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lunedì 9 settembre 2019

IL TULIPANO PARLA D'AMORE



Oggi, lettori, vi parlerò di un fiore che amo molto: il tulipano!


CURIOSITA'


Il suo nome deriva dal turco "tulband", cioè turbante, probabilmente perché la sua forma ricorda questo copricapo.

Il tulipano è un fiore originario della Turchia, infatti le sultane turche della stirpe di Osman erano solite sigillare lettere e messaggi con un contrassegno a forma di tulipano.

Da sempre, in tutti i giardini d'Oriente sono presenti i tulipani. A Costantinopoli, durante il mese di aprile, si celebra la festa del tulipano.

Il sultano delle Mille e una notte utilizzava questo fiore per far capire alle donne del proprie harem che le aveva scelte.

Ma esistono anche leggende che sostengono, al contrario, che fossero le odalische a lanciarli oltre le sbarre dell'harem per mandare messaggi al fidanzato perduto. 

Qualunque sia la verità, una cosa è certa: in tutto il mondo il tulipano ha sempre parlato d'amore.

La leggenda più antica è ancora una volta di origine mediorientale (persiana) e sostiene che un giovane di nome Shirin partì in cerca di fortuna lasciando la sua amata Ferhad. La ragazza attese per lungo tempo il suo ritorno, poi, disperata, partì a sua volta alla ricerca dell'innamorato. Vagò per molto tempo e soffrì la fame, il freddo, la sete, finché un giorno non cadde su pietre aguzze e pianse con la consapevolezza che sarebbe morta senza rivedere Shirin. Le lacrime si mescolarono al sangue e cadendo in terra si trasformarono in fiori rossi: i tulipani.

Questo bellissimo fiore introdotto in Europa nel 1500 dall'ambasciatore austriaco ad Istanbul e riscosse notevole successo presso le corti europee, tanto che presso le classi borghesi i bulbi costituirono la dote di alcune ragazze in età da marito.
Ma fu in Olanda che si creò ben presto un vero e proprio culto del tulipano; fu addirittura creata
un'unità di misura che serviva appositamente per stimare la qualità dei bulbi, il "persit", ed inoltre, sempre i bulbi furono oggetto di quotazioni in borsa.

Il tulipano selvatico simboleggia il primo amore, mentre nell'arte e nella poesia questo fiore ha rappresentato spesso l'onestà, l'incostanza, l'amore perfetto, la mancanza di discernimento. L'apparente contraddizione dei significati attribuiti al tulipano forse va attribuita ai molteplici e contrastanti stati d'animo vissuti durante un amore.



IL TULIPANO NEI LIBRI


Il tulipano nero di A. Dumas

Ed. Newton Compton
La Tulipe noire viene pubblicato da Alexandre Dumas nel 1850, sei anni dopo l’enorme successo dei I tre Moschettieri e de Il Conte di Montecristo, quando lo scrittore è ormai divenuto un beniamino del grande pubblico francese.
Ambientato negli anni della cosiddetta “bolla dei tulipani”, nella laboriosa Olanda repubblicana del Seicento che vide l’ascesa di quella prospera e raffinata borghesia tramandataci dai dipinti di Rembrandt e di Vermeer, il romanzo narra un vero e proprio caso di spionaggio industriale e al tempo stesso una delicata, insolita storia d’amore. Intorno al favoloso “tulipano nero”, il fiore perfetto e impossibile, ruota una folla di personaggi sia storici che fantastici, che l’autore riesce a rendere vivi e veri con la consueta abilità. Un Dumas insolito, quasi con cadenze di fiaba, che rinuncia, per una volta, ai grandi colpi di scena e ai superuomini del feuilleton.




Tulip Fever. La tentazione dei tulipani di Deborah Moggach

Amsterdam, 1636. Mentre il commercio prospera e le arti fioriscono,
Ed. Sperling&Kupfer
Cornelis Sandvoort, ricco mercante, e la sua giovanissima consorte, Sophia, stanno posando per il ritratto che li renderà immortali. 
Insieme a loro, nel dipinto, un vaso di tulipani: i fiori che, secondi soltanto alla sua bellissima moglie, sono la più grande passione di Cornelis. 
Così come di tutta l'Olanda, che sembra preda di una follia collettiva: i bulbi di tulipano valgono una fortuna, e c'è chi è disposto a ricorrere a ogni mezzo, lecito o illecito, pur di possedere quelli più pregiati. 
È Jan van Loos, uno degli artisti più promettenti del momento, a fissare su tela quella scena, che dovrà trasmettere per sempre magnificenza e armonia. Ma il suo occhio, attento ai minimi dettagli, sa penetrare l'apparenza e cogliere l'essenza più profonda. Il fuoco sotto la cenere, l'irrequietezza dietro l'obbedienza. 
Giorno dopo giorno, tra il pittore e la sposa del mercante si instaura un dialogo muto, fatto di sorrisi furtivi e occhiate rubate. E mentre il ritratto prende forma, fuori dalla cornice prende vita una passione bruciante.


IL TULIPANO... IN MUSICA!




martedì 3 settembre 2019

Draghi, dèi e la camelia giapponese



Il fiore di oggi è la camelia.
Ne parliamo attraverso una leggenda giapponese.


Un'antica leggenda, racchiusa in un libro giapponese, racconta le gesta di Susanowo, dio del vento, della pioggia e dell’uragano, che a causa di una punizione fu costretto a vivere nel regno di un orribile serpente a otto teste, che ogni anno pretendeva il sacrificio della più bella fanciulla.
Stanco di lasciare che il paese fosse tenuto sotto scacco dal mostro, Susanowo scese nel regno dei morti e in una fucina incantata forgiò una spada imprigionandovi un raggio di luce.

fonte
Con la magica spada Susanowo si recò all’ingresso della grotta del mostro e attese pazientemente. 
Intanto un lungo corteo attraversava la valle accompagnando al sacrifico la dolce principessa "Campo di riso".
Alla prima luce del giorno il drago apparve dalle profondità della caverna, terrificante come sempre.
L'impavido Susanowo gli si lanciò addosso ingaggiando con lui una terribile lotta ma alla fine vinse e abbatté il drago. 

Susanowo si avvicinò quindi alla meravigliosa principessa "Campo di riso" per chiederla in sposa e appoggiò sull’erba la spada affilata e insanguinata: come per magia i verdi steli si tinsero di rosso e apparve un grande arbusto dal lucido fogliame e dai bellissimi fiori bianchi chiazzati di porpora.
I fiori vennero chiamati "Tsubaki" o "rose del Giappone" e la loro caratteristica di non sfogliarsi, ma di cadere interi dalla pianta, venne assunta a simbolo di sacrificio di ogni giovane vita umana, a ricordo delle dolci principesse vittime della crudeltà del terribile drago.


Fonte consultata:

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