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domenica 9 febbraio 2025

BAMBINO di Marco Balzano [ RECENSIONE ]



Rabbia e solitudine: questi sentimenti riempiono il cuore del protagonista del presente romanzo - ambientato a Trieste tra la fine del primo conflitto al periodo immediatamente successivo al secondo - e lo accompagnano per tutta la sua esistenza, vissuta seguendo una scia di violenze e sopraffazioni dalla quale sarà difficile uscire illesi.


BAMBINO 
di Marco Balzano

Einaudi
224 pp
Mattia Gregori nasce a Trieste nel 1900, figlio dell'orologiaio Nanni e di sua moglie Tella; ha un fratello maggiore, Adriano, che, quando diventa adulto, parte per l'America in cerca di fortuna.

All'età di diciotto anni, il giovane fa una scoperta che lo lascia di sasso, lo ferisce e apre in lui, nella sua anima, una lacerazione talmente profonda da segnarlo per tutta la vita: la donna
che l'ha cresciuto e che lui ha sempre chiamato mamma non è la stessa che l'ha partorito

Chi è mia madre?

La domanda risuonerà per tutta la vita nelle orecchie e nella testa di Mattia, guidando e condizionando le sue decisioni più importanti perché innesca in lui, sin dal primo momento, un trauma che si traduce in una rabbia violenta e in un'amara solitudine che non smetterà mai di divorarlo dentro.

Ribelle e testardo già di suo, Mattia prende delle decisioni discutibili già da ragazzo, maturando in poco tempo un atteggiamento oppositivo e diffidente verso il mondo in generale e finanche verso il padre, che il lettore imparerà a conoscere come un uomo paziente, gentile, saggio.

Mattia Gregori è sostanzialmente una persona sola e tale sarà sempre, perché la sua solitudine è qualcosa che gli sta appiccicata addosso e che è parte di lui come può esserlo un neo, una voglia sulla pelle, una tratto somatico.

Quando entra tra le file degli squadristi fascisti è come se trovasse il suo habitat naturale, il "luogo" in cui lasciar esplodere la sua personalità ferina, aggressiva, capace di atti feroci, spietati e incapace di manifestare pietà.

Bambino viene soprannominato, a motivo dei suoi tratti fanciulleschi, delicati, che gli conferiranno quell'aria giovanile, acerba, inesperta anche quando sarà un uomo maturo.
Ma di acerbo e inesperto sembra non esserci nulla in lui, che è un ragazzo intelligente e svelto, scaltro, determinato, che ben presto verrà apprezzato dagli squadristi per la sua "cattiveria", il suo agire senza battere ciglio, con quella freddezza necessaria a chi sa di dover compiere azioni brutali senza lasciar spazio alla compassione.
E Mattia è purtroppo a suo agio nell'ostentare una ferocia da boia, in particolare nei confronti degli slavi, considerati degli stranieri che non hanno alcun diritto da vantare sul suolo italiano. Trieste va ripulita dalla presenza slava e con la sua camicia nera egli batte palmo a palmo le terre contese per scacciare questi usurpatori.

Ma non è tanto l'adesione convinta all'ideologia fascista a muoverlo, quanto la speranza di ritrovare quella madre senza nome né volto, da cui molto probabilmente egli ha preso quel suo viso avvenente e tanto delicato. 

Era italiana o slovena, colei che l'ha messo al mondo? Perché suo padre si rifiuta di dirgli il suo nome, di spiegargli chi sia la donna con cui l'ha concepito?

La ricerca ossessiva di una donna mai conosciuta diventa il senso e il fine di tutto, persuadendolo che chissà, aggregandosi alle camicie nere e andando nelle case degli sloveni, forse qualche notizia su di lei riuscirà ad ottenerla.

In questo modo - facendo parte di un branco, che fa della violenza bruta la sua forza e il suo modus operandi - Bambino cerca di placare la propria inquietudine, di sentirsi meno solo, meno fragile.

Eppure suo padre è agli antipodi di ogni forma di prepotenza e sopraffazione, e cerca in ogni modo di distogliere il figlio da quella follia che è il fascismo, ma inutilmente.
Pur volendogli bene, Mattia non può perdonargli l'ostinato silenzio dietro cui il vecchio orologiaio si trincera per non rivelare l'identità della madre biologia di quel figliolo che gli sta regalando solo pene e preoccupazioni. 

Seguiamo, di capitolo in capitolo, in un susseguirsi veloce e fluente di avvenimenti drammatici, di rapine e assalti, l'esistenza di questo protagonista che, credo, facilmente resta impresso nella mente del lettore, anche una volta chiuso il libro, in quanto Mattia è l'antieroe,  protagonista e antagonista insieme, è il "cattivo della situazione", ma l'autore è talmente bravo a catapultarci nella sua vita, a farci scivolare accanto a quest'uomo dalla personalità complessa, imprevedibile, ricca di tante sfaccettature, che si fa fatica a detestarlo nonostante compia, sotto i nostri occhi, tante, troppe azioni turpi, infami, deplorevoli.

Lo scoppio della seconda guerra mondiale, i nazisti in città, l'occupazione jugoslava di Trieste, le foibe: fatti storici che conosciamo bene e che vengono raccontati tutti d'un fiato, attraverso i quali vediamo Mattia crescere negli anni, passare dall'essere un ragazzo furioso e sciagurato ad un adulto che si ritroverà, a volte anche suo malgrado, al centro di spirali di atrocità, sangue e morte, venendone risucchiato, pagandone in prima persona amare conseguenze, anche quando egli stesso si sforzerà di destarsi da quel torpore che gli ha obnubilato la ragione, il senso della pietà, dell'amore, e proverà a cambiare rotta.

Le sue scelte inevitabilmente metteranno in pericolo la vita sua e di suo padre diverse volte, ma Mattia affronterà ogni problema con quel coraggio quasi folle e avventato che è parte di lui e che lo aiuta a tenere sotto controllo ogni paura e a rispondere con risolutezza, con la testardaggine di chi fa di tutto per non soccombere, per restare sempre in piedi.
  
Il quadro che emerge di Mattia, vi dicevo più su, è molto complesso e pensare di ridurre tutto a giudizi limitati circa la sua condotta e la sua "anima" ("è un uomo cattivo, un essere spregevole, un fascista senza cuore") viene sì spontaneo ma non renderebbe l'idea di chi sia davvero Mattia Gregori, e quale varietà di sentimenti e pensieri attraversino furiosamente la sua mente e il suo cuore.

Non starò qui a dirvi che, in fondo in fondo, Mattia non è un cattivo, che è solo un ragazzo vissuto in un periodo storico complicato e che si è "trovato" inconsapevolmente al fianco dei fascisti; egli sicuramente è padrone delle proprie decisioni, della direzione data alla propria vita, ed è assolutamente in grado di discernere il bene dal male, di comprendere quanto deprecabili siano i propri crimini.

«Ho ucciso e fatto uccidere. Ho sempre cercato di stare dalla parte del più forte e mi sono sempre ritrovato dalla parte sbagliata»

Però va detto: Mattia non è un individuo amorale, non è ovviamente un essere privo di sensibilità, incapace di provare sensi colpa o rimorso; tutt'altro, egli ne prova e, nel corso delle tragiche vicissitudini in cui sarà coinvolto, ci sarà sempre in lui un angolino di ragionevolezza e di cuore in cui ritroverà quell'umanità che gli appartiene (come appartiene ad ogni uomo, anche al "peggiore") e che lo spingerà a riflettere su sé stesso, sui propri sbagli, e a desiderare di riparare gli ingranaggi della propria anima e della propria vita, come suo padre ha passato la propria ad aggiustare vecchi orologi.

Arriverà mai per Mattia Gregori, "Bambino", il bisogno, il desiderio di redimersi, di cambiare vita, di smetterla con sangue, tradimenti, manganellate, caccia allo sloveno o all'ebreo, per provare a far posto al desiderio di una famiglia, di dare e ricevere amore, di vivere in pace con gli altri e, prima ancora, con sé stesso?

Bambino è un romanzo storico appassionante, intenso, dal ritmo incalzante, interessante e accurato nella ricostruzione storica e sociale del periodo di riferimento e dei luoghi in cui le vicende sono collocate.
Mi è piaciuto moltissimo il modo in cui ho imparato a conoscere il protagonista: attraverso i suoi comportamenti, le scelte fatte consapevolmente, il suo riconoscere il male che lo divora dall'interno e attento, nonostante tutto, a non spegnere mai del tutto quel lumicino di umanità che continua a brillare in un angolino del suo cuore, anche quando verrà avvolto dalle tenebre più fitte della disperazione, della solitudine, del dolore.

Molto bello, lo consiglio!


domenica 2 febbraio 2025

LIBRI LETTI A GENNAIO 2025



Buon pomeriggio, cari lettori!

Eccomi con il recap del primo mese dell'anno.


LETTURE DI GENNAIO


  1. L'ISOLA DEGLI ALBERI SCOMPARSI di E. Shafak: romanzo di formazione in cui un'adolescente cresciuta a Londra apprende il passato dei propri genitori, legato indissolubilmente alla loro terra d'origine, Cipro, e ai conflitti che l'hanno dilaniata negli anni Settanta (4,5/5). SE CERCHI UN ROMANZO INTENSO, PROFONDO E STIMOLANTE.
  2. TUTTI GLI INDIRIZZI PERDUTI di L. Imai Messina: romanzo
    pinterest

    ambientato in un'isola del Giappone che ci ricorda il potere curativo della scrittura (4/5). DELICATO E POETICO.
  3. LETTERE AL DI LÀ DEL MURO di S.Apuzzo – S. Baldini – B. Archetti: le testimonianze scritte, sotto forma di lettera, di cosa voglia dire nascere e crescere nei campi profughi palestinesi (4/5).  PER CHI VUOL "VEDERE" OLTRE I MURI DEI PREGIUDIZI.
  4. LA VILLA DELLE STOFFE di A. Jacobs: primo volume della saga storica famigliare con al centro una famiglia tedesca imprenditrice. Amori e segreti nella Germania del primo ventennio del Novecento (4/5). PER CHI HA VOGLIA DI AFFEZIONARSI A UNA FAMIGLIA VIVACE.
  5. STORIA DEL NUOVO COGNOME di E. Ferrante: secondo volume de L'amica geniale. Prosegue l'amicizia tra Lenù e Lila, tra alti e bassi, tra gratificazioni e delusioni (5/5). PER CHI NON PUÒ FARE A MENO DI STARE AL RIONE CON LE DUE AMICHE.
  6. MICIO CUPIDO di I. Carioti: romance contemporaneo con un pizzico di fantasy. Un gatto scorbutico contribuisce a far innamorare un cantante caduto nel dimenticatoio e una veterinaria sfortunata in amore (3/5). PER CHI DESIDERA UNA STORIA D'AMORE RACCONTATA CON IRONIA.
  7. OSSESSIONI di G. Dondi: romanzo storico incentrato sul rapporto tra Giuda Iscariota e il Maestro (3.5/5), secondo una prospettiva diversa dal solito. ADATTO A CHI PRIVILEGIA LA NARRATIVA STORICA.
  8. NON AVRAI ALTRA DONNA ALL'INFUORI DI ME di A. Chirico: giallo storico giudiziario che riporta fatti di cronaca ispirati a vicende realmente accadute in Puglia negli anni Venti del secolo scorso (3.5/5). PER GLI AMANTI DEL GENERE.
  9. CZESLAWA di M. Costa: l'ultima settimana di vita di una 14enne polacca, uccisa ad Auschwitz (4/5). PER NON DIMENTICARE.
  10. STORIA DI CHI FUGGE E DI CHI RESTA di E. Ferrante: terzo volume de L'amica geniale. Mentre Lila cerca e trova una propria stabilità nel Rione, Lenù fa i conti con la propria infelicità famigliare (4.5/5). 


READING CHALLENGE

Per la RC di quest'anno, lo schema ripercorre la sfida letteraria del 2024: alle categorie fisse - cui si può attingere durante tutto l'anno e più di una volta - si aggiungono di volta in volta gli obiettivi specifici di ogni mese; a gennaio gli obiettivi sono i seguenti:

- Un romanzo che parli di incidenti sul lavoro;
- Un libro finalista/vincitore di un premio letterario internazionale (Nobel, Book Prize, Strega europeo, National Book Award, Goncourt);
- un romanzo che tratti di una storia di vendetta o tradimento;
- "Cose da salvare in caso di incendio" di Haley Tanner.


Io ho scelto il secondo obiettivo con 
11. PRIMO SANGUE di A. Nothomb: biografia del diplomatico belga Patrick Nothomb, padre di Amèlie. Vincitore del Premio Strega europeo 2022 (4/5). SE CERCHI IL RITRATTO BREVE, VIVACE E PIACEVOLE DI UN PERSONAGGIO REALMENTE ESISTITO.



SERIE TV


L'ho iniziata e devo finire di vederla: IL CONTE DI MONTECRISTO su Rai Uno, che mi sta piacendo, anche se confesso che, avendo letto il romanzo diversi anni or sono, molti dettagli mi sfuggono.

SAVE ME: serie tv coreana, ho guardato la prima stagione su Prime e mi ha presa moltissimo. 
Detta in poche frasi: una ragazza di sedici anni si trasferisce da Seul in una cittadina con la propria famiglia; a scuola suo fratello subisce atti gravi di bullismo e da questi episodi si scatena una serie di fatti drammatici sempre più inquietanti la tensione crescerà a ogni puntata.
Questa povera famiglia - segnata e sconvolta da una tragedia che la colpirà - finirà nelle mani di una setta pseudo-cristiana (???) guidata da un santone che definire folle è un complimento. Quattro ragazzi cercheranno di salvare la fanciulla dalle grinfie della setta.

Ho visto anche la seconda stagione di SQUID GAME e pure questa mi ha convinta; l'ho praticamente divorata e aspetterò il seguito con molta curiosità.

Spero di riuscire a parlarvi di queste due serie coreane in un post a esse dedicato.

venerdì 10 gennaio 2025

PRIMO SANGUE di Amèlie Nothomb [ mini-RECENSIONE ]

 

In questa breve e interessante biografia, la scrittrice belga racconta l'infanzia e la giovinezza di suo padre, il diplomatico Patrick Nothomb.



PRIMO SANGUE
di Amèlie Nothomb

Voland Ed.
trad. F. Di Lella
128 pp
Il nostro primo incontro con il  protagonista è decisamente drammatico per lui: ha 28 anni ed è davanti a un plotone d'esecuzione pronto a sparargli, scena che viene ripresa nelle ultime pagine del libro.

Tra i due momenti c'è una giovane esistenza che ci viene raccontata con eleganza, brio, simpatia, e così conosciamo il piccolo Patrick Nothomb, rampollo di una delle più influenti famiglie del Belgio. 

Conosciamo sua madre, rimasta troppo presto vedova, una figura tanto eterea e bellissima quanto distante affettivamente dall'unico figlio, che soffrirà sempre sia per la mancanza di un padre che per l'amore distaccato della mamma.

Fortunatamente ha accanto i nonnini materni, affettuosi e premurosi, e crescendo conoscerà anche il nonno paterno - severo poeta, orgoglioso del proprio nobile casato - e i numerosi figli di lui, alcuni dei quali coetanei dello stesso Patrick.

Immerso in una realtà famigliare a dir poco bizzarra, il piccolo Patrick si impegna giorno dopo giorno a diventare un giovanotto con carattere e con le idee chiare.

È un libro di poco più di 100 pagine ma vi assicuro che è piacevolissimo in quanto il ritratto che Amèlie ci dà della propria storia familiare sa intenerire e divertire.

In quanto figlia, la scrittrice ci parla di Patrick in modo vivido e dettagliato, dandoci l'opportunità di conoscere aneddoti curiosi e aspetti interessanti della personalità del diplomatico belga, il cui primo incarico l'ha visto impegnato in Congo, tra non poche difficoltà.

Non avevo mai letto nulla di questa scrittrice, di cui ho apprezzato molto la penna elegante e ricca di sfumature e di cui ho intenzione di leggere altro.


mercoledì 4 dicembre 2024

LIBRI LETTI A NOVEMBRE 2024

 


Buongiorno!!

No, ma dico...: ci rendiamo conto che il 2024 sta per terminare?! 

E questo è, infatti, il penultimo recap dell'anno in corso o.O

Tra un po' mi toccherà stilare la mia top ten *__*

Ma per adesso, ricapitolo le letture di novembre.

1. OLIVE, ANCORA LEI di E. Strout: narrativa americana - secondo libro dedicato al personaggio femminile di Olive Kitteridge. Un romanzo composto da più storie, che sfiorano/incrociano la protagonista (3/5). PER CHI CONOSCE GIÀ OLIVE E/O AMA LE STORIE DI PROVINCIA.
2. L'ULTIMA NOTTE DI WILLIE JONES di E. H. Winthrop: narrativa americana a tema razzismo, pena di morte. Come trascorre le sue ultime 24 ore di vita un detenuto destinato alla sedia elettrica? Difetto: un po' caotico, troppi punti di vista (4/5) PER CHI CERCA UN ROMANZO SU TEMATICHE ATTUALI.
3. LO SCIAMANO di S. Esposito: thriller a sfondo esoterico, esordio nella narrativa dell'attore che dà il volto a Genny Savastano. Mi ha sorpresa piacevolmente (4.5/5). SE VUOI UN THRILLER CHE ATTINGA ALL'OCCULTO.
4. LA DONNA NEL POZZO di P. Pulixi: giallo - un improbabile duo, composto da uno scrittore demotivato e un ghostwriter squattrinato, risolve un caso di suicidio collegato a un omicidio misterioso avvenuto molti anni prima. (4/5). SE VUOI UN GIALLO SCORREVOLE E GODIBILE.
5. LE RAGAZZE DELLA GRANDE GUERRA di F. Lightfoot: romanzo sentimentale a sfondo storico, ambientato durante e dopo il primo conflitto mondiale. Parte bene ma poi si perde in trame banalotte (2.5/5). NON LO CONSIGLIO...


READING CHALLENGE

Obiettivo scelto: un libro che racconti una storia d'amore.

6. AQUA E TERA di D. Franceschini: narrativa storica - la storia d'amore, narrata con delicatezza, tra due donne in una terra divisa tra socialismo e fascismo (4/5). ROMANZO CON UN SFONDO STORICO ACCURATO.



Ahimè, sul fronte serie tv, ho guardato solo la quarta stagione de L'amica geniale, che mi sta piacendo.

lunedì 11 novembre 2024

AQUA E TERA di Dario Franceschini [ RECENSIONE ]

 

Negli anni tra il primo e il secondo conflitto mondiale, tra fermenti politici e sociali, che vedono contrapposti socialismo e fascismo, nasce un amore tanto genuino e profondo quanto proibito e ostacolato.


AQUA E TERA
di Dario Franceschini


La Nave di Teseo
160 pp
17€

Callegari e Barilari: due famiglie appartenenti a ceti differenti e che, soprattutto, hanno sposato ideologie sociali e politiche opposte.

Socialisti i primi, fascisti i secondi.

Due famiglie che, similmente ai celebri Montecchi e Capuleti, faranno di tutto per ostacolare l'amore proibito e fonte di infamia 
tra le loro figlie, Lucia Callegari e Tina Barilari. 

Siamo nel ferrarese, negli anni successivi alla fine del primo conflitto mondiale, e nelle campagne ferraresi i braccianti, da sempre sfruttati da decenni nei lavori di bonifica delle valli infestate dalla malaria, cominciano a ribellarsi. 

Anche perché operai e contadini erano andati in guerra con la speranza che venissero date loro le terre ma la promessa fu disattesa e andò ad alimentare la rabbia dei tanti lavoratori che si spaccavano la schiena ogni giorno per ritrovarsi sempre poveri e schiavi dei padroni.

In un clima ricco di agitazione e tensioni politiche, i Callegari - famiglia di scariolanti e lavandaie -  sono tra coloro che non si limitano a far da spettatori agli eventi storici: gli uomini sono socialisti attivi e combattivi, le donne - come Ginisca, nonna di Lucia - sono forse ancora più guerriere dei maschi, parlano anch'esse di sfruttamento e padroni, aderiscono alle leghe femminili, si incoraggiano a studiare, a leggere, "per non rimpicciolire il cervello e il cuore".


“Aqua e tera. Questo abbiamo noi nelle vene, dicevano i nonni Callegari a Lucia. E tu hai lo stesso sangue, figlia mia.”


In questo universo fatto di miseria e idealismo, di acqua e terra, la provincia di Ferrara del dopoguerra si trova sotto il dominio incontrastato delle leghe rosse per poi essere travolta dalla nascita e dalla diffusione dello squadrismo delle camicie nere: odio e violenza imperano ed è in questo fermento che Lucia cresce, allevata da nonna Ginisca, rivoluzionaria nel cuore e nella mente, che le insegna come le donne non abbiano bisogno del principe per salvarsi, ma esse stesse sono in grado di uccidere il drago; la donna porta con sé la nipotina alle riunioni della lega femminile e le fa addirittura trascrivere i verbali di quelle assemblee. 

Quando, per ragioni di sicurezza (legate all'attività politica del padre, Milvano Callegari), Lucia viene mandata a Ferrara, presso la casa dell'avvocato Fortini (che difende i socialisti) in qualità di domestica della moglie, che è incinta, conosce la coetanea Tina Barilari, appassionata di fotografie e cineprese, e tra le due nasce un sentimento d'amicizia che, ben presto, si apre all'amore.

Le due ragazze si innamorano l'una dell'altra e per diverso tempo vivono questa relazione in segreto, ritagliandosi - di nascosto da occhi indiscreti - momenti preziosi di dolcezza e tenerezza, azzardandosi a sognare un futuro insieme.

Se già il rapporto d'amicizia tra le due viene disapprovato in quanto il padre di Tina è un agrario fascista, figuriamoci la loro relazione amorosa, considerata - tanto da una parte quanto dall'altra - una vergogna, un'onta, uno scandalo.

Cosa ne sarà del loro amore proibito, mentre attorno ad esse infuriano le violenze e il terrore?

Il romanzo di Dario Franceschini ci regala una storia d’amore tenera, forte e osteggiata in quanto omosessuale (le donne lesbiche vengono chiamate con disprezzo "invertite" dalla gente attorno a loro), e la colloca nella terra di Balbo, Matteotti e don Minzoni, in un periodo storico ricco di tensioni sociali e politiche; mi è piaciuta la penna dell'ex-ministro, che ha piena contezza del contesto, degli avvenimenti e dei personaggi storici citati, cosa che gli ha permesso di creare una cornice storicamente accurata, realistica, in cui finzione e realtà si mescolano in modo credibile e appassionante, dando vita ad una storia popolata da uomini e donne le cui vicende personali e famigliari sono quelle dei nonni e bisnonni di tanti lettori; in particolare, ovviamente, ci si sofferma sulla zona del ferrarese, in cui è nato e cresciuto l'autore.

Ho apprezzato molto le figure femminili, da Ginisca a Tina, da Lucia a sua figlia: donne combattenti, dallo spirito libero e indipendente, che non si sottomettono docili a una mentalità che le vuole semplicemente e per forza mogli, madri, figlie devote e silenziose ma, anzi, esse vogliono porsi accanto ai propri uomini per combattere per una società più giusta ed egualitaria, in cui finalmente nessun uomo debba sentirsi "...autorizzato a imporre limitazioni all’altro, allo stesso modo che una classe non può imporle ad un’altra".

In conclusione, è stata una piacevole sorpresa; è un libro che si legge con molta scorrevolezza, interessante per il periodo di riferimento, ricco di avvenimenti importanti per la storia del nostro Paese, in cui si muovono personaggi ben tratteggiati e con al centro una storia d'amore delicata e commovente.

Consigliato.





giovedì 31 ottobre 2024

LE MIE LETTURE DI OTTOBRE 2024

 

Buon pomeriggio, lettori!

Oggi termina il mese di ottobre ed eccomi con il mio recap.


  1. IL TEMPO DELLA CLEMENZA di J. Grisham: legal thriller con Jake
    Brigance a difesa di un 16enne che rischia la pena capitale. Appassionante (4/5). SE AMI GRISHAM E I TRIBUNALI.
  2. LETTERE GIALLE di M. Meza: young adult con risvolti suspense (4/5). Lei viene rapita, lui fa di tutto per trovarla. SE CERCHI UN ROMANZO COINVOLGENTE E SCORREVOLE.
  3. BAMBINI LUPO di V. Buck: thriller ambientato in Germania, nei boschi. Inizio lento, si riprende via via (3/5). SE HAI VOGLIA DI UN THRILLER, questo non è male.
  4. GREENLIGHTS. L'arte di correre in discesa di M- McConaughey: autobiografia dell'attore; scorrevole, interessanti gli aneddoti famigliari e professionali. Simpatico lui. SE AMI McCONAUGHEY E, IN GENERALE, LE (AUTO)BIOGRAFIE.
  5. LA RAGAZZA CHE RUBAVA LE STELLE di B. Barry: narrativa statunitense - siamo a Salem, città di streghe, pirati e naviganti. La protagonista sta cercando di fare ordine nella propria vita (3.5/5). Carino, dai. SE VUOI UNA LETTURA CHE AFFRONTI PROBLEMI FAMIGLIARI E MENTALI.



READING CHALLENGE.

Ho scelto l'obiettivo: AUTRICE ITALIANA DEL NOVECENTO.

6.NINFA DORMIENTE di I. Tuti: giallo italiano - il secondo caso di Teresa Battaglia la conduce in Val Resia, sulle tracce della verità celata dietro un misterioso quadro risalente al 1945 (5/5). Bello per stile, contenuti, personaggi, ambientazione. SE HAI COMINCIATO A SEGUIRE TERESA..., CONTINUA!.


****

Nel mese di ottobre, motivata dalla lettura di Greenlights, ho iniziato a guardare la serie TRUE DETECTIVE: nella prima stagione siamo in Louisiana e Matthew McConaughey è un detective (Rustin Spencer "Rust" Cohle,) burbero, pessimista e tendente a fare discorsi filosofici nichilisti, intelligente e intuitivo ma poco amato da colleghi e superiori, che lo reputano un piantagrane arrogante, scorbutico e asociale. Assieme al collega Marty Hart, sta dando la caccia a un serial killer, i cui efferati assassinii (vittime: giovani donne) sembrano legati a riti pseudoreligiosi. 
Bella, mi sta piacendo e proseguo con interesse.

Ho incominciato anche Ninfa dormiente su Rai Uno ma ammetto di non esserne coinvolta...: la trovo lenta nel ritmo e un po' mi spiace che la trama si discosti dal libro per delle dinamiche che per me non sono irrilevanti; mi rendo conto che la struttura narrativa del thriller è complessa e molto articolata, ma non mi sta entusiasmando il modo in cui è stata resa in tv...

In vista della quarta ed ultima stagione de L'amica geniale, mi sto rinfrescando la memoria riguardando le puntate della terza e, nonostante sia un "ripasso", le sto guardando con lo stesso interesse della prima volta.

martedì 22 ottobre 2024

NINFA DORMIENTE di Ilaria Tuti [ RECENSIONE ]

 

Il nuovo caso, che vede impegnata il commissario Teresa Battaglia, parte con il ritrovamento di un quadro davvero particolare ed inquietante, in quanto dipinto col sangue; siamo in Val Resia, una zona in cui vive un popolo dalle antiche origini, e per risolvere il mistero legato alla donna ritratta nel quadro, bisognerà scavare in vicende accadute durante la seconda guerra mondiale.


NINFA DORMIENTE
di Ilaria Tuti



Tea Ed.
478 pp



Quando Teresa e l'ispettore Massimo Marini vengono chiamati per visionare un quadro risalente al 1945 e attribuito al pittore Alessio Andrian, non hanno la minima idea del ginepraio in cui stanno per infilarsi.

Teresa è perplessa: perché dovrebbe interessarle indagare su un quadro? Vi è forse un morto, un omicidio collegato ad esso?

Effettivamente del sangue è stato versato e molto probabilmente è stato anche lo strumento scelto dall'artista per realizzare il ritratto di una donna, tanto bella quanto ovviamente misteriosa: chi è? il sangue è quindi suo? E dov'è il corpo? Se è stata uccisa (e il quadro fa pensare che sia così), chi è il colpevole e qual è il movente?

L'artista è un uomo ormai anziano che è stato partigiano durante la guerra e che fu ritrovato, in quegli anni, in una zona del Friuli, in condizioni terribili, con il quadro (denominato "Ninfa dormiente") stretto al petto e in uno stato di muta follia.
L'uomo, anche dopo essere tornato a casa, tra i suoi famigliari, non ha mai più parlato, non è più tornato in sé e da ormai oltre settant'anni vegeta su una sedia, senza muoversi né parlare; non fa che stare davanti alla finestra a fissare, con sguardo vuoto, i boschi.
Quei boschi in cui evidentemente sono sepolti i suoi segreti, il suo dolore, i suoi silenzi.
Forse anche il suo amore, forse quel corpo cui appartiene il volto bellissimo e giovane della Ninfa dormiente.

Quale storia di sangue si cela dietro il muro di doloroso silenzio dietro cui si è barricato il pittore?
Forse l'uomo è annientato dal senso di colpa per aver ucciso lui stesso il suo amore? O ci sono altre spiegazioni dietro quel quadro?

"Quel disegno era l'eredità di un enigma, un richiamo dal passato a non tradire la memoria. La Ninfa dormiente era la chiave per risolvere il mistero."

Cominciando a cercare le prime urgenti risposte, Teresa finisce per raggiungere una zona tanto affascinante quanto chiusa e, per certi versi, difficile da penetrare: la Val Resia in cui tutto ha avuto inizio e luogo, decenni prima.

Fa così la conoscenza di un gruppo di resiani, uomini e donne che, scopre man mano, hanno avuto a che fare con Andrian e con la ninfa dormiente, di cui presto scoprono il nome: Aniza.

Aniza è stata una ragazza bella, solare, allegra, vissuta in un periodo tra i più complicati e difficili: il secondo conflitto bellico.
Qualcuno deve averle per forza fatto del male e dal 1945 la verità su ciò che l'è capitato (uscì di casa una sera per non tornare più), su dove sia eventualmente il suo corpo, non è mai stata svelata.

E c'è ancora chi evidentemente non desidera affatto che vengano dissepolte certe verità...

Indagando, interrogando, entrando nelle case, nelle vite, nelle abitudini e nei ricordi di uomini come Francesco (nipote di Aniza, che all'epoca della scomparsa era un bambino) o di giovani donne come la nipote di Francesco (una ragazza molto somigliante, fisicamente, ad Aniza) o della forte e impenetrabile Matriona (custode di riti, usanze e credenze arcane, diffuse in quella zona del nord-est della penisola), Teresa intuisce che questa storia si dibatte tra due poli, distanti eppure così legati tra loro: tenebre e luce, morte e amore: per arrivare alla fine del mistero e comprenderlo, svelarlo, lasciando emergere la verità, ella deve andare all'origine della tragedia, vincendo anni di silenzi, paure, segreti, sensi di colpa.

E se c'è una persona, in polizia, in grado di fare un lavoro del genere, quella è proprio Teresa Battaglia, una leader tanto forte e tutta d'un pezzo quanto... fragilissima.

Eh sì, perché il male oscuro e innominabile che incombe su di lei e che le crea buchi preoccupanti nella memoria, non smette di avanzare e di mandarla in panico.
Già deve vedersela col diabete, con una stanchezza diffusa e un po' di chili di troppo che la rendono poco leggera e agile, se ci si mette anche la memoria, come può svolgere al meglio il proprio amato lavoro? Come si fa a risolvere casi di omicidio, a dare le risposte di cui le famiglie delle vittime hanno bisogno per avere giustizia, a mettere in galera i criminali, se ogni dettaglio o informazione rischia di essere dimenticato irrimediabilmente?
La donna cerca di combattere il male scrivendo e appuntando tutto ciò che le è utile, che è importante per andare avanti giorno per giorno, sempre però con la la paura di essere scoperta da colleghi, sottoposti e - peggio - superiori.

Teresa non può permetterselo; non lei, che sa quanto sono importanti i dettagli, quegli elementi solo apparentemente casuali, che un occhio superficiale rischia di trascurare e che invece possono essere una chiave importante.

Certo, ci sarebbe il giovane ispettore, Marini, al suo fianco, che dovrebbe supportarla.
Ed effettivamente, lui è bravo.

Se non fosse che ultimamente è evidente che abbia dei pensieri per la testa, delle preoccupazioni, dei tormenti che lo rendono distratto, cupo, lontano.

Le vicende personali di Massimo troveranno il loro spazio in questo libro e impareremo a conoscerlo e a capirlo meglio.


Nonostante le difficoltà, Teresa e Massimo si immergono nella Val Resia, dopo aver appreso che la Ninfa dormiente proviene da quella zona antichissima, la cui popolazione vanta una identità (linguistica, culturale, musicale...) e un'unicità (anche genetica) che è senza dubbio ricca di fascino.

Ed è tra i fitti boschi e le aspre cime di quella natura vivente e attenta, madre e matrigna insieme, che Teresa e la sua squadra devono cercare ogni risposta, ogni nodo da sciogliere, ogni segreto da svelare.

Non sarà semplice, anzi, sarà un'avventura irta di pericoli, di trappole, di mistero, in cui lei dovrà tirare fuori tutte le proprie capacità di profiler, le doti investigative e la grande empatia che la contraddistinguono, per arrivare a mettere insieme i pezzi di quella tela su cui è stato realizzato il ritratto dipinto col sangue.

E di Teresa non ho potuto non amare le grandi doti empatiche, l'attenzione ai particolari, l'umanità e la sensibilità che contraddistinguono il suo modo di lavorare, di approcciarsi alle persone coinvolte, cercando di immaginarne pensieri, emozioni, motivazioni, così da stabilre una connessione con loro e arrivare al cuore e all'origine delle loro speranze, delle loro gioie, dei loro dolori, delle bugie e dei silenzi

Il suo non è semplicemente un formidabile intuito, ma proprio "una sorta di empatia oscura": i morti erano palpiti nei pensieri di Teresa. Diventavano compagni di notte insonni. La spingevano a non fermarsi, a cercare la risposta alla loro fine."

Trattandosi di episodi lontani nel tempo, Teresa deve cercare i fili invisibili che legano il passato al presente, immergersi anima e corpo nel tessuto del male che si palesa via via attorno a lei, entrare nei più profondi recessi della mente umana, terreno pericoloso in cui può annidarsi il male, e il male inganna, sempre.


La Natura è inevitabilmente un personaggio che prende vita propria, grazie alla sua bellezza e al suo essere immensa, vasta, di un'immensità non solo fisica ma anche trascendente la materia; c'è un che di mistico in quei luoghi, una dimensione quasi divina, dove ogni elemento della natura contiene un'energia viva e vibrante.

Non conoscevo l'esistenza dei resiani in quanto comunità a sé stante, la cui unicità è scritta nel loro DNA, nella storia antica di un popolo fiero delle proprie origini, dei propri canti, del proprio idioma. 
Ho trovato questo elemento narrativo molto molto interessante.

Mi è piaciuta Teresa, così piena di fragilità e debolezze nel fisico e nella mente ma che non intaccano il suo cuore di guerriera.

Ho amato la scrittura di Ilaria Tuti, che mi ha conquistata perché ha saputo coinvolgermi emotivamente attraverso personaggi complessi, descrizioni vivide e accurate, una trama ricca e ben strutturata, che si fa sempre più interessante, per quel modo di scrivere che, in generale, conserva una musicalità e, in un certo senso, una poeticità anche quando scava nei lati più oscuri dell'animo umano.

Parere più che positivo su questa lettura, che mi ha lasciata con la voglia di leggere il prossimo caso di Teresa.


"Non conosciamo mai veramente noi stessi, 
né chi abbiamo accanto. 
Possiamo definirci in molti modi, 
ma alla fine sono le nostre scelte davanti a un bivio 
a mostrarci chi siamo. 
O il segreto che nascondiamo."



SONATA  PER VIOLINO IN SOL MINORE
(o IL TRILLO DEL DIAVOLO)
di Tartini


martedì 1 ottobre 2024

SETTEMBRE 2024, TRA LETTURE E SERIE TV

 

Buon 1° ottobre, lettori!

Siamo nel piano della mia stagione preferita, l'autunno, di cui amo i colori, i profumi, le temperature, forse solo la pioggia l'amo un po' meno (ma solo se sono costretta a mettere il naso fuori casa).

Eccomi con le mie letture di settembre.

(pinterest)

1. LA CLASSE di C. Dalcher: distopico - immaginiamo un tempo futuro in cui a contare sia solo il successo scolastico e nella società non sia ammessa alcuna fragilità o imperfezione (4/5). SE CERCHI UN DISTOPICO SCORREVOLE.

2. LA RONDINE E I NARCISI di S. Douglas Scott: historical romance/Regency: le vicende personali e sentimentali di uomini e donne alle prese con un momento storico complesso (5/5). SE AMI IL ROMANCE CON UNO SFONDO STORICO DETTAGLIATO E ACCURATO;

3. LA PROMESSA di F. Dürrenmatt: giallo svizzero dal ritmo cinematografico su come ogni poliziotto che si rispetti ha un caso che l'ossessioni, almeno una volta nella vita (4.5/5). ADATTO A CHI VUOL LEGGERE UN GIALLO BREVE E COINVOLGENTE;

4. IL CUORE DEGLI UOMINI di N. Butler: narrativa americana - i valori dello scoutismo incarnati da un ragazzo/uomo per cui la lealtà e l'onestà sono tutto (4.5/5). SE CERCHI UN ROMANZO DI FORMAZIONE DALLE NOTE MALINCONICHE;

5. BLACK BLUES di A. Locke:  poliziesco/soft thriller in cui il Texas Ranger protagonista si muove in un contesto razzista e corrotto (4.5/5). LEGGILO SE HAI GIA' LETTO TEXAS BLUES.

6. ELIZABETH di K. Greenhall: paranormal - breve romanzo con protagonista una ragazzina conturbante e disinibita, fiera discendente di una generazione di donne con poteri sovrannaturali (3.5/5). SE CERCATE UNA LETTURA INQUIETANTE E UN PO' GOTICA.



READING CHALLENGE

Per il mese di settembre ho scelto l'obiettivo RILETTURA/VARIAZIONE DI UN MITO, con 

7.MOONSHINE IN THE DARKNESS di Èclipseparanormal romance/retelling del mito di Ade e Persefone (3,5/5). PER CHI CERCA UNA LETTURA ROMANTICA.


Sul fronte serie tv, vi ho consigliato:

THE 8 SHOW, k-drama in stile Squid game (con rilevanti differenze, però);
THE FIVE, thriller poliziesco che parte dalla sparizione di un bambino per poi aprirsi a diversi scenari ricchi di colpi di scena;
THE  GLORY, k-drama a tema bullismo e vendetta, di cui ho visto la seconda parte della prima stagione;
PYRAMID GAME: teen drama sempre coreano e sempre a tema bullismo a scuola.


E questo è il mio settembre ^_-

Voi avete avuto delle belle letture? Avete film o serie da consigliarmi?

Baci sparsi.

martedì 24 settembre 2024

RECENSIONE: MOONSHINE IN THE DARKNESS di Èclipse [ Review Party ]



Buongiorno, lettori!

La recensione di oggi costituisce la seconda tappa di un Review Party dedicato al romanzo Moonshine in the darkness di Èclipse, retelling del mito di Ade e Persefone, rivisitato in una chiave originale che mescola atmosfere leggendarie, dal sapore antico, a un passato più recente, contrassegnato da note esotiche.


Lunedì 23 settembre: Paper Purrr
Martedì 24 settembre: Chicchi di pensieri
Mercoledì 25 settembre: La libreria di Anna
Giovedì 26 settembre: Milioni di particelle
Venerdì 27 settembre: Lilith Hendrix
Lunedì 30 settembre: Buona Lettura






MOONSHINE IN THE DARKNESS
di Èclipse


"«...mio signore. Vi dipingono di nero, ma il vostro sangue è rosso come il loro. E avete il cuore più caldo di una fenice. Avrei solo voluto che durasse di più.»
«Se c’è una cosa che ho capito dai mortali, governando questo regno, è che la felicità è di breve durata. Sono attimi, ma di quei pochi momenti restano nella memoria della gente  come meravigliosi dipinti. Io conserverò quei ricordi come preziosi dipinti.»

L'amore si irrobustisce o si indebolisce davanti alle prove e alle tribolazioni della vita?
Sa resistere andando oltre i limiti del tempo, dello spazio, della morte stessa e dei continui e instancabili cicli cui è sottoposto il vivere e il morire di ogni essere umano, a fronte dell' eternità delle divinità?

L'amore che lega due anime destinate l'una all'altra, le cui vite hanno senso solo nel sentimento che le unisce reciprocamente, può essere incredibilmente solido e ostinato.
Imperituro.
Proprio come quello tra un essere immortale, qual è il dio degli Inferi, e la sua coraggiosa e tenace innamorata.

Nel suo riproporre la storia d'amore tra Ade e Persefone, l'autrice di questo romanzo non ci conduce sul Monte Olimpo, non ci presenta divinità greco-romane così come siamo abituati a conoscerle attraverso i racconti mitologici.

Conosciamo i due protagonisti, Yama e Bai Su (che incarnano, rispettivamente, Ade e Persefone) in vesti diverse eppure affini, in momenti e contesti lontani ma comunque sempre uniti dalla presenza di personaggi, situazioni e dettagli che si ripresentano e che vanno a caratterizzare, di volta in volta, il continuo ciclo di incontri tra i due amanti.

Bai Su è la ragazza dall'eterea bellezza che riesce abilmente ad introdursi nell'inaccessibile regno dell'Oltretomba e, quando i suoi occhi incontrano quelli del re degli Inferi, Yama, entrambi sentono scorrere tra loro una connessione che non nasce e non termina in quel momento ma che li unisce da sempre e per sempre.
Perché i due continueranno ad incontrarsi, a salvarsi, ad amarsi, a viversi, a piangere l'assenza l'uno dell'altra, infinite volte.

Bai Su è colei che, con la sua genuinità, il suo infantile entusiasmo, la sua purezza, ruba il cuore di un giovane dio, legandolo a sé per l'eternità, tanto da rendere ambedue disposti al sacrificio pur di salvare l'altro quando il pericolo incomberà su di loro.

Bai Su è la giovane studentessa Persefone che, nei primi anni del Novecento, è a Shangai con le compagne del liceo per ragioni di studio e lì incontra il giovane signore, Ade/Yama, e ancora una volta si riconosceranno perché ad accomunarli non è solo l'amore ma anche un passato fatto di lacrime, di madri egoiste, di solitudine, di esperienze che avrebbero potuto renderli glaciali, trasformarli in mostri, rendendoli creature destinate a sprofondare nel nulla, a vivere eternamente nell'oscurità di un cuore indurito dal dolore.

Ma non c'è inverno, per quanto gelido, cui non segua la primavera, e l'amore eterno è ciò che permetterà a entrambi di rinascere solo e unicamente per ritrovarsi e amarsi ancora, vivendo attimi di pura felicità scaldandosi al calore di un sentimento puro e inviolabile.

Nonostante la morte.
Nonostante ci sia chi si oppone con violenza a questo legame che sa di salvezza e di eternità.
Nonostante il sacro fiume continui a scorrere cancellando i ricordi.

«Non sei più solo oscurità, adesso.» Disse la voce dell’Abisso. «Un giorno riconoscerai il donatore di luce, dall’oscurità che pulsa nel suo cuore, perché è la tua. Ti è stato donato un frammento della sua luce e questa ti guiderà verso il suo possessore.»

Ma neanche il fiume Lete potrà tener lontani Bai Su e Yama perché l'una possiede il cuore dell'altro.



"Moonshine in the darkness" è un romanzo in cui vi convivono elementi fantasy, romance e young adult e, benché abbia trovato la scrittura ancora un po' acerba (ad es. nella costruzione dei dialoghi oppure nel narrare con chiarezza lo svolgimento di alcune scene, azioni e dinamiche), esso si legge piacevolmente in quanto l'autrice riesce a conferire al testo sfumature delicate, quasi impalpabili come se, ad ogni "cambio di scena" e di contesto, entrassimo in una dimensione onirica e inafferrabile in cui ritroviamo non solo Bai Su e Yama (le cui interiorità sono tratteggiate in tutta la loro ricchezza e profondità) ma anche altri personaggi (come la volpe, la dama Koi, il fratellastro di Yama - Dong Hua -, le tre Moire...), e tutti loro interagiscono con i protagonisti, che ciclicamente vivono la gioia e, insieme, il tormento, di incontrarsi, viversi, separarsi... pur non smettendo mai di cercarsi e amarsi.

Non ci sono cuori incapaci di amare o non degni di essere amati e questa storia romantica, malinconica e dolce ci ricorda che soltanto l'amore è quella luce che spezza l'oscurità, quel chiarore in grado di  salvare un'anima ferita dal buio della solitudine, della rabbia, del dolore.


Consiglio il romanzo di Èclipse, in particolare a quanti amano le storie d'amore romantiche e struggenti, le ambientazioni esotiche e i riferimenti a miti celebri e indimenticabili.
Non mi resta che rimandarvi alla prossima tappa del Review Party, che sarà ospitata domani dal blog "La libreria di Anna".

martedì 3 settembre 2024

IL MIO AGOSTO 2024, TRA LIBRI E MONTI

  


Settembre è giunto ma, quanto ad afa, è come se stessimo ancora ad agosto (almeno qui in Puglia).


Ecco le mie letture del mese scorso:

1.IL CAPANNO DEL PASTORE di T. Winton: narrativa australiana - un' amicizia improbabile tra un ragazzo e un vecchio, diversi in tutto ma uniti da una profonda solitudine (3,5/5). SE CERCHI UN ROMANZO CON PERSONAGGI PARTICOLARI SU UNO SFONDO SELVAGGIO.

2. ANIME di M.C. Buoso: romanzo breve su identità e disforia di genere (4/5). SE CERCHI UNA LETTURA BREVE MA DI SPESSORE.

3. OMBRE DI LUCE. LE FIGLIE DI NAPOLI di G. De Gennaro: romanzo in cui l'amore per l' arte fa da sfondo all' incontro tra il terreno e l' ultraterreno (4/5). PER CHI DESIDERA UNA LETTURA ORIGINALE E MAGNETICA.

4. CONFUSIONE di E. J. Howard: terzo capitolo della saga familiare incentrata sui membri della famiglia Cazalet (4/5). ADATTO A CHI SI SENTE UN CAZALET D'ADOZIONE.

5. LA DIGA di M. McDowell: secondo capitolo della saga familiare a tinte gotiche (4.5/5). SE TI SEI INNAMORATO DI PERDIDO E NON RESISTI AL FASCINO DELL' ENIGMATICA ELINOR.


Per la Reading Challenge ho scelto l' obiettivo LIBRO DI UN AUTORE DEL CUORE:

6. MARE AL MATTINO di M. Mazzantini. narrativa italiana - il dramma di due ragazzi e delle loro madri, costretti a divenire esuli, profughi (4.5/5). BREVE MA INTENSO.


Le mie vacanze, chi mi legge da un po' lo sa, si svolgono in Svizzera, per ragioni familiari.

Nel viaggio di andata, ci siamo fermati a dormire in un hotel in Emilia Romagna, in cui già avevamo soggiornato in passato.


Vi lascio alcune foto delle mie vacanze.


Montecchio Emilia 





Svizzera 













Di rilevante, in merito alle serie TV, ho visto IL GIOCO DELLA PIRAMIDE e NI UNA MÀS.
Conto di parlarvene in un post a parte!!

Spero che abbiate trascorso una bella estate!💓(⁠◍⁠•⁠ᴗ⁠•⁠◍⁠)⁠❤



domenica 25 agosto 2024

MARE AL MATTINO di Margaret Mazzantini [ RECENSIONE ]

 

La drammatica storia di due madri e due figli: una (quella di Angelina e Vito) si inserisce nel quadro dei rapporti che legano l’Italia alla Libia, partendo da quando gli italiani si recarono in Africa spinti dal fascismo, per poi essere cacciati nel 1970 da Gheddafi; l'altra (la storia di Jamila e Farid) ci mostra il dramma della disperazione intrapreso da chi deve lasciare il proprio paese e affrontare i rischi di un viaggio in mare su barche di fortuna, con la speranza di un futuro più roseo.



MARE AL MATTINO 
di Margaret Mazzantini


Einaudi
126 pp
Farid è un bambino che vive in Libia e che, da un giorno all'altro, la guerra costringe a scappare via dalla propria casa, da quell'immenso deserto cui è abituato sin da quando è nato, per andare incontro a un'altra distesa, altrettanto infinita e che non ha mai visto prima della fuga: il mare.

"Chilometri di silenzio, solo il rauco motore.È una scena di guerra, di ogni guerra. Umanità deportata come bestiame".

E così, una notte, lasciandosi alle spalle la gazzella che mangiava dalle sue mani e un padre che non rivedrà mai più, il bambino e la sua giovane madre Jamila salgono su un'imbarcazione di fortuna assieme ad altri disperati come loro. 
Direzione: Sicilia.


"Farid guarda il mare, limpido e compatto come ceramica azzurr. Cerca i pesci, i loro dorsi, i primi pezzi della vita nuova. Jamila lo bacia, gioca con i suoi capelli. Quanto durerà il viaggio?
Poco, il tempo di una ninna nanna."

In mezzo a quelle onde scure si compie il destino di questa povera gente, che ha dato tutto ciò che aveva per potersi riservare un posto sulla barca.
Ma a che prezzo?
Jamila tiene tra le proprie braccia il suo bambino, e prega e spera che insieme possano giungere a riva, vivi.
Occhi negli occhi, bocca sulla bocca, la gola riarsa dalla sete, non è consentito neppure piangere perché le lacrime della disperazione e del dolore non escono neanche più dagli occhi inariditi; lì, in mezzo al nulla, con solo un gruppo di disgraziati attorno e la distesa del mare sotto, dietro e avanti, una madre tiene stretta la propria creatura, aspettando di toccare terra.


In Sicilia, vicino a Catania, vivono Angelina e suo figlio Vito, un giovanotto inquieto, ribelle, che intrattiene con la madre un rapporto turbolento, fatto spesso di litigi e silenzi arrabbiati.

Angelina vive in Sicilia da quando era una bambina ma si è sempre sentita un po' un'estranea: lei era e resta "l'africana", o meglio "la taliana" che dalla Libia è venuta Italia a rubare  case e lavoro agli italiani.
A dire il vero, la stessa Angelina è italiana, solo che alla gente poco importa: è nata e cresciuta in Africa e tanto basta.
Lei e la sua famiglia sono degli ex-tripolini che avrebbero continuato a vivere in Libia se Gheddafi non li avesse cacciati nell'ottobre del 1970.

Un branco di diseredati senza più né casa né patria né appartenenza alcuna, degli sfollati che, costretti a venire a vivere in Italia (il loro Paese, in teoria) divenivano il simbolo di una storia coloniale che si aveva solo voglia di cancellare e non certo di ricordare.
Uomini, vecchi, donne, ragazzi, bambini... colpevoli senza aver fatto niente, fatti sentire degli intrusi da emarginare e da trattare con sprezzante distacco.

"C'è qualcosa nel luogo dove si nasce. Non tutti lo sanno. Solo chi è strappato a forza lo sa. 
Un cordone sepolto nella sabbia.
Un dolore che tira sotto e ti fa odiare i  tuoi passi successivi".

Angelina cerca di integrarsi a modo suo in questa nuova vita ma le resta dentro un sentimento di struggente nostalgia per la sua vecchia vita in Africa, in cui si sentiva libera e sé stessa.

Vito sa della storia di sua madre e della loro famiglia e dalla genitrice ha preso la stessa irrequietezza di chi sta al mondo ma senza saperci stare, come dei perenni esuli.

Vito ama il mare, nuotare per ore sino a far preoccupare sua madre, che viaggiando per mare ha lasciato la sua Tripoli per venire in Sicilia, e sempre dal mare arrivano barconi di disperati, "letame umano, fuoriusciti per fame, per guerra".

In attesa di capire cosa vuol farne della propria vita, il ragazzo si ferma a guardare quel mare così vasto, e gli sembra, ogni giorno di più, una discarica di avanzi e di barche mai arrivate. 
Un giorno Vito fruga e recupera qualche oggetto: sono pezzi di memoria, che testimoniano che tanti poveri esseri umani di cui non si sa neanche il nome, sono passato di lì, hanno vissuto una loro vita prima di perderla nel mare, hanno amato, odiato, sperato, riso, pianto.
Erano nonni, fidanzate, mogli, mariti, fratelli, sorelle, madri con i loro figli.

Mare al mattino sa emozionare e far riflettere, dando voce - seppure in un numero di pagine relativamente modesto - a pochi ma ben definiti personaggi, i cui vissuti emotivi ci arrivano con chiarezza e forza.
Il saper esplorare le sfumature dell'animo umano è una delle caratteristiche che più amo di questa autrice, che sa tratteggiare gli uomini e le donne delle sue storie nelle loro complessità, vulnerabilità e punti di forza, così da creare un legame empatico tra essi e i lettori.

Mi è piaciuto molto questo libro ma mi spiace dover realizzare che da questo momento in poi divento ufficialmente "orfana" delle opere di Margaret Mazzantini, avendone letto tutti i libri pubblicati. 

Ancora una volta, a colpirmi dritta in faccia è la sua penna schietta e decisa, quel suo modo di scrivere che sa essere crudo e senza filtri nel descrivere realtà umane complesse, dolorose, ferite, e che al contempo riesce, in tanti passaggi, a raggiungere vette di intensità e di lirismo che commuovono.
Mi piace il suo toccare temi profondi e sfaccettati, come in questo caso: l'immigrazione, gli angosciosi "viaggi della speranza" che sono sempre viaggi all'inferno e che, quando non si concludono con un approdo in cui questi nostri simili sono sani e salvi, vanno a riempire di morti innocenti gli abissi del mare; e ancora il rapporto madre-figlio, l'amore, il dolore, l'identità, il legame con la propria terra e le proprie radici.


Lo consiglio a chi desidera leggere un romanzo breve ma emotivamente impattante, dalle cui pagine emergono in modo vivido gli stati d'animo, i pensieri turbolenti, le paure e i sogni di chi è stato costretto, dalla vita, a lasciare, perdere, rinunciare, dare una svolta alla propria esistenza, a volte in cambio di niente.

"...vane diventano le parole ripetute troppe volte. I pensieri sono un gas cattivo".

domenica 7 luglio 2024

[ GIUGNO 2024 ] Letture, film, serie tv

 

Ed eccomi con il mio recap di giugno 2024.


  1. LA CERIMONIA DELL'ADDIO di R.Cotroneo: narrativa italiana - una profonda riflessione sul difficile percorso affrontato da chi elabora una perdita, un abbandono, un lutto (4/5). ADATTO A CHI CERCA UNA LETTURA INTIMA, INTENSA E DAI TONI MALINCONICI.
  2. TUTTO SU DI NOI di R. Petri (4.5/5): narrativa italiana - storia di una famiglia disfunzionale, narrata con la voce irriverente e schietta dell'unica componente sana di mente (5/5). SE AMI I RACCONTI IN PRIMA PERSONA SU COMPLICATE DINAMICHE FAMIGLIARI.
  3. LA PIENA (Blackwater I)  di M. McDowell: gotico, paranormal - primo libro di una saga famigliare dalle atmosfere cupe e misteriose (4.5/5). ADATTA AGLI AMANTI DEL GENERE.
  4. NEL PAESE DI BLA BLA di B. Masci: narrativa umoristica - riusciremmo a vivere senza i social? Restare sempre connessi è l'unica cosa che conta ormai? (3.5/5). LETTURA CHE OFFRE SVAGO E RIFLESSIONE.
  5. X di V. Mira: romanzo autobiografico (sotto forma di lettera), il racconto di uno stupro e di come la protagonista sia riuscita ad andare avanti. Feroce e doloroso (5/5). SE CERCHI UNA STORIA VERA CHE VA DRITTA AL CUORE.
  6. L'UNITÀ  di N. Holmqvist: distopico - immagina un tempo in cui se non sei genitore, non sei nessuno, non sei utile... a meno che non ti sacrifichi per il bene della collettività (5/5). SE AMI I DISTOPICI E GLI SPUNTI DI RIFLESSIONE A CARATTERE SOCIALE CHE OFFRONO.
  7. UN'ESTATE  di C. Keegan: racconto breve - un'estate è sufficiente per imparare cosa voglia dire essere amati? (4/5). IDEALE PER CHI CERCA UN ROMANZO MOLTO BREVE MA STRUGGENTE.
  8. SPORCO SUD di J. Connolly: crime novel - diverse ragazze di colore vengono assassinate ma lo sceriffo è poco intenzionato a indagare. Interviene l'ex-detective Charlie Parker, mosso da motivazioni personali (4.5/5). SUPERATA LA PRIMA META' (PROLISSA), SCORRE PIU' CHE BENE, SODDISFACENDO CHI AMA NOIR E CRIME.
  9. DOVE SI ANNIDA IL MALE di Vi. De Cecco: giallo italiano ambientato in un'uggiosa Udine; l'omicida può rifugiarsi dove meno te lo aspetti (3.5/5). PIACEVOLE GIALLO CHE SI SOFFERMA SULLE FRAGILITA' DELLA MENTE UMANA.
  10. ISOLATI E CONTENTI di I.Carioti: narrativa romantica - ai tempi del lockdown, una quasi suora e un giovanotto, latin lover per stile di vita, si sentono attratti l'una dall'altro. L'amore vince sulle diversità? Ma certo che sì! (3/5). PER CHI CERCA UN LIBRO LEGGERO E SENTIMENTALE.
  11. INTRODUZIONE ALLA PATRISTICA. Dal platonismo al Concilio di Nicea di M. Distort: saggio utile per studiare e capire il percorso intellettuale e filosofico della prima tradizione cristiana (5/5). INTERESSANTE L'ARGOMENTO, SCRITTURA DETTAGLIATA MA FRUIBILE AI PIU'.

Per la READING CHALLENGE ho raggiunto l'obiettivo UN LIBRO CHE HAI SULLA MENSOLA DELLA LIBRERIA DA OLTRE 5 ANNI,  scegliendo 

12. IL GIARDINO DEGLI INCONTRI SEGRETI di L. Riley: narrativa straniera - un appassionante intreccio di passato e presente dove il comune denominatore è l'amore (5/5). SE AMATE LE STORIE COINVOLGENTI, DISLOCATE SU DUE DIVERSI PIANI TEMPORALI.


Come potete notare, molti libri letti il mese scorso mi hanno conquistata: gli intrecci coinvolgenti della Riley, il racconto difficilissimo di uno stupro, quello schietto e tagliente di una famiglia complicata...


SERIE TV/FILM

A giugno, di rilevante ho guardato

✔ MISS VIOLENCE del regista greco Alexandros Avranas: è la storia di una famiglia greca fortemente patriarcale e molto, molto disfunzionale.
L'uomo di casa è un individuo che domina sulla famiglia col pugno di ferro, tenendo moglie, figli, nipoti nella paura, in un regime di sottomissione totale; tutto deve avvenire nei modi e nei tempi decisi da lui, anche cosa e quando mangiare o uscire, se tenere le porte aperte o chiuse, se parlare o meno, se uscire di casa o giocare.

Che le cose in questa casa grigia e triste vadano male è palesato dalla prima violenta e drammatica scena cui lo spettatore assiste, impreparato: è il giorno dell'11esimo compleanno di una dei componenti della famiglia, Angeliki; dopo aver soffiato sulle candeline e aver fatto un mezzo ballo con il padre-padrone, la ragazzina si dirige verso il balcone e si butta giù.
Si è suicidata. A 11 anni.

Angeliki muore sul colpo e ci resta più di sasso lo spettatore che i famigliari della povera ragazzina, che accorrono attorno al cadavere e lo guardano sbigottiti e immobili.
Sulla tragedia il padre cerca, dai primi momenti, di far cadere lo spesso velo del silenzio, dell'oblio; della suicida non si deve parlare, né dentro né fuori casa, ciò che le è appartenuto viene gettato via.
Questo dramma va relegato nel dimenticatoio.

Se da subito l'atmosfera che si respira è percepita dallo spettatore come opprimente, asfissiante, irrespirabile e angosciante, ad emergere progressivamente è il tipo di rapporti che realmente intercorrono tra i membri del nucleo famigliare.
Il padre-padrone è il genitore di chi, esattamente? Ed è il nonno di...?

Dopo la morte di Angeliki, in casa vivono sei persone: il padre, sua moglie (che però sembra più grande anagraficamente del marito, tanto da poter essere indotti quasi a credere, nei primi momenti, che sia sua madre...), le due figlie Myrto (14enne) e la maggiore Eleni, che ha due bambini, Philippos ed Alkmini. Per quanto riguarda il padre di questi ultimi...: non pervenuto (ovviamente andando avanti con la visione viene più di un dubbio circa la paternità...).

All'inizio può sembrare che i ragazzi siano tutti figli dell'uomo, ma poi ci accorgiamo che i più piccoli lo chiamano nonno, il che fa scattare in chi guarda una sensazione sgradevole di inquietudine, anche perché, a un primissimo impatto, Eleni potrebbe essere scambiata per la moglie di lui, ma no, è la figlia maggiore ed è un'altra volta incinta...

Entrando in questa casa l'infelicità è palpabile; anche nei rari momenti in cui qualcuno sorride o accenna una risata, è evidente come ogni manifestazione di gioia sia innaturale in quel contesto.

Eppure, dall'esterno, questa famigliola allargata mostra una facciata borghese di apparente normalità: i ragazzi vanno regolarmente a scuola, il padre/nonno non si perde un colloquio o un incontro con gli insegnanti, accompagna con premura Eleni dalla ginecologa..., insomma, da fuori pare tutto ok.
Ma noi che siamo lì con loro lo vediamo che il padre non è proprio a posto, che alza le mani, umilia, ordina, rimprovera, punisce duramente (corporalmente e psicologicamente), impedisce a tutti di poter coltivare un qualsiasi interesse o amicizia fuori di casa; non c'è intimità o privacy, le porte non vanno mai chiuse e lui deve saper tutto ciò che succede.

E man mano comprendiamo... tante cose, tutto, e il maledetto quadro che si prospetta davanti agli occhi ferisce, indigna, fa stare male; andando verso la fine, in particolare, il male e la violenza che dominano in quella casa si palesano con crudeltà, e ciò che avevamo comunque immaginato, considerando il clima di muto terrore e di dipendenza psicologica, ci scoppia in faccia senza filtri, in tutta la sua oscenità.

In quella famiglia si compiono abusi e soprusi, col silenzio (assenso?) della madre/nonna (anch'ella comunque vittima, certo, anche se la rabbia nei suoi confronti un po' viene) e il vederli avverarsi sotto i nostri occhi impotenti... è tremendo.

E capiamo - eccome se capiamo! - perché Angeliki ha preferito la morte.

Si può porre fine all'orrore che si compie ogni giorno all'interno delle mura di questo appartamento?
A un certo punto arrivano i servizi sociali..: cambierà qualcosa??

Che dire: è un film che racconta di abusi in famiglia e lo fa attraverso un'ambientazione grigia, anonima, fredda e tristissima, puntando sui non detti e su ciò che si intuisce dietro certi sguardi, gesti e parole ambigue, anche se poi l'ambiguità verrà meno e vedremo il padre in tutto il suo disgustoso ruolo di carnefice.
Durante la visione mi ero immobilizzata, proprio come le donne di questa casa, desiderando da una parte una loro decisiva reazione e dall'altra comprendendone la dolorosa accettazione di quello che è, per esse, un dato di fatto, uno status quo che non sanno come modificare.

Il finale non saprei giudicarlo, nel senso che da un lato mi ha dato una certa "soddisfazione" ma dall'altro mi ha lasciato un grande amaro in bocca..., tanto più se penso che queste drammatiche realtà, di famiglie abusanti, sono molto diffuse. 
Lo stesso regista ha dichiarato di essersi basato su fatti reali di cronaca nera per il suo film.

Non mi sento di consigliarlo a tutti, soprattutto non a chi è molto sensibile e suscettibile al tema abusi; per me è stato un film potente e "duro" da vedere e ho continuato a pensarci per un bel po', anche dopo averlo terminato, proprio perché lascia un magone dentro.


✔ OUTLANDER Stagione 7 (i primi 8 episodi).

Basata principalmente sui libri "Destini incrociati" e "Il prezzo della vittoria" e su alcune trame dei precedenti -  "Nevi infuocate" e "Cannoni per la libertà" - non trattate nella precedente stagione, ritroviamo l'(ex) Highlander Jamie Fraser alle prese con la liberazione di Claire, prima che venga processata e condannata ingiustamente per l'omicidio di Malva Christie. 

Sullo sfondo ci sono le avventurose vicende inerenti alla rivoluzione americana, che vanno via via facendosi più complicate, costringendo Jamie e Claire ad accantonare il desiderio di tornare a Lallybroch e riportare finalmente il giovane Ian da sua madre Jenny.

In questa stagione conosceremo meglio il figlio illegittimo di Jamie, cresciuto da lord John, William; scopriremo anche chi ha ucciso davvero Malva.

Brianna e Roger hanno la loro seconda figlia che però ha un serio problema di salute; perché sopravviva, non possono restare nel passato ma devono tornare negli anni '80 e permettere alla bimba di subire una necessaria operazione.
Li vediamo quindi provare a riprendere in mano la loro esistenza lontani dai Fraser e nell'epoca contemporanea, con il cuore diviso tra l'oggi e quel passato lontano secoli che però per loro è vicinissimo, concreto e, soprattutto, dove hanno lasciato una vita che amavano (nonostante difficoltà. pericoli e disagi) e i loro cari, Claire e Jamie, cui pensano spesso con nostalgia.
Con una Mandy ormai cresciuta e Jemmy che è un ragazzino sensibile e intelligente, Brie cerca di dare un senso agli studi accademici intrapresi in precedenza e a farsi strada in un mondo professionale tutto al maschile, mentre Roger è in cerca del proprio posto in quell'epoca in cui si sente un po' un pesce fuori d'acqua.

Purtroppo nella loro vita fa capolino un uomo che scopre il segreto di Roger e famiglia e commetterà un'azione che indurrà la coppia a prendere decisioni radicali...

Trovo ogni volta molto appassionante tornare nella seconda metà del Settecento e seguire le vicende dei miei amati Claire e Jamie, sempre disposti a tutto pur di preservare l'una la vita dell'altro e impegnati a districarsi tra gli eventi rivoluzionari della storia.


✔ Ho cominciato Bridgerton e ho terminato la prima e la seconda stagione.

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Al centro della serie vi è la famiglia Bridgerton e la prima signorinella di cui seguiamo le vicende sentimentali è Daphne, la figlia maggiore, che ha raggiunto l'età giusta per sposarsi.
Siamo negli anni del regno della regina Carlotta, donna esigente, capricciosa, permalosa e chi più difetti ha da attribuirle, prego, si accomodi pure; se lei elegge una giovinetta come il "diamante della stagione", automaticamente gli occhi di tutta la società londinese sono sulla prescelta che, in questo caso e non per nulla, è la deliziosa, bella e gentile Daphne.

Il fratellone Anthony (che in seguito alla morte del padre è diventato, suo malgrado, l'uomo di casa ed è sua la responsabilità di portare avanti la famiglia, la tenuta, di accasare le sorelle e di badare ai fratelli minori) però, vorrebbe per la sorellina un uomo degno di starle accanto e scarta qualsiasi pretendente; il fato mette sul cammino di Daphne sia il principe (nipote della regina) che il duca di Hastings, amico di Anthony e noto scapolo d'oro assolutamente non intenzionato a prender moglie.
Il duca è un giovane tanto bello quanto tormentato dal ricordo sempre vivo di un'infanzia infelice, priva di affetto paterno (la madre morì dandolo alla luce) e questo dolore l'ha segnato, influenzandone le scelte di vita, compresa quella di non sposarsi né di mettere al mondo dei figli.
Quando conosce Daphne, tra i due nasce un'affinità che entrambi pensano di "utilizzare" per interessi personali in cui il coinvolgimento emotivo tra loro è escluso a priori, ma l'amore è pronto a mettere alla prova ogni loro presunta convinzione...

Ogni fatto e pettegolezzo è oggetto di conversazione tra gli uomini e le donne dell'alta società ma è, più di tutto, materia di articoli da parte di una misteriosa scrittrice: Lady Whistledown, le cui considerazioni, i giudizi e opinioni contano moltissimo per la regina e per gli aristocratici, che attendono con trepidazione e timore ogni uscita delle sue "cronache", che possono decretare vincitori e perdenti a ogni ballo e stagione.

L'identità della temuta Lady Whistledown viene svelata nell'ultimo frammento dell'ultimo episodio della prima stagione.

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Nella seconda stagione ci si concentra principalmente su Anthony, anch'egli occupato a cercar moglie; dopo aver scartato moltissime pretendenti, la ragione - non il cuore!! - lo conducono verso una signorina tanto bella quanto ingenua, Edwina Sharma,  che sogna un amore vero e travolgente.
Anthony, invece, non ritiene necessario sposarsi per amore ma solo per dovere, e quando la sorella maggiore di Edwina (Kate) scopre le reali intenzioni del visconte Bridgerton, prova in tutti i modi a boicottare il possibile matrimonio tra la sorellina e quel nobile arrogante e cinico.
Le schermaglie verbali tra i due, però, non faranno che avvicinarli pericolosamente l'uno all'altra.
Lo scandalo è dietro l'angolo.

Attorno ai filoni principali, ne gravitano altre che danno il via a sotto trame: Eloise, sorella minore di Daphne e Anthony, "accusata" dalla regina di essere nientemeno che Lady Whistledown; lady Featherington, impegnata a far sposare una delle figlie con il cugino venuto a insediarsi in casa loro; Penelope, che prosegue a nascondere il proprio segreto (il quale verrà scoperto da Eloise al termine della stagione) e i propri sentimenti per Colin Bridgerton.

L'ho seguita con sufficiente interesse, più che altro perché adoro in generale i film e le serie in costume, le ambientazioni inglesi e il periodo storico; inoltre, sono storie che mi ricordano la cara zia Jane, anche per l'ironia che ne accompagna "il racconto"; ho preferito la prima alla seconda, che ho trovato in alcuni punto un po' moscia; non so, forse la storia tra Anthony e Kate mi ha presa di meno.

Comunque vedrò anche la terza ^_^


E questo è quanto!!
Fatemi sapere se avete visto queste serie e cosa ne pensate; 
se poi avete dei titoli da consigliarmi, fatevi sotto!
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