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venerdì 24 novembre 2023

TILL - IL CORAGGIO DI UNA MADRE - SUBURBIA KILLER (la serie) [ recensioni ]

 

Buon pomeriggio, cari lettori!

In questo post non parliamo di libri bensì di un film e una serie tv che ho avuto modo di guardare ultimamente.

Partiamo dal film, uscito quest'anno.

TILL - IL CORAGGIO DI UNA MADRE 

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Regia di Chinonye Chukwu, con Danielle Deadwyler, Jalyn Hall, Frankie Faison, Haley Bennett, Whoopi Goldberg. 

Narra la storia vera di Emmett Louis Till e della battaglia della madre per avere giustizia.

Siamo nel 1955, in estate, e il quattordicenne afroamericano Emmett Till, che vive assieme alla mamma a Chicago, va a fare visita a dei parenti nel Mississippi, a Money.

Emmett è un bravo ragazzo, educato, rispettoso, ama scherzare e non pensa al fatto che, adesso che è lontano da casa, deve stare attento a ciò che dice e fa perché per lui, che è nero, può essere pericoloso adottare comportamenti giudicati sbagliati e inopportuni dai bianchi.

Questo perché a Money i casi di linciaggi di neri e omicidi per ragioni razziali sono ancora frequenti in quegli anni.

Un giorno, infatti, commette un errore che si rivelerà, ahilui, tragico: entra in un negozio (di proprietà di Roy e Carolyn Bryant,) per comprare qualcosa e rivolge la parola alla ragazza bianca che è dietro al bancone (Carolyn, appunto); non solo, ma, trovandola carina, le fa anche un fischio in segno di apprezzamento.

Questo gesto, innocuo e semplice per noi, gli costerà un prezzo carissimo.

In piena notte, il marito della donna e il fratellastro si recano a casa dello zio di Till, prelevano il ragazzo e commettono un assassinio atroce.

Il povero Till viene torturato, picchiato selvaggiamente, ucciso e il suo corpo martoriato  viene gettato nel fiume Tallahatchie.


Qualche giorno dopo il rapimento da parte di Bryant, il suo cadavere viene ritrovato nelle acque del fiume, Mamie Till viene informata della terribile notizia e da quel momento in poi inizia la sua battaglia affinché il suo povero ragazzo ottenga giustizia e la sua terribile morte non sia vana. 

La donna, combattiva e determinata, chiede di essere fotografata accanto al volto orribilmente deformato del figlio e lascia che la bara, durante le esequie, sia aperta al pubblico affinché tutti vedano cosa ha subito Emmett, che era praticamente irriconoscibile; ad aiutare nel riconoscimento fu un anello che era ancora al dito e che era appartenuto al padre.

Il film, quindi, si concentra per gran parte sulla mamma di Till, Mamie, e su quanto e come si sia battuta per sensibilizzare l'opinione pubblica in merito alla violenza razziale nel sud degli States e ai crimini d'odio che venivano commessi e che restavano per lo più impuniti. 

Se Mamie - che è poi diventata un'attivista impegnata nel movimento per i diritti civili degli afroamericani - suscita profonda ammirazione perchè non si è lasciata spezzare dal grande dolore per il tristissimo destino del figlio ma ha reagito per cambiare le cose e combattere le ingiustizie e le discriminazioni, a destare tanta rabbia sono gli assassini di Emmett: furono assolti e la stessa Carolyn (a causa della quale quale è successo tutto) ha avuto la sfrontatezza di sostenere che il ragazzino l'aveva offesa dicendo cose "irriferibili" (!!); fatto sta che nessuno di questi individui ha pagato per i propri misfatti, nonostante tempo dopo abbiano confessato di aver ucciso il povero Emmett.

Se vi piacciono i film tratti da storie vere e con questo genere di argomenti, provate a dargli un'occhiata ^_-


La serie che vi consiglio è spagnola (El inocente) e mi è piaciuta molto perché mi ha tenuta col fiato sospeso tutto il tempo, puntata dopo puntata (ne sono otto): è tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore americano Harlan Coben.

SUBURBIA KILLER

Allora, la base è questa: un giovanotto di nome Mateo Vidal si ritrova, a causa di una rissa notturna, in un incubo dalle dimensioni e dalle dinamiche inimmaginabili, e non solo per lui ma pure per noi spettatori.

Succede, infatti, che una sera - mentre è in un locale con il fratello - discute con dei ragazzi e, nella colluttazione, uno di questi (Daniel) muore accidentalmente, sbattendo a terra la testa.

Mateo viene accusato di omicidio e passerà 9 anni in carcere e, si sa, la vita dietro le sbarre non è proprio una passeggiata e gli incontri che si fanno non sono dei più simpatici...
Fatto sta che esce dalla prigione dopo aver scontato la sua pena e si sposa con la bella Olivia Costa: i due sono felici e lei ha da poco scoperto di essere incinta del loro primo figlio.

Ma la donna, dopo aver ricevuto una misteriosa telefonata, vola a Berlino senza dare troppe spiegazioni al marito, che però dopo qualche ora si vede arrivare sul cellulare dei video e delle foto in cui Olivia è in situazioni a dir poco compromettenti: è nuda, in una camera d'albergo, nel letto disfatto e a riprenderla è un uomo che Mateo non ha mai visto e che fa capire di essere l'amante di Olivia...
Mateo è sconvolto e non crede ai suoi occhi: Olivia lo sta tradendo?
Decide di andare a Berlino per scoprirlo.

Ma questo filone della storia si incrocia con un'altra drammatica vicenda: in un orfanotrofio cattolico gestito da religiose, una notte, una suora viene trovata morta, caduta dalla finestra della sua camera: suicidio o omicidio?

A indagare è l'ispettrice Lorena Ortiz, donna tutta d'un pezzo, decisa, pratica e testarda, ma non priva di fragilità, frutto - queste - di un trauma subito nell'infanzia (padre poliziotto suicida); lei stessa è cresciuta nell'orfanotrofio attorno al quale si trova a indagare per far luce sulla tragica e inspiegabile morte della suora, che si scopre essere, in realtà, tutto fuorchè una vera religiosa: si chiamava Emma e aveva una vita fuori dalle mura dell'istituto; non solo, ma aveva anche un passato difficile, complesso e non del tutto sepolto, evidentemente, ma che anzi l'ha seguita e fatta fuori.

Le due storie, quindi, si intrecciano e ad unirle è Olivia, moglie di Mateo e amica della finta suorina, Emma: come, dove e quando si sono conosciute le due donne?

Le indagini prendono piede, cominciano a verificarsi, senza tregua e uno di seguito all'altro, una serie di avvenimenti complicati che svelano alcuni particolari che sono tutte tessere di un puzzle contorto e avvincente.

Olivia, come Emma, ha un passato terribile dal quale è scappata, e c'è qualcuno che la sta cercando e che sa chi davvero lei sia, cosa facesse e come vivesse prima di cambiare vita e diventare la brava e tranquilla moglie di Mateo Vidal.

Vidal, a sua volta, ha conosciuto delle persone in carcere e forse ha pestato i piedi a chi non avrebbe dovuto...

Non solo, ma ha un ambiguo rapporto (d'amicizia?) con la mamma di Dani, il ragazzo che lui "uccise accidentalmente" e che gli è costato nove anni di gattabuia: perché si sente con lei, nonostante il marito della signora non sia affatto d'accordo?

In polizia c'è qualcuno che mette i bastoni tra le ruote a Lorena perché non vuole che scopra ciò che c'è dietro al mondo cui apparteneva Emma: un ambiente squallido, sporco, malato, fatto di ricatti, prostituzioni e tanti altri crimini.

Ok, mi fermo perché non ha molto senso che vi dica altro: la trama è complicata, intrecciatissima, con moooolti colpi di scena, rivelazioni, è torbida nei contenuti, abbondano violenza, tradimenti, segreti, depistaggi...: insomma è piena! Otto puntate dal ritmo frenetico, esagitato, un susseguirsi di vicende e personaggi loschi legati tra loro che potrebbero intrigarvi e indurvi a guardarla sino alla fine.

La storia di Mateo ci ricorda come la vita di una persona possa cambiare radicalmente e all'improvviso in un batter di ciglia e senza che uno abbia realmente una colpa (quanto meno non intenzionale); mostra come le situazioni drammatiche vissute cambino chi le vive, inesorabilmente; la ingarbugliata e movimentata storia di Olivia ci ricorda che tutti abbiamo il diritto al riscatto di noi stessi, il diritto di lasciarci alle spalle sbagli, traumi, cattivi incontri, di rifarci una vita ma che spesso questo porta con sé delle conseguenze, degli strascichi.

Bella, mi è piaciuta; ripeto, forse è effettivamente molto densa di accadimenti, ma comunque se si resta coinvolti nel vortice di dinamiche e misteri, poi si ha voglia di proseguire.


giovedì 14 settembre 2023

SERIE TV TRATTE DA LIBRI [ Cineromanzo ]


State cercando delle miniserie ispirate a libri?

Eccone alcune.




Ascolta i fiori dimenticati racconta una storia di resilienza femminile, amicizia e capacità di superare le tragedie ambientata nel paesaggio naturale mozzafiato dell'Australia e incentrata su Alice, che all'età di 9 anni viene portata nella fattoria di sua nonna June, dove si coltivano fiori, dopo che i suoi genitori muoiono in un misterioso incendio. 
Tra fiori e piante autoctone usati per esprimere l'inesprimibile, Alice cresce scoprendo che in questo luogo si nascondono segreti su di lei e sul passato della sua famiglia, fino a raggiungere un apice emotivo quando si ritrova a lottare per la sua vita contro un uomo che ama.

Tratto dal romanzo di Holly Ringland.

Cast: Sigourney Weaver, Asher Keddie, Leah Purcell, Frankie Adams, Alexander England.

Disponibile su PrimeVideo.


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The Crowded Room è una miniserie televisiva ideata da Akiva Goldsman, basata sul romanzo del 1981 Una stanza piena di gente di Daniel Keyes.

Manhattan, 1979: un uomo di nome Danny Sullivan viene arrestato per il coinvolgimento in una sparatoria. Quando l’investigatrice Rya Goodwin viene incaricata di interrogarlo, Danny inizia a raccontare il proprio passato, i suoi trascorsi con la malattia mentale e gli scioccanti eventi che lo hanno condotto alla situazione presente.
Cast: Tom Holland, Amanda Seyfried, Emmy Rossum.

Disponibile su Apple Tv

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La chimica della morte è una serie tratta dal thriller di Simon Beckett.

Trama: Quando i cadaveri cominciano a comparire nella tranquilla campagna inglese in cui si è recentemente trasferito a casa, un antropologo forense aiuta la polizia locale in una corsa contro il tempo.
Regia di Richard Clark, con Harry Treadaway, Ellen Francis, Jeanne Goursaud, Rosie Whimster, Nick Blood.

Disponibile su Paramount.


>>     TRAILER     <<


La caduta della casa degli Usher si ispira all'omonima opera di Edgar Allan Poe e ad altri suoi lavori; la miniserie (horror) ruota attorno alla dinastia degli Usher e alla forza soprannaturale che prende di mira i suoi eredi.
Gli spietati fratelli Roderick e Madeline Usher sono a capo di una dinastia familiare e di un impero di privilegi e potere, che comincia a sgretolarsi quando i loro eredi iniziano misteriosamente a morire per mano di una donna conosciuta in gioventù: Ad uno ad uno vengono a galla i segreti del passato.

Regia di Michael Fimognari, Mike Flanagan; con Carla Gugino, Willa Fitzgerald, Mary McDonnell, Kate Siegel, Zach Gilford. 

Su Netflix dal 12 ottobre.

>>  TRAILER <<



La mia prediletta è tratta dal romanzo thriller di Romy Hausmann (RECENSIONE), è diretta da Isabel Kleefeld e vede nel cast Kim Riedle, Naila Schübert, Haley Louise Jones, Hans Löw.
Lena è madre di due figli e vive reclusa in una casa da cui finalmente riesce a fuggire rischiando la vita. Una volta giunta in ospedale, la figlia più grande, Hannah, aprirà uno squarcio su una realtà familiare terribile collegata a una sparizione di una donna avvenuta molti anni prima i cui dettagli sono tutti da scoprire.

Già disponibile su Netflix.

>>  TRAILER <<


Tratta da un romanzo di Harlan Coben, Shelter è una serie televisiva statunitense creata da Harlan e Charlotte Coben.
Nel cast: Jaden Michael, Abby Corrigan, Adrian Greensmith, Sage Linder e Brian Altemus.

Trama: Mickey vive con una madre in riabilitazione, un padre morto, una zia fastidiosa e una nuova scuola nel New Jersey. 
Quando un'anziana donna inquietante gli dice che suo padre non è morto, Mickey pensa di essere impazzito; a questo si aggiunge la sparizione di una studentessa, che spinge Mickey a coinvolgere due nuovi amici, Spoon e Ema, per portare alla luce un oscuro sotterraneo che potrebbe contenere le risposte a decenni di sparizioni.

Disponibile su PrimeVideo.


>>  TRAILER <<


Basato sul bestseller di Victor LaValle, The Changeling - Favola di New York è una favola per adulti, una storia dell'orrore, un racconto sulla genitorialità.
Apollo Kagwa, il cui padre è scomparso e gli ha lasciato "strani sogni ricorrenti e una scatola di libri con la scritta 'Improbabilia'", quando diventa lui stesso padre – e mentre lui e sua moglie, Emma, ​​si stanno ambientando nelle loro nuove vite da genitori - la stanchezza e l'ansia iniziano a farsi sentire. I vecchi sogni di Apollo ritornano ed Emma inizia a comportarsi in modo strano. Irritabile e disconnessa dal loro nuovo bambino, all'inizio sembra mostrare segni di depressione post-partum, ma diventa subito chiaro che i suoi problemi sono ancora più profondi. Prima che Apollo possa fare qualsiasi cosa per aiutare Emma, lei svanisce, apparentemente nel nulla. Così inizia l'odissea di Apollo attraverso un mondo che pensava solo di capire, per trovare una moglie e un figlio che non sono come lui aveva immaginato.

Su Apple TV+.


>>   TRAILER    <<

giovedì 20 luglio 2023

[[ SERIE TV & PODCAST - Parliamone ]]



Salve, cari lettori!

Il post di oggi non ha a che vedere col mondo dei libri, bensì con serie tv e podcast.

Parto da quest'ultima categoria per consigliarvene un paio ascoltati di recente.
Entrambi hanno a che fare con casi di cronaca molto noti: l'omicidio, tutt'oggi irrisolto, di Simonetta Cesaroni negli uffici di via Carlo Poma 2, a Roma, e il caso del Forteto.

  • LE OMBRE DI VIA POMA 

E' un podcast di HuffPost Italia che comprende 8 episodi; ricostruisce e ripercorre le fasi fondamentali
del "giallo di via Poma", che in oltre trent'anni ha visto susseguirsi una sfilza infinita di bugie, errori e depistaggi, che non hanno fatto altro che allontanare sempre più dalla verità.
Gli episodi partono dal racconto di quella fatidica notte del 7 agosto 1990, quando nell’ufficio del comitato regionale per il Lazio degli Ostelli della gioventù in via Poma a Roma, viene trovato il cadavere di Simonetta Cesaroni, colpito da 29 coltellate.
Ci si sofferma, nei successivi episodi, sulle diverse persone che via via sono state indagate e imputate (poi prosciolte), dal portiere Pietrino Vanacore (morto suicida nel 2010 in circostanze quanto meno dubbie; tre giorni dopo avrebbe dovuto deporre al processo contro Busco) a Federico Valle, nipote di Cesare Valle, l’architetto presso cui Vanacore aveva trascorso la notte tra il 7 e l’8 agosto. 
Federico venne indagato in seguito alle assurde dichiarazioni fatte agli inquirenti nel 1992 da un certo Roland Voller, un truffatore austriaco; vent'anni dopo l'omicidio, è toccato a Raniero Busco (il fidanzato di Simonetta), che viene prima condannato a 24 anni ma poi definitivamente assolto.

Ad oggi, non è stato mai individuato l'assassino (o gli assassini) della povera Simonetta, ma una cosa è certa: le indagini sono state condotte malissimo da subito, gli indizi trascurati sono stati troppi, come ad esempio una traccia di sangue, vicina a quello della vittima, ignorata che avrebbe potuto "dire" molto sulla mano assassina.

Un podcast scorrevole, chiaro e interessante, da ascoltare se si vuol ripercorrere le tappe salienti di questo cold case italiano.

  • L'ISOLA CHE NON C'ERA. La favola nera del Forteto

Questo podcast consta anch'esso di otto episodi e racconta ciò che accadde per decenni nella comunità denominata Il Forteto.

Era il 1977 quanto un certo Rodolfo Fiesoli fondava sulle colline del Mugello, alle porte di Firenze, la cooperativa agricola "Il Forteto": un posto bellissimo, immerso nella natura che attrae da subito moltissimi giovani per il modo di vivere comunitario, lontano dalla società moderna.

Ma cos'è esattamente il Forteto? 
Nata come una cooperativa agricola che vive dei prodotti della terra grazie alle vendite porta a porta, col tempo il suo fondatore, dall'innegabile capacità persuasiva (o meglio, manipolatoria), ne fa una comunità sociale, che arriverà ad accogliere bambini in affidamento, provenienti da realtà famigliari disfunzionali, problematiche. Ma ed essere disfunzionale, in realtà, è il tipo di "famiglia" concepita dal Fiesoli, che poi famiglia non è perché egli "predicava" lo scioglimento dei legami famigliari, ritenuti inutili, se non dannosi, per l'individuo e la comunità, e condannava la famiglia tradizionale composta da mamma-papà-figlio.

Se comincerete ad ascoltare questo podcast, verrete immediatamente risucchiati dalla storia narrata dalla voce di Marco Maisano che, in modo intenso, coinvolgente e pulito, illustra, di capitolo in capitolo, le losche caratteristiche del Forteto, al cui interno si verificavano abusi (psicologici, fisici sessuali) tanto nei confronti degli adulti che vi erano entrati volontariamente (e che hanno faticato ad allontanarsene, plagiati com'erano dal loro falso profeta) quanto verso i minori che, purtroppo, il Tribunale per i Minorenni di Firenze affidava alle cure di Fiesoli e collaboratori.

La cosa che vi stupirà apprendere, e che fa sorgere tanta rabbia, è che fino al 2011 la politica, la magistratura, gli assistenti sociali e molti altri, hanno elogiato l'operato del Forteto e del suo fondatore, e questo nonostante questi e il suo braccio destro (Luigi Goffredi) fossero già stati condannati nel 1985 per atti di libidine, corruzione ecc.

Non si capisce come sia stato possibile che il Tribunale e i servizi sociali abbiano continuato a mandare  nella cooperativa dei poveri ragazzini che purtroppo hanno subito in prima persona gli abusi del “Profeta“, le sue bugie e le sue manipolazioni. 
Fiesoli agisce impunito, con la tranquilla certezza che nessuno gli va a chiedere conto di come gestisce il Forteto, di cosa accade al suo interno: è convinto di non poter essere fermato da nessuno ed è ciò che effettivamente accade, visto che per anni nessuno andrà mai a bussare alla porta della sua cooperativa.

La storia del Forteto è definibile come un vero e proprio cortocircuito sociale che per quasi quarant'anni ha permesso all'inferno di sembrare il paradiso; si dà voce ad alcuni degli adulti che vi sono entrati perché lo volevano, che si sono sottomessi alla volontà e ai capricci del profeta, e anche a ragazzi che, in quanto minorenni, anni prima erano stati inviati lì per essere aiutati.
La storia del Forteto ci ricorda che in tanti - in politica, a livello istituzionale - sapevano ma non hanno fatto assolutamente niente.

Da ascoltare, sono fatti drammatici che, davvero, fanno indignare non poco!!


SERIE TV

La serie su cui desidero soffermarmi è TREDICI (13 reasons why), tratta dal romanzo di Jay Asher e con Dylan Minnette, Katherine Langford, Brandon Flynn, Christian Navarro, Alisha Boe, Justin Prentice, Miles Heizer, Ross Butler, Devin Druid, Amy Hargreaves.

La serie è un teen drama che ruota attorno ai problemi di un gruppo di adolescente, tutti studenti della Liberty High School; il numero 13 fa riferimento alle 13 ragioni che hanno spinto la giovanissima Hannah Baker al suicidio.

Il protagonista assoluto della serie è il suo compagno di scuola Clay Jensen, che - dopo poco tempo la tragica morte della ragazza - si vede recapitare un pacchetto con dentro delle cassette.
Comincia ad ascoltarle e la voce narrante appartiene proprio ad Hannah: in esse sono elencate le motivazioni che l'hanno spinta a compiere il terribile gesto.

Nella prima stagione tutto gira attorno alle
.

cassette; ogni cassetta è dedicata a un/a compagno/a che, in qualche modo, ha a che fare con il malessere emotivo e psicologico provato da Hannah; nell'ascoltarle, Clay - che aveva una cotta per lei ma, per timidezza, non è mai stato in grado di dichiararsi apertamente  e quando sembrava stesse per avvicinarsi, tutto è scoppiato in una bolla di sapone - apprende cose di cui era all'oscuro e che riguardano alcuni dei ragazzi della Liberty: Justin Foley, il primo ragazzo che Hannah ha baciato e che purtroppo le ha mancato di rispetto lasciando che girasse una foto "fraintendibile" su Hannah, da cui sono partite una serie di insulti e maldicenze, che hanno dipinto la ragazza come una facile.
La suicida parla anche di Jessica Davis, sua grande amica, dalla quale però si è sentita tradita, e poi Alex, Courtney, Tyler, Bryce, Zack, Ryan...: tanti sono gli studenti citati da Hannah e da lei "portati in giudizio" per aver dato un contributo - chi più, chi meno - affinchè lei si sentisse sola, presa ingiustamente di mira, umiliata, bullizzata, tanto da star male e da decidere di tagliarsi le vene.

Clay anche è nelle cassette, seppur con un ruolo e un peso differenti, e anche se non le ha fatto del male, non ha fatto nulla per "salvarla", per farla sentire amata e supportata. 

Andando avanti nell'ascolto di ogni cassetta, Clay riesce a riordinare cronologicamente tutta la storia di Hannah e, nell'individuare le persone coinvolte nella tragedia e le loro colpe - singole e di gruppo -, comincia a infilarsi sempre più in una storia che diventa un'ossessione, un pensiero fisso che lo martella, gli dà incubi, allucinazioni..., insomma ne è dentro, troppo dentro, e più ascolta la straziante confessione di Hannah, più ne è dilaniato emotivamente e psicologicamente, provando più sensi di colpa di quelli che gli spetterebbe provare.

A supportarlo c'è, però, Tony Padilla, amico di Hannah, che da lei ha ricevuto l'incarico di assicurarsi che tutti i destinatari ricevano le cassette.

Come vi dicevo, nella prima stagione si va di cassetta in cassetta, per cui i flashback si mescolano col presente e noi conosciamo Hannah, la sua vita, la sua personalità, le insicurezze, la voglia di essere apprezzata, corteggiata, di confidarsi, e iniziamo a renderci conto di come la Liberty High sia una scuola sì all'avanguardia e con numerose attività e iniziative per i gli studenti, ma come allo stesso tempo non li tuteli davvero.

Il preside Bowen è di un superficiale all'inverosimile, a lui interessa che tutto proceda con ordine, disciplina e che non si creino disordini che minino la sua persona; il counselor dell'istituto, Porter, è un brav'uomo e ci prova ad essere empatico con i ragazzi, ma purtroppo non fa del suo meglio e anch'egli figura tra coloro che avrebbero potuto aiutare concretamente Hannah Baker... ma non l'hanno fatto.

Dalle cassette verranno fuori situazioni incresciose, che vanno dal bullismo (prese in giro, insulti terribili scritti ovunque, foto private - potenzialmente inappropriate - fatte circolare per tutta la scuola, percosse...) alle violenze sessuali, il che vuol dire che ci sono ragazzi che hanno commesso dei reati e non certo delle semplici bravate.

La famiglia di Hannah, intanto, denuncia la scuola perché si prenda le proprie responsabilità circa ciò che è successo alla loro figliola.

La seconda stagione, infatti, comprende il processo alla Liberty, per cui l'accusa e la difesa chiamano a testimoniare adulti e studenti, cercando ciascuno di dimostrare la propria tesi, che verte in pratica attorno alla domanda: a scuola, professori, preside, psicologo e anche i compagni, avrebbero potuto accorgersi delle difficoltà e sofferenze di Hannah così da ascoltarne il muto grido d'aiuto, fermare il bullismo e quindi prevenire il gesto suicida?

Ovviamente, più si va avanti nello scavare nei comportamenti di tutti e più emergono i segreti torbidi di ciascuno, la stessa Hannah non aveva detto tante cose di sé neanche ai genitori o a Clay, con cui comunque erano molto amici.

Fino alla seconda stagione, devo dire che mi sono sentita altamente coinvolta dalle drammatiche vicende dei ragazzi, provando una gamma di stati d'animo ed emozioni, dalla rabbia alla commozione al dispiacere; la trama si fa più complicata quando emerge che non è solo Hanna, ovviamente, ad essere stata vittima della condotta deprecabile sempre dello stesso gruppetto di ragazzi, che - guarda caso - appartengono alla squadra di football, per cui si spalleggiano e si difendono come se fossero una organizzazione criminale fondata su legami inossidabili.

In pratica, ci sono state diverse ragazze stuprate - alcune in stato di ubriachezza, per cui non ricordano nulla - e, per quanto ad essere coinvolti sono diversi studenti - l'unico colpevole è uno di essi, che poi è tra i ragazzi più in vista ed influenti, figlio di papà, ricco, con una grande disponibilità di soldi e di droga.

Andando avanti con la terza stagione - dove ormai il processo è finito - ci si concentra man mano su ciascuno dei ragazzi nominati nelle cassette che, col tempo, hanno legato, formando un gruppetto di amici sempre pronti a difendersi, a guardarsi le spalle, ad aiutarsi nel momento del bisogno: Clay, Tony, Justin (che si avvicina molto a Jensen e famiglia, non avendone una sua, purtroppo), Jessica, Tyler (pure lui povera vittima di una violenza assurda, ad opera di uno studente noto per i suoi comportamenti aggressivi, da bullo), Alex, Zack..., a volte litigheranno, se le daranno e diranno di ogni ma ci sarà sempre un doppio filo a legarli.

Un filo fatto di menzogne, complicità in reati, occultamenti di prove..., insomma da teen drama Tredici si trasforma, nella terza stagione, in una sorta di thriller psicologico in quanto ci sarà un omicidio e i sospettati saranno praticamente tutti i componenti del gruppo di amici di Clay (dalla terza si aggiunge Ani, una ragazza bella e sveglia che, almeno inizialmente, mi starà un po' sulle scatole perché  è un'impicciona di prima categoria!! Sta sempre a origliare e a farsi i fatti altrui, ma si guarda bene dal dire i propri, e infatti pure lei ha i suoi scheletri nell'armadio), Clay compreso.

Ecco, parliamo di Clay.
All'inizio, lo si ama perché è il classico bravo ragazzo che non potrebbe far del male a nessuno; certo, ha qualche "problemino" a livello emotivo, e quando comincia ad occuparsi del "caso Hannah" per svelarne ogni aspetto, l'equilibrio psichico traballa; ma di stagione in stagione, esce proprio fuori di capoccia!! Allucinazioni, paranoie e tanto altro che non sto a dire per non spoilerare, roba che me l'ha reso onestamente un po' stancante come personaggio, patetico e pesante.

Però alla fine gli si vuol bene e mi è dispiaciuto vederlo sbroccare una puntata sì e l'altra pure; fortunatamente, ha una famiglia che lo sostiene e anche i suoi amici - Justin e Tony in particolare - gli daranno una grande mano quando sarà in serie difficoltà.

La serie termina con la quarta stagione, che forse è quella che ci poteva essere risparmiata.
A dire il vero, già dalla metà della terza ho pensato: la stanno tirando con le pinze, sforzandosi di mettere troppa carne sul fuoco, di creare intrallazzi che però hanno finito per rendere le vicende surreali e poco appassionanti.

Tanto per capirci: la scuola è dipinta come un covo di delinquenti, bulli e stupratori che gli adulti non puniscono più di tanto; spesso mi sono ritrovata a chiedermi se non fosse decisamente esagerato il ritratto che ne viene fuori di 'sti ragazzi, che sono un concentrato di problemi: li hanno tutti loro, santa pace.

Io ho continuato a guardarla perchè ormai volevo sapere come sarebbe finita e anche perché mi ero affezionata ai ragazzi; devo dire anche, comunque, che verso la fine della quarta gli sceneggiatori mi hanno dato la mazzata finale rifilandomi un lutto straziante, che mi ha commossa fino alle lacrime, per cui li perdono per aver allungato il brodo.

Concludo.
È una serie che tratta tematiche serie e importanti: bullismo, violenze domestiche, stupri, tossicodipendenza, omosessualità e discriminazione, la responsabilità degli adulti - spesso assenti, distratti - e il loro essere o meno dei validi punti di riferimento per i giovani, ma mette al centro anche l'amicizia quale valore fondamentale nella vita degli adolescenti (e di tutti, certo, a ogni età).
Nel complesso a me è piaciuta, nonostante parte della terza e della quarta siano un po' forzate, e dopo averla terminata mi sono accorta che i ragazzi della Liberty (che confermo essere una scuola orrenda, un vero inferno) mi mancavano.

Per compensare il vuoto emotivo lasciatomi da Mr Paranoia Clay e dalla sua...ehm... vivace cricca di amici, ho iniziato una serie norvegese su Raiplay (Rumors), sempre con degli adolescenti come protagonisti, ma la sto trovando moscetta. Però proseguo un altro po', magari migliora.

mercoledì 7 giugno 2023

[[ MAGGIO 2023 ]] LETTURE E SERIE TV

 

Buongiorno, cari lettori!

Eccomi con il riepilogo del mio maggio!



READING CHALLENGE

1. Tra i presenti obiettivi di maggio della RC, ho scelto il classico: LA CHIESA DELLA SOLITUDINE del Premio Nobel Grazia Deledda, scrittrice sarda prolifica che merita di essere conosciuta e apprezzata.
Il romanzo in questione narra di una donna che ha scoperto di avere un male incurabile e che si è rassegnata ad una vita di solitudine, da trascorrere in tutta tranquillità nella casetta di famiglia, assieme all'anziana e premurosa madre, godendo della spiritualità del luogo, reso tale grazie alla presenza della chiesetta annessa alla casa.
Ma attorno alla bella satellitano diversi pretendenti, che renderanno le sue giornate tutt'altro che pacifiche e solitarie (4/5). CONSIGLIATO A CHI HA VOGLIA DI UN CLASSICO DELLA LETTERATURA ITALIANA.  



ALTRE LETTURE:


2. SOTTO IL CIELO DI ROMA di Sira Fonzi (RECENSIONE): Roma è lo sfondo per sette storie di vita, che raccontano di persone  comuni impegnate a vivere e a combattere, giorno per giorno, contro difficoltà di vario genere (4/5). CONSIGLIATO A CHI CERCA UNA LETTURA VELOCE MA PROFONDA.

3. SOLO DIO È INNOCENTE di Michele Navarra: legal thriller ambientato tra Roma e Sardegna e che racconta una storia scandita da dinamiche familiari complesse, in cui le colpe dei padri inevitabilmente ricadono sui figli (4,5/5). CONSIGLIATO A CHI AMA NOIR E LEGAL THRILLER.

4. IL SOGNATORE di Laini Taylor: dalla meravigliosa penna di un'abile narratrice, un fantasy con personaggi indimenticabili, in cui perdersi tra realtà e magia (5/5). SE AMI IL FANTASY, LEGGILO!

5. L'ANNUSATRICE DI LIBRI di Desy Icardi
: allegra e graziosa commedia ambientata nella Torino degli Anni Trenta e Cinquanta (4,5/5). CONSIGLIATO A CHI E' ALLA RICERCA DI UNA LETTURA LEGGERA E ORIGINALE.

6. GLI OCCHI DELLA NOTTE di Marina Visentin: giallo all'italiana ambientato a Milano, denso di riflessioni filosofiche e citazioni letterarie, con particolare attenzione ai personaggi e all'ambientazione (4/5). CONSIGLIATO A CHI VUOL CONCEDERSI UN GIALLO SENZA STARE TROPPO IN ANSIA E COL FIATO SOSPESO.


7. SETH (The Crimson Thrones #1) di Laura Fiamenghi: un dio dell'antico Egitto deve salvare la Terra da mostri distruttori; ad aiutarlo c'è una mortale con cui scatta la scintilla (4/5). CONSIGLIATO A CHI AMA URBAN FANTASY E PARANORMAL ROMANCE.

8. SENSALE SI DIVENTA. IL SENSALE MISTERIOSO DI ELLA POINTE di Tess Thompson: un uomo e una donna vengono ingaggiati come sensali e devono accasare alcuni fratelli dal vissuto famigliare difficile; prequel delizioso per stile e personaggi (4/5). CONSIGLIATO A CHI HA VOGLIA DI INIZIARE UNA SERIE HISTORICAL ROMANCE.



BRANOLIBRO

Women's Empowerment – 3in1 (RECENSIONE) è un audiolibro composto e interpretato da Arteiu Azizian e ruota attorno al tema dei diritti delle donne e del loro riscatto socioculturale.


CITAZIONE DEL MESE

"... potevo, attraverso la lettura, sopportare la realtà. Mi permetteva di estraniarmi ed entrare nella vita di qualcun altro, anche se per poco.
Le storie contenute nei libri mi scaldavano, le persone che dentro quelle pagine si muovevano e parlavano mi facevano compagnia anche dopo, quando quei libri li avevo richiusi e riposti."


SERIE TV
 
Vi avevo anticipato qualcosa su LES PAPILLONS NOIRS una miniserie francese noir creata da Olivier Abbou, Bruno Merle e con Nicolas Duvauchelle, Niels Arestrup, Axel Granberger.

La storia vede protagonista uno scrittore in cerca di ispirazione, Adrien, 40 anni, che scrive le biografie di illustri sconosciuti aspettando che gli vengano in mente soggetti più interessanti.
 
La svolta sta per arrivare ed ha il volto di un uomo anziano, tale Albert Desiderio, che lo ingaggia per raccontargli la propria vita e il suo grande amore, la rossa e bellissima Solange. I due si sono innamorati quando erano solo dei ragazzini e il loro legame è poi confluito in una relazione sentimentale importante, fatta di amore e molta passione, e soprattutto di controllo e possessività.
Albert racconta che una mattina di tantissimi anni prima, mentre la coppia era in spiaggia in compagnia di due amici (fratelli tra loro), accadde quello che è stato l'episodio da cui ha avuto origine il tutto, una sorta di spartiacque nell'esistenza di Solange e Albert: uno dei due fratelli (il maggiore) cercò di abusare della ragazza, la quale per difendersi lo ammazzò, colpendolo alla schiena. 

Quando Albert si rese conto dell'omicidio, non ci pensò due volte a far fuori colui che era, in quel momento, l'unico testimone del delitto, vale a dire il fratello minore dell'ormai defunto violentatore.

Questo drammatico e violento episodio, come dicevo, cambierà la vita della coppietta, che da questo momento diventa una coppia di criminali incalliti e astuti.

Chi ammazzano e perché?
C'è uno schema nei delitti, che vede sempre lo stesso incipit e lo stesso  epilogo: la sensuale e affascinante Solange e il suo aitante Albert se ne vanno in giro per l'Europa a fare la bella vita, incontrando diverse persone, molte delle quali uomini liberi (e libertini) che vedono Solange come una facile, disponibile, cui piace sedurre ed essere "adescata".
E in effetti, la donna fa la gatta morta con il belloccio di turno, se lo bacia e arriva a un passo dal concedersi, e generalmente sotto gli occhi di un nervosissimo Albert, il quale spesso filma tutta la scena...
Puntualmente, però, la bella Solange si ritrae e rifiuta i corteggiatori proprio prima di consumare... e da lì in poi c'è un'esplosione di follia, sesso e sangue.

Insomma, nel corso di non pochi anni la "crime couple" se ne va in lungo e in largo tra Francia e altri Paesi europei commettendo terribili crimini.
E sfuggendo sempre alla polizia, che capisce di essere al cospetto di una coppia di sordidi criminali, scaltri e pericolosissimi!!

La narrazione del presente, quindi, contiene lunghissimi flashback, che ci fanno saltare agli anni '70, dove assistiamo increduli a questo insensato e surreale fiume di sangue: Albert e Solange ammazzano per il puro piacere che dà loro affondare una lama nei corpi di decine di disgraziati.

Chiaramente Adrien è turbato dal racconto di Albert, che parla e parla come se niente fosse ed è per di più un uomo libero che non s'è fatto un giorno di galera; purtroppo, i colpevoli non sono mai stati presi e questi omicidi sono andati a riempire faldoni e fascicoli che, negli anni, sono diventati dei "casi irrisolti" su cui è caduto un sacco di polvere.

Mentre ci si chiede che fine abbia fatto Solange e mentre Adrien registra e riscrive, sotto forma di romanzo, l'inquietante racconto di Albert, qualcun altro è sulle tracce di quest'ultimo...

In questa serie compaiono altri personaggi legati ai protagonisti e ciascuno avrà il suo ruolo rilevante nello sviluppo - intricato - delle vicende: un poliziotto ossessionato da questi cold case degli anni '70 (per ragioni anche personali); la compagna di Adrien, con cui attraversa una fase di crisi e incomprensioni; la madre di Adrien, una donna un po' fredda e tutta d'un pezzo, che convince poco e sicuro nasconde qualcosa; un'artista con cui Adrien ha un breve flirt e che conosce molto (troppo?) bene Albert.

Insomma, si corre sul filo di un amore criminale che ha infettato più di due esistenze e, procedendo nella visione, si capisce perché, in che senso e in che modo e misura; quello tra Albert e Solange è OVVIAMENTE un rapporto che definire malato è poco: è tossico all'ennesima potenza, morboso, fatto di controllo, possessività, voglia di spingersi insieme oltre i limiti per provare brividi di eccitazione; i due si manipolano a vicenda o uno di loro è il più forte, il dominatore, che plagia e muove i fili della coppia?

La serie consta di una sola stagione di sei episodi e, se piace il genere, si guarda con interesse perché contiene a ogni puntata colpi di scena che svelano dinamiche, segreti, legami insospettabili, che fanno sempre capo a quel cruento periodo di omicidi da parte della coppia criminale; l'ultimo colpo di coda  ribalta quella che sembrava essere l'unica certezza dello spettatore.

Conturbante, nerissima, sufficientemente intrigante e capace di stuzzicare la voglia di andare avanti nella visione, questa serie potrebbe non piacere a tutti perché ruota attorno a un quantitativo di violenza folle e gratuita che, se non infastidisce, potrebbe far sorridere a motivo di una trama che ci vuol poco a definire fin troppo assurda  :-D 

domenica 30 aprile 2023

APRILE, TRA LETTURE E ANIME FALSE

 

Buona domenica, lettori!

Come sono state le vostre letture di aprile?

Ecco le mie:


LETTURE DI CARTA:

1. MIMÌ L'ORTISTA INCONTRA GLI AMICI DEL SUOLO di M.Conci&M.Luise (4,5/5): libro per bambini a tema educazione ambientale, il primo di una serie e in questo primo appuntamento ci si occupa della terra. IDEALE PER SENSIBILIZZARE BAMBINI DI INFANZIA E PRIMARIA AL RISPETTO PER IL SUOLO.


LETTURE VIRTUALI

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2. LA MOGLIE IMPERFETTA di B.A. Paris (3.5/5): dimenticare sempre di frequente chiavi, luogo del parcheggio ecc... è già preoccupante; se a questo si aggiungono paranoie e allucinazioni, e beh, forse è la demenza che avanza! E se fosse qualcuno ad architettare i presunti episodi di smarrimento così da far impazzire la povera protagonista? ADATTO A CHI CERCA UN THRILLER SCORREVOLE SENZA ALTI LIVELLI DI SUSPENSE.

3. LA LUCE NATURALE di M.Archetti (4.5/5): una madre morente può diventare l'occasione per una sorella e due fratelli di ritrovarsi gli uni di fronte agli altri nel dolore... o per rinfacciarsi veleni e risentimenti. IDEALE PER CHI NON DISDEGNA DI SBIRCIARE DAL BUCO DELLA SERRATURA DI UNA FAMIGLIA CON NON POCHI PROBLEMI.

4. LO DICIAMO A LIDDY? di A. Fine (5/5): quattro sorelle unite, apparentemente "una per tutte e tutte per una" come i moschettieri e le sorelle March, ma in realtà i loro rapporti sono stati sporcati da segreti, tradimenti, indifferenza, desideri di vendetta. ADATTO A CHI CERCA ROMANZI BREVI MA COINVOLGENTI, CON PARTICOLARE ATTENZIONE AGLI ASPETTI EMOTIVI E PSICOLOGICI.

5. LA RINNEGATA di V. Usala (5/5): la drammatica storia di una donna bella e determinata, che, inserita in un contesto di paese piccolo "dove la gente mormora", pagherà care la propria bellezza e il proprio spirito di indipendenza. IDEALE PER CHI CERCA STORIE DI DONNE INDIMENTICABILI.


READING CHALLENGE 


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Avevo scritto che, tra gli obiettivi di aprile, mi sarei buttata su Yoshimoto, ed è vero in parte, nel senso che ho letto una cosuccia rientrante nell'abbonamento Kindle Unlimited, ma era troppo breve, non mi andava di inserirlo e allora ho optato per un altro autore.

Il racconto di Banana è LA LUCE CHE C'È DENTRO LE PERSONE (una brevissima storia di amicizia, delicatissima e struggente) e ve ne parlerò quando avrò letto qualcos'altro di suo, in quanto è davvero un raccontino piccolo piccolo e ci sarebbe poco da dire.

Circa la scelta, essa è ricaduta su Alexandre Dumas padre, una garanzia anche quando il romanzo in questione non è tra i più famosi e il linguaggio è arcaico.

6. PAULINE (o IL CONTE ASSASSINO) di A. Dumas (4/5): una fanciulla pura e ingenua sposa un conte scaltro e misterioso, che le farà vivere un vero inferno. ADATTO AGLI AMANTI DEI CLASSICI CON SFUMATURE GOTICHE.


Tra le letture di aprile più in alto in classifica, vi cito La rinnegata per il contrasto tra la protagonista (una donna tosta, volitiva, libera) e il contesto in cui vive, chiuso e trasudante pregiudizi e maldicenze, e Lo diciamo a Liddy? per la finezza psicologica.



CITAZIONE DEL MESE

"...crescere non significava smettere i panni di sé stessa per diventare un’altra, ma ritrovare la bambina che era stata e tenderle la mano, senza vergogna." (V. Usala, "La rinnegata")



SERIE TV

Vi avevo anticipato che stavo guardando ANIME FALSE, una miniserie turca (tratta dal romanzo IN FUGA della scrittrice Perihan Magden) avente come protagoniste una mamma e sua figlia, in giro per il mondo, che passano da un albergo all'altro, cambiando identità e cercando di passare inosservate senza riuscirci. 
Delle due donne non sappiamo il nome: la mamma la conosciamo sempre e solo come MADRE, mentre la figlia (di circa quattordici anni) viene chiamata BAMBI, come il noto personaggio della Disney,
Non è un caso, ovviamente, in quanto la favola del cerbiatto e della sua mamma attraversa tutta la serie, anzi è, in un certo senso, una rappresentazione del legame simbiotico (e morboso) tra le due protagoniste.

Ad ogni puntata, le vediamo in un hotel, che cercano di starsene per i fatti propri, limitando all'essenziale ogni rapporto con gli estranei, godendo giusto un po' delle comodità della vacanza; si intuisce da subito - e poi verrà spiegato nel corso della stagione - come la Madre abbia un passato doloroso, in cui spicca in particolare la figura materna: la Nonna era una donna anaffettiva, priva di alcun tipo di amore e cura verso la figlia, anzi era proprio spietata verso di lei.
La Madre non vuole ripetere con Bambi i medesimi e tristi errori fatti dalla propria con lei, ma rischia di eccedere nell'altro verso e di soffocare Bambi, di negarle un'esistenza normale, fatta di quelle esperienze e di quei rapporti interpersonali necessari per crescere in modo equilibrato.

Bambi non sa nulla del mondo esterno, che vive un po' con la curiosità e l'infantile entusiasmo di un'eterna turista, e un po' con la paura di possibili nemici (le tanto temute anime false) che minacciano la sicurezza sua e della mamma.
Del resto, se sua madre fugge di qua e di là, se non rivela mai i loro nomi a nessuno, se non dà confidenza ad anima viva, un motivo ci sarà. Da chi fugge?  Di cosa e di chi ha paura? Da chi vuol proteggere la sua bimba? 
Bimba è il nomignolo affettuoso con cui di frequente chiama la figlia, tra l'altro ostinandosi a vestirla come una collegiale un tantino eccentrica, cosa che fa scattare la domanda: ma se hai paura di essere notata, non sarebbe il caso di optare per un outfit meno... appariscente??

In ogni puntata accade qualcosa di "noir", per cui qualcuno paga il prezzo di essersi messo sulla strada della Madre, magari intralciandone disgraziatamente le vacanze da fuggitive, il che attira l'attenzione della polizia, che comincia a cercare mamma e figlia in lungo e in largo, ma arrivando puntualmente troppo tardi e limitandosi ad intervistare i testimoni (solitamente personale dei vari alberghi).

Man mano che si va verso la fine:

- ci si chiede diverse cose: Sì, ok, tutto sto fuggire...: ma da chi precisamente? E dove trovano i soldi per viaggiare da un luogo all'altro e da un hotel all'altro (mica la taverna o il B&B a due stelle, eh)?
- come si chiamano davvero mamma e figlia?
- sale la suspense per le sorti delle due, che si ritrovano alle calcagna sia la polizia che qualcun altro, emerso dritto dritto dall'oscuro passato della Madre, che sin da giovanissima ha preso decisioni drastiche pur di proteggere sé stessa e la piccola (è rimasta incinta quando era poco più che un'adolescente).

Finale, a mio avviso, sensato ma anche inevitabile e che va a "risolvere" il legame ossessivo e pieno di ansie della madre con la figlia, che dovrà pur crescere a imparare ad affrontare il mondo da sola, proprio come il cerbiatto della Disney.

Non so se ci sarà, ma mi piacerebbe seguire Anime false anche in una seconda stagione perché questa mi è piaciuta molto, l'ho trovata coinvolgente, avventurosa, ricca di mistero e tensione.


sabato 4 marzo 2023

FEBBRAIO 2023, TRA LETTURE E SERIE TV

  

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Ed eccomi con il riepilogo del mese di Febbraio.

Partiamo dalle letture: cartacei, audiolibri e libri in formato digitale.


CARTA E INCHIOSTRO


LIBRI IN FORMATO DIGITALE:

AUDIOLIBRO

UNA DONNA IN FUGA di L. Castillo: poliziesco.Una poliziotta sta fuggendo da qualcuno che la vuole morta. Ad aiutarla, un Amish e una poliziotta (ex-Amish). 4/5.

Tra le letture "febbraiole" che menziono ci sono IL TAVOLO BLU, per lo stile delicato con cui l'autrice ha scelto di raccontare tre donne forti e vulnerabili allo stesso tempo; I NOSTRI CUORI 

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PERDUTI perchè è un distopico in realtà non molto lontano dai nostri tempi, sempre più di frequente caratterizzati da comportamenti razzisti e descriminatori.


Per quanto concerne specificatamente la Reading Challenge, gli obiettivi del mese di febbraio prevedevano  la scelta fra tre autori e il romanzo della Mazzantini.

Io ho scelto quest'ultimo: MANOLA : due gemelle antitetiche si lanciano in una lunga e surreale confessione; bizzarro nei contenuti, originale dal punto di vista linguistico (3/5).


CITAZIONE DEL MESE

"L’anima è in pace solo nei luoghi che conosce."
(Una minima infelicità, C. Verde)

"Le radici del nostro dolore affondano a tal punto nella perdita che la morte ha finito per vivere con noi, come se fosse un componente della famiglia che saremmo ben contenti di evitare,ma che comunque fa parte della nostra famiglia". (OGNI MATTINA A JENIN, Susan Abulhawa)


SERIE TV

Come già detto due post fa, sono finita in un paesino quasi-bucolico negli USA: Virgin River.

Ci sono arrivata in compagnia di Mel (Melinda) Monroe, determinata a lasciare la sua agiata
vita a Los Angeles e ricominciare da zero.
Perché questo drastico cambiamento - scoraggiato da amici e famigliari, in particolare dalla sorella maggiore Joey, che la vorrebbe con sé in Colorado? 
Mel un anno fa è rimasta vedova; non solo, ma lei e l'amatissimo marito Mark avevano da poco anche perso una bambina (nata morta a causa di complicazioni durante il parto), per cui a una tragedia - vissuta in coppia - si è poi aggiunta la morte improvvisa di Mark.

Per la povera Mel tutto questo è troppo, per cui non le resta che lasciarsi, per quanto possibile, il passato alle spalle e provare a cambiare decisamente aria.

In tutti i sensi, in questo caso.

Virgin River è sinonimo di aria purissima, meravigliosi laghi, boschi di sequoie, cielo azzurrissimo, prati che in primavera sono distese di un verde brillante...
Certo, Mel ci arriva in una stagione fredda, con tanto di brutto tempo, fango..., insomma, l'accoglienza non è delle migliori.
Al suo arrivo, però, è convinta di trovare ciò che l'è stato promesso: un meraviglioso e caldo chalet, dotato di tutti i comfort.
A offrirle l'allettante sistemazione è stata Hope McCrea, la sindaca di Virgin River, nonché colei che l'ha assunta per telefono.
Mel è un'infermiera specializzata e ostetrica e da quelle parti c'è un gran bisogno di una professionista come lei, anche perché il dottor Mullins è in là con gli anni e necessita di una valida collaboratrice.
Il contratto è di un anno, poi Mel potrà essere libera di andarsene.
Ma quando giunge nella località di montagna, si rende conto che... nulla di quanto aveva immaginato c'è!
Lo chalet è in condizioni disastrose e invivibili; Hope è scontrosa e poco propensa ad ammettere di aver mentito a Mel; l'auto si ingolfa a causa di un tempo terribile; Doc Mullins (il medico con cui deve lavorare) non la vuole un'infermiera tra le scatole e spera di indurla a fuggire a gambe levate con la propria ostentata maleducazione.

Insomma, una tragedia, altro che cambiar vita!! L'unico aspetto positivo è il bar di Jack Sheridan.
E Jack, ovviamente.
Jack è il proprietario dell'unico bar della cittadina ed è un bell'uomo attorno ai 40, possente, fisicamente ben piazzato e tanto, tanto gentile.
Quando vede la bella infermiera bionda che viene da Los Angeles, i suoi occhi si spalancano: e quando gli ricapita una pollastrella così in quel posto dimenticato dal mondo??
Comincia così il suo "piano" per fare in modo che la bellissima Mel resti tra loro.

Mel vuole andarsene, ne è convinta.
Ma intervengono alcuni eventi a convincerla a prolungare il suo soggiorno in quel paesino in cui tutti si conoscono (e si impicciano): una bimba di pochi giorni viene lasciata davanti all'ambulatorio e a trovarla sono proprio Mel e Jack.

Da quel momento, Mel resterà legata a Virgin River contro ogni aspettativa, integrandosi nella comunità, che la accetterà entusiasta.

Accanto alla storia d'amore tra lei e Jack, viaggiano altre vicende, che coinvolgono altri personaggi di Virgin River: adolescenti che vogliono vivere liberamente il loro amore nonostante la bigotta opposizione di certi adulti; criminali che coltivano erba e danno non poco fastidio alla brava gente; l'ex di Jack che ovviamente detesta Mel; il rapporto burrascoso tra Hope e Doc..., insomma, sarà pure un paesotto ma è vivace, eh!!

Sono giunta alla quarta puntata della terza stagione e il mio interesse non è calato; come dicevo, è quel tipo di serie in grado di farmi rilassare, di trasportarmi in un posticino delizioso, un po' country, dove accadono quegli inconvenienti "normali", comuni, che creano dinamicità, fanno sorridere, commuovono..., insomma io la sto apprezzando, pur non essendo amante di storie "troppo rosa" o smielate.

La consiglio a chi ama il genere.

Cast: Alexandra Breckenridge, Martin Henderson, Tim Matheson, Annette O'Toole, Lauren Hammersley.

lunedì 20 febbraio 2023

Una storia di bullismo e vendetta - THE GLORY [ serie tv ]




Da quando ho visto SQUID GAME, sono entrata leggermente in trip per i drama coreani; in particolare, ad attrarmi sono le storie in cui emergono con forza determinate tematiche sociali, che sia il divario socio-economico tra i (molto) ricchi e i (molto) poveri, la violenza perpetrata da parte dei minori e la questione della loro colpevolezza secondo il codice penale coreano, il bullismo.

Dopo aver apprezzato il film PARASITE e la serie LA GIUDICE, eccomi con un'altra serie tv recente e, anzi, ancora in produzione (è in arrivo la seconda stagione): The Glory,  trasmessa dal 2022 in Corea del Sud, con Song Hye-kyo, Lim Ji-yeon, Lee Do-Hyun.
La prima stagione consta di 8 episodi.

Tutto ruota attorno alla vendetta.
Moon Dong-eun è una giovane donna che è da poco stata assunta come insegnante in una scuola elementare privata, incarico scelto non a caso ma con un preciso intento: avvicinarsi ad una delle sue piccole alunne e, attraverso di essa, vendicarsi della madre, Yeon-jin.
Yeon-jin è stata una compagna di liceo di Dong-eun ma purtroppo tra le due non c'è stato assolutamente un buon rapporto, tutt'altro: Yeon-jin era la capobanda di un gruppetto di amici che hanno commesso atti di bullismo che personalmente mi hanno impressionata per l'inimmaginabile crudeltà.

Non si trattava "semplicemente" (e sia chiaro, lo dico tra mille virgolette, perché il bullismo è da condannare in ogni sua forma per il solo fatto che si tratta di abusi, soprusi, cattiverie ecc... che generano sofferenza in chi le subisce, quindi lungi da me fare classifiche circa la gravità di queste azioni deprecabili) di prese in giro, scherzetti sgradevoli, colla sulla sedia o trucioli di matita nel borsellino.
No, qui parliamo di veri e propri atti di tortura, di violenza fisica e psicologica da parte di questo gruppetto di giovanissimi criminali (perché questo erano: dei criminali impuniti) che prendeva di mira compagne più deboli, magari più timide, docili di carattere, e soprattutto indifese e povere, per bersagliarle nei modi peggiori, con un tale livello di sadismo, di malvagità da fare invidia ai killer più cinici e crudeli.

Dong-eun ha passato l'inferno per mano di questi cinque ragazzacci (due maschi e tre femmine), ha versato fiumi di lacrime di disperazione e dolore e, ad aggiungersi a questa sofferenza, c'era l'oscena indifferenza del mondo degli adulti.

Fatta eccezione per l'infermiera scolastica, non c'è nessun adulto che, venendo a sapere di questa incresciosa situazione, prenda seri provvedimenti.
Anche quando Dong-eun trova il coraggio per denunciare i suoi carnefici, essi vengono convocati in polizia ma tutto finisce sempre a "tarallucci e vino": quasi tutti i ragazzi provengono da famiglie molto ricche ed influenti (solo una di loro no, ma è talmente schiava del gruppo che, avendo paura di diventare anch'ella vittima dei bulli, finisce per cercare di imitarli e divenire carnefice pure lei, seppur in misura minore e, comunque, come "gregaria passiva") e basta un gesto da parte dei genitori (che tra l'altro sono indifferenti alle condotte criminali dei figli, al massimo li rimproverano per essersi fatti "sgamare"), che sia la promessa di tener sotto controllo i loro vivaci ragazzi o pagare perché la storia non venga fuori, a stendere un velo su ciò che accade a scuola.
Come dicevo, Dong-eun è invece povera, vive una disastrosa situazione famigliare, con una madre disagiata che se ne infischia altamente delle enormi difficoltà che la figlia adolescente subisce quotidianamente a scuola.

Insomma, tutto quel grande dolore, vissuto in solitudine, versando lacrime che mai nessuno ha asciugato, si trasforma, negli anni, in un odio profondo, in una rabbia e in un risentimento incontenibili da cui ha origine un feroce desiderio di vendetta, che per lunghi 17 anni occuperà la mente di Dong-eun fino a diventare un piano diabolico, architettato in ogni suo aspetto e vòlto, finalmente, a farla pagare a quei cinque che l'hanno letteralmente perseguitata e rovinato l'adolescenza, influenzando (in negativo) la sua esistenza.
Sì, perché un tale quantitativo di cattiveria gratuita e violenta non può non cambiare chi la subisce per diverso tempo, incapace di difendersi in quanto solo e privo di supporto e "strumenti".
Dong-eun odia Yeon-jin (lei su tutti perché era la mente e la leader) e i suoi maledetti amici, di un odio profondo, viscerale, e desidera vendicarsi facendoli soffrire, colpendoli lì dove sono più fragili.
Occhio per occhio, dente per dente.

Quando conosciamo la protagonista, è già adulta e insegnante; come anticipato, ha proposto la propria candidatura in una scuola specifica, per essere la maestra della piccola e innocente Ye-sol, figlia unica di Yeon-jin e suo marito Sung-il.

Cos'ha in mente Dong-eun? In che modo si servirà di una bimba senza colpe (come lo era lei, del resto, no?) per far del male alla sua principale aguzzina?

Per vendicarsi dei criminali-bulli dei tempi delle superiori, Dong-eun si è preparata per anni, alimentando il fuoco dell'odio, del rancore, della rabbia: lei sa cosa essi fanno attualmente, dove vivono, ne conosce i vizi, le debolezze, i segreti...: quale piano ha ideato per distruggerli? 

La sua è una tela davvero diabolica, precisa, attenta ai dettagli, in cui non agirà da sola: ad aiutarla (consapevolmente) ci saranno una signora (vittima di ripetute violenze domestiche da parte del marito) e un giovane chirurgo plastico, Ju Yeo-jeong (che si prende una cotta per Dong-eun).

Questo giovanotto educato e gentile insegna a Dong-eun un gioco da tavola (in cui si usano un tabellone, su cui è disegnato un reticolato, e un tot numero di pietre [pedine], nere e bianche) chiamato Go e che ha un ruolo predominante nella narrazione, per due ordini di ragioni.
Dal punto di vista metaforico, i meccanismo di gioco e lo scopo del Go ben riflettono quello che è il progetto vendicativo della donna: a vincere è il giocatore che riesce a circondare le pietre degli avversari con le proprie, occupandone i "territori". 
Ed è proprio quello che Dong-eun vuole fare con Yeon-jin: circondarla da tutte le parti, prendersi la sua vita, lasciarla priva di tutto.
Ovviamente anche gli altri quattro sono presi di  mira, tanto più che i cinque sono ancora tutti amici e si frequentano regolarmente.

L'altra ragione è più pratica e ha comunque a che fare con Yeon-jin: arrivare a lei tramite suo marito, che è appassionato di Go.

La trama si snoda sul doppio livello temporale: il passato - che ci racconta le torture dei bulli a danno della povera Dong-eun - e il presente, in cui la seguiamo nella sua vendetta.
Dong-eun non gioca "di nascosto", nel senso che palesa le proprie intenzioni ai diretti interessati, che ovviamente sono presi in contropiede: dov'è finita quella loro compagnuccia sciocca, debole, passiva, che si faceva fare di tutto, che li supplicava inutilmente di non farle del male...? Adesso si è vestita di coraggio: è un bluff o è davvero cambiata? E come può costituire una minaccia per ciascuno di loro?

Mentre Dong-eun organizza, osserva, segue e fa seguire, persuade, "mercanteggia", ricatta..., osserviamo come i rapporti di "potere" tra i cinque "amici" siano gli stessi di quand'erano adolescenti: c'è sempre la stessa leader, i membri più forti, prepotenti, aggressivi sono sempre gli stessi, e questo vale pure per i componenti più deboli, trattati a "pezza da piedi".

Intelligentemente, Dong-eun parte da questi ultimi, manipolandoli, consapevole di come il suo ritorno in mezzo a quel gruppo di bulli li destabilizzi e di come sia importante creare scompiglio, insinuare dubbi, sospetti.

Ora non è più la ragazzina impaurita e sola che essi maltrattavano come volevano: adesso è una donna sicura di sè (o almeno è ciò che vuol mostrare, ma la sofferenza emotiva c'è sempre, così come restano i segni sul suo corpo umiliato) che non permetterà più a nessuno di schiacciare.

"The Glory" è una serie tv drammatica con sfumature thriller che regala momenti di suspense, piccoli colpi di scena, tiene alta l'attenzione e la tensione emotiva; si empatizza molto con la protagonista adolescente e devo dire che personalmente ho quasi "sofferto" nel vedere gli atti di bullismo criminale; ecco, da questo punto di vista, la visione è un pugno nello stomaco e forse gli spettatori troppo sensibili potrebbero non amare tali esplosioni di violenza perversa, compiuta per di più da dei liceali.

Crudo ed esplicito nel linguaggio, con non poche scene forti, in "The Glory" vediamo agire tanto personaggi traumatizzati, cambiati dalle esperienze dolorose, quanto altri odiosi, privi di morale, di coscienza, incapaci di provare rimorso, di chiedere sinceramente perdono; ci sono i poverissimi, che devono sudare per ogni soldo guadagnato, che devono ingoiare bocconi amari per poter lavorare, con la speranza di realizzare qualche piccolo progetto di vita; e, per contro, ci sono i figli di papà, i viziati che hanno tutto senza aver alzato un dito, che vanno in chiesa ostentando una pietas che non posseggono, che possono spendere ingenti somme di danaro anche solo per un paio di scarpe.

Ho guardato le otto puntate in pochissimo tempo perché ti vien voglia di proseguire per capire come agirà la protagonista, anche se ovviamente il finale è aperto in quanto, come anticipavo, è in arrivo la seconda stagione (a marzo?).

Ammetto che, fino alla fine, ho avuto non pochi problemi ad associare i nomi ai volti, ma vabbè :-D

La consiglio, è appassionante, ideale per chi ama i k-drama, le tematiche sociali e il modo di affrontarle, con uno stile spietato e feroce.


venerdì 3 febbraio 2023

GENNAIO 2023 - LIBRI E SERIE TV



Il primo mese dell'anno è passato ed eccomi con il recap di gennaio.

  1. FIORI SOPRA L'INFERNO di I.Tuti: thriller, la prima inchiesta di Teresa Battaglia, burbera
    commissario di polizia, si svolge in un fitto bosco, sotto gli occhi di un gruppetto di bambini innocenti di oggi e di un adulto non amato da bambino (4.5/5);
  2. BUBULINA. UNA STORIA STRAORDINARIA di G. Boschettiracconto per bambini legato alla tradizionali icone religiose russe (3.5/5);
  3. I DONI DELLA VITA di I. Némirovsky: la vita va avanti e continua a elargire i suoi doni nonostante le atrocità della guerra (4/5).
  4. IL NIDO di T. Winton: anche nelle vite più disprezzate si possono annidare i semi della speranza e della redenzione (3.5/5);


AUDIOLIBRI


🚙 TUTTO IL BLU DEL CIELO di M. Da Costa: cosa faremmo se sapessimo di avere poco tempo da vivere? Il protagonista parte per un viaggio, che si rivelerà indimenticabile. Romanzo on the road commovente (5/5);
👩‍❤️‍👨 L'INVENZIONE DI NOI DUE di M. Bussola: romanzo sull'amore e sul rapporto di coppia. Cosa si arriva ad inventarsi per recuperare un matrimonio scricchiolante? (4/5);
LA LINEA VERDE. GIALLO A GERUSALEMME di F. Diodatigiallo/spy story - intrighi, complotti e attentati sullo sfondo di una Palestina martoriata e insanguinata (3.5/5);
♣ Amon il macellaio - Goebbels, il diavolo zoppo - Irma Grese. La iena di Auschwitz (RECENSIONE): in un'ora e mezza circa sono concentrate le esistenze di tre criminali nazisti, devoti all'ideologia hitleriana fino all'ultimo respiro e capaci, in suo nome, di commettere le peggiori nefandezze.
♦ PORRAJMOS - la persecuzione nazifascista di rom e sinti di A. Giuseppini: la persecuzione su base razziale, scientificamente programmata con lo scopo di distruggere l’intero popolo sinti, la sua cultura e la sua lingua, portò alla morte di oltre 500.000 persone.


Tra le letture più belle ci sono FIORI SOPRA L'INFERNO, molto avvincente e con una protagonista che si fa voler bene in quanto, dietro quella scorza dura, c'è un grande dolore, e TUTTO IL BLU DEL CIELO, intenso e toccante."


Sul fronte Reading Challenge, per il mese di gennaio ho scelto di leggere:

ZOMBIE di J. C. Oates: l'inquietante viaggio nella disturbata mente di un serial killer (3/5).


CITAZIONE DEL MESE

"Mi definiscono una persona riservata, ed è abbastanza vero. Lo dicono quasi fosse un limite. Io, al contrario, ho sempre pensato alla riservatezza come a una specie di regalo. Riservare qualcosa ha a che fare col tenerlo in serbo per qualcuno".



FILM / SERIE TV

Ho guardato un film su Raiplay,
-
DOVE CADONO LE OMBRE
, diretto da Valentina Pedicini, con 
Elena Cotta, Federica Rosellini, Josafat Vagni, Lucrezia Guidone, Alberto Cracco.
A catturare il mio interesse sono state le breve righe introduttive, in cui compare la parola eugenetica e la precisazione che le vicende siano ispirate "a una storia vera, a 2000 storie vere".

La protagonista è Anna, infermiera in un istituto per anziani; Hans è il suo fedelissimo assistente e ha un ritardo cognitivo che fa sì che parli e agisca come se fosse un ragazzino.
Anna ci appare da subito come una ragazza triste, cupa, che raramente sorride; compie il proprio lavoro con diligenza, questo sì, ma si percepisce che qualcosa in lei non va..., o meglio, che è qualcosa è "rotto".
Attraverso numerosi e oscuri flashback, capiamo che tra quelle mura Anna e Hans hanno trascorso la loro infanzia in quanto la struttura, in passato, è stata un orfanotrofio; quando fu chiuso per poi diventare una casa di riposo, i due (ormai cresciuti e non adottati) sono rimasti a lavorare lì.

Sempre attraverso i salti temporali nel passato, scopriamo però anche un'altra tristissima verità: quell'orfanotrofio non era una semplice struttura che accoglieva bimbi senza famiglia in attesa che fossero "ricollocati": tra quei corridoi, in quelle stanze... avvenivano torture fisiche e psicologiche, effettuate su quei bambini con l'intento crudele e iniquo di condurre esperimenti di eugenetica.
I piccoli ospiti non erano scelti a caso, ma per l'appartenenza a una "razza" giudicata asociale, pericolosa: gli "zingari bianchi", gli Jenisch, residenti in Svizzera e che dallo stato furono perseguitati.

➤Poiché ho intenzione di parlarne più in dettaglio in un altro post, per adesso vi dico solo che migliaia di bambini, tra gli Anni Venti e Settanta del secolo scorso, furono strappati alle proprie famiglie per essere ricoverati forzatamente in questi pseudo-orfanotrofi, con l'assurda speranza di "raddrizzarli" socialmente.

Ma torniamo al film: Anna e Hans, quindi, portano sulle proprie spalle i drammatici ricordi di un'esperienza atroce, che li ha segnati, nel corpo e nell'anima, rendendo il ragazzo "un idiota" e lei una donna chiusa, angosciata, con la mente ancorata a quel passato e al ricordo di un'amichetta amata e poi perduta (Franziska).
Un giorno viene ricoverata una vecchietta che sbuca dritta dritta da quel maledetto passato: Gertrud, colei che, ai tempi in cui Anna era una ragazzina, ha effettuato le sue torture pseudo-scientifiche sui poveri corpi dei bambini.
Le due si riconoscono immediatamente e Gertrud cerca di essere gentile con Anna, anzi, addirittura pretende di ricordarle quell'infanzia terribile come se niente fosse, come se non avesse portato dolore nella ragazza e negli altri ricoverati.
L’istituto perde dunque i contorni attuali e torna ad essere, per la sconvolta e arrabbiata Anna, ciò che ha rappresentato per tantissimi innocenti: un posto infernale.
Cosa farà adesso che ha tra le sue mani quell'anziana donna, fragile nel corpo ma ancora d'acciaio nello spirito e tagliente nel parlare? Anna si farà travolgere da quel dolore mai sopito che ora rischia di riesplodere in tutta la sua forza carica di odio e risentimenti per coloro che le hanno fatto del male?

Il film, coerentemente col titolo, è cupo, sempre su tonalità fredde, come freddo è il cuore di Anna, che sembra incapace di provare ed esternare tenerezza, compassione; anche nei confronti del povero e incolpevole Hans lei è quasi cattiva, insultandolo e alzando le mani su quel poverino, che continua a seguirla come un cagnolino indifeso e solo.
Dietro quell'atteggiamento sempre impettito e glaciale, Anna nasconde dentro di sé un fuoco di emozioni che Gertrud, con la sua calma serafica e inopportuna (di chi si ostina a non voler fare mea culpa per i propri peccati) le sta riaccendendo, rendendola furiosa e rancorosa.

Ve ne consiglio la visione, è fatto bene, l'attrice protagonista, in particolare, è molto brava nel renderci tutta la sofferenza, per anni soffocata, di Anna; e poi è un modo per conoscere o approfondire uno di quegli "stermini" di cui si sa e si parla poco.



Sul fronte serie tv, ne ho guardata una anch'essa ispirata a fatti realmente accaduti: Unbelievable. 
REGIA: Susannah Grant, Lisa Cholodenko
CAST: Toni Collette (Detective Grace Rasmussen), Merritt Wever (Detective Karen Duvall), Kaitlyn Dever (Marie Adler).

Si basa sulla vera storia di Marie (il nome di battesimo è lo stesso, il cognome no) Adler, 
.
una ragazza che ha denunciato 
alla polizia di essere stata vittima di stupro ma che si è scontrata con la diffidenza e lo scetticismo dei poliziotti che hanno raccolto la sua deposizione.

Marie è un'adolescente "problematica", con una storia di abbandoni e affidi alle spalle; attualmente segue un percorso di reinserimento sociale e quando racconta, con comprensibile difficoltà, che un uomo è entrato in casa sua mentre dormiva, l'ha legata, imbavagliata e abusato di lei, qualcosa nel suo racconto non convince chi indaga e neanche una delle madri affidatarie.
Troppi buchi, troppe contraddizioni, domande senza risposta, ricordi vaghi, annebbiati..: come si fa a trovare uno stupratore senza avere i necessari indizi ed elementi? 

La versione di Marie traballa, ha qualcosa che non va e lei stessa sembra reticente nel fornire dettagli preziosi, che permettano al detective Parker e al suo fido collaboratore di avere un quadro attendibile di ciò che è accaduto.

Marie, non è che te lo sei inventato? Magari per un bisogno di attenzioni, di far parlare di te, di ricevere premure scarsamente avute negli anni a causa del tuo percorso di vita?

Mossi dalla consapevolezza di non possedere una vera e propria pista d'indagine e dall'atteggiamento insicuro e inaffidabile (?) di Marie, Parker e collega la convincono, anzi la costringono (sotto minaccia di accusarla di falsa testimonianza) a ritirare le accuse e a
ritrattare la sua storia.

Intanto, in altri stati e distretti americani, vengono denunciati altri stupri e - tadaaaa - tutti hanno caratteristiche mooolto simili (per non dire gli stessi) al resoconto della povera Marie, che, dopo la doppia terribile esperienza (violenza sessuale e in non essere stata creduta) ha dovuto tirare avanti portandosi dietro tutto il carico di malevolenza che le sue "bugie" le hanno attirato addosso, all'interno del quartiere e da parte delle persone con cui aveva rapporti di amicizia e lavoro. 
Insomma, oltre al danno, la beffa! Da vittima a bugiarda megalomane.

Sui nuovi stupri indagano due poliziotte fortunatamente diverse da Parker: due donne toste, determinate, coscienziose, che amano il proprio lavoro, credono in ciò che fanno, empatizzano con le vittime e, soprattutto, credono alle loro denunce, vedono il dolore nei loro occhi e nella difficoltà a riprendere in mano la propria vita! 
E' vero, il po*co è astuto, intelligente e attentissimo, tanto da lasciare immacolate le scene del reato, come se lui in quelle case non ci sia mai passato, ma questo non induce le detective Karen Duvall e Grace Rasmussen ad essere scettiche e ad etichettare come bugiarde le vittime, quanto semmai ad impegnarsi per rimettere in ordine tutte le tessere del drammatico puzzle e acciuffare il colpevole. Perché c'è e va fermato, visto che per almeno due anni ha agito indisturbato in varie città.
Riusciranno a prenderlo? E a Marie verrà data la possibilità di dimostrare che non ha mai mentito?

La serie Netflix è basata sui reportage di Christian Miller (ProPublica) e Ken Armstrong (The Marshall Project) e sul loro libro "A false report. A true story of rape in America" (QUI), che dimostra come l'indagine della polizia di Lynnwood (relativa al caso di Marie) fosse viziata e condotta davvero male e con troppi pregiudizi ad ostacolare il lavoro di professionisti che tali, purtroppo, non si sono rivelati.
Assolutamente consigliata!!

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