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giovedì 22 settembre 2022

|| RECENSIONE || STORIA PROIBITA DI UNA GEISHA di Mineko Iwasaki, Rande Brown

 

La storia di una delle geishe più famose raccontata dalla sua stessa voce, autentica e sincera, che ci trasporta in una società e in una cultura distanti da noi ma di cui avvertiamo il fascino irresistibile.


STORIA PROIBITA DI UNA GEISHA
di Mineko Iwasaki, Rande Brown



Ed. Newton Compton
trad. A.Mulas
318 pp

Masako Tanaka è solo una bambina di cinque anni quando la sua vita prende un corso particolare, tanto faticoso quanto affascinante.
È una figlia amata dai suoi genitori, che stravedono per lei e mai si sognerebbero di lasciarla andare lontana dalla famiglia.
Ma è ciò che accadrà, loro malgrado. 
I figli sono tanti e non è semplice mantenerli e tirarli su tutti e bene, così alcune delle figlie femmine più grandi vengono mandate a studiare per diventare delle geiko ("donna d'arte") presso la casa per geishe, nel quartiere di Gion Kobu di Kyoto.
Per una serie di circostanze, l'anziana Madame Oima (direttrice della casa per geishe) si ritrova a "corteggiare" i genitori della piccola Masako, insistendo perché lascino che la piccola intraprenda il cammino per diventare anch'ella una geisha: è così bellina, sveglia, anche se un po' schiva e solitaria, ma sicuramente ha tutte le caratteristiche per diventare una magnifica danzatrice, Madame ne è convinta.
E poi per lei gli anni passano e deve assolutamente trovare una futura geiko che erediti la okiya, la casa per geishe che dirige con successo.

Inizialmente la piccola non accetta l'idea di lasciare mamma e papà per andare a vivere da questa signora anziana, che pure è tanto gentile e affabile; quando la vede arrivare, va a nascondersi nell'armadio, impaurita.
Ma è solo questione di tempo e la bimba, a furia di frequentare la casa per geishe, finisce per sentirsi a proprio agio in quel mondo, fatto sì di infinite regole, orari, studio, disciplina..., ma anche di balli meravigliosi, raffinati ed eleganti. 
Mineko ieri e oggi

E poiché a lei piace tanto ballare ed è portata, non può che accettare la proposta di "zietta Oima" e restare a vivere nell'okiya, lasciando (con gran dolore) la casa paterna.
Viene quindi adottata e diventa Mineko Iwasaki.

Inizia per lei una lunga e impegnativa formazione, fatta di quotidiane ed estenuanti lezioni per apprendere antichi passi di danza, per imparare a suonare gli strumenti della tradizione e per acquisire tutti i segreti di quel cerimoniale rigido e severo che rende le geishe maestre di etichetta, eleganza e cultura.
Il suo caratterino determinato, testardo e schietto, viene fuori da subito e questo fa sì che spesso venga ripresa dagli insegnanti, che però vedono in lei molto potenziale.
Ed infatti la bambina cresce impegnandosi tantissimo nello studio, non si concede distrazioni, dedica ore alla danza e alle altre discipline essenziali per divenire la migliore danzatrice del Giappone.

E ci riesce: Mineko Iwasaki diventa infatti la geisha più brava, ricercata e corteggiata di tutto il Paese.

Le sue qualità, la caparbietà, l'impegno costante, la serietà nell'affrontare ogni compito ed esibizione, il suo essere forte e fiera, faranno sì che si immerga completamente in quel mondo in cui si respira arte, compostezza, austerità; un microcosmo tutto al femminile in cui le donne - giovani e meno giovani - sono tenute a interagire rispettando ruoli e responsabilità, aiutandosi a vicenda, cercando di allacciare amicizie, complicità, ma questo non toglie che - come in tutti gli ambienti professionali e in cui si condivide una quotidianità - nascano anche attriti, litigi, invidie e dispetti.

Per diventare una geisha ci sono degli step, ognuno dei quali è caratterizzato dalle proprie specificità circa kimono, acconciature, trucchi, tipi di danze da imparare, cerimonie e riti cui partecipare, compiti più o meno "umili" o importanti, insomma è un universo complicatissimo e ricco di tanti dettagli, tradizioni, parole, gesti, rituali, abiti ecc.

Io ne ero a digiuno e devo dire che è stato interessante entrare nella vita della protagonista e leggere non soltanto la sua personale esperienza di artista e danzatrice, che l'ha coinvolta dai cinque ai ventinove anni (il debutto come danzatrice maiko avvenne a quindici anni), ma proprio tutto ciò che contrassegna quest'antica tradizione, che è molto articolata e mossa da tante regole.

Diventare una geiko non richiede solo l'apprendimento di passi di danza o di gesti per la cerimonia del té, ma anche una vocazione di tipo "morale", nel senso che è un percorso anche interiore, di crescita personale; una donna che aspira a diventare geisha ("artista") deve lavorare molto su sé stessa, sul proprio carattere, sugli istinti e i desideri personali per modellarli su quelli propri del ruolo della geisha, che oltre a intrattenere con i balli tipici della tradizione giapponese, deve anche saper fare conversazione, giochi e quant'altro serva per far star bene i clienti, la cui privacy dev'essere sempre garantita e difesa.
Mineko e Charles

Questi ultimi sono generalmente uomini, ma in realtà può trattarsi anche di coppie (marito e moglie) e, seppur meno frequentemente, di famiglie.
Si tratta per lo più di persone altolocate, benestanti, dagli imprenditori ai politici, agli uomini d'affari; la nostra bella e talentuosa Mineko ha avuto l'opportunità di incontrare personalità politiche importanti, come Kissinger, principe Carlo (oggi re Carlo III) e la stessa regina Elisabetta.

Se vi chiedete se tra geishe e clienti si instaurassero relazioni "intime", la risposta è semplice: la geisha
non è una prostituta, ma un'artista, una danzatrice tenuta a seguire rigidi protocolli; non viene pagata per assecondare le "voglie particolari" dei clienti, il che però non esclude né che un cliente possa provarci né  che possa sinceramente "affezionarsi" in modo particolare ad una geisha, che richieda sempre lei e che tra i due, prima o poi, nasca una relazione sentimentale, e magari si arrivi anche al matrimonio.
Solitamente, se ci si sposa, è difficile che si prosegua la carriera da geisha, ed è ciò che succede a Mineko.

Ella ha avuto una relazione importante con un attore famoso in quegli anni (anni '60-'70), che però era sposato e - come spesso accade - prometteva di lasciare la moglie ma erano solo chiacchiere; più tardi, la giovane donna incontra un uomo che diventa suo marito e la relazione con lui coinciderà anche con la decisione di abbandonare la propria sfolgorante carriera di geisha di successo per vivere - finalmente! - come una "semplice" donna, forse non più famosa e super corteggiata ed impegnata... ma libera.

Seguiamo di anno in anno Mineko e il suo percorso umano e artistico, la vediamo crescere, smussare lati spigolosi del proprio carattere, ingoiare rospi, trattenere le lacrime, ne ammiriamo la forza di volontà, i sacrifici, la bravura e, non ultimo, il suo provare a cambiare qualcosa di quel mondo chiuso e severo, provare a "svecchiarlo" per preservarlo, per evitarne, o anche solo rimandarne, la fine.
Purtroppo i suoi sforzi non otterranno risultati e Mineko uscirà da quella realtà comunque tanto amata.

È un'autobiografia molto dettagliata, che immerge il lettore in questa cultura millenaria, nelle
tradizioni giapponesi legate alla figura della geisha dandogli un sacco di informazioni, chiarendo i significati delle parole, le innumerevoli regole di comportamento, i vari ruoli e gerarchie all'interno dell'okiya, le fasi del percorso di studi per avanzare nella carriera, insomma non gli viene nascosto nulla, anzi, la protagonista/narratrice racconta tutto con calma, meticolosità, senza essere pedante, anzi con eleganza, ironia e leggerezza, raccontando la sua vera storia, in risposta a quella narrata - non proprio fedelmente - da Arthur Golden in "Memorie di una geisha".

Lettura adatta a chi ama la cultura giapponese e vuol saperne di più (e meglio) sulla figura affascinante ed esotica della geisha attraverso la storia di Mineko Iwasaki.

martedì 20 settembre 2022

I MIEI ULTIMI ACQUISTI IN LIBRERIA

 

Ultimi ingressi nella mia libreria :))

I primi due sono un regalo di compleanno ^_^



LE VERITÀ SEPOLTE
di Angela Marsons


Ed. Newton Compton
trad. N. Giugliano
384 pp
Quando, durante uno scavo archeologico, vengono rinvenute alcune ossa umane, uno sperduto campo della black country si trasforma improvvisamente nella complessa scena di un crimine per la detective Kim Stone. 
Non appena le ossa vengono esaminate diventa chiaro che i resti appartengono a più di una vittima. 
E testimoniano un orrore inimmaginabile: ci sono tracce di fori di proiettile e persino di tagliole da caccia. 
Costretta a lavorare fianco a fianco con il detective Travis, con il quale condivide un passato che preferirebbe dimenticare, Kim comincia a investigare sulle famiglie proprietarie e affittuarie dei terreni del ritrovamento. 
E così, mentre si immerge in una delle indagini più complicate mai condotte, la sua squadra deve fare i conti con un'ondata di odio e violenza improvvisa. 
Kim intende scoprire la verità, ma quando la vita di una sua agente viene messa a rischio, dovrà capire come chiudere al più presto il caso, prima che sia troppo tardi.




STORIA PROIBITA DI UNA GEISHA
di Mineko Iwasaki, Rande Brown


Ed. Newton Compton
trad. A.Mulas
318 pp
Mineko è una bambina schiva e solitaria quando alla tenera età di cinque anni viene allontanata dalla sua famiglia: l'anziana Madame Oima, direttrice di un' okiya, una casa per geishe di Kyoto, ha infatti deciso di farne la propria erede. 
Così per Mineko comincia una lunga e impegnativa formazione: estenuanti lezioni per apprendere antichi passi di danza, per imparare a suonare gli strumenti della tradizione e per acquisire tutti i segreti di quel cerimoniale rigido e severo che rende le geishe maestre di etichetta, eleganza e cultura. 
La ragazza s'immerge nello studio e non si concede alcuna distrazione, pur di realizzare il suo unico grande sogno: essere la migliore danzatrice del Giappone. 
E gli sforzi non saranno vani: Mineko Iwasaki diventa infatti la geisha più brava, ricercata e corteggiata di tutto il Paese. 
Testarda e fiera, si muove a proprio agio in un mondo che non ammette ribellioni, fino a quando, un giorno, decide di infrangere le regole austere sulle quali è fondata tutta la sua esistenza. 
Coraggiosa e intraprendente, abbandona le convenzioni che non le hanno permesso di vivere in maniera autentica e sceglie di tornare a essere semplicemente una donna. 

Con eleganza, ironia e leggerezza, Mineko ci accompagna attraverso le trame e i segreti di una cultura millenaria, restia a svelarsi, osando strappare il velo di pudore che da sempre avvolge un universo frainteso. La vera storia di "Memorie di una geisha" raccontata dalla voce autentica della protagonista.

LA PSICOLOGA
di B.A. Paris


Editrice Nord
trad. M.O. Crosio
384 pp
Alice ha appena acquistato una casa a un prezzo vantaggioso; dopo essersi trasferita scopre che la precedente proprietaria è stata uccisa due anni fa, proprio in quella casa. 
Dapprima turbata da quella rivelazione, a poco a poco Alice inizia a interessarsi sempre di più alla storia della donna, una psicologa sua coetanea, e non perde occasione di chiedere informazioni ai vicini. Con suo grande sconcerto, però, tutte le persone che fino a quel momento l’avevano accolta con calore e gentilezza si chiudono in un silenzio ostinato. 
Come se ciò non bastasse, Alice comincia a notare delle stranezze – finestre aperte che era sicura di aver chiuso, oggetti spostati di pochi centimetri – e in lei si fa sempre più forte la sensazione di essere osservata.
E si rende conto che c’è qualcosa di oscuro nascosto tra le pieghe di quella comunità apparentemente perfetta e che frugare nei segreti degli altri potrebbe rivelarsi fatale...

 


venerdì 28 maggio 2021

** Segnalazione: "Persian Arabesques di Ivan J Korostovetz (1862-1933)" di Carlo Gaatone

 


Dopo aver pubblicato i ricordi di sua nonna "Memoires" Olga I Korostovetz (1895-1993)-Diario di un'epoca-, di cui ho parlato in questa segnalazione sulla figura di Ivan Jacovlevich Korostovetz,  passo a proporvi Persian Arabesques di suo padre Ivan.

"Persian Arabesques" pubblicato dalla


Pathos Edizioni é un'opera di 340 pagine suddivisa in 26 capitoli che riporta le attività diplomatiche di un suo brillante protagonista. È un trascorso inedito della storia politica della diplomazia russa raccontata da Ivan J. Korostovetz (1862-1933) uno dei suoi più brillanti protagonisti così come viene testualmente definito dal noto ricercatore universitario russo Pavel N. Dudin ("one of its brightest representatives").


Il diplomatico, a seguito dei principali successi ottenuti nel 1905 con il Trattato di Portsmouth e nel 1912 in Mongolia con la firma dell'Accordo di Amicizia Russo-Mongolo, narra dettagliatamente, nelle sue memorie politiche, gli ultimi eventi della sua carriera diplomatica 1913-1918 prima di dover andare in esilio per non essere imprigionato. Egli si riferisce in particolare  al periodo di permanenza in Persia quale Ministro Plenipotenziario (1913-1915) ma non solo.

Il testo, oltre ad essere considerato un importante documento storico in quanto classificato quale fonte primaria d'informazione dell'epoca, é di gradevole e interessante lettura perché descrive non solamente gli eventi politici ma anche i costumi e le usanze locali di varia natura. Egli spazia dalla storia alla geografia persiana includendo delle penellate sulle religioni dei territori e sulla letteratura bizantino-persiana.

  "In "Persian Arabesques" l'autore rivela pienamente i meccanismi della politica estera della Russia Imperiale in Persia, così come il quadro delle contraddizioni anglo-russe in quel paese. Confrontando la politica dello zarismo con quella della Russia sovietica in Persia, l'autore giunge alla conclusione che la politica sovietica, in sostanza, era una continuazione della politica della Russia monarchica solo sotto un nuovo schermo ideologico." (Professor Ph.D.Nugzar K. Ter-Oganov, specialista delle Relazioni Russo-Iraniane).


L'autore.
Carlo Gastone nasce nell’agosto del 1950 a Johannesburg, Repubblica del Sud Africa.
Di origini italiane, proviene da una famiglia internazionale, sia per origine che per ambiente.
Le vicende della vita lo portano a viaggiare moltissimo ed a risiedere in differenti paesi e città: dall’Avana (Cuba) dove ha vissuto prima, durante e dopo la rivoluzione, a New York (Usa), a Lagos (Nigeria) e a Słupsk (Polonia) dove ha lavorato con diversi incarichi manageriali.
Oggi risiede a Torino e si dedica a sviluppare svariati interessi tra cui quello di ricostruire la storia e la genealogia della propria famiglia, andata dispersa a causa degli eventi bellici e rivoluzionari.
L’amore e la passione per sua nonna Olga lo hanno spinto a riportare alla luce le affascinanti “Memoires”, che includono importanti eventi storici a cavallo del 900.

domenica 9 maggio 2021

Il 9 maggio 1860 nasceva Sir James Matthew Barrie, il creatore di Peter Pan


Il 9 maggio 1860, a Kirriemuir, Angus, Scozia, nasceva Sir James Matthew Barrie, 1 ° Baronetto, drammaturgo e romanziere scozzese, meglio conosciuto come il creatore di Peter Pan, il ragazzino che non voleva crescere, protagonista di una storia fantastica dove questo ragazzo senza età e una ragazza normale di nome Wendy vivono incredibili avventure nell'Isola che non c'è.

Figlio di un tessitore, ultimo di dieci figli, Barrie ha vissuto, a soli sei anni, un grave lutto, da cui non s'è mai totalmente ripreso: la morte del fratello maggiore, annegato mentre pattinava sul ghiaccio. Per consolare la madre addolorata, il bambino prese a vestirsi come lui e lo imitava nei comportamenti e nei gesti.
Questa tragedia famigliare ha avuto di certo il suo peso sulla formazione della sua personalità e per tutta la vita Barrie ha voluto riconquistare, nelle sue opere come nella vita reale, gli anni felici di prima della perdita del fratello (e, in un certo senso, della madre) mantenendo una forte componente infantile anche da adulto.

Barrie studiò all'Università di Edimburgo per poi trasferirsi a Londra come scrittore freelance nel 1885. Il suo primo libro di successo, Auld Licht Idylls (1888), conteneva frammenti di vita a Kirriemuir; Il piccolo ministro (1891), è un romanzo molto sentimentale che divenne un best seller e, dopo la sua drammatizzazione nel 1897, Barrie cominciò a scrivere principalmente per il teatro. 

Si sposa nel 1894 con l'attrice Mary Ansell, da cui non ebbe figli, anche perché pare che il matrimonio non sia stato proprio consumato!

A un cenone di Capodanno del 1897, incontrò Sylvia Llewellyn Davies, la figlia dello scrittore e caricaturista George du Maurier, uno dei suoi autori preferiti; in quell'occasione, nel chiacchierare, la donna scopre che lo scrittore scozzese era già amico di tre dei suoi figli, conosciuti durante le sue visite regolari ai giardini di Kensington, dove lo scrittore era solito recarsi per portare a spasso il suo cane San Bernardo.
Sylvia Llewelyn Davies,
fotografata da J.M. Barrie 
nel 1898
Proprio la conoscenza e la frequentazione dei fratelli Davies ispirò James nella creazione dei personaggi di fantasia che gli diedero tanta celebrità.

Trascorse diverso tempo in loro compagnia, tanto da diventare un famigliare per loro, arrivando ad ospitarli nel proprio cottage e inventare giochi e storie per divertirli. 

Purtroppo, l'autore fu accusato di pedofilia, mai provata, e anzi le voci furono completamente smentite in seguito dal più piccolo dei Davies, ormai adulto, Nicholas.

È il 1904 quando Peter Pan debutta nei teatri londinesi, nello spettacolo Peter Pan, o il ragazzo che non voleva crescere e ad interpretare il protagonista è un'attrice; il successo fu immediato.
Nel 1906 esce la prima versione del romanzo, ovvero Peter Pan nei giardini di Kensington, e nel 1911 la seconda versione Peter e Wendy.

James non smise mai di ritoccare il testo, che vide la versione definitiva nel 1928. 

Intanto Sylvia Davies si ammalò e morì nel 1910,  lasciando come disposizione che fosse Barrie ad avere la custodia, con la madre di lei, dei suoi figli. 

Purtroppo, dei quattro ragazzi, due morirono giovani: uno di essi (George) morì in guerra, mentre Michael annegò, forse suicida, a 20 anni; Peter si tolse la vita nel 1960, un anno dopo la morte del fratello Jack. Ad avere una vita più longeva è stato Nicholas, morto nel 1980.

James Matthew Barrie muore il 19 giugno 1937, a Londra, cedendo i diritti delle opere di Peter Pan al Great Ormond Street Hospital for Children di Londra.


Pillole di curiosità:

Barrie ha avuto il privilegio di raccontare le sue storie alle giovani figlie del duca di York, alla futura regina Elisabetta II e alla principessa Margaret.

Anticipando Conan Doyle, Barrie "uccise" il famoso investigatore Sherlock Holmes nel racconto parodia "The Final Problem" (1893).

Il Nostro era senz'altro un tipo eccentrico: ad es., ordinava cavoletti di Bruxelles ogni giorno a pranzo solo perché gli piaceva pronunciare quelle parole.

Creò una squadra di cricket composta da celebrità, come G.K. Chesterton, Arthur Conan Doyle, Jerome K. Jerome, A.A. Milne e H.G. Wells. si facevano chiamare gli Allahakbarry nell'errata convinzione che la frase araba "Allah akbar" significasse "il cielo ci aiuti", quando in realtà significa "Dio è grande".

Oltre al classico Disney del 1953, tra le altre versioni cinematografiche di Peter Pan c'è quella di Spielberg, Hook (1991), con Robin Williams nei panni del protagonista, Dustin Hoffman in quelli di Capitan Uncino e Julia Roberts, Campanellino; la versione del 2003, Peter Pan, in occasione del centenario dell'esordio della stessa sulle scene teatrali.

Pan - Viaggio sull'isola che non c'è è del 2015 e vede nel cast Hugh Jackman e Rooney Mara.

Neverland - Un sogno per la vita (Finding Neverland) è del 2004 diretto da Marc Forster ed interpretato da Johnny Depp, Kate Winslet e Dustin Hoffman, e narra in maniera sufficientemente fedele un periodo della vita dello scrittore.



Fonti consultate:

https://www.britannica.com/
https://www.famigliacristiana.it/
https://interestingliterature.com/
Wikipedia 

lunedì 31 agosto 2020

Il 31 agosto 1870 nasceva Maria Montessori



“Se vogliamo costruire un mondo nuovo dobbiamo ricominciare dal bambino.”


Nasceva a Chiaravalle il 31 agosto 1870 Maria Montessori, la scienziata e pedagogista che ha rivoluzionato il mondo dell'infanzia e dell'educazione.
Sin dalla giovane età manifestò interesse verso le materie scientifiche; superando pregiudizi ed ostacoli legati ai suoi tempi e alla mentalità dell'epoca, si iscrive alla Facoltà di Medicina a Roma, laureandosi nel 1896: fu una delle prime donne a laurearsi in medicina!

Nel corso della sua formazione accademica, Maria è attratta da Igiene e Pediatria, che poi saranno alla base delle sue teorie e delle impostazioni pedagogiche negli anni successivi. 
L'esperienza da assistente in una clinica psichiatrica è importante per lo sviluppo del suo lavoro perché la porta a traferire le abilità e le conoscenza dall'ambito psichiatrico a quello pedagogico; nei confronti di bambini affetti da disabilità mentali e fisiche il suo non è uno sterile approccio assistenzialistico, bensì educativo: come educare la loro personalità attraverso interventi di tipo pedagogico.
All'idea tradizionale del bambino, Montessori accosta il concetto del bambino laborioso e per lui crea una scuola nuova, che rompe ogni ponte con l'asilo tradizionale quale luogo di custodia. Nasce così nel 1907 a Roma la prima Casa dei Bambini, costruita nel quartiere (tra i più poveri e svantaggiati della capitale) di San Lorenzo, in maniera che i piccoli ospiti potessero manifestare la loro personalità in modo spontaneo all'interno di un luogo pensato su misura per loro.
Il suo metodo comincia a dimostrarsi più efficace rispetto a quello classico, tradizionale, e riceve i primi importanti riconoscimenti dalla comunità scientifica all'estero, grazie anche alle numerose conferenze tenute in Europa e non solo.
Negli anni '20 comincia a entrare in contrasto col regime fascista, così si trasferisce in India e torna in Europa  solo dopo la fine della guerra. Muore a Noordwijk (Paesi Bassi) il 6 maggio 1952. 

Non voglio tediarvi con una lezione sul metodo montessoriano, mi basta ricordare con voi che lei è la prima ricercatrice a dare importanza ai primi sei anni di vita quali fondamentali per lo sviluppo dell'essere umano; non solo, la Montessori rivendicava la centralità dei bambini e dell'educazione nella creazione di una società migliore.

In occasione dei 150 anni dalla nascita di questa donna straordinaria, scienziata ed educatrice, la cui innovativa proposta pedagogica ha cambiato per sempre il mondo dell’educazione. e il cui metodo è stato sperimentato in tutto il mondo, vi propongo questi libri di recente pubblicazione: una graphic novel, un romanzo per ragazzi e una biografia.



I RAGAZZI MONTESSORI è un romanzo firmato da Teresa Porcella per la collana I Geniali, dedicato a questa donna straordinaria.

Gruppo Editoriale Raffaello
144 pp
Un giallo avventuroso alla scoperta del rivoluzionario metodo educativo di una delle donne più influenti del XX secolo. 

A Pilarcito c’è una Farm, una scuola-fattoria, dove governano i ragazzi. Michael, dodici anni, è costretto dalla madre a passare lì le sue vacanze, insieme alla sorellina Magda e alla loro gatta Molly. Si prospetta l’estate peggiore della sua vita se non fosse che, appena arrivato, Michael scopre un piano misterioso che minaccia
tutti gli abitanti della Farm e intuisce che la salvezza può arrivare da un videogioco nascosto in un garage segreto.
L’avventura ha inizio. Certo, incontrerà anche Lola, ma questa è un’altra storia...

Un romanzo ricco di colpi di scena, che nasconde nelle pieghe della narrazione i principi ispiratori del metodo Montessori, apprezzato e diffuso in tutto il mondo.



MARIA MONTESSORI. IL METODO IMPROPRIO di Alessio Surian, Diego Di Masi, Silvio Boselli è una biografia a fumetti che ripercorre le tappe fondamentali nello sviluppo delle pratiche educative montessoriane.
Ed. Becco Giallo
225 pp
Febbraio 2020


Quando nel 1909 Maria Montessori pubblica Il metodo della pedagogia scientifica, è già nota in Italia per essere stata una delle prime donne laureate in medicina e per le sue lotte femministe. 
Il volume, nell’educazione delle bambine e dei bambini, non privilegia lo stimolo, ma presta attenzione all’interesse e alla motivazione di chi apprende. 
L’entusiasmo con cui viene accolto porterà Maria Montessori a condividere il suo sguardo pedagogico intorno al mondo per seguire la nascita delle sue scuole e preparare una nuova generazione di insegnanti.




Il bambino è il maestro. Vita di Maria Montessori di Cristina De Stefano

Ed. Rizzoli
384 pp
Giugno 2020
Chi era davvero Maria Montessori? 
Al suo nome si lega il metodo che ha rivoluzionato la pedagogia, mettendo il bambino al centro del processo educativo e rispettando il suo io e i tempi con cui si costruisce. 
Una rivoluzione che poteva compiere soltanto una donna capace di decisioni controcorrente in ogni momento della sua esistenza. 
Cristina De Stefano, attraverso testimonianze dirette e carteggi inediti, ci mostra una Montessori sorprendente e poco conosciuta. 
Allieva in lotta contro l'istituzione scolastica, laureata in Medicina quando una donna all'università era una rarità, da giovane si divide tra la militanza femminista, il volontariato sociale e il lavoro in corsia. Poi un giorno, davanti ai bambini abbandonati in manicomio perché troppo difficili per la scuola, ha l'intuizione che il modo di guardare alla intelligenza dei piccoli vada ripensato dalle fondamenta. Il suo metodo pedagogico, applicato all'inizio in una piccola scuola nel quartiere più povero di Roma, fa in pochi anni il giro del mondo e la trasforma in una celebrità. 
Da allora Maria Montessori dedica tutta la sua vita alla missione di cambiare il mondo. Scienziata che illumina ogni cosa di una luce spirituale, grande sperimentatrice che crede nell'intuito, idealista eppure attenta a registrare il suo materiale con dei brevetti internazionali, idolatrata dai suoi seguaci e attaccata dai critici. 
Per alcuni è una profetessa di una nuova idea di umanità. Per altri un despota e un'opportunista in politica.
Maria Montessori è, come tutti i geni, un personaggio difficile. Ma nessuno potrà mai negare la sua forza di carattere, l'emancipazione assoluta per i suoi tempi, la capacità di visione quasi medianica. 

Nell'anno che commemora i centocinquant'anni della sua nascita, "Il bambino è il maestro" dimostra che la grandezza spesso nasce anche da profonde contraddizioni.

domenica 17 marzo 2019

Segnalazione Ferrari Editore: "DIO E IL CINEMA. Una vita maledetta tra cielo e terra" di Donato Placido, Antonio G. D’Errico



E' uscito a fine febbraio per Ferrari Editore il memoir Dio e il cinema. Una vita maledetta tra cielo e terra, un libro nato dal sodalizio umano e creativo tra Antonio G. D’Errico e Donato Placido.
La loro amicizia, che li ha visti firmare insieme molti progetti editoriali, ha dato vita a un profondo e sorprendente autoritratto di Donato Placido che, per la prima volta, racconta la sua parabola esistenziale.


DIO E IL CINEMA. Una vita maledetta tra cielo e terra
di Donato Placido, Antonio G. D’Errico 



Ferrari Editore
158 pp
16.50 euro
ISBN 9788899971748
L’attore e poeta Donato Placido (fratello del noto Michele) racconta la sua parabola esistenziale, fatta di celluloide, inchiostro e spiritualità, in un libro nato dal sodalizio creativo con l’amico scrittore Antonio G. D’Errico. 

Il racconto si dipana sulla scia di toccanti ricordi e riflessioni: dagli anni trascorsi in famiglia, in Puglia, a quelli della formazione attoriale a Milano, per arrivare all’incontro con il mondo del piccolo e grande schermo. 
E poi, il legame umano e artistico con il fratello Michele, con attori e registi come Tinto Brass, Marco Bellocchio, Riccardo Scamarcio, i retroscena inattesi sui set. 
E ancora, la passione per la poesia, le scelte anticonvenzionali, le contraddizioni apparentemente discordanti, i momenti bui, impressi nella memoria, trasformati in luci della coscienza. 
Gli eventi privati si compenetrano così con quelli pubblici, in un lucido amarcord, tra passato e presente, che a tratti ricorda un romanzo intimista, a tratti un pamphlet di denuncia contro le ingiustizie, a tratti, infine, Dio e il cinema si fanno rifugio taumaturgico di una vita maledetta tra cielo e terra. 

Il volume è accompagnato dai testi introduttivi di Michela Zanarella e Antonio Pascotto. In copertina Donato Placido (dx) sul set di Io, Caligola, di Tinto Brass, con Malcolm McDowell.

Gli Autori.
Donato Placido, attore, scrittore e drammaturgo. Fratello del noto Michele, ha lavorato in fiction televisive di successo come Il “fauno di marmo”, “L’ultimo padrino”, “Romanzo criminale”. Nel mondo del cinema ha recitato in diversi film, tra cui “Io, Caligola” di Tinto Brass, “L’ora di religione” di Marco Bellocchio, “Il mattino ha l'oro in bocca” di Francesco Patierno, “Tre giorni dopo” di Daniele Grassetti, “Ovunque sei” diretto dal fratello Michele. Ha scritto e interpretato raccolte di poesie, romanzi e testi per il teatro.

Antonio G. D’Errico, scrittore, poeta e sceneggiatore, nasce a Monteverde e vive a Milano. Autore di romanzi, come “Montalto. Fino all’ultimo respiro” (G. Laterza) e “Morte a Milano” (Macchione Editore), ha vinto, tra gli altri, il Premio Pavese per ben due volte. Nel 2011 lavora, con Eugenio Finardi, al libro “Spostare l’orizzonte. Come sopravvivere a quarant’anni di vita rock” (Rizzoli), seguito nel 2012 da “Segnali di distensione, incontri con Marco Pannella” (A nordest). Nel 2015 scrive “Je sto vicino a te”, biografia di Pino Daniele, scritta con Nello Daniele, fratello del cantautore partenopeo (Mondadori)
.

venerdì 15 giugno 2018

Flower-ed: le novità di giugno, tra appuntamenti letterari e anteprime



Lettori, con questo post desidero aggiornarvi sulle novità di giugno in casa flower-ed!

Per prima cosa, vi informo che le conversazioni letterarie - momenti preziosi per dialogare con curiosità e passione dei temi e delle scrittrici più amate - di questo mese sono dedicate alla brillante Jean Webster, autrice del celebre Papà Gambalunga
Sara Staffolani sarà presente per parlare di lei, delle sue opere, del suo impegno per i diritti delle donne, dell’insieme luminoso delle sue esperienze e risponderà alle vostre domande.

La redazione vi aspetta su Facebook domenica 17 giugno alle ore 15.


Proseguo con due anteprime.

La prima personalmente mi interessa perchè è una biografia su Emily Brontë, poetessa e scrittrice tra le mie preferite in assoluto,  la più libera e indomita delle sorelle. 
In occasione del Bicentenario della nascita di Emily Brontë, la C.E. ha realizzato, grazie alla penna e alla sensibilità di Sara Staffolani, una biografia dedicata a lei. Completa e aggiornata, ci permette di seguire ogni passo della sua vita, vedere quel che vedeva, sentire quel che sentiva, fra i ramoscelli di erica e gli amati animali, nelle stanze di casa e nella natura selvatica. 
Insomma un tributo, un ringraziamento, una rassicurazione: perché Emily, nella sua solitudine e nella sua introspezione creativa, ha raggiunto i cuori di tutti noi che continuiamo a leggere i suoi versi e le sue Cime tempestose, e che a distanza di duecento anni sentiamo ancora vicina come una cara amica.

È questo il tempo di sognare. Vita e opere di Emily Brontë di Sara Staffolani (flower-ed 2018, ebook e cartaceo), è in uscita il 25 giugno.



La seconda anteprima è un graditissimo ritorno: Sandro Consolato, che ha già pubblicato flower-ed il saggioDell’elmo di Scipio. Risorgimento, storia d’Italia e memoria di Roma (flower-ed 2012), in occasione dell’anno conclusivo del Centenario della Grande Guerra, offre ai lettori la raccolta di tutti i suoi scritti relativi al 1915-1918. Le sue due opere compongono insieme il quadro completo di tutta la storia italiana vista secondo l’ottica del “tradizionalismo romano”, corrente che si propone di far sentire come perennemente vivi e operanti gli archetipi spirituali italico-romani.
Quindici-Diciotto. Tra Storia e Metastoria di Sandro Consolato (flower-ed 2018, ebook e cartaceo è in uscita il 28 giugno.

sabato 5 novembre 2016

(anteprima libri) PROSSIMAMENTE IN LIBRERIA (novembre 2016)




Libri che ho adocchiato e che vorrei leggere (chiaramente si tratta di una parte infinitesimale dei libri in wishlist)!!
Sono tre generi decisamente diversi ^_^

Dalla biografia di un attore che mi piace molto e che, come tanti, ho "conosciuto" ed imparato ad apprezzare grazie alla serie Gomorra, a un libro dalla trama intrigante, a un romanzo storico che ci sta sempre bene.

Che ne pensate?



NON VOLEVO DIVENTARE UN BOSS.
di Salvatore Esposito


Ed. Rizzoli
18 euro
USCITA
10 NOVEMBRE 2016
Salvatore Esposito è diventato famoso con il volto di Genny Savastano nella serie tv Gomorra
Ma chi si nasconde dietro quegli sguardi gelidi e spietati? 
Forse qualcuno che ha conosciuto direttamente il contesto del degrado e della criminalità e che, magari anche per questo, si rivela così convincente nel ruolo? 
In questo libro Esposito ha deciso di raccontarsi perché trova che la sua storia personale abbia un che di particolare e possa ispirare un po' tutti, specialmente i giovani. Salvatore è un figlio della Napoli popolare: cresciuto senza vizi, ha dovuto presto cominciare a darsi da fare. 
Tuttavia, diversamente da tanti coetanei che nella speranza di guadagni facili si sono lasciati tentare dalla sirena pericolosa della Camorra, ha sempre creduto, come i suoi genitori, nello studio e nel lavoro. 
Ma in questa vita, onesta e normale, a un tratto ha fatto irruzione una passione incontenibile, assoluta: quella per la recitazione. 
All'epoca Salvatore, per mantenersi, lavorava da McDonald's: diventare un attore sembrava impossibile. 
Eppure, con determinazione, umiltà, spirito di sacrificio, ci è riuscito... "Non volevo diventare un boss" racchiude un messaggio importantissimo e positivo per i ragazzi: non cercate facili scorciatoie, ma inseguite le vostre passioni perché così i vostri sogni potranno diventare realtà. Allo stesso tempo, questo libro rappresenta un omaggio di Salvatore a Napoli, la sua città che gli ha dato tanto.


IL SEGRETO DI RIVERVIEW COLLEGE
di Susanne Goga


Ed. Giunti
320 pp
12.90 euro
USCITA:
16 NOVEMBRE 2016
Londra, 1900: dopo la morte prematura dei genitori, Matilda Gray ha promesso a se stessa di diventare una donna forte e indipendente, e finalmente ha realizzato il suo sogno: lavorare come insegnante di letteratura in un istituto femminile, il prestigioso Riverview College. Tra le sue allieve, spicca per bravura e determinazione la diciassettenne Laura Ancroft, che prima delle vacanze ha confessato a Matilda di essersi innamorata di lei.
Matilda è turbata all'idea di rivedere la sua alunna dopo le ferie, ma inaspettatamente Laura non si ripresenta a scuola e nemmeno Anne, la sua compagna di stanza, ha più avuto sue notizie. 
Matilda inizia a fare domande tra le compagne di Laura, ma la preside dell'istituto le intima di mettere tutto a tacere, finché, una mattina di ottobre, Matilda riceve una cartolina da Pompei e scopre sotto i francobolli uno strano messaggio cifrato, che la conduce nella stanza di Laura: lì, in una fessura nel parquet, trova un vecchio diario e un medaglione con uno strano simbolo. 
Chi è l'autrice di quel diario che data addirittura 1600? E cosa c'entra tutto questo con la scomparsa di Laura?



IL MARCHIO DELL'INQUISITORE
di Marcello Simoni


Ed. Einaudi
350 pp
16.50 ero
USCITA
15 NOVEMBRE 2016
Nella Roma del secolo di ferro, a pochi giorni dall'inizio del tredicesimo giubileo, la danza macabra incisa su un opuscolo di contenuto libertino sembra aver ispirato l'omicidio di un membro della Congregazione dell'Indice. 
Viene chiamato a investigare l'inquisitore foraneo Girolamo Svampa, nominato commissarius dagli alti seggi della curia capitolina. 
II movente del delitto nasce forse da intrighi politico-religiosi, forse da un complotto della Compagnia di Gesù o di oscuri agenti del Meridione spagnole, o forse affonda le radici nell'instabile rapporto tra la tradizionalista capitale della Chiesa e il Nord Europa progressista. Svampa segue la pista orientandosi tra una scia di libelli anonimi e gli avvistamenti di un uomo mascherato che si fa chiamare Capitan Spavento. 
Lo aiuteranno nell'indagine padre Francesco Capiferro, segretario della Congregazione dell'Indice con il vezzo dei loci memoriae, e il fedele Cagnolo Alfieri. 
en presto, tuttavia, salterà all'occhio che il segrete più grande si nasconde proprio nel passato travagliato dell'inquisitore.

mercoledì 27 luglio 2016

Recensione: "UMBERTO II. Il dramma segreto dell'ultimo Re" di Gigi Speroni



Cari amici e readers, il libro di cui desidero parlarvi oggi non è un romanzo, anche se a volte la vita fa dell'esistenza di certe persone qualcosa di ben più complesso di un romanzo; si tratta della biografia sull'ultimo re d'Italia, Umberto II di Savoia.


UMBERTO II. Il dramma segreto dell'ultimo Re
di Gigi Speroni

Ed. Rusconi
369 pp
1992
Bello, ricco, gentile, amato dalle donne: è l'idealizzata immagine che nel tempo si è creata attorno a Umberto di Savoia, il 'principino', l'ultimo re d'Italia".

La biografia riportata da Speroni si apre con la morte, già avvenuta, di Umberto II di Savoia.
Siamo quindi nel marzo 1983, il Re è nella bara, che sta per essere chiusa e sigillata, e ai suoi piedi, oltre ad esserci la terra delle regioni italiane - di quel Paese natio e amatissimo, al quale ha dovuto dire addio - c'è il sigillo che sancisce l'autorità regale esercitata da un sovrano.
Il re l'ha voluto portare con sè perchè nessun altro dopo di lui potesse servirsene.

La storia dell'ultimo sovrano d'Italia si arresta lì, nell'Abbazia di Altacomba (non lontano da Ginevra); la storia di un "gentiluomo molto sfortunato" (per citare Giulio Andreotti), che trascorse 37 anni della sua vita (poco meno della metà, visto che è morto a 78 anni) in esilio.

Umberto nasce a Racconigi il 15 settembre 1904, terzogenito del re Vittorio Emanuele III e di Elena del Montenegro.
Leggendo le dettagliate pagine di questo libro, ci viene dato modo non soltanto di fare un ripasso di Storia Contemporanea italiana dagli inizi del '900 all'immediato periodo successivo al secondo conflitto mondiale (fino ad allungarci, negli ultimi capitoli, al 1983, anno della morte del sovrano), ma soprattutto apprendiamo quella che è stata la vita di quest'uomo che, 

"passando attraverso due conflitti mondiali, una dittatura e la guerra civile assieme a tutti i personaggi che hanno fatto questo nostro secolo (...) ha recitato la sua parte".

il re Umberto II
e la regina Maria Josè
Leggiamo della sua nascita, di come essa sia stata accolta con un sospiro di sollievo dai genitori e dalla Nazione intera, visto che l'attesa di un erede al trono - dopo le due femminucce Jolanda e Mafalda - stava mettendo tutti un po' in ansia; leggiamo della sua adolescenza, i cui anni sono stati "segnati" da un'educazione molto rigida, militaresca, affidata ad un ammiraglio dalla mentalità prussiana.

Sin da giovanissimo, Umberto manifesta una personalità complessa, piena di contraddizioni: è introverso, apparentemente impassibile ma in realtà molto sensibile, afflitto da tormenti interiori e preda di stati d'animo altalenanti.

Il primo incontro con la ragazzina che diventerà sua moglie anni dopo - Maria Josè, figlia del re del Belgio - avviene nel febbraio 1918: lui ha 13 anni, lei 11; più diversi caratterialmente non potrebbero essere.
Tanto è riservato e serioso lui (almeno nelle "sedi ufficiali", perchè in realtà, in compagnia degli amici, è goliardico, ironico, divertente, forse anche troppo, visto che dopo le nottate all'insegna dei divertimenti, pare facesse penitenza...), quanto è ribelle e "selvaggia" lei; tanto lui ha ricevuto un'educazione rigidissima, da principino impettito e distaccato, quanto lei ne ha ricevuta una permissiva e molto più "libera".

Umberto e Maria Josè: due vite parallele ma diametralmente opposte, e in particolare dopo la caduta della Monarchia, questo desiderio/bisogno di vivere separati verrà fuori in modo netto e chiaro, quando cioè ormai l'etichetta, il formalismo, le apparenze, la necessità di mostrare al mondo la coppia/famiglia felice non ci sarà più, tant'è che lui si rifugerà in Portogallo e lei in Svizzera, dopo aver lasciato l'Italia..

Ciò che emerge circa il rapporto tra Umberto e la vita politica del Regno d'Italia, è che il principe non potè mai occuparsene fintanto che a governare c'era il Re suo padre; "I Savoia regnano uno alla volta" era il motto di Casa Savoia, per cui, se anche Umberto, nel corso del tempo e in momenti particolarmente critici, avesse mai avuto un'opinione nettamente diversa da quella paterna, una posizione politica o una proposta da fare che contraddicevano il padre, mai si sarebbe permesso di parlarne ad alta voce, di osare disubbidire a Sua Maestà.

Verso il padre, infatti, Umberto mantenne sempre un atteggiamento di assoluta sottomissione, di obbedienza non solo a Vittorio Emanuele in quanto genitore, ma anche in quanto Re.

Vero è che da questo ritratto non vediamo un uomo dal carattere particolarmente forte, volitivo, capace di tenere testa a personaggi come, uno su tutti, Benito Mussolini.

A dirla tutta, anche il padre, chiamato il "Re soldato", non mostrò grande carattere da guerriero quando avrebbe dovuto: nei difficili anni in cui il fascismo cominciava ad insinuarsi velenosamente nelle pieghe del nostro Paese e del Governo, infatti, ci stupisce e ci fa anche indignare un po' l'ostinatezza di questo Re che non ha voluto aprire gli occhi sul pericolo costituito da quell'uomo che per 21 anni governerà l'Italia insieme a lui, in una diarchia che non porterà che lacrime e sangue alla popolazione italiana.

Un re cieco e sordo, insomma, che - nascondendosi dietro la motivazione (o la scusa?) di non poter parteggiare per un'ideologia politica piuttosto che per un'altra, convinto che spettasse a Camera e Senato agire eventualmente contro Mussolini, perchè lui doveva mantenersi super partes - alla fine non trovò mai il coraggio di opporsi al fascismo in modo aperto e inequivocabile...

Che la Monarchia non simpatizzasse troppo con e per Mussolini e la sua ideologia, pare ormai un dato di fatto (o forse no? Immagino che su questo ci siano opinioni discordanti...), e l'antipatia era decisamente ricambiata dal duce che, se avesse potuto, si sarebbe volentieri liberato di quel re piccolo e debole che mal sopportava; per non parlare di quel principe che lui reputava insignificante e senza personalità.

Anche nei drammatici anni della seconda guerra mondiale, il re tardò ad intervenire contro Mussolini, convinto che qualora lo avesse fatto, il rischio sarebbe stata una guerra civile fratricida, che lui desiderava evitare al suo Paese.

E Umberto, cosa ne pensava? 
"Per me, l'Italia e basta!".

Umberto continuò a stare tra le fila dell'esercito e combattere per la Patria come un comune soldato, pur non essendolo: avrebbe dovuto, infatti, ragionare come erede al trono, preoccupandosi del futuro del proprio Paese e della Monarchia stessa, ma così non fu...

Quando le cose precipitarono, partendo dal 25 luglio e passando per l'8 settembre 1943, la decisione del sovrano di lasciare Roma (nel caos più totale) per poter continuare a governare il Paese senza rischiare di finire in mano ai tedeschi, segnò la fine del regno dei Savoia.

Forse se Vittorio Emanuele avesse abdicato prima o se Umberto avesse insistito per restare nella capitale (disobbedendo agli ordini paterni, cosa che mai si sognò di fare in vita sua), la storia sarebbe andata diversamente? Il futuro della Monarchia sarebbe comunque passato per il referendum del 2 giugno 1946, che vide gli italiani decidere tra essa e la Repubblica?


"Ripercorrere quei giorni vuol dire rileggere centinaia di memorie spesso viziate da tesi precostituite o dal tentativo di difendere i propri atti, ascoltare testimonianze a volte annebbiate da ricordi troppo lontani. Ma il tempo ci può anche aiutare perchè, come diceva Voltaire, "è un galantuomo e mette ogni cosa al suo posto". E se è vero che la Storia la fanno gli uomini e i fatti da loro determinati, possiamo tentare di avvicinarci alla verità semplicemente raccontando di quegli uomini e di quei fatti dopo aver cercato di sfrondare il vero dal falso con la maggiore ragionevolezza possibile". 

Ed è quello che ha provato a fare il giornalista Gigi Speroni (morto nel 2010) raccontandoci la vita dell'ultimo Re, ricordato come il "Re di Maggio" (regnò dal 9 maggio al 13 giugno 1946, anche se in pratica lo fece dal giugno 1944, quando cioè fu nominato Luogotenente, esercitando di fatto le prerogative del sovrano senza tuttavia possedere la dignità e il titolo di re, che restò al padre fino all'abdicazione), che ebbe... la sfortuna (?) di portare su di sè colpe non sue e ne pagò le conseguenze in modo drammatico e irreversibile.

Il ritratto che ne vien fuori è quello di un uomo che Re lo era per quel senso di dignità che non lo abbandonò mai, un uomo che Re lo era nel sangue, prima ancora che per educazione e per tradizione famigliare; fu molto amato ed ammirato dai più (dal popolo, quanto meno, poi i nemici ci sono sempre...) per il suo aspetto attraente ed elegante, il suo sorriso sereno, i suoi modi sempre galanti ed educati, tutte virtù morali che mantenne in ogni circostanza, anche quando la sorte cominciò ad essergli crudelmente avversa.
Lo fu anche in esilio, e dal Portogallo non smise mai di pensare alla sua amata Italia, con la speranza di tornarci (da vivo possibilmente, cosa che non si avverò).

"Gli italiani sono dei sentimentali. Io, qui, continuo e debbo continuare ad essere re."


"Non sono un sentimentale. Lo fossi non avrei sopportato 27 anni di esilio. Nessuno conosce l'Italia, angolo per angolo, quanto me. Nessuno immagina quanto io la rimpianga. C'è nella lingua portoghese una parola, saudade, che è qualcosa di più che rimpianto, qualche cosa di più che nostalgia.. E' intrisa di dolore."
Leggendo queste pagine, la figura dell'ultimo Re d'Italia mi ha fatto una certa tenerezza e il pensiero di lui morto in terra straniera, come un profugo senza patria, anzi cacciato da essa e costretto a non mettervi più piede, ha messo un po' di malinconia.
Ma sentimentalismi a parte... Potrei dirvi ancora altro, perchè ce n'è di materiale, ma concludo dicendo che la lettura di libri come questi - che in certi momenti sanno inevitabilmente un po' di lezione di Storia a motivo delle tante date e delle fonti citate e riportate - ci fa riflettere sulla nostra storia passata, neanche tanto lontana da noi, su cui è giusto che maturiamo conoscenze e pareri personali, fondati e sensati, e non semplicemente frutto di pregiudizi.

Ammetto di essermi accostata a questo libro con il "presentimento" che fosse "filomonarchico" e quindi poco obiettivo, ma mi son ricreduta strada facendo; dell'operato dei Sovrani non vengono affatto nascosti gli errori e  le responsabilità, senza con questo "sparare a zero" sugli stessi. Del resto, una delle considerazioni finali che ne ho tratte è che, se di errori (e di portata rilevante) sono stati fatti sicuramente dagli ultimi Savoia regnanti, è pur vero che sono stati tutti pagati, e a caro prezzo. 
E non solo dai protagonisti, ma anche dai discendenti, per decenni.

E' una lettura che consiglio chiaramente a chi ama la Storia e, in particolare, a chi nutre qualche curiosità su una delle dinastie reali più antiche d'Europa, che sicuramente riguarda molto da vicino il nostro Paese e quello che è oggi, nel bene e nel male. 

mercoledì 20 luglio 2016

In lettura ed epigrafe: UMBERTO II. Il dramma segreto dell'ultimo Re di Gigi Speroni


Tempo fa ho fatto un acquisto libresco da regalare; non si tratta di un romanzo quanto piuttosto di una biografia sull'ultimo re d'Italia, Umberto II di Savoia.


UMBERTO II. Il dramma segreto dell'ultimo Re
di Gigi Speroni

Ed. Rusconi
369 pp
1992
"Bello, ricco, gentile, amato dalle donne: è l'idealizzata immagine che nel tempo si è creata attorno a Umberto di Savoia, il 'principino', l'ultimo re d'Italia".

Gigi Speroni approfondisce la personalità di Umberto II sulla base di testimonianze e di un vasto materiale bibliografico.
Una biografia che corregge il ritratto del "Re di maggio" e lo restituisce alla verità storica. 
Umberto non fu una semplice "presenza decorativa" della Casa sabauda, ma un autentico protagonista della storia italiana. 
La fortuna non gli fu amica: destinato al trono, vide il crollo della Monarchia e, con l'esilio, subì una condanna in contrasto con la Carta dei diritti dell'uomo.
Superando antiche divisioni ormai inattuali, l'autore esamina con imparzialità la vicenda di un uomo tormentato dai drammi del suo Paese e dalle delusioni provocate dai figli, e che nascondeva in sè un grave segreto.
Speroni adombra la soluzione di un "mistero" che consente di capire i motivi di alcune decisioni di Umberto rimaste per troppo tempo senza risposte.



"Ma cosa sono i re
senza potere
se non un'ombra
in un chiaro
giorno di sole?

Christopher Marlowe (1564 - 1593)




ANCHE IL LIBRO CHE STATE LEGGENDO VOI 
HA UNA CITAZIONE INTRODUTTIVA O UNA BELLA DEDICA?

martedì 24 novembre 2015

Un libro per parlare di Anna Magnani: "ANNA MAGNANI. Biografia di una donna" di Matteo Persica (anteprima)



Cari amici, quest'oggi desidero segnalarvi l'uscita di un libro-biografia che ruota attorno ad una grandissima attrice italiana, Anna Magnani.
L'uscita della pubblicazione è prevista per gennaio 2016.



"ANNA MAGNANI. Biografia di una donna"
di Matteo Persica

clicca per essere indirizzato
alla pagina FB del libro

Editore: Odoya
Collana: Odoya library
18 euro
ISBN: 8862883056
ISBN-13: 9788862883054
Pagine: 288
Data di Pubblicazione: 
21 Gennaio 2016


Dalla storia della sua famiglia materna all’infanzia; 
dai primi passi sul palcoscenico alle prime esperienza significative; 
dal cinema al premio Oscar; 
dall’amore per i suoi uomini al rapporto con il figlio.

​In occasione del sessantesimo anniversario dalla vittoria del Premio Oscar, un libro inedito che rinnova la biografia di una donna simbolo del Novecento italiano, con nuovi documenti, 
nuove testimonianze e parti mai approfondite della sua vita e carriera.


martedì 25 agosto 2015

Da oggi in libreria la nuova uscita De Agostini Libri: BALOTELLI - LA VERA STORIA DI SUPER MARIO



Buongiorno e buon martedì, cari readers.
La segnalazione di oggi è sicuramente particolare, in quanto non destinata a qualunque lettore, bensì ad un pubblico molto giovane e appassionato di sport, calciatori in primis.

Quindi, se in famiglia avete fratelli-figli-amici-parenti adolescenti e amanti del calcio, questa biografia, incentrata sul controverso e dibattutissimo calciatore Mario Balotelli, potrebbe tornarvi utile come idea-regalo!

BALOTELLI
LA VERA STORIA DI SUPER MARIO
di Michael Part

De Agostini Libri
Pag. 192
Euro: 12,90
dal 25 agosto in libreria

LA PRIMA BIOGRAFIA SCRITTA E PENSATA PER I RAGAZZI

La vera storia di un campione.
La vera storia di Mario Balotelli.

Sinossi

Come si può essere così giovani e così famosi? 
Pochi sportivi hanno fatto parlare di sé come lui. 
Mario Balotelli ha solo venticinque anni, e sul suo conto è stato scritto tutto e il contrario di tutto. 
Centinaia di servizi televisivi, migliaia di articoli sui giornali, milioni di commenti degli appassionati di calcio di tutto il mondo. Di lui crediamo di sapere ogni cosa, ma non è vero. 
Chi era Mario prima di diventare quello che conosciamo? 
Che ne è stato del suo passato e della sua infanzia? La storia di un bambino nato in Ghana con una grave malattia congenita, emigrato in Sicilia e poi cresciuto in Italia, a Brescia, da una famiglia adottiva. 
La storia di un ragazzo sfuggito alla morte per arrivare a vestire, passo dopo passo, la maglia della nazionale italiana di calcio. Una storia straordinaria che ha ancora molto da raccontare. 
La vera storia di un campione: Super Mario Balotelli.

L’autore.
Michael Part è uno scrittore e sceneggiatore, autore di numerose biografie dedicate ai grandi calciatori del nostro tempo. Nato nel Wisconsin, ora risiede e lavora nel sud della California, dove vive assieme alla moglie, ai figli, quattro gatti e un pappagallo.

lunedì 4 maggio 2015

In arrivo: "Nuova identità. Il Segreto", di Michela Zanarella, biografia della cantautrice italiana Linda d



L'attesissimo romanzo di Michela Zanarella è finalmente arrivato!
L'autrice e pluripremiata poetessa romana ha pubblicato Nuova identità. Il Segreto, biografia della cantautrice italiana Linda d, con Twins Edizioni.

NUOVA IDENTITA'. IL SEGRETO
di Michela Zanarella


Ed. Twins Edizioni
100 pp
13.90 euro
Maggio 2015
Sinossi

Nuova identità. Il Segreto è un romanzo potente e intenso sulla vita della giovane cantautrice Linda d, in cui Michela Zanarella descrive con maestria le fragilità delle relazioni ed esplora con delicatezza i sentimenti umani e le ardue scelte che nascondono il segreto dell’esistenza. 
La storia di quell’istante in cui non importa più cosa è giusto o cosa è sbagliato. La storia di una giovane coraggiosa, di una ragazza speciale. La storia di abbandoni improvvisi e di un amore che non conosce né tempo né ostacoli. 
Perché a volte l’unica cosa che conta è lottare per quello che si ama veramente.

Nuova identità. Il Segreto sarà presto acquistabile su www.twins-store.it e i principali canali di vendita on line, disponibile in prenotazione presso i punti vendita Mondadori e Feltrinelli e in tutte le migliori librerie.


L'autrice.
Michela Zanarella nasce a Cittadella, Padova, nel 1980 e inizia a scrivere poesie nel 2004. Personalità di cultura si accorgono del suo talento naturale e ottiene immediatamente buoni risultati, convalidati da numerosissimi premi nazionali e internazionali. La sua poesia è tradotta in inglese, francese, spagnolo, arabo. La sua attività di scrittrice è completata dalle numerose manifestazioni, spettacoli e iniziative che realizza, anche per far conoscere giovani talenti poetici. In ambito letterario è considerata la nuova Alda Merini.

venerdì 17 aprile 2015

"C’era un italiano in Argentina…: un libro per conoscere l'architetto Vittorio Meano



Oggi la giornata sul blog inizia con la segnalazione di un libro storico-biografico, che  ricostruisce la vita di un personaggio dimenticato e affascinante vissuto a cavallo tra XIX e XX secolo: l'architetto piemontese Vittorio Meano, autore a Buenos Aires del Teatro Colón e del Palazzo del Congresso nonché a Montevideo del Palazzo legislativo.

C’era un italiano in Argentina…2
di Claudio Martino, Paolo Pedrini

Herver Edizioni
232 pp
 € 15

Potete visitare il sito  www.vittoriomeanobook.altervista.org  
per ottenere maggiori informazioni circa il libro.

Sinossi

Le accurate ricerche che Claudio Martino e Paolo Pedrini, nella loro attività di giornalisti, hanno svolto, hanno consentito di scrivere la storia di questo personaggio tanto dimenticato in Argentina quanto sconosciuto in Italia, vissuto a cavallo del XIX e XX secolo: grandioso artista dall'enorme talento e uomo fin qui avvolto dal mistero, a cominciare dallo "strano" assassinio avvenuto all'apice della carriera, sul quale facciamo luce a oltre cent'anni di distanza grazie a una serrata e difficile indagine.
Il libro ne ricostruisce la vita, dalla nascita a Gravere all'infanzia a Susa, dagli studi a Pinerolo alla giovinezza torinese, dal viaggio verso il Sudamerica alle vicende umane e professionali intessute nella capitale platense, per concludersi con l'omicidio e i retroscena.
Sono pagine sorprendenti, scritte in modo agile e coinvolgente, mai noiose seppur dense di particolari e di riferimenti precisi. Il testo, che in alcune parti riveste i caratteri dell'inchiesta e a tratti assume quasi i contorni del noir, oltre a narrare un'esistenza da romanzo e a sviscerare un enigma da film giallo parla altresì dell'emigrazione italiana, di Torino e Buenos Aires nella seconda metà dell'Ottocento e della cifra artistica dei lavori meaniani.
Il racconto biografico diventa affresco storico e si presta a ulteriori piani di lettura: l'analogia tra il malaffare pubblico-privato dell'epoca e quello attuale, gli insabbiamenti con i relativi depistaggi in auge allora come oggi, i segreti e delitti di Stato sempre pronti a irrompere per occultare o inquinare la verità. Un quadro d'insieme all'interno del quale Vittorio emerge con la sua figura intrigante e controversa di uomo potente che seppe ingraziarsi i vertici della politica, destreggiandosi con perizia fra gli interessi economici e la corruzione dilagante di una Nazione in crescita sfrenata.



venerdì 29 agosto 2014

Storie di sopravvissuti: L'ELIMINAZIONE di Rithy Panh



Il libro orientaleggiante di oggi è la scottante autobiografia dei terribili giorni vissuti da Rithy Panh, sopravvissuto al genocidio della popolazione cambogiana ad opera di Pol Pot.

L'ELIMINAZIONE
di Rithy Panh 


Ed. Feltrinelli
Trad. S. Ballestra
208 pp
16 euro
2014
Sinoss
Due uomini a confronto. Rithy Panh, regista scampato al genocidio dei Khmer rossi, e il boia Duch, pezzo grosso del regime di Pol Pot, capo del centro di tortura e sterminio S21. Partendo dal suo lavoro di documentarista impegnato a cercare la verità e conservare la memoria, Rithy Panh racconta questo incontro allo scrittore Christophe Bataille, coautore del libro.
Figlio di un funzionario del ministero dell’Educazione del vecchio regime, dunque “popolo nuovo” (da rieducare e perseguitare) secondo la sinistra denominazione della Kampuchea democratica, Rithy Panh ha vissuto la deportazione, la malattia, gli stenti.
Nel giro di pochi mesi ha visto morire di fame suo padre, i suoi nipotini, e poi, man mano, tutta la sua famiglia, sterminata silenziosamente insieme a milioni di altri cambogiani.
Il racconto della sua infanzia, della sua preadolescenza, è la materia di questo libro straordinario e prezioso per il valore di testimonianza, che lo pone al livello delle opere di Primo Levi e Claude Lanzmann, e per lo stile, ormai riconosciuto anche grazie ai premi ricevuti come cineasta a Cannes.

Stile asciutto ed emozionante, rigoroso come il suo manifesto poetico: “Grazie al cinema, la verità salta fuori: il montaggio sconfigge la menzogna”. Menzogna sempre in agguato fra negazionismi, complicità (è notizia di questi giorni la morte di Ieng Sary, in attesa di giudizio, quindi impunito), errori e imbarazzi dell’Occidente. L’eliminazioneè dunque un libro di storia, è un libro di formazione, è un libro di indagine sull’uomo torturatore e sull’uomo sopravvissuto, ed è anche un libro di “avventura”.
L’avventura di un ragazzino che ce la fa e che racconta, dolorosamente ma senza risparmiarsi: è nostro dovere ascoltarlo e imparare.

L'eliminazione
clicca e leggi
alcune pagine

L'autore.
Rithy Panh nasce nel 1964 a Phnom Penh, in Cambogia. Dal 1975 è prigioniero nei campi di riabilitazione dei khmer rossi. Nel 1979, appena quindicenne, rie­sce a fuggire in Thailandia. L’anno successivo si trasferisce a Parigi. Nel 1985 si iscrive all’Institut des hautes études cinématographiques (Idhec) e firma il suo primo documentario nel 1989, Site II. Da allora Rithy Panh non ha smesso di lavorare contro l’amnesia del suo paese mostrando la tragedia cambogiana e le sue conseguenze – tra il 1975 e il 1978 il regime di Pol Pot ha fatto più di due milioni di morti. Tra i suoi documentari si ricordano S21, La macchina di morte dei Khmer rossi (Feltrinelli “Real Cinema”, 2007) e The missing Picture, con il quale ha vinto il premio della sezione “Un Certain Regard” al festival di Cannes nel 2013. L’eliminazione (con Christophe Bataille; Feltrinelli, 2014) è stato pubblicato in Francia da Grasset e può essere considerato l’autobiografia di Rithy Panh. Il libro ha ottenuto in Francia il Gran Prix des Lectrices d’Elle, il Grand Prix Joseph Kessel, il Grand Prix sgdl de l’Essai, il Prix Essai France Télévision e il Prix Aujourd’hui, Prix “Livre et droits de l’Homme”. Attualmente è professore a La Femis di Parigi.
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