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sabato 30 ottobre 2021

Recensione: DUE DI CUORE. IL FASCINO DISCRETO DELLA RELAZIONE di Silvano Bordignon



Costruire una relazione di coppia piena e appagante non è qualcosa che avviene dall'oggi al domani: richiede tempo, volontà, l'impegno di conciliare il proprio legittimo desiderio di vivere in libertà la propria progettualità ed autorealizzazione con quello di un'altra persona, con cui cominciare e portare avanti un percorso di vita insieme. L'autore ci ricorda che anche in una società complessa come quella attuale, pur con tante problematiche, questo non solo è possibile, ma ne vale la pena.



DUE DI CUORE. IL FASCINO DISCRETO DELLA RELAZIONE
di Silvano Bordignon

Casa Editrice Kimerik
170 pp

Ogni coppia è formata da due individui unici, ognuno con una sua storia e un vissuto personali, un proprio stile di vita, le proprie origini familiari.
È fondamentale capire se e come si desidera conciliare due percorsi differenti e superare insieme le naturali difficoltà dovute all'essere individui diversi; è qualcosa che molto probabilmente ci vedrà occupati per molti anni... se non per tutto l'arco della vita (o comunque degli anni che trascorreremo con la stessa persona).

Sono molti i fattori intervengono nella costruzione di legami di coppia, tra cui l'essere figli unici o meno, la situazione socio-economica di provenienza, il modello genitoriale che, volenti o nolenti, ci influenzerà da adulti, come ci ha influenzati e formati da bambini.

"Realizzare un armonico rapporto di coppia è un percorso lungo, fatto di assestamenti continui".

È un lavoro che richiede tempo, impegno, pazienza, elasticità mentale, comprensione, sempre conservando la consapevolezza che le difficoltà non sono legate alla presenza del sentimento, ma che anzi sarà quest'ultimo ad aiutarci ad affrontarle nel modo più saggio.
Emerge in tutto il libro un concetto basilare: l'amore come scelta, la scelta di fare un percorso insieme ad un'altra persona che ogni giorno scegliamo come compagno/a di vita, confermando di voler amarla comunque e nonostante i disaccordi, gli ostacoli, o "semplicemente" i difetti.

L'autore ha maturato negli anni molta esperienza nell'ambito del sostegno psicologico alle coppie in difficoltà e questo libro è frutto proprio dei tanti incontri, colloqui pubblici e privati avuti con tantissime coppie giovani e non; egli ci conduce in un affascinante viaggio all'interno del complesso universo che è la coppia, e lo fa ad es. attraverso il ricorso ad opportune metafore ed associazioni di idee, ad immagini tratte dalla realtà concreta, che risultano sempre di immediata comprensione in quanto ognuna si sofferma su specifiche caratteristiche accomunabili alle relazioni amorose.

Bordignon riporta, dunque - anche solo con poche ma incisive frasi -, brevi dialoghi avuti con coppie da lui seguite e i consigli dati alle stesse; non solo, ma attinge, con leggerezza e autoironia, alla propria esperienza matrimoniale e famigliare (come marito e come padre), così che il lettore abbia la piacevole percezione di ascoltare un amico, o meglio un professionista che, amichevolmente, sa indirizzarti verso dritte e suggerimenti inducendoti alla riflessione, all'autoesame, aiutandoti a soffermarti su aspetti importanti ed utili a migliorare i rapporti col partner; non si avverte mai tra le pagine un tono né un intento meramente didascalici, "da professore che trasmette nozioni dall'alto della propria cattedra", bensì ho trovato molta dolcezza, una professionalità ed una saggezza dovute all'esperienza (personale e professionale) maturata sul campo, fatta propria e condivisa con gli altri.

Questo breve manuale si legge con incredibile scorrevolezza, grazie alla penna intelligente ed equilibrata di Silvano Bordignon, che sa come accompagnare con delicatezza il lettore all'interno dell'articolata ed affascinante avventura che è la costruzione di una relazione sentimentale stabile, basata sul rispetto e fedeltà reciproci, sull'empatia, sulla complicità e l'intesa in ogni ambito (affettivo, sociale, intellettuale/culturale, sessuale...); una relazione in cui si cresce insieme giorno per giorno, ci si arricchisce e completa a vicenda, imparando a risolvere conflittualità e ostacoli.

Un trattato chiaro, scritto con un linguaggio semplice ed accessibile a tutti, in grado di offrire molti spunti interessati a coppie giovani e meno giovani.

venerdì 13 marzo 2020

Pillole di... narrazione, empatia, simedonia



Il racconto è una narrazione che possiede dettagli che attengono all'universo soggettivo più profondo e  agisce sul fronte delle sensazioni.

Perché sin da piccoli ci affascinano le storie che ci vengono narrate?

Perchè cerchiamo nelle storie un significato, cominciamo a fare riflessioni con la nostra vita personale e scopriamo significati che sono collegati ai nostri.

Ogni volta che gli sarà possibile, il bambino proverà a rielaborare quanto vissuto creando un
racconto, narrato o scritto, al quale aggiungerà significati legati ai propri vissuti emozionali personali.
elaborerà così una propria strategia cognitiva e narrativa, per superare difficoltà quotidiane,  DISAGI EMOTIVI, e imparare a conoscersi, autostimarsi, costruire il proprio sé.
Quando si narrano e si esprimo emozioni, ci si educa anche ad esprimerle in maniera adeguata.

Lo psicologo Bruner si è dedicato al concetto di PENSIERO NARRATIVO, che è una modalità di organizzazione dell'esperienza e legato alle norme sociali e alla cultura.
La narratività è trasversale, è un modo di pensare che attraversa tutti gli emisferi cerebrali; si basa su valori, credenze, coinvolge le parti più umane, le relazioni sociali.
Il pensiero narrativo ci fa entrare in rapporto con l'altro; con le narrazioni i bambini imparano diversi concetti, ad es. la sequenzialità, l'intenzionalità, i ruoli sociali e la sospensione del giudizio, che è un aspetto importante, in grado di favorire l'empatia, l'apertura verso l'altro, diverso da me.


EMPATIA

s. f. dal gr. emp{átheia} ‘passione’, comp. di en ‘in’ e p{áthos} ‘affetto’,
traduce il  ted. Einfühlung.

In psicologia, in generale, è la capacità di comprendere lo stato d’animo e la situazione emotiva di un’altra persona, in modo immediato, prevalentemente
 senza ricorso alla comunicazione verbale. 

Più in partic., il termine indica quei fenomeni di partecipazione intima e di immedesimazione attraverso i quali si realizzerebbe la comprensione estetica.


Solitamente, quando si parla di empatia, è facile associarla a qualcosa di "negativo"; mi spiego: le ricerche sull'empatia nelle scienze sociali e comportamentali si sono maggiormente concentrate sulla condivisione empatica del dolore (empathic sorrow), intesa come uno stato emotivo negativo tendente ad alleviare le disgrazie altrui (Royzman & Rozin, 2006) o come capacità di capire la sofferenza delle altre persone.

Un recente studio condotto da Pittinsky e R. M. Montoya*  ha invece studiato la variante positiva dell'empatia, la gioia empatica (empathic joy). nel contesto delle relazioni tra gruppi.
 
Alla ricerca hanno partecipato 1.216 insegnanti per indagare se i loro atteggiamenti di'empatia verso i propri gli studenti, in particolare di quelli appartenenti a minoranze etniche, influenzassero il loro stile di insegnamento e l'apprendimento degli studenti stessi.

Coerentemente con le aspettative, si è scoperto che l'esperienza di gioia empatica da parte degli insegnanti comportava migliori risultati da parte degli studenti nonché una maggiore allophilia (atteggiamento positivo nei confronti dei membri di un gruppo esterno al proprio, soprattutto dal punto di vista etnico) verso gli studenti stessi.

I ricercatori summenzionati hanno introdotto anche un'altra parola accanto a empatia: simedonia.

Di che si tratta?

E' l’esperienza di chi gioisce per la Felicità altrui. 
Il “prendersi cura” degli altri, produce “imitazione somatica”(una sorta di “contagio emotivo” che porta alla “sincronizzazione emotiva”) e fa sviluppare nei soggetti che la attuano, competenze sociali, emotive, cognitive complesse.



Fonti:

Webinar Pedagogia narrativa e soft skills.
*Empathic Joy in Positive Intergroup Relations, Psychology Faculty Publications, n. 29, 2016

sabato 9 novembre 2019

Novità editoriali Armando Editore (novembre 2019)



Come state trascorrendo questo sabato pomeriggio, cari lettori?
Io sto aspettando che i miei cornetti sfogliati lievitino in forno, e intanto ho pensato di fare un salto sul blog per aggiornarvi sulle ultimissime novità Armando Editore!


Armando Editore





Il bene comune di Benedetta Cosmi (146 pp, 14 euro)

Un vademecum progettuale.
Rete, materiali, progetti concreti ma soprattutto l’idea della società che si vuole costruire. Che combatte l'alienazione quella che altrimenti colpisce gli individui, ma contagia società e comunità intere.
Che società si crea quando si priva della possibilità o perfino del desiderio di avere accesso alle risorse culturali? Da questa domanda di vent'anni fa di Chomsky, ne Il bene comune, Cosmi parte.
La lettura, "è un autentico e insostituibile bene comune".
I musei, le biblioteche, i corpi intermedi, le piazze, la scuola, l'università, i luoghi dell'innovazione, i centri culturali, sportivi, l'associazionismo, le aziende, i libri, i bimbi, sono il bene comune, di cui parla l'autrice.
Storie di un presente che non pensava al futuro e di generazioni che cercano una società aperta, basata sul lavoro e merito, in Italia, talora all'estero. Programmi per chi resta.
È come un giro d'Italia (non fisico, città per città ma di rappresentanza, rappresentanza politica di quello che è stato fatto, si può fare si potrebbe ancora fare meglio su tutto il territorio nazionale con le persone che possono collaborare).
E (come ama ricordare il direttore del Corriere della sera) un capitolo è dedicato anche all’idea di Benedetta Cosmi di un “giornalismo costruttivo”, "che prende a cuore un problema e lo segue fino a quando le risposte pubbliche e private che quel problema pone non saranno arrivate".
Il lettore farà parte delle riunioni, entrerà nelle stanze dei direttori, rettori, presidenti, con chi ha il “potere per”. Avrà voglia di trascorrere le sue notti in biblioteca.

L'autrice.
Benedetta Cosmi si laurea con lode all’Università di Roma La Sapienza dove ha conseguito nel 2008 il titolo del Senato accademico attribuito ai migliori laureati "eccellenti". Cinque pubblicazioni, attualmente in libreria con È il futuro, bellezza! I giovani e la sfida del lavoro.
Innovation manager, dal 2015 dirige il primo Dipartimento Innovazione del sindacato Cisl Milano Metropoli, con il progetto Scuola lavoro.
Come saggista e giornalista ha firmato importanti inchieste sul sistema scolastico e sul mondo del lavoro, su Corriere.it
Ha diretto una web serie sulle nuove generazioni.
È stata consulente della Finanziaria della Regione Lombardia, Finlombarda.




LEGAMI CRIMINALI di Pino Casamassima (15,00 €, 304 pp)

Gennaio 1971, in un borgo sulle colline del Garda viene ucciso un anziano, un solitario d’origine toscana i cui unici interessi sono la caccia e il suo orto. Molti anni dopo, un’unica mano compie una serie di delitti anche oltre i confini italiani, mentre una banda armata viene sgominata dopo la sua ultima, clamorosa azione a Milano. Tutto slegato nel tempo e nei luoghi. Ma questa è solo l’apparenza. 
Con una scrittura che intreccia più generi e più forme narrative, Casamassima costruisce una storia che ne contiene diverse, seppure tutte riconducibili a un’unica genesi.

L'autore.
Pino Casamassima è un giornalista professionista e autore. Scrive per il “Corriere della Sera”, “Focus Storia”, “BBC History”. Ha pubblicato una quarantina di libri, alcuni dei quali tradotti all’estero, Cina compresa. Per il teatro ha scritto una ventina di testi, fra cui i monologhi da lui stesso interpretati. Fra un saggio e un altro si confronta con la narrativa: questa è una delle volte (più
felici). Vive a Gardone Riviera. 



Lo psicoterapeuta ricercatore di Edoardo Giusti e Eleonora Picerni (208 pp, 24,00 euro)

Il libro di Giusti e Picerni tiene ottimamente fede al suo impegno di costituirsi come guida  propedeutica alle tematiche della ricerca sulla psicoterapia. L’esposizione dei temi è esaustiva e tuttavia in linguaggio accessibile vengono affrontate sia le problematiche tradizionali – con
opportuni chiarimenti storici – sia i più recenti aggiornamenti, le innovazioni sul piano degli strumenti e le acquisizioni dell’ultimo decennio. L’impressione è di una vista dall’alto di un panorama sempre più interessante e in via di sviluppo.

L'autore.
Edoardo Giusti, Presidente dell’A.S.P.I.C. - Associazione per lo Sviluppo Psicologico dell’Individuo e della Comunità, con sedi dislocate a livello nazionale. È direttore della Scuola di specializzazione in Psicoterapia Pluralistica Integrata con autorizzazione ministeriale e professore a contratto presso la Scuola di specializzazione in Psicologia clinica dell’Università degli Studi di Padova. Svolge attività clinica e di supervisione didattica per psicoterapeuti. È Presidente onorario dell’ASPIC ARSA Ricerca Scientifica Applicata. Autore di oltre 110 volumi. 

Eleonora Picerni - Ph.D. Dottore di Ricerca in Psicobiologia e Psicofarmacologia. Psicologa Clinica e Psicoterapeuta, oltre all’attività clinica e di ricerca scientifica è coautrice di articoli su riviste  internazionali e saggi specialistici in ambito psicologico. Collabora con la Fondazione “Santa Lucia” e ha pubblicato presso la nostra collana il testo Dissociazioni e conflitti. Valutazioni e terapie delle unità traumatizzate.


La rete di Antonio Martusciello (10 euro, 96 pp)

Negli ultimi anni, il settore dell’informazione è stato attraversato da notevoli cambiamenti. Oggi, la disponibilità illimitata di documenti e materiali consente la possibilità di una fruizione e di un utilizzo delle fonti on demand, in qualsiasi luogo e in qualunque momento.
I cittadini poi diventano protagonisti, partecipando alla generazione delle notizie, attraverso il citizen journalism. Da un lato, con le tecnologie comunicative, come tablet o smartphone, anche gli users possono produrre materiale di interesse giornalistico, dall’altro, l’avvento delle piattaforme di condivisione sociale, consente una partecipazione attiva al dibattito pubblico e una potenziale amplificazione delle news. Elementi sicuramente positivi se coincidenti con l’articolazione di un’offerta armoniosa dell’informazione. Questa è oggi caratterizzata da una notevole copiosità, ma si presenta sul web il più delle volte gratuita, almeno in termini monetari, generando nel settore un grave fallimento di mercato, sia per la difficoltà di stimolare il pagamento per i contenuti fruiti, sia per l’acquisizione di quote di fatturato pubblicitario a danno degli editori e a favore delle piattaforme di aggregazione, ricerca e condivisione. Un sistema che rischia di innescare una spirale tesa verso una drammatica riduzione delle risorse per i media tradizionali, a cui possono venire a mancare i fondi necessari per produrre e stimolare inchieste di qualità. Da queste basi, il saggio intende analizzare l’impatto che gli sviluppi tecnologici producono sull’economia e sul contesto sociale, invitando a riflettere sulla necessità di un’appropriata politica pubblica in grado di tutelare i diritti e le libertà fondamentali, ma anche capace di stimolare l’innovazione e lo sviluppo dei servizi.

L'autore.
ANTONIO MARTUSCIELLO, già Parlamentare con una importante esperienza manageriale nel settore dei media, ha ricoperto incarichi di governo in qualità di Sottosegretario all’Ambiente e Vice Ministro dei Beni e delle Attività Culturali. Dal 2010 è Commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e componente della Commissione Servizi e Prodotti. Dal 2011 è docente presso la facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, dove è titolare dei corsi in “New media e garanzie del consumatore” e in “Diritto dell’Informazione nel mondo globale”. È professore straordinario presso l’Università degli Studi Unipegaso, titolare del corso di Sociologia.




Gioco e realtà di Donald Winnicott (255 pp, 20,00 euro)

Il grande classico di Donald Winnicott viene riproposto in una nuova edizione e con una nuova traduzione che ne aggiorna il linguaggio psicoanalitico, rendendolo più moderno per il lettore contemporaneo. Il saggio raccoglie alcuni degli studi più importanti di Winnicott sullo sviluppo infantile e sul modo in cui il bambino “fa” e percepisce il mondo, riferendosi soprattutto al formarsi della sua vita immaginativa.

L'autore.
Donald Winnicott (1896-1971) è stato un pediatra e psicoanalista britannico. La sua osservazione verteva principalmente sul rapporto madre- figlio. Le sue originali teorie sullo sviluppo psicologico ed emotivo del bambino sono tuttora alla base degli studi dei professionisti di questa materia.




ATOMISMO E CORPUSCOLARISMO nella Napoli di fine Seicento di Alberto Labellarte (208 pp,
15 euro)

Ambientato nel Regno di Napoli del tardo Seicento, il saggio esplora la cultura dell’epoca attraverso la vicenda biografica dei membri dell’Accademia degli Investiganti, Tommaso Cornelio, Lucantonio Porzio, Francesco d’Andrea e Giuseppe Valletta. Attraverso l’analisi delle opere degli Investiganti, il testo mostra un quadro della loro riflessione filosofico-scientifica dovuta alla diffusione delle teorie atomistiche dei maggiori pensatori europei (Boyle, Descartes, Galilei, etc.) nei circoli partenopei.

L'autore.
ALBERTO LABELLARTE è nato a Modugno (BA) e vive a Valenzano (BA). Ha compiuto i suoi studi presso l’Università degli Studi di Bari ‘Aldo Moro’ dove ha conseguito la laurea magistrale in Scienze Filosofiche e il dottorato di ricerca in Filosofia e Storia della Filosofia. È docente di Filosofia e Storia a tempo indeterminato dal 2017.




Passaggi, ponti, pontefici di Antonello Armando (256 pp, 15,00 €)

Grazie alle riflessioni nate dall’incontro con Angelo Brelich e dalle letture delle opere di Mircea Eliade ed Ernesto de Martino ma anche da quelle di filosofi diversamente orientati come Kirkegaard e Feuerbach, nasce questo saggio. L’obiettivo, attraverso un linguaggio semplice e accessibile, è quello di tramandare ciò che l’autore ha appreso ai giovani, che vivono oggi in un mondo attraversato da conflitti religiosi e da un uso spesso improprio della religione.

L'autore.
ANTONELLO ARMANDO si è laureato in filosofia teoretica con Ugo Spirito e Tullio Gregory e si è formato come psicoanalista in Francia e in Italia. Ha inseg­nato Psicologia dinamica e Psicologia generale nelle Università di Siena, Roma e Napoli.


domenica 27 ottobre 2019

IL FILO TESO di Stefano Vicari e Andrea Pamparana: storie di giovani tra salute e disturbo mentale



Il disagio mentale degli adolescenti raccontato da un neuropsichiatra infantile e da un giornalista.



IL FILO TESO 
di Stefano Vicari e Andrea Pamparana



Giunti Edu
128 pp
12 euro
“Il primo segreto è non aver paura. I ragazzi la sentono e non si fidano di chi ha paura di loro..."



Storie di giovani vite sul filo, che tentano equilibrismi incerti tra salute e disturbo mentale, con il rischio costante che quel filo teso si spezzi e si cada nel vuoto.
Un filo che è anche un legame, un materiale fragile che ciò nonostante unisce, ricollega, mette insieme...

È il filo rosso che lega i tre protagonisti del libro: Francesco Nitti, primario di neuropsichiatria infantile, appassionato e competente, Antonio Martini, un giornalista curioso che vuole fare un documentario sull’autismo e loro, i ragazzi e le ragazze che vivono il disagio psichico: Pamela, consumata dall’anoressia; Mario, così grande e grosso, pieno di angoscia che manifesta in esplosioni di aggressività incontrollabili; Valentina, che chiede disperatamente di essere ascoltata tentando il suicidio; Giulia, tossica, vittima di violenze e sfruttamento sessuale; Arianna, che scappa con il fidanzato senza comprenderne i rischi a causa della sua disabilità intellettiva; Marinella, persa nel suo mondo disegnato dall’autismo; Gilberto, fragile e manipolabile, che si lascia catturare dal blue whale. Infine Carmelo, nato Carmelina, che si batte per essere ciò che si sente di essere…
Un romanzo intenso che, attraverso il vissuto dei protagonisti, porta alla luce l’intreccio di storie dalle mille sfaccettature, ci offre uno spaccato inedito della realtà dei disturbi psichiatrici tra gli adolescenti – considerati ancora un tabù – e si prefigge di rimodulare la definizione di disagio mentale per dargli l’aspetto che ha per natura: un disturbo come altri, da riconoscere e curare.

sabato 27 gennaio 2018

Recensione: PUOI FIDARTI DI TE di Raffaele Morelli



I consigli del noto psicologo e psicoterapeuta Raffaele Morelli a chi desidera comprendere come fare per tendere verso la felicità e imparare ad amarsi davvero.



PUOI FIDARTI DI TE
di Raffaele Morelli





Tutti noi, che ce ne accorgiamo o meno, indossiamo delle maschere nella nostra vita, nei nostri rapporti con gli altri; tutto ciò che noi crediamo di essere è, infatti, soltanto una maschera che raramente corrisponde all’essere invisibile che è alla base della nostra unicità. Per tale ragione, diffidiamo di chi dice “Io sono me stesso”, perché è solo un illuso…!
Eppure, dietro tali maschere, dentro di noi, c’è qualcosa che sa benissimo cosa è utile o meno per la nostra vita: è un’Immagine segreta, una forza originaria, innata e sconosciuta in grado di guidarci, curarci e donarci improvvisi “attacchi di felicità”, perché essa contiene tutto ciò che ci contraddistingue come persone, la struttura stessa della nostra personalità.
Ciò che dobbiamo fare è darle ascolto, chiudere gli occhi, dare un taglio a domande, dubbi, perplessità e fidarci di questa parte intima che abita in noi, nella nostra anima.

Secondo Morelli, non serve scervellarsi e ragionare su se stessi, sui propri pensieri, disagi, bensì ciascuno deve affidarsi a questa Immagine Originaria, questa traccia antica che vive dentro di noi e che da sola è capace di guidarci per “la giusta via”.

Certamente, non è semplice fidarsi della nostra voce interiore, soprattutto quando essa ci conduce verso malesseri e disturbi, ansie e pensieri negativi; eppure quelle che possono sembrare delle negatività da tener lontane, delle lacune da colmare, dei problemi da risolvere, dei traumi da superare… sono in realtà gli elementi che fanno di ciascuno di noi le persone uniche che siamo.

Solo accettandole possiamo imparare ad amare noi stessi. Soltanto chi decide di somigliare solo ed unicamente a se stesso - piuttosto che ai vari e distorti modelli che la società ci propone/impone - può aspirare alla felicità.

“Amarsi è desiderare la propria diversità, così com’è, con i suoi fastidi e i suoi tesori”.

“Il malessere non va visto come una punizione, ma come il tentativo di portare alla luce energie sepolte che il nostro IO non utilizza”.

Le parole d’ordine, quindi, per lo psicoterapeuta Morelli, non sono "sfògati”, “indaga nella tua anima, sui tuoi stati emotivi e cerca i perché delle tue azioni”, ma l’esatto contrario: smetti di interrogarti, di “ossessionare” la tua anima con domande inutili, di giudicarti, di restare attaccato ai pregiudizi, al passato, alle brutte esperienze… e fidati di te stesso.

Cosa vuol dire fidarsi di se stessi?

Questa è la domanda fondamentale, come il titolo stesso del libro ci lascia intuire, alla quale l’Autore prova a dare una risposta.

Il libro di psicologia scritto dal famoso psicoterapeuta, un volto noto che spesso vediamo ed ascoltiamo in tv, ha un linguaggio semplice, alla portata di tutti, in cui ritroviamo diverse citazioni ed aforismi di vari studiosi e intellettuali - filosofi, psicologi ecc… - e stralci di lettere e conversazioni intercorse tra l’Autore e le tantissime persone che hanno richiesto il suo aiuto; in queste pagine egli espone la sua visione di come si possa essere felici, spiegando che non è tanto il racconto di sé, dei propri problemi, ansietà, angosce… il punto di partenza per conoscersi meglio e tentare di raggiungere un equilibrio fisico e mentale, quanto l'accogliere questi problemi come punti di forza, come un modo che la nostra anima ha per prendersi cura di noi e mandarci del messaggi importanti.

Sinceramente mi aspettavo qualcosa di diverso, di più "pratico" ed utile;certo, lui fa spesso riferimento a problemi reali di tanta gente che gli ha chiesto aiuto, eppure ho trovato le sue risposte poco concrete, come se si fosse lasciato andare a una serie di frasi... "astratte", più filosofeggianti che legate agli aspetti concreti della vita, senza considerare il fatto che alla fine, gira e rigira, dice sempre le stesse cose, risultando quindi un tantino ripetitivo.
Come manuale di psicologia in grado di offrire spunti realmente efficaci, non so se lo consiglierei con troppa convinzione...

Voi avete letto questo o altri libri di Morelli?

giovedì 24 settembre 2015

Recensione: L'UOMO CHE SCAMBIO' SUA MOGLIE PER UN CAPPELLO di Oliver Sacks



Una lettura interessante, forse più impegnativa del solito, ma di certo molto molto istruttiva ed affascinante.


L'UOMO CHE SCAMBIO' SUA MOGLIE PER UN CAPPELLO
di Oliver Sacks


Ed. Adelphi
2001
Il dottor Sacks è stato un neurologo molto famoso, morto di recente, e in questo libro - pubblicato per la prima volta nel 1985 - egli ci illustra molto casi particolari con cui ha avuto a che fare.

Il primo caso presentato, che dà il nome al libro è quello del dottor P., affetto da agnosia visiva...:

 "un uomo che ha completamente perduto (anche se solo nella sfera visiva) l’emozionale, il concreto, il personale, il «reale»... ed è stato ridotto, per così dire, all’astratto e al categoriale, con conseguenze particolarmente assurde."

La storia di P. è la prova evidente che

"i processi mentali, che costituiscono il nostro essere e la nostra vita, non sono soltanto astratti e meccanici, sono anche personali; e in quanto tali implicano non solo la classificazione e l’ordinamento in categorie, ma anche una continua attività di giudizio e di sentimento. Se ciò va perduto, finiamo, come il dottor P., per assomigliare a degli elaboratori. Allo stesso modo, se cancelliamo il giudizio e il sentimento, l’elemento personale, dalle scienze cognitiviste, le riduciamo a qualcosa di carente, come il dottor P., e insieme riduciamo il nostro apprendimento del concreto e del reale." 

E poi c'è il paziente Jimmy, con un problema di memoria, o meglio una perdita della memoria recente, per cui dimenticava qualunque cosa gli venisse detta, mostrata o fatta.
Praticamente è un uomo senza passato (e senza futuro), bloccato in un attimo sempre diverso e privo di senso.

O ancora Christina, che aveva perso ogni propriocezione (capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio); non aveva controllo e consapevolezza dei propri muscoli, dei tendini, delle articolazioni, della temperatura; aveva perso il senso della posizione ed è come se il suo corpo fosse cieco; riusciva a muoversi solo guardando le parti del proprio corpo, come per riappropriarsene.

E poi ci vengono illustrati altri casi di pazienti che, ad es., non sentono come proprie certe parti del corpo, altri che percepiscono l'arto pur non avendolo più (arti fantasmi), o che non percepiscono più ciò che c'è a destra o a sinistra del proprio corpo.

Nella seconda parte del libro Sack ci espone casi di allucinazioni o sogni epilettici  non frutto di fantasie, bensì riconducibili a ricordi precisi e vividi, accompagnati dalle stesse emozioni che avevano accompagnato l’esperienza originaria.
Ancora, viene narrata l'esperienza di Sack con pazienti "ritardati", o i semplici, come li chiama lui, e che - a dispetto degli scarsi risultati nei test d'intelligenza e neurologici - nascondo anch'essi delle potenzialità, in particolare di tipo narrativo, simbolico, emozionale, e relazionarsi con loro ha arricchito il dottore soprattutto dal punto di vista umano, oltre che a livello di conoscenza..

La descrizione dei casi, per quanto precisa e non priva di termini tecnici, risulta comunque facilmente leggibile e molto accessibile, così che il lettore non ha l'impressione di trovarsi dinanzi ad un semplice manuale di neurologia.

Tra le considerazioni che ho potuto trarne, ce ne sono alcune che voglio condividere con voi:

  • La memoria del proprio passato, di ciò che si è stati e si è vissuto, è fondamentale per dare significato al presente e una direzione al futuro. Cos'è l'uomo senza la memoria?
  • Ogni uomo, anche quello affetto da deficit-handicap gravi (fisici, neurologici...), è in grado - se supportato adeguatamente - di compensare determinate mancanze, mettendo in moto risorse psicofisiche incredibili; è il caso, ad es., di molti soggetti autistici, che nonostante evidenti e gravi ritardi, mostrano incredibili "isole di abilità" in cui eccellono (ad es. nella musica, nel disegno).
  • Sacks ha dedicato tempo e sforzi alla ricerca ma soprattutto alle persone affette da queste malattie particolari, di cui la letteratura scientifica non diceva nulla a quel tempo, mostrando loro compassione, empatia, solidarietà, desiderando andare oltre la fisicità della malattia, della semplice e nuda "categorizzazione" da manuale, per darle una connotazione umana, meno scientifica e più "romantica".

E' un libro che consiglio e può piacere in particolare a quanti sono appassionati da tutto ciò che ha a che fare col cervello, con le le patologia che legano in modo inscindibile il corpo e la psiche.

martedì 1 settembre 2015

Prossima lettura: L'UOMO CHE SCAMBIO' SUA MOGLIE PER UN CAPPELLO di Oliver Sacks



Pochi giorni fa è deceduto Oliver Wolf Sacks, neurologo e scrittore britannico.

Sacks è stato autore di numerosi libri best seller, molti dei quali hanno per soggetto persone con disturbi neurologici. Il suo libro del 1973 Risvegli fu adattato in un film omonimo nel 1990.  Il suo libro L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello è stato pubblicato per la prima volta a Londra nel 1985.

L'AVETE LETTO? 
Io conto di farlo presto ^_^

L'UOMO CHE SCAMBIO' SUA MOGLIE PER UN CAPPELLO
di Oliver Sacks


Traduzione di Clara Morena
gli Adelphi
2001, 19ª ediz., pp. 301 
Oliver Sacks è stato un neurologo, ma il suo rapporto con la neurologia è simile a quello di Groddeck con la psicoanalisi.
Perciò Sacks è anche molte altre cose: «Mi sento infatti medico e naturalista al tempo stesso; mi interessano in pari misura le malattie e le persone; e forse anche sono insieme, benché in modo insoddisfacente, un teorico e un drammaturgo, sono attratto dall’aspetto romanzesco non meno che da quello scientifico, e li vedo continuamente entrambi nella condizione umana, non ultima in quella che è la condizione umana per eccellenza, la malattia: gli animali si ammalano, ma solo l’uomo cade radicalmente in preda alla malattia».
E anche questo va aggiunto: Sacks è uno scrittore con il quale i lettori stabiliscono un rapporto di tenace affezione, come fosse il medico che tutti hanno sognato e mai incontrato, quell’uomo che appartiene insieme alla scienza e alla malattia, che sa far parlare la malattia, che la vive ogni volta in tutta la sua pena e però la trasforma in un «intrattenimento da Mille e una notte».

Questo libro, che si presenta come una serie di casi clinici, è un frammento di tali Mille e una notte – e ciò può aiutare a spiegare perché abbia raggiunto negli Stati Uniti un pubblico vastissimo.
Nella maggior parte, questi casi – ma Sacks li chiamava anche «storie o fiabe» – fanno parte dell’esperienza dell’autore.
Così, un giorno, Sacks si è trovato dinanzi «l’uomo che scambiò sua moglie per un cappello» e «il marinaio perduto». Si presentavano come persone normali: l’uno illustre insegnante di musica, l’altro vigoroso uomo di mare.
Ma in questi esseri si apriva una voragine invisibile: avevano perduto un pezzo della vita, qualcosa di costitutivo del sé. Il musicista carezza distrattamente i parchimetri credendo che siano teste di bambini. Il marinaio non può neppure essere ipnotizzato perché non ricorda le parole dette dall’ipnotizzatore un attimo prima. Che cosa vive, se non sa nulla di ciò che ha appena vissuto? 
Rispetto alla normalità, che è troppo complessa per essere capita, e tende a opacizzarsi nell’esperienza comune, tutti i «deficit» o gli eccessi di funzione, come li chiama la neurologia, sono squarci di luce, improvvisa trasparenza di processi che si tessono nel «telaio incantato» del cervello.
Ma queste storie terribili e appassionanti tendono a rimanere imprigionate nei manuali.
Sacks è il mago benefico che le riscatta, e per pura capacità di identificazione con la sofferenza, con la turba, con la perdita o l’infrenabile sovrabbondanza riesce a ristabilire un contatto, spesso labile, delicatissimo, sempre prezioso per i pazienti e per noi, con mondi remoti altrimenti muti.
Questo è il libro di un nuotatore «in acque sconosciute, dove può accadere di dover capovolgere tutte le solite considerazioni, dove la malattia può essere benessere e la normalità malattia, dove l’eccitazione può essere schiavitù o liberazione e dove la realtà può trovarsi nell’ebbrezza, non nella sobrietà».

martedì 1 luglio 2014

Curiosità ... da thriller psicologici



Quando si legge un romanzo, spesso si imparano delle cose ed io, leggendo il thriller "La terapia", ho "conosciuto" una malattia psichiatrica di cui non avevo ancora sentito parlare.

Sto parlando della Sindrome di Münchausen per procura.
Di che si tratta?

All'interno delle varie tipologie di comportamenti delittuosi, un posto particolare è occupato dalla sindrome di Munchausen per procura (MSP). 
Il nome di questa sindrome deriva da un personaggio effettivamente esistito, per l’appunto il barone di Munchausen, che visse in Germania nel XIX sec. Questo nobiluomo, che a un certo punto della sua vita si ritirò nella tenuta di famiglia dalle parti di Hannover, era noto per i suoi racconti estremamente fantasiosi e avvincenti, ma soprattutto umoristici. 
La Sindrome di Munchausen indica il comportamento di quegli adulti che hanno un disturbo creato artificialmente, una finta malattia che li porta a richiedere costantemente e pervicacemente l´intervento medico per proprie sindromi che sono inesistenti. La variante che qui interessa, che è per l´appunto la Sindrome di Munchausen per procura, riguarda chiunque induca in modo costante dei sintomi su un´altra persona, in modo che questa venga considerata malata. 
La definizione nella sua accezione più generale è diretta a generiche vittime, che possono anche essere adulti o anziani. Ma si tende a usarla essenzialmente quando le vittime siano bambini. 
I criteri in base ai quali si considera presente la sindrome di Munchausen sono fondamentalmente quattro: 
 
1. malattia di un bambino causata da un genitore o da qualcuno che è in loco parentis 
2. il bambino viene sottoposto a visite mediche prolungate e a trattamenti complessi 
3. colui che danneggia il bambino nega di conoscere la causa della malattia 
4. i sintomi acuti e i segni della malattia cessano quando il bambino viene allontanato 
da chi la causa. 

La sindrome conduce alla morte circa il 10% delle vittime. La differenza caratterizzante di questa specifica tipologia di morte è la non istantaneità: nel caso della sindrome di Munchausen per 
procura si parla di un comportamento prolungato nei mesi, talvolta negli anni, di queste madri nei confronti dei figli. 
,
 
Le modalità con cui si manifesta la sindrome di Munchausen per procura sono le più varie. 
Può essere attivata un´opera di suggestione per convincere il bambino di essere malato, o possono essere prodotti sintomi somministrando sostanze nocive. Si può  attuare la simulazione di una malattia inesistente, o la sua induzione volontaria. A questo proposito va osservata l´estrema varietà dei comportamenti, che vanno dall’omissione di cure (quando un bambino soffre di determinate patologie croniche, asma o allergie) alla somministrazione di sale, droghe o altre sostanze nocive, 
al soffocamento, arrivando addirittura all’iniezione di feci, urina, saliva, e in particolare veleno di vari tipi. 


lunedì 5 maggio 2014

Recensione: SOMNIA ANIMAE di Manuela Micheli



Ed eccomi qui a condividere con voi questo racconto psicologico, molto ben scritto a appassionante!!

SOMNIA ANIMAE
di Manuela Micheli


Somnia Animae
73 pp
1.02 euro
QUI per
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Trama

Angela è una giovane donna che, costretta a convivere conattacchi di panico improvvisi e disturbi del sonno che la tormentano, cerca di costruirsi una vita nonostante i problemi di salute.
Il trasferimento da Guascerno, difficile da raggiungere e scarsamente popolato, a casa di Patrizio, un amico d'infanzia che abita in città, le permette non solo di avvicinarsi al luogo in cui lavora ma anche di allontanarsi per qualche tempo dalla madre, apprensiva e soffocante, e da Augusto, il fratello con il quale ha instaurato un rapporto morboso e per certi versi ossessivo.
Guidata da uno psicologo quasi rassegnato, da una sorella disillusa e da un fratello dall'atteggiamento equivoco, è grazie a questa rottura con la routine quotidiana che Angela sarà in grado di affrontare le pagine di un diario che aveva involontariamente tenuto nascosto e di aprire una finestra alla quale per anni non aveva avuto il coraggio di affacciarsi.
Quando ormai passato è risolto l'incertezza del futuro non può che aprire di fronte alla donna strade imprevedibili, costringendola però a porsi sempre la stessa domanda: chi è la vittima?


il mio pensiero
Angela è una giovane ragazza di 22 anni, che vive con i genitori, molto apprensivi nei suoi riguardi, come lo sono - seppure in maniera differente - il fratello Augusto e la sorella Joanna (gemelli tra loro), di diversi anni più grandi di lei.
L'iper-protettività scaturisce dal fatto che, sin da quando era bambina, Angela soffre di alcuni disturbi: sonnambulismo e attacchi di panico; per non parlare degli incubi che popolano la sua mente quando riesce a dormire.
Vive in un continuo stato d'ansia e inquietudine, sente le proprie fragilità eppure qualcosa in lei reclama un minimo di indipendenza da una realtà familiare che, per quanto lei ami, la soffoca.
Tant'è che deciderà di trasferirsi dal piccolo ed isolato paesino di Guascerno alla città più vicina, per andare a vivere in casa di un amico, Patrizio.
Scelta che non piacerà a nessuno, in famiglia, soprattutto alla mamma e al fratello.
E' quest'ultimo, e il rapporto con lui, a soffocarla e a metterla molto a disagio perchè se quello con Joanna è sereno e di complicità, quello col fratello è .... ambiguo.
Verso di lui Angela prova attrazione, timore, a volte vorrebbe non averlo tra i piedi e non sentirsi il suo fiato sul collo (soprattutto in merito alla presenza di Patrizio nella vita della sorella), altre volte lo guarda con ammirazione e si rende conto che i propri sentimenti e sensazioni sono molto "strani", singolari, poco chiari anche a lei stessa.

E lui, Augusto? Come mai è tanto morboso e possessivo, verso la sorellina?

A chiarirci la situazione sono gli sprazzi di sedute psicoterapeutiche col dottor Grivaldi, che risulterà essere colui che prima di tutti comincerà a capire cosa sta all'origine dei disturbi psicologici della sua giovane paziente.
Ad aiutarlo, in particolare, la lettura del diario, nel quale la ragazza scrive quel che sente e vive, in particolare in riferimento al contenuto degli incubi e a ciò che provocano in lei a livello emotivo.
Non solo, ma il diario consiste in un vecchio quaderno che lei in passato usò per scrivervi i propri piccoli segreti di ragazzina, ai tempi in cui.... qualcosa accadde per rompere gli equilibri emotivi interiori della nostra protagonista.
Ma di cosa si tratta?

Ne verranno fuori segreti di famiglia "terribili", di quelli di cui mai vorresti venire a conoscenza, e pian piano i ricordi ad Angela torneranno, improvvisi (ed in seguito a "dettagli" apparentemente insignificanti) e sconvolgenti!

Ho detto a sufficienza e non aggiungo altro, anche perchè è un racconto e, essendo breve, è facile poi rischiare di spingersi oltre.

Vi dico solo che consiglio di leggerlo perchè è scritto bene, in modo molto accurato, tanto nel linguaggio quanto nella tematica affrontata (psicologica, e si sente che l'Autrice conosce la materia che sta trattando), e ancora nel tratteggio dei personaggi.
Coinvolge dalle prime righe fino alle ultime (con un finale per nulla scontato, forse quello al quale il lettore penserebbe meno) e lo si legge tutto d'un fiato, ed immagino che la ragione principale stia nel fatto che si toccano sfere che, per motivi diversi, possono accomunare molti lettori: la famiglia, con i suoi piccoli e grandi segreti, il rapporto tra fratelli e sorelle, il ricordo di esperienze traumatiche e le loro conseguenze sul presente...

Ringrazio l'Autrice Manuela Micheli per l'opportunità di leggere questo suo breve romanzo e non posso che consigliarvelo con molto entusiasmo.

lunedì 3 febbraio 2014

Cineromanzo... da Oscar: QUALCUNO VOLO' SUL NIDO DEL CUCULO



Il libro diventato film che oggi ricordiamo ha vinto, a suo tempo, tutti e cinque gli Oscar principali (miglior film, miglior regista, miglior attore, miglior attrice, migliore sceneggiatura non originale).

Personalmente mi mancano sia il libro che il film...; vorrei potervi dire che a breve colmerò la lacuna, ma è meglio non farsi troppe promesse... ^^

Voi avete letto il libro o visto il film?

QUALCUNO VOLO' SUL NIDO DEL CUCULO
di  Ken Kesey


Qualcuno volò sul nido del cuculo
Ed. Bur
Trad B. Oddera
394 pp
9.90 euro
2001
Trama

Miss Ratched governa con pugno di ferro e un soave sorriso il suo reparto, in un ospedale psichiatrico dell'Oregon. 
All'improvviso arriva McMurphy, un irlandese cocciuto, spavaldo, allegro e ribelle. 
Fra lui e la Grande Infermiera inizia subito un duello all'ultimo sangue. 
McMurphy risveglia gli altri pazienti ormai svuotati e avviliti dalle "terapie" e riesce a portare una ventata di umanità e calore. 

    Per la stesura di Qualcuno volò sul nido del cuculo Kesey trasse ispirazione dalla sua esperienza nell'ospedale dei veterani di Menlo Park. Qui Kesey passò molto tempo a parlare con i pazienti, a volte sotto l'effetto delle droghe psicoattive che aveva volontariamente deciso di testare. Egli riteneva che questi pazienti non fossero "pazzi", bensì individui rifiutati dalla società perché non conformi agli stereotipi convenzionali di comportamento e pensiero.

L'autore.
Ken Kesey, nome completo Kenneth Elton Kesey, è stato uno scrittore statunitense. Esponente della controcultura statunitense della seconda metà del secolo scorso, Kesey divenne noto per il romanzo Qualcuno volò sul nido del cuculo
.
Da questo romanzo è stato tratto l'omonimo film interpretato da Jack Nicholson, Will Sampson e Danny De Vito.
-

Qualcuno volò sul nido del cuculo (One Flew Over the Cuckoo's Nest) è un film del 1975 diretto da Miloš Forman.

Ha segnato la storia del cinema nella trattazione innovativa di un argomento molto delicato come il disagio presente negli ospedali psichiatrici, denunciando in maniera drammatica il trattamento inumano cui sono stati sottoposti i pazienti ospitati nelle strutture ospedaliere statali, verso i quali è stato vigente un atteggiamento discriminatorio, alimentato dalla paura dell'aggressività che caratterizza in qualche caso la malattia mentale.

VEDI UNA SCENA DEL FILM


Curiosità.

  • Il titolo è altamente simbolico, ma la traduzione italiana limita la comprensione effettiva del suo significato. Letteralmente riprende il verso di una filastrocca: Three geese in a flock, one flew East, one flew West, one flew over the cuckoo's nest ("Uno stormo di tre oche, una volò ad est, una volò ad ovest, una volò sul nido del cuculo").  Il termine inglese "cuckoo" indica propriamente il cuculo, ma in senso traslato significa anche "pazzo" e quindi il titolo potrebbe essere tradotto con "qualcuno diventò pazzo".  Il cuculo non costruisce un proprio nido ed è solito deporre le sue uova in quelli altrui. I piccoli di cuculo, una volta venuti al mondo, spingono fuori dal nido i figli degli uccelli che lo hanno costruito. Questa prole adottiva viene poi nutrita dai nuovi genitori che, guidati dall'istinto, continuano ad accudire i nuovi nati come se fossero i loro.  Un ulteriore significato può essere dato dal fatto che, il protagonista, giunto nell'ospedale psichiatrico, porta gli altri pazienti ad interpretare la loro permanenza all'interno della struttura in modo innovativo, fuori dai canoni infermieristici e cambiando abitudini, stravolgendo cioè "il nido" e le sue precedenti regole.
.
  • Il film fu girato in un vero ospedale psichiatrico.
  • Kesey, inizialmente coinvolto nella lavorazione del film, rinunciò nel giro di due settimane. Disse di non aver nemmeno mai visto la pellicola perché vi fu una diatriba riguardo alla somma di $20,000 con cui fu inizialmente ricompensato per i diritti della sua opera. Inoltre non condivise la scelta di non far narrare la vicenda dal Capo Bromden, come avviene invece nel libro.
  • Il film evidenziò alcuni attori allora sconosciuti o poco in rilievo: come Danny DeVito, Christopher Lloyd o Brad Dourif.
  • Jack Nicholson e Scatman Chroters si ritrovarono a lavorare nuovamente insieme 5 anni dopo in "Shining" di Stanley Kubrick.
  • Dean R. Brooks che interpreta il dottor Spivey, era un vero dottore ed il principale dell'ospedale dove è stato girato il film.
  • Le scene e gli ambienti del video di "Basket case" dei Green day riprendono si rifanno chiaramente a quelle del film.

lunedì 13 maggio 2013

In libreria: WONDER! Non giudicare una persona dalla faccia



Buondì!!
Stamattina voglio parlarvi e segnalarvi una novità Giunti davvero molto interessante, per le tematiche affrontate che son davvero molto molto attuali.
Credo sia un libro da leggere, tanto per i grandi quanto per i giovanissimi!

Leggete la trama e ditemi cosa ne pensate! ^_^

WONDER
di R. J. Palacio


Copertina Wonder
Ed. Giunti
Collana Junior
Trad. A. Orcese
288 pp
9.90 euro
MAGGIO 2013

Trama

Il "fenomenale" protagonista di questo straordinario, potente e allo stesso tempo delicato romanzo, è August, detto Auggie, Pullman, un ragazzino di soli 10 anni; uno come tanti in quanto a passioni, desideri, bisogni, ma speciale e "diverso" per il suo aspetto fisico: infatti, a causa di una rara malattia genetica, Auggie ha la faccia molto deformata, nonostante i ventisette interventi fatti per cercare di attenuare la deformazione.
Finora, il dolore per le reazioni inorridite della gente nel guardarlo in faccia è stato assorbito con "ironia" e senza troppi drammi, grazie al supporto caloroso di una famiglia che lo ama..., ma adesso è giunto per lui il momento di andare a scuola e confrontarsi con i suoi coetanei.
Purtroppo, come tanti di noi (se non tutti...!) hanno fatto esperienza da bambini..., a scuola, e comunque tra il "gruppo dei pari" in generale, non è raro trovarsi di fronte a compagni che manifestano  atteggiamenti "cattivi", sleali, di rifiuto, disprezzo, violenza ed emarginazione... e tutte queste cose il povero Auggie le dovrà sperimentare, suo malgrado.
Tra i dubbi e le paure (chi sarà suo amico? chi lo guarderà andando oltre l'aspetto fisico? chi invece lo prenderà in giro e lo allontanerà?), ma con alle spalle l'amore e il sostegno di una famiglia meravigliosa, oltre che di alcuni veri amici, il piccolo Auggie riuscirà a trovare il proprio posto non solo a scuola, ma nel mondo, diventando artefice della propria crescita e dando anche a chi gli è vicino la possibilità di cambiare.

La storia del piccolo Auggie si dipana attraverso la sua voce, che ci rivela sentimenti e vissuti, e quella di chi gli è accanto, rendendo il mondo delle relazioni interpersonali una palestra di vita in cui ci si allena sempre, e nella quale si impara a guardare la diversità senza paura.


L'autrice.
Nata nel 1964, R. J. Palacio ha lavorato per vent'anni in editoria come grafica e art director. Palacio è il suo pseudonimo, ispirato al nome della madre di origini colombiane. Il libro è il suo primo lavoro letterario. Vive a New York con il marito, due figli e due cani.

lunedì 8 ottobre 2012

IO, MARCEL E LE FANCIULLE IN FIORE.



feeling_book

Quali sono quei libri con i quali abbiamo avuto una particolare affinità o, al contrario, un rapporto "odio-amore"?

Quest'oggi vi segnalo un autore che lessi da adolescente, attratta com'ero dalla Psicologia e, quindi, anche dal romanzo psicologico.
Non so se probabilmente l'errore fu nell'età di approccio (troppo poco "matura"), certo è che ho provato a darmi a Proust..., ma dopo averne letto due libri...., ho capito che tra me e Marcel non correva buon sangue.

Ecco il primo libro che lessi, che poi è quello che mi dispiacque di meno, eh!!

Ed. Newton Compton
ALBERTINE SCOMPARSA

Sinossi

La fuggitiva o Albertine scomparsa (La fugitive o Albertine disparue) è il sesto volume dell’opera di Marcel Proust Alla ricerca del tempo perduto (À la recherche du temps perdu).
Come accade in tutti i volumi dell’opera, anche in questo volume il titolo generale e quelli dei capitoli sono strettamente collegati agli avvenimenti narrati dall’autore. Questo volume è intitolato La fuggitiva, perché si narra di come Albertine, per sfuggire alla gelosia di Marcel, decida di scappare e scomparire. Da questo deriva il secondo titolo di questo volume, ovvero Albertine scomparsa.
Più che qualunque altra parte della Recherche, Albertine disparue è un montaggio di pezzi di provenienza e di date diversi. La parte principale (partenza e morte di Albertine, tormenti della gelosia, indagini, dolore e oblio) è composto da Proust tra il dicembre 1911 e l’ottobre 1914. In seguito, vi vengono uniti frammenti di cui alcuni risalgono al 1908 e altri sono datati 1909-1911, quando comincia a tratteggiarsi il romanzo.

Fino ad Albertine, ad ogni modo, ero ancora abbastanza curiosa ed entusiasta di questo sensibile e complicato autore francese; ragion per cui, lessi con profonda disapprovazione le celebri parole di un editore che bocciò la Recherche.
«Sarò particolarmente tonto, ma non riesco a capire come questo signore possa impiegare trenta pagine a descrivere come si gira e si rigira nel letto prima di prendere sonno».
All'ombra delle fanciulle in fiore

La cosa drammatica arrivò alla lettura di ALL'OMBRA DELLE FANCIULLE IN FIORE...

Esso è il secondo volume della Recherche. “Le fanciulle in fiore” sono un gruppo di ragazze che il protagonista incontrerà a Balbec e tra le quali troverà un nuovo amore. Il titolo originariamente ideato dall'autore era, peraltro, Le colombe pugnalate.

L’argomento di questo volume è, inizialmente, la vita mondana tra Combray e Parigi, poi il momentaneo amore del narratore per Gilberte e, infine, l’incontro di Albertine.

Ecco, mentre per Albertine addirittura rileggevo, sottolineavo o trascrivevo le frasi che più mi colpivano..., delle fanciulle in fiore.... NON RICORDO ASSOLUTAMENTE NULLA.... MA NULLA DAVVERO!!!
Completamente affondato nel mio inconscio!!
E non credo lo ripescherò...

VOI AVETE LETTO QUALCOSA DI MARCEL?
CHE NE PENSATE??
FACCIO MALE A NON DARGLI UN'ALTRA POSSIBILITA' PER MIGLIORARE IL NOSTRO PESSIMO FEELING??

martedì 24 aprile 2012

Torey L. Hayden: quando l'amore fa miracoli

Questa sera vorrei soffermarmi su una scrittrice i cui libri hanno come protagonista assoluti i bambini.
Torey and Sheena

Sto parlando di Torey L. Hayden, la cui esperienza da insegnante nelle scuole per bambini emotivamente labili e negli istituti psichiatrici l'ha resa un punto di riferimento per la ricerca sulla psicologia infantile.

Come dicevo, i suoi libri - che sono per la maggior parte, storie vere - ruotano attorno al rapporto della scrittrice con alcuni bambini con cui ha avuto a che fare nella propria esperienza lavorativa; casi che lei ha voluto fermare nel tempo attraverso la scrittura.

Una bambina, Figli di nessuno, Una di loro, Una bambina e gli spettri, La figlia della tigre sono delle trascrizioni di storie vere; la Torey ha trasposto le proprie esperienze con questi bambini speciali anche sotto forma di romanzi.

IL GATTO MECCANICO

Edizioni Corbaccio
Pagg 448
Prezzo 15,49
Uscita 1999
Trama
Conor ha nove anni ed è autistico. O per lo meno così pensa sua madre, Laura Deighton, una famosa scrittrice che lo affida alle cure del dr. Innes, uno psicologo newyorkese appena trasferitosi nel Dakota. Al medico basta poco per capire che la situazione è molto complessa e coinvolge tutta la famiglia del bambino. Il rapporto che riuscirà ad instaurare con ognuno di loro, ma soprattutto con la madre di Connor, gli consentirà di scoprire la verità. Che è molto più complessa di quanto appare e con un risvolto oscuro davvero sorprendente.

UNA BAMBINA BELLISSIMA

Edizioni Corbaccio
Pagg. 360 
€ 14.46 
Uscita 2001

Trama
Venus ha sei anni ed è una degli otto bambini di una famiglia famosa per le sue difficoltà e per gli episodi di violenza. A occuparsi di lei con molta dedizione è la sorella maggiore Wanda che è ritardata. Con il tempo e molto coraggio Torey Hayden scoprirà che in realtà Wanda è la madre di Dorothy e riuscirà a stabilire un rapporto con la bambina.

LA COSA VERAMENTE PEGGIORE

Edizioni Corbaccio
Pagg. 180 
€ 9.50 
Uscita 2003

Trama
David è un ragazzino difficile: abbandonato dalla madre da piccolo, parla con difficoltà, è violento e apparentemente ritardato. Le famiglie alle quali è stato affidato insieme alla sorella hanno finito per rispedirlo agli assistenti sociali. Il suo modo di fare ordine in una vita spezzata è quello di trovare «la cosa veramente peggiore»: andare dal dentista, essere picchiato dai compagni, non avere nessuno che si preoccupa per lui. Fino a quando, insperabilmente, i brandelli della sua esistenza cominciano a trovare un significato: la «nuova famiglia» è una donna sola che potrebbe essere sua nonna, ma che lo tratta con rispetto e affetto, e i suoi nuovi amici sono una bambina più piccola e geniale – e per questo emarginata proprio come lui – e un piccolo gufo orfano.

lunedì 12 marzo 2012

IO NON SONO UN SERIAL KILLER - giveaway

A chi piacciono i thriller in cui la complessità psicologica del protagonista attraversa tutto l'intreccio della narrazione...??
A me, che sono patita di psicologia e di personalità ... come dire, "particolari", attira moltissimo, ed è per questo che partecipo a questo giveaway, su Books Land, che scade il 20  marzo e col quale potete provare a vincere una copia di
IO NON SONO UN SERIAL KILLER
di DAN WELLS



TRAMA

John Wayne Cleaver è, per sua stessa ammissione, un ragazzo potenzialmente pericoloso. Giudicate voi stessi: un ragazzo che passa il suo tempo dentro casa – un vero sociopatico-, che vive tra i cadaveri dell'obitorio locale, amministrato dalla madre e dalla zia, che ha una tendenza a uccidere gli animali e da quando è piccolo nutre un’ossessione per gli assassini seriali. Visto così, il suo destino è segnato. 

Ma consapevole di questa sua propensione e non molto eccitato all'idea di diventare un serial killer, John ha deciso di parlare con uno psicologo e di seguire alcune regole precise: avere solo pensieri positivi verso le persone che lo circondano; non avvicinarsi agli animali; evitare le scene dei crimini. 
Ma questo ultimo proposito diventa molto difficile da rispettare quando, proprio vicino casa, vengono ritrovati dei corpi atrocemente mutilati. Stavolta il suo demone interiore è costretto ad uscire allo scoperto, sulle tracce di quel mostro che, là fuori, sta lanciando una sfida non è più possibile respingere

venerdì 9 marzo 2012

Psicopatologia. la pedofobia: cos'è?



Nella nostra società contemporanea ultra tecnologizzata e progredita sotto svariati punti di vista, si verifica paradossalmente (o è piuttosto una conseguenza proprio della velocità con cui i cambiamenti si verificano giorno per giorno, lasciandoci disorientati e non sempre pronti a gestirli in modo equilibrato?) un aumento di patologie psicologiche nuove, che vanno man mano a collocarsi nei manuali di psicopatologia, differenziandosi dalle malattie già note a livello medico-scientifico.

In questo post voglio citare brevemente una "nuova patologia": la pedofobia.
Essa è la paura degli adolescenti da parte di adulti - genitori, insegnanti... - davanti ai comportamenti sempre più aggressivi e difficilmente gestibili che i ragazzi assumono.
Da cosa prende avvio questa fobia?
Beh, molto probabilmente dal prendere coscienza di come la realtà giovanile sia sempre più caratterizzata da tratti di violenza, di eccessiva esuberanza, di mancanza di regole, limiti e valori tradizionali, che inevitabilmente si ripercuote sull'adempimento dei ruoli familiari e sociali.
Si dice spesso che ormai i genitori (ed in generale, le figure adulte "destinate" ad essere educatori delle nuove generazioni) non riescano più ad adempiere a questo ruolo, che certamente è sempre stato definito "il mestiere più difficile del mondo", e che spesso si "lascino travolgere" in modo passivo dalle condotte e dalle reazioni dei figli, influenzati dalla visione violenta di programmi tv, di videogiochi, del gruppo di amici...

lunedì 30 gennaio 2012

Naricisismo e stress



Chissà quante volte ci sarà capitato di imbatterci in persona narcisistiche, che non pensano altro che a se stesse e per di più in termini fin troppo lusinghieri, come se fossero le sola belle, talentuose ecc...

Ebbene, se è vero che una personalità narcisistica è ascrivibile ad un disturbo di personalità, è recente la scoperta secondo cui il narcisismo sarebbe una risposta immunitaria allo stress.

A dirlo è un team di ricercatori dell'Università della Virginia che ha notato che, in caso di forte stress, le ghiandole surrenali producono il cosiddetto "ormone dello stress", il cortisolo, il quale in genere è prodotto in casi di infiammazioni.

Nel nostro caso, i ricercatori hanno esaminato la saliva di 40 giovani volontari i quali sono stati chiamati a rispondere a quiz in cui si valutava l’autorità, la superiorità, la vanità e l’autosufficienza, oltre che, ovviamente, il grado di narcisismo; il livello di cortisolo era più alto nei ragazzi che avevano fatto registrare nel test un più alto tasso di narcisismo.

Questo livello più alto del normale di cortisolo può costituire anche un campanello d'allarme perchè potrebbe segnalare un eventuale situazione di stress cronico nonchè una certa predisposizione dell'individuo alle malattie cardiovascolari, ai problemi di pressione alta ecc...

Insomma, una persona narcisista - e gli uomini sembrano essere maggiormente predisposti rispetto al gentil sesso - in fondo, avendo problemi di rapporti interpersonali in quanto si rende antipatica a causa del proprio atteggiamento e questo la porta a isolarsi, vivrebbe facilmente momenti di stress, che vanno a riversarsi sul piano emotivo ma anche fisico.

lunedì 9 gennaio 2012

Bambini vittime di violenza domestica

Quanto un trauma vissuto nell'infanzia influenza e condiziona la vita del bambino non solo nei periodi vicini al vissuto, ma anche dopo?

Sicuramente moltissimo e del resto è una verità che intuiamo anche a prescindere dagli studi di psicologia.

Però c' è uno studio molto interessante che ci aiuta a cogliere la "portata" e la gravità di questi traumi infantili.

I bambini esposti a violenza tra le mura domestiche soffrono, dal punto di vista cerebrale, come i soldati in guerra: sviluppano la capacita' di riconoscere piu' velocemente un'imminente minaccia da cui doversi difendere e sono piu' in grado di attivare dei meccanismi di difesa.

A dirlo è un gruppo di ricercatori inglesi che però fanno notare come questa capacità di "adattamento" non sia in realtà affatto una cosa positiva, anzi!

Essa infatti contribuisce a rendere i futuri adulti maggiormente vulnerabili sul fronte di ansia, depressione e problemi di salute mentale di diverso tipo.
 
Gli studiosi hanno esaminato le risonanze magnetiche condotte su 20 bambini londinesi di 12 anni di eta' media allontanati dalle rispettive famiglie per problemi di violenza domestica, e le hanno paragonate a quelle effettuate su un gruppo di controllo di 23 bambini non sottoposti a violenze di alcun tipo. 
Durante le risonanze magnetiche ai bambini venivano mostrate delle immagini di volti maschili e femminili ritratti con espressioni tristi, calme o arrabbiate: i ricercatori hanno cosi' potuto documentare che davanti ai volti arrabbiati i bambini esposti alle violenza in casa mostravano una maggiore attivazione in due regioni cerebrali associate al rilevamento delle minacce, l'insula anteriore e l'amigdala.

I risultati avuti nelle ricerche effettuate con questa categoria di vittime sono stati comparati con quelli ottenuti dalle ricerche sulle risposte cerebrali dei soldati in guerra; da qui l'accostamento dell'esperienza dei traumi tra i due tipi di vittime.

lunedì 2 gennaio 2012

LO PSICOPATICO: CHI E'?

A cosa vi fa pensare la parola PSICOPATICO??
Certo, a nulla di rassicurante!!!
Le personalità patologiche sono da sempre oggetto di interesse scientifico e di ricerche da parte di studiosi di varia natura: dai medici agli psichiatri, dai sociologi ai criminologi ecc...
Se ne parla anche tanto tra la gente comune ed è inevitabile, se si pensa che "psicopatico" è un termine usato moltissimo per indicare i "pazzi", coloro che manifestano comportamenti come minimo "strani" fino ad arrivare ad essere pericolosi.
Del resto, soprattutto in occasione di omicidi seriali ed efferati è molto facile e frequente sentir parlare di personalità malate, con tratti psicopatici.
A cosa è attribuibile la psicopatia, caratterizzata principalmente dall'incapacità di riconoscere le emozioni altrui e, di conseguenza, di provare sentimenti di pietà verso la persona cui si sta facendo del male?
QUI i risultati degli ultimi studi.

giovedì 22 dicembre 2011

Curiosità dal mondo dell'infanzia...



Una cosa molto interessante scoperta dall'università americana John Hopkins va a smentire - almeno così pare - una delle convinzioni più radicate circa il mondo dell'infanzia: un bambino molto piccolo, dal momento in cui una persona o un oggetto prima presenti nel suo campo visivo, a un certo punto "spariscono" e il bambino non li vede più, è come se essi smettessero di esistere per lui: il piccolo non ci pensa più!!!Se lui ti vede, esisti, sennò.... niente!

Beh, pare che le cose non stiano propriamente così, stando alle ultime ricerche su neonati: cosa accade allora nella mente di un pargolo quando un oggetto o una persona da lui visti in un certo momento, qualche minuto dopo non ci sono più?
Il bambino si dimentica di averli veduti?
Per lui è "come se non esistessero"?
Secondo i ricercatori, no!!
Nella mente dell'infante è come se vi fossero dei "puntatori" grazie ai quali il bambino "conserva" in memoria ciò che ha visto e che poi "sparisce" dalla sua vista, come se registrasse sensazioni e percezioni di ciò che si è momentaneamente allontanato.
In pratica, il piccolo continua ad avvertire la presenza della persona o della cosa "sparita" e questo molto probabilmente è frutto di un inconscio meccanismo di difesa che aiuta il bimbo a restar calmo al  pensiero che la mamma o chi per lei si è solo allontanata, che tornerà in qualsiasi momento...: è semplicemente andata nella stanza accanto...!!

mercoledì 7 settembre 2011

Da "L'arte di amare" di Fromm


L’amore è possibile solo se due persone comunicano tra loro dal profondo del loro essere, vale a dire se ognuna delle due sente se stessa dal centro del proprio essere. 
Solo in questa "esperienza profonda" è la realtà umana, solo là è la vita, solo là è la base per l’amore.

L’amore, sentito così, è una sfida continua; non è un punto fermo, ma un insieme vivo, movimentato; anche se c’è armonia o conflitto, gioia o tristezza, è d’importanza secondaria dinnanzi alla realtà fondamentale che due persone sentono se stesse nell’essenza della loro esistenza, che sono un unico essere essendo un unico con se stesse, anziché sfuggire se stesse. C’è solo una prova che dimostri la presenza dell’amore: la profondità dei rapporti, e la vitalità e la forza in ognuno dei soggetti.
 
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