale si imbatte, all'interno della hall di un albergo in cui non ha mai messo piede, in situazioni bizzarre e a contatto con persone note ed altre sconosciute.

Questo sogno è solo il primo di tanti che verranno a tormentarlo con preoccupante frequenza.

La desolazione e la tristezza che inondano il suo cuore sono tali da spingerlo a meditare di farla finita: si reca in stazione per dare effetto alla drammatica decisione ma un incontro misterioso cambia tutto, creando una rottura, a causa della quale la sua intera esistenza verrà stravolta.

Da quel momento realtà e fantasia cominciano a mescolarsi, a fondersi e confondersi: il piano della vita vera incrocia la dimensione onirica e quest'ultima assume caratteri e "dimensioni" sempre più grandi e importanti, tanto da sembrare che stia invadendo la realtà.

Quando si addormenta, Tommaso sogna: non può fare diversamente, i sogni - che via via si trasformano in veri e propri incubi - si insinuano con prepotente virulenza nella sua mente, "contaminando" ogni parte del suo essere, occupando pensieri, emozioni, guidando addirittura la sua volontà.

Sì, perché ciò che vive nei sogni lo sciocca, lo turba in un modo talmente vigoroso da influenzarlo anche da sveglio.
Cosa sogna di così sconcertante?

L'autore scaraventa con forza tanto il protagonista quanto il lettore nella dimensione immaginaria, portandoci a "vivere" insieme a Tommaso il suo viaggio interiore nei meandri della propria psiche, e questa esperienza viene percepita come se fosse concreta, vera, parallela al reale ma non per questo meno tangibile.

Tommaso fa sogni complessi, articolati, popolati da creature umane accanto ad altre con sembianze di animali o con caratteristiche raccapriccianti, mostruose, di quelle che si ritrovano negli incubi peggiori e nelle scene dell'orrore; in questi "luoghi" fantastici incontra, come dicevo più su, persone a lui note (famigliari, ad es.) ed altre mai viste prime, come una ragazzina con gli occhiali e la stessa in "versione adulta". 
Nei sogni Tommaso agisce, pensa, parla, sente, si emoziona e ogni parte di sé è totalmente coinvolta in questa straordinaria dimensione, tant'è che a lui non paiono davvero dei semplici sogni e, quando vi è dentro, li vive in maniera viscerale, piena, provando dolore, paura, sgomento, sorpresa, rabbia, desiderio di capirci qualcosa e, al contempo, di fuggire quando si sente in pericolo.

Solitamente, per quanti vivido, un sogno è e resta tale per cui, una volta desti, tendiamo a razionalizzare e a valutarlo per ciò che è: un sogno e basta, nulla che possa farci realmente del male.
Giusto?

Ma per Tommaso non è così.
Il sogno e la sua vita quotidiana sono interconnessi e questa inquietante peculiarità si fa più evidente quando accadono fatti che sono sfacciatamente legati a ciò che ha sognato: fatti tragici, dolorosi, che mettono alla prova il suo stato emotivo perché iniettano in lui sofferenze e sensi di colpa.
Non solo, ma a un certo punto conosce davvero la ragazza incontrata spesso nei sogni: Maria Chiara.

Anche lei è tormentata da sogni terrificanti e le dimensioni oniriche dei due si intersecano facendo sì che essi si ritrovino tanto nella realtà quanto negli incubi.

Che sta succedendo? Com'è possibile che si verifichi un incrocio del genere in cui l'inconscio di Tommaso si mescola con quello di un'altra persona?

Un albergo affollato, pieno di insidie e in continuo cambiamento, creature terribili, famigliari e conoscenti dai tratti angoscianti, i cosiddetti Guardiani da cui scappare, e poi personaggi che sembrano voler aiutare dando indicazioni precise per orientarsi in questo che, con sempre più evidenza, si sta rivelando uno strabiliante e per nulla facile viaggio all’interno di sé stessi.

Tommaso e Maria Chiara sono intenzionati a indagare con determinazione nelle profondità più oscure della propria mente, andando alla radice di traumi, dolori, paure, conflitti, perché cos'altro sono i sogni se non dei "luoghi" creati dalla mente in cui si vivono ferite, ricordi difficili, impulsi, desideri...?

"Ciascuno ha le sue ferite da riconoscere e poi curare.
(....) per salvare noi stessi, e per salvarci tutti, dobbiamo affrontare quello che è nostro, da soli".

Tommaso sta affrontando, attraverso il materiale onirico portato in superficie dal suo inconscio, la sfida più importante e complicata della sua vita: una sfida che lo mette a dura prova, che gli chiede di avere il coraggio di guardare nel suo passato, nel suo cuore, nella sua mente, andando alla radice di ogni sua sofferenza, di ogni vuoto, della solitudine, del malessere interiore che lo sta divorando da dentro. È un percorso che deve sostenere da solo per  ritrovarsi e rientrare in contatto con la parte più intima di sé.

Non è un lavoro semplice (lavorare su sé stessi per "risolversi", sciogliere nodi, individuare punti di rottura per provare a sanarli, non lo è mai) ma è altresì necessario per poter, in un certo senso, rinascere, accettando le proprie paure, gli errori commessi, le debolezze e le fragilità, le imperfezioni nelle relazioni con gli altri.

Cosa imparerà Tommaso, sognando? Resterà imbrigliato nei propri tormentati incubi o ne uscirà più consapevole di sé stesso, più coraggioso e desideroso di prendere in mano la propria vita nonostante i problemi, i timori, i traumi del passato?


"L'uomo nei sogni" è un romanzo psicologico intenso e dalla struttura narrativa complessa, corposa e articolata, in cui l'autore "gioca" con i lettori (e in primis col protagonista) mescolando di proposito fantasia e realtà, in un incrocio di dimensioni, personaggi e situazioni in cui non è così scontato individuare con certezza cosa sia vero e reale e cosa sia, invece, frutto degli scherzi della mente.
La materia narrativa di cui sono costituiti i sogni di Tommaso è inevitabilmente caratterizzata da descrizioni surreali, irrazionali, dai contorni paranormali e aventi quel pizzico di horror che da sempre è presente negli incubi angosciosi, di quelli che ci fanno svegliare di soprassalto, che ci fanno battere il cuore a mille e di cui pensiamo, una volta svegli, "menomale, era solo un brutto sogno!".
Durante la lettura viene spontaneo cercare di capire quali siano i traumi e i logorii che assalgono Tommaso, accompagnarlo verso il centro del problema perché venga risolto, e l'autore ha preparato per i suoi lettori dei colpi di scena che svelano la verità, sciogliendo ogni dubbio e mistero.

Ho trovato questo romanzo affascinante, vivace nel ritmo e nei dialoghi, con una grande attenzione posta al mondo interiore e psichico del protagonista; l'intreccio narrativo è intessuto in modo ragionato e coerente e questo emerge ancor più se rapportato al mondo dei sogni - che è alla base dello sviluppo delle vicende - e al fatto che esso si connoti per il suo essere apparentemente illogico, bizzarro, astruso, soggetto a tante interpretazioni, non lineare.

Non è per tutti incamminarsi lungo i sentieri della psicologia e della psiche umana perché si incappa in argomenti complessi di cui bisogna avere contezza e conoscenza, e personalmente penso che l'Autore li abbia trattati in maniera intelligente e ponderata, offrendo al lettore l'opportunità di farsi domande, immaginare problemi e soluzioni, riflettere su quanto sia importante conoscersi, prendersi cura di sé stessi e trovare il coraggio di affrontare ciò che ci fa star male per poter "guarire".

Il romanzo ha degli espliciti riferimenti al precedente libro dell'autore, Tutto è scritto, di cui trovate la recensione sul blog.

Consigliato, in special modo a quanti amano addentrarsi nelle pieghe più profonde della mente e sono affascinati dal misterioso universo dei sogni.

mercoledì 25 ottobre 2023

RECENSIONE - I MIEI FANTASMI di Elisa Costa [ Review Party ]




Buongiorno, cari lettori!

Il post di questa mattina è la prima tappa del Review Party dedicato a "I miei fantasmi", una raccolta di racconti scritta da Elisa Costa.

I MIEI FANTASMI
di Elisa Costa 


Alcheringa Ed.
96 pp
I racconti brevi di questa antologia appartengono al genere fantasy e hanno come filo conduttore la presenza di elementi paranormal, sovrannaturali ma, a dispetto della parola fantasmi, non necessariamente tutte le storie sono legate al mondo degli spiriti o degli spettri (anche quelli che lo sono non hanno comunque atmosfere horror, "da paura") e il lettore avrà modo di rendersi conto di come i fantasmi spesso abbiano a che fare con paure, traumi, ossessioni.

Alcuni di questi racconti si caratterizzano per la presenza di una cornice narrativa quasi da favola, di cui riflettono la magia, il senso di stupore, l'incanto; c'è un racconto che ci porta con la fantasia in una dimensione in cui i protagonisti sono il sole, la Luna, ed essi - pur così distanti da noi - si avvicinano al nostro mondo perché si lasciano travolgere da passioni ed emozioni umane.

Alcune storie possono trasmettere la cupezza dei rimorsi per le cattive azioni commesse in vita, altre, la meraviglia di fronte a un giardino che va oltre i confini dello spazio e del tempo, in cui tutto è incantevole e non c'è posto per le meschinità umana; in altre ancora, invece, il male c'è e arriva sotto forma di una violenza, contro la quale non sempre c'è qualcuno a proteggere chi ne è vittima.

Diversi sono i personaggi che popolano la presente raccolta e, come dicevo, non tutti sono esseri umani, ma che si tratti di un astro o di una bambola o di un animale, c'è comunque in tutti loro un'umanità sfaccettata che racconta storie di violenze domestiche e di sofferenze interiori capaci di perseguitare un'anima anche oltre la morte, inducendola a chiedere un atto di pietà per essere placata; storie di legami famigliari che resistono alle tragedie e alla morte, di oggetti inanimati che, nello spazio di un racconto fantastico, provano gioia e speranza; c'è la scoperta dell'immenso potere dell'arte e di come il suo sacro fuoco, una volta acceso dentro di sé, poi sia in grado di travolgere e, forse, addirittura estraniare dalla realtà.

C'è un'ampia gamma di stati d'animo tra queste pagine che scorrono con estrema fluidità e piacevolezza sotto gli occhi del lettore, e che inducono a soffermarsi sull'aspetto psicologico dei personaggi, i quali - al di là della presenza della connotazione ultraterrena - nascondono in loro stessi fragilità, problemi della mente, ossessioni, sensi di colpa che affliggono le persone comuni; provano tutti ugualmente dolore, noia, speranza, delusione, paura, gelosia, desiderio di essere protetti, bisogno di amare ed essere riamati.

Sono undici racconti ben scritti, dallo stile lineare e disinvolto, in cui attorno all'elemento fantastico, presente in tutti, l'autrice ha costruito di volta in volta una breve ma significativa trama in cui il risvolto psicologico è preponderante.

Ringrazio Elisa Costa per avermi dato l'opportunità di leggere il suo scritto e di partecipare al Review Party; se vorrete, potrete seguirne le successive tappe e leggere anche le altre recensioni.

Di seguito, vi lascio l'elenco dei blog che ospitano l'evento:
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lunedì 18 settembre 2023

✎ RECENSIONE ✎ L'ISOLA DI PIETRA di Francesca Gerla



L’isola di Pietra è un romanzo di formazione che, attraverso le vicende che coinvolgono la protagonista, si sofferma sulle tante e contraddittorie facce dell'amore, sulla complessità dell'esperienza della maternità, sul peso che hanno le scelte personali, sulle imprevedibili strade che può prendere il desiderio; tra le sue pagine si snoda la storia di una donna alla ricerca di sé stessa, della propria strada, tesa verso la costante affermazione della propria volontà e nella costruzione di un'identità che ha inizio e trova la sua destinazione in quell'isola dell'infanzia di cui conosce ogni angolo, di cui riconosce rumori e silenzi, nella cui bellezza naturale si rispecchia e si ritrova.



L'ISOLA DI PIETRA
di Francesca Gerla


Ed. Homo Scrivens
254 pp
15 euro
2010, Napoli. Pietra sta per partorire; senza alcun famigliare accanto, ricoverata in ospedale, la donna è in travaglio, vicina al fatidico e meraviglioso momento in cui suo figlio verrà al mondo.
Nelle ore in cui aspetta, tra una fitta e l'altra e aiutata dalle cure del personale ospedaliero, Pietra ha tutto il tempo per pensare, ricordare, recuperare emozioni e sogni su cui sono passati anni, ma che continuano ad essere vivi nella sua mente.

Si rivede tredicenne a Ventotene, l'amata isola in cui trascorreva l'estate, a casa di nonna Margherita; e rivede il sorriso e lo sguardo malizioso e sbarazzino di Roberto, un ragazzo che, dal primo momento in cui cui i loro occhi si sono incrociati, è riuscito a farsi spazio nel cuore di Pietra,  la quale aveva accolto con ingenuo stupore le sconosciute sensazioni che le davano la presenza e il contatto con quel ragazzo poco più grande di lei ma così sicuro di sé, convinto di poter conquistare quella ragazzina tutta gambe e braccia, magra, con la pelle liscia, i capelli rossi ribelli e quegli occhi...: occhi particolari, rari nel loro essere diversi l'un dall'altro - uno nero, l'altro nocciola - e che ben incarnano la complessa personalità di Pietra.

Pietra ingenua, semplice, sincera, arrendevole, ma anche Pietra determinata e volitiva; innamorata ma pronta, al momento opportuno, a pretendere spazio per sé stessa e per i propri desideri.

Attraverso una narrazione che intervalla il presente (2010, Napoli, con Pietra che sta per partorire) con diversi periodi del passato (a partire dal 1983), seguiamo Pietra negli anni e la vediamo crescere, come donna, figlia, nipote, fidanzata, moglie, prendere di volta in volta consapevolezza della propria individualità, delle proprie esigenze, del diritto di sapere chi è, da dove viene davvero e, soprattutto, cosa vuol essere ora e in futuro.

Pietra, passata l'estate del 1983, rivede il suo Roberto dopo diversi anni e prende coscienza di come, tra loro, la scintilla scattata da ragazzini non si sia mai spenta, anzi: il tempo l'ha alimentata e nel ritrovarsi ventenni sanno come darle corpo, forma e senso.
Inizia così una relazione forte, intensa, basata su un amore vero eppure non realmente solida, anzi minata dall'indeterminatezza, dalla frammentarietà, dalla volubilità e, purtroppo, da colpevoli silenzi e risposte sfuggenti.

"Pietra era il suo legame con la parte più vera di sé, la sua isola nel mare turbolento e a volte agghiacciante di un lavoro spesso ingrato".

Roberto ama Pietra ma ama anche il proprio impegnativo lavoro, che lo porta a viaggiare molto, a trasferirsi di città in città, di nazione in nazione e, da buona moglie, Pietra segue il marito in ogni dove (Tokyo, Nairobi...), abbracciandone l'esistenza vagabonda.
In questa unione c'è posto solo per la coppia marito-moglie: Roberto non vuole figli e Pietra accetta la richiesta del marito, convincendosi - per anni - di star bene così, di non volerne neppure lei.

Ma si cambia, nel corso della vita, per diverse ragioni, e si conoscono tante persone, si fanno esperienze, si intrecciano rapporti di amicizia, legami importanti e ciò che credevamo non rientrasse tra i nostri desideri e le priorità, scopriamo invece che forse... abbiamo del posto per essi nelle nostre giornate.

Ci sono luoghi che più di altri hanno regalato qualcosa a Pietra; nel periodo trascorso nella vivace Napoli  - tra le sue strade chiassose, il suo mare che le ricorda l'amata e indimenticata Ventotene, la sua gente allegra e solare, socievole al limite dell'invadenza -, la donna conosce e fa amicizia con Elena e la sua famiglia, e con altre persone che, attraverso i racconti delle proprie vite e vicissitudini, instillano in lei desideri inaspettati, come quello della maternità.

Ma Roberto - il suo enigmatico, frettoloso, indaffarato marito - continua a restar fermo nella propria decisione: niente figli. Del resto, come potrebbero fare i genitori, essendo loro sempre in giro per il mondo a causa del lavoro di lui?
Perché Roberto è così convinto e deciso a non voler diventare padre? 

Ogni persona è diversa dalle altre per numerose ragioni, ma se c'è una cosa che accomuna forse tutti è il bisogno di avere risposte su sé stessi: conoscere le proprie origini e radici è fondamentale per costruire, mattone dopo mattone, la propria personalità e la propria vita.

Negli anni, tanto Roberto quanto Pietra si ritrovano, più di una volta, a non saper cosa fare di sé stessi e della propria esistenza e a tornare a Ventotene proprio "per interrogarne le pietre" e per cercare di trovare la più preziosa per loro.

Roberto deve fare i conti con la figura di suo padre che ha vissuto cercando il proprio personale riscatto rispetto a un mondo che sembrava non credere in lui, e che ha sacrificato i propri veri sentimenti pur di raggiungere certi obiettivi; Roberto ha ereditato questa frenesia, l'eccessiva importanza data al lavoro come se la propria identità si basasse principalmente su quello.

Pietra, a sua volta, è stata messa davanti a una verità non semplice da accettare e che fa capo a quel tipo di domande esistenziali che sono importanti e imprescindibili: "Chi sono? Da dove vengo?"; apprendere e accettare le risposte non è facile e il rischio che ciò sia destabilizzante è più che concreto.

Si possono vivere degli anni accanto alle persone che amiamo e che crediamo di conoscere bene, senza in realtà sapere tutto di loro.
Questo vale per nonna Margherita e Candida (la mamma di Pietra) e anche per Roberto: quante cose le sono state nascoste, quanti silenzi, bugie..., che - vuoi o non vuoi - hanno costituito tanti piccoli mattoncini che Pietra ha usato per dare forma alla propria personalità, ma che - a ben guardare - erano un cumulo di illusioni.

C'è più di una persona che ha tenuto nascosto qualcosa di importante a Pietra ma certe verità non possono essere celate per sempre e arriva il momento, per lei, di sapere ciò che deve e che, ancora una volta, sarà un nuovo mattoncino utile per definire e dare un indirizzo alla propria esistenza.

Un'esistenza che, da una parte, lei stessa desidera sia avventurosa, vivace, movimentata, e anzi, ciò che l'aveva spinta ad abbracciare un tipo di vita girovaga e ad assecondare le aspirazioni del marito, era da rintracciare (anche) nell'istinto che da sempre albergava nel suo cuore: l'ansia vorace d'avventura.
Ma quando capisce che è arrivata l'ora di smettere di dedicarsi unicamente alla ricostruzione dell'immagine sfuggente di suo marito e di passare a concentrarsi non solo sulle radici, ma anche sulle fronde, "sui germogli nuovi che aveva voglia di vedere sbocciare", ecco che altre prospettive e desideri si affacciano e la riconducono a quell'isola che porta dentro di sé da sempre e che è sinonimo di casa

La Pietra giovanissima, senza malizia, fiduciosa, innamorata, cede man mano il posto a una Pietra giustamente più matura, più consapevole di sé, dei propri cambiamenti - nel corpo come nella mente e nel cuore - e del diritto ad essere felice e soddisfatta delle proprie scelte.
Con o senza Roberto, e nonostante il "senso di appartenenza che li legava con la prepotenza della passione" da quando erano due adolescenti.

La gravidanza e le ore precedenti il parto costituiscono il momento cruciale in cui Pietra ha tutto il tempo per valutare, ricordare, riflettere, godersi l'inebriante sensazione di pienezza e di intima condivisione con una creatura sua, che le appartiene e che pure è altro da sé; Pietra è pronta all'idea di stravolgere la propria vita accogliendone un'altra fortemente desiderata e non si sente sola in questo frangente unico e straordinario.

E Roberto?
Il lettore non può non chiedersi dove sia e l'autrice non manca di darci risposte, di mostrarci i perché e i come che hanno portato Roberto ad essere l'uomo che è e che troppo facilmente ricorre ad atteggiamenti sbrigativi e superficiali i quali, in realtà, celano paure e insicurezze che non è stato capace di affrontare e risolvere nel tempo, e che invece avrebbe dovuto condividere con la donna della sua vita, confidando nella forza del sentimento che li univa.

"L'isola di Pietra" è, come dicevo, un romanzo di formazione incentrato su temi quali la ricerca, scoperta e costruzione di sé, la maternità (rimandata, voluta, vissuta con consapevolezza, soffocata, vissuta nell'incertezza del futuro...), la relazione di coppia (con le sue problematiche, come l'incomunicabilità, i silenzi...), il rapporto genitori-figli, l'importanza di conoscere le proprie origini, l'attaccamento ai luoghi in cui ci siamo sentiti a casa, accolti e liberi di essere noi stessi.

Una scrittura che personalmente ho apprezzato moltissimo perché, nel suo essere semplice, diretta ed essenziale, sostiene egregiamente una narrazione ricca di fascino, suggestione, introspezione e profondità, in cui la dimensione interiore è predominante, e non potrebbe essere diversamente visto che la narrazione si sviluppa lungo la spirale dei ricordi della protagonista, che accompagniamo nella sua evoluzione umana, fisica e psicologica; l'attenzione per l'aspetto introspettivo coinvolge anche gli altri personaggi, come Roberto o nonna Margherita.
C'è un che di "circolare" che avvolge la storia di Pietra e che riguarda la sua isola e il suo attaccamento ad essa; da Ventotene partiamo (1983) e a Ventotene ritorniamo, nel presente (2010); ma nell'arco di tempo che passa tra questi due momenti, Pietra ama, sogna, soffre, spera, conosce persone importanti, ricorda, grida, litiga, va e viene..., in una parola vive, perché lei è così: piena di vita, cangiante come i suoi occhi, imprevedibile come i sentieri difficili percorsi da ragazzina, inafferrabile come i profumi della natura; il suo girovagare per il mondo con Roberto, senza avere una fissa dimora per anni, riflette l'irrequietezza e l'incertezza legate alla ricerca tanto della verità circa la propria nascita quanto del proprio posto nel mondo, all'affermazione della propria personalità e dei suoi desideri più profondi.

Un romanzo molto bello, che son certa apprezzerete per l'abilità narrativa dell'autrice, per la storia, la caratterizzazione dei personaggi, le ambientazioni e la loro importanza nel percorso di crescita.

Con questa recensione si conclude il Review Party dedicato al romanzo di Francesca Gerla.



11 settembre – Paper Purrr
12 settembre – Le letture di Adso
13 settembre – Lilith Hendrix
14 settembre - La libreria di Anna
15 settembre – Les Fleurs Du Mal
15 settembre – Raffaele Borghesio
18 settembre – Chicchi di pensieri

 

giovedì 2 marzo 2023

🌀 RECENSIONE 🌀 IL TAVOLO BLU di Manuela Costantini



Il tavolo blu è una storia di donne che provano a vivere e a sopravvivere ai vuoti che tanti pezzi mancanti hanno lasciato nella loro vita.
Donne che affrontano, ciascuna a modo suo, il lutto, la solitudine, le assenze, le conseguenze delle proprie scelte sbagliate.
Donne in attesa di chiudere cerchi per poter ricominciare là dove s'erano interrotte e perse.



IL TAVOLO BLU 
di Manuela Costantini




Morellini Editore
264 pp
18 euro
USCITA
1° MARZO 2023
"Blu: il colore del silenzio, della calma e della tranquillità. Il colore dell’eterno movimento, di chi è  legato a ciò che ha di più caro ma riesce comunque a far fronte ai continui alti e bassi che la vita presenta."

Ad Amalbena, una piccola città sul mare Adriatico, vive Mirna, una giovane donna che lavora nell'azienda del padre, Ottavio.
In realtà, Ottavio non è davvero il suo papà; quando sua madre Diana ha avuto Mirna, il padre biologico della piccola era morto e la neomamma era andata a vivere nella tranquilla Amalbena, dove aveva conosciuto e sposato il buon Ottavio.

Ma un tragico, imprevedibile e scioccante evento travolge la vita di questa famiglia: la morte di Diana.
Nessuno può dirlo con matematica certezza, ma sembra che la donna si sia uccisa, gettandosi dal tetto di casa.

Perché l'ha fatto? Sarebbe stato possibile individuare dei "segnali" che facessero presagire l'eventualità di un tale drammatico gesto?
Come hanno potuto Ottavio e Mirna non accorgersi del malessere che evidentemente covava dentro Diana e che l'ha indotta a togliersi la vita, invece di chiedere aiuto?

Le tante domande tormentano Mirna, che vorrebbe poter avere le risposte che cerca e che forse, una volta trovate, potrebbero lenire il suo dolore, dare un senso a quel vuoto, a quell'assenza ingombrante che dentro casa si fa sentire e che non accenna a lasciare né lei né suo padre, un marito innamorato, sempre pieno di attenzioni per quella moglie dal carattere forte, energico, deciso.

Nessuno, tra coloro che conoscevano la donna, si spiega il perché di quell'ultimo, fatale gesto.
E il non sapere, il non riuscire a spiegare, a trovare motivi razionali, può essere logorante per chi resta.

"Chiedi e ti sarà dato": a chi può chiedere, Mirna, per capire sua madre?
Chi può aiutarla nella sua ricerca di risposte in grado di placare il tormento che le si agita dentro?

Mentre cerca di raccogliere i pezzi lasciati dalla mamma e di affrontare il lutto insieme al suo patrigno, conosce una donna, coetanea di Diana: Rachele.

Rachele ha da poco preso in gestione un ristorante molto conosciuto in città e lo ha chiamato "Scegli un colore", e questo in virtù del fatto che la sala è composta da tavoli di diverso colore, appunto.
Viola, indaco, blu, arancione, giallo...: i clienti possono sedersi dove desiderano e Rachele si diverte, in un certo senso, a "indovinare il loro colore", ad immaginare di individuare e riconoscere qualcosa del loro modo di essere, della loro personalità. 

Rachele ha vissuto per diverso tempo altrove e si è trasferita ad Amalbena per ricominciare, un'altra volta. La sua vita, fino a quel momento, è stata un continuo fuggire da situazioni che le creavano dolore e disagio, ma adesso sembra stia trovando un po' di stabilità, grazie al lavoro (che le occupa molta parte del tempo) e alle chiacchierate con l'amica Caterina, una signora diretta, di una schiettezza disarmante e un po' burbera.

Di recente ha conosciuto un uomo, chiamato Scorza, un tipo solitario, enigmatico, anche lui coi suoi tormenti personali, che ama raccontare storie.

Ma l'incontro più importante, che cambierà la sua vita - e non solo - è quello con Mirna.
La ragazza entra nel ristorante e va a sedersi al tavolo blu; chiacchierando, le due scoprono di avere in comune una persona per entrambe importantissima: Diana.

Diana e Rachele sono cresciute insieme in un orfanotrofio, intrecciando un legame strettissimo, vivendo in simbiosi, come sorelle, per diciannove anni.
Poi, qualcosa è successo e le due si sono divise per sempre, senza cercarsi e, addirittura, senza neppure incontrarsi mai ad Amalbena, pur non vivendo lontane.

Eppure, l'affetto che le univa non le ha mai abbandonate, nonostante la lontananza e il quasi trentennale silenzio, e ambedue hanno continuato a indossare la collanina con la pietra colorata, testimone di un'amicizia che nel cuore non è mai morta.

Mirna e Rachele si avvicinano, spinte dal ricordo sempre vivo di Diana, cominciano a parlare, a passare del tempo insieme a colpi di scalpello e bulino, dando forma ciascuna a qualcosa che chiede con urgenza di uscire, di prendere vita sotto le loro mani.

Ma quello che verrà fuori da questa amicizia è qualcosa a cui nessuna di loro è preparata ma che è necessario far emergere per poter rispondere a domande importanti, per chiudere cerchi, per ricominciare.
Per salvarsi.

Sia Rachele che Mirna sono come impantanate in un malessere, in un'inquietudine difficile da definire ma che le rende insoddisfatte, come se ci fosse qualcosa di sospeso nella loro vita.

E se Rachele non vuole guardarsi indietro perché ricordare ciò che è stato la fa soffrire, Mirna sente il bisogno di cercare risposte, di capire cosa è successo quando la mamma restò incinta di lei, di incontrare le persone che l'hanno conosciuta e che forse potrebbero aiutarla.

Se Rachele ha smesso di scappare e vorrebbe poter trovare, nella sua nuova vita ad Amalbena, una serenità che finora è fuggita da lei, Mirna deve allontanarsi per riprendere a respirare, per riappropriarsi di sé stessa, di ciò che è e di ciò che vuole.
Ha bisogno di prendere decisioni dolorose ma drastiche e necessarie, in seguito alle quali sicuramente perderà una persona  a cui tiene ma guadagnerà il rispetto per sé stessa e il diritto di provare ad essere felice.

Ma la felicità non può non passare per la ricerca di quei tasselli mancanti che compongono il suo passato, quello di sua madre, e che vede coinvolta anche Rachele.
La verità verrà fuori e sarà un uragano per entrambe, che le lascerà ammutolite, amareggiate, arrabbiate, di nuovo perse e confuse.


Il tavolo blu è un romanzo delicato e potente insieme, che ruota attorno a tre donne forti, ognuna con il proprio fardello, fatto di timori, inquietudini e speranze che non si ha il coraggio di pronunciare per non restare deluse.
Sono donne fragili e forti, che sanno cosa sia l’abbandono, la mancanza di punti di riferimento; sono simili a "rami protesi come artigli che non hanno più nulla a cui aggrapparsi. (...) sbeccati, lacerati, e tenuti stretti indissolubilmente a radici ormai sradicate".

Rachele e Mirna sanno di dover "togliere per capire", di dover eliminare le cose negative ed inutili per provare a dar vita a qualcosa di nuovo. 
Ricominciare. Ricreare.
Ciascuna lo deve a sé stessa, prima di tutto, e anche se la vita ha insegnato loro che ci si salva sempre da soli, anche se la paura di essere abbandonate a volte ha il sopravvento sul bisogno di avere legami saldi e stabili, è altrettanto vero che "in questo viaggio solitario non è bello trovare qualcuno che ci faccia un po’ di compagnia? E per stare bene insieme è necessario sapere qualcosa di chi ci accompagna. E se non chiedi non lo saprai mai.»"

Mi è piaciuta molto la sensibilità dell'autrice nell'esplorare il vissuto delle protagoniste, nel mostrarcene la personalità attraverso le loro azioni e reazioni, le imperfezioni, le fughe, i silenzi ostinati, le risposte sincere, gli atteggiamenti scostanti, gli errori..., e nel lasciarci guardare al di là delle loro insicurezze e paure, dove ci sono anche coraggio, determinazione, voglia di vivere, desiderio di essere felici, di poter scegliere e decidere.

Un libro che vi consiglio perché è scritto davvero bene e l'autrice affronta tematiche diverse - elaborazione del lutto, l'importanza di legami che uniscono le persone al di là della consanguineità, l'amicizia, l'amore - con una scrittura scorrevole e avvolgente.


ALCUNE CITAZIONI

"Ci sono persone fatte apposta per te, loro ti capiscono e tu le capisci e non servono nemmeno le parole. Succede qualche volta, ma devi essere molto fortunato. "

"...secondo un’antica credenza, le anime delle persone che abbiamo perduto, restano prigioniere altrove. In un animale, in un albero o in un oggetto. Perdute fino al giorno in cui ci troveremo a passare accanto all’animale, all’albero o all’oggetto che le tiene prigioniere."



Con la recensione de Il tavolo blu di Manuela Costantini partecipo al Review Party ad esso dedicato e cominciato lunedì 27 febbraio; di seguito, le tappe:


locandina

27 febbraio – Lilith Hendrix  
28 febbraio – Paper Purrr
1 marzo – Le letture di Adso
2 marzo – Chicchi di pensieri
3 marzo – La libreria di Anna
6 marzo – Hope and Paper
7 marzo - Buona Lettura
8 marzo - Les Fleurs Du Mal



L'autrice.
Manuela Costantini è nata a Giulianova sul mare d’Abruzzo. Ha pubblicato racconti su antologie, quotidiani e siti letterari. Per i Gialli Mondadori ha pubblicato diversi racconti e il romanzo Le immagini rubate, con il quale ha vinto il Premio Tedeschi nel 2014; il romanzo breve Quasi sempre a ottobre, biografia romanzata della serial killer Milena Quaglini, e il romanzo Le scelte imperfette. Per Lisciani Libri ha pubblicato Teseo e il Minotauro, L’Odissea per ragazzi, VacciNo–Chi ha paura delle punture?


mercoledì 12 gennaio 2022

Recensione: IL CASTELLO D'ESTATE di Martina Pregnolato - review party

 

Buongiorno, cari lettori!
La recensione di oggi costituisce la terza tappa del Review party - partito il 10 gennaio, terminerà martedì 18 - dedicato al romanzo d'esordio di Martina Pregnolato, IL CASTELLO D'ESTATE.



10 gennaio: La libreria di Anna
11 gennaio: Un libro in cucina
12 gennaio: Chicchi di pensieri
13 gennaio_ Paper Purrr
14 gennaio: Casalinga per caso
17 gennaio: ChiaraStanzadeiLibri
18 gennaio: Letture Sale e Pepe





IL CASTELLO D'ESTATE
di Martina Pregnolato

Alcheringa Ed.
280 pp
14 euro
2020
Ginevra ha ventotto anni e, dopo aver viaggiato un po' per l'Europa, negli ultimi tempi ha vissuto a Parigi, dove ha conosciuto il bel gallerista d'arte Pascal.
La loro storia sembrava procedere alla grande fino al giorno in cui...  lui non le ha chiesto di sposarlo!
Contrariamente a ciò che, al posto suo, avrebbe fatto la maggior parte delle donne al cospetto di una tale proposta fatta da un uomo bello, ricco e affascinante, Ginevra fugge via, terrorizzata!
Prende il primo volo e torna a casa, dai suoi, che vivono e lavorano (in qualità di governanti) nella bellissima dimora del magnate Amir Wright.

Il palazzo è chiamato "il Castello d'Estate" ed è bellissimo, immenso, elegante: un luogo da favola, di quelli in cui tante bimbe sognano di nascere e crescere, per sentirsi un po' principesse.
Ed è così che è cresciuta Ginevra: in un luogo suggestivo e meraviglioso, e tornarvi non può che farla sentire emozionata.

Certo, quando se n'è andata, l'ha fatto per scappare da una situazione famigliare che cominciava a starle un po' stretta.
Se con suo padre Rodolfo ha sempre avuto un ottimo rapporto, fatto di chiacchierate tranquille e rilassanti confidenze, con sua madre Ilda le frizioni e gli scontri non sono mai mancati.
Del resto, sono più simili caratterialmente di quanto loro stesse siano disposte ad ammettere!

Entrambe, infatti, hanno un carattere fumantino che "prende fuoco facilmente" e nessuna di loro retrocede di un solo passo per dar ragione all'altra.
Ilda è una donna austera, una "carabiniera" in famiglia e (ancor di più) sul lavoro; maniaca della pulizia e dell'ordine, scarsamente incline a tenerezze ed effusioni, severa nei giudizi..., insomma, per uno spirito ribelle come Ginevra una madre come Ilda è più un ostacolo da aggirare che una spalla su cui trovare consolazione.

Eppure, quando si ritrova la figlia nella cucina del castello, anche la granitica Ilda si commuove e si lascia andare ad un caldo abbraccio in cui avvolgere la propria "bambina" finalmente a casa!

Ginevra si guarda bene dal confidare ai genitori che è fidanzata e che è stata chiesta in moglie; piuttosto, vuol rendere il ritorno al castello un soggiorno tranquillo per mettere in ordine le idee e il caos che regna nel suo cuore: ama ancora Pascal? Vuole davvero sposarlo o quella fuga improvvisa è il segnale che qualcosa non va?

Nel tornare nella stupenda dimora in cui è cresciuta, Ginevra ritrova i sapori, i profumi, le abitudini, le persone... che hanno costellato la sua infanzia e adolescenza; ritrova questo suo padre buono, simpatico, marito devoto, lavoratore instancabile, un uomo paziente, pronto ad ascoltarla, consigliarla, accoglierla senza giudicarla.

E ritrova pure sua madre, sempre un po' scostante e lesta nei rimbrotti, che custodisce nel cuore un amore di gioventù sfortunato che le ha provocato delusioni e sofferenze.
Ilda, da giovane, infatti, è stata innamorata del proprietario del castello, Amir, che ai tempi era un giovanotto avvenente, dal fascino seduttore, in grado di far cadere ai suoi piedi le donne con un sorriso.
Ilda compresa, quindi, che però ben presto ha dovuto far i conti con la realtà: Amir non l'avrebbe mai sposata..., invece Rodolfo era lì per lei, come un amico comprensivo, sempre presente, docile e pronto a dichiararle tutto il proprio amore.

Durante il suo soggiorno, Ginevra fa amicizia con la figlia di Titti, una dipendente degli Wright: la diciannovenne Viola diventa per lei la sorella minore che non ha avuto, un'amica più giovane, sì, ma anche molto matura, schietta e saggia nel dispensare pareri e consigli.
E di consigli, Ginevra ne avrà davvero un gran bisogno quando all'improvviso farà il suo ritorno a casa il figlio dei padroni, Sami Wright!

I due non si vedono da molti anni ed entrambi restano piacevolmente colpiti l'una dall'altro; l'attrazione fisica è evidente, ma oltre a quella c'è un feeling che li porta a trascorrere molto tempo insieme, a parlare, scherzare, anche a far progetti.

Ilda e Rodolfo si accorgono che tra i due giovani c'è del tenero e la prima è preoccupata: e se i due replicassero ciò che in passato è già successo tra lei e Amir? Di nuovo la storia d'amore, destinata a naufragare e senza futuro, tra il ricco proprietario e la povera governante?

Ma la passione e i sentimenti hanno la meglio e Ginevra e Sami si ritrovano incredibilmente vicini, pronti a viversi senza filtri né ripensamenti, come del resto è normale che accada in gioventù.

Però le questioni in sospeso restano: Pascal è ancora lì che aspetta la risposta e il ritorno a Parigi della donna che, ufficialmente, è ancora la sua fidanzata.
Gin temporeggia, adducendo la scusa di voler riflettere un altro po', ma in realtà il suo cuore grida un solo nome: Sami.

E il cuore di Sami cosa dice, invece?
Lui è bello, divertente, passionale, pieno di idee, con una carriera da imprenditore avviata; l'estate che passano al castello li vede coinvolti l'uno dall'altra, ma ci sono i presupposti per una storia solida o la loro è solo un'avventura, un flirt estivo?

A complicare le cose ci penserà l'arrivo improvviso di Pascal al Castello d'Estate, che metterà in moto una serie di fraintendimenti, che porteranno Sami e Gin ad allontanarsi.

Ma il destino ha in serbo per loro qualche sorpresa e sarà proprio il padre di lui, Amir, a metterci lo zampino.
Forse quell'amore non vissuto con Ilda ai tempi potrebbe invece scoppiare tra i loro figli?


"Il Castello d'Estate" è una storia romantica che si staglia su un'ambientazione piena di suggestione, dal fascino fiabesco, in cui si muovono personaggi dalla personalità ben definita, che fanno simpatia per i loro difetti e i loro pregi, per come reagiscono alle situazioni e agli imprevisti.
Si fa il tifo per Sami e Gin, perché abbiano il coraggio di vivere il loro amore e di parlarsi con franchezza, afferrando insieme la tanto agognata felicità; la scrittura dell'Autrice è semplice, scorrevole immediata, ricca di dialoghi che rendono vivace la narrazione, la vena romantica è ben dosata ed è resa frizzante da battute spiritose e situazioni simpatiche.

Una lettura davvero gradevole, che fa sognare i lettori più romantici; ringrazio l'Ufficio Stampa Saper Scrivere e l'Autrice per l'opportunità di leggere e recensire questo libro.

giovedì 14 ottobre 2021

** REVIEW PARTY ** Recensione: UNA NOTTE BUIA DI SETTEMBRE di Valerio Marra



Cari lettori, oggi vi parlo di un giallo all'italiana (ambientato a Frascati), appassionante, coinvolgente, con una rosa di personaggi le cui personalità - in tutte le loro sfaccettature e contraddizioni - sono  delineate in modo accattivante.


Nella locandina sono segnalati i blog che partecipano al review party di questo romanzo di Valerio Marra e di cui potrete leggere via via le diverse recensioni.






UNA NOTTE BUIA DI SETTEMBRE
di Valerio Marra


Ed. Newton Compton
Pagine: 288
Prezzo: € 9,90
E-book: € 4,99
"Settembre, dunque, era tornato. Settembre, con le promesse di inizio estate non sempre mantenute.
Settembre, che profuma ancora di caldo, ma minaccia il freddo e l’inizio di un nuovo lunghissimo inverno.
Settembre, che significa solitudine. Se respiri forte, però, puoi ancora sentire l’odore delle storie d’amore, dei tavolini all’aperto, della salsedine e dei concerti in piazza.
Era tornato settembre.
Portando con sé la morte."


La morte che settembre porta con sé è quella di un giovane uomo di nome Angelo Donati: è il chitarrista di una band - i Dust Rocker - che ha goduto di una certa popolarità negli anni passati, anche se attualmente è sul viale del tramonto; ebbene, l'uomo viene trovato morto nel suo appartamento dalla badante dell'anziana vicina di casa.
Dai primi rilevamenti sulla scena del crimine, pare sia stato strangolato con una corda molto sottile.

Ad occuparsi del caso è il commissario Lorenzo Festa che, insieme agli agenti Russo e Conti, matura da subito l'idea che a commettere il delitto non sia stato qualcuno che s'è introdotto in casa con la forza, bensì una persona che la vittima conosceva: la serratura dell’appartamento, infatti, non risulta scassinata né forzata.

Le indagini partono immediatamente e Lorenzo ordina subito ai suoi fedeli sottoposti di cominciare a raccogliere quante più informazioni possibili interrogando le persone vicine ad Angelo: dai membri della band alla fidanzata, fino ad arrivare al mondo della droga.
Angelo, infatti, aveva una dipendenza dalla cocaina, condizione che aveva messo in crisi la sua relazione con la fidanzata Sofia e lo aveva reso inaffidabile e mal visto agli occhi degli altri musicisti.

Seguendo il filone musicale, il napoletano Michele Russo, affiancato dal giovane agente Francesco Conti (da lui soprannominato ironicamente Spina e quotidianamente oggetto di rimbrotti e prese in giro da parte del collega più anziano), comincia a fare domande in giro, ad es. a Felice Pratesi, musicista della band e vecchio amico di Donati.
Felice sembra distrutto e addolorato per la morte di Angelo, ma al contempo ha un che di sospetto: si affretta a giurare di non averlo ammazzato, anche se in realtà i suoi comportamenti paiono molto strani e, in un primo momento, è proprio lui a diventare il sospettato numero uno.

Certo, mancano confessione, arma del delitto (tutto però fa pensare che si tratti della corda di una chitarra)..., eppure pare che sia stata l'ultima persona a vedere Angelo vivo e che avesse delle motivazioni per volerlo morto.

Ma per il magistrato Antonella Greco gli indizi di colpevolezza non sono comunque sufficienti per fare di Felice l'assassino di Angelo, per cui invita Festa a continuare a indagare, perchè è possibile che il vero colpevole non sia lui.

Ed effettivamente, più scavano nei rapporti di Donati, più Festa e i suoi uomini (oltre a Russo e Conti, ci sono anche Giulio Moretti - prossimo al prepensionamento - e le bella Barbara Giorgi) scoprono che la vicenda ha molte chiavi di lettura; la musica e la droga ne sono solo due e sicuramente la polizia fa bene a concentrarsi su di esse, ma spesso la verità ha più facce e per arrivare ad essa potrebbe essere necessario fare attenzione ai particolari, prendendo vie meno scontate.

La domanda iniziale resta valida: chi poteva avere delle ragioni per ammazzare Angelo Donati?

Pare che l'uomo non se la passasse bene economicamente (conto prosciugato) e che avesse contratto qualche debituccio. 
Forse è stato un creditore ad ucciderlo per vendicarsi dei mancati pagamenti?
Magari qualche spacciatore che gli ha dato della droga ma non era stato pagato?

Inoltre, una testimone dice di aver visto uscire Donati dalla liuteria di un certo Grandetti, e di aver sentito i due litigare pesantemente. 
Il liutaio viene sentito dalla polizia e sembra avere molta paura nel rispondere alle domande che gli vengono rivolte: come mai? Ha qualcosa da nascondere?

Anche l'addolorata fidanzata della vittima, Sofia: sembra estranea ai fatti, in un primo momento, ma c'è qualcosa di anomalo nei comportamenti suoi e della gemella. 
E se fossero coinvolte? E se Sofia, stanca della condotta deviata di questo fidanzato cocainomane e senza un quattrino, avesse perso il controllo?

"Doveva scovare quella anomalia, isolarla, analizzarla e trovare la tessera mancante. Quella che avrebbe dato finalmente senso a quello strano e deforme mosaico."

Amore. Soldi. Vendetta.
Per quale di queste ragioni è stato ucciso Donati?

La squadra di poliziotti del commissariato di via Sciadonna è tutta impegnata a scandagliare nell'esistenza e della vittima e delle persone che la conoscevano: ognuna di loro sembra avere qualcosa da nascondere, un non detto che potrebbe essere la chiave giusta per arrivare alla soluzione del caso.
E Lorenzo non si darà pace fino a quando non avrà  dato risposta ad ogni domanda e sciolto ogni singolo dubbio.

Lorenzo Festa, con la sua Marlboro sempre tra le labbra o tra le dita, è un uomo di poche parole ma che sa fare bene il proprio lavoro, andando dritto al sodo; è preciso e scrupoloso, presta attenzione ai dettagli e non si accontenta di cercare soluzioni a buon mercato e scontate, anzi stimola anche i propri uomini a ragionare, ad andare oltre le risposte immediate.
C'è in lui qualcosa che lo angoscia, lo tormenta, lo rende "allergico" alla felicità; ad es., ha allontanato dalla sua vita la dottoressa Greco, pur essendo ancora coinvolto sentimentalmente; la donna, a sua volta, non riesce a togliersi dalla testa i momenti felici trascorsi tra le braccia del taciturno commissario, e allo stesso tempo sente che illudersi la farà solo soffrire.

I crucci in amore attanagliano anche Giulio, invaghito della collega, Barbara, che però è sposata; e Michele - che ostenta sempre un atteggiamento gioviale e allegro (soprattutto quando si tratta di tormentare il povero Conti) - ha anch'egli i suoi piccoli problemi di coppia, che lo rattristano non poco.

Sia Festa che i membri della sua squadra vivono, ciascuno a modo suo e per ragioni personali, una propria solitudine privata, nascosta agli occhi degli altri, segreta, che è un po' motivo di sofferenza e un po' un rifugio, in cui ritrovarsi a fare i conti con se stesso, con i propri demoni interiori, il proprio passato e i sensi di colpa.

E settembre, con le sue piogge, i suoi profumi e i suoi colori caldi e malinconici, è lo sfondo perfetto e coerente per questo giallo che si snoda, certo, attorno al delitto da risolvere, ma lo fa ponendo l'attenzione del lettore sulla psicologia dei personaggi, sulle loro inquietudini, solitudini, segreti, fragilità.
Ogni personaggio - dai poliziotti a tutti quelli che via via vengono coinvolti nelle indagini - ci appare in tutta la sua umanità e questo permette al lettore di entrare in empatia con essi, perché non gli vengono nascoste le debolezze, i timori, il bisogno di dare e ricevere amore.

"Una notte buia di settembre" è un giallo made in Italy che sa intrattenere il lettore e suscitarne l'interesse, e per le vicende investigative in sé e per i personaggi coinvolti e le relazioni che li riguardano; pur essendo attraversato per lo più da sfumature malinconiche, non mancano momenti simpatici, che fanno sorridere, grazie in particolare alla effervescente "napoletanità" di Michele Russo e al suo rapporto particolare con il collega, Conti.

Non posso che consigliarvi il romanzo di Valerio Marra: è una lettura che può farvi piacevolmente compagnia in questi giorni piovosi d'autunno (e non solo!).

lunedì 22 febbraio 2021

Recensione: IL DUCA TRADITO di Jess Michaels - Review Party -



È uscito il 16 febbraio il terzo libro della serie "Il Club del 1797", preceduto da "Il carisma del Duca" e Un duca da scegliere" (RECENSIONE): "Il duca tradito" che presenta anche l'anteprima del quarto romanzo della serie, "Il duca silenzioso".




Al centro di questo Regency romance ci sono Graham, il duca deluso dall'amore e dall'amicizia, e la timida e occhialuta Adelaide, che deve destreggiarsi tra l'anonima esistenza condotta all'ombra della zia zitella ed arcigna, e quella più vivace e frizzante che interpreta quando veste i panni del proprio alter ego: la bellissima attrice Lydia Ford.

IL DUCA TRADITO
(The broken duke)
di Jess Michaels 



Trad. Isabella Nanni
Editore: The Passionate Pen LLC
Genere: Romance storico
Prezzo ebook: € 3,99
238 pp 
 disponibile in Kindle Unlimited

Prezzo cartaceo: € 14,55
Febbraio 2021
Link di acquisto Amazon 
Chi ha letto il precedente volume della serie ha già avuto modo di conoscere Graham, duca di Notherfield, e di scontrarsi con la sua enorme e cocente delusione di fronte a quello che lui considera un doppio tradimento: d'amore e d'amicizia.
Graham, infatti, è stato per anni il fidanzato di Meg, la bella e intelligente sorella di un suo carissimo amico, James; il loro, però, non è mai stato un vero legame sentimentale e, fatta eccezione per un innocente sentimento di affettuosa amicizia, tra i due fidanzati non c'è mai stato alcun trasporto nè sentimentale nè fisico.

Quando il caso ha "costretto" (finalmente!) Meg e il ragazzo di cui era da sempre innamorata, Simon (anch'egli amico stretto di Graham e James, tutti membri del famigerato "Club del 1797") a rivelare l'un l'altra i propri sentimenti, Graham ne rimane decisamente deluso e arrabbiato, ritrovandosi senza la fidanzata storica e senza l'amico di lunga data.

Scatta in lui un impulso distruttivo, che lo porta ad affogare le amarezze nell'alcool, ma galeotto giunge un invito a teatro per vedere uno spettacolo dell'attrice più acclamata del momento: Lydia Ford.

Lydia è bella, piena di fascino, delicata nell'aspetto - con i suoi capelli biondi, il collo ben disegnato, il fisico minuto ma avvenente - e desiderata dagli uomini, alcuni dei quali prepotenti e brutali, convinti di poter avere una donna come e quando vogliono, ignorando eventuali rifiuti.

Quando Graham vede Lydia all'opera su un palcoscenico ne resta folgorato, così decide di raggiungerla in camerino per conoscerla di persona.
Tra i due scatta un'intesa immediata, che confluisce in un bacio appassionato, cui seguiranno continue attenzioni da parte del bel duca, alla cui bellezza e alla cui personalità affascinante Lydia non sa e non vuole sfuggire.

Ma la bella attrice ha un segreto da tutelare, che se venisse scoperto rovinerebbe del tutto la sua giaà traballante reputazione in società.

In realtà, quando lei torna a casa - di nascosto e col favore del buio della notte - sveste i panni di scena, mette in un cantuccio le emozioni provate a teatro e ridiventa  Adelaide Longford, la zitella intellettualoide meno considerata di Londra, timidissima, con un paio di occhiali che, più che utili ad aguzzarne la vista, le servono per renderla meno appariscente, meno graziosa agli occhi del mondo (maschile in primis) e sono sicuramente più consoni ad una donna che ormai s'è abituata a fare da tappezzeria ai balli e alle occasioni pubbliche.

La sua posizione sociale, poi, non l'aiuta: il suo defunto padre non era visto di buon occhio dai nobili e lei stessa ha un passato di cui si vergogna e che desidera resti sepolto.
A vegliare sulla sua virtù ci pensa zia Opal, la donna con cui è cresciuta dopo essere rimasta orfana; la signora è una tutrice severissima, fin troppo parca di gentilezze e affettuosità, che non manca di giudicare aspramente la nipote per un nonnulla, di rimproverarla e di ricordarle che una donna come lei mai potrà trovare un gentiluomo pronto a sposarla e a renderla una signora onorata.

E così, se di giorno la povera Adelaide esce e frequenta salotti il meno possibile (ha una sola amica, Emma, moglie di James e cognata di Meg), almeno di sera e di notte può buttarsi alle spalle un'esistenza infelice e limitata e recitare letteralmente una parte differente, dove è acclamata, apprezzata, corteggiata.

Certo, deve stare attenta affinché nessuno la riconosca ed infatti è questa la sua paura quando il suo cammino incrocia quello di Graham Everly, Duca di Northfield, che pian piano riprende a frequentare la casa di James, avvicinandosi all’occhialuta e salace Adelaide e cominciando, tra un dialogo e l'altro, a provare per quell'anonima donna dalla lingua pungente e schietta, un'attrazione che neppure egli sa spiegarsi.

"...dal momento in cui aveva incontrato Lydia, dal momento in cui aveva ballato con Adelaide, tutto aveva cominciato a cambiare. Il ghiaccio in cui era bloccato, come in una gelida prigione, si era sciolto a ogni sguardo, a ogni risata, a ogni tocco appassionato. E chiamare quel processo "essere riportati in vita" era la descrizione più adatta".

Ben presto Graham si sente diviso tra la passione carnale per l'ardente e sensuale Lydia e la crescente curiosità per l'intelligente e interessante Adelaide.

Quest'ultima vive, per ragioni differenti, un dualismo simile: da una parte, quando è Lydia, si sente libera di amare Graham e di lasciarsi amare (seppur solo col corpo, cercando di mettere da parte il  cuore) da lui, con il quale ha molta sintonia e lo stesso giovanotto capisce di potersi fidare di lei, tanto da arrivare a confidarle fatti privati mai detti a nessuno; dal'altra sa che... Lydia non esiste, è una menzogna!! Lei è Adelaide, e nei panni dell'invisibile protetta di zia Opal non ha speranza di poter far innamorare di sè un duca stimato e desideratissimo quale è il duca di Notherfield.

Inoltre, dovrà purtroppo arrivare il momento della verità: quando Graham scoprirà l’identità segreta di Adelaide, sarà in grado di accettare entrambe le parti della giovane donna? E riuscirà a salvarla da un pericolo in agguato che nessuno dei due avrebbe mai potuto prevedere?

Anche questo romance è assolutamente piacevole, e anzi per certi aspetti l'ho preferito al secondo, in quanto la trama è più ricca e lo sviluppo delle vicende è più dinamico e interessante, rendendoci bene la complessità caratteriale dei personaggi, i loro tormenti, dubbi, desideri segreti, paure mai confessate; linguaggio scorrevolissimo, merito anche di una traduzione accurata; alto il livello di sensualità.

Lettrici alla ricerca di storie di amore e passione, questa serie fa per voi!





Biografia autrice
Jess Michaels è un’autrice bestseller di USA Today. Sebbene abbia iniziato come autrice tradizionale pubblicata da Avon/HarperCollins, Pocket, Hachette e Samhain Publishing, e anche da Mondadori in Italia nella collana “I Romanzi Extra Passion”, nel 2015 è passata al self publishing e non si è mai guardata indietro! Ha la fortuna di essere sposata con la persona che ammira di più al mondo e di vivere nel cuore di Dallas. Quando non controlla ossessivamente quanti passi ha fatto su Fitbit, o quando non prova tutti i nuovi gusti di yogurt greco, scrive romanzi d’amore storici con eroi super sexy ed eroine irriverenti che fanno di tutto per ottenere quello che vogliono senza stare ad aspettare.




Biografia traduttrice.
Isabella Nanni si è laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne ed è iscritta al Ruolo Periti ed Esperti della CCIAA di Bologna per la categoria Traduttori e Interpreti. Le sue lingue di lavoro sono Inglese, Tedesco e Spagnolo, da cui traduce verso l’italiano, lingua madre. A gennaio 2019 è risultata vincitrice ex aequo del concorso di traduzione de “La Bottega Dei Traduttori”.
Dopo la laurea ha seguito un corso di perfezionamento in Marketing e successivamente un Executive MBA presso il Politecnico di Milano. Ha lavorato in ambito Marketing, Comunicazione e Business Development per diverse aziende manifatturiere e di servizi a supporto delle attività internazionali.
Da diversi anni è libera professionista e continua ad occuparsi di traduzioni, sia editoriali che tecniche anche in ambito legale. È inoltre consulente di business development per editori di testate trade.

venerdì 8 gennaio 2021

Recensione: UN DUCA DA SCEGLIERE di Jess Michaels - Review Party

 

“Un duca da scegliere”è il secondo libro della serie di romance regency “Il Club del 1797” e si focalizza sulla storia d'amore, tanto intensa quanto ostacolata, tra il bel Simon e la dolce ma combattiva Meg.

Pubblico la recensione oggi e con essa partecipo al Review Party organizzato in occasione della recente uscita del libro.






UN DUCA DA SCEGLIERE
di Jess Michaels



trad. Isabella Nanni
258 pp
Margaret Rylon, la sorellina di James, duca di Abernathe, è da sempre invaghita di Simon Greene, duca di Crestwood, grande amico del fratello.
Lei e Simon hanno sempre avuto un rapporto speciale, fatto di scherzi, confidenze, balli: sono amici da sempre, tra loro scorre un affetto sincero che però nasconde un sentimento diverso dall'amicizia.

C'è una forte attrazione che li unisce, ma è fatta solo di sguardi rubati, di sospiri segreti, di emozioni e pensieri tenuti per sé e mai espressi per paura di un rifiuto.

Anche Simon, infatti, vuol bene alla "piccola" Meg, e quanto sono grandi il suo stupore e la sua amarezza quando James gli rivela di aver scelto come marito per la sua sorellina il loro comune e fraterno amico Graham, duca di Northfield!

Tutti e tre i giovanotti appartengono al Club del 1797 e tra i membri di questo club tutto al maschile c'è assoluta lealtà, amicizia, sostegno.
Ma scoprire che la ragazza di cui è innamorato sta per fidanzarsi (e sposerà) l'amico, fa star male il povero Simon che, non avendo il coraggio di farsi avanti né con James né con Meg, preferisce ingoiare il rospo e rassegnarsi all'idea che lei non sarà mai sua.

Dal canto suo, la povera Meg spera in cuor suo che Simon si dichiari, ma questo non avviene e lei, a sedici anni, finisce per essere la fidanzata di Graham, un uomo che non ama...

Questi è certamente un bel ragazzo, è gentile, premuroso, cortese... ma glaciale. Mai un bacio affettuoso, mai un gesto che faccia capire che è innamorato della fidanzata. Niente, Graham tratta Meg come fa da quando si conoscono, con la distante affabilità che ha sempre avuto con la sorella del migliore amico.

Simon cerca disperatamente di non distruggere l'amicizia con i due duchi e con la stessa Meg, cercando quindi di celare i suoi desideri, ma il destino ci mette lo zampino e la situazione, sei danni dopo dal fidanzamento, precipiterà.

Un giorno Meg e Simon rimangono intrappolati da soli nel cottage della famiglia di James, a causa di un improvviso e violento temporale; sono costretti a trascorrere la notte insieme, svestiti - per permettere agli abiti di asciugarsi -, e nonostante i due riescano a resistere alla tentazione e si limitino a un bacio senza andare oltre, il mattino dopo Graham e James li trovano al cottage e il primo è furibondo perché immagina cosa possa essere successo tra la fidanzata e l'amico.

Lo scandalo che ne risulta non solo porta alla rottura del fidanzamento di Meg, ma costringe Simon a chiederne la mano al posto del suo amico.

I due sono mortificati e sanno di meritare la delusione di James, la rabbia di Graham e il disprezzo di amici e parenti - è indubbio che si siano infilati in una situazione compromettente e "sconcia" -, ma almeno una cosa positiva, in tutta questa triste storia, c'è: Meg può fidanzarsi con l'amore della sua vita!

La ragazza, pur essendo sinceramente dispiaciuta di aver ferito la sua famiglia e il suo (ormai ex) fidanzato, non riesce a non essere felice all'idea di poter realizzare il suo sogno d'amore con Simon, l'unico che abbia mai amato e desiderato. 

E di giorno in giorno ella è sempre più determinata ad avere una vita felice insieme a lui, tanto più che si rende conto di come siano in sintonia quando si abbandonano alla passione.

Ma Meg deve fare i conti con qualcosa di più complicato dell'amarezza di Graham, del dolore per aver deluso il fratello e la sua dolce moglie (Emma), dei sordidi pettegolezzi che girano su lei e Simon: ad impedire alla neocoppia una piena felicità è lo stesso Simon, il quale non riesce a non sentirsi in colpa per aver tradito l'amicizia di Graham e James e per aver esposto Meg a uno scandalo, che potrebbe costarle gli inviti e le amicizie in società.

L'atteggiamento di Simon è fonte di sofferenza per Meg, agli occhi della quale la loro condotta disdicevole ha sì peso, ma è pur vero che, non potendo più tornare indietro per cambiare il passato, non ha senso costringersi all'infelicità e rovinarsi il futuro: stanno insieme, era quello che volevano, no? Perché autoaffliggersi pensando a ciò che non può essere mutato? Ormai il danno c'è stato, attraverso il fidanzamento (e il prossimo matrimonio) il loro onore verrà in qualche modo recuperato, chi ha sofferto e soffre se ne farà una ragione..., quindi a un certo punto bisogna andare avanti per afferrare con convinzione la felicità e fare la propria vita! I maldicenti e le malelingue facessero pure la loro parte, pazienza!

Ma Simon ha un modo di ragionare decisamente più contorto...

A destabilizzare emotivamente la ragazza, poi, è in particolare il fatto che lui le dimostri tutto il suo desiderio, il suo ardore, attraverso il corpo, abbandonandosi insieme a lei a ore di amore e passione 
sotto le lenzuola.
A termine dell'amore, però, lui ritorna cupo, ombroso, comincia a prendere le distanze dalla fidanzata, schiacciato dal senso di colpa per aver tradito il suo amico e, in generale, i valori del Club, che per lui è come una famiglia.

Perché purtroppo Simon non ha mai vissuto la propria famiglia come quel nido d'amore che dovrebbe essere per tutti. 

Se Simon non impara in fretta a far pace con se stesso, con i propri sensi di colpa, di inferiorità, con le insicurezze maturate in famiglia, potrebbe rischiare seriamente di perdere la sua Meg e di negare ad entrambi la possibilità di essere felici.

Questo romance storico, ambientato nel 1810 in Inghilterra, racconta una storia d'amore bella, dolce e sensuale, ma anche molto tormentata ma, a differenza di come accade di solito - dove gli ostacoli sono esterni -, qui l'impedimento è "interno" ed interiore: è un membro della coppia ad ostacolare l'amore con l'altro, e lo fa per ragioni intime, che provengono da dentro, dal suo cuore e dalla sua mente, da problemi e insicurezze irrisolti.

Simon è un giovanotto sensibile, nonostante abbia sempre fatto di tutto per apparire solo un tipo allegro, burlone, solare, simpatico e senza problemi; in realtà, se c'è una cosa che lo fa soffrire è il pensiero di deludere le persone che ama e di dover convivere con la vergogna dei propri errori e la solitudine e il disprezzo che ne deriverebbero.

E questo aspetto della personalità - rendersi conto dei propri sbagli e starci male - è sicuramente qualcosa che fa onore a Simon, ma il problema è che... c'è un limite anche ai sensi di colpa!

Quest'uomo è schiacciato ed ossessionato dalla convinzione di dover soffrire per espiare i propri peccati, e questo atteggiamento è davvero eccessivo, anche perché rischia di fargli perdere di vista il bello che ha accanto e che lo aspetta nel futuro, oltre che risultare "pesante".

La sua fidanzata deve combattere per tenere accanto a sé il suo uomo, che tra l'altro non è molto galante - parere mio - a sbarazzarsi dei sensi di colpa e della vergogna solo quando si abbandona alla passione con la fidanzata, per poi scappare da lei e trattarla con distanza dopo la fine dell'amplesso!

Questo per dire che in certi momenti il personaggio di Simon mi ha suscitato un po' di irritazione, in quanto ho trovato esagerata questa sua propensione a castigarsi; per contro, mi sono piaciuti gli altri personaggi, dal pacato, premuroso e leale James, alla saggia e comprensiva Emma, e soprattutto la protagonista femminile, Meg, che è giovane ma molto determinata, pronta a lottare per il suo amore e paziente nei confronti delle mille paranoie di lui.

I momenti di intimità hanno un alto tasso di sensualità, senza essere volgari; anche su questo fronte viene fuori la personalità di Meg che, per quanto inesperta e ingenua, non esita a seguire i desideri del proprio corpo (oltre a quelli del cuore) e a donarsi a colui che ama interamente.

Se siete alla ricerca di una storia d'amore ricca di sentimento ed eros, dove vengono esaltati anche valori come l'amicizia, non posso che consigliarvi questo romanzo.


giovedì 30 luglio 2020

Recensione: WALTER T. di Davide Di Lodovico - Review Party



Buongiorno lettori!!

Quest'oggi vorrei condividere con voi la recensione di un distopico dai tratti oscuri ed inquietanti, che racconta di un protagonista destinato a essere l'anomalia che rischia di mandare in frantumi il sistema in cui vive.

L'autore. Davide Di Lodovico si occupa da anni di editoria, sia come autore sia come editor; ha pubblicato per Lisciani Libri i romanzi Pinocchio Jamaal (2018), La fuga (2019) e Il cavallo di Troia (2019). Con lo pseudonimo Dave Lodi ha anche pubblicato e curato l’adattamento in italiano moderno delle fiabe non censurate, tradotte da Collodi: Cenerentola (2019) e Barbablu & Le fate (2019). Parallelamente al lavoro editoriale, conduce anche un’importante attività come produttore musicale nell’ambito della musica elettronica. Va ricordato il brano Under Control, colonna sonora del film Effacer L’historique (Orso d’Argento al festival di Berlino 2020).


Con questo post partecipo al Review Party; vi segnalo che le altre  recensioni del romanzo sono presenti sui blog che partecipano all'iniziativa e che sono menzionati nel banner.





WALTER T.
di Davide Di Lodovico

Lisciani Libri
240 pp
14.90 euro
Età lettura: 13-18 anni
USCITA:
15 LUGLIO 2020
 Immaginare un futuro, neanche troppo distante dal presente, in cui le vite degli uomini sono soggette ai rigidi dettami e alle subdole limitazioni di un Governo che mira al controllo assoluto di ogni singola persona e della società tutta, ha sempre un che di sinistro e cupo.
Sì perchè, non c'è nulla di peggio che a un essere umano venga tolta la libertà. Di pensiero, di parola, di azione.

Il mondo futuro creato in "Walter T." è un mondo che sembra perfetto, in cui cittadini paiono assolutamente liberi, già per il solo fatto di avere accesso a fiumi di informazioni; ed è pacifico che più sai, più conosci e t'informi... e più sei libero, no?
La conoscenza è luce, libertà.
Ma lo è anche quando quelle informazioni sono decise e veicolate dall'alto? Quando qualcuno decide per te cosa devi sapere o no?
Non c'è posto per l'autodeterminazione in questa società immaginata dall'autore, dove tutto è falso, artefatto, un inganno; la tanto decantata libertà è una finzione bell'e buona.

Eppure c'è una flebile speranza perché qualcosa intacchi il sistema, e questa speranza è una persona: Walter T., appunto.

 
"Noi cittadini siamo gli animali ammaestrati che popolano questa  specie di zoo tecnologico. Ma io sono la bestia rara. Sono Walter T. Sono morto tanti anni fa. Quando la prima versione di me, quella libera, terminò la sua storia in un pomeriggio di luglio, assieme agli amici più cari e fidati. Quel giorno morì ciò che ero, un essere libero. Da allora sono un numero di protocollo. Un abominio." 


Walter T. è l'anomalia interna al sistema, perché è l’ultimo, autentico, essere umano libero della Terra, al quale non sono stati impiantati microchip, e che quindi non è controllabile. 

Walter T. è come se non esistesse; e in effetti lui sa di essere morto tantissimi anni prima.
Adesso, nel suo presente, l'uomo è anziano, ma la sua memoria non l'ha abbandonato e lui continua a custodire un segreto.

"Dicono che tenere nascosto un segreto non sia una buona cosa, anzi. Ma io ho dovuto farlo. Il mio  segreto è come la mia pelle, l’ossigeno che respiro o le cicatrici che mi sono fatto nel corso della vita. Di tanto in tanto lo accarezzo con i pensieri, per vagare con la mente a momenti passati. Sono la mia isola privata, dove torno di tanto in tanto per trovare la calma".

E' vecchio, sì, ma proprio per questo ricorda com’erano le cose prima, non ha dimenticato gli amici di un tempo - Umberto F., Nevia D., Pablo R. - e il loro comune progetto, denominato RE-BOOT e a causa del quale hanno rischiato grosso.

Walter T. ha dovuto rinunciare a se stesso, in un certo senso, ed è stato costretto a rinascere all'interno di una società in cui alcuni individui sono stati resi metà umani e metà robot, in cui ogni minima opposizione al governo è considerata tradimento e punibile con la morte.

Il protagonista torna indietro con la memoria,  rivive i ricordi più dolci e più atroci della propria esistenza e lui sa, ricorda molto bene che c'è stato un  tempo preciso, ormai lontanissimo, in cui tutto è cambiato: le libertà individuali e i diritti hanno lasciato il posto a una "dittatura delle probabilità", a un nuovo regime intenzionato ad omologare le menti, abbattendo ogni forma di ribellione, ma il giovane Walter T. e il suo gruppetto di amici erano riusciti a ritagliarsi uno spazio segreto in cui coltivare il sogno di essere quell'anomalia che vuol restare sveglia, libera dalla dittatura di uno Stato tirannico che vuol controllare ogni angolo della vita del singolo e di tutti.
E nel loro covo segreto era nato RE-BOOT, un progetto top secret che attualmente sembra essere solo un amaro ricordo nella mente di Walter.

Un nuovo e pericoloso progetto è in preparazione; ovviamente il Governo lo spaccia come qualcosa di positivo e benefico per la popolazione, ma in realtà l'obiettivo è sempre lo stesso: addormentare i cervelli, rendere le persone sottomesse e manipolabili.

Intanto Walter T. scopre che negli anni si sono verificati degli strani omicidi, che hanno delle inquietanti caratteristiche in comune.
Scoprire chi c'è dietro quelle morti sarà fondamentale per Walter T. e ad aiutarlo ci saranno vecchie conoscenze che lui credeva di aver perduto per sempre.

Sarà disposto Walter T. a sacrificare se stesso per ridonare la libertà al resto del genere umano? E soprattutto, il suo sacrificio potrebbe davvero essere utile?

"Ho vissuto tutta una vita in attesa. Impaziente. A volte è comparsa la rassegnazione. Ma io ho tenuto duro. Per tutta la vita ho rinunciato a vivere. Per rinascere. Ora."

"Walter T." è un distopico che si legge molto fluentemente grazie a uno stile accurato e piacevole, alla rappresentazione di una società futura dalle sembianze perfette ma assolutamente ingannevole e pericolosa, che mira all'annientamento dell'individualità; mi è piaciuta la sfumatura "gialla" e l'alternanza tra le riflessioni del protagonista, la rievocazione del passato e il racconto del presente, che non manca di dinamicità e piccoli colpi di scena. 
Belle le illustrazioni di Savino Napoleone presenti ad ogni inizio capitolo.
Ringraziando l'Ufficio Stampa Saper Scrivere per l'opportunità di leggere questo libro, non mi resta che suggerirvene la lettura, in particolare se vi piacciono le storie ambientate in una società futura e alternativa alla nostra.

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